Thailandia: di tutto di o quasi un po’

Ciao, questo non è l'itinerario di un viaggio che ho fatto, ma un insieme di itinerari di più viaggi che ho fatto in Thailandia nel corso degli anni. Facendo il mio annuncio in "Guide per caso" mi è capitato che una coppia mi scrivesse per chiedere informazioni. In quatttro e quattrotto ho buttato giù un percorso che permette di visitare,...
Scritto da: Roberto F.
thailandia: di tutto di o quasi un po'
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Ciao, questo non è l’itinerario di un viaggio che ho fatto, ma un insieme di itinerari di più viaggi che ho fatto in Thailandia nel corso degli anni.

Facendo il mio annuncio in “Guide per caso” mi è capitato che una coppia mi scrivesse per chiedere informazioni.

In quatttro e quattrotto ho buttato giù un percorso che permette di visitare, oltre alle località “classiche”, anche la Thailandia meno conosciuta, quella che io definisco “vera”.

Dopo averlo spedito ho deciso che potesse essere utile anche ad altri viaggiatori, non necessariamente coppie in viaggio di nozze, e così vi riporto l’e-mail che ho spedito, così come l’ho scritta: ======== INIZIO MESSAGGIO Ciao, non mi avete fornito molte informazioni (quanto tempo vi fermate, di quale budget disponete, il periodo in cui intendete partire etc.), per cui non potrò essere precisissimo, comunque vedrò di fare del mio meglio.

Dunque, sono necessarie due premesse: 1- La Thailandia è, per quanto ne so, uno dei pochi posti al mondo dove è impossibile restare senza alloggio, restare senza mangiare, restare a piedi, per cui è un posto dove la mediazione del tour operator è assolutamente superflua. Ci si può al limite rivolgere ad un’agenzia locale per eventuali escursioni. Ovunque ci sono alberghi da tutti i prezzi; il cibo si acquista e si consuma per strada, comodamente seduti ai vari chioschi (evitate di mangiare nelle strade con molto traffico, altrimenti vi fate una bella scorpacciata di benzene), oppure in uno dei mille ristoranti dove si spende pochissimo; se proprio non ci sono treni, corriere, taxi o mototaxi, si trova sempre qualche motociclista che ti dà un passaggio per pochi bat o un pacchetto di Marlboro.

2- Io non frequento più la Thailandia turistica, per vari motivi, ma ciò non toglie che vi siano dei luoghi turistici veramente incantevoli.

Date queste premesse, e dal momento che la vostra è una luna di miele, suggerirei un itinerario che è un compromesso tra le mie marce da guerrigliero e le vacanze super organizzate dei giapponesi.

Io eviterei, comunque, i luoghi più frequentati (tanto vale andare a Rimini a ferragosto) e le città ed i quartieri bordello, che, anche se a prima vista possono sembrare pittoreschi, costituiscono comunque uno spettacolo veramente squallido (questo è uno dei motivi per cui amo rifugiarmi su a Buri Ram).

Dato un itinerario di massima, potete benissimo organizzarvi i soggiorni ed i pernottamenti direttamente in aeroporto, infatti, nell’atrio del terminal arrivi ci sono vari stand, dove si può cambiare denaro (non è molto conveniente, io di solito cambio 50 dollari per avere un po’ di bat in tasca e poi vado dai cambiavalute), ottenere informazioni od altro.

Fra questi stand (non ricordo il numero) ce n’è uno in cui potete prenotare qualsiasi albergo ovunque decidiate di andare e per il periodo di tempo desiderato.

Ed ora passiamo all’itinerario: Io direi di cominciare senz’altro con Bangkok (chiamata Krung Thep dai locali), due o tre giorni; potete raggiungere l’albergo (che avete prenotato in aeroporto) con un taxi-meter (col tassametro). Visto che siete in luna di miele direi di investire un po’ più di denaro e prendere un albergo con vista sul fiume, magari davanti al Wat Arun (da visitare).

Per girare a Bangkok usate i tuk-tuk (delle specie di Api con sedili) che sono abbastanza da brivido.

Da visitare è certamente il Grand Palace, con i suoi templi (cercate il Buddha di smeraldo): è consigliabile un abbigliamento decoroso, con braccia e gambe coperte. Inoltre potete visitare il Wat Mahatat, se andate durante una festività buddista potete trovare il mercato delle erbe medicinali (io ho fatto rifornimento). Altre cose da vedere sono il Museo nazionale (vicino al Grand Palace) e il Wiman Mek Palace, tutto di legno, veramente bello.

E poi ci sono un mucchio di altri templi, monumenti, musei e parchi, impossibile elencarli tutti; se decidete di fermarvi un po’ di giorni la cosa migliore è comprarvi una guida e poi fare i turisti tradizionali.

Una cosa da fare sicuramente è girare per i canali, prima che scompaiano del tutto. Ormai sono concentrati quasi tutti sulla riva destra del fiume (ovvero a sinistra sulle cartine). Potete farvi portare là con un tuk-tuk e poi noleggiare un sampan (con annesso barcaiolo), e poi cominciare a girare assolutamente senza meta per una o due o tre ore: vi assicuro che è veramente rilassante. Se volete vedere un mercato galleggiante “vero” dovete andare a Damnoen Saduak, una città a 100 km a ovest di Bangkok; non andate a vedere quello di Khlong Dao Kanong, a Bangkok: là ci sono interi battaglioni di turisti, tutti implotonati come soldatini (una leggenda metropolitana dice che quel mercato è completamente falso, messo lì solo a scopo turistico, e io ci credo). Comunque, se avete tempo andate a vedere il mercato di Pak Khlong Talad, vicino, se ben ricordo, al Memorial Bridge: ci sono le più belle orchidee del mondo.

Ma Bangkok è bella soprattutto da girare, di giorno e di notte: fatevi portare all’inizio della Sukhumvit (è una strada lunghissima) e poi cominciate a camminare, magari facendo ogni tanto una diversione (evitate le strade solitarie e poco illuminate di notte, non si sa mai, siamo in città); quando siete stanchi vi fermate, quando avete fame mangiate e così via (a metà giornata un bel massaggio ai piedi è consigliabile).

Alla sera, magari prima di tornare in albergo, fatevi fare un bel massaggio (parlo di massaggio tradizionale, non di massaggini strani): fa miracoli (mi era passato anche un mal di schiena che mi durava da mesi). Attenzione però a scegliere un salone di massaggi “Traditional” (ce ne sono ovunque), altrimenti avrete delle belle sorprese! Visitata Bangkok è ora di passare ad Ayutthaia (non mi ricordo se si scrive così), l’antica capitale a nord di Bangkok. Il modo più bello di arrivarci è in nave, navigando sul fiume; purtroppo non ricordo dov’è l’imbarcadero a Bangkok, però su ogni buona guida lo trovate. La cosa migliore, secondo me, è partire al mattino da Bangkok, godersi il viaggio, arrivare ad Ayutthaia, cominciare la visita al centro storico (che è su un isola), pernottare in città (ci sono buoni alberghi e dei bellissimi ristoranti sull’acqua) ed il giorno dopo continuare la visita. Gli escursionisti giornalieri da Bangkok si riconoscono perché vanno di corsa, implotonati, voi invece potete prendervela un po’ più comoda. Alla sera, poi, potete prendere il treno per Chiang Mai. Consiglierei di prenotare le cuccette già a Bangkok, prima di partire per Ayutthaia, così al mattino potete arrivare riposati a Chiang Mai.

Chiang Mai è bella. Il centro storico è a pianta quadrata ed è tutto da scoprire. Io mi fermerei almeno due o tre giorni. Da vedere è inoltre il Night Bazar, un mercato incredibile dove potete trovare dei prodotti di artigianato autentico.

Un altro giorno è da dedicare al parco nazionale di Doi Suthep, a poca distanza o ovest, dove c’è ancora la giungla vera.

Nelle zone attorno a Chiang Mai ci abitano varie tribù appartenenti a etnie diverse; qualche anno fa vi avrei consigliato di rivolgervi ad una agenzia locale per una bella escursione di più giorni, con soggiorno nei villaggi. Adesso francamente non saprei cosa dirvi. Oramai è impossibile trovare un villaggio che non sia percorso in lungo e in largo dai turisti, e il passatempo preferito degli abitanti è quello si spillare soldi ai farang (così veniamo chiamati noi occidentali). Insomma, di vero là c’è rimasto ben poco. Vedete voi.

Comunque, dopo aver passato l’ultima notte a Chiang Mai è ora di tornare a Bangkok, questa volta in aereo. Potete comprare il biglietto in una qualsiasi agenzia di Chiang Mai. L’ideale sarebbe arrivare a Bangkok al massimo verso mezzogiorno, e quindi prendere un autobus dal Southern Bus Terminal per Nakhon Pathom (si scriverà così?).

Nakhon Pathom è una bella cittadina a ovest di Bangkok ricca di storia (sembra che il primo insediamento buddista in Thailandia fosse lì). Arrivando nel primo pomeriggio avrete tempo di visitarla (imperdibile il Phra Pathom Chedi, che sembra sia alto più di 100 metri). Dedicherei alla visita anche la mattina successiva.

Nel primo pomeriggio, sempre con autobus, potete spostarvi a Kanchana Buri, ancora più a ovest.

Kanchana Buri è un bel posto, ci sono fiumi, laghi, laghetti, pozzanghere etc., insomma, è improbabile che manchi l’acqua. Consiglierei di alloggiare in una delle guest house sul fiume. Qualche anno fa, un mio amico piuttosto in carne è riuscito a sfondare il pavimento e c’è mancato poco che cadesse nel sottostante fiume, per cui, magari, sceglietene una non troppo cadente. Una volta preso alloggio, la cosa migliore da fare è prendere una barca (con barcaiolo) e andare a vagare sul fiume: ci sono veramente dei bei panorami. A pochi chilometri, sempre via fiume, c’è anche un tempio (il nome non lo ricordo, ma lo trovate su qualsiasi guida), dove c’è, o perlomeno qualche anno fa c’era, una vecchia monaca che passa (o passava) la vita a meditare. Ci va un mucchio di gente in pellegrinaggio.

Il mattino dopo (potete prenotare l’escursione in un’agenzia), se ne avete voglia potete andare a vedere il ponte sul fiume Kwai (quello del film). Non è un gran posto: il ponte non è ovviamente più quello originale e c’è un sacco di turisti; è comunque interessante dal punto di vista storico, e poi potete dire: “Io l’ho visto!”.

Una curiosità: Kwai vuol dire bufalo (in Thailandia ce ne sono tanti), ed è uno dei peggiori insulti che potete rivolgere ad un thai. E’ come se gli deste del cornuto, dell’idiota o tutte due le cose insieme, perciò evitate.

In ogni caso, dopo aver visitato o meno il famoso ponte, è nuovamente ora di partire per Bangkok, sempre col bus. Consiglierei a questo punto una sosta, in modo da riprendere fiato. Dopo il pernottamento a Bangkok, se ve la sentite potete partire al mattino per Korat, altrimenti va bene anche alla sera, anzi va meglio (l’ultimo bus è alle 22 circa, la stazione è la Northeastern Bus Terminal e la notte sul bus potete dormire).

Korat è Thailandia. La “mia” Thailandia, dove ben difficilmente incontrerete un occidentale. Arrivando all’alba potrete vedere le lunghe file di monaci che girano per le strade e vi renderete subito conto di essere arrivati in un altro mondo. Là quasi nessuno parla inglese e se dovete chiedere un’indicazione rivolgetevi a qualche studente (si riconoscono perché sono vestiti tutti uguali).

Korat è bella, mi piace, mi piace girare per le strade dove tutti mi guardano, specialmente i bambini che non hanno mai visto un occidentale, e dove tutti mi sorridono e mi parlano, e quando io rispondo “Mai kao chiai” (non ho capito), si mettono a ridere.

Ci sono monumenti, musei, wat, parchi ed altro, ma quelli potete trovarli sulla guida. Io vi consiglio di riposarvi, di girare per i mercatini (veri), per le strade piene di bancarelle e di osservare la gente, di mangiare i piatti del nord-est, veramente saporiti, e di bere (alla mia salute) il vino di riso (il vino, non il distillato, che sembra benzina), che nessuno sa che esiste e che si trova solo nella Thailandia “vera”, perché è fatto in casa.

Quando vi fermerete, magari in un parco, subito si avvicinerà qualcuno che vi chiederà, con le quattro parole di inglese che ha imparato dai figli, da dove venite, cosa fate, dove andate, se avete mangiato, se volete che vi accompagni in qualche luogo che solo lui conosce o magari se volete andare a casa sua (potete stare tranquilli, a meno che non abbia i capelli lunghi, il pizzetto incolto e gli occhi spiritati, ma quelli si trovano solo dove ci sono occidentali).

Dopo esservi riposati, un giorno o due, potete comunque fare una bella escursione a Phi Mai, un complesso di templi che è vicino a Korat. In questo caso consiglierei di rivolgervi ad un’agenzia, perché troverete qualcuno che parla inglese.

Se riuscite a farvi capire, chiedete dove si trova il tempio con il vecchio Buddha (santone, solo che se pronunciate “budda” nessuno capisce, dovete pronunciare “buddà”, con l’accento sull’ultima sillaba) che benedice dandoti una botta in testa. Io ci sono andato lo scorso novembre, ed è stato veramente emozionante, non solo mi ha benedetto, ma mi ha anche offerto del cibo, solo a me in mezzo a tanta gente, e i miei amici thai che mi hanno accompagnato hanno discusso per giorni sul significato di questo gesto.

Purtroppo, appunto, mi hanno accompagnato, ed io non so come arrivarci da solo, però se chiedete magari riuscite ad arrivarci: vi assicuro che merita.

Sarebbe bello riusciste a farvi amico qualcuno, magari uno studente o una studentessa, che sono i più curiosi (nel senso positivo del termine): in tal modo potreste chiedergli se potete visitare il suo villaggio. Vi assicuro che è un’esperienza davvero unica.

Dopo Korat è la volta di Buri Ram, la “mia” città, o meglio la città vicina al villaggio dove abita la mia fidanzata, ancora più a est. Nelle vicinanze ci sono molti templi antichissimi; consiglierei di visitare quello vicino al villaggio di Ban Ta Ko, che è veramente bello.

Anche per Buri Ram vale quanto detto per Korat: prendetevela comoda. Se proprio volete fare un po’ di esercizio, a 70 Km circa c’è un monte che si chiama Phu Kao Fai e poi qualcosa, il nome per intero non me lo ricordo ma lo trovate sulle guide; è un posto stupendo per una bella scampagnata.

Da Buriram al Mekong il passo è breve, o quasi. Da Buri Ram potete prendere il bus fino a Ubon Ratchathani, che è una bella cittadina piena di verde. Anche in questo caso, se non ne avete avuto abbastanza, ci sono vari templi e anche luoghi naturalistici molto belli, sulle rive del fiume locale che, perdonate, anche in questo caso non ricordo come si chiama.

Durante la guerra del Vietnam, in questa zona c’erano diverse basi militari americane; a volte, girovagando nel cassone di un pick-up, si possono ancora vedere dei mucchi di rottami che, appunto, sono ciò che rimane di quelle basi.

Se volete andare a vedere il Mekong (vale quanto detto per il ponte sul fiume Kwai) vi conviene rivolgervi ad un’agenzia, così in poche ore andate e tornate.

Come avrete notato, parlando del soggiorno nella “mia” Thailandia, non ho fatto cenno a pernottamenti o durata dei soggiorni. Andare in quei posti e pianificare al minuto ciò che si intende fare è una cosa assolutamente contro natura; là si mangia quando si ha fame, si dorme quando si ha sonno, si parte quando se ne ha voglia, ci si ferma finché non si è stufi, ed è quello che vi consiglio di fare.

Però non dobbiamo dimenticarci che siete in luna di miele, e cosa c’è di meglio che trascorrere quattro o cinque giorni, magari una settimana, in un bel bungalow in riva al mare? Le mete predilette per i viaggi di nozze sono le isole di Samui e Phuket. Per questo le escluderei senza pensarci due volte.

Consiglierei invece l’isola di Samet (o Samed), che fra l’altro è abbastanza vicina a Bangkok e gode di un clima decisamente migliore.

Dunque, eravamo rimasti a Ubon Ratchathani; da lì dovete prendere il solito bus per Bangkok e poi, dalla Ekkamai Bus Station, un altro bus per Ban Pae, a sud est di Bangkok. Potete anche prendere un bus per Rayong, e da lì raggiungere Ban Pae.

Da Ban Pae a Samet ci sono i traghetti, che sono abbastanza frequenti. Se partite da Ubon Ratchathani alla sera, per mezzogiorno dovreste essere a Ban Pae.

Samet è una bella isoletta, con un bel mare, dove ci sono poche strade asfaltate (anzi cementate) e soprattutto non ci dovrebbero essere (è da un po’ che non ci vado) i palazzoni che ci sono invece a Samui e Phuket, perché l’isola fa parte di un parco nazionale.

Arrivati là, potete prendere un taxi o un qualsiasi altro mezzo di trasporto (che non mancano) e girovagare un po’, alla ricerca del posto che più vi piace (se volete stare più tranquilli potete prenotare in agenzia prima di partire da Ubon Ratchathani).

A questo punto che vi devo dire? Un bel bungalow di legno in riva al mare, una nuotatina, una noce di cocco ogni tanto, pesce a volontà… non mi resta che augurarvi buon viaggio! Doverose raccomandazioni per chi viaggia in Thailandia: ovunque, non accarezzare la testa ai bambini, non parlare male o deridere Buddha o il Re (lo so che se parlate italiano nessuno vi capisce, ma possono intuirlo dall’atteggiamento, e allora sono dolori!); nella Thailandia “vera” non mostrare le piante dei piedi o le suole delle scarpe, quindi non accavallare mai le gambe: i giovani non ci fanno più molto caso, ma i vecchi cominceranno a guardarvi male.

Occhio poi a comprare statue raffiguranti il Buddha: in teoria, per esportarle, dovreste avere un permesso del ministero dei beni culturali, quindi nascondetele bene, magari nella tasca di un giubbotto, e soprattutto siate ASSOLUTAMENTE sicuri che non provengano da qualche zona archeologica o da qualche tempio.

======== FINE MESSAGGIO E questo è tutto, se avete bisogno di qualche info non esitate a scrivermi, e perdonate se non ricordo alla perfezione i nomi di tutte le località, ma per quello ci sono le guide vere.

Ancora un ultimo consiglio per chi desidera visitare la Thailandia: i thai sono molto miti, ma attenzione a non farli incazzare comportandovi male, siate educati, rispettosi verso di loro ed i loro usi, ma siate irremovibili quando è evidente che vi stanno fregando (succede solo nelle località turistiche). Lasciate delle buone mance, ma senza esagerare: 20 bat per loro sono un pasto, per noi sono circa 50 centesimi.

E soprattutto sorridete, sorridete sempre; come dice un antico proverbio thai: “La bellezza è la forza, il sorriso è la spada”. Meditate gente, meditate…

Ciao e buon viaggio.

Roberto



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