Thailandia del nord e Bangkok
1° Giorno Milano-Dubai-Bangkok Partenza da Milano con l’ottima Emirates, assolutamente consigliabile, bagaglio minimo, leggi quasi niente a parte biglietti, documenti, soldi, guida e medicinali. Tutto ciò di cui potreste avere bisogno potrete comunque comprarlo in Thailandia ad un decimo del prezzo. Se, come noi, farete scalo a Dubai sappiate che gli apparati tecnologici non sono più convenienti come una volta, i prezzi sono simili a quelli italiani. 2° Giorno Bangkok-Chiang Mai Alle 14.00 arriviamo a Bangkok, compriamo in aeroporto tre biglietti per Chiang Mai per il volo successivo a 55$ l’uno e dopo un’ora siamo già in volo per il nord. A Chiang Mai contrattiamo il prezzo e prendiamo un taxi per una delle guesthouse consigliate dalla guida: Chiang Mai Garden Guesthouse. La proprietaria esordisce con: “no plostitues, no men, no woman, no ladyman, no cats, no dogs in da loom” e parte con un pistolotto contro la prostituzione che ce la rende così simpatica che non guardiamo neanche la stanza prima di prenderla, mentre sarebbe stato meglio, comunque per 70 baht (1,6€) a testa a notte non è che si può stare a rognare perché non c’è l’acqua calda.
Usciamo per un giro e rimaniamo subito estasiati a guardare i templi che col senno di poi definiremo minori. Curiosiamo qua e là e finiamo a cenare nel giardino di un bel ristorante. A proposito del cibo, abbiamo sempre evitato i ristoranti per turisti preferendo quelli Thai originali, in questi ristorantini, specie quelli più piccoli, non sempre è possibile scegliere da un menù in inglese e si ordina indicando con il dito i piatti già pronti, spesso si mangia senza sapere cosa c’è nel piatto. Di norma è tutto buonissimo e piccantissimo. Se siete schizzinosi o avete la bocca delicata regolatevi. Anche se la si trova sul tavolo non è buona educazione mangiare con la forchetta, si usa solo con il cucchiaio. Finiamo la serata bevendo Chiang Beer e vedendo un incontro combinato di Muai Thai in uno dei posti più malfamati dove abbiamo il primo incontro con le signorine “Hello Welcome” di cui parleremo in seguito.
3° Giorno Chiang Mai Visita agli splendidi templi di Chiang Mai, non tanti, solo una decina su trecento… Nel Wat Phra Singh facciamo conoscenza con un monaco che ci dice che se non andare a visitare il Wat Phra Doi Suthep è come non essere stati a Chiang Mai, ovviamente ci andremo l’indomani. Ci facciamo fare un’ora di massaggio Thai a 150 baht (3,5€ !). Il massaggio thailandese tradizionale è energico, ma estremamente rigenerante. Se non si è vestiti in modo appropriato viene fornito un abito adatto. Al contrario di quello che vi hanno raccontato i vostri amici furbetti per il massaggio Thai il massaggiato e il massaggiatore sono entrambi vestiti! Altri tipi di massaggi rilassanti che vanno sotto il nome di oil massage prevedono invece il contatto con la pelle. Tralascio i cento tipi di “massaggi” che si possono provare di cui i suddetti amici vi avranno già detto tutto. Cena e giro al night bazar assolutamente consigliato. Il mercato è grande e molto conveniente. I prezzi si contrattano, in genere si ottiene un prezzo del 30% inferiore al prezzo di partenza, insomma non una contrattazione alla araba dove si scende del 90.
Secondo incontro con le signorine “Hello Welcome” che ci corrono dietro cercando di portarci nel bar in cui lavorano. Queste ragazze vivono facendo avances ai turisti e cercano di vendersi per qualche dollaro. A quanto pare la cosa piace molto agli occidentali probabilmente proprio perché l’approccio non è da “quanto vuoi, andiamo”, ma si gioca in modo più sottile. Forse a questi turisti piace far finta che queste ragazze non siano prostitute, e pensano di piacergli. Ognuno commenti pure liberamente in relazione alla sua sensibilità. Comunque il fenomeno è molto più ridotto di quanto ci aspettassimo.
4° Giorno Chiang Mai-Doi Suthep-Pai Sveglia presto, lasciamo gli zaini in guesthouse contrattiamo con un tassista e ci facciamo portare in cima al Doi Suthep, curva dopo curva il lamierone arranca, ma arriviamo sulla cima della collina che domina Chiang Mai, dal parcheggio si salgono i 300 gradini che portano al Wat tra due serpenti. Sulla sommità nonostante la nebbia della prima mattina si può vedere Chiang Mai dall’alto, l’atmosfera è bellissima, un’aria di pace ci avvolge, da un tempietto un monaco ci chiama, ci fa inginocchiare e ci benedice. Facciamo le nostre offerte ai buddha e usciamo appena un attimo prima che i torpedoni carichi di turisti inizino a scaricare. Riprendiamo il lamierone, recuperiamo gli zaini e andiamo alla stazione degli autobus. Vogliamo andare a Pai. Dalle due righe che abbiamo letto sulla guida abbiamo deciso che è un bel posto. Dopo quattro ore di curve, aliti agliati, sguardi curiosi e sorrisi arriviamo. A prima vista sembra una cittadina cresciuta grazie ai turisti e in effetti è così, ma è anche rimasta il punto di riferimento per tutti i villaggi della zona. Tra l’altro, per qualche strano motivo, è diventata la cittadina dei musicisti e si possono trovare gruppi blues che si esibiscono dal vivo, non chiedeteci perché proprio qui. Se avete intenzione di intraprendere un trekking guidato questo è un buon posto da cui partire perché da qui si possono raggiungere zone meno battute di quelle intorno a Chiang Mai o Chiang Rai. Al Rim Pai Cottage prendiamo uno splendido bungalow su una palafitta in riva al fiume, dopo una rapida contrattazione ci accordiamo per 200 baht a testa a notte.
5° Giorno Dintorni di Pai Partiamo per un giretto a piedi dei dintorni e ci ritroviamo a fare una decina di kilometri fino a raggiungere le cascate. Le cascate di per se non sono un gran che, ma la strada per arrivarci attraversa alcuni villaggi Shan, Lahu, Lisu e un villaggio del KMT (Ban Santichon) molto interessanti. Alcune di queste persone ci hanno offerto ganja e opium, ma al di là di questo è una occasione per vedere una Thailandia molto diversa da quella dei depliant. Ricordatevi di portarvi una crema protettiva per il sole, si sale oltre i 1.500 metri e siamo ai tropici, un quarto d’ora di sole su una persona non abbronzata può essere letale! La speranza di trovare un passaggio per evitare la strada del ritorno risulta vana se non per l’ultimo paio di kilometri che riusciamo a fare sul retro di un pickup, questo è l’unico mezzo, motorini a parte, che abbiamo incrociato in tutta la strada del ritorno e, come sempre, ci hanno caricato con entusiasmo.
A questo punto abbiamo proprio bisogno di un massaggio che, manco a dirlo, ci concediamo.
Alla sera, notiamo un bagliore provenire dal tempio e lì ci dirigiamo. Non si tratta di apparizioni religiose, ne di nulla di bellico. Sono fuochi artificiali, grandi fontanoni che inondano di lapilli tutti i presenti. C’è una festa! Il tempio è abbastanza pieno di gente, ci sono bancarelle che vendono di tutto, dal cibo alle ciabatte. Chi sa fare qualcosa lo fa! C’è chi canta, chi balla, chi suona, chi commenta all’altoparlante, chi improvvisa cori e chi ha organizzato una pesca di beneficenza. C’è anche la nonna che ha fatto la torta e la vende a fette e il ricavato lo dona al tempio. E su tutto il profumo di incenso e la pioggia di lapilli dei fuochi artificiali.
Verso la mezzanotte la festa inizia a calare e allora ci piazziamo in un locale a bere birra e sentire dell’ottimo blues dal vivo.
6° Giorno Dintorni di Pai Ha piovuto tutta notte, il fiume è straripato, per fortuna la nostra palafitta ha retto. Smette di piovere. Noleggiamo dei motorini a un prezzo ridicolo (150 baht l’uno compresa assicurazione kasco). Visitiamo le Hot Springs (sorgenti di acqua calda), ma visto il tempaccio e l’acqua marrone non ci attira l’idea di un bagno e allora ci spingiamo fino al Huay Nam Dong National Park a 40km da Pai. Purtroppo il tempo è infame, la nebbia avvolge tutto e non si vede a più di due metri, altro che punti panoramici… inoltre fa un freddo cane e, visti i nostri vestiti estivi, ripariamo in un baracchino lato strada che ci offre l’unica pietanza disponibile: minestrina in busta con aggiunta di un uovo fornito dalle galline che ci girano tra i piedi, quindi sicuramente fresco. Ritorniamo verso Pai e bighelloniamo tra i villaggi nei dintorni. Scopriamo un giardino giapponese molto bello di fronte ad una base militare e altre piccole chicche.
Alla sera torniamo alla festa, dai villaggi dei dintorni arrivano a gruppi, ogni villaggio porta qualcosa, chi la musica, chi i balli, chi i fuochi, il tempio ora straripa di gente che fa festa, una festa dove nessuno, noi compresi, è solo spettatore, ma dove tutti contribuiscono allo spettacolo.
7° Giorno Pai-Chiang Rai Vogliamo andare a Chiang Rai facendo la tratta da Tha Ton via fiume, la lancia parte alle 12.30, quindi, vista l’impossibilità di arrivare a Tha Ton per quell’ora in pullman, ci siamo accordati con Tai, il proprietario di un vecchio pickup che lui chiama taxi, per fare il viaggio con lui. Alle sette di mattina è già pronto e ci sta aspettando, il tempo di fare colazione, noi con pane e marmellata, lui con noodles piccantissimi, e si parte. Sono 200 km di curve che lo stile di guida di Tai, da cui il soprannome Fittipaldi, non rende per nulla piacevoli, la sua massima preoccupazione non è la sua e la nostra incolumità, ma arrivare in orario per la partenza della lancia, non vuole deluderci e allora spinge il suo pickup al massimo. Riesce nella sua missione e ci scarica in tempo per prendere la lancia.
Il viaggio in fiume, per quanto fatto in compagnia solo di altri turisti, è piacevole. La natura intorno a noi ricorda i film americani sulla guerra nel Vietnam, del resto siamo sul Nae Nam Kok un affluente del famoso Mekong. L’acqua è di un marrone rossiccio come la terra di questi posti. La lancia, che porta altre cinque persone oltre noi tre, sembra doversi ribaltare da un momento all’altro, soprattutto nelle rapide, e ad ogni ondeggìo partono grida di finta paura (o è vera?) dei nostri casuali compagni di viaggio. Dopo quattro ore di navigazione arriviamo a Chiang Rai. Ci dirigiamo verso il centro e prendiamo una stanza alla Pintamorn Guest House, una guesthouse media a un prezzo medio, ma gestita da un gruppo di persone veramente simpatiche e gentili.
Andiamo subito in una agenzia per comprare il biglietto aereo per il nostro ritorno a Bangkok. A confermare la facilità di viaggiare in Thailandia troviamo subito posto all’ora che vogliamo e per soli 65 $. Ceniamo in un ristorantino più cinese che thai (siamo proprio al nord) e giriamo per il Night Bazar in cerca di acquisti.
8° Giorno Chiang Rai e Triangolo d’oro Noleggiamo tre motorini, andiamo a prendere delle cartine all’ufficio del turismo e di buon’ora partiamo per un giro nei paesi del triangolo d’oro.
Il triangolo d’oro è un’ampia zona che in realtà comprende tutta la provincia di Chiang Rai, parte del Laos e parte della Birmania, era la zona di produzione principale dell’oppio i cui derivati si potevano consumare in tutto il mondo. E’ molto interessante conoscere la storia di questo posto, ci sono libri al proposito e anche la guida Lonely Planet dedica spazio a questo argomento e a questi vi rimandiamo. Ad oggi, oltre ad alcune coltivazioni inaccessibili ai più, il triangolo d’oro è solo un’attrazione turistica. Il turismo di massa è comunque concentrato nel paese di Sop Ruak che è stato eletto a centro del triangolo d’oro con tanto di cartelli. A Sop Ruak vale comunque la pena di visitare il museo dell’oppio. In realtà la cosa migliore è girare tra i paesi Chiang Saen, Mai Sai e Mae Chan fermandosi a visitare i templi che si trovano sulla strada, mangiare seduti in riva al Mekong e girovagare nelle stradine tra le risaie.
Rientriamo a Chiang Rai in serata e andiamo a mangiare al night bazar. La pizza principale è piena di tavoli, ci si siede e si ordina da bere, si può prendere da mangiare, una portata in uno, una nell’altro, nelle quaranta bancarelle attorno. Si può mangiare di tutto, dalla frutta esotica agli spiedini di scarafaggi e vermi, passando per sushi, piatti cinesi, noodles in tutti i modi e riso a piacere. Intanto dal palco vi allieteranno con canti e balli. Assolutamente consigliato.
9° Giorno Chiang Rai- Bangkok Dopo un’ora di volo atterriamo a Bangkok. Ci facciamo portare al New World Lodge Hotel e Appartments nei pressi di Khao San Road (grazie a chi lo consigliava in un racconto di viaggio), l’albergo è molto bello, un po’ caro per i prezzi thailandesi (1600 baht la tripla), ma volevamo trattarci bene prima del viaggio aereo di ritorno.
Andiamo subito a visitare i templi principali che sono molto belli, anche se, invasi dai turisti, non hanno il fascino di di quelli del nord. Alla sera andiamo a fare un giro nel delirio di Patpong dove le prostitute sono le uniche donne che si incontrano e dove i procacciatori ti si avvicinano chiedendoti “Cosa stai cercando?” oppure “Cosa ti piace?”, tanto tutto è in vendita.
A Bangkok, e ancor più a Patpong, si possono trovare nella stessa via centri massaggi thai, bordelli, un tempio indù, uno buddhista, una moschea, una chiesa, cento bancarelle che vendono fiori, venti che vendono pesce secco, dieci che vendono film duplicati su CD e tra una e l’altra c’è qualcuno che cucina…Un vero frullatore… Lasciamo questo delirio e andiamo al Night Bazar per comprare tutte le cose pesanti e voluminose che non avremmo potuto comprare prima e con nostra sorpresa scopriamo che tutto è molto tranquillo e organizzato e i prezzi (quasi) fissi! Comunque è molto conveniente e per chi non si diverte a trattare e preferisce un ambiente tranquillo forse è il posto ideale per fare acquisti, quanto a noi preferiamo le bancarelle che ci sono in giro per tutta Bangkok.
10° Giorno Bangkok Alla mattina visitiamo il palazzo reale in mezzo ad un’orda di turisti. Il palazzo è molto bello, soprattutto il tempio al suo interno, per cui vale la pena di sciropparsi le scenette dei gruppi con guida in testa, cartello bene in alto e tutti dietro, tranne la signora che è rimasta indietro e si lamenta che la guida corre troppo…
Prendiamo un taximeter (gli unici con il tassametro, meglio dei tuc-tuc sempre che non vi piaccia fare i fumenti con i tubi di scappamento) e ci facciamo portare a Siam Square dove andiamo a visitare uno dei deliranti centri commerciali che ci viene presentato come “il più grande del sud-est asiatico”. In pratica tutto il quartiere intorno a Siam Square è un enorme centro commerciale. Sono molto diversi dalla nostra idea di centro commerciale, si tratta di enormi mercati thailandesi al coperto, dove, rispetto ai mercati, tutto è un po’ più ordinato e pulito, ma sono comunque composti da piccoli negozietti a conduzione familiare e anche qui si trattano i prezzi.
Con una passeggiata raggiungiamo il mercato della tecnologia, un enorme centro commerciale dove si vendono computers, periferiche, software e apparati elettronici in genere. Il posto è abbastanza delirante e quindi merita un giro da parte degli appassionati del genere, i prezzi non sono molto diversi da quelli italiani, ma si possono apprezzare esempi di duplicazione e modifica dei software che hanno dell’incredibile.
Ci resta il tempo per un ultimo massaggio e per un giro a Chinatown, famosa, tra l’altro, per i ristoranti di pesce e tristemente prendiamo la strada dell’aeroporto per prendere il volo del ritorno.
11° Giorno Bangkok-Dubai-Milano Assolutamente da ricordare di tenere 500 baht per le tasse d’imbarco che sono da pagare all’apposito sportello in aeroporto unicamente in contanti e in moneta locale.