Texas, terra di CowBoy e non solo

È lo stato più conservatore degli Usa dove fortissime sono ancora le tradizioni del far west, la figura del cowboy, i rodei, il petrolio e le grigliate, per questa ragione è corretto dire che il Texas non va visitato, va vissuto
Scritto da: arubiro
Partenza il: 08/06/2014
Ritorno il: 17/08/2014
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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TEXAS – Terra di CowBoy e non solo

Il Texas, lo stato della stella solitaria come lo definiscono i Texani, non è una meta di viaggio ordinaria, trovare recensioni o racconti di viaggio è praticamente impossibile, ma posso garantirvi che se sceglierete questa meta non ve ne pentirete purché partiate sapendo fin da subito cosa troverete; il Texas è lo stato più conservatore degli Usa dove fortissime sono ancora le tradizioni del far west, la figura del cowboy, i rodei, il petrolio e le grigliate, per questa ragione è corretto dire che il Texas non va visitato, va vissuto.

Giorno 1 – 08 giugno 2014 Roma/Amsterdam-Dallas; Dallas-Austin km 315 (Austin 1 notte)

Siamo una famiglia di 4 persone con 2 bambini rispettivamente di 7 anni e 18 mesi e stiamo per avventurarci in questo curioso viaggio. Il volo intercontinentale con l’esuberanza dei piccoli ci spaventa un po’ ma ne abbiamo fatti altri così lunghi e siamo fiduciosi.

Partiamo prestissimo (6.20) da Roma Fiumicino con scalo ad Amsterdam dove prenderemo il volo che ci porterà a Dallas Forth Worth (il più grande e trafficato del Texas, sesto al mondo per numero di passeggeri); alle 15 ora locale atterriamo negli USA (il fuso orario è di 7 ore) e la differenza di temperatura si avverte, il Texas è estremamente caldo anche ad inizio di giugno.

Passato il controllo passaporti, per la prima volta ad un evolutissimo sportello self service, aspettiamo di ritirare i bagagli (compreso seggiolino auto per il più piccolo che ha fatto tante battaglie ma che ormai mostra i segni del tempo e dell’usura e che getteremo a fine viaggio) e andiamo a prendere l’automobile che abbiamo noleggiato; ultimamente utilizzo spesso rentalcars.com e devo dire le tariffe sono molto convenienti; arriviamo alla budget dove l’addetta cerca a tutti i costi di venderci un upgrade di categoria ma l’auto che abbiamo noleggiato per le nostre esigenze va più che bene (Hyundai Accent) e decliniamo la proposta non senza il nervosismo dell’addetta infastidita dal nostro rifiuto.

Da Roma abbiamo pianificato una sosta da Best Buy (megastore dell’elettronica) per l’acquisto di un navigatore Tom Tom (noleggiarlo ha poco senso, per 10 giorni costa quasi come acquistarlo, e al rientro lo venderò su ebay) e poi subito verso Austin nostra 1° tappa distante poco più di 300 km.

Siamo stanchi e i lavori sulla I35 (l’autostrada resa famosa da Cars ai danni della route 66) non aiutano rendendo lo spostamento un po’ più lungo del previsto; finalmente per le 21 siamo a destinazione presso l’albergo Hyatt Place (non consigliato per rapporto qualità/prezzo) che avevamo prenotato con booking.com (fedele compagno di viaggio da anni) e per la prima volta abbiamo un intoppo infatti, nonostante la stanza già pagata, gli addetti non trovano la prenotazione; siamo troppo stanchi per risolvere la questione subito, chiediamo la stanza fornendo la carta di credito ben consapevole che andrò incontro ad un doppio addebito e che poi dovrò fare richiesta di rimborso ma nessuno di noi ha energie per rimanere in piedi ancora a lungo.

Arrivati nella stanza molto spaziosa, disfiamo il minimo indispensabile dei bagagli e alle 22, saltando la cena, ci lanciamo sui letti sperando che il più piccolo non risenta troppo del fuso orario.

Giorno 2 – 09 giugno 2014 Austin-San Antonio km 130 (San Antonio 2 notti)

Riusciamo a dormire fino alle 5 e poi ci concediamo tutti una lunghissima doccia per riprenderci dalle stanchezza del viaggio. Lasciamo la stanza cercando di definire la questione della prenotazione e relativo pagamento scomparso (riuscirò a risolvere solo dopo aver scalato sul Manager il problema) e ci dirigiamo in centro per colazione e primi giri ma purtroppo non abbiamo fatto i conti con il maltempo e quando siamo di fronte al Campidoglio siamo costretti a cercare un riparo per via della pioggia; ci fermiamo per una colazione da McDonalds dove Damiano gusta i pan cakes con succo di acero e dove, nel parcheggio, incrociamo il primo SUV con le corna di non so quale animale sul cofano.

Austin è la capitale del Texas ma non ha molto fa offrire, il Campidoglio rosa è bello e da vedere ma non sono musei e monumenti l’attrattiva, la città è famosa per la musica che di sera si suona in ogni locale, per i pipistrelli in prossimità del Congress Ave bridge che al tramonto si spostano in massa, e per degli spiazzali utilizzati soprattutto per il pasto di mezzogiorno dove roulotte gastronomiche adibite a locali vendono cibi differenti e, neanche a dirlo, il TexMex è quello che la fa da padrone.

Abbiamo la fortuna di fermarci ad uno spiazzale che ci sembra più invitante di altri il South Austin Trailer & Eatery (1311 S 1st St) e mangiamo da Torchy’s Tacos (lo consiglio vivamente) con 2 aree adibite con tavoli, una all’aperto ed un’altra coperta con alle spalle un ruscello, verde e tanti uccelli, alcuni bellissimi, che si litigano i residui di cibo; in questi posti quando ordini ti danno un paletta con un numero, puoi sederti dove vuoi, saranno le persone del locale a venirti a cercare portandoti l’ordinazione; noi mangiamo un fantastico burrito e chip con salsa al formaggio piccantissima.

Abbandoniamo Austin e partiamo alla volta di San Antonio la città che ci ispira di più e poi siamo nel vivo delle finali NBA San Antonio vs Dallas con Marco Belinelli 1° Italiano della storia in campo; la distanza è breve ed in poco più di un’ora siamo a destinazione arrivando al nostro albergo Fairfield Inn & Suites by Marriott che consiglierei (a San Antonio vale la pena alloggiare in centro mettendo in preventivo il costo del parcheggio, nel nostro caso $21 al giorno per car valet); posate le valigie usciamo subito per una passeggiata al riverwalk e, approfittando di un’attesa contenuta, facciamo subito il giro del fiume sulle tipiche chiatte (www.riosanantonio.com costo per persona $ 8,25, pagano anche i bambini $ 2); il riverwalk è una bellissima scoperta, una affascinante passeggiata tra natura, lussuosi hotel ed un susseguirsi infinito di locali e ristoranti; finito il giro in barca con il piccolino che voleva a tutti i costi essere lasciato in libertà continuiamo la passeggiata a piedi per poi fermarci a cena a mangiare hamburger e patatine da “The Repubblic of Texas”, locale senza particolari pretese dove abbiamo però mangiato bene; finita la cena torniamo in albergo e ci imbattiamo in bellissime carrozze ornate di luci da 1000 e una notte che sostano in prossimità di Fort Alamo per il giro della città.

Giorno 3 – 10 giugno 2014 San Antonio (con escursione a Bandera Km 85)

E’ il giorno, forse uno di quelli più attesi, ci dirigiamo a Bandera, quella da molti descritta come la cittadina dove si respira ancora il Far West, Damiano è impaziente di arrivare; non sappiamo di preciso cosa troveremo e siamo incuriositi; la distanza è limitata ma mentre ci avviciniamo ci accorgiamo di un cambiamento, le comuni automobili “stradali” sono sempre più rare per lasciare spazio a mega SUV con traino (per trasporto animali) e i ranch che incontriamo sono sempre più numerosi.

Finalmente ecco Bandera, la cittadina è piccola e la parte da veri cowboy concentrata in 2/3 strade centrali (Main Street angolo Cypress Street).

Appena arrivati siamo piacevolmente sorpresi dalla fauna, incrociamo scoiattoli ed un cerbiatto fermo all’interno del giardino di una casa, per niente spaventato, che ci fissa mentre passiamo in automobile; parcheggiamo e ci dirigiamo verso la zona centrale; purtroppo è martedì ed il martedì molti negozi sono chiusi (il giorno ideale per recarsi a Bandera è il venerdì in cui si concentrano molti eventi), entriamo in uno store dove facciamo il 1° acquisto un cappello da ranger bellissimo per la modica cifra di $20 (per questi acquisti Bandera risulterà la città più economica); giriamo anche in altri store in particolare al cow boy store dove acquistiamo una stella da sceriffo per il piccolo cow boy della famiglia ed un cd di musica country che ci accompagnerà per tutta la settimana; da non perdere poi il General Store che è un vero tuffo nel passato.

E’ ora di pranzo e cerchiamo un locale le cui recensioni su Tripadvisor ci hanno incuriosito (11th Street CowBoy Bar), il locale è fantastico ed è gestito da una signora simpaticissima e piena di energia che sembra uscita da un film western che purtroppo ci informa hanno solo il bar (un vero peccato dover andare via perché sarebbe stato bello rimanerci la sera per vedere il locale trasformarsi in una enorme sala da ballo country); siamo così costretti a cambiare meta e ci accontentiamo del pranzo in un altro locale molto più triste che non ci accontenta appieno (l’old Spanish trial).

Continuiamo il giro per Bandera in automobile ma la parte più interessante l’abbiamo già vista quindi torniamo verso San Antonio per proseguire la visita della città con il Fort Alamo famoso per la resistenza di meno di 200 eroi che fronteggiarono un esercito di Messicani a cui tennero testa per giorni prima di cedere sul campo. Il forte è piccolissimo rispetto a quelle che potrebbero essere le aspettative. Da piccolo quando giocavo con i soldatini mi piaceva Davy Crockett, non avrei pensato un giorno di vedere il posto che lo ha reso eroe.

Proseguiamo la passeggiata nella strada di fronte ad Alamo pieno di attrazioni per bambini, ci dirigiamo poi verso l’affascinante quartiere de la Villita per proseguire poi per la zona di Market Square pieno di locali tipici, ci fermiamo in quello che ci piace maggiormente “Mi Tierra” che pare essere il più gettonato del posto, la gente infatti si mette in lista per il ristorante e attende il proprio turno al bar allietato da musica dal vivo; il posto è davvero bello e consumiamo una gigantesca birra ghiacciata e 2 Coke per soli $8; torniamo verso il centro dove ci reimmergiamo per una piacevole passeggiata del riverwalk e ci fermiamo a mangiare al Rainforest Cafè; il locale all’interno è carino (ma non mi sento di consigliarlo) con ambientazione stile foresta ma noi mangiamo di fuori per goderci l’ultima sera all’aperto al riverwalk di San Antonio.

Giorno 4 – 11 giugno 2014 San Antonio-Houston km 320 (Houston 2 notti)

Non era nei programmi prima di partire ma ci siamo lasciati tentare per cui il 4° giorno ci rilasseremo a Sea World. Prima di tutto sappiate che la cosa più antieconomica è acquistare i biglietti direttamente in loco per cui fatelo anticipatamente on line risparmiando $20 a persona rispetto al prezzo pieno del biglietto ($65).

Sea world è grande (anche se quello di San Antonio mi sembra meno maestoso di quelli di Orlando e San Diego dove sono già stato) per cui il suggerimento è di arrivare all’apertura ed infatti siamo li davvero presto e sfruttiamo l’intera giornata, mangiamo velocemente pizza a tranci in un fast food all’interno perché l’obiettivo è vedere gli spettacoli di delfini, leoni marini, orche e stuntman oltre a fare le attrazioni dalle quali si esce inevitabilmente zuppi, insomma, il divertimento è assicurato per grandi e bambini ma mi raccomando non dimenticate la crema solare, un cappello ed un cambio completo.

Usciti da Sea World ci avviamo in macchina verso Houston, i chilometri da percorrere non sono pochi e i bambini ne approfittano per riposarsi.

Dopo esserci fermati da HEB per una riserva di acqua e libagioni finalmente arriviamo al nuovo albergo Comfort Suites Westbelt, il prezzo è nella media e la stanza bellissima ed ampia; decidiamo di mangiare rilassati un panino in camera per andarcene a dormire presto rinunciando anche all’idea di un tuffo in piscina.

Giorno 5 – 12 giugno 2014 Houston

Ci svegliamo presto e dopo abbondante colazione in hotel ci dirigiamo al centro NASA (in albergo si trovano dei buoni sconto che consiglio di portarsi appresso); anche in questo caso è conveniente andare presto perché c’è un lungo tour con trenino per la visita della base spaziale.

Dopo un po’ di attesa (purtroppo senza poterci portare appresso il passeggino per il più piccolo) il nostro tour finalmente inizia, visitiamo subito la sala controllo che ti fa pensare alla famosa frase detta dall’equipaggio dell’Apollo 13 “Houston abbiamo un problema”, il tour prosegue nei magazzini dei mezzi sperimentali visti nelle riprese televisive durante i servizi sulla stazione orbitante per arrivare agli hangar e tornare poi al punto dal quale siamo partiti per osservare da vicino le cabine di pilotaggio, le simulazioni in assenza di gravità e toccare un frammento di luna e di marte, ma anche per pranzare e comprare qualche souvenir.

Finita la visita del centro NASA deviamo per il mare; con pochi chilometri di I45 si arriva a Galveston e al golfo del Messico, ci colpiscono la profondità dell’arenile e le automobili parcheggiate in spiaggia; arrivando siamo incuriositi da una piccola località che sembra davvero incantevole ma purtroppo senza avere il tempo di visitarla: Tiki island.

Rientriamo ad Houston e facciamo un tour in automobile per il downtown e mentre giriamo la città ci facciamo incuriosire da un ristorante su Kirby Dr. angolo Bartlett Street, l’Armadillo Palace, parcheggiamo ma scopriamo è riservato per una festa privata e ripieghiamo per il locale di fronte il Goode barbecue (consigliato vivamente) che ci ispira anche di più ed infatti assaggiamo una carne deliziosa e delicatissima ed il locale all’interno è molto caratteristico ma pieno e dobbiamo accontentarci dei tavoli esterni comunque altrettanto gradevoli.

Giorno 6 – 13 giugno 2014 Houston-Dallas km 385

Dopo una rilassata colazione partiamo alla volta di Dallas, ogni volta il carico/scarico delle valigie è impegnativo ma stavolta lo facciamo davvero controvoglia soprattutto perché la vacanza è quasi in dirittura di arrivo; oggi la strada da percorrere è lunga, quasi 400km e ci aspetta, a destinazione, la giornata shopping, ci dirigiamo così verso il Premium Outlet Grand Praire (per info e registrazione www.premiumoutlets.com); siamo in possesso di un carnet di sconti e facciamo uno shopping sfrenato acquistiamo alcuni capi di abbigliamento Tommy Hilfiger, US Polo, Lacoste, GAP a prezzi bassissimi; come al solito a beneficiarne sono i ragazzi.

Provati dallo shopping ci dirigiamo verso l’hotel che abbiamo scelto per le ultime 3 notti Texane, il Southfork Hotel di Plano che è ispirato alla celebre serie televisiva e prevede anche la visita del famoso ranch inclusa nel costo della camera.

L’albergo deve essere stato fantastico negli anni 80-90, adesso si vede è un po’ datato ma comunque accogliente; prendiamo possesso della ampia camera, una veloce doccia, il tempo di rimirare il contenuto delle buste dello shopping e ci dirigiamo, sempre a Plano, per la cena da War & Love un grazioso locale (consiglio di andarci) con musica live; siamo reduci da giorni di cucina piccante e speziata e decidiamo di ordinare un hot dog sperando in un gusto conosciuto e tradizionale ed invece ci portano un hot dog gigante (il piatto non è sufficiente a contenerlo) con una salsa piccantissima a cui aggiungiamo un piatto enorme (volevamo una porzione piccola ma l’unica disponibile è quella extra large) di chips con salsa al formaggio.

Giorno 7 – 14 giugno 2014 Dallas

E’ il giorno, forse uno dei più attesi, quello della visita a SouthFork ranch; quando da piccolo guardavo in TV estasiato i grattacieli di Dallas e l’imponenza di quel ranch mi dicevo che un giorno avrei voluto vederlo dal vivo e così a distanza di anni sono riuscito a mantenere la promessa.

Arriviamo con la navetta messa a disposizione dall’hotel e iniziamo il tour del ranch salendo su un bus scoperto per seguire l’itinerario previsto; dopo un giro delle scuderie e delle abitazioni (più di una adibite a set per la nuova serie di Dallas) arriviamo in una struttura dove la guida ci illustra la storia della serie televisiva più vista di sempre, cosa ha portato alla scelta di quella location.

Oltre alla difficoltà dell’inglese Lucas inizia a piangere e comprendere diventa impossibile per cui mi allontano a curiosare un po’ in giro; arriviamo finalmente alla parte abitata del ranch e con stupore il davanti della villa non mi dice nulla e così scopro che quello che abbiamo sempre visto è il retro. La casa non è grandissima e riconosco le cose viste in tv anni prima; sono contento della visita però avverto un po’ di malinconia per i tanti anni trascorsi dalla messa in onda.

Dopo circa 3 ore concludiamo la visita, rientriamo in hotel e ripartiamo subito, una sosta da Sheplers Western store per un acquisto su commissione in quello che forse è il più bello store western dove trovare cappelli, stivali e abbigliamento cow boy in genere; subito dopo ci dirigiamo in direzione Forth Worth dove abbiamo appuntamento con il rodeo serale (biglietti palco acquistati per $22,50 a persona su http://www.ticketmaster.com cercando Stockyard Championship Rodeo); arriviamo verso le 14,30 e notiamo che l’attesa per l’evento serale è già molto forte; visti i primi park sold out parcheggiamo subito e ci dirigiamo alla ricerca di un posto dove pranzare e ci fermiamo da H3 Ranch (consiglio) dove mangiamo carne buonissima e saporita; subito dopo visitiamo la parte centrale con i vari negozi (vediamo da Leddy stivali da cow boy in pelli varie lavorati a mano al modico prezzo di $10.000); ci dirigiamo verso la Station dove Damiano si cimenta con ottimi risultati sul toro meccanico; purtroppo è tardi per prendere l’ultima corsa del trenino gratuito che fa il giro della zona; torniamo verso il Cow Town Coliseum dove stanno sfilando delle curiose automobili custom; ceniamo velocemente al Riscky’s Steakhouse (senza infamia e senza lode) e ci dirigiamo all’arena per l’inizio del rodeo. Lo spettacolo è molto sentito e, in perfetto stile Americano, preceduto dall’inno e dalla bandiera stelle e strisce al vento sventolata da una amazzone. Inizia il rodeo e lo spettacolo conferma le mie aspettative anche se in alcuni momenti è un po’ crudo per alcuni malcapitati vitellini che però si rialzano sempre senza problemi.

Alla fine del rodeo lo stockyards è in festa con luci e musica ma i bimbi hanno sonno e poco dopo facciamo rientro in albergo.

Giorno 8 – 15 giugno 2014 Dallas

E’ il nostro ultimo giorno intero in Texas e lo abbiamo destinato alla visita di Dallas; in primis andiamo a Dealey Plaza nel luogo tristemente più famoso della città ossia quello in cui nel 1963 fu ucciso J.F.Kennedy (il punto esatto è indicato con una x sulla strada), vediamo il memorial dedicato a Kennedy e proseguiamo la visita della città verso downtown; downtown è gradevole ma è domenica, in giro non c’è quasi nessuno ed i negozi sono chiusi.

Ci fermiamo per pranzo da CHB dove mangiamo un buon hamburger e ci offrono una porzione di una torta al caramello che vogliono lanciare per avere il nostro giudizio e gradimento (fantastica)

Risaliamo in macchina per un giro a Dallas Art district dove sono concentrati i musei e poi, dopo una deviazione al NorthPark Mall si torna in albergo; siamo stanchi e prima di cenare (sandwich in camera) concediamo un bagno in piscina ed un meraviglioso idromassaggio nella vasca extralarge dell’hotel.

Giorno 9 – 16 giugno 2014 Dallas-Amsterdam/Roma

E’ il giorno della partenza, ci svegliamo con calma, giusto in tempo per fare colazione in hotel, carichiamo l’automobile sigh per l’ultima volta in questo viaggio ma con ancora 2 mete prima di raggiungere l’aeroporto e restituire la macchina; il Premium Outlet di Allen per un’integrazione di shopping da Ralph Lauren e poi alla ricerca del Gas Monkey Bar e del Gas Monkey Garage per vedere il garage dove vengono rimesse a nuovo le automobili esattamente come nella serie “Fast and loud” in onda su Discovery Channel di cui io e Damiano siamo appassionati.

Restituiamo l’automobile ma Damiano non vuole saperne di ripartire da questo luogo inaspettatamente magico per piccoli ed adulti ma al nostro volo mancano poco più di 3 ore e ci dirigiamo verso i banchi per il check-in.



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