Teulada, Costa del Sud: pura Sardegna

L’estate scorsa, prima di rientrare nel continente dalla Sardegna, il vicino di bungalow al campeggio mi aveva parlato della zona di Chia, una cinquantina di km a sud di Cagliari, descrivendomela come particolarmente interessante. Essendo un tratto di costa sarda che non avevo mai visitato l’estate scorsa ero partito dalla Sardegna con la...
Scritto da: Sergio C.
teulada, costa del sud: pura sardegna
Partenza il: 15/08/2006
Ritorno il: 01/09/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
L’estate scorsa, prima di rientrare nel continente dalla Sardegna, il vicino di bungalow al campeggio mi aveva parlato della zona di Chia, una cinquantina di km a sud di Cagliari, descrivendomela come particolarmente interessante. Essendo un tratto di costa sarda che non avevo mai visitato l’estate scorsa ero partito dalla Sardegna con la voglia di ritornare. Ad anno nuovo mi sono messo alla ricerca di un alloggio nella zona di Chia ed ho compreso immediatamente che il mio budget di spesa era del tutto inadeguato…Chia era troppo cara, anche un semplicissimo monolocale in affitto per una settimana costava qualcosa di improponibile. Orientai la ricerca dell’alloggio verso zone limitrofe, da usare come base di partenza per visitare i dintorni, visto che in Sardegna spostarsi e fare km in cerca di nuove spiagge è la norma. Il paese di Teulada non compare in nessun catalogo dei vari tour operator, la guida ai campeggi segnala solo un camping privo di bungalow in affitto. Internet invece pullula di informazioni e foto ed ho immaginato che doveva essere un bel posto. Vista l’assenza di grandi strutture recettive ho contattato l’agenzia immobiliare del paese che immediatamente mi ha trovato una bella casetta in centro ad un prezzo molto conveniente.

Partenza il giorno di ferragosto da Civitavecchia per Cagliari; il traghetto non era al completo e quindi la notte è trascorsa tranquillamente. Siamo arrivati a Cagliari alle 9:00 di mattina ed abbiamo imboccato la statale 195 sulcitana. Dopo aver attraversato gli stagni di Cagliari e superata la zona industriale di Sarroch, siamo entrati a Pula ed abbiamo proseguito per Santa Margherita. La statale corre piuttosto lontana dalla costa e soprattutto a Santa Margherita di Pula non ci sono tanti accessi: la pineta è densamente “abitata” e recintata, non ci sono varchi tra le varie strutture residenziali…Il mare al di là del recinto dovrebbe essere bello, per molti ma non per tutti. Dopo Santa Margherita, superata una salitella ci troviamo di fronte ad un bivio: a destra si va direttamente a Domus de Maria e quindi a Teulada, a sinistra si lascia la statale sulcitana per imboccare la provinciale per la Costa del Sud passando per Chia. Abbiamo scelto la seconda opzione ed in pochi minuti eravamo a Chia. Qui il mare si raggiunge in diversi punti e le varie strutture recettive sono distanti dalla costa e ben integrate nel paesaggio…Soprattutto se paragonate agli ecomostri sparsi in tutta Italia. Superata Chia la strada prosegue in salita ed inizia un tratto di costa indimenticabile: sicuramente una delle strade panoramiche più belle d’Italia. La costa è frastagliatissima, un susseguirsi di promontori rocciosi, calette appartate, isole e torrette di avvistamento, il tutto circondato dal verde dei ginepri e dall’azzurro del mare dalle acque limpidissime. Prima si incontra il centro di Perdalonga, poi la spiaggia della Tuerredda, quindi si risale il promontorio di Capo Malfatano per ridiscendere alla spiaggia di Piscinnì e l’isola Campionna per arrivare infine al Porto di Teulada. La strada serpeggia generalmente alta lungo la costa offrendo scorci panoramici unici…Difficile non distrarsi e non fermarsi lungo le tante piazzole che si incontrano. Dopo il Porto di Teulada la strada da tortuosa diventa lineare ed in pochi minuti si arriva al paese.

In agenzia ci hanno consegnato le chiavi di una bella casetta rosa sulla piazza centrale del paese…Non avremmo mai potuto immaginare che una località simile fosse tanto animata di sera. Siamo arrivati proprio nel periodo in cui si svolge la festa del patrono, San Isidoro, ed ogni sera c’era un concerto, o una manifestazione folkloristica o il cinema all’aperto…Ci siamo trovati troppo bene! La gente incontrata era gentile e cordiale, la pro loco ci ha indirizzato verso le località migliori, anche se poi in 15 giorni ci siamo visti quasi tutto l’arco di costa sarda sud-occidentale ed ogni luogo meritava ampiamente una visita.

Il pomeriggio stesso dell’arrivo siamo andati a Porto Tramatzu, una spiaggia bella ed “anomala”. La sabbia è candida, l’acqua limpidissima, di fronte c’è una bella isola di granito chiamata Isola Rossa ma…È l’ultima spiaggia prima dell’inizio della fascia di costa interdetta per vincoli militari e per assurdo metà spiaggia è aperta a chiunque mentre l’altra metà è riservata ai militari o alle rispettive famiglie. Il risultato anomalo è che metà spiaggia è affollatissima e pertanto il luogo perde gran parte del fascino mentre l’altra metà sotto vincolo militare è pressoché deserta. Inoltre coloro che provano a varcare il limite lungo la spiaggia vengono cortesemente allontanati dai militari che vigilano. Francamente, dopo aver visto le altre spiagge della zona credo che questa sia la peggiore, non perché non sia bella ma per via dell’anomalo affollamento derivante dal vincolo militare.

Il giorno successivo siamo andati a Porto Pino, circa 15 minuti di comoda strada da Teulada. E’ uno dei luoghi più belli della Sardegna: arrivando dal paese di Sant’Anna Arresi la spiaggia appare circondata da stagni popolati da fenicotteri e da pinete di pino d’Aleppo. Ci sono due accessi: o si arriva in fondo alla strada fino al porto canale oppure, prima di arrivare al centro si gira a sinistra seguendo le indicazioni per “Dune Bianche”. In questo caso la strada diventa subito sterrata per un bel tratto ed attraversa gli stagni, dopodichè, arrivati ad un parcheggio a pagamento si procede a piedi. Da lontano si notano subito due alte dune di sabbia bianchissima circondate dalla pineta. Giunti sulla spiaggia si cammina sul bagnasciuga verso le dune situate sulla estremità est…In cima alle dune il paesaggio è irreale, sembra di stare nel deserto se non fosse per il mare da un lato e la pineta dall’altro, il contrasto tra il bianco della sabbia, il turchese del mare ed il verde dei pini crea un ambiente stupendo. La spiaggia di Porto Pino è piuttosto lunga e poco affollata, soprattutto verso le estremità…Veramente un bel posto. Quel giorno poi il mare era piuttosto agitato, c’erano dei cavalloni altissimi e per assurdo l’acqua non sembrava torbida come normalmente siamo abituati a vederla in queste condizioni.

Venerdì 18 Agosto – Chia, Spiaggia di Su Cardulinu. Si tratta di una piccola spiaggetta che unisce l’isolotto di Su Cardulinu alla costa. Si raggiunge attraverso una stradicciola che si dirama dalla strada provinciale nei pressi del bar Mongittu a Chia, superando un ponticello e parcheggiando la macchina prima che lo stradello diventi praticabile solamente ad un fuoristrada. Si cammina per 10 minuti in salita risalendo un promontorio dopodichè si intravede la penisola e si scende sulla spiaggia. Il paesaggio anche in questo caso è affascinante, dal promontorio si gode di un ottimo panorama sulle spiagge di Chia e gli scogli hanno forme molteplici. Purtroppo siamo andati su questa spiaggia dopo una mareggiata che aveva spinto a riva degli ammassi di posidonia che avevano coperto anche parte della sabbia…Forse una prossima mareggiata farà tornare tutto come prima. Ad ogni modo non tutta la spiaggia era ricoperta di posidonia e l’acqua era comunque limpida. Sul promontorio sono presenti inoltre i resti di un tophet fenicio costituiti da diversi blocchi di pietra disposti a formare una struttura rettangolare. Da segnalare che la spiaggia è riparata dai venti di maestrale e pertanto abbiamo trovato il mare calmo nonostante altrove fosse mosso. La sera stessa a Teulada c’era la manifestazione “Pani e Casu” durante la quale la gente del posto faceva il pane disegnando forme particolari oltre ai formaggi freschi e la ricotta (buonissima!)…Siamo rimasti impressionati dai balli sardi, praticamente ballano tutti, giovani ed anziani, ed è bello vedere come determinate usanze del passato siano ancora vive nella popolazione.

Sabato 19 Agosto – Spiaggia di Piscinnì. Non comprendo come mai i cataloghi turistici o le cartoline non raffigurino spesso questa spiaggia…La sabbia bianca, le rocce e gli scogli che emergono dall’acqua bassa e limpidissima sono indimenticabili. Altra particolarità sono quelle vacche marroni che pascolano sullo stagno retrostante a poca distanza dalla spiaggia: non mi è mai capitato di trovare, almeno nel mese di agosto un ambiente tanto integro. La spiaggia di Piscinnì si trova al centro della Costa del Sud, vicinissima alla strada ed a pochi km da Teulada. Come molte altre spiagge della zona la sabbia candida crea della dune nella fascia retrostante nelle quali crescono solo dei grandi ginepri…Tutto serve a creare un ambiente veramente particolare…Speriamo solamente che intorno a questa spiaggia non vengano costruite le solite strutture recettive che in altre località hanno rovinato il paesaggio. Il pomeriggio in paese si è svolta la processione di San Isidoro, la cui statua veniva trainata da due enormi buoi: sulle corna e sul collo dei buoi erano posti degli addobbi floreali e delle tele ricamate. Le persone che partecipavano alla processione erano vestite con i costumi tipici sardi ed in particolare con delle camicie bianche dai colletti ricamati. La sera siamo andati a Chia alla Sagra del Porceddu, buono ed economico (12 €).

Domenica 20 Agosto – Sant’Antioco. È un’isola collegata alla Sardegna da una bella strada, da Teulada bastano tre quarti d’ora d’auto ed ha diverse spiagge interessanti. Il paesaggio dell’isola è piuttosto brullo, tanti pascoli e tanta macchia mediterranea bassa, salvo qualche sporadica pineta. Nella parte sud lungo la strada si incontrano poche case sparse ed un grande hotel alla dovuta distanza dal mare…Tutto è apparso piuttosto integro. La mattina ci siamo diretti verso il versante che guarda verso il mare aperto, superando Cala Saboni ed arrivando a Cala Lunga. Si tratta di un profondo fiordo con acqua molto bassa per un lungo tratto, un luogo piuttosto appartato e non eccessivamente frequentato. La scarsa profondità dell’acqua ed i riflessi della vegetazione ne determinano il colore verde…Posto decisamente piacevole. In spiaggia un vicino di ombrellone ci dice che la spiaggia più bella di Sant’Antioco è Coqquaddus ed incuriositi decidiamo di spostarci all’ora di pranzo. La spiaggia di Coqquaddus si trova sempre sul lato sud della penisola di Sant’Antioco ma sul versante che guarda verso il resto della Sardegna. Si tratta di una spiaggia più grande della precedente, sempre con acqua molto bassa e molto limpida ma con riflessi turchesi…La particolarità di Coqquaddus almeno per quel giorno è stata l’elevata presenza di pesci e…Meduse, mai viste tante tutte insieme, e vi assicuro che erano belle da vedersi, di colori differenti, trasparenti o rosa. Ho nuotato un bel po’ con la maschera in mezzo alle meduse, evitandole accuratamente, ne sono uscito indenne e soddisfatto…Bella esperienza! Probabilmente le correnti di maestrale che tiravano in quei giorni le avevano spinte a riva. La spiaggia di Coqquaddus ha dei colori veramente belli, è circondata dalla pineta e merita una visita. Vicino a Coqquaddus c’è un bellissimo promontorio con una bella torretta, Torre Cannai. Sotto la torre ci sono delle spiaggette ghiaiose ed il mare ha delle trasparenze fantastiche. Prima di ritornare sulla strada per Teulada ci siamo diretti sulla parte nord della penisola arrivando a Calasetta, bel porticciolo sul mare con le casette squadrate, dove ci siamo informati sui traghetti per l’Isola di San Pietro. Superata Calasetta ci sono due belle spiagge, quella sotto la torre del paese e quella delle saline, belle. La strada prosegue verso la parte dell’isola che guarda verso il mare aperto…Qui si aprono delle vedute stupende, ci siamo fermati su un punto chiamato “il nido dei passeri” in cui la scogliera scura scende verticale ed alta sul mare, indimenticabile. Il tramonto dall’alto di quella scogliera avrebbe meritato l’attesa ma la strada per Teulada non era poca e quindi siamo tornati.

Lunedì 21 Agosto – Chia, spiaggia di Su Giudeu. E’ la spiaggia più caratteristica di Chia per via di una piccola isoletta separata dalla lunga spiaggia dorata da un breve tratto di acqua bassa profonda non più di un metro. Per arrivare occorre uscire dalla strada provinciale seguendo le indicazioni e parcheggiare (obbligatoriamente!) a pagamento. Si prosegue a piedi attraversando un ampio stagno salato che d’estate è pressoché prosciugato e si arriva sulla spiaggia. Alte dune di sabbia dorata e ginepri secolari fanno da contorno ad un luogo che ha resistito alla valorizzazione turistica di Chia. La spiaggia non era affollatissima nonostante fosse un soleggiato giorno d’agosto ed appositi cartelli indicavano il divieto di accesso alle dune. L’acqua era verde smeraldo ed in prossimità dell’isolotto la profondità aumentava rapidamente creando dei colori unici. Quel giorno sono stato costantemente in acqua, non se ne poteva fare a meno, il mare era limpidissimo. L’isolotto è diviso in due da una profonda incisione, pertanto si può raggiungere rapidamente a nuoto il versante opposto ed i fondali sono pieni di pesci. Le spiagge di Chia sono veramente belle e curate, si raggiungono attraverso sentieri che non hanno rovinato la fascia di dune e di vegetazione; sembra impossibile che ovunque intorno ci siano tanti grandi complessi alberghieri e residenziali e che al tempo stesso il litorale sia stato rispettato. La sera sul paese di Teulada, per via della festa del patrono San Isodoro, c’è stata una manifestazione folkloristica con balli di vari gruppi provenienti da varie località sarde.

Martedì 22 Agosto – Cala Su Portu De Su Trigu. Il bello della costa sulcitana è che offre moltissime spiagge e spiaggette, famose o del tutto sconosciute ma tutte degne di visita. Cala Su Portu De Su Trigu si trova tra Porto Pino e Porto Botte e dista pochi km di rettilineo da Sant’Anna Arresi. E’ un posticino tranquillo anche in pieno agosto, sabbia bianca, scogli affioranti, tanti pesci intorno ed acqua turchese come altre spiagge della zona. L’unico neo è il parcheggio a pagamento che personalmente considero inutile in un luogo poco frequentato ed ancora in fase di valorizzazione turistica. Il pomeriggio siamo tornati sulla Costa del Sud e ci siamo diretti a Capo Malfatano, verso quel promontorio che si vede dalla strada panoramica e che fa fermare decine di macchine in sosta lungo le piazzole ed oltre. La strada è subito sterrata e sconnessa, passa accanto al Porto Malfatano, la parte più interna del golfo che viene utilizzata come peschiera, e raggiunge due belle spiaggette con possibilità di attracco natanti. Oltre al panorama di cui si gode, questa località merita per le trasparenze dell’acqua e per i fondali fitti di praterie di posidonia alternate a chiazze di sabbia…Dall’alto il mare ha tante tonalità di colore, da vedere. Arrivati alle spiaggette c’è un’area che quel giorno era piena di camper, dopodiché la strada risale il promontorio e diventa troppo sconnessa per la nostra povera auto…Continuiamo a piedi, scendiamo fino ad una caletta di scogli ma con fondale sabbioso ed acqua turchese per poi risalire il promontorio di Capo Malfatano. Sotto la Torre si gode di un panorama grandioso, da un lato Capo Teulada dall’altro Capo Spartivento.

Mercoledì 23 Agosto – Costa dell’Iglesiente da Masua a Piscinas passando per Cala Domestica – Quanti chilometri ma che luoghi straordinari! Da Teulada il tratto di costa Iglesiente era decisamente distante, soprattutto la spiaggia di Piscinas era troppo lontana, ma altri turisti ci avevano assicurato che si poteva fare e quindi siamo partiti. Del resto quando volevamo potevamo fermarci e tornare indietro. Per arrivare alle scogliere di Nebida e Masua abbiamo superato il bivio per Sant’Antioco, quindi Carbonia e Portoscuso ed all’altezza di Gonessa abbiamo seguito le indicazioni per il mare e per Fontanamare. Il paesaggio da collinare diventa all’improvviso montuoso ed aspro. Superato uno stagno paludoso abbiamo raggiunto il mare, una lunga spiaggia sabbiosa, poi la strada inizia a risalire la costa rocciosa a picco sul mare. Il panorama è uno dei più fotografati della Sardegna: scogliere bianche, viola, chiare e scure a picco sul mare azzurro da cui emerge uno scoglio enorme, bianchissimo, il Pan di Zucchero, sembra quasi un iceberg. Tutto intorno le montagne sfruttate da secoli da miniere, con depositi di detriti e strutture ormai cadenti. Raggiungiamo Nebida, paese sospeso sulla roccia che scende ripida sul mare poi la strada tortuosa scende a Masua, altro centro minerario di fronte al Pan di Zucchero. E’ un paesaggio unico, la spiaggia di Masua è molto bella ma più di tutto colpisce lo scenario, con le strutture delle miniere che contrastano con l’ambiente circostante. La sensazione è che dopo secoli di sfruttamento minerario la natura della zona stia riprendendo il sopravvento su ciò che l’uomo ha deturpato ed ormai miniere fanno parte del paesaggio. Da Masua abbiamo preso la strada per Buggerru, superando un grosso segnale indicante la strada interrotta…Noi vedevamo altre macchine che continuavano tranquillamente ed altre ancora che scendevano giù…Ed abbiamo proseguito anche noi. La strada che da Masua raggiunge Buggerru è tutto un tornante che sale in quota per poi discendere su un altopiano brullo dominato da villaggi di minatori abbandonati. Qui c’era un tratto di strada sterrata a senso alternato…Ma comunque la strada non era chiusa. Dall’altopiano siamo scesi su una verde vallata ed abbiamo seguito le indicazioni per Cala Domestica…È una delle spiagge più solitarie ed affascinanti della Sardegna, un fiordo profondo sormontato da un promontorio con una torretta di avvistamento dalla quale si ammira gran parte della costa Sud-Occidentale sarda: dall’Isola di Carloforte fino a Capo Pecora. Sotto di noi la spiaggia principale di Cala Domestica era larghissima, le dune diventavano spiaggia ed a fianco si apriva “la Caletta”, una spiaggetta più piccola con acqua più limpida. La caletta si raggiunge a piedi attraverso un vecchio tracciato scolpito nella roccia per carrelli delle miniere, si supera una galleria e si arriva su questa spiaggetta appartata…Ma piuttosto affollata. All’ora di pranzo siamo ripartiti per Piscinas, quindi siamo tornati sul bivio per Cala Domestica lungo la strada che da Masua porta a Buggerru. La strada riprende in salita e porta su un altopiano a picco sul mare, tutto intorno il verde della macchia mediterranea, le scogliere scure, case cadenti costruite in pietra, sembra di stare in Irlanda. Poi si arriva a Buggerru, paese situato in fondo ad una stretta vallata, ovunque resti della passata attività estrattiva e sul mare un grande porto costruito recentemente. Superato Buggerru si scopre la vista sull’ampia spiaggia di Portixeddu e su Capo Pecora, un tratto di costa piuttosto integro. Da Portixeddu siamo tornati nell’entroterra seguendo le indicazioni per Arbus e la strada diventa veramente stressante: tanti tornanti si susseguono in salita, ci sembrava di non arrivare mai. Giunti in cima alla salita, tra montagne dal profilo tormentato c’era l’indicazione per la spiaggia di Scivu; probabilmente saremmo potuti arrivare a Piscinas anche per quella deviazione ma non conoscendo la zona abbiamo proseguito giungendo su un altopiano con tante querce da sughero. Poco oltre ecco l’indicazione per Ingurtosu e la spiaggia di Piscinas e dopo tanta salita la strada inizia a discendere verso il mare. Il centro minerario di Ingurtosu è praticamente disabitato, solo su alcune case si vedono i panni stesi, poche tracce di vita, per il resto si vedono tante abitazioni degradate disposte lungo ripidi pendii, alcune con strette finestrelle ad arco. La strada scende rapidamente nel fondovalle tra pinete e boschi di eucalipto e qui ci si trova di fronte ad una struttura cadente molto grande, quasi spettrale, affiancata ad una enorme collina di detriti grigiastri, residui dell’attività estrattiva. Viene spontaneo il pensiero di quanta gente vi ha lavorato in tempi passati ed è ancora più triste pensare che tali strutture pericolanti siano state abbandonate a se stesse. I boschi circostanti rendono il paesaggio meno “triste”. Oltre quella struttura la strada segue in discesa e diventa sterrata, si supera un campeggio dopodiché a sinistra compare la sabbia, tanta sabbia dorata dello stesso colore delle spiagge di Chia ma tanta, tanta di più; in pratica ad un tratto si comprende di viaggiare tra due enormi dune punteggiate da ginepri fino a quando non si scopre la vista sul mare…Non credo che in Italia o nel resto d’Europa esistano “deserti” di sabbia simili. A Piscinas queste dune creano un ambiente unico talmente vasto che si perde il senso delle dimensioni; sia che si guardi a sud o a nord ovunque c’è sabbia dorata, il verde dei ginepri contorti, montagne con cime dalle forme particolari ed il mare sconfinato. A Piscinas si rimane colpiti da questo scenario, il mare è pulitissimo ma non ha i colori della Costa del Sud o di tante altre spiagge sarde. La via del ritorno era lunga e siamo rimasti solo qualche ora in questo posto straordinario. Per tornare a Teulada siamo passati per Fluminimaggiore ed Iglesias, la strada è molto tortuosa e si attraversano montagne e fitte sugherete.

Giovedì 24 Agosto – spiagge di Porto Pino e Porto Budello. Dopo i tanti chilometri del giorno precedente giornata di riposo sulle spiagge più vicine a Teulada. A Porto Pino c’eravamo già stati quando c’era il mare agitato e siamo voluti tornare per vedere che effetto faceva con il mare calmo…Le dune bianche sono sempre le stesse ma l’acqua è verde smeraldo, bassa per tanti metri al largo. Oltretutto non è mai affollata, è sconfinata e c’è posto per tutti. E’ anche un posto comodo ed attrezzato, si affittano ombrelloni e sdraio, e non sempre le spiagge di questa parte della Sardegna offrono questi servizi…Che noi non cerchiamo ma che a gran parte dei turisti fanno piacere.

La spiaggia di Porto Budello (detta anche Cala de Su Portu de s’arena) è la prima che si incontra arrivando da Teulada verso il porto, è più frequentata dalla gente del posto e fanno bene perché è comoda e l’acqua è limpidissima. È composta da sabbia e ciottoli misti a bellissimi scogli di granito. Inoltre i fondali sono variegati e ricchi di pesce. La sera, su consiglio del padrone di casa siamo andati a cena fuori al Ristorante Sebera dove abbiamo mangiato pesce fresco a buon prezzo.

Venerdì 25 Agosto – Spiaggia della Tuerredda. E’ una delle più belle spiagge della Sardegna, ritratta nella maggior parte delle cartoline della zona ed il perché è presto spiegato: si trova tra Capo Malfatano e Capo Spartivento, di fronte è posta l’isola Tuerredda che si raggiunge facilmente a nuoto e la spiaggia bianca si protende verso quest’isola quasi a formare un istmo. Tutto intorno un mare turchese dalle incredibili trasparenze. L’unica nota negativa è che si tratta di una spiaggia estremamente frequentata da tanti altri turisti come noi ed è piena di bar e stabilimenti balneari…Dopo le 9:00 di mattina scompaiono i pochi parcheggi lungo la strada e rimane solo il parcheggio a pagamento, altrimenti multa! Comunque, nonostante l’affollamento, la Tuerredda è una spiaggia che merita, il paesaggio è inconfondibile, l’acqua è limpidissima ed al riparo dai venti, i fondali sabbiosi cedono rapidamente il posto alla posidonia; quel giorno ho nuotato per qualche minuto accanto ad una razza che “volava” nell’acqua, troppo bello.

Sabato 26 Agosto – Spiaggia e Torre di Piscinnì. C’eravamo già stati e c’era piaciuta, quindi in una giornata ventosa niente di meglio di una spiaggetta riparata come Piscinnì. Dopo una bella mattinata tranquilla nel primo pomeriggio il vento ha iniziato a portare a riva una moltitudine di meduse rosate, talmente tante che entrare in acqua diventava troppo rischioso. Abbiamo quindi deciso di farci un giretto nei dintorni approfittando del vento che rendeva più sopportabile il caldo. Tra la spiaggia di Piscinnì e Capo Malfatano si raggiunge facilmente attraverso un comodo sentiero, la Torre di Piscinnì; dall’alto si gode di un bellissimo panorama della frastagliata Costa del Sud e sotto la Torre si aprono due spiaggette ghiaiose e tranquille…Da vedere.

Domenica 27 Agosto – Chia, Cala Cipolla. Questa spiaggia è una delle più famose della costa presso Chia ed è l’ultima spiaggia prima di arrivare a Capo Spartivento. Per raggiungerla si parcheggia (…A pagamento) sul parcheggio dal quale si può tranquillamente andare anche alla Spiaggia di Su Giudeu con l’omonimo isolotto. Dopo il parcheggio sulla strada compare un bel divieto di accesso e si prosegue a piedi superando una salitella e scendendo alla spiaggia tra boschi di ginepro. A Cala Cipolla sembra di stare sulla Costa Smeralda: tanto granito levigato dal mare turchese. La sabbia di Cala Cipolla è più chiara rispetto alla sabbia dorata della vicina Spiaggia di Su Giudeu, forse per via del granito. Da Cala Cipolla la strada raggiunge in breve Capo Spartivento, dal quale si gode di un panorama tra i più ampi: da un lato le spiagge sabbiose di Chia e dall’altro lato le scogliere della Costa del Sud.

Lunedì 28 Agosto – Isola di Carloforte o San Pietro. Quando siamo andati a Sant’Antioco nel porticciolo di Calasetta ci eravamo informati sul costo del traghetto per Carloforte e ci era apparso più che abbordabile…28 € andata e ritorno 2 persone più auto. Da Teulada per arrivare a Calasetta occorrono circa tre quarti d’ora di ottima strada. Dal porto ci siamo imbarcati su un piccolo traghetto che in mezz’ora ci ha portato a Carloforte: i tempi di imbarco dell’auto e sbarco sono brevissimi se paragonati ai tempi necessari al traghetto che unisce la Sardegna con il resto d’Italia…Per Carloforte non fai in tempo a imbarcarti che già sei sbarcato! Da Carloforte, usciti dal porto ci siamo diretti a Sud, abbiamo superato degli stagni popolati da tanti fenicotteri che sostavano a distanza ravvicinata dalla strada e ci siamo fermati alla spiaggia di Bobba. L’Isola è decisamente accogliente, ogni spiaggia o località è segnalata con scritte scure su grandi lastre di roccia rosa disposte lungo la strada. La spiaggia di Bobba è un gioiello: una piccola baia di sabbia bianca racchiusa da rocce scure che cadono verticalmente sull’acqua cristallina. Da Bobba parte uno stradello lastricato che porta alle Colonne di Carloforte: chi va su quest’isola non può perdersi una visita a questo monumento naturale. Le colonne di Carloforte sono letteralmente due colonne di roccia vulcanica che vengono su dal mare nei pressi di una scogliera. Un tempo queste colonne costituivano parte della scogliera che poi il mare ha eroso e separato: il risultato è spettacolare, andateci! Il pomeriggio è stato dedicato alla visita dell’Isola, ci siamo quindi spostati sulla cala dello Spalmatore, ampia e caratteristica, poi ci siamo fermati sulla spiaggia di Punta Nera, bel posto ma forse meno affascinante della Spiaggia di Bobba. Poco prima di rientrare a Carloforte nei pressi degli stagni abbiamo imboccato la strada che conduce a Capo Sandalo. L’Isola di San Pietro è diversa dall’Isola di Sant’Antioco, pur essendo molto vicina: mentre quest’ultima appare brulla a Carloforte si attraversano grandi pinete, forse frutto di rimboschimenti, ma che le donano un aspetto più verde. Una caratteristica in comune è invece il concentrarsi delle abitazioni solamente sui centri lungo la costa orientale, l’entroterra e le coste occidentali di entrambe le Isole sono pressoché disabitate. Dopo qualche chilometro di strada tortuosa abbiamo raggiunto Capo Sandalo: il faro è irraggiungibile, la strada è bloccata, mentre al lato del faro la strada porta ad un belvedere. Da questo punto è possibile ammirare un’ampia fascia di mare aperto intorno a noi: sotto c’è Capo Sandalo mentre guardando a sud si può ammirare tutta la costa occidentale dell’Isola di Carloforte, costituita da scogliere stratificate a picco sul mare e quindi raggiungibili esclusivamente dal mare. Quel giorno il mare era agitato e sotto il belvedere le scogliere erano battute da forti correnti; del resto ci trovavamo sulla costa occidentale sarda che, differentemente da quella orientale, raramente presenta mare calmo. Dal belvedere iniziano molti sentieri naturalistici che permettono di osservare i rapaci che frequentano le scogliere sottostanti, oltre sicuramente al paesaggio emozionante. Tornando a Carloforte, a breve distanza da Capo Sandalo ci siamo fermati a Cala Fico, una profonda insenatura tra scogliere bianche erose dal mare. Prima di risalire in macchina abbiamo udito alcuni versi di uccelli e guardando in alto ci siamo accorti che questa insenatura ere popolata da diverse coppie di falchi che volteggiavano in quota…C’erano alcuni tabulati che indicavano le specie di falchi presenti nella zona ma non pensavamo fosse così facile osservarli.

Martedì 29 Agosto – Cala dei Francesi, Porto Pinetto. La zona di Porto Pino è piena di bellissime spiagge: oltre all’ampia spiaggia di Porto Pino con le dune bianche, uno dei luoghi più spettacolari tra quelli visitati, nella zona ci sono tante altre spiaggette che meritano ampiamente una visita. Arrivati a Porto Pino, poco prima del porto canale, una strada sterrata a destra permette di raggiungere il lato a nord del promontorio dove sono raggiungibili diverse piccole spiagge (Porto Pinetto) ed una baia protetta dai venti di maestrale nota come la spiaggia dei Francesi. In questo tratto di costa si alternano zone sabbiose a zone con basse scogliere. Il risultato è un mare turchese con tante sfumature, sabbia bianca e spiagge con poca gente, forse per via della strada sterrata che fa da deterrente.

Mercoledì 30 Agosto – Cala Zafferano, Capo Teulada. In paese alcuni giorni prima avevamo sentito parlare di Cala Zafferano, descritta come un angolo di paradiso da alcuni signori che attraccavano la barca al porto di Teulada. Ci siamo informati su come raggiungere questa spiaggia ed alla pro loco di Teulada ci hanno gentilmente indicato una bella barca a vela che ogni giorno salpava dal porto per Cala Zafferano e Capo Teulada. Il costo era piuttosto alto per le nostre misere tasche ma la curiosità era tanta e dato che era l’ultimo giorno abbiamo voluto chiudere in bellezza. Cala Zafferano è raggiungibile comodamente anche con un gommone, la distanza dal porto di Teulada o da Porto Tramatzu non è eccessiva ma quei giorni erano troppo ventosi ed i noleggiatori di gommoni sconsigliavano la partenza. Dalle informazioni ricevute in porto sembra che l’unica barca che portava a Cala Zafferano fosse proprio quella indicata anche dalla pro loco e quindi ci siamo rassegnati a spendere il caro prezzo. Una riflessione: in vari porti sardi come ad Arbatax, Cala Gonone, Santa Teresa o Palau salpano diversi barconi per turisti che a prezzi inferiori di 30 Euro ti portano a visitare delle spiagge stupende raggiungibili solo via mare compiendo a volte tratte lunghe più di un’ora di navigazione. Il fatto che nel porto di Teulada ci sia solo una barca che offre questo tipo di servizi ai turisti ci indica come la popolazione della zona non si sia ancora attrezzata per sfruttare le potenzialità e le attrattive turistiche della Costa del Sud. Comunque di fatto la barca che salpa da Teulada è una delle più belle su cui sia mai salito, offre il pranzo ai propri ospiti e soprattutto ti porta su una spiaggia che non ha nulla da invidiare ad un paradiso tropicale…Soldi ben spesi! Occorre prenotare la partenza qualche giorno prima visto che la barca ad agosto registra ogni giorno il “tutto esaurito” (max 26 persone). Si salpa alle nove e mezzo, si fa il giro della granitica Isola Rossa di fronte al porto dopodichè si sosta a Porto Scudo per un tuffo. Sulla spiaggia alcune mucche tranquille guardano la barca che sosta un centinaio di metri al largo. Il tratto di costa che va da Porto Tramatzu e Porto Scudo è decisamente intatto e non sono visibili alterazioni dovute alle esercitazioni militari. Da Porto Scudo abbiamo proseguito per la meta più importante della gita in barca: Porto Zafferano. Si tratta di un ampio arco di sabbia bianca che unisce Capo Teulada alla restante parte del promontorio. Avvicinandoci alla spiaggia l’acqua appariva turchese e trasparente, il fondale era perfettamente visibile nonostante l’elevata profondità. Dal lato che guarda verso Capo Teulada il profilo delle montagne disegna la sagoma di una donna che dorme mentre dal lato opposto nell’entroterra si apre un’ampia vallata pianeggiante. A nostro personale parere si tratta della spiaggia sabbiosa più bella mai vista. L’acqua è molto bassa per un lungo tratto a largo, tratti di bassa scogliera sul fondale donano all’acqua un’infinità di sfumature scure, la sabbia è bianchissima mentre il bagnasciuga appare rosa per i frammenti di conchiglie depositati dalle onde; il profilo delle montagne circostanti crea un ambiente indimenticabile dall’aspetto decisamente tropicale e differente dalle altre bellissime spiagge sarde. A questa sensazione di meraviglia concorre certamente il silenzio, la solitudine del luogo, l’assenza di strutture balneari o recettive…Gli unici turisti presenti siamo noi e pochi altri che invece di stendere i nostri teli sulla sabbia non possiamo fare a meno di vagabondare sul bagnasciuga o sguazzare in mezzo a tanta acqua cristallina.

Una parentesi: allo stato attuale questo luogo deve il suo fascino all’isolamento dovuto ai vincoli militari. Certamente se questa fascia di costa non fosse vincolata, la spiaggia sarebbe gremita di turisti e relative strutture recettive che non la farebbero apparire così naturale ed “integra”. Se però giriamo intorno alla zona possiamo notare vari contesti di elevato degrado: oltre la prima duna ci sono cumuli di rottami e rifiuti, i limpidi fondali non nascondono residui di vario tipo ed infine il promontorio di Capo Teulada presenta anomale frane e zone incendiate prive di vegetazione. E’ inevitabile riflettere su cosa accada su queste coste durante le esercitazioni militari: i segni lasciati sono evidenti. Uscendo da questa baia tropicale apparentemente incontaminata ci si interroga sul perché effettuare esercitazioni militari in zone tanto pregevoli e soprattutto perché non vengano almeno recuperati rottami e residui dopo tali esercitazioni. Se al poligono di tiro va il merito di aver isolato questo angolo di Sardegna e di averlo salvato dall’abusivismo edilizio, certamente nella condizione attuale queste coste andrebbero rispettate maggiormente e non abbandonate a se stesse.

La barca lascia all’ora di pranzo questa spiaggia dalla quale non si vorrebbe mai partire per la meraviglia del luogo. Cala Zafferano è praticamente la spiaggia più a sud della Sardegna visto che proseguendo verso Capo Teulada si incontrano solo scogliere a picco sul mare. La punta estrema del promontorio è imponente e quel giorno i forti venti di maestrale creavano aree calme sottovento prossime a zone di mare agitato. Tornando indietro prima di Porto Tramatzu ci siamo fermati per un tuffo alla Caletta degli Americani, dall’acqua verde smeraldo ed ovviamente priva di altri turisti, trovandoci ancora nella zona sotto vincolo militare. Alle cinque e mezzo ci ritrovavamo a Porto Teulada, belli cotti di sole. Giornata indimenticabile! Giovedì 31 Agosto – Cala Antoniareddu e Perdalonga. Come sempre arriva l’ultimo giorno, quello della partenza e che rimane sempre malinconico. Il traghetto partiva alle sei del pomeriggio e Cagliari dista appena un’ora abbondante d’auto: occorre sfruttare anche quest’ultima mezza giornata di sole! Si va a Perdalonga, come raccomandato da una coppia incontrata in barca il giorno prima che soggiornava a Chia. Il villaggio di Perdalonga è il primo che si incontra arrivando da Chia dopo Capo Spartivento. All’entrata c’è un bel cancello che inizialmente non lascia tante alternative; poi ci si accorge che a fianco del cancello c’è un bel viottolo che in breve raggiunge la spiaggia. Il posto è carino, poco frequentato, scogli di granito e sabbia bianca, come tante altre spiagge della zona. Sul lato destro c’è un’altra piccola spiaggetta con possibilità d’attracco per gommoni. Inizialmente ci fermiamo lì, pensando che non ci fosse nient’altro da vedere; poi, visto che non sopporto prendere il sole come una lucertola, inizio a girare nei dintorni, prendo un sentiero che mi permette di fare qualche foto panoramica dall’alto e scopro che la spiaggia di Perdalonga non è finita lì. A sinistra della prima spiaggia c’è ne un’altra ancora più bella: è una profonda insenatura di acqua verde bassissima che lambisce una piccola spiaggia di sabbia bianca e scogli di granito che la dividono in due. Peccato le tante, troppe meduse che vi si erano raggruppate spinte dal maestrale. Comunque è una bellissima alternativa alle affollate Cala Cipolla e Tuerredda, situate nelle immediate vicinanze.

Cala Antoniareddu è stata l’ultima spiaggia visitata prima di partire da Cagliari per Civitavecchia.

La Costa del Sud, la zona di Chia, le isole del Sulcis e l’Iglesiente fino alla Costa Verde sono un tratto di costa sarda tra i più vari ed affascinati dell’intera Sardegna. Si possono trovare calette granitiche simili a quelle galluresi, come Cala Cipolla o Cala Antoniereddu, scogliere a picco sul mare (Teulada, S. Antioco, S. Pietro e Masua), cale isolate e meravigliose come Cala Domestica e Cala Zafferano ed immense distese di sabbia uniche nel loro genere come a Piscinas o a Porto Pino. Forse non sono luoghi adatti a chi desidera avere tutto a portata di mano visto che, tranne a Chia, Porto Pino, e nelle isole suscitane, la costa non si trova immediatamente sotto casa, occorre cercarsela. Ma forse è proprio questa lieve difficoltà a rendere questo tratto di costa tanto integro e rigenerante…Ci sono un’infinità di luoghi di bellezza indescrivibile e particolare, ogni località ha qualcosa di unico nel paesaggio, nella storia o semplicemente nelle rocce che la circondano. In generale tutta la Sardegna è stupenda e certamente la Costa del Sud concorre a renderla così, con il vantaggio di aver mantenuto quella integrità che altre zone hanno perso.

Ciao Sergio e Sonia



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