Terra pulsante di umanità

A due giorni dal rientro a Milano, sentiamo già montare la nostalgia per questo viaggio magnifico e terribile: magnifico perchè non scorderete più l’armonia generale, quei sorrisi, i volti dolci e sereni, sempre disponibili al contatto o a una qualsiasi forma di comunicazione. Magnifico perchè l’arte, l’architettura e la cultura...
Scritto da: barbara casati
terra pulsante di umanità
Partenza il: 21/11/2009
Ritorno il: 05/12/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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A due giorni dal rientro a Milano, sentiamo già montare la nostalgia per questo viaggio magnifico e terribile: magnifico perchè non scorderete più l’armonia generale, quei sorrisi, i volti dolci e sereni, sempre disponibili al contatto o a una qualsiasi forma di comunicazione. Magnifico perchè l’arte, l’architettura e la cultura Maliane, così primordiali eppure talmente dense di significati, sono forse uniche al mondo e riusciranno a sorprendervi malgrado tutte le immagini che avrete visto prima di partire. Terribile perchè per essere uno dei paesi meno problematici dell’Africa Occidentale, manca completamente di infrastrutture: niente strade, poca acqua, pochissima energia elettrica, poche strutture pubbliche e in più privatizzate, basso potenziale di sviluppo (e quel poco in atto è a opera di ivestimenti libici e cinesi) e un costante debito pubblico (guardate il film BAMAKO!!!!). Tutto ciò vi rimarrà attaccato al rientro e forse vi farà venire una gran voglia di dare vita a un progetto di sostegno (nel caso, contattateci!).

Circa due mesi prima di partire ho contattato diverse agenzie locali via email e Diatigui Travel di Mopti mi ha telefonato dopo circa due ore! Anche per questo e per tutte le telefonate successive che Assou, il titolare, ci ha fatto per aggiustare il viaggio, abbiamo scelto questa agenzia. Professionali, disponibili ai cambiamenti, precisi, e molto amichevoli. Se vi interessa il contatto scrivetemi! Il tragitto da due settimane è quello classico che comprende Bamako, San, Djennè, Mopti, 3 giorni Paesi Dogon, Hombori, Tombouctou, navigazione di 3 giorni sul Niger, Mopti, Teriya Bugu, Segou, Bamako.

Ho viaggiato con mio padre che non aveva mai fatto un viaggio di questo tipo, eppure ce l’ha fatta e forse lo rifarebbe. Per tutto il viaggio abbiamo avuto a disposizione la straordinaria guida Hamma e il dolce autista Bouba con la sua 4×4 (con aria condizionata! Sennò respirate la sabbia per due settimane). Sulla piroga inoltre vi sono tre persone di equipaggio più una cuoca. Insomma mai lasciati soli, mai patito la fame o la sete, sempre accuditi con la massima attenzione.

Gli spostamenti in 4×4 avvengono quasi sempre su piste, alcune delle quali veramente dissestate e si balla per parecchie ore (5 di media). Esiste una sorta di rete di trasporti locali, ma i tempi sono lunghissimi: il doppio o il triplo rispetto ai tempi dell’auto, e comunque le piste sono le stesse. Vi sono anche dei voli interni. Portate degli snack o le barrette energetiche per il trekking e per tutti i momenti in cui non sono previsti i pasti. A differenza dell’Oriente, non vi sono venditori di cibo a ogni angolo, soprattutto presso i Dogon. Inoltre gli orari dei pasti possono variare in base ai tempi degli spostamenti e agli imprevisti.

I Paesi Dogon sono più di 500 e solo quelli che richiedono un pò di trekking sono veramente sorprendenti (e quindi quasi tutti). Esiste infatti anche la New York locale, come dicono loro, che è meta di giapponesi e americani che hanno solo poche ore a disposizione per la visita. Evitarla è facile, basta che non sia un posto dove si arriva in 4×4, come ad esempio a Sangha. Per chi ama il trekking vi è un circuito di 10 giorni tra i Dogon, in tenda o terrazza, in cui pare che anche i più esperti arrivino sfiniti. Da pensarci! I “campement” nei paesi o sul bordo del fiume sono un’esperienza da fare, talvolta migliore degli hotel. A Tireli, per esempio, si dorme in tenda su una terrazza che ha di fianco un bagno pulito e l’acqua per la doccia. Il viaggio in pinasse lungo il Niger è un pò lungo se non ci si ferma a visitare qualche villaggio. Considerate di portarvi un mazzo di carte, un libro, o un gioco di società se siete un gruppo. E poi tanta musica (che troverete copiosa e fantastica anche lì in cd).

Vi è un circuito di hotel di charme, gestiti putroppo non dalla gente locale ma da francesi, che sono accoglienti e di sublime design. Troverete anche una buona bottiglia di bordeaux e piatti francesi. Vale veramente la pena di riposarsi in questi auberge, anche se sono un pò più cari. Le zanzare e la malaria sono una realtà da non sottovalutare e che vi ossessionerà. Io non ho fatto la profilassi con Malarone per problemi di salute ma mi sono pentita.

Nessuno vi importunerà mai, solo i venditori di souvenir saranno un pò insistenti, ma sempre molto dignitosi e decisamente seducenti: portare una grande borsa vuota nello zaino. Se vi lascerete sedurre come ho fatto io…Calcolate almeno 10 kili in più di acquisti per il viaggio di ritorno.

I bambini vi chiederanno sempre le penne (ca va la bic?) e le caramelle, o i soldi per fare le foto. Ognuno di noi segue la proprio etica naturalmente. Per quanto mi riguarda, dopo averne parlato a lungo anche con Hamma, non darei soldi per fare le foto, mai. E’ una forma di colonialismo e di elemosina, toglie dignità alle persone e fa crescere una generazione di giovani che non svilupperanno altre professionalità. Come vedrete, vi sono moltissime forme di sostegno organizzate da Italia, Francia, Olanda, ecc. Per costruire scuole, per ristrutturare le case d’epoca, per costruire pozzi, ecc. Se volete essere veramente d’aiuto, vi prego, prendete gli indirizzi e cooperate per quanto vi è possibile quando rientrate in Italia.

Le caramelle non sono sane, ma per esempio dei palloncini di gomma, o dei piccoli giochi potrebbero fare felici i bambini. Ma soprattutto è la cancelleria: penne e pennarelli colorati, piccoli quaderni, temperini e matite colorate, carte geografiche, libri di figure, libri in francese e inglese per bambini (da consegnare nelle scuole).

Infine, se avete un pò di tempo, andate a Teriya Bugu (250 km da Bamako) a vedere cosa ha fatto Padre Bernard Verspieren, creando dal nulla negli anni ‘80, un centro di turismo solidale totalmente autosufficiente, in cui lavorano 500 persone locali, con scuole, un dispensario, un centro di energie rinnovabili (biogas, solare fotovoltaico e termico), e coltivazioni differenziate (tra cui 200.000 eucalipti!), e naturalmente un piccolo albergo con ristorante e piscina. Emozione! Ultima tappa Bamako: non perdete il Museo. Inoltre presso la Maison des Artisans troverete tutto quello che avete visto durante il viaggio allo stesso prezzo. La partenza in aereoporto sarà un pò faticosa, soprattutto perchè la vostra guida non potrà entrare e dovrete farvi largo tra la folla. Meglio arrivare 3 ore prima.

Nota: la guida più aggiornata è la Petit Futé 2009-2010, in francese, precisa e affidabile, che si può ordinare via internet o acquistare in Francia Buon viaggio Barbara e Giandomenico Casati (b_casati@yahoo.It)



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