Terra di mare e di sole
La partenza, inizialmente prevista per le 15 di sabato, è slittata alle 17 di domenica causa guasto tecnico all’aeromobile Livingston…Ma abbiam deciso di partire lo stesso! Le 17 son poi diventate le 19.30, si è fatto scalo a La Romana (Rep. Dominicana) e, alla fine, siamo arrivati in albergo alle 3.30 del mattino di Lunedì (ora di Antigua).
Sballati dal fuso (6 ore) ci siam fatti un giro per la struttura e poi siamo andati a riposare in camera.
Il Jolly beach resort si trova sulla spiaggia migliore dell’isola, molto lunga, ampi spazi, pulita, veramente una bella spiaggia.
Il mare assume dei bellissimi colori in base ai raggi solari, l’unica pecca è che per nuotare hanno ricavato una specie di recinto per evitare di incrociarsi con le moto d’acqua! Il mare non è trasparente, penso per il fondale sabbioso.
Ci sono 4 ristoranti: uno totalmente “all inclusive” e tre dove, per alcune portate, bisognava pagare un supplemento.
I tre ristoranti sono uno Indiano, uno caraibico e un Italiano.
Il primo ristorante lascia parecchio a desiderare la sera, al mattino invece si mangia bene.
Quello Indiano l’abbiam provato e si mangia bene, gli altri due non li abbiamo testati.
Se volete andare in quello italiano vi avviso che non accettano Jeans e scarpe da ginnastica o sneakers! Da mezzogiorno alle quattro, sulla spiaggia, c’è una grigliera “all inclusive” che vi evita di andare al ristorante (tanto la qualità è la stessa!) dove potete strafogarvi di hot-dog, cheese burger e quant’altro.
La clientela del resort è composta da diversi Italiani e parecchi Inglesi. I britannici, come loro tradizione, non disdegnano di alzare il gomito quindi, la sera, non stupitevi se c’è qualcuno che intona inni da stadio a tutto volume.
Le camere non sono il massimo, le porte sembrano quelle delle cabine da spiaggia! Comunque son pulite.
I primi due giorni li abbiam passati in spiaggia a rilassarci poi, al mercoledì, siamo andati a fare un’escursione a Barbuda (costo 148$ a testa).
Siam partiti dal Jolly Harbour, il porto di fianco al nostro resort, alle 8 di mattina (più o meno!), con il Barbuda Express, un catamarano da 50 posti, ci siam fermati a St. John a caricare altra gente e poi via verso Barbuda.
Quando si arriva in mare aperto (oceano Atlantico) le onde non fanno complimenti e si balla parecchio, un’ora e mezza di traversata in quel modo non è il massimo della vita! Noi, miracolosamente, non siamo stati male e siamo arrivati a Barbuda senza grossi problemi.
Lì ci viene a prendere un pulmino che ci porta a vedere un punto panoramico, veramente noi pensavamo di andare a vedere delle grotte ma dev’esserci sfuggito qualcosa nella spiegazione dell’autista (parlava solo inglese).
Poi ci han portati alla spiaggia rosa dove abbiam mangiato e ci siamo riposati per un paio d’ore (se lo sapevo mi portavo un libro da leggere!).
Alla fine ci han caricati su una lancia e siamo andati a vedere dove nidificano le Fregate nella laguna.
Il viaggio di ritorno con il Barbuda express ci è sembrato più calmo, forse perché eravamo seduti dietro (ve lo consiglio!) e siamo arrivati in albergo per le sei di sera. Giovedì mattina, con la navetta dell’albergo, siamo andati a St. John, partenza alle nove dal Jolly beach e ritorno alle 12 da St. John.
Abbiam girato un po’ la zona porto con i negozi duty-free, senza trovare niente di così interessante, poi ci siam fermati in una gelateria.
Il giorno successivo, al venerdì, abbiam noleggiato una macchina, il costo totale (noleggio+patente provvisoria) è stato di 94$.
L’auto era una Nissan di un modello che non ricordo, tipo l’Almera, col cambio automatico.
Vi ricordo che si guida all’inglese! Trovare cartelli stradali è una vera rarità, abbiam trovato Betty’s hope a fatica, per non parlare del Devil’s bridge.
Poi siamo andati a vedere la spiaggia più rinomata (chissà poi perché!) nella Half moon bay.
A Betty’s hope non è rimasto granchè, il Devil’s bridge, invece, è molto caratteristico.
A sud dell’isola si trova il vecchio porto inglese, English Harbour, che vide tra i suoi comandanti un certo Horatio Nelson.
Infatti, adesso, il sito si chiama Nelson’s dockyard, è molto bello, praticamente è l’antico porto inglese ristrutturato ed utilizzato, attualmente, come porto di attracco per yacht privati.
Non perdetevelo! A quel punto volevamo andare a Shirley heights dove si vede il panorama di English Harbour ma…Non abbiam trovato la strada! Quindi ci siam diretti verso Boggy’s peak, un altro punto panoramico, ma…Non abbiam trovato la strada! Allora siam tornati in albergo! Il sabato l’abbiam passato in relax, la sera siam partiti e domenica mattina alle 10.00 (ora italiana) siamo atterrati.
In conclusione l’isola merita una visita, certo che, se come noi siete stati a La Digue (Seychelles) solo un anno fa avete un termine di paragone che potrebbe lasciarvi un po’ delusi.
Non so cosa dirvi degli Antiguani, alcuni sono simpatici e cordiali e altri un po’ più scostanti (in particolare le commesse dei negozi), ci sono parecchi rasta in giro per l’isola e molti seguono la cultura hip-hop che arriva dai vicini U.S.A.
Un saluto dai Caraibi.
Alla prossima.