Terceira: un gioiello nell’Atlantico
Ci siamo imbattuti in un’isola magica, lunga poco più di 25 kilometri e con una larghezza massima di 17.5 km chiamata Terceira, essendo stata la terza isola dell’arcipelago ad essere scoperta nel XV secolo. Meta un tempo dei galeoni e delle navi che commerciavano tra l’Europa e le Americhe, Terceira mantiene ancora oggi tutto il fascino di un posto di passaggio, con ritmi e tempi che in cinque secoli non sono cambiati.
Le coste, di chiara origine vulcanica, scendono a strapiombo nel mare, per poi sorprendere d’un tratto con piscine naturali che si sono formate dalle colate laviche. Biscoitos, Cinco Ribeiras, Quatro Riberiras sono solo alcune delle piscine naturali che offrono paesaggi mozzafiato e fare il bagno nelle acque fredde dell’oceano circondati da formazioni curiose ed eleganti di lava nera è un’esperienza indimenticabile.
Il vento soffia sempre costante, ora più deciso ed ora più gentile, assicurando un clima perfetto sia per un tuffo in mare che per le passeggiate e le gite. Perchè nonostante le dimensioni dell’Isola, su terceira è possibile unire tante vacanze. Il centro dell’isola è dominato da una montagna di 1.032 metri dalla cui cima è possibile vedere le altri isole dell’arcipelago: Fajal, Pico e Sao Jorge. Salendo sulla cima si cambia paesaggio in modo repentino ed inatteso: dai pascoli iniziali, dove vivono liberamente mucche e qualche capra al pascolo circondati dalle ortensie, portate dai francesi, si lasciano questi paesaggi collinari per trovare un paesaggio alpino con criptomere, felci arboree, profumi di resina e fiori.
In alcuni tratti sembra di essere nelle Alpi, subito dopo ci si sente quasi in Islanda ammirando fenomeni geologici chiamati Furnas, esalazioni di zolfo dal terreno. La terra rossa e ferrosa si mescola in giochi di colore con i sedimenti lavici neri, le ortensie abbondano e crescono rigogliose sui bordi delle strade, accompagnando il visitatore in un percorso magico.
Essendo Terceira di origine vulcanica, non si può mancare una visica all’Algar do cavalho, il vulcano la cui eruzione generò l’isola. Entrando nel cono del vulcano, completamente ricoperto di vegetazione, si scende fino ad un laghetto da cui fuoriusci la lava e si possono vedere i flussi di lava ancora impressi nella roccia, le esplosioni rimaste stampate sulle pareti e i coni secondari. Uno spettacolo unico ed imperdibile. Altre grotte sull’isola permettono di ammirare la natura da punti di vista completamente nuovi, non sono grotte con stalagmiti e formazioni calcaree, ma tunnel di lava e formazioni di solfati. Dopo le grotte, perdersi nella natura ed esplorare a piedi i boschi e le valli dell’isola è un’esperienza eccezionale.
Ma la cosa più straordinaria di Terceira sono le persone.
Le Azzorre non sono una meta per il turista che cerca grandi complessi alberghieri, esistono certo alcuni alberghi, ma alloggiando in alberghi si perde il sapore della vita genuina e naturale delle isole.
Abbiamo alloggiato in un angolo di paradiso: la Rural Salga (www.Ruralsalga.Com), a Porto Judeu, un paesino di pescatori a sud est dell’isola. Abbiamo trovato per caso il sito della piccola guest house e abbiamo immediatamente chiamato: ci sembrava il posto ideale dove rilassarsi dopo un anno passato a correre e lavorare. La voce di Fatima era sorridente e solare al telefono e ci ha accolti come vecchi amici.
La Rural Salga è gestita da Fatima e Jean-Claude con passione ed entusiasmo. Sono 6 stanze, una diversa dall’altra, affacciata sul mare, un tripudio di fiori e profumi, un posto che offre angolini magici fra la piscina, il patio de Cantigas, le verande ed il giadino.
Ho ancora in bocca il sapore delle marmellate di Jean-Claude, il sole che ti scalda, i sorrisi di Fatima. Sempre pronti a dare un consiglio, a suggerire in base alla giornata itinerari e idee per la giornata, a consigliare cosa fare. Sempre sorridenti e disponibili, ci hanno fatto trascorrere due settimane incantevoli: le cene sulla terrazza sul mare, l’ottima cucina di Fatima, le chiaccherate… Era come essere davvero a casa, fra amici disponibili e gentili. Amici che mentre l’auto si allontanava in direzione aeroporto per tornare a casa, ti salutano con gli occhi rossi e si sente davvero quell’affetto che si è creato, quella atmosfera di condivisione e serenità cheJean-Claude e Fatima hanno sapute creare e regalare ai propri ospiti. E andandocene anche noi sentiamo un groppo in gola, come se stessimo lasciando un pezzettino di famiglia. Le Azzorre vanno visitate con calma. Questo lo abbiamo imparato seguendo i consigli di Fatima e Jean-Claude: non c’è fretta, meglio visitare un’isola per volta per poterne gustare appieno le atmosfere, i profumi, i colori e la natura.
Buon Viaggio! Patrizia & Giuliano