Tenerife: un trekking tra vulcani millenari

TENERIFE: UN TREKKING TRA VULCANI E SPIAGGE 27/12/08-5/01/09Sabato 27 /12/2008 Ci attende una nuova avventura: è la prima volta che abbiamo organizzato un trekking su un’isola. L’esperienza si preannuncia interessante perché Tenerife vanta delle caratteristiche peculiari: il clima ha una temperatura che d’inverno non scende mai...
Scritto da: bertolani
tenerife: un trekking tra vulcani millenari
Partenza il: 27/12/2008
Ritorno il: 05/12/2009
Viaggiatori: fino a 6
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TENERIFE: UN TREKKING TRA VULCANI E SPIAGGE 27/12/08-5/01/09

Sabato 27 /12/2008 Ci attende una nuova avventura: è la prima volta che abbiamo organizzato un trekking su un’isola. L’esperienza si preannuncia interessante perché Tenerife vanta delle caratteristiche peculiari: il clima ha una temperatura che d’inverno non scende mai sotto i diciotto gradi e d’estate non supera i trenta. Il territorio è inoltre morfologicamente cangiante: il nord è ricco di vegetazione, con precipitazioni più frequenti, il sud un vero e proprio deserto. Al centro, la figura dominante del Teide, il vulcano che dai suoi 3700 metri domina tutta l’isola.

Partiamo alle 20.40 da Malpensa con volo Vueling e scalo a Madrid verso le ore 23. Le prime difficoltà le incontriamo con la lingua. Fortunatamente una gentile signora addetta alle pulizie ci mostra una cartina del metrò e l’iter da seguire per raggiungere il nostro albergo, in linea d’aria molto vicino dall’aeroporto ma abbastanza lontano utilizzando i mezzi pubblici.

Domenica 28/12/2008 Il volo per Tenerife è previsto per le ore 15 e non abbiamo tempo sufficiente per programmare un giro turistico anche perché l’ultimo shuttle dall’albergo per l’aeroporto è previsto per le 10.30.

Il volo decolla con una mezz’ora di ritardo e arriviamo a destinazione nel tardo pomeriggio. Allo sbarco, gustiamo la prima piacevole sorpresa, quella di essere decollati con un clima gelido ed atterrati con una temperatura primaverile. Conosciamo Enea, la nostra guida che ci accompagnerà nelle escursioni: alto, capelli lunghi , barba incolta , occhi vispi, carattere estroverso, è un giovanotto italiano che da tre anni si è trasferito qui lasciando la sua isola d’Elba.

Caricati i bagagli e saliti sul pulmino, il nostro driver dimostra subito di avere una padronanza disinvolta del mezzo che però non è apprezzata da Simona che soffre di mal d’auto. Il percorso è fortunatamente ammorbidito da un lungo tratto di superstrada che ci conduce verso la nostra destinazione: Porto San Juan. Durante il trasferimento, Enea ci parla dell’isola, dei suoi aspetti più belli e quelli meno positivi. L’impressione iniziale è, infatti, abbastanza brutta. Noi che siamo abituati all’ambiente ordinato e silenzioso dei paesaggi alpini, ci troviamo ad attraversare spaventosi insediamenti urbanistici: l’ottimo clima e le spiagge hanno creato un’isola a misura di turisti fatta di mega strutture alberghiere, costruzioni a schiera che risentono di una completa mancanza d’armonia togliendo fascino all’ambiente. Fortunatamente la nostra meta, Porto S.Juan, è una simpatica località sul mare piacevole e tranquilla; di fronte vediamo l’isola della Gomera, una delle sette dell’arcipelago. L’accogliente sistemazione logistica e una gustosa cena compensano i disagi sopportati dal lungo viaggio dall’Italia.

Lunedì 29/12/2008 Dedicheremo la prima giornata alla scoperta del “Teno” un massiccio montuoso d’origine vulcanica tra i più vecchi dell’isola. Enea ci spiega che “geologicamente “ l’isola nacque dall’emersione marina di tre zone vulcaniche ben distanti tra loro e solo in seguito unite dalle colate laviche emerse dall’ultimo vulcano, il “Teide”. Con il nostro pulmino e la consueta guida disinvolta di Enea risaliamo i tornanti del massiccio che si snodano tra immense distese di bananeti. Questa volta però Simona e Flavio si sono spostati davanti e dimostrano di essere più rilassati. Giunti a Santiago del Teide e parcheggiato il mezzo, cominciamo a risalire una valletta solcata da un minuscolo torrente; il sentiero serpeggia tra alcuni esemplari di “pino canario” una specie endemica che in questa zona ha subito gli effetti devastanti di un incendio abbastanza recente. L’aspetto curioso di queste piante è quello di presentarsi con una corteccia completamente carbonizzata ma con ripresa vegetativa: dal tronco, infatti, spuntano curiosi rametti con ciuffi di aghifoglie. Abbiamo proprio l’impressione che madre natura abbia voluto dotare questi arbusti di una protezione talmente robusta da permettere il mantenimento della . Riprendiamo la discesa e scopriamo che la vegetazione su questo versante è ricca di piante grasse e fichi d’india: i più saporiti sembrano essere quelli verdi che incontrano l’entusiasmo di Rosangela. Lungo il percorso incontriamo dei bellissimi fiori chiamati “campanule canarie” che sprizzano un colore rosso-arancione intenso.

Nel primo pomeriggio raggiungiamo “Masca”, un micro villaggio che rappresenta una delle attrattive turistiche più gettonate dell’isola. Qui, infatti, arrivano anche le auto e con esse ovviamente anche i turisti. Ci troviamo su un dosso prospiciente un corno roccioso ricoperto da vegetazione arborea; tutto intorno, dirupi scoscesi che formano gole senza fine.

Nell’attesa del mezzo di trasporto che ci aiuterà a rientrare, spendiamo qualche minuto in piccolo negozio ove abbiamo l’opportunità di assaggiare delle ottime marmellate locali e un buonissimo liquore a base di rum e miele che riesce a convertire anche l’astemia Rosangela. Con il bus scendiamo a Santiago ove, recuperato il nostro mezzo di trasporto ripercorriamo i tornanti con la gioia di Simona e passati i bananeti rientriamo a San Juan.

Martedì 30 Dicembre 2008 Alla mattina ci svegliamo con l’amara sorpresa di vedere “l’eterna primavera di Tenerife” trasformata in autunno con pioggia e vento. Chiamo Enea al telefono e inoltro la mia protesta meteorologica per non aver saputo gestire un buon rapporto con “Eolo” e “ Giove”. Pur ricevendo risposte rassicuranti mi viene comunque preannunciato un cambiamento di programma: oggi niente escursioni ma solo giri turistici. Dopo colazione partiamo ripercorrendo la strada del “Teno” in direzione nord in un’area flagellata da nebbia e pioggia . Superato Santiago iniziamo la discesa verso la costa ove in lontananza ci appare il piccolo nucleo abitato di “Garrachico” adagiato sulla sponda del mare. Anticamente, il villaggio era il porto commerciale più importante dell’isola, ma poi perse il suo ruolo per lo sconvolgimento subito da un’eruzione vulcanica. Davanti a noi si staglia l’immagine di una piccola fortezza e di fronte una micro isoletta: i locali la chiamano “El roque”. Lasciamo il mare per addentrarci nel dedalo di viuzze del paese. Enea c’invita a visitare un negozio ove un signore dietro un banchetto con la velocità di un prestigiatore prepara sigari. Da una “pila” di foglie di tabacco le sue mani estraggono abilmente quelle più adatte per essere arrotolate e fissate. Un ultimo colpo di taglierino tronca poi il manufatto alla lunghezza giusta. Tutto intorno aleggia ovviamente l’odore caratteristico del tabacco. Percorriamo la strada e incontriamo androni ombrosi che donano agli edifici grande fascino. Si respira pace e serenità. Arriviamo alla piazza più importante del paese che ci accoglie con una chiesa d’altri tempi, un grazioso albergo con “patio” arboreo e un museo. Nella nostra veste turistica entriamo e con grande interesse visitiamo le sale che ci parlano dell’evoluzione geologica dell’isola. Didascalie, foto, cartine riescono a coinvolgerci così intensamente che la nostra mente cerca di rivivere gli sconvolgimenti che avevano caratterizzato l’emersione lavica di queste isole: una spinta anche verso un immaginario viaggio sulle altre terre di questo arcipelago pieno di vulcani.

Usciamo dal museo e fortunatamente la pioggia cessa d’intensità permettendoci di raggiungere un simpatico ristorantino in riva al mare. Quando torniamo a recuperare il nostro mezzo di trasporto abbiamo la sorpresa di vedere il grigiore del cielo ravvivato da uno splendido arcobaleno che non manchiamo di fotografare.

Percorriamo la strada sul versante nord di Tenerife e in breve raggiungiamo “Puerto de la Cruz”il centro balneare più importante dell’isola. Incontriamo i consueti mega alberghi affacciati sul mare, ma l’impressione è sicuramente più positiva di quella ricevuta nel giorno dell’arrivo. Tutto è più ordinato e la zona marina è abbellita da una deliziosa passeggiata in mezzo a palmeti. Purtroppo la struttura lavica della costa non ha permesso di attrezzare spiagge balneari, ben sostituite però da piscine naturali tra le rocce abbellite da una vegetazione rigogliosa.

. Superata la procella raggiungiamo San Juan che ci accoglie con un clima decisamente migliore.

Mercoledì 31 Agosto Oggi si è affacciata una bellissima giornata di sole e quale migliore opportunità per trascorrere l’ultimo giorno dell’anno con una bella escursione in montagna? Oggi partiremo per il nord dell’isola e conoscere l’”Anaga “, un altro massiccio d’origine vulcanica. Attraversiamo gli affollati centri di “Santa Cruz e San Cristobal” per raggiungere “Las Mercedes” ove incontriamo qualche difficoltà nel districarci da un dedalo pazzesco di vie e risalire il pendio del massiccio. Una stretta e tortuosa strada ci conduce al piccolo abitato di Bejia ove ha inizio la camminata. Seguiamo un sentiero immerso nel verde che segue la direzione del mare per poi rientrare con un percorso di tipo circolare. In lontananza, nella gola vediamo un altro gruppo di escursionisti che stanno percorrendo in senso opposto il percorso. Enea li conosce perché sono guidati da Anna una collega francese di lunga data. Con un leggero saliscendi percorriamo il pendio della gola dalle caratteristiche boliviane sino a raggiungere il punto di svolta che, scendendo, da . la singolarità del sentiero che Marco e Luca si dilettano a fotografare. Dopo una breve salita raggiungiamo la nostra vettura e soddisfatti rientriamo a San Juan. Alla sera siamo invitati a festeggiare l’arrivo nel nuovo anno a casa di Enea che vive in una piccola fattoria immersa in un bananeto e dove abbiamo il piacere di conoscere Cristine la sua compagna e Bruno un altro simpatico italiano che è venuto a trascorrere le vacanze natalizie in questa isola dalle atmosfere cangianti.

Mercoledì 1 Gennaio 2009.

Anche se è il primo giorno dell’anno, non perdiamo l’occasione per organizzare un’altra bella escursione. Ci dirigiamo verso “Erjos” un villaggio a mille metri d’altezza, ai margini del massiccio del Teno. Ci fermiamo per una breve sosta in attesa che Enea con Cristine si spostino al punto di arrivo programmato, per lasciare l’auto che ci servirà per il ritorno. Cogliamo l’occasione per gironzolare nel paese e assaporare in lontananza la vista del mare. La giornata è serena e un caldo sole stimola ad iniziare il percorso che si preannuncia abbastanza lungo.

Piante d’alloro, felci, erica, delizia per gli appassionati di botanica, accompagnano il nostro percorso. Contrariamente alla nostra vegetazione, qui le piante assumono una dimensione più grande: incontriamo, infatti, ficus giganteschi, eriche enormi e finti alberi del pepe. Un vero tuffo nella natura.

Percorsi i primi chilometri cominciamo a scendere su un sentiero sensibilmente più stretto in direzione del mare a cui ci avviciniamo percorrendo una gola incorniciata dai consueti canaletti intagliati nella roccia Prima di rientrare alla base, transitiamo per il villaggio di “ Orotava” per visitare la “Casa de los balcones”: un gioiello dell’architettura tradizionale che prende il nome dai sei splendidi balconi sempre infiorati. Gironzoliamo poi senza meta per il centro storico molto ben conservato e simbolo della storia e cultura delle isole canarie.

Ripresa la via del ritorno percorriamo questa valle bellissima nascosta da palme e bananeti che decorando le pendici del Teide, mostrano un paesaggio naturale di grande bellezza.

Giovedì 2 Gennaio 2009

Oggi ci attente l’escursione nella gola sicuramente più spettacolare dell’isola : il burrone (“barranco” in lingua spagnola) di Masca. Ci dirigiamo verso il villaggio già conosciuto il primo giorno, ma purtroppo a Santiago del Teide una piccola frana ci costringe ad anticipare l’inizio del percorso. Risaliamo le pendici della montagna abbastanza rapidamente e poi iniziamo la discesa che ci condurrà lungo al villaggio.

Dall’alto, il paese ci appare in tutta la sua singolare bellezza con le poche case di pietra ubicate disordinatamente su un ripido pendio dove il tempo sembra essersi fermato. Di fronte a noi le montagne a strapiombo che formano l’incredibile gola.

All’inizio dell’escursione, Enea si raccomanda di fare molta attenzione: nei giorni scorsi ha piovuto e le pietre sono scivolose. Meglio quindi un piede nell’acqua che una contusione imprevista! Affrontiamo il sentiero con disinvoltura e cominciamo a camminare avvolti da altissime pareti basaltiche che ci accompagneranno fino al mare. Per la pausa pranzo ci fermiamo all’ombra di un rinfrescante canneto e nel primo pomeriggio percorriamo gli ultimi metri di dislivello che ci conducono alla spiaggia. Davanti a noi la sorpresa di vedere turisti che si rilassano nelle acque trasparenti del piccolo golfo. Dopo breve attesa, un battello ci porta a “Los Gigantes” non prima di incontrare lungo la navigazione un gruppo di delfini. In prossimità del centro balneare, ci accolgono fantastiche falesie nere che si tuffano nel mare in un paesaggio purtroppo rovinato dalle numerose case a schiera e hotel del villaggio.

Giovedì 3 Gennaio Oggi dedicheremo la giornata alla scoperta del vulcano più importante dell’isola, il Teide, inserito in un parco dichiarato recentemente patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Percorriamo con il nostro mezzo l’immenso cratere che misura quasi 50 km. Di diametro dove al centro spicca il “Pico ” che con i suoi 3700 metri è anche la cima più alta della Spagna.

Man mano che saliamo, rimaniamo colpiti dalla natura del luogo: a tratti pietroso, a tratti quasi sabbioso, il percorso si sviluppa su un letto di pietra pomice leggerissima, delizia per escursionisti.

Oltre i 2000 metri l’ambiente diventa decisamente arido:improvvisamente la scarsa vegetazione lascia spazio al nero e al rosso della lava, con radi cespugli che spezzano l’affascinante monotonia delle colate laviche. Sentiamo il contrasto della temperatura che da calda diventa fresca. Il paesaggio, dopo il superamento di alcune dune offre visioni lunari : passiamo attraverso “le uevas” grossi massi neri a forma semicircolare che sono adagiati sul terreno. Di origine lavica , queste enormi uova oggetto di un anticipato raffreddamento eiettate dal cratere e depositatesi sul letto lavico. Sostiamo per mangiare un panino e scattare qualche foto prima di proseguire lungo il sentiero che incrocia una strada sterrata. Ai margini, “le ossidiane” piccoli cristalli neri brillano nel terreno.

: Soddisfatti dalla scenografia fantascientifica, prendiamo la strada per il ritorno e in un’oretta rientriamo all’autovettura. Prima di lasciare definitivamente “la caldera” ci fermiamo ad osservare un altro punto magico: “Les Roques de Garcia” posizionate vicino ad un “Parador National “ unica costruzione nel parco dopo il centro visitatori.

Enea ci indica i tre crateri che si erano aperti nel ventre della montagna oltre duecento anni fa causando colate laviche riversatesi poi nella valle sottostante. Lasciamo questo luogo con negli occhi un paradiso di desolante bellezza.

Venerdì 4 Gennaio 2009 Oggi è l’ultimo giorno e lo dedicheremo al riposo. Dopo tante camminate, andremo a rilassarci a “Las Arenas” un piccolo villaggio sul mare distante pochi chilometri dalla nostra base logistica: ci attende una spiaggetta di sabbia nera racchiusa da un piccolo golfo e dove le onde non impediscono ai più temerari di bagnarsi incoraggiati dal clima meraviglioso.

Il riposo stimola pensieri e riflessioni: ripenso agli aspetti che durante il soggiorno, ho particolarmente apprezzato e quelli meno graditi. Tra questi ultimi, sicuramente la bellezza di un litorale aspro e selvaggio massacrato dalla deturpazione urbanistica.

Ricorderò invece con molta nostalgia, il clima fantastico, le bellezze naturalistiche delle zone interne con i panorami splendidi che ci ha offerto il vulcano Teide e i meravigliosi tramonti che ci siamo gustati nel nostro villaggio di San Juan. Da non dimenticare la soddisfazione di esserci appoggiati a una guida escursionistica (www.Eneatrekking.Com) che ha espresso sempre professionalità, onestà e grande simpatia.

Giorgio bertolani.Giorgio@libero.It



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