Tenerife: la isla amable
I viaggi per le Canarie, com’è logico, prevedono un volo aereo, così, per scaricare un po’ la tensione ci prepariamo alla partenza guardando tutti i film che raccontano sciagure aeree, dirottamenti, disastri e chi più ne ha più ne metta! Finché, finalmente, arriva il fatidico giorno… che bello! Fra poco più di quattro ore saremo in Spagna! Contentissime passiamo i non proprio così dettagliati controlli all’aeroporto e saliamo sul pullman che facendoci fare il giro delle piste di Malpensa ci porterà all’aereo. Passiamo tutti i veicoli più grandi, affascinanti, luccicanti ed ogni volta crediamo sia quella buona, quando scorgiamo un aeretto piccolo piccolo un po’ traballante… il pullman rallenta e nelle nostre menti balena per la prima volta l’idea che c’era un motivo per il quale abbiamo pagato leggermente meno di altre persone! Comunque il viaggio è andato bene e dopo le quattro ore previste (passate molto velocemente tra una bevanda, il pranzo e il film muto) atterriamo all’aeroporto Reina Sofia Sur. Aspettiamo i bagagli e ci dirigiamo al nostro pullman. Mentre ammiriamo il paesaggio arido e deserto dal finestrino, l’assistente ci spiega che raggiungeremo i nostri alberghi a Playa de Las Americas facendo circa 30 minuti di autostrada (gratuita).
Ecco il nostro albergo: l’Hotel Esmeralda Playa, a Costa Adeje. L’hotel è bellissimo, soprattutto i locali comuni. La fortuna ci assiste (al contrario del tour operator, comunque questa è un’altra storia) stanza al 10° piano: 9 piani d’ascensore e una rampa di scale di cui 4 gradini molto inclinati – e per l’ennesima volta pensiamo “ecco perché abbiamo pagato meno!”. Lungo corridoio con soffitto mansardato (per fortuna non siamo altissime) e… voilà la nostra bella stanza.
Si può veramente definirla stanza perché è abbastanza grande e comoda, molto grande anche il balcone con stupenda vista sull’oceano e sull’entroterra. Unico difetto fastidiosissimo: il letto matrimoniale (la nostra naturalmente era una doppia) era in realtà ad una piazza e mezza e pure corto. Praticamente dormivamo coi piedi fuori.
La prima sera andiamo in avanscoperta: vediamo il ristorante dove cenare e fare colazione, la hall, il bar e giretto di ricognizione in spiaggia. Il primo vero giorno a Tenerife è stato il giorno dopo. Colazione continentale ammirando tutti gli altri ospiti stranieri dell’hotel che si pappano uova, salsicce, bacon e di tutto di più. Quindi scendiamo e vediamo cosa c’è dove vanno tutti… è vero, abbiamo anche la piscina! A noi comunque interessa l’oceano così visitiamo la spiaggia di fronte: Playa de Torviscas. Qui l’oceano non è molto freddo ma ha una forza micidiale. Al pomeriggio visto che l’ombrellone in spiaggia non ci sembra troppo efficace (sono quelli di paglia con un diametro notevolmente ridotto che non si possono piegare) e non abbiamo voglia di spendere 12 euro al giorno, siamo state nella zona piscina, onde evitare spiacevoli scottature che rovineranno tutta la vacanza. Non abbiamo ancora detto che qui alle 08.00 circa inizia a splendere un raggio di sole e di conseguenza il pomeriggio lì è come mezzogiorno da noi. Il sole è più forte, la luce anche. Consigliati assolutamente cappellino, occhiali da sole e creme di protezione sempre! A proposito di consigli, vi proponiamo di portare con voi un ombrellone da “piantare” voi stessi sulla spiaggia libera o di comprarlo sul luogo. Soluzione più economica se, come abbiamo già anticipato, non volete spendere molto per la spiaggia. Bisogna però tenere conto che nei 12 euro (questo prezzo nelle Playas della nostra zona, le altre non sappiamo dire) sono compresi 2 lettini con i due materassini e 1 ombrellone.
Più o meno tutte le giornate sono passate tra la classica vita da mare (sole, spiaggia e relax) e la visita a piedi delle zone circostanti, non avendo voluto noleggiare una macchina era molto difficile potersi spostare tranquillamente da un posto all’altro e poi, a dire la verità, queste per noi dovevano essere vere vacanze senza orari, appuntamenti od obblighi. Abbiamo visto Playa de Torviscas, Playa de Fanabé, Playa del Bobo, Playa del Duque, che non è bianca come dicono. Man mano che i giorni passano ci rendiamo conto che Tenerife, soprattutto la costa sud, non è proprio l’ideale per chi vuole conoscere la Spagna.
Infatti, questo è l’unico neo di questo bel paese (sempre riferito in modo particolare a Playa de Las Americas): è tutto costruito su misura per i turisti.
Territorio spagnolo su terreno e clima africano, lingua ufficiosa inglese, infrastrutture studiate per la clientela nord-europea… di caratteristico niente! A meno che non ci si sposta nell’entroterra e verso il nord dell’isola.
Quando si arriva a Tenerife, bisogna scordarsi i nostri ritmi di vita. Pian piano, anche noi ci siamo abituate ad alzarci un po’ più tardi, fare colazione dopo le 09.00, pranzare dopo le 13.30, girare per i negozi dopo le 17.00, perché prima non aprono… La mattina, per esempio, la maggior parte dei negozi apre dopo le 10.00 – 10.30, e così anche molti locali.
Un’ultima cosa: a Playa de Las Americas, ma crediamo un po’ dappertutto in Tenerife, vige il mito “italiano-maleducato”. Non spaventatevi, basta essere gentili ed educati che dopo una non proprio calda accoglienza (per fortuna non da parte di tutti) vi tratteranno benissimo.
Non ci soffermiamo molto sui luoghi da visitare, se volete maggiori informazioni vi consigliamo di consultare il sito (anche in italiano) veramente completo e ricco d’informazioni e notizie riguardanti Tenerife e di leggere il racconto di Heidipetti “L’isola Dell’eterna Primavera: Tenerife”.
Consigliamo vivamente quest’isola agli amanti delle classiche vacanze al mare, ma anche a coloro che vogliono ammirare le caratteristiche dei luoghi visitati, raccomandando comunque il noleggio di un auto (Tenerife è piena di agenzie locali che si occupano dei noleggi e di escursioni – scegliendo bene si può risparmiare qualcosina piuttosto che tramite il tour operator, ma, non avendo provato di persona né l’uno né l’altro, non possiamo dire niente sulla qualità dei servizi offerti da entrambi).
Tenerife. Territorio spagnolo su terreno e clima africano, lingua ufficiosa inglese, infrastrutture studiate per la clientela nord-europea…Però con una cosa in più ormai: un pezzettino del nostro cuore pulsa insieme a lei.
Sperando che il nostro itinerario vi sia utile, vi mandiamo un oceano di saluti salati ovviamente! Silvia & Miri PS: Doveva essere il nostro primo vero viaggio indimenticabile da sole all’estero… e così è stato!