Tenerife, Fuerteventura: Canarie 2005
Chi di voi che è stato alle Canarie sa benissimo che non ci sono voli diretti tra Roma e le isole (eccezion fatta per i voli messi a disposizione dai Tour Operator…) e quindi il nostro volo Iberna faceva scalo a Madrid e a Tenerife prima di portarci a Puerto del Rosario, meta finale del nostro viaggio. Due scali sono lunghi, sconsigliabili quando sia hanno figli piccoli…Ma alla fine se si vuole risparmiare non si bada a queste cose. La cosa a cui si fa caso è quando ti perdono i bagagli!!! Innanzitutto la compagnia spagnola Iberna è una vera delusione: i pasti e le bevande a bordo sono tutte a pagamento e non avete idea di quanto care!! Beh amici per un volo che è costato circa 650 € uno si aspetta almeno un bicchiere d’acqua e invece…1.5 €!!! Roba da non credere, si pensano di essere la Ryanair! Comunque il volo prosegue bene fino a Tenerife quando il nostro Jumbo arriva con un 40 minuti buoni di ritardo e rischia di farci perdere la coincidenza con il nostro volo per Fuerteventura. Corriamo nell’aeroporto come matti, arriviamo al gate e riusciamo ad essere imbarcato per questione di minuti!! I voli interni sono effettuati con una compagnia locale che si chiama Binter Canarias (esiste anche un’altra compagnia Islas Airways ma non vende biglietti in Italia). Utilizza (come l’altra) degli ATR 42 da un’ottantina di posti…Senza numerazione a bordo!Si arriva al velivolo attraversando a piedi il piazzale dell’aeroporto e devo dire che vedendolo…Si resta un pochino perplessi…Le sue turboeliche non danno proprio un senso di grande fiducia!Ma poi non ci si pensa più e a bordo si scopre che viene servita acqua e caramelle gratisssss!!! Incredibile, sull’Iberia no e su Binter si!!! Viva i canarioti!Il volo arriva puntualissimo alle 20.30 all’aeroporto di destino (per dirla alla spagnola!) e andiamo al nastro ritiro bagagli (imbarcati a Roma) e purtroppo scopriamo che…Non ci sono!!! Non sapete che tristezza quando il nastro si ferma e voi siete da soli a guardare questa striscia nera che non ha portato le vostre mutande, spazzolino da denti, ecc. Ecc. Andiamo all’ufficio bagagli smarriti e scopriamo che ci sono accatastate decine e decine di valigie provenienti da ogni dove e diverse persone in file per chiedere che fine avesse fatto la loro preziosa valigia. Tramite il biglietto che vi danno al momento del ritiro del bagaglio la signora (veramente molto gentile devo dire) ci dice che le nostre valigie sonno rimaste all’aeroporto di Tenerife e che la Binter ha già provveduto a far loro il check in ed imbarcarle sul primo volo della mattina che arriverà a Fuerteventura alle 10.37 del giorno dopo! Ci chiede se vogliamo farcele recapitare direttamente in albergo ma conoscendo la flemma degli spagnoli delle Canarie le dico che preferisco tornare all’aeroporto il giorno dopo per ritirarle di persona. Molto scossi da quest’impatto non felice con la nostra vacanza vado allo sportello dell’AVIS con la mia bella prenotazione. E almeno qui…Niente sorprese!Ci danno una bella Renault Modus nuovissima (1.500 km) con tutti i comfort (A/C, computer di bordo, radio con CD, ecc) Vedendo la macchina la mia ragazza mi rimbrotta “chissà quanto avrai speso…Non bastava una macchina normale?” Quando le faccio vedere la ricevuta di pagamento resta a bocca aperta: 158 € per 7 giorni, incluse tutte le assicurazioni (anche la kasko). Conosciamo bene l’isola, l’anno prima l’abbiamo girata tutta diverse volte e quindi puntiamo la Modus verso nord direzione Corralejo. Circa 35 km ci separano dalla destinazione finale e in mezz’ora siamo arrivati. Ci abbiamo messo un’altra mezz’ora per individuare il nostro resort, nascosto in una serie di strade a senso unico. Hotel Arena era la nostra scelta dello scorso anno poi grazie a Teorema siamo stati sbattuti a 100 km di distanza. Quest’anno abbiamo deciso di andarci da soli e presto detto ci troviamo alla reception. Superata la sorpresa della ragazza che non vede le nostre valigie, ci assegna la camera e ci dice che considerando l’ora tarda (erano quasi le 23) ci avrebbe fatto portare qualcosa da mangiare in camera. La nostra abitazione è veramente spaziosa, grande camera divisa in letto e soggiorno, ampio bagno e armadio e un grande terrazzo che si affaccia sulla piscina. Aria condizionata (un po’ rumorosa per la verità), minifrigo e tv satellitare completano l’arredamento. Arrivano le cibarie, due piatti di affettati, due banane, due bottiglie d’acqua e…Niente pane!!!! Ok non sarà la fine del mondo, siamo stanchi e senza bagaglio…La cena è il minimo…
14 agosto: inizia la vacanza Ci alziamo di buon ora e andiamo a fare colazione. La nostra prenotazione prevede la mezza pensione come detto da lastminute.It L’unica imprecisione (o dimenticanza) è che da nessuna parte era specificato che le bevande ai pasti sono escluse…Secondo me l’avrebbero dovuto dire. Comunque la colazione consiste in un ricchissimo buffet dove si trova di tutto…Uova, pancetta, fagioli, pane, latte, marmellate, frutta…Mangiamo di tutto, forse esagerando! Il tempo di renderci conto che ci sono due piscine al centro del resort e siamo in macchina verso l’aeroporto.
Parcheggiamo (la prima mezz’ora è gratis) e andiamo al settore arrivi ma scopriamo con grande disgusto e delusione che il nostro volo è in … Ritardo!!! Arriverà alle 12 anziché alle 10.37. Ma vaff…Senza parole usciamo e andiamo in macchina verso Puerto del Rosario la Capitale di Fuerteventura che si trova a circa 6 km dall’aeroporto. Non l’abbiamo mai visitate e facendo buon viso a cattivo gioco cogliamo l’occasione per dare un’occhiata. Ma che delusione! Sarà che era domenica mattina, sarà che anche la guida Lonely diceva che non era niente di che…Fatto sta che non incontriamo anima viva, tutto chiuso, tutto deserto. Facciamo una passeggiata lungo il porto giusto per ingannare l’attesa e poi di nuovo in macchina verso l’aeroporto!Giunti lì leggiamo che il nostro volo…Non c’è più!I monitor non danno più traccia del volo che aspettavamo!!! Ma che caz…Vado allora verso l’uscita del terminal e chiedo al poliziotti di poter entrare per ritirare il mio bagaglio mostrando la ricevuta (che neanche degna di uno sguardo). Lui mi guarda come se avessi chiesto la cosa più ovvia del mondo e mi fa segno di andare!!! Praticamente eravamo entrati nel terminal passando dall’uscita passeggeri, senza metal detector, senza biglietto, senza mostrare un documento!!Alla faccia del terrorismo internazionale e di Striscia la Notizia!!! Siamo andati subito al ritiro bagagli e a distanza di 55 metri ci sono venute le lacrime agli occhi: le nostre valigie lì, belle ad aspettare i loro padroncini!!! Il tizio addetto ai bagagli ha osservato la scena con molta commozione e dopo averci fatto firmare un paio di fogli ci ha fatto andare via con prezioso bottino!!! Di corsa in albergo, sistemiamo tutto e ci vestiamo da mare (finalmente!) e poi vista l’ora di pranzo andiamo verso Corralejo per mangiare qualche cosa. Anche questa era una delle poche cittadine che non avevamo visto. C’è un un’unica strada centrale che l’attraversa e tantissimi ristoranti, fast food, sale gioco e negozi ovviamente. Andiamo verso la zona portuale che è anche quella più caratteristica. L’area è interdetta alle auto e quindi vi potete fare delle belle passeggiate a piedi, infastiditi dai vari cameriere dei locali che vi chiedono di mangiare da loro e non dal vicino…Devo dire che sono piuttosto folkloristici e dopo un po’ non ci si fa neanche più caso. Mangiamo in un posto dove fanno carne alla griglia, cerchiamo un pasto veloce perché vogliamo andare subito al mare. L’impatto con i prezzi non ce lo ricordavamo ma ci fa subito piacere. Due bei panini con la carne e patate fritte e due birre medie ci costano 10 €. Andiamo verso le due di Corralejo, una delle attrattive di tutta l’isola. E’ una spiaggia formata dalla sabbia del deserto del Sahara che il vento ha portato. Il sahara dista infatti un centinaio di km dall’isola e durante le furiose tempeste di sabbia i bianchissimi grani di sabbia si adagiano su questo tratto di costa. Con gli anni hanno formato le famose “dune”. Se vi fate una foto rivolti verso l’interno dell’isola potete dire tranquillamente che siete stati nel deserto. La spiaggia è grandissima e lunghissima, non troverete mai folla. Parcheggiate la macchina lungo la FV-1 e poi dovete camminare fino a raggiungere il mare! La vera seccatura è il vento che soffia perpetuo e teso e quindi straiati sulla spiaggia senza un lettino comporta una sepoltura viva quasi assicurata!Non disperate perché se volete potrete noleggiare un lettino per 2€ oppure vi fate delle ricche passeggiate sulla battigia. In alternativa troverete delle strane costruzioni in pietra, come dei piccoli nuraghe sardi…Sono state realizzate dai vari villeggianti per ripararsi dal vento. Quindi trovatene una libera stendete l’asciugamano e buon sole! Piccolo consiglio: mettetevi la protezione alta perché il sole picchia forte…Un bel bagno rigeneratore e un po’ di sole tanto per farci tornare il buon umore!! Ci voleva proprio!! Peccato per i due mega-alberghi RIU che hanno costruito proprio sulle due (poi dicono che in Italia c’è l’abusivismo…) Il vento è ristoratore e soprattutto una manna per gli appassionati di kite-surf che impazzano. Di fronte netta la figura dell’isola di Lobos.
Verso sera torniamo in albergo per la cena. Anche in questo caso ricco il buffet. Non vivremo molto il nostro resort ma scopriremo che c’è un’animazione serale con qualche piccolo spettacolo, che l’animazione è gestita da una ragazza italiana e che la maggior parte degli ospiti sono italiani. L’albergo dista circa 1km dal mare e c’è un servizio di navetta gratuita che vi porta alla spiaggia. Ma dico a tutti coloro che sono stati lì e che hanno bivaccato in piscina che si sono persi veramente tanto!!! 15 agosto: bentrovato Cotillo!! Il giorno di Ferragosto ci alziamo e andiamo a fare colazione. Ci viene in mente una cosa, non proprio regolare…Quella di farci i panini e di portarceli via per il pranzo, trasformando la nostra half board without beverage in full board without beverage!Da questa mattina in poi la nostra colazione si trasforma in un tentativo di imitazione di Arsenio Lupin per fare 4 panini e metterli nella borsa dopo averli scrupolosamente avvolti in tovaglioli di carta. Inoltre, essendo dei buongustai, i panini dovevano essere rigorosamente farciti diversamente uno dall’altro!!! I camerieri fanno finta di non vedere, l’unico ostico era il maitre ma alla fine anche lui, indaffarato con tutti i clienti dell’albergo, non ha potuto niente contro la testardaggine di due simpatici ragazzi. La destinazione del giorno di ferragosto era la spiaggia di Playa del Castello presso la cittadina di El Cotillo. Da Corralejo non conviene fare la strada a nord perché completamente fangosa e interrotta ad un certo punto. E’ necessario puntare verso La Oliva e poi girare per Lajares e poi El Cotillo. Sono circa 20-25 km e non ci si impiega più di mezz’ora. Purtroppo il tempo non è proprio favoloso, ma non ci interessa molto. La spiaggia su cui decidiamo di passare la giornata è a nostro avviso una delle più belle dell’isola: lunghissima, larga circa 70 metri con un mare pieno di onde per fare surf e kite surf. Oltre al cielo coperto c’è anche un vento forte che ci obbliga ad accamparci vicino a delle rocce. Dopo pochi minuti siamo circondati da altri bagnanti che cercano riparto perché il vento alza la sabbia e stare sdraiati sull’asciugamano è praticamente impossibile. Qui provo il mio body board gonfiabile per la prima volta. E’ una semplice tavola per fare il body surf ma gonfiabile e con due pratiche maniglie per reggersi!!Vado e esco dall’acqua dopo tre ore!!! Alcuni con il body surf tradizionali si avvicinano e mi chiedono dove l’ho comprato molti tradiscono una certa invidia. Oltre ad essere veloce e pratico è facilmente trasportabile in aereo in quanto ripiegabile in valigia. La giornata piega verso il bello e la sera il tempo migliora decisamente. Verso il tramonto andiamo via per farci una bella doccia e una cena come si deve. Poi la sera andiamo a Corralejo dove si riversano tutti i villeggianti della zona per passeggiare, prendere una birra (è pieno di pub inglesi e irlandesi!) oppure per fare shopping visto che i negozi chiudono verso le 23. Per quanto riguarda la birra vi segnalo la Dorada, birra locale che viene venduta solitamente ad 1,5 € a pinta e servita in un boccale ghiacciato, tenuto proprio nel freezer!! Martedì 16: finalmente l’American Star è conquistata!!! Una delle cose che ci erano rimaste sul gozzo lo scorso anno era quella di non aver potuto vedere l’American Star, una nave mercantile arenata sulle spiaggia occidentali di Fuerteventura durante una tempesta. La nave è famosa perché è rappresentata nella maggior parte delle cartoline di Fuerteventura per la spiaggia che la nave stesa ha formato. Infatti l’American Star si è arena davanti una piccola insenatura e la sua stazza a permesso la creazione di un arenile dove prima non c’era nulla! In albergo chiediamo come raggiungere questo posto e dopo la solita colazione (con panini al seguito) siamo subito in marcia. Rispetto a Corralejo è distante circa 80 km di cui gli ultimi 7-8 di strada bianca ma abbastanza battuta. Dovete passare La Oliva, puntare verso Tefia. Per chi non l’avesse mai visitata consiglio di proseguire per Betancuria altrimenti andate verso Antigua. La strada è più lunga ma con molte meno curve. Arrivati a Tuineje svoltate verso Pajara sulla FV 605 verso sud. Attenzione perché la svolta per la spiaggia non è segnalata. Andate piano e circa un paio di km dopo Pajara troverete una stradina bianca sulla vostra destra. Vi porterà sulla costa dove ci sono diverse calette tra cui quella dove giace la Star. La nave si trova sulla Playa de Garcey. Spiaggia nera, onde belle grandi e questa nave che oramai è ridotta un rottame; il mare le ha strappato anche la poppa e la parte anteriore della chiglia. Non si capisce in base a quale miracolo non si sia ancora adagiata su un fianco.Si trova non lontano dalla spiaggia ed è facilmente raggiungibile a nuoto, cosa che sconsiglio vivamente per la forza del mare e per il pericolo di essere sbattuti contro le lamiere completamente arrugginite.
Questa caletta come le altre prima di arrivare a questa sono oggetto di campeggio libero da parte di abitanti del luogo, che vi hanno portato roulette e tende e hanno creato dei piccoli villaggi. Non c’è sporcizia in giro e devio dire che sono quasi “disabitati” ma l’impatto visivo è terribile.Non capisco come la autorità locali non sia intervenuti per eliminare questo spettacolo poco edificante! Fare il bagno davanti alla Star ci metteva un pochino di angoscia e quindi fatte le foto torniamo indietro di un paio di chilometri e ci fermiamo alla Playa de la Solata. Anche qui un piccolo accampamento ma pochissime persone.Per la verità sulla spiaggia siamo solo noi due!!! Ci fermiamo facciamo una ricca surfata e mangiamo. Il sole è bello caldo ma la brezza rende piacevole la permanenza. Anche qui faccio la mia porca figura con il mio body surf e un paio di ragazzini spagnoli mi fanno duecento domande restando delusi dal fatto che non l’avevo acquistato sulla loro isola.Verso le 6 decidiamo di metterci in marcia verso la strada del ritorno. Ci vuole circa un’ora per tornare indietro, ma avevamo programmato di fermarci lungo la strada a Tuineje perché avevamo bisogno di una farmacia per acquistare una crema.
Il ritorno in albergo e la cena con serata finale a Corralejo concludono la nostra giornata.
Mercoledì 17: Lobos che delusione! La mattina del 17 decidiamo di andare a vedere un’altra attrazione dell’isola che avevamo saltato l’anno prima: l’isola di Los Lobos. Questa volta non ne possiamo fare a meno, l’isola infatti si trova di fronte a Corralejo e non visitarla ci sembra proprio un peccato. Già il nome non ha una spiegazione: Lobos in spagnolo sono i Leoni marini che sull’isola sembra non abbiano mai soggiornato. Erano presenti alcuni anni fa delle foche monache che sono completamente estinte. Quindi niente Lobos e niente foche. Ma andiamo comunque in barba agli animali assenti.
Per andare sull’isola è necessario recarsi al porto di Corralejo. Lì troverete diversi gabbiotti che vendono i biglietti per gite di tutti i gusti…Snorkeling, gite in barca a vela…E poi l’escursione sull’isola di Lobos. I traghetti che vanno sull’isola partono dalle 10 quasi uno ogni ora fino alle 15 e poi ritornano a partire dalle 12,30 con l’ultimo alle 18. Il costo è di 10 €. Se ci mettete altri 2 € vi porteranno a fare un giro della durata di 10 minuti per farvi vedere i pesci e i delfini!! Ma non ne vedrete anche se la barca ha un fondo di cristallo e potete vedere il fondo del mare, ma sinceramente credo che l’ultimo che abbia visto i delfini in quel modo sia il Capitano Nemo! Noi non abbiamo dato pesa a questa cosa e siamo andati diretti all’isola. Sull’isola c’è una sola spiaggia, una bettola per mangiare qualche cosa, un tizio (vestito da pirata) che vende bibite sulla spiaggia un’unica strada bianca che permette di fare tutto il giro dell’isola. Noi abbiamo avuto la malsana idea di farlo…Un caldo atroce, un male ai piedi che non vi dico per non vedere nient’altro che sassi, polvere e arbusti. Al lato meridionale dell’isola c’è un faro (non visitabile) mentre sul lato sud c’è un vulcano spento. Per fare il giro noi abbiamo impiegato circa un’ora e mezza ma i masochisti possono aggiungere anche l’ascesa al vulcano per altri 45 minuti!!Sfatti e sfiduciati ci siamo recati nell’unica (ed affilatissima) spiaggia Charco de la Galera per farci un bagno (gelido) e prendere un pochino di sole. Ma alle 13,30 prendiamo il traghetto per tornare indietro a Corralejo perché non solo la folla aumentava ma anche perché la spiaggia era deludente con la presenza di alghe e sassi. Con 20 minuti di traversata torniamo a Corralejo e ci dirigiamo verso El Cotillo per assaporare una spiaggia come si deve. Questa volta però proseguiamo verso sud per raggiungere la spiaggia Playa del Aljibe de la Cueva. Si raggiunge anche dalla Playa del Castillo camminando lungo una stradina dissestata che costeggia il mare (ovviamente a piedi). Questa caletta infatti è coperta da un piccolo promontorio e a seconda dell’ora la marea copra parte di questa stradina rendendo l’accesso assai difficile. La playa della Cueva è un vero spettacolo perché vi troverete ad avere una spiaggia lunga 200 metri praticamente tutta per voi. Proprio per la scarsità dei bagnanti questa spiaggia è particolarmente amata dai nudisti. Non che il nudismo non sia praticato anche nella altre spiaggia…Anzi incontrerete gente nuda praticamente ovunque a Fuerteventura. Ma questa spiaggia è quasi zona esclusiva. Nessuno vi obbliga e quindi ognuno si comporta di conseguenza. Ma la Playa de la Cueva merita una visita! Nel tardo pomeriggio mi trovo anche a soccorrere un ragazzo che con il kite non riusciva a tornare a riva. Insieme ad un signore tedesco l’andiamo a recuperare a nuoto. Il vento è molto forte e avventurarsi con Windsurf e Kite surf se non si è pratici equivale a farsi male davvero.
A Corralejo frequentiamo da qualche sera un pub irlandese sul corso principale Avenida del General Franco. Il gestore è un ragazzo irlandese molto simpatico e la terrazza è fresca e vi permette di sorseggiare birra (o qualsiasi altra cosa) osservando lo struscio serale. Anche la musica non è assordante come in altri posti e la clientela è piuttosto familiare.
Giovedì 18 agosto Come lo scorso anno questa volta la pioggia fa la sua bella comparsa sull’isola arida e desertica di Fuerteventura. Incredibile a dirsi ma la mattina veniamo svegliati alle 7 da tuoni minacciosi seguiti da una violenta pioggia. Dopo la “consueta” colazione prendiamo la macchina e decidiamo di fare un giro sulla costa nord sul tratto che unisce Corralejo con El Cotillo. Purtroppo la strada diretta da nord è chiusa a causa di lavori. Stanno costruendo l’ennesimo villaggio turistico, una cosa faraonica…Quindi ci dirigiamo verso Lajares e poi prendiamo a nord verso il villaggio di Majanicho. Arrivati sulla costa lasciamo la strada asfaltata e ci buttiamo nello sterrato proseguendo verso ovest. La strada diventa subito fangosa a causa della pioggia. Arriviamo a due calette segante sulla guida, La Seba e Punta del Ricon. Ci sono degli audaci servisti che sfidano le onde e le rocce che affiorano sulla costa. I racconti delle persone del posto non sono per nulla tranquillizzanti: dicono che diversi turisti hanno perso la vita cavalcando queste onde troppo a ridosso degli scogli. Restiamo qualche minuto ma la pioggia è insistente e quindi proseguiamo verso il faro de Toston. Ma sorpresa !A metà strada diventa impossibile proseguire…Non c’è possibilità se non con un fuoristrada. Oltre alle buche e ai dossi, il fango è troppo spesso e più di una volta rischiamo di rimanere bloccati. Per evitare guai (visto che l’assicurazione non paga per eventuali off road) decidiamo di tornare indietro e andare a El Cotillo con la strada asfaltata. Giunti a destinazione ci dirigiamo verso un fish and chip gestito da una giovane famiglia inglese e ordiniamo una ricca porzione di pesce e patate, visto che ormai è arrivata l’ora di pranzo. Il tempo sembra finalmente volgere al bello e nel locale troviamo un simpatico signore di Barcellona emigrato a El Cotillo che ci dice che di lì a poco sarebbe uscito il solito sole e saremmo potuti andare in spiaggia.
E così è stato! Una volta terminato il pranzetto andiamo verso la spiaggia di El Cotillo alla solita Playa del Aljibe de la Cueva. Trascorriamo il pomeriggio a fare body surf e a prendere il sole dopo tutta la pioggia della mattina. Venerdì 19 agosto Dedichiamo la mattina del venerdì allo shopping nella cittadina di Corralejo. Andiamo in negozio sul corso principale quasi a ridosso della zona pedonale che si chiama New Territory dove vendono magliette, felpe e gadgets con raffigurata la capra (cabritos) simbolo di Fuerteventura. Fatto qualche acquisto ci dirigiamo verso El Cotillo perché ci è stato detto che oltre alle solite spiaggia da noi frequentate ce n’è una particolare che non abbiamo visto. E’ necessario proseguire sulla strada sterrata verso sud una volta giunti a El Cotillo e superare la spiaggia di Playa del Aljibe de la Cueva.Bisogna fare ancora qualche chilometro sulla strada ciottolosa per arrivare ad un’altra spiaggia la Playa de Esquinzo. Lo spettacolo è mozzafiato perché la spiaggia si trova decine di metri sotto il livello della strada, in uno strapiombo impressionante. Finalmente un plauso alle autorità delle Canarie che hanno pensato bene di costruire una scala per scendere giù fino alla spiaggia! Quindi niente scalate, niente free climing per arrivare alla meta agognata. La spiaggia è frequentata da surfisti nella parte di sinistra. Se proseguite verso destra scoprire che dopo un piccolo promontorio c’è una caletta bellissima. Siamo giunti lì e non ci sembrava vero che non ci fosse nessuno. Verso l’ora di pranzo oltre a noi c’erano un paio di ombrelloni e basta, incredibile! Ma ci siamo resi conto subito dopo il motivo: la marea è cominciata a salire e presto siamo rimasti isolati rispetto alla spiaggia principale!! Facendo finta di niente abbiamo fatto tanti bagni e tanto surf. Le onde sono spettacolari anche se l’acqua era sinceramente un pochino fredda. Verso le 5 la marea ha iniziato pian piano a ritirarsi e solo alle 18.30 siamo stati nelle condizioni di tornare alla spiaggia principale. Avevamo passato l’intera giornata su una spiaggia praticamente isolati. Tornare indietro non era pensabile: alle spalle una scogliera alta 80-90 metri e alla sinistra un metro e mezzo d’acqua con le onde che si infrangevano verso gli scogli!.
Con grande dispiacere lasciamo la spiaggia al tramonto e ci dirigiamo verso il nostro resort. Purtroppo la nostra parte di vacanza dedicata a Fuerteventura stava giungendo al termine. Abbiamo passato la sera a fare i bagagli e dopo cena ci siamo diretti verso Corralejo per un’ultima birra Dorada Sabato 20 agosto Verso le 11 lasciamo il resort e andiamo verso l’aeroporto. Ci fermiamo per fare benzina (la prima volta da quando siamo arrivata!) e commosso pago 22 € per un pieno di gasolio della Renault Modus! Con il gasolio a 60 centesimi la vita assume un altro aspetto!! Consegniamo la macchina senza che alcun ispettore dell’Avis ci venisse a controllare lo stato della vettura oppure se avevamo fatto il pieno. Tutto sulla fiducia, ma di fatto dovrebbe essere così: l’onestà delle persone dovrebbe prevalere sui contratti e sulle postille!In aeroporto ci crogioliamo per un paio d’ore in giro per negozi e mangiando qualche cosa. Poi alle 14 prendiamo il nostro bitterino (Binter Canarias) per Santa Cruz de Tenerife. Un’ora di volo e la nostra seconda parte di vacanza può avere inizio. Difficile a dirsi ma arriviamo prima di quanto previsto e quindi dobbiamo attendere un quarto d’ora il tizio del noleggio nell’aerea arrivi. Ebbene si questa volta Holiday Autos ha “sorteggiato” un noleggiatore diverso dai tradizionali, Orlando Rent A Car. Il nome è già tutto un programma e non avendo un ufficio in aeroporto abbiamo un appuntamento con un loro rappresentante per le 16 nell’aerea arrivi dell’aeroporto. Il tempo non è bello ma impareremo a farci l’abitudine: il nord di Tenerife ha un clima assai diverso dalle coste sud. Più arido e secco il meridione, più umido e piovoso il settentrione. Inoltre l’aeroporto è posto su un’altura che spesso è avvolta dalle nebbie che scendono dal monte Teide, un vulcano che con i suoi 3.718 metri di altezza è la montagna più alta di tutta la Spagna! Stranamente puntuale arriva il tizio della Orlando. Riempie i moduli appoggiandosi al bancone di un bar (!) e poi ci guida nei parcheggi interrati dell’aeroporto per consegnarci le chiavi della nostra auto: una Renault Clio rossa. Non ci spiega nulla dell’auto e se ne va dicendoci tre cose importanti: • avevamo dieci minuti per lasciare il parcheggio senza pagare (aveva pagato lui per noi) • al rientro avremmo dovuto lasciare le chiavi dell’auto nella cassetta postale che era stata installata su un furgone Orlando dentro l’aeroporto, senza dimenticare di inserire anche il ticket del parcheggio!!! • La macchina è in riserva quindi usciti dal parcheggio ci dice di andare di corsa a fare benzina lungo l’autostrada. Ovviamente ci fa presente che siamo liberi di riportare l’auto in riserva e non con il pieno…Ci mancherebbe altro!! Detto questo se ne va ed erano già passati 3 minuti!! Almeno ci ha lasciato una cartina di Tenerife. Carichiamo i bagagli e usciamo da labirinto del parcheggio…Credo che ce l’abbiamo fatta per questione di pochi secondi rispetto alla scadenza dei 10 minuti! Prendiamo l’autostrada che conduce verso la capitale Santa Cruz per poi dirigerci verso l’autopista del Sur verso la nostra meta finale. Ci rendiamo conto che il nome autostrade non poteva essere più appropriato: ci sono 4 corsie per la parte che conduce alla capitale di Tenerife e due corsie più quella di emergenza per l’autostrada del Sur. Sono tutte gratis ma molto trafficate. Il limite di 120 km l’ora non viene rispettato da nessuno e vi troverete macchine incollate al vostro sedere a velocità impensabili. Un po’ come le nostre autostrade! Facciamo il pieno al primo distributore e controllo anche la pressione delle gomme visto che ho l’impressione di avere 4 caciotte. Invece di essere a 2.2 stanno a 1.5!!! Mi viene il dubbio che il resto sia ok visto che non avevo avuto il tempo di controllare e dopo il check questo è stato il triste resoconto: • Mancava l’antenna della radio quindi era impossibile ascoltare musica se non con i propri Cd • Mancava il libretto di istruzioni della macchina • Ma cosa ancora più grave era assente il libretto di circolazione!!! • La macchina aveva gli interni pieni di sabbia • Il tergilunotto era inutilizzabile a causa del gommino logoro • Pur essendo 1.2 di cilindrata a tavoletta e senza aria condizionata arrivavo a 120 km/h per miracolo Per fortuna c’era la ruota di scorta!! Devo dire che piuttosto risentita mi sono messo in marcia, con la promessa di fare protesta formale al mio rientro in Italia. La nostra destinazione finale era il Green Park Resort nel Golf del Sur nella Costa del Silenzio tra El Medano e Los Cristianos. Circa 100 km di distanza dall’aeroporto. Con un’oretta siamo giunti nei pressi del secondo aeroporto dell’isola, il Reina Sofia (Regina Sofia). 4 km dopo l’aeroporto siamo usciti in direzione della costa e diretti verso la zona del Golf del Sur. Si tratta di un comprensorio grandissimo, che ospita decine e decine di residence e alberghi di tutti i tipi e di tutte le specie. L’attrazione principale è il campo da Golf da 18 buche che si trova al centro di quest’area. La seconda attrattiva è l’aeroporto dove atterranno e decollano decine e decine di voli al giorno (notte purtroppo compresa!). Entriamo nel comprensorio e piuttosto facilmente troviamo il Green Park ben segnalato. Dall’esterno ci sembra un bel complesso, con tre piscine, ristornati, pub, bar e diversi negozi e servizi (lavanderia, libreria, supermercati, ecc.) Alla reception una ragazzetta sui vent’anni con poco inglese fluente ci dice che la stanza non è ancora pronta, stanno facendo le pulizie! Alle 5 del pomeriggio!!?? Vabbé approfittiamo e facciamo un giro del residence e scopriamo che è veramente molto grande, con centinaia di mini appartamenti con zona cucina.
Dopo una mezz’oretta andiamo di nuovo a trovare la ragazzetta che ci consegna la chiave della stanza, la famigerata 112 posta al primo piano. Andiamo un pochino timorosi, quasi consapevoli della tragedia che si sarebbe consumata da lì a poco…Apriamo la porta e…Il mini appartamento è piuttosto spazioso ma le condizioni igieniche appaiono subito compromesse. Tutto è sporco, il bagno stile italiana dopo guerra è quasi inagibile, la cucina idem e la zona letto nasconda un’ultima, inaccettabile insidia: le lenzuola non sono pulite ma usate dagli inquilini precedenti!!! Lo sconforto ci assale ma la mia ragazza prende in mano la situazione e scende alla reception dove in un misto di italiano-castillano-inglese dice alla ragazzetta che le lenzuola e i cuscini devono essere cambiati subito! Lei, poco sorpresa, ci dice che avrebbe fatto il possibile e che ci avrebbe fornito tutto il necessario. Alle 7 prendiamo le lenzuola e le cambiamo (da soli) mentre per i cuscini e per le fodere c’è da aspettare l’arriva della vigilanza che ha le chiavi del magazzino. Andiamo a farci una passeggiata e con la macchina arriviamo alla fine del comprensorio verso il mare. Infatti il mare dista circa 3 km dal resort e non è certo pensabile raggiungerlo a piedi. Molto delusi aggiungiamo ulteriore sgomento per il mare…Non ci sono spiaggia, solo scogli. Camminiamo per diverse centinaia di metri alla ricerca di una piccola spiaggia, anche di sabbia nera, anche di terra, ma niente…Tutto scoglio inaccessibile! Siamo praticamente in preda alle lacrime quando torniamo al resort. Dopo diverse peripezie (farsi dare delle federe per cuscino non è stato facile) riusciamo almeno ad avere in necessaire per la notte, PULITO! Raggiunto lo scopo primario decidiamo di andare via di lì per mangiare qualche cosa e cercare di ritemprarci. Ci dirigiamo verso Los Cristianos, famosa località balneare dell’isola, insieme a Las Americas. Los Cristianos dita circa 10 km da dove siamo noi ma quando arriviamo è già buio e non vediamo il mare. Se vi attendente un piccolo paesino di pescatori allora lasciate perdere: è un agglomerato urbano pazzesco, con palazzi di 10-15 piani, centri commerciali da fare invidia al Carrefour, zone di negozi e ristoranti stile Rimini. E’ un caos indescrivibile di macchine e persone: trovare un posto in centro è un’impresa ardua. Parcheggiamo e andiamo verso la zona pedonale tra Avenida de Suecia e Calle Juan XXIII. Veniamo subito presi d’assalto dai procacciatori che si trovano fuori dai locali…Vieni qui, mangia lì, spendi qui… in poco tempo eravamo passati dalla tranquilla Fuerteventura alla caotica movida isolana di Tenerife. Giungiamo ad un ristorante sul porto, ristorante spagnolo che dice di fare la migliore paella della città. Purtroppo non ricordo neanche il nome ma devo dire che la paella non era affatto male. Porzioni immense e pesce fresco. Una birra, un caffé, acqua e paella di pesce fronte porto 29 €. Alla fine con la pancia piena, stanchi e delusi andiamo al resort. Domani con il sole la prospettiva sarà tutta un’altra, ne siamo veramente certi! Domenica 21 agosto Purtroppo la prima notte passa quasi insonne. Scopriamo che il vicino aeroporto di Reina Sofia è praticamente aperto tutta la notte e i voli charter provenienti da tutta Europa arrivano e decollano a qualsiasi ora. Solo verso la fine della vacanza avremmo iniziato a farci l’abitudine.
La mattina andiamo al bar della piscina del resort e facciamo una colazione all’inglese. Avendo richiesto circa 20 varianti ai menù standard previsti (!) la cameriera poverina entra nel pallone e una colazione continentale la paghiamo 2 €!! Coscienti del clamoroso errore decidiamo di non andare più lì a far colazione per evitare di essere riconosciuti!!! Chiediamo al ragazzo della reception qualche consiglio per avere un pochino di spiaggia e lui ci indirizza alla Playa de la Tejita nel comune di El Médano. Si trova a pochi chilometri (circa 4-5 dal resort) risalendo verso Nord. Il riferimento è ovviamente l’aeroporto e una grande penisola di colore rosso (Punta Roja appunto). La spiaggia è grandissima (scopriremo che è praticamente una delle più grandi di tutta l’isola) e la sabbia è di colore nero, essendo l’isola formata dal vulcano del Teide che sovrasta il paesaggio nella parte meridionale dell’isola. C’è un forte vento e stare con l’asciugamano a terra è quasi impossibile. La spiaggia è comunque attrezzata con sdraio ed ombrelloni (fissi di paglia). Ogni pezzo preso a nolo costa 2 €. Noi evitiamo l’ombrellone e prendiamo due stradio posizionandoci quasi di fronte al mare. È domenica e c’è tanta gente. Le stradio vengono prese autonomamente dai bagnanti. Ogni tanto passa un omino che fa dei segni sulle stradio e vi chiede i soldi. Vendendo i vari segni capisce se avete o meno pagato.
Alla fine della spiaggia verso nord c’è una piccola spiaggetta lunga un centinaio di metri dove viene praticato quasi in modo ossessivo il nudismo. Lo spettacolo, rispetto a Fuerteventura, è quasi desolante visto che decine di corpi nudi e appiccicati si litigano poche decine di metri, ostentando quasi un culto dell’esibizionismo. Prima di questa caletta c’è un bar che offre ristoro ai bagnanti con bibite e panini. La giornata è bellissima e decidiamo di trascorrerla tutta sulla spiaggia. Fare il bagno è piuttosto divertente per via dei cavalloni anche se l’acqua è piuttosto freddina. La marea anche qui gioca degli scherzi niente male, visto che all’improvviso due onde stile tsunami quasi travolgono quanti si erano avventuranti con sdraio ed asciugamani troppo vicino alla battigia. Non avete idea delle risate che questa scena apocalittica ha suscitato in quanto frequentano abitualmente la spiaggia! Noi fortunatamente non abbiamo dato spettacolo ma per una mera questione di centimetri! A pranzo ci rifocilliamo al bar. I panini (giganteschi e fatti sul momento) costano 2,5 €. L’offerta è varia: dal lomo (carne di maiale cotta alla piastra) alla tortilla espanola (una frittata di patate) ce n’è veramente per tutti i gusti. Bevande al giusto prezzo ed una lattina di cerveza gelata.
Nel pomeriggio facciamo una visita al vicino villaggio di El Médano. Sulla Lonely c’è scritto “paese piuttosto triste con una spiaggia abbastanza bella adatto agli amanti del windsurf”.La verità risiede nella prima e ultima parte della descrizione. La spiaggia abbastanza bella sognatevela proprio, molto meglio quella de la Tejita. La spiaggia è sassosa e soprattutto piccolissima. Le persone si accalcano nei piccoli spazi dove non ci sono sassi e i windsurf ve li trovate pure sulla testa…Nei pressi di questa meraviglia ci sediamo in una zumeria dove decidiamo di gustare un bel succo fresco di frutta! Si tratta della Zumeria Sotavento. Un bel succo a vostra scelta anche con un mix di più frutta costa 2.9 € Ne vale la pena sia per la bontà sia per quanto sono grandi! Ci serve un ragazzo italiano che sono sei mesi che vive lì! Incredibile come gli italiani si adeguino ad ogni luogo!! Alla fine della giornata torniamo al comprensorio e pur essendo domenica ci mettiamo alla ricerca di un supermercato dove fare un po’ di spesa e soprattutto acquistare prodotti per la pulizia del nostro appartamento. Ne troviamo uno aperto 7 giorni su 7 dalle 8 alle 23 e lì compriamo tutto il necessario alla nostra permanenza di una settimana, almeno per quanto riguarda beveraggi e colazione. Ovviamente acquistiamo anche tanti prodotti per la pulizia comprese spugne e pagliette. Al nostro rientro nel residence ci si pone davanti uno spettacolo inimmaginabile: nei corridoi i nostri amici inglesi hanno l’abitudine di lasciare i sacchi della spazzatura fuori della porta, in attesa che le donne delle pulizie li portino via! Immaginate voi nel caldo estivo delle Canarie in questi lunghi corridoi chiusi e senza finestre questi sacchi giganti neri che bell’olezzo che diffondono nell’aria…Ovviamente le signore delle pulizie che non sono certamente pagate per fare le spazzine lasciano questi sacchi a “marcire” fino a quando l’odore diventare quasi da corpo putrefatto e la direzione impietosita manda qualcuno a toglierli. Passiamo le due ore successive a pulire tutto, ma proprio tutto. Alla fine i sanitari tornano bianchi e la cucina torna tale. Le posate diventano utilizzabili così come le pentole. Questa pulizia, lo scopriremo con il passare dei giorni, ci ha permesso di usufruire di cambio di lenzuola e di asciugamani pressoché tutti i giorni! Perché? Le donne delle pulizie evidentemente sono abituate ad un pubblico di barbari inglesi, che sappiamo tutti non essere proprio amanti dell’igiene in senso assoluto…Quindi visto il risultato delle pulizie hanno mantenuto decoroso lo standard del nostro alloggio. Questo però non mi autorizza a consigliarvi questo postaccio orrendo!Tra una pulizia e una doccia ristoratoria, facciamo tardi e ci involiamo verso Playa de Las Americas che dista un paio di chilometri da Los Cristianos. Ci sono un’enormità di locali, di fast food, di bar, birrerie e discoteche. Fatichiamo un pochino a trovare parcheggio anche perché non è proprio facile orientarsi. Infatti, a prescindere dalla mappa che avete il nome delle strade non esiste o meglio viene dato dagli alberghi che ci trovate. Quindi Avenida Marriott è perché c’è il famoso hotel della catena americana! Incredibile, ogni cosa è artificiosa e sempre più abbiamo nostalgia di Fuerteventura. Ci fermiamo lungo la via delle discoteche ed essendo molto tardi andiamo a prenderci un kebab al volo e facciamo due passi. Siamo veramente cotti, guardiamo l’ora e scopriamo essere le 2 di notte!! Ci sono tante persone in giro (non solo giovani per la verità) che sembravano le 10…Facciamo dietrofront e andiamo a dormire. Lunedì 22 agosto Vista la delusione per le spiagge e per il mare decidiamo di goderci una giornata di relax all’Acquapark. Entriamo subito nell’ordine di idee che ci sarà tanta e tanta gente ma preferiamo andarci di lunedì che aspettare il fine settimana oppure gli sconti del mercoledì dove pensiamo ci sia molta più confusione. L’Acquapark si trova a Costa Adeje, appena passata Playa de Las Americas. Se siete residente in un hotel troverete (anche al nostro c’era) il parco mette a disposizione un servizio di bus gratuito che vi porta e vi riprende. Il parco apre alle 9.30 e chiude alle 18 ma noi eravamo già alle 9. E non ci crederete ma già c’era fila! In una mezz’ora ce la caviamo e dopo aver pagato l’entrata giornaliera per la modica cifra di 22 € a persona entriamo nel parco. Ovviamente è un’organizzazione estorsiva bella e buona e per avere un armadietto dobbiamo pagare altri 3€ e per le stradio??? Altri 3 €!!! Il parco è molto grande e le attrazioni sono sinceramente divertenti. Non sono un grande frequentatore di parchi acquatici ma questo mi sembra bello grande. Ci sono giochi per tutti i gusti e per tutte le età. Addirittura ogni mezz’ora c’è la possibilità di fare un minicorso per sub sotto la guida di un istruttore. La gente è tanta e si inizia a fare una file anche di mezz’ora per fare un gioco, qualsiasi esso sia…Il caldo diventa presto irresistibile e lo spettacolo di giovani inglesi completamente ustionati in fila sotto al sole devo dire che è piuttosto esilarante, anche se mi rendo conto di essere un pochino masochista! Attenzione perché per un paio di giochi è necessario avere un piccolo gommone oppure una ciambella. Se la volete “personale” per tutta la giornata dove pagare altri 9 € e siccome non ne avevamo proprio voglia abbiamo scoperto che con un sistema di turnazione particolare ci sono comunque dei gommoncini e delle ciambelle a disposizione di tutti. Noi siamo riusciti a fare tutti i giochi con il sistema detto e abbiamo risparmiato 18 € che proprio pochi non sono. Nel parco c’è anche un delfinario e ci sono due spettacoli al giorno con i delfini. Decidiamo di andare a quello delle 15 ed essendo le 13 cerchiamo di mangiare qualcosa. Tutti i chioschi all’interno del parco sono presi d’assalto e poi i prezzi…Per un hot dog unto e bisunto chiedo 6,5 €…Roba da Piazza di Spagna per un cartoccio di caldarroste! Allora ci ricordiamo che appena di fronte al parco ci sono diversi pub all’aperto scozzesi, inglesi, irlandesi…Ma sicuramente, ci diciamo, i prezzi saranno migliori. Ci facciamo rilasciare un pass per rientrare e andiamo di fronte all’entrata dove entriamo nella terrazza di un pub scozzese e mangiamo un gigantesco hamburger con una montagna di patate fritte. Birra Dorada in boccale gelato e spendiamo in due 12 €! Alla faccia della gestione del Parco! Entriamo e andiamo di corsa al delfinario per lo spettacolo. Attenzione perché i posti non sono numerati e una volta piene le tribune viene chiuso l’accesso. Questo significa che se trovate degli ignobili individui che lo vogliono vedere due volte voi rischiate di non vederlo affatto! Quindi appena l’altoparlante annuncia lo spettacolo correte a perdifiato verso il delfinario. Anche perché lo spettacolo merita davvero…Molto bello! Dura circa mezz’ora e scoprirete cosa sono in grado di fare questi simpatici animali. Si lo so è molto triste vederli in vasca e la stessa sensazione ce l’abbiamo avuto al Miami Doplhin negli U.S.A. Ma gli istruttori sembrano davvero affezionati a questi animali che si cerca di dimenticare quest’ennesimo circo voluto dall’uomo.
Alle 18 si viene letteralmente sbattuti fuori dal parco e se non vi sbrigate non vi riuscirete a fare neanche la doccia! Poi tutti nel traffico per uscire dal dedalo di stradine che portano all’autostrada. Sembra una qualsiasi domenica di agosto a Roma, incolonnati verso il mare… La sera decidiamo di affidarci alla nostra Lonely Placet per andare a mangiare un tradizionale piatto di cucina spagnola. Tra Los Cristianos e La Play de Las Americas nell’entroterra sono segnalati diversi ristorante tipici. Ma abbiamo difficoltà a trovarli perché in questa parte delle cittadine i nomi delle strade sono dati dai nomi dei residence e spesso non ci sono i civici..Alla fine troviamo la zona i locali sono strapieni. Chiediamo al cameriere quanto c’è da aspettare e ci dice in malo modo che dobbiamo aspettare…Si ma quanto??? Boh, chiediamo ad un altro se possiamo dare il nome per metterci in file, visto che c’è tanta gente che aspetta e lui ci dice candidamente che non ci sono liste…La lista viene autogestita dalle persone che aspettano. Chiedete chi è l’ultimo e voi siete dopo di loro!!! Ma che è scemo?? Dopo dieci minuti abbiamo la conferma che non mangeremo mai perché la fila non viene rispettata (gli spagnoli sono purtroppo uguali agli italiani in questo e in altre situazioni proprio non signorili…) e quindi alziamo i tacchi e andiamo via. Casualmente alla parallela troviamo un altro posto che si chiama Asador Castellano. Ovviamente non c’è l’indirizzo e non è riportato neanche sullo scontrino che viene rilasciato alla fine della cena. Vi lascio comunque un telefono se volete andarci 922-750273 Il posto è carino con una bella terrazza che affaccia sul parcheggio purtroppo. Ma la zona è tranquilla il personale gradevole e la cucina spagnola come spagnoli sono gli avventori. Studiamo il menù e ci facciamo consigliare qualcosa anche da loro e prendiamo un polpo alla gallega (crudo e marinato con tantissime spezie) ed una Piena Lecha in due. Si tratta di una porzione enorme di carne…Vi portano uno stinco di maiale (credo) cotto al forno. Buonissimo ma veramente troppo!Con un’acqua, una birra ed un caffè spendiamo 45 € in due. Tenete conto anche di un’atra cosa: in Spagna si paga sempre il coperto, a volte l’IVA non è compresa nei prezzi (e fortunatamente alle Canarie è solo il 5%) e il pane si paga salato! Noi una porzione l’abbiamo pagata 1.8 € un’esagerazione vera e propria anche perché non ti portano certo un filone! Martedì 23 agosto Dopo esserci distratti con l’Acquapark era venuto il momento di capire veramente se l’isola di Tenerife fosse sprovvista di spiagge e di bel mare, quello che noi avevamo immaginato. E quindi facciamo un tour dell’isola per verificare di persona quello che invece la guida e i vari forum non dicevano: ovvero che l’isola non ha spiagge e soprattutto non ha un bel mare. Partiamo di buon ora a con l’autopista del sur andiamo verso Santa Cruz.Lasciamo spesse volta l’autostrada per andare sulla costa a verificare l’esistenza di spiagge ogni volta che la guida Lonely oppure la mappa che abbiamo ricevuto dal noleggiatore ne indicano la presenza. Ma restiamo sempre più delusi: in realtà vengono segnalate come spiagge delle vere e proprie discariche, altre volte si tratta di 10-15 metri di sabbia vulcanica con un mare scuro e per nulla invitante. Inoltre, essendo questi posti fuori dalle rotte turistiche più battute vi si riversano tutti gli abitanti dell’isola che ovviamente non si sognano nemmeno di passare una giornata al mare nelle spiagge del Sud affollate di orde di barbari turisti. Le condizioni igieniche che vediamo nei diversi paesi verso nord sono a dir poco fatiscenti: questi villaggi lungo la costa spesso non hanno neanche le strade completamente asfaltata e la sporcizia è in ogni angolo. Poco prima di Santa Cruz svoltiamo per l’Autopista de Norte per La Laguna con destinazione La Orotava.Il caldo si fa sentire e ogni volta che accendo l’aria condizionata del catorcio che guido non riesco a fare più di 80 km all’ora. C’è da considerare che molta parte della strada che collega Santa Cruz a Puerto del la Cruz è in salita e quindi… La Orotava è una piacevole cittadina sulla costa occidentale dell’isola. Parcheggiare gratuitamente è praticamente impossibile. Andiamo al parcheggio sotterraneo che si trova vicino alla Iglesia de San Augustin e per 3 € lasciamo la macchina al fresco. Facciamo una passeggiata in questo grazioso paese, la giornata è ventilata e l’altitudine a cui ci troviamo (circa 400 m) rende la passeggiata piacevole. La cosa più interessante da vedere sono le abitazioni tipiche dell’isola alcune delle quali risalgono al 1600. La più famosa è la Casa Molina (oppure detta Casa del Turista) dove potete fare una visita gratuita (almeno al piano terra) vedere il chiostro e fare degli acquisti di piccoli souvenir handmade. Andiamo a mangiare in un posto segnalato dalla guida che si chiama Bar-Restaurante Tapis in Avenida José Antonio 6.Il bar è piuttosto ampio e le due signore che lo gestiscono sono sbrigative ma cordiali. I panini sono tutti espressi e potete richiederli praticamente come volete. Il prezzo che pagherete è irrisorio: due panini e due Coca Cola ci sono costati 6.20 €! Proseguiamo verso Puerto de la Cruz e attraversiamo immensi campi di banani. Poco prima di arrivare alla città troviamo un bananeto aperto al pubblico. Si chiama El Guance e si paga 7.5 € per entrare…Noi ve lo sconsigliamo alla grande ma se volete entrate. Oltre alle piante di banane che comunque potete vedere gratis su tutta l’isola, ci sono decine di piante e di alberi da frutta che difficilmente potrete osservare sull’sola. Piante di ananas mediterranei, pianta del cacao, ecc. C’è la possibilità di degustare anche il famoso liquore alla banana e ovviamente di acquistare qualche souvenir.Se volete comprare questo liquore tipico questo è il posto che fa per voi, anche perché su tutta l’isola non abbiamo trovato posti dove lo vendessero per meno. Comunque una bottiglia da 750 ml costa circa 7 € (all’aeroporto di Puerto de la Cruz l’ho vista a 15€!). Inoltre c’è la proiezioni di un video in diverse lingue con la spiegazione di come si può coltivare una pianta di banana e raccoglierne i frutti direttamente nel vostro giardino di casa. Infatti vengono venduti i bulbi delle banane per poterle piantare dove volete (se abitate a Bergamo la vede dura…La temperatura deve essere costante a 25 °C per tutto l’anno!) Verso le 16 arriviamo a Puerto de la Cruz. La cittadina non è brutta ha un centro pittoresco ma quando arriviamo sul mare…Beh di spiaggia neanche l’ombra. Addirittura i ragazzi del post fanno il bagno nella parte scogliosa della cittadina, divertendosi con i cavalloni che si infrangono sugli scogli. Alcune strutture alberghiere hanno delle pozze naturali riempite di acqua marina…Così fate il bagno in piscina facendo finta di stare al mare. Devo dire che questa cosa stava diventando veramente demoralizzante, un’isola in cui non è possibile avere un accesso dignitoso al mare…Che delusione. Proseguendo verso sud si trova Loro Parque una delle attrazioni maggiori dell’isola, come recita la pubblicità che troverete ovunque. Si tratta di un parco dove ci sono diverse tipologie di uccelli e altri animali. Anche in questo caso il biglietto d’ingresso è abbordabile…Circa 25 € per entrare un giorno nel parco. Decidiamo di soprassedere ma di fronte all’entrata del Parco troviamo la spiaggia La Romantica! irca 100 metri di sabbia nera, incastonata tra le abitazioni di Puerto de la Cruz, con cavalloni belli grandi e ovviamente quei 3-4 mila bagnanti che cercano di guadagni un metro quadro di vivibilità sia in spiaggia che in acqua. Proseguiamo verso sud in un’altra località segnalata dalla cartina per la presenza di una spiaggia. Ci promettiamo che è l’ultima volta che usciamo dal percorso per non vedere una spiaggia. Ci troviamo a San Juan de la Rambla. Qui di spiaggia neanche l’ombra…Allora ci fermiamo in un’agenzia di viaggi lungo la strada e chiediamo, visto che potremmo aver sbagliato strada. La signora che gestisce l’agenzia è molto gentile e ci spiega che di spiagge sull’isola non ce ne sono, nel senso che intendiamo noi. Le uniche sono a sud, dove ci sono i grandi agglomerati di turisti mentre l’unica a nord e poco sopra Santa Cruz, ma totalmente artificiale (poi capiremo cosa intendeva con questa definizione!) Le spiagge che la cartina (e anche la Lonely) segnala, sono solamente dei piccoli spazi di terra o di sabbia vulcanica che sono state generosamente inserite nel computo delle spiagge dell’isola.Poi vedendo il nostro sguardo di scoramento ci dice da dove veniamo..Noi diciamo che siamo di Roma che proveniamo da Fuerteventura e lei ci dice subito che se cerchiamo il mare e le spiagge allora dobbiamo tornare lì!! Ormai abbiamo la certezza che non troveremo quello che cerchiamo e allora per non rovinarci la vacanza dobbiamo rassegnarci a godere di quello che l’isola può offrire. Che comunque pare essere interessante! Ci rimettiamo in viaggio, ormai si è fatto tardi e ci dirigiamo verso un’altra località turistico-balneare dell’isola, Los Gigantes. Ma questa volta non ci illudiamo di trovare una spiaggia. La strada che collega Puerto del la Cruz a Los Gigantes si inerpica per decine di chilometri lungo la costa occidentale della montagna (pardon vulcano) del Teide, che con i suoi 3.718 metri è la vetta più alta di tutta la Spagna. La macchina fa una fatica bestiale su queste alture e formo una bella coda dietro di me…Ma sinceramente non posso proprio andare più forte. In alcune salite sono costretto a inserire la prima!! Lo spettacolo che si pone davanti a noi superata la salita è bellissimo. Ci sono due immense montagne che cadono a picco nel mare ed in mezzo i due agglomerati di Los Gigantes e di Puerto de Santiago. Il nome di Giganti questi due promontori se lo meritano davvero, per quanto sono grandi ed imponenti.Inoltre, siamo proprio al tramonto e finalmente una serata che si preannuncia spettacolare. Arriviamo a Los Gigantes al momento del tramonto e ne approfittiamo per fare qualche foto. Un rosso bellissimo, anche se lo spettacolo dietro di noi è quello di decine di costruzioni multipiano, in grado di ospitare migliaia di persone. Di caratteristico niente, proprio niente. Anche Puerto de Santiago è niente di che e ovviamente la spiaggia che ha un nome fascinoso, Playa de la Arena (che coraggio) non ve la descrivo neanche. Questi due centri sono pieni di ospiti inglesi e ci sono tantissimi locali che hanno le insegne in inglese! Ormai è notte e quindi andiamo decisi verso casa. Quando arriviamo a Los Cristianos sono quasi le 10 e non abbiamo voglia di andare al nostro appartamento per poi riuscire di nuovo. Anche senza doccia decidiamo di fermarci per cena proprio a Los Cristianos e puntiamo proprio nella zona turistica del centro, la zona pedonale.Mentre osserviamo il menù di un’american steak house, ci rendiamo conto che di fronte c’è un ristorante spagnolo. All’interno non c’è tanta gente, diamo un’occhiata al menù fuori e i prezzi ci sembrano abbordabili. Pensiamo di prendere una “sola” ma la voglia di girare non è proprio tanta e quindi entriamo. È stata la scoperta della nostra visita a Tenerife: un eccellente ristorante spagnolo che offre piatti locali a prezzi molto modici. Chiediamo al cameriere un consiglio e lui ci dice perentorio: zarzouela! Si tratta della versione “zuppa” della paella, ovvero una fantastica zuppa di pesce, con tantissimo pesce intero e freschissimo. Vi assicuro che non riuscirete a finirla! Il prezzo per due persone è di 26.80 €. Il cameriere vi porterà un enorme pentola piena di sugo e di pesce che vi servirà direttamente nei due piatti. Uno spettacolo! Il posto si chiama Restaurante San Luis in Avenide de Suecia 17 (tel 922.794031). Se non vi piace il pesce potete anche mangiare dell’ottima carne e tante altre cose. Alla fine del pasto vi sarà anche offerto un digestivo da parte del gestore senza contare che i camerieri sono disponibili e cortesi e appena scopriranno che non siete inglesi ma italiani…Si faranno in quattro per voi. Il motivo? Mangerete del buon pesce o della buona carne capendo la differenza con la vicina steak house!! Per loro questo significa aver trovato una persona degna di parola!! Mercoledì 24 agosto Abbiamo deciso di spendere la giornata sdraiati al sole a non fare nulla.Siamo un pochino stanche, ci restano ancora da fare molti chilometri e non volgiamo tornare più stanchi di quando siamo partiti.Decidiamo dunque di andare alle “spiagge” del sud, e facciamo un giro per vedere quale tra Las Americas e Los Cristianos possa andar bene. Innanzitutto è quasi impossibile non affittare un ombrellone o lettino. C’è anche una parte di ciascuna spiaggia libera per i bagnanti ma la folla raggiunge livelli stile “Rimini” ad agosto…Quindi decimiamo subito di affittare il necessario.Optiamo per la spiaggia di Los Cristianos che si chiama “Las Vistas”, perché più grande e meno affollata di quella di Las Americas. Diciamo subito che il colore del mare non invita certo a fare delle belle nuotate ma oggi non vogliamo proprio lamentarci. La spiaggia è ben tenuta, pulita e super organizzata con docce, bagni pubblici, accesso disabili, e tanta offerta di qualsiasi tipo di divertimento in acqua. Per prima cosa l’affitto dell’ombrellone e del lettino non può essere separato. Ovvero se voleste affittare solo la sdraio (perché magari odiate l’ombra) non lo potete fare. La sdraio viaggia con l’ombrellone e ogni pezzo costa 3€. Ombrellone e due sdraio totale 9€. Non economico ma ci si può stare. Lo stabilimento chiude verso le 18.00 quindi non pensate di poter restare oltre visto che alle 18.00 in punto iniziano tutte le attività di pulizia della spiaggia e del litorale per il giorno dopo. Se vi annoiate non avete che l’imbarazzo della scelta: jet ski, parapendio, canoe, pedalò, viaggi in barca a vela, ecc. Ecc. Non fatevi scrupoli: se non trovate la vostra attività marina preferite chiedete e vi sarà offerto. Tutto è possibile e tutto ha un prezzo però! Il jet ski costa 40 € per 20 minuti (45€ se andate in due) lo stesso per il parapendio. Se volete risparmiare allora non vi resta che una nuotata nell’acqua torbida di Las Vistas, cercando di trovare un posto per non essere presi di mira da palloni, racchettoni, ecc.
Ovviamente alle spalle della spiaggia troverete decine di pub inglesi, scozzesi, gallesi, nord irlandesi ecc. In cui potrete magiare dello standard cibo da fast food, bere birra ghiacciata spendendo come da Mc Donald’s.
La sera decidiamo di tornare a Los Cristianos e di cercare qualche ristorante tipico spagnolo, magari qualche bella osteria dove non ci sono turisti e dove il personale non ha i menù in 20 lingue. Passeggiando nel centro pedonale di Los Cristianos alla fine di Avenida Luis XXIII sulla destra c’è una strada in salita con un locale anonimo. Qualche tavolino di legno fuori, un piccolo bancone dentro. Leggiamo il menù fuori (solo in spagnolo) e ci facciamo convincere. Il gestore è un vecchietto di almeno 80 anni, molto lento nel servizio, quasi esasperante per il tempo che passa tra l’ordinazione e la pietanza. Ci accorgiamo che siamo gli unici avventori del locale e qualche dubbio ci comincia a salire dalla pancia…Ordiniamo due paella e attendiamo buoni 40 minuti…Poi il vecchietto compare con due piattoni di paella di pesce e pollo. La vista è eccezionale ma il sapore…Diciamo che le buste della Buitoni sono sicuramente migliori! Non che sia cattivo ma il pesce è chiaramente surgelato e con il riso non è stato proprio mantecato, sembra di mangiare riso cinese bianco e pesce surgelato. Brutta cena, il prezzo fortunatamente non tradisce le attese e con 25 € ce la caviamo.Per rifarci la bocca tornati al carcere del Green Park prendiamo due cocktail e passiamo un’oretta a bordo piscina a fare due chiacchiere. Ma la serata iniziata male, finisce per tradizione peggio. Nel cuore della notte i vicini inglesi iniziano una feroce discussione tra un piano e l’altro del residence! Volano parole grosse ed insulti…Il motivo scatenante è che spesso i più giovani vanno in discoteca e tornano alle 5 del mattino facendo un chiasso incredibile…Mobili che vengono spostati, urla, botte sui muri…Fino alle 7 quando crollano al tappeto.Ma quella notte un vicino non ha retto più e (giustamente secondo me) ha fatto il matto, urlando e minacciando il vicino…Solo all’alba la situazione è rientrata, senza ovviamente che nessuno del personale del residence avesse mosso un dito per ristabilire l’ordine o chiamare la polizia! Giovedì 25 agosto Decidiamo di andare a vedere una spiaggia a nord di Santa Cruz de Tenerife. Ovviamente prima di farci questo viaggetto chiediamo al personale del residence che ci confermano che si tratta di una delle spiagge più famose dell’isola. In effetti, Las Teresitas compare su tutti i depliant di Tenerife e sembra piuttosto bella. Ok, detto fatto, partiamo in direzione Santa Cruz. Sono circa 120 km per arrivare alla spiaggia ma cogliamo l’occasione anche per dare un’occhiata a Santa Cruz. La Capitale di Tenerife è un caos pazzesco di macchine, lavori in corso, strade a 4 corsie per senso di marcia…Non è facile uscirne indenni. Noi ci riusciamo dopo aver sbagliato strada almeno 4 volte…Troviamo la direzione nord per San Andrés piccolo paese proprio sulla spiaggia di Las Teresitas. Da Santa Cruz saranno un decina di chilometri, durante i quali si costeggia il porto (enorme) e una cava di pozzolana (gigantesca). Alle spalle della spiaggia lunga un paio di chilometri c’è un ampio parcheggio ma tenete conto che siete vicino alla Capitale e se andate nel week end…Allora andateci molto presto perché l’ampio parcheggio diventa insufficiente per tutti! La spiaggia è tutta di sabbia bianchissima, ma è di riporto ovvero proviene dalla vicina isola di Fuerteventura. Ve ne accorgerete perché il terreno è duro, compatto ed inoltre davanti alla spiaggia c’è una barriera frangiflutti per evitare che il mare possa portare via il prezioso bottino accumulato con fatica ed ingegno dagli uomini. La spiaggia ha alle spalle numerose palme, è attrezzata con tantissimi chioschi che vedono cibo e bevande, bagni e docce, e gli immancabili noleggi di sdraio.Vi conviene sistemarvi nella parte nord della spiaggia, verso la fine perché nella parte centrale e meridionale si affolla tantissima gente. Le sdraio costano 2 € al pezzo per tutta la giornata e secondo me ne dovreste noleggiare almeno una. Il vento abbastanza teso e costante durante tutta la giornata rende la vostra permanenza sulla spiaggia problematica se non siete sollevati dalla sabbia.
Il mare è abbastanza pulito ma la presenza del frangiflutti a poche decine di metri oltre ad essere antiestetico, rende l’acqua particolarmente bassa e non adatta a nuotate. Se andate fino a Las Teresitas non potete non andare sulla scogliera che la sovrasta per scattare qualche foto. Proseguite la strada verso nord e dopo poche curve arriverete al promontorio di fronte a San Andrés. Potrete ammirata uno spettacolare panorama e vi renderete conto anche che la spiaggia che segue il promontorio detta Playa del Burro è in realtà una sorta di fazzoletto affollato di gente che si litiga il metro quadrato. Il pomeriggio siamo andati a fare un giro a Santa Cruz, nella parte pedonale della città. Siamo molto fortunati troviamo un posto per la macchina vicino a Plaza de España, addirittura senza pagare nulla. Il centro è tutto pedonale: Calle Castillo, Calle Bethencourt Alfonso, Plaza de la Candelaria. Tutti negozi che vendono souvenir e materiale elettronico. Per il materiale elettronico, macchinette fotografiche e telecamere digitali, c’è da fare un piccolo inciso. Nelle località di villeggiatura come Los Americas e Los Cristianos troverete decine e decine di negozietti per la maggior parte gestiti da indiani che vendono prodotti elettronici a prezzi davvero convenienti. Esempio Cybershot della Sony 5.1 megapixel a 90€…Sono stato sul punto di acquistare qualcosa più di una volta ma alla fine mi sono detto: se nei posti di villeggiatura costano così figurarsi nelle vie commerciali di un posto non turistico, come ad esempio può essere Santa Cruz…In realtà i prezzi che si trovano nelle vie della Capitale sono decisamente più alti. Sempre molto convenienti rispetto a Roma ma sicuramente più alti. Come mai? Ho scoperto il meccanismo frode-turista per caso e vi voglio mettere in guardia per quelli di voi che come me sono tentati dall’acquisto elettronico esente IVA. I negozietti che vendono questi prodotti a prezzi irrisori vendono prodotti USATI! Ma negheranno e giureranno davanti al loro Dio che si tratta di merce nuova, nuovissima con tanto di garanzia che compileranno (in spagnolo per ogni prodotto che acquisterete). E tutta roba usata, ragazzi non cadeteci: io l’ho scoperto per caso. Davanti ad una vetrina una signora chiede in spagnolo il prezzo di una telecamera e il venditore conferma il prezzo bassissimo. Lei gli chiede se è roba nuova e lui dice che tutto quello con il prezzo esposto è usato mentre quello senza prezzo esposto (con prezzi in linea se non superiori a quanto di può tra vere a Roma) è invece nuovo!! Per avere la conferma che non mi fossi sbagliato a capire al conversazione chiedo al negoziante il prezzo della telecamera (la stessa della signora spagnola) e lui mi conferma il prezzo esposto. Chiedo allora se si tratta di merce USATA e lui mi dice che la merce in vetrina è tutta nuova. La mia conversazione è stata fatta in inglese quindi non poteva capire che io ero nelle condizioni di capire lo spagnolo (essendo molto vicino all’italiano il senso della frase è piuttosto simile…). Quindi tutti i negozi che trovate nelle località turistiche, vendono prodotti usati che vi spacciano per nuovi. Due domande vi starete facendo in questo momento: perché alla signora spagnola hanno detto la verità? E come fanno a darvi la garanzia su un prodotto usato? Prima risposta: la signora avrebbe potuto leggere la garanzia nella sua lingua e avrebbe facilmente scoperto che la questa (seconda domanda) non è la garanzia ufficiale del produttore ma la garanzia del negozio che in Italia vale meno della carta igienica! Dopo aver scoperto il meccanismo truffa ho cerato di vedere attentamente il prodotto esposto ed effettivamente ho notato delle piccole scrostature, delle righine sullo chaissy. Probabilmente sono prodotti che i grandi centri commerciali tengono in esposizione (vedi Mediaworld) e che loro poi acquistano e rivendono: nei casi peggiori sono prodotti usati e riparati e poi venduti come nuovi. A conferma di tutto questo noterete che NESSUNO di questi negozianti vi darà il prodotto imballato, ma lo prenderà dalla vetrina e vi dirà che si tratta dell’ultimo prodotto rimasto in negozio: TROPPO FACILE!! Torniamo a Santa Cruz: la città è carina, ma niente di che. I negozi sono belli, c’è molta confusione in giro. Nei pressi del centro non perdetevi la fumeria Doña Papaia (Calle Callao de Lima 3). Segnalata dalla Lonely Placet vale veramente la visita. Un ottimo frullato “combinato” ovvero con frutta mista lo pagherete 1.65 €. Dietro il bancone c’è una catasta di frutta pronta per essere frullata, incredibile. Prendete un tavolino, ordinate e spendete mezz’ora del vostro tempo a vedere le persone che entrano e ordinano frullati di tutti i tipi… La giornata volge al termini e quindi torniamo verso il nostro alloggio. Ma ormai sono le 21 e allora che facciamo? Andiamo a Los Cristianos e decidiamo per una cena etnica. Nel centro pedonale troviamo un ristorante indiano, King of India. Il personale è veramente simpatico, paziente visto che dovranno spiegarvi i piatti uno per uno a meno che non siate pratici. Alla fine spendiamo in due 36 € comprese mancia e bevande, mangiando come porci…Forse abbiamo veramente mangiato troppo! Anche perché il programma per il giorno dopo si annuncia intenso.
Venerdì 26 agosto Siamo giunti all’ultimo giorno pieno di vacanza alle Canarie e come la ciliegina sulla torta ci siamo tenuti per l’ultimo giorno la visita (obbligatoria) al vulcano Teide come detto il monte più alto di tutta la Spagna. Vedendolo dal basso non ci si rende conto della sua altezza. Si trova nella parte meridionale dell’isola ma in realtà condiziona il clima di tutta Tenerife. E’ spesso avvolto nelle nubi e si rischia di andare in vetta per non vedere nulla…Questo è uno dei motivi per cui l’abbiamo tenuto per l’ultimo giorno…I giorni precedenti non sembravano favorevoli ad una visita in montagna. Anche la mattina del 26 agosto non sembra proprio propizia ma il tempo è scaduto e non possiamo rimandare. Partiamo di buon ora e andiamo verso San Isidro. La strada si inerpica velocemente e le salite si fanno sentire sulla Clio. Faccio lunghi tratti in prima (!) e formo dietro di me una piccola coda di SUV pronte a superarmi appena ne hanno possibilità. Passiamo Granadilla de Abona per prendere la statale C- 821 che passando per Vilaflor e la Boca del Tauce arriva diretta ala Parque National del Las Cañadas del Teide. Il paesaggio è veramente incantevole e man mano che si sale si passano i diversi “strati” montani: pini, abeti e poi la desolazione delle Cañadas, delle immense pianure che si trovano oltre 2.000 m sul livello del mare formate dalla lava e dalla cenere vulcanica risalente all’ultima eruzione del 1798. Il paesaggio arrivati alla base del Pico del Teide è incredibile: sembra di essere improvvisamente sbarcati sulla luna. Addirittura è ben visibile ancora la colata dal fianco del vulcano lunga ben 1 kilometro.Con la macchina arriverete alla base del Pico a 2.356 m. Cercate di arrivare presto altrimenti avrete due problemi: il parcheggio (troppo piccolo per la quantità di turisti che vanno a visitare il vulcano) e soprattutto la coda per entrare nella teleferica che vi porta in vetta. Noi siamo arrivati verso le 10.30 (considerate che per salire serve almeno 1-1,5 ore con la macchina) e abbiamo atteso 30-40 minuti. Ma al ritorno l’attesa prevista era arrivata a due ore! Ricordatevi che salirete oltre i 3.500 metri e quindi non fate come i turisti inglesi…Magliettina e ciabattine perché poi rischiate di morire di freddo! Jeans e felpa e k-way sono a mio avviso obbligatori. Anche perché il tempo cambia continuamente con vento, pioggia e nebbia (non scherzo). Nel tempo di attesa per entrare nella teleferica abbiamo preso tanta acqua e vento gelido donati generosamente da madre natura. La teleferica costa la modica cifra di 22 € a persona e vi porterà all’altitudine di 3.555 m in otto minuti (così si vantano con un cartello posto all’entrata). Vi regaleranno anche una spilletta ricordo e vi faranno una foto (squallida) che se volete ritirare dovrete pagare quasi 10 €. Solo giunti alla teleferica troverete dei simpatici cartelli multilingue che vi avvertiranno che non è possibile salire proprio sul cono del Pico. Ovvero raggiungere i 3.718 m di altitudine massima prevista. Infatti per salire in cima è necessario un permesso rilasciato dalle autorità del Parco il cui ufficio si trova ad oltre 100 km di distanza (!) ovvero a Santa Cruz. Quindi se volete salire sul cono dovrete andare a Santa Cruz e fare la domanda. L’autorità rilascia un numero massimo di permessi giornalieri per evitare di intaccare il delicato ecosistema del vulcano e quindi rischierete che il vostro permesso vi autorizzi a salire quando già sarete tornati in Italia! Ovviamente i grandi gruppi di turisti hanno una “precedenza” mafiosa visto che richiedono questi permessi con grandi anticipo e dunque li vedrete marciare verso la vetta. In realtà io mi sono reso conto che avrei avuto difficoltà a fare quei 200 m finali. L’aria è molto rarefatta e le difficoltà nel salire con poco ossigeno non sono affatto minime. Bisogna essere un minimo allenati ed attrezzati considerando anche il terreno impervio e l’abbigliamenti marino e non montano con cui si arriva alle Canarie. In ogni caso per tutti coloro che si sentono in grado di farlo, vorrei ricordare l’opzione B alla teleferica per raggiungere almeno i 3.555 metri del vulcano: il percorso a piedi. Totalmente gratuito permette non solo di risparmiare i 22 € della salita ma anche di fare dell’ottimo esercizio fisico. La salita dura circa 5/6 ore (così segnalato dai cartelli posti all’inizio del sentiero) e se comunque vi volete fare una sgambata rigenerativa potete sempre acquistare il biglietto “one way” ovvero solo andata per 11 € per poi scendere a piedi verso il parcheggio. La discesa si percorre in circa 3/4 ore. Il biglietto della teleferica vi permette di fare, una volta giunti a destinazione, un percorso di 40 minuti verso il belvedere. Andate piano, perché ogni sforzo viene centuplicato dall’assenza di ossigeno. Sono molte le persone che si siedono e attendono diversi minuti prima di recuperare le forze per proseguire. Lungo il percorso ci sono anche diverse guide che vi presteranno soccorso nel caso in cui ne abbiate bisogno. Per evitare orde barbariche di turisti in vetta al vulcano, il biglietto ha una durata temporale che se non ricordo male è di un’ora e mezza, scaduta la quale dovrete tornare indietro. Il vento è fortissimo e vi garantisco che difficilmente troverete la forza e la motivazione per restare oltre il tempo previsto. Comunque resta il fatto che pagare 22€ per essere anche vincolati al tempo è secondo me eccessivo. Il tempo non era proprio bellissimo ma siamo riusciti vedere La Gomena, l’isola che si trova di fronte a Tenerife. Tante nuvole e il forte vento hanno reso la permanenza sul Pico non proprio agevole. Tornando verso il mare ci siamo fermati a Vilaflor il Comune più alto della Spagna a ben 1.500 metri sul livello del mare. Vi garantisco che dopo l’altitudine del Teide sembrava di essere già in spiaggia. Ci fermiamo in un piccolo locale a mangiare un panino (bocadillos) a 1.80€ e pepito (panino con prodotti cucinati) a 2.10€. Il locale per chi ci volesse andare si trova di fronte all’unico benzinaio del paesino.
Giunti al residence decidiamo di passare l’ultima parte del pomeriggio in spiaggia e torniamo da dove eravamo partiti ovvero a Playa de la Tejita. Saranno state le 15.30 e il tempo volgeva al brutto. Ci prendiamo due sdraio e speriamo che l’omino non passi a prendere i soldi…Ma non facciamo in tempo a dirlo che arriva…Cavolo ci tocca pagare…Ci passa davanti, ci guarda e non dice nulla! Infatti le nostre sdraio erano ancora “segnate” e quindi non abbiamo dovuto pagare…Come avevamo intuito l’arcaico sistema di pagamento prevede numerose falle! La sera come cena finale torniamo a mangiare dell’ottimo pesce da San Luis a Los Cristianos. Volevamo chiudere con un buon ricordo e ci siamo riusciti proprio! Sabato 27 agosto Giorno di partenza. Il nostro volo è alle 19.00 e ci porterà a Gran Canaria dove alle 3 del mattino un altro volo ci accompagnerà a Madrid dove alle 7.30 faremo l’ultimo tratta verso Roma! Che bella giornata che ci attende! Ma alla fine siamo contenti perché ci godremo per intero l’ultimo giorno e poi avremo tutta la domenica per riposarci e per rientrare nell’ordine di idee del rientro al lavoro.
Facciamo i bagagli, ci congediamo da residence con la tentazione di richiedere il foglio di commento e di compilarlo come si conviene…Ma poi ci siamo detti che non ci interessava, lì non saremo mai più tornati e quindi abbiamo lasciato perdere. Saliamo in macchina e ci dirigiamo verso Santa Cruz. Vogliamo spendere almeno parte della giornata alla spiaggia di Las Teresitas. Ci prendiamo un po’ di sole, ci facciamo un bel bagno e una bella doccia, ci asciughiamo i costumi e poi mangiamo un panino in uno dei chioschi che si trovano dietro la spiaggia. Il chiosco si chiama El Ultimo perché è proprio l’ultimo della serie! Ed è sicuramente uno dei più abbordabili: bocadillos (qualunque tipo) a 2€ e lattina (qualunque tipo) 1€ Andiamo a San Andrés e sulla piazzetta del Paese prendiamo un ultimo zumo: specialità della casa con arancia, ananas e banana (2.10 €). Andiamo a fare una visita al paese di La Laguna che si trova tra Santa Cruz e l’aeroporto. La guida incensa questo paese descrivendone bellezze e storia antica. Sinceramente ci delude non poco…Molto carino ma niente di speciale. La piccola cattedrale non apre all’ora indicata e per noi si sta facendo tardi e decidiamo di andare via. Ci fermiamo a Decathlon lungo l’autostrada per un ultimo tentativo di shopping ma anche questo cade nel vuoto, con prezzi allineati a quelli italiani.
Arriviamo in aeroporto alle 18.00 lasciamo l’auto con il sistema descritto: parcheggio e chiavi nella buca delle lettere (!) e poi facciamo il check in per Gran Canaria. C’è magone perché la fine della vacanza è sempre molto triste…Arrivati a Gran Canaria passiamo 7 ore girando tra i negozi (aperti tutta la notte, altro che Fiumicino!) e dormendo sulle poltrone. Migliaia sono i turisti che affollano l’aeroporto nella notte, con decine di voli charter che riportano in patria inglesi e tedeschi. Il nostro Iberia parte puntuale e poi arriviamo a Madrid da cui ripartiamo alla volta di Roma. Detto fatto, 15 giorni sono volati. Stanchi ma soddisfatti torniamo a casa, arricchiti da questa ennesima esperienza. Con la promessa che alla Canarie ci torneremo ancora, ci sono proprio entrare nel sangue! Se volete altre informazioni non esitate a contattarci.
Ciao a tutti e buone Canarie Andrea