Tenerife a settembre
30 agosto 2011
Estamos de vacaciònes… Che bello! Si parte di nuovo. Dopo un anno esatto dalla vacanza di Rodi, la compagnia Evangelista, Pistolesi, Lazzerini, Montomoli si avvia ad una nuova avventura, stavolta organizzata in modo improvvisato (avevamo fissato a gennaio, Brenda doveva ancora nascere…) dalla mitica agenzia Buristo Travel. Purtroppo non è della partita la famiglia Gatti per vari motivi, ma ci rifaremo alla prossima… La partenza, prevista per le 3.15 antelucane, è avvenuta senza intoppi. Arrivati a Pisa abbiamo lasciato le macchine ad un parcheggio prenotato dalla Buristo alla modica cifra di 52 Euro per auto per tutta la settimana. Abbiamo dovuto lasciare le chiavi e il Pisto era un po’ contrariato visto che il gestore è un rumeno: già si vede la BMW con un paio di baiadere scollacciate sopra… speriamo bene… Check in ed imbarco ok e colazione veloce al bar vicino al gate. Poi via con un volo Ryanair che è durato 4 h e 40 min. Siamo giunti a destinazione alle ore 10.30 locali. Tenerife ci accoglie con il sole, una lieve brezza e la sua terra scura, vulcanica. L’oceano è un po’ mosso ma sotto la luce quasi abbagliante e le palme sembra tutto molto bello! L’aria è calda e c’è poca umidità a differenza del clima che abbiamo lasciato in Italia (e che ritroveremo al nostro ritorno). Prendiamo l’auto prenotata sempre dalla Buristo (i ricarichi rispetto alle prenotazioni internet sono confermati come nella gita sui Pirenei) e ci dirigiamo verso l’hotel Iberostar Torviscas, situato nella zona di Costa Adeje.
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Raggiungiamo la destinazione in circa mezz’ora e ci sistemiamo in hotel. Sono tutti gentilissimi, con tanto di cocktail di benvenuto e la receptionist, Angeles, è davvero simpatica. Breve sosta in camera (578 Eva e 573 noi) poi verso la spiaggia per mangiare un boccone. Il Pisto e Greta non hanno resistito e si sono bagnati subito i piedi nell’oceano mentre noi abbiamo iniziato ad ordinare qualcosa da Mc Donald’s: un posto metropolitano ma con vista mare! Dopo pranzo eravamo distrutti vista la levataccia e siamo tornati in hotel. Ci siamo buttati sul letto, tranne Marco e Greta che sono caricati al plutonio ed erano pieni di energia nonostante la nottata in bianco. Nel pomeriggio, prima io e Daniele poi Giovanna e Brenda, li abbiamo raggiunti per un bagno in piscina. Greta si riconferma campionessa di tuffi e grande amante del nuoto… da quanto è stata in acqua praticamente le sono uscite le branchie e la mani sono diventate palmate… Stavo proprio bene a bordo piscina in panciolle e con il sole alla giusta temperatura (ci vuole la crema però… vero Marco?) e un leggero venticello. Ci siamo trattenuti finchè la piscina non è stata chiusa tra una chiacchiera, uno scherzo e un po’ di coccole con le piccine. La famiglia Evangelista è poi salita in camera per sistemarsi prima della cena mentre io e Dani abbiamo fatto due passi sul lungomare che qui unisce praticamente tutta la costa turistica per molti km ed è molto ben tenuto. Ci siamo fermati a bere un aperitivo sulla spiaggia Fanabe in un bar con terrazza sull’oceano e poi siamo tornati in hotel. Per la cena abbiamo scelto il Gran Reserva, il più antico ristorante di Tenerife. Abbiamo subito scelto la paella, che non era niente male, e poi due passi tra i negozietti del centro. Infine a nanna perchè, nonostante il riposino pomeridiano eravamo tutti cotti! Occorre fare una parentesi sulla new entry della comitiva: la piccola Brenda di appena 4,5 mesi di età. La figlia dei coniugi Evangelista ha retto bene il viaggio di andata dormendo ma, soprattutto, facendo delle belle poppate rigeneranti. Per ora si conferma all’altezza del resto del gruppo ormai collaudato da vari viaggi. Pure Greta è abbastanza brava anche se ogni tanto fa qualche dispettuccio alla sorellina… Buenas noches Tenerife.
31 agosto – Loro Parque
Dopo lauta colazione (il buffet è veramente ben fornito) ci siamo incamminati alla volta di Loro Parque, il più importante parco a tema di Tenerife. Si tratta di un parco con varie specie di animali ma con una prevalenza di pappagalli, da cui il nome. E’ noto anche per un tunnel che passa sotto l’acquario degli squali. Abbiamo inoltre assistito agli spettacoli dei delfini e delle orche (queste ultime fanno davvero impressione per la loro grandezza e potenza: quando facevano le evoluzioni gli schizzi d’acqua arrivavano fino alle gradinate…). I delfini io e Dani li avevamo visti di recente anche a Gardaland sebbene in uno spettacolo strutturato in mo diverso, mentre le orche mi hanno davvero colpito. Devo dire che mi sono anche un po’ emozionata a vedere questi giganti del mare che facevano piroette e giocavano nell’acqua. Si tratta sempre di animali in cattività ma a me sono sembrati sereni. Un delle orche è nata proprio al parco e ci hanno fatto vedere il filmato dell’evento. Un altro animale che mi ha impressionato per la sua potenza è stato il gorilla: ha fatto uno scatto con dei movimenti rapidissimi, chissà che cosa aveva visto o sentito, che mi ha mozzato il fiato. Si è poi fermato come in attesa di qualcosa o di qualcuno nella sua imponenza e regalità. Altri animali degni di menzione sono stato la pantera nera, il leone bianco e l’alligatore (che avevo già visto in Australia ma a distanza meno ravvicinata): veramente impressionante, una statua di bronzo che ogni tanto lanciava su di noi uno sguardo minaccioso. Ovviamente bellissimi anche i pappagalli di ogni dimensione e colore: a me hanno colpito quelli di colore blu… bellissimi. Verso le 16.30 siamo ripartiti alla volta dell’albergo. Si riconferma a grandi livelli Brenda che ha fatto la sua poppata e la sua bella dormita nel viaggio di andata e poi è stata partecipe con noi di tutta la gita: pare una tipa curiosa e interessata al mono che la circonda per questo cerca di stare sveglia a ciacciare un po’. Dopo siamo andati in piscina per toglierci il calore accumulato durante la giornata, Daniele invece ha voluto provare l’ebbrezza di un bagno nell’oceano io, come noto, preferisco acque più tranquille e dove non si rischia di fare brutti incontri (little sharks for example!). La cena l’abbiamo fatta in un locale sul lungomare di Playa Pinta vicino al porto Colom. La location era ottima con vista mare ma il cibo non si affrontava: è il peggior ristorante che abbiamo trovato durante questa vacanza! Dani ha rimandato indietro le cozze al vapore (insipide e non pulite all’esterno, non ce le hanno addebitate sul conto per fortuna). Dopo la famiglia Eva è tornata in hotel per via delle piccine che dovevano riposare, io e Dani invece abbiamo fatto due passi sul lungomare e gli ho pure fatto bere un teino per digerire la pessima cena. Durante la passeggiata, tra negozietti e duty free, abbiamo intravisto un ristorante targato Gordon Ramsey, prezzo base 7,5 euro… non ci crede nessuno che sia suo a questi prezzi! Hasta manana isla bonita.
1 settembre- Garacicho y Los Gigantes
Oggi gionata pienissima. Siamo partiti, solo io e Dani, alla volta di Garachico, ridente paesino situato nella costa nord ovest dell’isola. Oltre ad essere un piccolo centro che conserva ancora le tradizioni isolane è caratterizzato dalla presenza di piscine naturali formatesi in seguito alle colate laviche nel corso dei secoli. Per arrivarci però la strada è alquanto tortuosa, si passa per vari centri urbani ma, quello che colpisce, è il paesaggio, quando si sale in altitudine ci sono sempre delle nuvole che inghiottono le montagne mentre sulla costa c’è il sole! Arrivati a Garachico abbiamo girato un po’ per il centro storico e visitato un paio di chiese entrambe dedicate alla Madonna. Sono caratterizzate da pareti completamente bianche mentre i decori e le statue, oltre che i tetti, sono lignei. Le statue, a differenza delle nostre, sono quasi sempre abbigliate con abiti di tessuto. Ci siamo presi un caffè in un minuscolo bar con prodotti biologici e lì ho scoperto il the menta polena (thè verde con menta) che mi ha accompagnato tutta la vacanza. Dopo ci siamo recati ad un’area del paese dedicata alla balneazione. Prima ci siamo fermati in un angolo di scoglio attrezzato con una piccola scaletta. Anche questo tratto di mare era quasi chiuso naturalmente per effetto delle colate laviche e l’acqua era pulita. Poi, tramite un sentiero sulla scogliera, ci siamo avviati verso le piscine naturali che erano affollatissime di turisti (gli italiani eravamo solo noi). Ce ne erano 3: la prima dove l’oceano entrava da un pertugio può grande e quindi c’era qualche onda, la più piccola era invece pavimentata con ciottoli dall’uomo con acqua molto bassa adatta per i bimbi, la terza, quella che ho scelto per il bagno, era grande ma con acqua calma. Dani dice che è un posto particolare: era pieno anche di gente del luogo o comunque di spagnoli. Ci siamo poi spostati in una piccola spiaggia vicino al parcheggio dove era la nostra auto. La sabbia era nerissima ma l’acqua era calma e pulita. Questo non è un posto molto turistico comunque, non ci sono spiagge attrezzate (di ombrelloni nemmeno l’ombra – ah ah -, a parte una tettoia comune in paglia con sotto una pavimentazione in granito e quindi durissima! Io che mi dò la protezione 50 mi sono quasi ustionata…). Nel tornare verso l’albergo il Pisto ha avuto l’intuizione di andare a visitare Punta Teno, la punta più occidentale dell’isola dove è collocato un faro. La strada per arrivarci è davvero incredibile, praticamente scavata nella pietra e con 2 tunnel strettissimi che attraversano dando l’impressione di essere risucchiati in quel ventre di roccia! Vale comunque la pena di percorrerla. Impossibile descrivere le emozioni che si provano durante il percorso (se non danno fastidio le curve). L’arrivo al faro dà la visione di un panorama bellissimo su vari lati della costa, quella più bella è comunque quella che sia affaccia su Los Gigantes, le scogliere più alte dell’isola, che si vedono in lontananza, che paiono antichi guardiani che la proteggono dalle insidie dell’oceano. Anche qui si può fare il bagno (niente spiagge ma scogli e scalette di ferro per scendere al mare e la solita durissima pietra!). Io e Dani ci siamo limitati a goderci il panorama dell’oceano che lambiva la costa orgoglioso e gorgheggiante. Siamo poi ripartiti per tornare all’albergo e abbiamo fatto la strada che passa per Masca uno splendido paesino sperduto tra le montagne laviche. Anche qui degno di nota il paesaggio che è incardinato in un saliscendi su una stradina stretta, ripida e piena di curve a gomito. Dani ha detto che nella sua lunga carriera di guidatore non gliene era mai capitata così (nemmeno quella per Mormanno in Calabria). Il paesaggio che abbiamo incontrato nel tragitto, brullo e quasi lunare a tratti oppure verdissimo, con vegetazione bassa intervallata da altissime piante grasse, era accompagnato da squarci di mare che si intravedevano tra i declivi dei monti. Arrivati a Torviscas, tuffo in piscina e poi di nuovo via verso Playa de Los Gigantes per cena. Vedere da vicino queste ripide scogliere è davvero emozionante, a Daniele è rimasta la voglia di fare il bagno sulla spiaggia nera di fronte a questi colossi: quando siamo arrivati era ormai tardi e non c’era tempo se non per la cena. Ci siamo quindi recati al ristorante Tamara, dove abbiamo mangiato decentemente dopo la brutta esperienza del Boulevard della sera precedente. Dalla terrazza della pizzeria si godeva di una vista bellissima sui faraglioni e sul romantico tramonto… anche Greta ha fatto moltissime foto (le sa fare meglio di noi grandi!).
2 settembre – El Teide
NB: Compleanno di Simona, durante la salita le abbiamo fatto gli auguri cantando tutti insieme…. Oggi giornata dedicata alla visita del posto più famoso dell’isola, il vulcano Teide, situato quasi al centro di Tenerife e con un’altezza di oltre 3000 mt. La salita è andata relativamente bene con rigurgitino di Brenda e fossetta da cui fortunosamente siamo riusciti ad uscire. Purtroppo Giovanna e Brenda non sono potute salire fino alla cima del vulcano perchè sconsigliate visto il vento e il freddo. Ci siamo comunque fermati lungo la strada in alcuni punti panoramici e da lì si vedevano i vari tipi di colata lavica che si sono succeduti nel tempo. Queste si differenziano dal fatto che le più antiche si sono solidificate formando delle rocce appuntite mentre altre, più recenti, hanno una forma più levigata (tipo quelle hawaiane da cui prendono lo strano nome scientifico che non so riportare qui). Le colate più scure sono invece le più vecchie (risalenti anche a 4000 anni fa) mentre le più chiare sono relativamente giovani (l’ultima è del 1768). La cima che è accessibile solo fino ad un certo punto, altrimenti occorre una speciale autorizzazione, concessa dalle autorità per motivi di sicurezza, solo agli studiosi. Per salire abbiamo preso una teleferica. Durante la fila siamo riusciti a convincere Greta a salire con me Daniele e Marco: era molto dispiaciuta che la mamma e la sorellina non potessero salire. In vetta c’era un freddo birbone (a me si è pure rotta la cerniera della felpa, ma mi sono coperta con una sciarpona… sembravo nonna Belarda!) ma per fortuna c’era il sole. Il paesaggio è brullo con colori dal rossiccio all’ocra, di vegetazione nemmeno l’ombra a parte un po’ di erba sulle pendici vicino alla base della teleferica. Abbiamo percorso un sentiero per circa 1 ora tra andata e ritorno, con Greta che è stata davvero bravissima, quasi una capretta tibetana, tanto era agile ed interessata a quello che vedeva: Marco le diceva di tornare indietro ma lei voleva proseguire. E’ stata inoltre una grande fotografa: ha fatto quasi tutti gli scatti della vacanza.
Il Pisto invece prima è scivolato su una delle rocce appuntite descritte sopra, perchè si voleva sedere ma la roccia non era fissa quindi si è escoriato la schiena (mi ha fatto una testa così che si era rovinato in realtà sono due graffietti… capirai!). Non contento, per fare il figo, si è messo a saltellare sulle rocce del sentiero, peccato che era in un corridoio roccioso e, non guardando in alto, mentre saltava ha picchiato una tronata con la testa che lo ha reso immobile per una decina di minuti. Purtroppo noi eravamo indietro e ci siamo persi entrambe le scene ma un turista inglese che ha visto il secondo episodio è ancora lì che ride! Siamo tornati a recuperare B&G e siamo scesi ad Arona, che era di strada, ma non ci siamo fermati perchè, a differenza di quanto segnalato sulle guide, non ci è parsa di interesse. Siamo quindi tornati in albergo, un po’ di nanna e relax e poi in piscina per un bagno con Greta e Marco (dopo si sono aggiunte anche Giovy e Brenda). Daniele invece è andato a correre sul lungomare. Per cena siamo andati a Playa de las Americas, la più famosa di Tenerife. E’ piena di luci e di negozi sfavillanti sembra anche un po’ falsa, “costruita”, ma in fondo la trovo divertente e piena di vita. Abbiamo scelto di cenare al Parque, un piccolo bistrot sul lungomare dove, finalmente, abbiamo preso le tapas e la sangria. Brenda ha dormito durante tutta la cena e anche Greta è stata abbastanza brava. Dopo abbiamo fatto due passi nelle strade colorate, piene di musiche (pure la capoeria) e luccichii. Immancabili le signore di colore che si offrivano di fare, a noi ragazze, le treccine… te quiero Tenerife.
3 settembre – Siam Park
Oggi giornata di relax al Siam park. Si tratta di un parco acquatico situato a pochi Km dal nostro hotel. Mi sono divertita a fare vari scivoli con Daniele che li ha fatti più volte tutti. Dal Gigante, al Vulcano… bellissimo, lo scivolo entra dentro una caverna blu e dopo una serie di vortici si fuoriesce da un ultimo discesa molto veloce. Ho fatto anche vari scivoli chiusi (come dei grossi tubi) denominati Snakes (serpenti). Il più tremendo però, per lo meno per me è stato il Drago: ho preso un paio di rincalcate che ancora, a distanza di un mese, mi fa male il codaraone. Ho fatto inoltre il percorso un po’ più tranquillo con i gommoncini insieme a Greta e Giovanna, la parte più carina del lungo percorso (è durato circa 30 minuti anche perchè scorre lentamente e, mi ero dimenticata la crema solare, mi sono abbrustolita!) sono le rapide che portano ad attraversare da sotto l’acquario degli squali. E’ un tunnel trasparente dove ho intravisto questi terribili ma affascinanti abitanti del mare… sembra di stare davvero dentro l’oceano! A differenza di Giovanna e Daniele non ho avuto il coraggio di provare il Tower Power, la principale attrazione del parco. E’ una torre che ha un’inclinazione ripidissima ed è molto alta (mi pare 23 mt) il cui tratto finale è un tubo di plexiglass che attraversa la vasca degli squali: neanche pagata ci andrei! Greta invece è stata accompagnata un paio di volte al Lost City, scivoli ideali per i bambini, e mi ha detto che le è piaciuto tanto. Per pranzo ci siamo fermati alla spiaggia principale del parco dove abbiamo mangiato e io ho giocato alla pasticceria con Greta. La spiaggia ha la sabbia bianca ed ha una piscina mega che ogni 45 minuti circa riproduce il moto ondoso oceanico. L’avvio dell’onda è segnalato dal suono di un gong per richiamare i bagnanti. Ci sono stata con Greta ma anche con lei e Giovanna e mi sono davvero divertita molto. Ci siamo asciugati e nel frattempo è arrivato Dani che si sentiva poco bene perchè, dopo aver mangiato i panini ripieni col rinforzino che avevo preparato in hotel, aveva quasi subito voluto ricominciare a fare i giochi e gli è venuta una semi congestione che però è passata con un Oki che per fortuna avevamo con noi. Siamo usciti non prima di aver salutato i leoni marini, che sono all’ingresso del parco, e comprato la foto ricordo per Greta. Dopo relax in camera e via a Las Americas con cena al ristorante italiano… bellissimo il tramonto. Cena decorosa.
4 settembre
Oggi, el peior, è stato il giorno meno bello della vacanza. Siamo andati a Playa de la Troya: un nome una garanzia. Le guide dicono che sia una delle spiagge migliori dell’isola, descritta con spiaggia dorata (ci eravamo venuti la sera prima a passeggio e ci aveva fatto un’ottima impressione alla luce incantevole e rosata del tramonto). In realtà, forse perchè era un po’ nuvoloso, a me sembrava tutto grigio: la spiaggia, il mare, gli ombrelloni di paglia, il paesaggio. Le uniche cose positive il prezzo modico dell’ombrellone (di proprietà comunale circa 10 euro) e la splendida vista su La Gomera un’altra isola dell’arcipelago delle Canarie. Daniele ha preso la bici a noleggio e si è fatto un giro fino a Los Crisitanos. Io e gli Eva ci siamo invece posizionati sulla spiaggia. Con Giovanna abbiamo provato a fare il bagno ma non riuscivo a vedermi i piedi visto che la risacca dell’oceano creava dei vortici di sabbia e alghe a riva. Più avanti non riuscivo a spingermi considerata la mia paura per i pesci di grossa taglia con denti aguzzi… per cui, entrambe, siamo tornate indietro un po’ deluse… meglio Marina di Grosseto! L’altra cosa negativa è la presenza dei piccioni in spiaggia: in un’isola ci si aspettano stormi di gabbiani, che ci fanno i piccioni? Gli Eva, verso le 13.30, sono tornati all’hotel per far riposare la piccina e portare Greta al miniclub. Con Dani, che nel frattempo ci aveva raggiunto (sentiva il richiamo del panino), siamo rimasti un altro po’ a sonnecchiare sotto l’ombrellone e poi ci siamo incamminati verso l’hotel. Mentre Dani era andato a restituire la bici, mi sono fermata per una pedicure al volo fatta… dai pesci. Si tratta dei red royal fish (pesci rossi turchi) che si nutrono della pelle umana (quella di superficie, non sono pirana eh). Appena ho messo i piedi in acqua sono stata “assalita” da un nugolo di piccoli pesciolini. Il trattamento è durato circa 20 minuti e sono uscita con dei piedini morbidissimi e lisci… incredibile! Dopo la compagnia è partita alla volta di Candelaria dove si trova la statua della Madonna patrona dell’isola con la cattedrale a lei dedicata. Abbiamo visitato la chiesa e, accanto, abbiamo passeggiato sulla terrazza sull’oceano, una piazza con vista mare contornata da statue bronzee e da dove si gode di un ottimo panorama. Infine, visita al centro storico tra bar e negozietti dove abbiamo fatto shopping. Ultima tappa della giornata a La Laguna, cittadina universitaria patrimonio Unesco dal 1999. Purtroppo qui ci ha colto l’unico momento di freddo e maltempo (piovigginava) inoltre la domenica non deve essere il giorno migliore per trovare qualche negozio aperto (cercavamo una felpa per il Pisto che visto il caldo che avevamo trovato nelle altre località non si aspettava questo calo delle temperature). Ci siamo quindi rifugiati nel primo posto aperto che abbiamo trovato nei pressi del parcheggio della nostra auto e non abbiamo visitato nulla (Dani si chiede perché sia patrimonio dell’umanità, allora Pitigliano?!). Il posto era una pizzeria detta “Il Colosseo”. Abbiamo cenato decentemente anche se l’ambiente ricordava un po’ i locali di Berlino est prima della caduta del muro. E’ il posto dove abbiamo speso meno per mangiare in tutta la vacanza. Dopo tutti a nanna salutati dalla pioggerellina fine di La Laguna.
5 settembre – Un dia especial
Oggi giornata da vip come piace a me e a Daniele. Siamo partiti con una colazione “parca” a base di salsiccine per Dani e Giovanna e doppio yogurtino per Marco. Greta invece mangia sempre pochino, ma ha sempre il sorriso e due coccole per la piccola Brenda (le piace tirarle i piedi). Per smaltire io e Dani abbiamo fatto due passi a piedi per il lungomare che porta alla spiaggia che abbiamo scelto per la nostra giornata marittima: El Duque. Finalmente un ambiente con grandi ombrelloni di paglia (ci stavano sotto 3 sdraio), sabbia dorata, mare azzurro… e sfilate di abiti… I venditori infatti proponevano la loro merce direttamente indossata da belle ragazze che transitavano facendo lo slalom tra i bagnanti accaldati (tra l’altro non le solite cose cinesi dei negozietti del lungomare). Anche i lettini erano super: imbottiti e morbidi sono stati apprezzati da tutti. Marco e Giovanna, per integrarsi nell’ambiente altolocato, si sono fatti fare un massaggino ai piedi da una cinese di passaggio (ce ne sono ovunque, io mie ero fatta fare il massaggio a Playa de la Troya). Dopo bagno e relax sotto l’ombrellone. Io e Greta abbiamo particolarmente apprezzato questa splendida ombra e ci siamo fatte due chiacchiere tra donne mentre Marco, Dani e Giovanna girellavano tra i bar (i caffè costano un occhio da queste parti) e il centro commerciale. La famiglia Eva si è poi recata in hotel per fare riposare la piccina e per il miniclub di Greta mentre io e Mr Pisto ci siamo fermati a godere il nostro pomeriggio marittimo per un altro po’. Sono tornata in hotel perchè avevo fissato con gli Eva per una visita al centro commerciale il Gran Sur, il più grande dell’isola…l a Lazzerini, si sa, fa le cose solo a certi livelli! Prima però, da vera mondana, mi sono fermata in piscina per un ultimo tuffo con Greta e per un super aperitivo finale. Al Gran Sur sono riuscita a trovare qualche occasione, tra magliette giacche e calzini, finalmente delle marche spagnole, devo dire che hanno degli abiti con del design davvero divertente! Nel centro abbiamo incontrato una ragazza di Desenzano del Garda che si è trasferita qui per l’eccessiva pressione fiscale italiana… ha detto che si trova proprio bene e che si è oramai abituata a questo clima meraviglioso che oscilla tutto l’anno tra i 24 e i 27 gradi. Dopo breve sosta in hotel e via di nuovo verso playa de El Duque per la cena a la Hacienda, un ristorantino molto carino e dove la cameriera che ci ha seguito, Cristina, è anche lei italiana, toscana di Trequanda (SI). Si è spostata qui per amore e anche lei si trova bene, ci ha detto, anche se le mancano molto i pici senesi. E’ stata molto carina e ci ha suggerito i piatti migliori. Dani non ha avuto niente da ridire su tutta la giornata… per fortuna. Abbiamo speso un po’ di più rispetto alle altre sere (123 euro in 5) ma va bene così. Io ho mangiato la Lubina, che è tipo il nostro dentice. Dopo cena gli Eva sono tornati in hotel, noi invece siamo andati a Los Cristianos. Meno male che non ci abbiamo cenato! Una tristezza infinita, quasi deserto (siamo anche in bassa stagione) e sul lungomare di questa località non ci sono neanche i negozietti che abbiamo trovato a Las Americas o a Torviscas. Abbiamo perciò fatto solo una passeggiata e siamo tornati via. Per la serie tutto il mondo è paese: sul lungomare c’era una specie di sagra dove alla fine hanno ballato tutti, solo che al posto del liscio di Casadei c’era un bel paso doble… meraviglia!
6 settembre
Anche oggi non ci siamo fatti mancare niente a colazione, inclusa la preparazione di super panini da asporto per il viaggio (e abbiamo fatto bene!). Abbiamo lasciato prima la camera e, all’aeroporto, anche la nostra auto a noleggio. Appena arrivati ci siamo accorti che l’aereo era in ritardo a causa di uno sciopero in Italia contro la manovra del governo, con relativa chiusura fino alle 18 dell’aeroporto di Pisa. Il ritardo è stato di circa 2 h e 40 minuti e, in volata, mentre aspettavo sono riuscita a comprarmi anche un paio di scarpe. Al ritorno accanto a me c’era una ragazza di Cosenza che era venuta a trovare la sorella e famiglia che vivono qui da 3 anni. Insomma, Tenerife non sarà il massimo per il mare ma ci si deve stare molto bene vista la numerosa quantità di connazionali che abbiamo incontrato in questi giorni e che hanno deciso di lasciare il nostro Paese per questo posto…. Hasta luego Tenerife!!
By Buristo Travel : scritto da M. Chiara M.