Templi, Tuc Tuc e un Popolo giovanissimo: la Cambogia
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15 – 16 Gennaio 2010 Finalmente partiamo (io e Barbara). Siamo a Fiumicino alle 12.20 e il volo è con Malaysian Airlines . Viaggio di 11.30 ore. Arrivo a Kuala Lumpur alle 6.40 (7 ore avanti) . Scalo al Klia Airport. Trasferimento al gate H2 e volo per Phnom Penh alle 9.25. Arrivo a P. Penh alle 10.40. Compilazione di scheda di arrivo e partenza , stato di salute e visto. Cominciamo con lo smarrimento del mio bagaglio , quindi denuncia al Desk con promessa di invio del bagaglio a Siem Reap il 18 Gennaio. Mantengo la calma pensando che l’ulcera è una brutta cosa. Dall’ Aeroporto ci trasferiamo all’ Hotel Cambodiana con un tuk tuk. Dormiamo fino alle 15.00. Una doccia e fuori per una visita al vecchio mercato (Phsar Thmey). Compro mutande , calzini , 4 magliette, roba da bagno (tutto a 25 dollari) . Andiamo sul lungofiume per un paio di birre al Riverside. Ceniamo in un ristorante Thai con gamberi con salsa speziata e prezzo intorno ai 30 dollari. Poi ritorno al Riverside , un mojito una pina colada e a letto. 17 Gennaio Sveglia alle 9.00 e colazione al Cambodiana ; appena usciti ci aspetta Sambat un driver di tuk tuk che ci porta al museo del genocidio. Qua incontriamo il dolore vissuto e testimoniato dal popolo cambogiano. Una ex università trasformata in prigione e luogo di torture disumane. Impossibile restare indifferenti. Usciti dal museo con un po’ di mal di stomaco, andiamo al mercato russo. Troviamo di tutto , dai calzini alle bielle , tutto ordinato e disposto in maniera impeccabile. Un posto ottimo per fare qualche piccolo affare. A pranzo andiamo a mangiare da Friends , un ristorante che aiuta i bambini di strada a rendersi utili , a imparare qualcosa e a fare qualche soldo. Un Belga con la sua compagna ci da qualche piccolo consiglio sulla città e veniamo a contatto con i sapori della cucina cambogiana , etnici quanto basta per rinunciare a mangiare una zuppa di cetrioli con formaggio. Costo circa 35 dollari. Nel pomeriggio andiamo al Palazzo reale (costo 6.25 dollari ingresso) , bisogna entrare coperti braccia e gambe. La cosa curiosa è che ti avvertono all’ entrata , ma se sei scoperto e prosegui nella fila per la biglietteria, ti fanno pagare comunque il biglietto ma non puoi entrare fino a che non compri per pochi dollari magliette e/o pantaloni lunghi. Dopo la visita al Palazzo Reale , forse l’ unico edificio rimasto illeso durante gli anni della guerra , siamo andati in un’ agenzia per prendere i biglietti per il bus per Kompong Thom (5 dollari a testa) . Quindi con un Tuk Tuk ci siamo fatti accompagnare in centro al Wat Phnom , il templio sulla collinetta intorno al quale è nata P.Penh . Sulla scalinata che ci porta al tempio troviamo mendicanti mutilati e scimmie. Nel tempio ci sono rappresentazioni di Buddha , e gente che vi si reca a pregare e a fare offerte. Un ragazzo ha degli uccellini in gabbia che consegna ai turisti per farli liberare in volo. Con Barbara ci accorgiamo che dopo poco gi uccellini tornano dal padrone . Ritorniamo a piedi per una birra sul lungo fiume. A cena con un tuc tuc andiamo all’ Annam , ristorante vietnamita consigliato dal belga . Mangiare diventa difficile. Carne cruda bollita in un tegame sulla cucinetta da tavola , xilantro , maiale ripieno di totano, dolce semiliquido con il riso , caffè imbevibile , costo 44 dollari. Ritorno in Hotel con sveglia alle 7.00 e una preghiera di buon auspicio per il belga dispensatore di consigli. 18 Gennaio Sveglia alle 7.00. Ci arrabbiamo perché la navetta dell’ agenzia che ci deve portare a prendere il bus non arriva. Sono le 8.10 e sono in ritardo di 10 minuti. Dopo richieste di aiuto nella Hall , prendiamo un tuk tuk e andiamo in agenzia a reclamare. E li scopriamo che sono le 8 e non le 9. Praticamente sono tre giorni che ci muoviamo con un’ ora di anticipo su tutto , avendo regolato l’ orologio a Kuala lumpur che ha 7 ore di fuso e non 6 come la Cambogia. Risolto il problema , aspettiamo la navetta all’ agenzia presso l’Hotel Indochina. Alle 8.30 la navetta arriva e ci porta alla stazione degli autobus . Partiamo con una buona ora di ritardo verso Kompong Thom , lungo la Route n.6. Attraversiamo Phnom Penh verso Nord , e dopo tre ore e mezzo e 160 km siamo a K.Thom. Il bus ci lascia per strada , davanti ad un bivio che porta , meno male , proprio al Sambor Village , prenotato online dall’ Italia. Il Villaggio è composto da piccole casette indipendenti molto carine , ed è in fase di ampliamento e restauro. Ci accoglie Chanty e notiamo che il personale è tutto molto giovane. Mangiamo un pesce con salsa di aragosta , degli involtini e una birra a testa: totale 25 dollari. Dopo pranzo prendiamo subito un tuk tuk che per altri 25 dollari ci porta a Sambor Prey Kuk , un sito minore più antico di Angkor e poco turistico , distante circa 40 km dal villaggio. Lo sviluppo del turismo a K.Thom è unicamente legato all’ interesse che può suscitare questo sito , che può trasformare la cittadina da semplice luogo di passaggio tra P.Penh e Angkor , a punto di sosta per un’ escursione. Dopo un’ ora di strada a sterro piena di buche , e dopo aver mangiato polvere tra camion e mezzi di tutti i tipi che ti sfrecciano accanto da tutte le parti , ma avendo visto anche un paesaggio bellissimo , arriviamo a Sambor Prey Kuk. Ci facciamo accompagnare per 5 dollari da Unthea , un ragazzo del posto che parla benino l’inglese. Visitiamo in un’ oretta il sito , a dir la verità non entusiasmante , soprattutto se paragonato a quello che vedremo ad Angkor . Unthea è comunque molto bravo e auspica lo sviluppo dell’ interesse turistico per se e la sua famiglia di 11 persone. E’ curioso vedere durante la passeggiata tra le rovine , i crateri lasciati dalle bombe sganciate dai B52 americani durante la guerra del Vietnam in territorio cambogiano. Conclusa la visita , salutiamo Unthea e riprendiamo il nostro tuk tuk per Kompong Thom . Si sta facendo buio , che unito al polverone della strada , ci rende quasi impossibile la vista. Per fortuna avevamo comprato nel frattempo due sciarpine colorate per un dollaro ad alcune bambine che , devo dire , ci sono state di grande aiuto. Tornati al Sambor Village , ci riposiamo un po’ , ci laviamo per bene e usciamo a piedi a cercare qualcosa da mangiare. Ci fermiamo in un grosso ristorante , l’ Arunras , un posto per viaggiatori dove ci portano del pesce sotto sale cotto alla griglia con le immancabili salse speziate e praticamente impossibile da masticare. Barbara non mangia. Torniamo al villaggio e cerchiamo qualcosa nello zaino. Troviamo uno snack , un pacchetto di crackers e poco altro. 19 gennaio La mattina sveglia alle 8.00 , colazione con pane e marmellata fatta in casa. Prepariamo la roba e Chanty ci aiuta a cercare il bagaglio perduto telefonando in aeroporto a Phnom Penh. Sembra che sia arrivato da Roma e che lo troveremo l’indomani a Siem Reap. Speriamo bene. Paghiamo il conto e Chanty con un’ altra ragazza , prendono lo scooter e caricano me e Barbara per accompagnarci alla fermata (si fa per dire) del bus per Siem Reap. In realtà il bus non passerà prima di un’ ora , e una donna con la figlia che gestiscono un piccolo punto di ristoro per strada facendo accomodare i viaggiatori in attesa , ci propongono un breve giro di Kompong Thom . Rifiutiamo , e ci mettiamo ad aspettare coi nostri zaini. E’ stato curioso vedere lo svolgimento della vita per strada la mattina. Il camion (…..) della spazzatura , i trasporti più improbabili fatti con ogni mezzo , i polli per strada , i monaci che passano con le loro gavette a ritirare le razioni quotidiane di cibo e bevande offerte rispettosamente dalla popolazione , i dialoghi , gli odori . Uno spaccato di vita in diretta molto bello. Verso le 10.20 passa il nostro bus , saliamo e notiamo che siamo gli unici stranieri in mezzo a bambini , gente che dorme , mangia e chiacchiera. Dopo 160 km , verso le 13.30 arriviamo a Siem Reap , Hotel Steung. Chiedo informazioni sulla valigia , ma niente , non c’è. Chiedo al Desk di avvisarmi se arrivassero novità e andiamo in camera a sistemarci. Poco dopo usciamo a dare un’ occhiata al posto e a mangiare qualcosa. Il nostro albergo è proprio a 100 mt dall’ Old Market , nella zona turistica , a due passi da pub street , pieno di ristoranti e bar di tutti i tipi , per lo più gestiti da asiatici e occidentali con disponibilità economiche , che approfittano dell’ enorme interesse turistico che esercita Angkor. Abbiamo avuto la stessa sensazione quando in Messico , provenendo dal Chapas , siamo finiti a Playa del Carmen. Tutto un altro mondo. Mangiamo qualcosa al Viva , un ristorante messicano praticamente davanti all’ albergo . Spesa 7.5 dollari. Facciamo un giro per S. Reap e ci organizziamo la giornata per l’indomani , primo giorno di visita ai templi. L’idea è quella di noleggiare due bici e farci qualche kilometro in direzione di Angkor , non molto distante. Verso le 18.00 torniamo in albergo e chiedo al ragazzo nella Hall di chiamare l’aeroporto di S. Reap per sapere se è arrivato il mio bagaglio. Finalmente è arrivato , prendiamo un tuc tuc di corsa (10 dollari) e in mezz’ ora siamo in aeroporto. Sbrighiamo una serie di formalità e finalmente posso riabbracciare il mio bagaglio. Tutto intero , sono soddisfatto. La sera andiamo a Pub Street a mangiare al Samsara , un ristorante indiano molto carino , piccolo e con personale gentile. Riso e pesce , gamberi al Curry con spezie , vino cileno e palline zuccherate per dolce. Trenta dollari per festeggiare lo zaino recuperato , va bene. 20 gennaio La mattina pioviscola. Abbandoniamo l’idea di prendere le bici e davanti all’ Hotel trattiamo per 18 dollari tutto il giorno, un tuk tuk con Sopheak , un ragazzo che ci farà da driver. Dopo qualche metro ci rendiamo conto che forse non abbiamo fatto la scelta giusta. Sopheak è gentile ma è un pazzo , lontano anni luce dall’ attenzione e lo scrupolo che hanno i drivers di tuk tuk con i turisti. C’è da dire che con lui si arriva sempre primi dappertutto. Ad 1 km circa da Angkor , facciamo il tesserino valido per tre giorni ( 40 dollari a testa). Non portate la foto da casa perchè ve la fanno immediatamente allo sportello . Stampa del tesserino , pagamento e via. Velocissimi. Andiamo quindi verso i templi e visitiamo in serie l’incredibile Angkor Wat , il complesso di Angkor Thom dove spicca il bellissimo Bayon , con le sue mille facce scolpite , e il Preah Khan . Ci scappa pure il pranzo in un ristorante locale per strada davanti alla terrazza degli elefanti , con pollo , pesce e birra , tutto molto buono. Verso le cinque torniamo a S.Reap. Ci coglie la pioggia battente , e mentre tutti i tuk tuk cercano di ripararsi e di indossare qualcosa di impermeabile , Sopheak a maniche corte, sfreccia impavido in mezzo al temporale cercando di prendere tutta l’acqua che cade da cielo. Arriviamo zuppi fradici in albergo , ci accordiamo con Sopheak per il giorno dopo, Ci riposiamo un po’ e poi usciamo a cercare un posto per mangiare. Ci sediamo al Touch Me , un posto pieno di giapponesi , dove mangiamo calamari e pesce alla griglia per 26 dollari. Poi al Warehouse , un music pub vicino al nostro albergo , con ottimi drink e ottima musica , dove abbiamo distrutto a biliardino due ragazzi gallesi molto simpatici. Un po’ alticci poi , siamo andati diretti a dormire. 21 gennaio Nottata un po’ agitata per il caldo. Facciamo colazione e alle 9,20 e partiamo con Sopheak verso Angkor. Piove anche oggi , e arriviamo già abbastanza umidi. Visitiamo nell’ ordine Neak Pean , Ta Som , East Mabon , Pre Rup e il magnifico Ta Prohm , avvolto da enormi alberi. Verso le 13.00 decidiamo di tornare a Siem Reap per mangiare , paghiamo Sopheak (20 dollari) e andiamo al Viva , ristorante messicano già conosciuto. Barbara ha una linea di febbre , per cui andiamo in albergo a riposarci. Verso le 17.00 usciamo per organizzare la giornata dell’ indomani. Abbiamo intenzione di fare un’escursione più lontana , per vedere Il tempio consacrato a Shiva (il Banteay Shrei) , un posto chiamato Kbal Spean , e una clinica per la riabilitazione degli animali feriti. Nessuno ci convince fino a quando la sera ci imbattiamo in Batman tuk tuk , che per 22 dollari ci farà fare il giro richiesto. Andiamo a cena al World Lunge con cucina Kmer. Pollo alla griglia per barbara e calamari con verdure in salsa e riso per me , con due buoni bicchieri di vino cileno. In tutto 20 dollari. 22 Gennaio Sveglia alle 6.45 e partenza con Batman tuk tuk alle 7.30. Prima tappa (la più lontana) , il Kbal Spean , una località a circa un’ ora da Siem Reap , dove in mezzo alla foresta c’è un torrente. L’ alveo e tutto scolpito con la rappresentazione dei mille linga (falli) . La giornata è molto calda , non abbiamo acqua e facciamo 1.6 km in salita , tra sassi e alberi. A metà percorso Barbara si sdraia provata.Arrivati al fiume , ci rinfreschiamo , facciamo qualche foto , visitiamo una bella cascata poco più avanti e prendiamo la strada del ritorno. Alle 11.00 finito il nostro faticoso tragitto , ci facciamo un paio di ananas e una bella bevuta , e andiamo al centro di riabilitazione degli animali che è a soli 100 metri da dove siamo. Purtroppo apre alle 13.00 , per cui decidiamo di tornare indietro per fermarci al Banteay Srei , il tempio consacrato a Shiva. In effetti è uno dei tempi meglio conservati , anche per un ‘ opera di restauro compiuta anni fa , ed ha la caratteristica di essere stato costruito con una roccia arenaria di colore rosastro che ben si addice al nome che gli è stato affidato di “tempio delle donne”. Verso le 13.30 torniamo a Siem Reap e ci fermiamo a mangiare allo Shadow of Angkor , un bel posto aperto sulla strada , col fascino degli edifici coloniali. Abbastanza provati poi , torniamo in Albergo per una pennichella. La sera andiamo al Night Market , posto molto turistico che poco ha a che vedere con i mercati che abbiamo incontrato in viaggio. Bancarelle ordinate , variegate , gelaterie , centri massaggi , bar eccetera. Dopo qualche acquisto , e andiamo nei pressi dell’ Angkor Villa a mangiare male in un ristorante del posto , ma ci sta. Poi prima di andare a nanna , un giro al Banana Leaf in mezzo al caos di turisti a farci un drink con della musica sparata ad un gran volume. 23 Gennaio Sveglia con calma. Alle 9.00 colazione e poi a noleggiare due bici per 1.5 dollari a testa per tutto il giorno. Abbiamo intenzione di visitare un orfanotrofio , ma nessuno sa darci indicazioni per raggiungerlo. Allora andiamo a visitare la riproduzione dei templi di Angkor presso uno scultore locale , in un giardino di Siem Reap. Per 1 dollaro gli entriamo praticamente in casa , una bambina riscuote i soldi mentre lava i panni. In 10 minuti finiamo il nostro giro , e decidiamo di prendere la strada che porta all’ aeroporto per visitare il Cambodia Village. Dopo alcuni km sotto un sole cocente , per 11 dollari (+ 1 per il parcheggio delle bici) arriviamo a questo parco etnico , abbastanza snobbato dai turisti . C’è un museo con la storia delle varie etnie , descritta da personaggi e villaggi realizzati in cera , che va dall’ antico impero Kmer fino all’ uomo cambogiano moderno . Ci sono i personaggi che hanno fatto la storia di questo popolo e fa una certa impressione notare durante il percorso , che si passa senza stacco dagli anni ‘60 agli anni ‘90. Praticamente un buco di 30 anni senza alcun accenno all’ olocausto che si è compiuto , come se non fosse mai esistito. Fuori dal museo , il villaggio si snoda tra viottoli asfaltati con le costruzioni a dimensione reale delle abitazioni delle varie etnie. C’è anche un minizoo , la riproduzione in scala dei principali monumenti cambogiani , un tiro con l’arco e poche altre cose. Ci sono anche degli spettacoli ed è un peccato che comincino il pomeriggio mentre noi siamo li alle 13.00 e abbiamo già visto tutto. E anche i ristorante è chiuso. Prendiamo le bici e torniamo indietro sotto un sole cocente. Arriviamo a Siem Reap alle 15.30 , ci accomodiamo allo Shadow of Angkor (ancora una volta) e mangiamo insalata Tuna , anelli di cipolla , un paio di Sandwiches e due birre gelate , per una ventina di dollari. Restituiamo le bici , andiamo in agenzia a prenotare (19 dollari a testa) il battello che parte l’indomani per Battambang , attraverso il grande lago Tonle Sap . Ci mettiamo il costume , e ce ne andiamo nella piccola piscina dell’ albergo , snobbata fin’ ora. La sera non ceniamo e andiamo prima all’ Home Cocktail bar , e poi al Red Piano per un paio di bevute. Troviamo Sopheak tra la folla e ci salutiamo , poi andiamo al Picasso , un Tapas Pub dove ci facciamo una birra e due chorrizo. Una ragazza canadese e un neozelandese ci fanno una foto. Lei ci dice che da anni vive in Cambogia e sapendo del nostro viaggio a Battambang , ci consiglia alcune cose e ci farà sapere per mail , il numero di telefono di un ragazzo del posto per farci accompagnare. Andiamo a letto. 24 gennaio Notte insonne per una festa fino a tardi al Warehouse , con musica a palla sotto camera. Alle 5.45 scendiamo e troviamo una colazione sintetica nella Hall , preparataci dall’ Hotel. Alle 6.00 il minivan dell’ agenzia ci passa a prendere , fa il giro per Siem Reap a caricare gli altri viaggiatori e ci porta all’ imbarco per il Tonle Sap. Il cielo oggi è grigio. Saliamo su un vaporetto fumoso e cigolante un po’ preoccupati , ma ci abituiamo presto. Alle 7.30 finalmente partiamo , consapevoli che quel viaggio durerà 5 ore. Dopo un paio d’ore di navigazione lasciamo il Tonle Sap per addentrarci dentro un affluente in mezzo alla campagna. Il fiume è abitato da tantissime famiglie che vivono di pesca e la povertà si manifesta in tutta la sua realtà. I bambini sulla riva e sulle piroghe salutano sempre con un sorriso sbracciandosi a più non posso. Dopo 6 ore ancora non siamo a Battambang. Attraversiamo un paesaggio magnifico , più ci avviciniamo a Battambang e più la vegetazione si fa lussureggiante. Nei pressi della città il fiume diventa sempre più sporco. I Bambini si tuffano in acqua da monti di spazzatura per sfruttare il divertimento offerto dalle onde che si formano al passaggio del vaporetto. La puzza si fa sentire. Dopo 9 ore arriviamo a Battambang abbastanza stanchi. Andiamo in albergo con il nostro driver (Tea) , e ci accordiamo per le ore 20 per andare a mangiare qualcosa. Ci buttiamo sul letto un paio d’ore. Alle 20.00 Tea (che in realtà si chiama Chhannvirakboth ed è il driver che ci farà da guida) ci porta al Bambootrain restaurant , Khmer a conduzione familiare , aperto da circa un mese dove mangiamo a sufficienza per 15 dollari in tutto. 25 gennaio Sveglia presto e colazione al Sunrise Caffè , a 200 mt dall’ Hotel. E’ un caffè particolare perché è completamente rivestito da firme e messaggi che lasciano i numerosi viaggiatori che passano di qua. La colazione è abbondante e semplice. Anche io e Barbara lasciamo la nostra firma. Alle 9 appuntamento con Tea , direzione Bamboo Train . Costo 6 dollari a testa per una corsa di circa mezz’ ora lunga 16 km a/r. E’ molto particolare e divertente. Si tratta di una pedana fatta di bamboo annodati sul quale viene posta una stuoia. La pedana appoggia su due assi messe sui binari di una monorotaia e il tutto è alimentato da una cinghia di un piccolo motore a scoppio . Il nostro conducente avrà si e no 15 anni. Durante il tragitto incrociamo altri bamboo train che giungono dalla direzione opposta e dobbiamo spostare il nostro per 3 volte dai binari . Se due mezzi si incrociano , passa per primo quello che ha più persone , oppure quello che porta 1 o più scooter. Dopo quest’ esperienza , andiamo in una cartoleria a comprare quaderni e penne , con l’intenzione di visitare nel pomeriggio una scuola fuori Battambang e lasciare qualcosa di utile ai bambini. Con Tea decidiamo di visitare quindi l’unica azienda dove si produce vino in Cambogia. La strada che attraversa la campagna circostante Battambang è trafficata e piena di vita. Incontriamo due variopinti matrimoni , una bambina cade da una bicicletta più grossa di lei , ed è prontamente soccorsa da tutti , la gente vende di tutto e mangia dappertutto . All’ azienda ci accoglie la proprietaria , una signora molto simpatica che non parla inglese. Le vigne sono piccole e ben curate , il giardino intorno alla casa è tutto un trionfo di fiori profumati. Ci colpisce il fatto che tutti i grappoli in maturazione sono coperti da fogli di carta per impedire a insetti e uccelli di rovinarli. Con Tea che ci fa da traduttore , scambiamo quattro chiacchere con la proprietaria che ci fa assaggiare prima un Cabernet Sauvignon , dal sapore diverso dai vini europei , ma che sinceramente mi aspettavo peggio , considerando il colore rosso tenue. Ci offre poi un brandy e un succo di uva. Dopo i saluti di rito , riprendiamo il nostro tragitto per altri 20 km , verso il Presat Banan , un templio arroccato su un colle e raggiungibile da una scalinata fatta di 358 gradini. Ingresso un dollaro per questa faticaccia. Dopo 358 scalini e una decina di pause arriviamo in cima . Bel panorama , il solito Buddha e una donna che tiene pulito il piccolo sito . Dopo la cauta discesa , ci facciamo un’ ananas a testa con birra , e ripartiamo per recarci ad una secondary School a consegnare le penne e i quaderni che abbiamo comprato. Ci accoglie il direttore della scuola che ci fornisce alcune indicazioni sulla scuola e sui bambini che la frequentano. Ci porge un registro chiedendoci di lasciare un messaggio di augurio e sarei bugiardo a dire che non mi sono commosso. Gli studenti che la frequentano sono circa 500 , tutti provenienti da famiglie più o meno povere. Nella scuola manca tutto . I bagni , l’ acqua , le piante per fare ombra nelle attività all’ aperto . Con un megafono il direttore chiama un gruppo di bambini e li fa disporre su quattro file , spiegando loro il significato della nostra visita e presentandoci come amici italiani. Barbara si avvicina verso di loro e con Tea distribuisce penne e quaderni. Noto con tristezza che alcuni bimbi sono senza una mano o un piede. E penso alle mine ancora presenti sul territorio cambogiano. Alla fine foto di gruppo e tanti saluti calorosi. Torniamo a Battambang , andiamo a fare il biglietto autobus per il giorno seguente per P. Penh , e quindi andiamo in Hotel. Dopo una birra sul terrazzo dell’ Albergo usciamo a comprare del cibo per il viaggio del giorno dopo , e facciamo un giro a cercare un posto dove mangiare per la cena. Torniamo in albergo per una pennichella di un paio d’ore. La sera andiamo a mangiare al La Villa , un Hotel ristorante ricavato in una villa colonica di inizio 900 , molto bella. Il cibo è buono anche se non proprio economico. Andiamo a dormire con sveglia alle 7.00. 26 gennaio Alle 7.00 siamo già pronti , la mattina al Seng Hout c’è molto casino e più di tanto non si può dormire. Facciamo il check out , lasciamo gli zaini e andiamo a fare colazione al Sunrise caffè. Alle 8.00 c’è Tea che ci aspetta di fronte all’ Hotel , carichiamo gli zaini e andiamo alla stazione dei bus. Salutiamo il piccolo grande Tea e partiamo con un bus locale per P. Penh. Ancora una volta siamo gli unici occidentali. Il viaggio dovrebbe durare circa 6 ore per 291 Km. Dentro il bus molti hanno la mascherina sul volto. Una donna accanto a me tossisce spesso e sputa dentro un sacchetto legato al sedile davanti. Per strada il bus si ferma e fa salire altra gente che si siede nel corridoio dell’ autobus su piccoli sgabelli di plastica. Verso le 14.30 arriviamo a P. Penh , Hotel Royal Inn nella zona delle ambasciate. Lasciamo gli zaini in camera e usciamo. Mangiamo un paio di panini in una specie di Mc Donalds e ci avviamo verso il monumento all’ indipendenza. Giriamo per un’ oretta quando Barbara necessita di una bagno. Ci avviamo verso street 240, dietro il palazzo Reale , dove si trovano alcuni bar e ristoranti , ci prendiamo un paio di gelati , ci rinfreschiamo e prendiamo un tuk tuk per tornare in Hotel. Alle 20.00 decidiamo di tornare in street 240 , entriamo in un Pub tedesco e ci mangiamo due wurstel con cipolle fritte. Dopo un paio di drink sul Bassac (il fiume) andiamo a dormire con sveglia alle 6.00 , con partenza per Sihanoukville. 27 gennaio La mattina colazione in Hotel e ci facciamo accompagnare alla stazione degli autobus. La partenza per Sihanoukville è alle 7.45 con un bus a due piani. Il viaggio è buono , i paesaggi cambiano man mano che ci avviciniamo al mare. Passiamo anche attraverso zone montuose ricche di vegetazione. Arriviamo al Sokha Beach resort l’ unico resort a 5 stelle di tutta la costa cambogiana. Facciamo il check in e andiamo in camera. Tutto molto bello , quasi imbarazzante , dopo aver soggiornato in cose sicuramente più modeste. Andiamo in spiaggia , il mare è bello e la spiaggia pulita , di sabbia fine che fischia calpestandola. Ci sono solo turisti per il fatto che la spiaggia è di proprietà dell’ Hotel. Verso le 17.30 usciamo per andare in Street of Serendipity a mangiare in uno dei tanti ristoranti , condotto da cambogiani. Spendiamo circa 9 dollari a testa per due piatti di pesce alla griglia e due birre Angkor. Andiamo poi verso Serendipity Beach a conoscere i numerosissimi localini sulla spiaggia con centinaia di persone che mangiano e bevono in riva al mare , a un metro dall’ acqua. Molto suggestivo. Torniamo in Hotel a piedi. 28 Gennaio Dopo la prima bella dormita del viaggio , alle 7.30 siamo in piedi e alle 8.00 colazione. Giornata di mare. Nel pomeriggio andiamo in tuc tuc al Samudera Market a fare un po’ di spesa: pomodori , fette di arista sottovuoto , patatine , succo d’ ananas , pane e biscotti vari , banane e marmellata. Tutto a 17 dollari. Decidiamo di noleggiare uno scooter per 5 dollari al giorno. E’ più pratico per spostarsi e alla lunga anche più economico. Lasciamo in cauzione il mio passaporto , e andiamo a fare un giro per Sihanoukville. La sera ci fermiamo di fronte ad un piccolo ristorante , ecstatic pizza , che per 17 dollari ci fa mangiare gamberi , calamari , pollo e un numero imprecisato di birre. Tutto molto buono. Riprendiamo lo scooter , ci facciamo un altro giro e ce ne torniamo in Hotel. 29 – 30 Gennaio Giorni di mare e riposo. Prolunghiamo il noleggio dello scooter e visitiamo Indipendence beach , Victory Hill , e centro città. Prenotiamo un’ escursione per il 31 su tre piccole isole poco distanti (15 dollari a testa). Mangiamo la sera all’ Ecstatic Pizza , stesse cose , stesso prezzo. Il ragazzo che ci serve si chiama Won. 31 Gennaio Oggi è il compleanno di Barbara. Alle 7.30 facciamo colazione , prendiamo un minivan con un gruppetto di francesi per fare 200 metri (!) e siamo all’ appuntamento col traghetto. Prima tappa l’isola di Koh Preus , dove ci fermiamo una mezz’ oretta a fare un po’ di Snorkeling. Bei fondali , bella vegetazione , ma pochi pesci. Riprendiamo la navigazione verso Koh Russei , un’ isoletta abbastanza affollata da turisti in escursione , chiamata Bamboo Island , che ospita anche un gruppetto di bungalows spartani per i turisti meno esigenti. Mangiamo sulla spiaggia del pesce alla brace con una coca , e poi io e Barbara ci incamminiamo dentro un sentiero che ci porta in 10 minuti dalla parte opposta dell’ isola. Raggiungiamo una spiaggia molto bella , molto grande e molto tranquilla. C’è anche un bar ristorante molto freak. L’acqua è limpida e caldissima e ne approfittiamo per un bel bagno. Alle 14.30 riprendiamo il sentiero e riprendiamo la barca per tornare indietro. Ci fermiamo a Koh Kteah un’ isoletta piccola per fare ancora un po’ di snorkeling e poi ritorno fino a sbarcare sulla spiaggia del nostro Hotel. Ci fermiamo a fare un ultimo bagno e ce ne andiamo in camera. Verso le 17.30 bussano alla porta. E’ un ragazzo dell’ albergo con una torta e 12 rose rosse . Sulla torta ci sono gli auguri per Barbara che pensa ad una mia iniziativa per il suo compleanno. Mi comporto onestamente dicendole che non c’entro niente ed elogiando la sensibilità del personale del Sokha. Dopo una fetta di torta ed una doccia , usciamo. Barbara compra un vestitino in una bottega , e andiamo in un ristorante chiamato Bayon. Il solito piatto di pesce alla brace , birra , tutto a 15 dollari. Sazi e stanchi andiamo a dormire. 01 Febbraio Dopo colazione , prendiamo lo scooter e andiamo a Otres Beach , la spiaggia più a sud di Sihanoukville. Ci fermiamo in un bar sulla spiaggia gestito da un ragazzo bianco , i lettini sono gratis a patto che consumiamo qualcosa. Mentre beviamo un caffè , si ferma una donna vietnamita che si mette a fare i peli nelle gambe a Barbara , con una tecnica che prevede l’ uso di un filo di cotone. Arrivano anche alcuni bambini che vendono collanine e braccialetti , che si fermano un po’ con noi a giocare e scherzare. Finita dopo un’ ora la depilazione (10 dollari ) e acquistati due braccialetti , stiamo in spiaggia e pranziamo nel bar col solito pesce , patate e due birre. Verso le 14.30 torniamo in albergo , ci colleghiamo ad internet nella saletta apposita , e cerchiamo un tatuaggio che lei vorrebbe farsi su un polpaccio . Decide di tatuarsi le date di nascita dei quattro nipoti , più la data del nostro matrimonio , scritte in verticale in lingua Khmer. Riusciamo non senza qualche difficoltà a tradurre il tutto con l’ausilio di alcuni appunti e con internet , e andiamo al Sinville , l’unico Tattoo di Sihanoukville , dove vi lavora un inglese. L’ assistente ci dice di tornare il giorno dopo alle 13.00. Ci facciamo un giro , aspettiamo l’ora di cena e torniamo a mangiare al Bayon , da Polly il ragazzo che abbiamo conosciuto e che ci serve. Ordiniamo calamari , 1 kg di gamberi , tre birre che mi stendono , per un totale di 22 dollari . In albergo prenotiamo i biglietti per il ritorno a Phnom Penh e ce ne andiamo a dormire. 02 Febbraio Sveglia alle 7.30 , colazione e spiaggia. Alle 13.00 usciamo e andiamo a vedere se è possibile fare il tattoo. Ci dicono di tornare dopo un’ oretta mentre preparano il disegno , e andiamo a mangiare qualcosa li vicino. Nel pomeriggio il Tattoo è fatto e sembra venuto benone. Ultime raccomandazioni per la cura , paghiamo 90 dollari (urgenza inclusa) per il lavoro e torniamo in albergo. Barbara va in camera e io torno in spiaggia a fare un ultimo bagno e a vedere uno dei tramonti più belli della mia vita. In serata usciamo e andiamo a riconsegnare lo scooter (25 dollari per 5 giorni). Andiamo poi al Cinderella’s , un locale molto carino a farci un drink. Prendiamo un tuc tuc e ci facciamo portare al Luna d’ Autunno , un ristorante italiano a gestione italiana molto ben curato. E’ la prima volta che vado in un ristorante italiano all’ estero. Prendiamo due tagliolini allo scoglio , un fritto misto , mezzo litro di vino bianco e due caffè . Totale 48 dollari , ovvero una legnata in stile italiano. Saliamo su un tuc tuc e andiamo a dormire. 03 Febbraio Sveglia e colazione. Barbara resta in camera a sistemare le valigie e a prendersi cura del tatuaggio , io vado in spiaggia per un’ oretta e lei mi raggiunge poco dopo. Verso le 14.00 prendiamo un tuk tuk e andiamo alla stazione dei bus davanti al mercato di Sihanoukville e poco dopo partiamo con la Mekong Express , la compagnia di bus , per Phnom Penh. Il servizio a bordo del bus prevede snack , acqua , film in inglese , guida multilingue che ci illustra il percorso , e toilette. Un servizio completo per 8 dollari , niente di paragonabile ai nostri precedenti spostamenti in bus. Unico neo , l’autista , un pazzo che guida in contromano e suona a tutto ciò che gli viene incontro , facendo stolzare perfino la guida a bordo con lui. Succede anche che qualche macchina nella propria carreggiata deve buttarsi a bordo strada per farlo passare! Roba da matti. Alle 19.00 siamo a Phnom Penh , andiamo al Mittapheap Hotel , un posto abbastanza brutto , sporco , rumoroso , fuori mano da tutto. Ci laviamo , e andiamo sul lungofiume al La Croisette a mangiare . Ci facciamo l’ ultima passeggiata notturna per questa città affascinante , e ce ne andiamo a letto sapendo che quella era l’ultima notte su territorio cambogiano. 04 – 05 Febbraio La mattina ci svegliamo alle 7.00 , e dopo una colazione terribile ci avviamo verso l’aeroporto. Sbrighiamo le formalità , paghiamo 25 dollari per il visto di uscita e prendiamo il volo per Kuala Lumpur. Alle 15.00 atterriamo a Kuala Lumpur , facciamo il visto di transito per uscire dall’ aeroporto , e con il Klia Express , un treno veloce , siamo al Suria , il centro commerciale sotto le torri Petronas. Facciamo un po’ di foto alle torri , e poi giriamo dentro al Suria fino alle 19.00. Ci riavviamo con il Klia Express (33 dollari a testa A/R) verso l’aeroporto. Rifacciamo il check In e compriamo qualche oggetto con gli ultimi Rinngutt rimasti. Mangiamo , ci avviamo al Gates , ce lo cambiano , ci riavviamo al nuovo Gates e prendiamo il nostro volo per Roma. Il volo è ottimo , c’è poca gente a bordo e dura 10 ore. Alle 5.30 siamo a Fiumicino. E fa freddo.