Templi, piramidi e sacrari militari: 10 giorni in Egitto per vivere vecchie e nuove emozioni della “Terra dei Faraoni”

Con un gruppo di amici viaggiatori abbiamo organizzato un primo viaggio esplorativo in Egitto che ha toccato alcune delle località più famose del paese ed altre forse un po’ meno conosciute. In sintesi il nostro itinerario, sviluppato su 10 giorni e completamente organizzato in autonomia, ha toccato le seguenti località: Cairo, Luxor, El Alamein, Oasi del Fayoum. Lascio alcune indicazioni sintetiche nella speranza che possano essere di aiuto per altri viaggiatori.
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Giza
Atterriamo puntuali alle 12.20 con volo Easyjet da Malpensa al nuovo aeroporto di Giza Spinx, che troviamo ancora un po’ desolato dopo l’apertura avvenuta pochi anni fa. Facciamo il visto direttamente all’arrivo, la procedura è stata lunga perché c’era un unico sportello aperto. Pagamento solo con carta di credito, costo 25 USD. All’uscita troviamo il driver mandato dal nostro hotel. Avendo a disposizione pochi giorni abbiamo dovuto fare delle scelte, quindi per stavolta saltiamo la visita del Cairo che rimandiamo ad un prossimo viaggio. Abbiamo preferito un hotel a Giza e devo dire che è stata un’ottima scelta dal punto di vista logistico, inoltre la colazione sulla terrazza con vista piramidi è davvero impagabile! Dopo il check in all’hotel, incontriamo la nostra guida che ci accompagnerà nel pomeriggio alla visita del nuovo museo egizio e il giorno successivo per l’intera giornata. Il signor Fouad parla davvero un ottimo italiano ed è molto competente oltre che simpatico e ci troviamo subito a nostro agio con lui.
Il GEM (Grand Egyptian Museum) è un edificio avveniristico e modernissimo che in realtà non è ancora stato inaugurato, dopo più di 20 anni dall’inizio dei lavori di costruzione. L’inaugurazione definitiva, fissata per il 1° novembre 2025, darà vita ufficialmente a un museo che è destinato a diventare il più grande museo egizio al mondo e uno dei più grandi musei archeologici esistenti dedicati ad un’unica civiltà. Sicuramente il vecchio museo egizio del Cairo ha più fascino e atmosfera rispetto al nuovo, tuttavia vale sicuramente la pena passare alcune ore ad ammirare reperti davvero meravigliosi, uno su tutti la colossale statua di Ramses II che si trova nell’atrio del museo, alta ben 12 metri e risalente a 3.200 anni fa. Trascorriamo circa 3 ore a girovagare, sicuramente la visita con una guida è più interessante che se avessimo girato da soli e nel tardo pomeriggio rientriamo all’hotel. Complice la sveglia del mattino suonata alle 3, stramazziamo in camera appena dopo una ottima cena sulla terrazza con vista panoramica. Buonanotte Giza!
Necropoli di Giza, Saqqara e Menfi
La mattina successiva ritroviamo il signor Fouad che ci accompagnerà a conoscere alcuni dei siti più famosi del paese. Entriamo di buon mattino attraverso la biglietteria vecchia della necropoli di Giza, facendoci largo tra cavalli, carretti, dromedari e aspiranti guide turistiche. Dall’altro lato del sito è ora aperta una nuova biglietteria che dovrebbe ridurre il problema delle lunghe code di turisti che vogliono entrare, consiglio di essere mattinieri e di entrare presto, noi faremo circa 10 minuti di coda per fare il biglietto. Una nota importante: ci è stato richiesto il pagamento di tutti i biglietti di ingresso ai vari siti solo con carta di credito. La vista delle tre piramidi perfettamente allineate lascia davvero di stucco e l’emozione è grande! L’area della necropoli è immensa e ci si può spostare da una zona all’altra usando piccoli pulmini elettrici disponibili gratuitamente. Trascorriamo diverse ore in compagnia della nostra guida, alcuni di noi decidono di entrare nella piramide di Micerino, la più piccola delle tre (l’ingresso alla Piramide di Cheope è molto più costoso) Percorrere il cunicolo in discesa che conduce alla camera funeraria con il caldo e l’umidità alle stelle è stato affascinante e anche un po’ claustrofobico… Ricordo che occorre acquistare un biglietto supplementare per questo ingresso e che lo si deve fare all’entrata nel sito.
Dopo una breve sosta per dissetarci ripartiamo alla volta della necropoli di Saqqara, che ospita molti complessi funerari tra cui la famosa piramide a gradoni di Djoser, considerata la più antica tra le piramidi. Il sito si trova a circa 30 km da Giza ed è molto grande. Meriterebbe una intera giornata, noi possiamo dedicare solo qualche ora, ma comunque ne siamo affascinati e a differenza di Giza lo troviamo quasi completamente deserto. Visitiamo anche la bellissima e decorata mastaba della principessa Seshseshet Idut, dove si possono ammirare diverse immagini di vita quotidiana dell’antico Egitto: uomini sulle barche che pescano, scribi che riscuotono i tributi dai capi villaggio ed evasori fiscali puniti a bastonate. Finiamo la giornata con una breve visita a Menfi per ammirare la Sfinge di alabastro e soprattutto la colossale statua di Ramses II, alta circa 14 metri e scolpita in un unico blocco di pietra calcarea. La statua fu scoperta nel 1820 dall’esploratore Giovanni Battista Caviglia ed ora giace in un edificio dedicato solo a lei, si può salire su una balconata da dove la si può ammirarla in tutta la sua imponenza.
In serata veniamo accompagnati all’aeroporto del Cairo per il volo Egyptair su Luxor, abbiamo deciso di spostarci subito senza pernottare di nuovo a Giza in modo da avere tre giorni pieni da dedicare alle visite a Luxor. Il volo dura circa un’ora e puntuali alle 20.30 atterriamo, incontriamo il driver mandato dal nostro hotel e arriviamo giusto in tempo per una cena frugale e tardiva. Domani ci attende una nuova guida e nuove esplorazioni. Buonanotte Luxor!
Luxor
La città di Luxor, sorta sul sito dell’antica città di Tebe, si sviluppa sulle due sponde del fiume Nilo. La sponda est, più moderna ed animata viene chiamata la “città dei vivi” ed ospita i due complessi templari più importanti della città (Luxor e Karnak). La sponda ovest, o la “città dei morti”, è più tranquilla e apparentemente meno affollata di turisti e si trova a breve distanza dalle necropoli e dai templi funerari dove venivano inumati i faraoni, le loro mogli e i figli. Scegliamo di alloggiare sulla sponda ovest e sicuramente lo consiglio, soprattutto per la tranquillità di notte. Per attraversare il fiume è attivo un servizio di piccole barche che per l’intera giornata e anche per la notte fa continuamente la spola tra le due rive. Anche in questo caso abbiamo chiesto all’hotel di organizzarci due delle tre giornate con una guida parlante italiano.
Al mattino successivo al nostro arrivo incontriamo il signor Sallam che in un ottimo italiano ci accompagna a visitare il complesso di Dendera, un sito davvero meraviglioso ma forse poco noto perché si trova a circa 1 ora e mezza di auto a Luxor. Il complesso templare è molto grande e comprende il tempio di Hathor, tra quelli meglio conservati dell’Egitto. Gli edifici attualmente visibili risalgono al periodo tolemaico con ampliamenti avvenuti anche durante il periodo romano. Il tempio è famoso per la sua Grande Sala Ipostila, che presenta alcune colonne decorate davvero imponenti che lasciano a bocca aperta. Nel tempio è stata rinvenuta una delle prime raffigurazioni dello Zodiaco, l’originale è ora visibile al Louvre di Parigi. Inoltre sulle mura esterne si può ammirare un famoso bassorilievo che raffigura Cleopatra VII e suo figlio Cesarione. Questo tempio è uno di quelli meglio conservati di tutto l’Egitto e, a mio parere, è imperdibile.
Il secondo giorno a Luxor visitiamo in autonomia il complesso templare di Karak e quello di Luxor che si trovano entrambi sulla sponda est e sono collegati da una via lastricata lunga circa 2,7 km, nota come viale delle sfingi. Originariamente decorata con una serie di statue di sfingi, delle quali purtroppo oggi ne restano molto poche, serviva come percorso per le processioni religiose, durante le quali la statua del dio Amon veniva trasportata dal Tempio di Karnak al Tempio di Luxor per celebrare la fertilità e la rinascita. Iniziamo dal complesso di Karnak, davvero enorme e per visitarlo bene servono divere ore. Anche qui una grande sala ipostila con enormi colonne a forma di papiro lascia a bocca aperta, si cammina attraverso corridoi e sale ammirando statue enormi e si giunge al lago sacro ad Amon, vicino al quale si trova la statua gigante di Khepri, lo scarabeo sacro rappresentazione del Sole al suo sorgere. Si dice che compiere 7 giri intorno allo scarabeo porti fortuna e chi siamo noi per non crederci? Percorriamo sotto un sole a picco il viale delle sfingi, siamo da soli e a metà del percorso troviamo una biglietteria dove alcuni straniti custodi ci fanno pagare l’ingresso al tempio di Luxor. Questo complesso è forse meno imponente di quello di Karnak, tuttavia merita di essere visitato e ammirato. Le guide suggeriscono di visitarlo al tramonto perché assume colori meravigliosi, noi ci andiamo alla sera per vederlo illuminato ed è davvero una vista stupenda, pur essendo circondato da strade trafficatissime e rumorose.
Il terzo giorno a Luxor ci ritroviamo con Sallam che ci accompagna alla Valle dei Re. Il biglietto di ingresso comprende al visita a 3 tombe tra quelle aperte nel momento della visita (le tombe vengono chiuse temporaneamente a rotazione per preservarle). Per visitare alcune tombe (tra cui la famosa di Sethi I o quella di Tutankhamon) occorre pagare un biglietto supplementare. Facciamo decidere alla guida quali tombe visitare, entriamo per prima nella tomba di Meranptah, nella quale si può ammirare il sarcofago ancora presente nella camera funeraria. Poi visitiamo la tomba di Ramses III, una delle più grandi e meglio conservate della necropoli, notevole per la sua ricca decorazione con cartigli, bassorilievi e pitture murali dai colori vivaci. Infine la meravigliosa tomba di Ramses IV, conosciuta per le sue decorazioni ben conservate e il suo sarcofago di granito. Una più affascinante dell’altra e ovviamente le ammiriamo insieme a tanta, tanta gente.
La nostra guida ci accompagna poi ad un altro dei siti più famosi dell’Egitto, Il tempio funerario dedicato alla regina Hatshepsut, infine per completare in bellezza la giornata, visitiamo il tempio funerario di Ramses III, anche noto come Medinet Habu. Dopo un riposino nel nostro hotel, veniamo accompagnati all’aeroporto di Luxor per prendere il volo serale per Giza. Si chiude questa breve parentesi al sud dell’Egitto che è stata davvero ricca di emozioni, ci ripromettiamo di tornare qui per visitare altre meraviglie di Luxor, ma anche per risalire il Nilo e arrivare ad Assuan ed Abu Simbel. Arrivederci Luxor!
El Alamein
Dopo una bella dormita nel solito hotel di Giza, il mattino successivo incontriamo il driver mandato dalla agenzia Emo Tours, che ci ha organizzato i due trasferimenti più lunghi (questo per El Alamein e quello per l’oasi del Fayoum). Non possiamo che parlare bene di questa agenzia, abbiamo avuto risposte quasi immediate alle nostre domande via Whatsapp, autisti sempre puntuali, forse la guida un po’ troppo alla pilota di formula uno ma mi pare di avere capito che sia la normalità in questo paese.
Il trasferimento da Giza a El Alamein dura circa 3 ore, appena arriviamo in vista della costa ci si apre davanti un mare dai colori davvero caraibici. Alloggiamo a new El Alamein, dove oggi sono aperti una serie di cantieri per la costruzione di grandi resort, grattacieli, strade e via dicendo. Della vita comune della gente egiziana qua non se ne vede l’ombra, abbiamo letto che c’è un progetto per raddoppiare entro pochi anni il numero dei turisti che entrano nel paese dagli attuali 15 milioni circa e probabilmente questa è una delle zone dove si sta puntando con maggiore interesse. Alloggiamo in un grande e moderno resort dotato di piscine di acqua dolce e salata, sala giochi, un ottimo ristorante e una piccola spiaggia privata, in questo periodo praticamente deserta. La temperatura è più bassa rispetto a Luxor, là avevamo 35 °C di giorno, qui una decina di meno e più ventilato, ma per rilassarsi per noi va benissimo. Dormiamo al sole, chiacchieriamo, mangiamo e siamo pronti dopo un paio di giorni per una nuova avventura. Riusciamo anche a fare un salto al sacrario che ricorda i caduti italiani nelle due battaglie del 1942, una torre di forma ottagonale all’intero del quale riposano le salme di circa 5200 soldati italiani, quasi la metà senza nome. C’è un grande silenzio qui, il cielo è azzurrissimo e il viale che porta al sacrario è fiancheggiato da bouganville fiorite e ci sembra impossibile che un posto tanto bello possa essere stato il luogo di una così grande tragedia.
Oasi del Fayoum, Wadi El Hitan
Dopo questa breve parentesi, eccoci pronti per ripartire sempre trasportati dal driver di Emo Tours. Per un tratto ripercorriamo la strada diritta e praticamente deserta che porta verso il Cairo, poi si devia verso sud-ovest e si inizia l’avvicinamento al grande lago Qarun che caratterizza l’oasi del Fayoum. Questa è l’oasi più vicina al Cairo, sono solo circa 100 km, ma comunque pare di essere su un altro pianeta. Tutti i villaggi abitati si trovano lungo la costa sud del lago, noi alloggeremo a Tunis, un polveroso paesino noto per le sue scuole e negozi di ceramica. Il lago è davvero enorme, in alcuni tratti sembra il mare, è noto agli appassionati di bird-watching perché ospita tantissime specie di uccelli, noi stessi avvistiamo tra gli altri fenicotteri e aironi. Nelle vicinanze ci sono altri tre laghi più piccoli, che fanno parte dell’area nota come Wadi El Rayan, tutto intorno solo il deserto, sabbia e dune. Tramite il bellissimo lodge dove siamo ospitati organizziamo una giornata per visitare la zona e soprattutto la perla che non volevamo assolutamente perderci, il sito paleontologico di Wadi El Hitan.
Partiamo al mattino del giorno successivo e ci portano a fare un po’ di sand boarding con le jeep sulle creste delle dune, una cosa molto da turisti ma comunque divertente (e anche un tantino da paura). Il deserto, da alcuni di noi mai visto, è sempre affascinante e poterlo ammirare in assoluta solitudine è ancora più bello, quando si spengono i motori delle jeep nessun rumore ci disturba. Proseguiamo poi per Wadi El Hitan, ci vogliono circa 40 minuti di pista nel deserto. All’arrivo visitiamo un piccolo museo, costruito con la collaborazione anche italiana, dove è descritta la storia di questo sito e dove sono esposti alcuni scheletri ritrovati qui che risalgono ad un periodo compreso tra i 40 ai 37 milioni di anni fa, quando tutto intorno c’era mare, spiagge e lagune. Il sito è iscritto dal 2005 nell’elenco Unesco dei Patrimoni dell’Umanità e qui sono stati ritrovati centinaia di scheletri di fossili di archeoceti, progenitori delle odierne balene, ma non solo. Riemergono dalla sabbia anche scheletri di squali, tartarughe, razze e vari tipi di pesci oltre che di vegetali quali alberi di mangrovie. Il percorso di visita si snoda tra le dune e le formazioni rocciose lungo sentieri che collegano le varie aree dove giacciono gli scheletri, ognuno dei quali indicato da un cartello che ne definisce la specie di appartenenza. C’è pochissima gente, nessun rumore molesto e mi perdo in questo meraviglioso paesaggio pensando a quanto sia bello essere qui in questo momento.L’ultima sosta del nostro tour è in un punto panoramico su una parte del lago chiamato Magic Lake, dopo qualche foto dall’alto ci avviciniamo alla sponda per scoprire che proprio oggi si sta girando un film egiziano, che probabilmente non arriverà mai alle sale cinematografiche italiane. Comparse a cavallo galoppano lungo la riva del lago mentre vengono fatte saltare alcune finte cariche che simulano spari ed esplosioni. Le riprese terminano quando uno dei cavalieri finisce a gambe all’aria in acqua, non si sa se perché il copione lo richiedeva o per errore…
Rientriamo al lodge e dopo una sosta rilassante a base dell’ennesimo succo di guava (un must del nostro viaggio…) ripartiamo alla volta di Giza ed è già ora di rifare i bagagli, di cercare i biglietti aerei e di godersi un’ultima cena ammirando le piramidi in tutto il loro fascino, che restano immutate da millenni eppure ogni volta sembrano diverse. È stato un viaggio bellissimo, anche se ci ha mostrato solo un piccolo assaggio di tutto quello che l’Egitto può offrire. Ma è stato soprattutto un viaggio che ha costruito l’amicizia tra un gruppo di persone che non erano mai partite per una vacanza insieme e che lo hanno fatto con grande naturalezza, sono sicura che tutti noi ricorderemo le risate e le emozioni provate insieme per tanto tempo.
Grazie Umberto, Federico, Rossella, Sergio, Fernando e Simona senza di voi non sarebbe stato lo stesso viaggio… shukran cari amici e alla prossima!




















