Tema in classe: il nostro viaggio di nozze in Giappone
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Non ci affidiamo a nessuna agenzia, ma organizziamo fai da te questo viaggio consultando le guide cartacee Lonely Planet e Touring, i racconti su TPC e il “mondo” di internet. Le paure iniziali, linguistiche prime di tutto, ci obbligano a partire dall’Italia con un programma ben dettagliato, che alla fine siamo riusciti a seguire senza alcuna difficoltà.
Prenotiamo gli hotel attraverso il sito booking.com: trascorreremo 4 notti a Tokyo, 2 a Kyoto, 2 a Hiroshima e le ultime 3 di nuovo a Tokyo.
Spostamenti tutti in treno con shinkansen (treni veloci) da una città all’altra, mentre nelle città useremo metro, tram, treni locali e autobus. Gli spostamenti più lunghi sono molto costosi per cui, per ammortizzare la spesa, i turisti possono usufruire del Japan Rail Pass, una sorta di biglietto interrail che ti permette di utilizzare la maggior parte dei treni delle linee nazionali JR. Non acquistabile in loco, ma solo al di fuori del Giappone, in Italia sono diverse le agenzie che lo vendono. Noi ci siamo affidati ad internet, acquistandolo sul sito www.japan-rail-pass.net: in poco più di 24 h ci sono stati recapitati a casa i voucher, che dovranno poi essere cambiati con il JRP vero e proprio in uno dei tanti uffici JR presenti sul territorio giapponese. Il costo del biglietto è stato di 207 €/cad, con validità settimanale.
Partiamo con 160.000 ¥ in contanti (1.200 €) per affrontare le spese giornaliere (pasti, visite, spostamenti locali, souvenir) mentre pagheremo gli hotel con la carta di credito.
Alla fine del viaggio avremo speso, in totale, circa 4450 €, così suddivisi:
1424 € – volo a/r
70 € – assicurazione sanitaria Allianz (direttamente su airfrance.it all’acquisto del volo)
414 € – japan rail pass
1510 € – hotel
1030 € – spese varie in contanti in loco
Al momento del nostro viaggio il cambio era circa: 1 € = 133 ¥
È andata così…
Lunedì 07/10
Volo Air France da Torino a Tokyo via Parigi, prenotato direttamente sul sito della compagnia aerea qualche mese prima della partenza ad un prezzo totale di 1424 €. Alle 9 in punto siamo all’aeroporto di Torino, sbrighiamo velocemente le formalità e puntuale alle 10.20 parte il nostro volo per la capitale francese. Breve scalo al CDG, giusto il tempo di un panino e una brioches al volo, che il gran bestione, l’A380 nuovo nuovo, ci attende per una ben più lunga tratta di oltre 11 h verso la terra del Sol Levante. Le ore trascorrono abbastanza velocemente tra cena, film, musica e spuntini. Il giorno dopo, alle 8 locali, atterreremo finalmente sul suolo giapponese.
Martedì 08/10
Grazie all’ottima organizzazione ed efficienza giapponese in poco tempo sbrighiamo le formalità doganali, ritiriamo i nostri bagagli e cambiamo i voucher del Japan Rail Pass all’ufficio JR dell’aeroporto (lo attiveremo però solo fra 4 giorni, alla nostra partenza per Kyoto). Dopo un’ora siamo già sulla banchina in attesa del treno della Keysey Line che, senza cambi, ci porterà ad Asakusa, quartiere di Tokyo dove abbiamo prenotato l’hotel. Uscendo in treno dall’aeroporto il primo impatto che abbiamo è molto piacevole: casette basse con i tipici tetti giapponesi, pagode che spiccano un po’ dappertutto, tanto verde intorno a noi. Non sembra proprio che stiamo per entrare in una metropoli da 13 milioni di abitanti. Ad essere sinceri ci aspettavamo un autunno più inoltrato, con tonalità giallo-rossastre più marcate, invece sembra di essere ancora in piena estate! Dopo circa 50 min arriviamo alla stazione di Asakusa. Uscire dalla stazione, ma soprattutto azzeccare l’uscita giusta (visto che qui le stazioni si sviluppano sottoterra per diversi isolati), non è proprio così elementare. Noi, un po’ tentennanti e con cartina in mano, siamo stati avvicinati da una gentilissima inserviente della stazione che ci ha indicato l’uscita più vicina al nostro hotel e dopo poco siamo fuori..ora si che siamo in Giappone! Ci accorgiamo subito che le nostre previsioni sul clima, e quindi di conseguenza sull’abbigliamento, si sono rivelate errate. Ci aspettavamo temperature un po’ come in Italia, intorno ai 18-20 gradi (col bel tempo), ed invece ci ritroviamo a dover convivere con 28 gradi e molta umidità. Troviamo l’hotel in pochissimo tempo, è il Richmond. Un più che onesto 3 stelle, con camere abbastanza grandi e dotate di tutti i comfort. Poi è nuovissimo, inaugurato solo 2 anni fa. Passeremo in questo hotel le prime 4 notti, spendendo in totale 64.000 ¥ (490 €), colazione compresa e pure ben fornita, sia continentale che tipica. Lasciamo i bagagli all’ingresso (la stanza ci sarà consegnata nel primo pomeriggio) e ci addentriamo nel quartiere più tipico e tradizionale della città. Ci piace davvero tanto e c’è moltissima gente in giro, quasi tutti orientali. Non vediamo intorno a noi nessuno che non abbia gli occhi a mandorla. In ordine visitiamo: il tempio Senso-ji (bellissimo), il Kaminarimon Gate (bello), la Nakamise Dori (bella bella). Poi ci “perdiamo” per le viuzze di questo quartiere e facciamo subito alcuni acquisti. Mangiamo il nostro primo dolcetto tipico, una sorta di pandispagna farcito della celeberrima crema di fagioli rossi (buono), visto il caldo un bel gelato alla vaniglia (buono anche lui), acquistiamo alle macchinette una bottiglia di the verde (imbevibile!) e torniamo in hotel per impossessarci della camera e riposarci qualche ora, prima di uscire per la cena. Riposino (e ora siamo più svarionati di prima!), doccia e finalmente si esce per la serata. Ci incamminiamo verso la zona di Ueno, non è vicinissima e infatti impieghiamo circa 40 minuti per arrivare nei pressi della stazione. Questo quartiere è un’altra cosa rispetto ad Asakusa. Qui la tradizione lascia il posto alla modernità più assoluta. Ci addentriamo in alcune vie intorno alla stazione. Notiamo i primi locali dove i giapponesi giocano a Pachinko, il gioco d’azzardo più popolare in Giappone, una via di mezzo tra il flipper e le slot-machine. Al loro interno la musica è davvero assordante e sono sempre affollatissimi, quindi abbandoniamo all’istante l’idea di entrarci. La stanchezza si sta facendo sentire, per cui per cena decidiamo di ripiegare su un veloce panino comprato in un chiosco lungo la strada, quindi metro e in hotel a dormire. Sperimentiamo così la metro, alla fine molto semplice ed intuitiva. Decidiamo di non fare nessun abbonamento o tessera prepagata, ma di comprare i singoli biglietti di volta in volta nelle biglietterie automatiche. Come letto su molti altri itinerari, si compra il biglietto alla tariffa più bassa e, nel caso, lo si integra all’uscita, pagando la differenza nelle apposite macchinette.
Mercoledi 09/10
L’intenzione era quella di non fare nulla di corsa, siamo pur sempre in viaggio di nozze! Prendersela comoda, senza alzarsi troppo presto e godersela il più possibile. Bene, alle 6.30 in punto avevamo entrambi gli occhi sbarrati. Scendiamo verso le 7.30, colazione rigorosamente continentale con latte, pane, marmellata e frutta e pronti via, alle 8 siamo per strada. Attraversiamo la zona del tempio Senso-ji che a quest’ora è praticamente deserta, e forse è ancora più affascinante di ieri. Raggiungiamo la stazione della metro e con la Ginza line ci spostiamo nell’omonimo quartiere. Ginza è il quartiere commerciale per eccellenza, qui trovi tutte le più grandi case di moda. Non ci fa impazzire, tra l’altro è ancora presto e i negozi sono tutti chiusi. Giriamo senza meta per le enormi strade, con grattacieli da entrambi i lati. La nostra meta diventa il mercato del pesce Tsukiji, distante solo qualche isolato. Lo raggiungiamo e ci addentriamo al suo interno. Sono le 9.30 ed è già quasi vuoto, le vendite si sono concluse da un po’ ma non era nostra intenzione arrivare prima. Fa già caldo,anche oggi è una bella giornata, decidiamo di dissetarci con una deliziosa “Fanta Grape”, simile ad un concentrato di big bubble che ci mette ancora più sete. Ci spostiamo nell’adiacente Shiodome Garden, un bel giardino con vista sul fiume da un lato e sui grattacieli dall’altro. È ben curato e piacevole, ci svacchiamo sull’erba all’ombra di un albero per una mezz’oretta e ci godiamo appieno questo bel posto. Belli rilassati riprendiamo la marcia verso Roppongi, perché vogliamo salire sulla Tokyo Tower. Lungo la strada incrociamo l’Hard Rock Cafè, per cui è d’obbligo comprare la maglietta con la scritta di Tokyo. Saliamo sulla torre a oltre 150 mt di altezza e la vista è davvero bella. Restiamo sulla torre mezz’ora a scattare fotografie ininterrottamente, poi scendiamo e decidiamo che è quasi ora di andare a far pranzo. Troviamo un bel locale all’interno di una galleria gastronomica, al suo interno ci saranno si e no 15 posti a sedere. 2 sono liberi..sono nostri! Ordiniamo non sappiamo bene cosa, dalla foto non sembravano male. Io un piatto a base di cavolo e maiale, Sonia invece filetti di un pesce sconosciuto. Il tutto accompagnato dall’immancabile riso bollito e dalla zuppa di miso. Spendiamo 1600 ¥ (12 € in due) e con la pancia piena e pure abbastanza soddisfatti ripartiamo alla volta dell’isola di Odaiba. La raggiungiamo prendendo la monorotaia (la Yurikamome line) dalla fermata Shinbashi. Il percorso è molto suggestivo, soprattutto l’attraversamento del Rainbow Bridge. Arriviamo sull’isola e ci innamoriamo di questo luogo. La vista sulla baia di Tokyo è stupenda, con i grattacieli sullo sfondo ed il ponte in primo piano. C’è anche la Statua della Libertà! Ci restiamo alcune ore, fino al tramonto, quando la città inizia ad illuminarsi e la vista è sempre più suggestiva. Pezzo forte è la riproduzione in scala 1:1 del Gundam, alta più di 15 mt. Torniamo bambini per un attimo, ci piace questa cosa. Decidiamo di cenare all’interno di uno dei tanti centri commerciali della zona e poi torniamo verso l’hotel, domani lunga escursione fuori città.
Giovedì 10/10
Oggi abbiamo in programma un’escursione a Nikko, cittadina sulle alpi giapponesi a circa 2h di treno. La raggiungiamo con la Tobu Skytree line, treno locale e diretto dalla stazione di Asakusa. Forse non è la soluzione più rapida, ma è la più economica e non ha cambi da effettuare. Acquistiamo in stazione prima di partire l’All Nikko Pass al prezzo di 4.400 ¥ a persona (33 €), che ci permetterà di salire gratuitamente sul treno e su tutte le linee di autobus dell’area di Nikko. Ha una validità di 4 giorni, adatto quindi soprattutto a chi volesse fermarsi qualche giorno in più sulle montagne. Arrivati a destinazione prendiamo subito il bus e raggiungiamo la zona del lago Chuzenji, distante 1 h di strada, dove si trovano le cascate Kegon. Carine ma niente di più, peccato che oggi il tempo non sia dei migliori e forse questo distorce un po’ la prospettiva che abbiamo del luogo. Breve escursione attorno al lago e, nel primo pomeriggio, riprendiamo l’autobus e torniamo a Nikko, per andare a visitare la ben più rinomata zona dei templi, il World Heritage Site, dichiarato patrimonio dell’Unesco. I templi sono bellissimi, alcuni dai colori accesi, ed immersi in una cornice altrettanto suggestiva con alberi altissimi, alcuni dal tronco enorme, e muschio dappertutto. Giriamo alcune ore, poi inizia a piovere e decidiamo di tornare alla stazione e di li di nuovo a Tokyo. Al ritorno non scendiamo ad Asakusa ma alla fermata precedente per andare a visitare, anche se solo esternamente, lo Skytree. È la torre per telecomunicazioni più alta del mondo, ben 634 mt, e alla sua base vi è un enorme centro commerciale. Ci fermiamo al suo interno per cena, sperimentando degli ottimi Udon, della tempura deliziosa ed assaggiando le famose polpettine di riso triangolari ricoperte di alga (si proprio quelle che vedi nei cartoni animati), un po’ insapori ma l’importante è stato averle provate!
Venerdì 11/10
Oggi si visita lo zoo di Ueno. È piacevole e ci restiamo tutta la mattina. Al pomeriggio ci spostiamo ad Akihabara, il quartiere dell’elettronica e dei fumetti, dove interi grattacieli sono negozi e dove, se sei appassionato, puoi anche trovare ottimi affari. Ci muoviamo poi verso la Tokyo Station e la zona di Maranouchi. La stazione è un edificio in mattoni rossi che spicca e contrasta con i grattacieli al suo intorno. La zona è bella, con tanti negozi e tanta gente in giro. Ultima tappa della giornata sono i giardini intorno al Palazzo Imperiale. Anche questi sono belli e curati nei minimi dettagli. Decidiamo di trascorrere un po’ di tempo su una panchina, osservando la gente che passa davanti a noi e la città che inizia ad accendersi. È piacevole la pace e la tranquillità che si prova, non si ha assolutamente percezione che possa accaderti qualcosa di strano o di pericoloso.
Sabato 12/10
Ciaociao Tokyo, ci rivediamo tra 5 giorni. Oggi si attiva il JRP perché andiamo a Kyoto. Non abbiamo prenotato il posto ma riusciamo comunque a sederci nei vagoni liberi. Il treno è pieno, nuovo e pulitissimo. Dopo circa un’ora di viaggio noto fuori dal finestrino la sagoma inconfondibile del simbolo del Giappone per eccellenza, il monte Fuji. Fotografie a manetta, il tempo è bellissimo e lui si vede perfettamente. Arriviamo a Kyoto in tarda mattinata. Dopo una breve sosta al centro informazioni (un grazie speciale alla gentilissima signora che ci ha accolti e, con un inglese ottimo, ci ha spiegato per filo e per segno come utilizzare i bus della città) usciamo dalla stazione e prendiamo il bus per l’hotel, un ryokan in questo caso, ovvero un edificio con stanze tradizionali in stile giapponese dove si dorme per terra (il pavimento è fatto di tatami) all’interno di un futon. È il kamogawakan, 2 notti con colazione, rigorosamente giapponese, a 52.000 ¥ (400 €). Lasciamo le valigie in camera e corriamo subito a prendere un autobus per raggiungere il Kinkaku-ji. Il cosiddetto Tempio d’Oro è stupendo, da solo vale l’intero viaggio. Si specchia su un laghetto ed è immerso all’interno di un giardino curato nei minimi dettagli. Lo giriamo in ogni angolo, fotografiamo il tempio da tutte le angolazioni. Ci piace davvero tanto, resteremmo qua ancora molto tempo ma, prima di sera, vogliamo raggiungere la zona di Arashiyama, famosa per il celebre bosco di bambù. Anche qui andiamo a zonzo un po’ a caso. Il quartiere è ai margini della città, immerso nel verde e formato da tante casette basse. Bello bello. Anche il bosco ha un fascino particolare, trasmette una pace ed una tranquillità indescrivibili. Ormai si è già fatto buio. Ci fermiamo in una piazzetta dove mangiamo delle ottime castagne arrostite e poi torniamo verso il ryokan. Dopo 5 giorni in Giappone sentiamo già la mancanza di gusti conosciuti, così per cena ci infiliamo in un Burger King: evviva i sapori internazionali!
Domenica 13/10
Dopo la nostra prima colazione tipica, composta da uova, tofu, pesce, zuppa di miso, alghe e altre specialità indecifrabili e indescrivibili (?), andiamo in stazione per prendere un treno locale con destinazione Nara. È una bella città, anche lei immersa nel verde, caratterizzata da un enorme parco dove i cervi girano liberi (sono animali sacri qui) e costellato da templi e santuari. Pezzo forte è il budda gigante che si trova all’interno di uno di essi, in bronzo e alto 16 mt. Giriamo tutto il giorno, su e giù per le collinette e per sentieri immersi nel verde. Facciamo pranzo con degli ottimi tagliolini di soba (sonia) e udon (io) accompagnati con la tempura (al bancone ricevo anche i complimenti del simpatico signore giapponese affianco a me per l’ottimo utilizzo delle bacchette) e ci rilassiamo sull’erba con i cervi che ti girano intorno nella speranza di trovare qualcosa da mangiare, come la nostra cartina, vero sonia!?! Nel tardo pomeriggio rientriamo a Kyoto, facendo prima tappa al Fushimi Inari Taisha, un santuario ai margini della città. Per raggiungerlo bisogna percorrere un sentiero di oltre 4 km, che si arrampica sulla collina, interamente “rivestito” da migliaia di torii rossi. È già buio e la luce delle lanterne accese lo rendono affascinante. Ne percorriamo solo una piccola parte, non raggiungiamo quindi il santuario, e decidiamo di tornare in città. Visitiamo così la stazione, un edificio enorme su più piani e con una bellissima terrazza panoramica alla sommità, quindi cena e infine si torna al nostro ryokan per la notte.
Lunedì 14/10
Dopo colazione percorriamo il vicolo Ponto-cho, attraversiamo la Shirakawa-minami dori e puntiamo al Kiyomizu-dera, bellissimo tempio nel quartiere di Higashiyama. Questa parte di città è stupenda e tradizionale, la modernità sembra lontana anni luce. C’è tantissima gente e incrociamo anche alcune Geishe. Il tempio è in cima ad una collina, dalla quale si gode di una vista della città impareggiabile. La mattinata ed il primo pomeriggio volano e il tempo stringe, alle 17 abbiamo il treno per Hiroshima. Torniamo al ryokan, ritiriamo i bagagli e andiamo in stazione. Il treno parte puntualissimo e in poco più di 2 h siamo ad Hiroshima. Anche qui per prima cosa andiamo al centro informazioni e, dopo aver fatto incetta di cartine, cerchiamo il tram giusto per raggiungere l’hotel. Hiroshima è servita da un’ottima rete di tram, più pratici e agevoli degli autobus di Kyoto. La fermata è davanti al nostro hotel, proprio di fianco al parco della pace. L’hotel è l’ANA Crowne Plaza, un bel 4 stelle, anche se un po’ datato, dove spendiamo 34.600 ¥ (260 €) per due notti, colazione inclusa (continentale e fornitissima). Usciamo per un giro serale al Parco della Pace, cena e poi a dormire.
Martedì 15/10
Andiamo subito a visitare il Museo della Pace, un’esperienza davvero toccante e che tutti dovrebbero fare. Al suo interno sono presenti tantissime scolaresche, alcuni bambini sono davvero piccoli e forse non riescono ancora a cogliere la durezza di quello che stanno vedendo. Usciamo e giriamo per il Parco della Pace, andando fino all’edificio simbolo di Hiroshima, L’Industrial Promotion Hall, con la sua cupola che ha resistito alla tremenda deflagrazione. In tarda mattinata, con un treno locale, raggiungiamo l’imbarco per l’isola di Miyajima, anche lei patrimonio dell’Umanità, dove al suo interno girano liberi i cervi e dove si trova il famoso torii rosso in mezzo al mare. Trascorriamo tutto il pomeriggio sull’isola, tra le altre mangiando la specialità locale, l’okonomiyaki, un piatto con cavolo, pancetta, uova, noodle e salsa di soia, che ti viene cotto sulla piastra direttamente davanti al bancone: davvero ottimo. Anche su quest’isola riusciamo a farci mangiare una mappa da un impertinente cervo! Verso sera torniamo in città, e, di nuovo in astinenza di cibo internazionale, ci fiondiamo in una catena dove fanno pollo fritto e patatine.
Mercoledì 16/10
Oggi si torna a Tokyo. Abbiamo il treno al mattino e decidiamo di non farci la tratta in un’unica tirata (sono più di 4 h) ma ci fermiamo nella citta di Okayama, famosa per il castello nero e per il Korakuen Garden, definito uno dei tre giardini più belli del Giappone. Il castello è sinceramente evitabile, costa caro e non offre nulla (questa volta, la prima direi, i giapponesi ci hanno fregato) mentre il giardino è spettacolare. Offre vedute e scorci impareggiabili, grazie anche ad un cielo limpido e ad un magnifico sole che ci hanno abbracciato per quasi l’interezza della nostra vacanza. Consumiamo un buon gelato seduti su una panchina del parco e poi torniamo in stazione, pronti a prendere il nostro ultimo shinkansen che ci riporterà a Tokyo per gli ultimi 3 giorni. Arriviamo a Tokyo in serata. Questa volta alloggiamo nel quartiere di Shinjuku, presso il Citadines Apart Hotel, buon 3 stelle con camere ampie ed anche una piccola cucina, spendendo 47.000 ¥ (360 €) per tre notti senza colazione. Lasciamo i bagagli nella stanza e usciamo per la cena e per fare una prima conoscenza del nuovo quartiere.
Giovedì 17/10
Visitiamo la zona girovagando a caso per le vie di Kabukicho, il quartiere a luci rosse della città, e dirigendoci poi verso (e oltre) la stazione, per salire in cima al Tokyo Metropolitan Government Building, dove, al 45° piano, si trova una bellissima terrazza panoramica totalmente gratuita. Anche da qui la vista è stupenda ed il bel tempo ci permette di vedere e comprendere la vastità di questa metropoli, che sembra davvero infinita. Scendiamo e, con la Yamanote line, raggiungiamo il quartiere di Shibuya. È il quartiere dei giovani e del divertimento per eccellenza, anche se qui il nostro scopo è solo quello di attraversare l’incrocio pedonale più trafficato del mondo (fatto) e fare una carezza alla statua del cagnolino Hachiko nella piazzetta fuori l’uscita della stazione (fatto pure questo). Pranzo in un ristorante italiano niente male (ormai il sapore nostrano ci manca come non mai!) e nel pomeriggio andiamo nel quartiere di Harajuku. È un quartiere giovane dove si radunano, principalmente la domenica, i Cosplay, ovvero giovani che cercano di impersonare personaggi dei fumetti. Ne notiamo solo una, nel suo vestitino rosa confetto, che suscita non pochi sorrisi da parte nostra. Percorriamo la Takeshita Dori ed anche la via della moda Omotesando, sulla quale si affacciano i negozi delle più importanti griffe della moda, e infine ci addentriamo all’interno dello Yoyogi Park. Anche oggi si sta facendo sera e siamo ben stanchi, per cui ,dopo una lunga e interminabile ricerca dell’hotel in mezzo a strade e grattacieli tutti uguali, finalmente si va a dormire.
Venerdì 18/10
Ultimo giorno a Tokyo ed in Giappone. Visitiamo lo Shinjuku Gyoen Garden, bello, ma non come quello di Okayama, e poi partiamo alla volta dello shopping dell’ultim’ora. Facciamo il giro completo della Yamanote line, mangiamo dell’ottimo Ramen per pranzo, andiamo a far spesa ad Asakusa, dove avevamo visto le bacchette più belle e mangiato i biscotti farciti con la crema di fagioli rossi più buoni, ed è già sera. Mentre torniamo verso l’hotel ci si accende una lampadina ad entrambi: siamo in Giappone e non abbiamo mangiato il sushi!! Noi non siamo assolutamente amanti del pesce crudo, però non entrare in un locale che serve solo quella pietanza sarebbe impensabile. Senza fare troppa fatica ne troviamo uno di nostro gradimento e decidiamo che quella sarà la nostra ultima cena in Giappone: ok il sushi continua a non piacerci!! Ma siamo comunque ben contenti di averlo provato. Prima di andare a dormire riusciamo a “pulirci” la bocca mangiando delle gusose ciambelle in un locale modello Dunkin Donuts e bevendo un’ottima coca al gusto vaniglia!
Sabato 19/10
Ciaociao Tokyo e Giappone. Sveglia presto, metro e treno Keysey per Narita. Ci attendono oltre 12 ore di volo prima di tornare a casa.
Osservazioni
È stata un’avventura entusiasmante, il Giappone è un paese stupendo, pieno di fascino e contraddizioni. La gentilezza delle persone è incredibile. Un Paese assolutamente da vedere e che difficilmente potrà non piacervi. Durante questo viaggio, forse più che in ogni altro, ci siamo divertiti a scoprire le differenze tra “noi” e “loro”. Cosa abbiamo imparato sui giapponesi:
– sono molto ordinati e rispettosi nei confronti degli altri;
– in tutte le occasioni c’è una fila da rispettare, specie per salire sui mezzi di trasposto come treni, bus o metro;
– tirano su con il naso, e per noi la cosa non è delle più piacevoli;
– mangiano piccante;
– le bacchette si devono tenere dall’alto;
– è meglio non fidarsi delle loro previsioni meteo: davano sole e ci siamo ritrovati bagnati come pulcini;
– le donne non hanno buchi alle orecchie;
– non accavallano le gambe, specie sulla metro;
– sono molto carini e disponibili: ti accolgono con grandi sorrisi e non dicono mai di no;
– i bambini delle scolaresche in gita, essendo sempre molto numerose, vengono identificati con cappellini di colore diverso;
– nelle piazzole di sosta, parcheggiano le auto sempre in retromarcia;
– i parchi e le aiuole sono talmente puliti che fai fatica a trovare una foglia a terra, e noi ci siamo stati in autunno!
Ora, sta a voi trovarne altre!