Taxisti per caso
Abbiamo viaggiato con una soluzione fly and drive cui la compagnia dalla quale abbiamo acquistato il pacchetto ha dato il nome di “flexi”: non solo volo e auto, ma anche un blocchetto di 14 cosiddetti open-voucher, cioè delle prenotazioni aperte in hotel di varie località sparse per l’isola. Quel che avremmo dovuto fare stando alle indicazioni dell’agenzia era telefonare il giorno prima nell’hotel prescelto per verificare che avessero stanze libere. In effetti non abbiamo mai chiamato, semplicemente ci siamo presentati lì, e ci è sempre andata abbastanza dritta anche se alcuni hotel (per esempio il Santa Clara nell’omonima città) si sono rivelati pessimi. Per telefonare la compagnia ci ha fornito una scheda, che invece abbiamo utilizzato per fare chiamate in Italia (chiamare con il cellulare è spaventosamente caro, munitevi di scheda e chiamate dai telefoni fissi). Taxisti per caso perchè lungo tutte le strade troverete folle di gente che chiede passaggi (e noi ne abbiamo tirata su parecchia), spesso mostrando il denaro con cui è disposta a pagare il disturbo. Soprattutto donne di ogni età, con o senza bambini, che passano ore ed ore sotto il sole in attesa di corriere o camion, ma anche rarissime auto private. Quando si ferma un turista sembrano stupiti e intimiditi dai volti stranieri e dalle auto “lussuose”, ma poi accettano di buon grado. Ci sono vari motivi per dare passaggi: innanzitutto per dare una mano a questa gente, per fargli risparmiare qualche peso (il salario medio di un cubano è di circa 10 euro al mese) e fargli fare, una volta tanto, un pezzo di strada in comodità; poi ovviamente per fare quattro chiacchiere, se ne hanno voglia e non è sempre detto che sia così, per sapere che vita menano e da dove vengono e dove vanno e cosa ci vanno a fare; e poi, e qui è questione utilitaristica, perchè sulle strade di Cuba (tutte!) c’è una chiara carenza di segnaletica, se non si chiede si può rimanere incastrati per delle mezz’ore in una città di medie dimensioni, o sbagliare un bivio lungo la carretera central e scoprire dopo un’ora che si sta andando in direzione opposta a quella desiderata. Quindi date passaggi, chiedete dove vanno gli aspiranti compagni di viaggio, dite dove andate voi, e quella gente sarà fonte preziosissima di indicazioni stradali.
L’itinerario che abbiamo scelto: Holguin, Guardalavaca; Pinares de Mayari, Santiago; Santa Lucia; Camaguey; Trinidad; Penisola di Ancon; Cienaga de Zapata (playa larga); Havana; Varadero; Santa Clara; Santa Lucia. Chi ha sott’occhio una carta di Cuba vedrà che abbiamo fatto alcuni lunghi trasferimenti per vedere più luoghi possibile, scelta opinabile, in due sole settimane; limitarsi ad una determinata zona (per esempio quella centro-occidentale) può essere una buona idea se il tempo è poco: Noi stessi siamo stati costretti ad eliminare dal nostro tragitto l’estremo oriente (tra cui Baracoa che dicono assai bella) e l’estremo occidente (Vinales, la provincia di Pinar del Rio, anch’esse a quanto dicono le guide ed anche alcuni viaggiatori incontrati là, molto belle).
Siamo andati là con in tasca Euro, che abbiamo cambiato in pesos convertibili senza alcuna difficotà, e circa trecento dollari che non abbiamo toccato. A questo proposito, occhio: da un po’ di tempo il dollaro USA non è più, per una ritorsione politica, moneta circolante a Cuba, quindi non viene accettata in pagamento. La carta di credito comporta, se utilizzata, commissioni molto alte, quindi portatela per sicurezza, ma se non strettamente necessario non usatela. Il peso convertibile è accettato ovunque ma fate attenzione che nei piccoli esercizi il prezzo esposto è in moneda nacional (il peso cubano con cui vengono pagati gli stipendi) che ha un valore bassissimo, enormemente inferiore al p.C., e può accadere che qualcuno non vi informi di questo e cerchi di vendervi un panino per 5 p.C. (circa 4 €). In ogni caso Cuba, come già è stato scritto in questo sito) è piuttosto cara per gli standard latino americani. Per un pasto decente non spenderete meno di una decina di €a testa in un ristorante; noi nei paladar (i ristoranti privati aperti in alcune abitazioni) non ci siamo andati perchè non ci andava di mangiare da soli nel salotto di una casa privata, ma pare che lì si mangi meglio spendendo meno, quindi se non sentite il bisogno di avere intorno altra gente, provateli. Nella parte orientale dell’isola alcune strade sono spaventose, tormentate dalle buche spesso di grandi dimensioni, quindi pericolose per voi e per la vostra automobile. Posso indicare quella che sale a Pinares de Mayary arrivando da nord (Santa Lucia) e quella che da Las Tunas si dirige appunto alla spiaggia settentrionale di Santa Lucia. La carretera central è discreta (corrisponde come carreggita ad una nostra normale strada provinciale, possono esserci buche anche lì); l’Autopista è bella ampia, con pochissimo traffico, il fondo è buono.
Comunque nelle campagne enelle piccole città cubane il mezzo di trasposto più usato è la carrozza trainata dai cavalli, ne vedrete molte, ed anche il camion, alcuni hanno il rimorchio modificato e trasformato più o meno nell’abitacolo di una corriera. Attenzione: i pochi fortunati che hanno l’auto (vecchie Lada o vecchissime immense auto made in USA) tende a guidare in modo arrogante se le condizioni del mezzo glielo consentono. Lungo le strade c’è un sacco di pula e frequenti posti di controllo, non correte.
La gente è cordiale ma in modo normale, non c’è l’ansia di comunicare di cui parlano le guide, la maleducazione potreste trovarla anche a Cuba. Preparatevi (a meno che non siate dei duri dal cuore di pietra) a mollare parecchie mance: ai complessini che verranno a suonare mentre pranzate, al ragazzotto che vi controlla l’auto parcheggiata in centro, a quell’altro che, vedendovi incastrati in auto in un centro cittadino ormai rassegnati a restare lì per sempre, vi si mette davanti con la bicicletta e vi guida nella direzione giusta, agli anziani facchini che porteranno le vostre valige in camera..E ad allontanare (ma non necessariamente, chi all’Avana di vendervi sigari o rum o una cena al atl ristorante o una notte al tal hotel. Comunque l’insistenza non è eccessiva, non c’è quasi accattonaggio, contrariamente a quanto ho letto qui, i bambini no vi aggrediscono per chiedervi regalini, ma se sarete voi a donare una penna o un bloc notes o del sapone, certo non lo rifiuteranno (a noi le penne sonostate chieste anche da adulti che ne avevano proprio bisogno pr lavorare).
Viaggiano, specie nelle zone centrali vedrete migliaia di buoi al pascolo ma se siete golosi di carne di manzo mettetevi l’anima in pace: a Cuba è vietato abbattere buoi per farne carne, le carenze alimentari han fatto decidere al governo di utilizzarli solo per il latte. A proposto di governo, il regime socialista lo noterete, come turisti, più che altro negli innumerevoli e colorati cartelli propagandistici lungo le strade, con il Che, la Granma, Martì, i 5 detenuti ingiustamente negli Usa etc. Se parlerete con la gente noterete che in effetti sembra avere un livello di scolarizzazione piuttosto buono, sono precisi nelle informazioni e indipendenti nei giudizi, dotati spesso di ironia. Certo, il tesserino per comprare le scorte alimentari, tutti quelli a cui l’abbiamo chiesto ci hanno dato la stessa risposta: basta solo fino al dieci del mese, poi bisogna arrangiarsi in qualche modo per gli altro venti giorni.
Direi che basta così, i posti sceglieteli voi, e se ne avrete voglia, raccontateceli qui. Buon viaggio.