Tasmania i confini del mondo

Quella che mi appresto a raccontare non è la descizione di una vacanza bensì di un viaggio di lavoro. Tuttavia, questo si è rivelato il principio della riscoperta del vero me stesso, il rinnovarsi del mio rapporto con la natura che l'uomo ha perso da tempo e che quindi non avevo mai avuto. Ma andiamo con ordine. Era la metà di luglio e si...
Scritto da: jester74
tasmania i confini del mondo
Partenza il: 25/07/2006
Ritorno il: 12/08/2006
Viaggiatori: fino a 6
Quella che mi appresto a raccontare non è la descizione di una vacanza bensì di un viaggio di lavoro. Tuttavia, questo si è rivelato il principio della riscoperta del vero me stesso, il rinnovarsi del mio rapporto con la natura che l’uomo ha perso da tempo e che quindi non avevo mai avuto. Ma andiamo con ordine.

Era la metà di luglio e si prospettava la necessità di recarsi in Tasmania per effettuare l’installazione di una macchina automatica presso una fabbrica del luogo. Dopo tanta fatica, ero finalmente riuscito a convincerli a lasciarmi andare. Si sarebbe trattato di due settimane a 18000 KM di distanza e di visitare un luogo che difficilmente avrei visitato per una vacanza. L’idea era, in realtà, di fuggire da eventi sgradevoli che avevano caratterizzato la mia vita a livello personale.

Partimmo da Roma Fiumicino il 25/07 con la compagnia Malaysian Airlines (non sono sicuro del nome. Si tratta comunque della compagnia di bandiera malese). Mi sento di consigliare questa compagnia per il servizio (giochi, film in italiano, musica di qualità – c’era anche l’ultimo album dei Pearl Jam, la mia band preferita!!) e per la bellezza sconvolgente delle hostess! Lo scalo fu Kuala Lumpur purtroppo in piena notte e solo per poche ore dopo ben 12 ore di viaggio. Non riuscimmo quindi a visitare la città ma penso proprio che ne valga la pena. Tappa successiva fu Melbourne – 8 ore di viaggio – in cui rimanemmo una notte. Andammo a cena nel quartiere italiano (cucina piuttosto scadente!) per poi fare un giro al casinò (se siete appassionati ne vale proprio la pena in quanto è enorme) per terminare la serata al Club Odeon che si trova nello stabile in cui si trova il casinò che risulta essere poi il Crown Plaza Hotel ( ma se volete raggiungerlo basta chiedere a qualsiasi taxista di portarvi al casinò). Quella sera c’era musica dal vivo con una band che riproponeva gli ultimi successi pop in chiave rock. Davvero una grande serata! 27/07. Partimmo in mattinata per Burnie. Si tratta della terza città della Tasmania e si trova sulla costa nord-occidentale. Il viaggio fu di circa 1 ora. Tuttavia a posteriori sarebbe stato meglio viaggiare su Hobart, la capitale, che è la seconda città più antica dell’Australia. E’ difficile descrivere il paesaggio che si presentò ai miei occhi quando arrivammo nei pressi della costa settentrionale della Tasmania. Si tratta di una delle zone dell’isola più scarsamente popolate. Boschi e foreste si estendono per kilometri. Le case sono con struttura in legno e tetto in rivestimenti isolanti. Sembra quasi di essere in un’altro tempo, in un’epoca pionieristica. Ci venne a prendere il cliente per portarci in albergo. Si trattava del Tall Timbers sito in Smithon. Una struttura incantevole con bungalows privati, un ruscello con un laghetto con tante simpatiche e starnazzanti (neanche più di tanto) papere, piscina coperta, campi da tennis, palestra, supermarket, pub e ristorante. Sarebbe stato difficile trovare di meglio anche perché l’albergo era immerso nel nulla! Smithon ha infatti circa 3000 abitanti ed è la più grande (!) città della regione! Primo Fine Settimana. Se siete amanti della confusione, la Tasmania non fa per voi. Anch’io, che vivo in una piccola città del centro Italia, soffrii molto la desolazione del posto. Il weekend fu, tuttavia, più vivo di quanto mi aspettassi. Il venerdì ci fu musica dal vivo al pub dell’albergo con una band che suonava country e rock. Al maxi-schermo si potevano vedere i match della giornata di calcio australiano (una specie di rugby con contaminazioni di calcio – uno sport molto gradevole!). Ci facemmo una decina di drink e poi a letto completamente ubriachi. Sabato sera bissammo allegramente! La domenica facemmo un giro nella vicina Stanley famosa per essere posizionata ai piedi di una enorme roccia vulcanica (the Nut) alta più di 150 metri! Poi andammo alla Dismal Swamp (una depressione del terreno in cui si annida una rigogliosa foresta degna di Jurassik Park) ma a causa del tempo non potemmo scendere (ci si accede tramite una lunga scalinata o uno scivolo!), e terminammo il nostro giro recandoci alla foce del fiume Arthur (uno dei più grandi dell’isola) nel punto chiamato The Edge of the World! Il luogo, complice anche il clima tempestoso invernale, è di una bellezza mozzafiato! Uno dei pochi incontri con la civiltà durante la strada verso la foce dell’Arthur River fu con una mandria di mucche controllata da tre ragazzi muniti di quad. Per il resto eucalipti, alberi del the, qualche wallaby (i cangurini locali) o qualche opossum schiattato sull’asfalto! Ero diventato così anche un esperto guidatore sulla carreggiata di sinistra e col cambio automatico (la Tasmania è forse il luogo più adatto per fare l’esperienza di guida di un vero anglosassone visto lo scarsissimo traffico).

Secondo Fine Settimana. Le serate del venerdì e del sabato furono molto simili alle analoghe del fine settimana precedente con la differenza di una scoperta notevole. Il venerdì sera alla chisura del pub scoprimmo che i giovani del posto organizzavano dei party privati a rotazione nelle proprie case. Ci invitarono e fu una serata eccezionale per varie cose che non starò a raccontare…

Comunque un consiglio. Se vi dovesse capitare di trovarvi a ricevere un tale invito cercate di non presentarvi a mani vuote. Magari è il caso di portare qualche bottiglia di whisky e/o altro. Sabato non potemmo bissare l’invito in quanto si era creata una situazione delicata tra me e una tipa … Sposata! Domenica andammo a visitare Lanceston, la seconda città della Tas perché c’era un mercatino delle pulci molto pubblicizzato (che si rivelò, però, una delusione). La città è abbastanza grande per i canoni del luogo (circa 60000 abitanti) e sorge alla confluenza di due fiumi. Non ci sono particolari attrazioni ma è piuttosto gradevole passeggiare in particolare sul lungo fiume. A pranzo mangiammo in centro ad un pub-ristorante di cui non ricordo il nome. E fu un miracolo trovarlo aperto dopo le 14! Si tenga conto che a cena il nostro albergo chiudeva la cucina alle 20:30 (con l’eccezione della domenica quando la chideva alle 19:45!!!!!!!!) e che anche la domenica sera precedente quando andammo a Burnie (20000 abitanti circa) trovammo difficoltà a cenare seppure fossero solo le 20:30! E’ il caso di considerare anche che era inverno. Piccola nota gastronomica: quando viaggio mi piace assaggiare la cucina locale. La cucina tasmana è un misto di cucina anglosassone e mediterranea, quindi non ha molti piatti particolari. Tuttavia è il caso di assaggiare le Wallaby sausages (salsicce di cangurino). Sono molto gustose peccato che entrambe le volte che le mangiai il canguro mi rimase a saltare sullo stomaco per tutta la notte! Se volete avvelenarvi, poi, provate a colazione la Vegemina. Una specie di marmellata da spalmare sul pane di sapore, a mio giudizio, disgustoso. Un pessimo modo per iniziare la vostra giornata.

A metà settimana salutammo lo splendore selvaggio della Tasmania per tornare in Italia. Questa volta non pernottammo a Melbourne e devo confessare che risentii molto del jet-lag al mio arrivo in Italia.

Tirando le somme resta il ricordo di un luogo in cui vorrei tornare e visitare più a fondo. Ne vale la pena … Forse un giorno … chissà …



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