Tappe in libertà: dopo la Francia, Spagna!

….continua dalla Francia…. [errata corrige :Ricasso, a Vallauris è PPPPPicasso] Dunque sempre Novembre 2001, niente euro e gran bel tempo, sole e 13 gradi. Da Le Perthus a la Junquera, paesino pieno di centri commerciali, camion e uffici di cambio (ma noi cerchiamo una banca)…mi chiedevo, come faranno con l’avvento dell’euro? Tutti...
Scritto da: Francesca Mariucci
tappe in libertà: dopo la francia, spagna!
Viaggiatori: in coppia
…Continua dalla Francia… [errata corrige :Ricasso, a Vallauris è PPPPPicasso] Dunque sempre Novembre 2001, niente euro e gran bel tempo, sole e 13 gradi.

Da Le Perthus a la Junquera, paesino pieno di centri commerciali, camion e uffici di cambio (ma noi cerchiamo una banca)…Mi chiedevo, come faranno con l’avvento dell’euro? Tutti questi negozi che hanno senso di esistere per finire le monete della valuta di cui ci vogliamo liberare prima della frontiera? Per trovare la banca di cui avevamo bisogno siamo andati a Girona, bellissimo centro storico, con alti e stretti vicoli, con il quartiere ebreo meglio conservato (così ce l’ hanno venduta) con ripide scale che tonificano i glutei da far invidia a Jane Fonda, con le antiche mura di fortificazione e la sua università (decisamente meno graziosa). Ci è proprio piaciuta e in un localino sfizioso, con aria da osteria vissuta e navigata, ci siamo concessi delle gustose tapas. Di localini carini ce ne sono molti, in parte è dovuto alla presenza dell’Università…E quindi di studenti hehehehehehe.

Intascate le pesetas siamo ripartiti per Barcellona, percorrendo la strada nacional II, lungo il mare…Anche se non è particolarmente bella. Il tramonto invece ci ha stupiti…Mozzafiato, per un sole enorme, infuocato, rosso intenso e così basso sul mare che mi aspettavo che si alzasse del vapore marino da un momento all’altro! Le spiagge invece non sono eccezionali! Barcellona, olé! Eccoci! Il traffico era notevole, abbiamo cercato degli hotels finchè abbiamo deciso di prenotare il più caratteristico:Hostal-Residencia Oliva, nel Paseig de Gràcìa, centralissimo. Aveva vicino un comodo garage a pagamento dove lasciare l’auto, un ingresso ben conservato, dei primi anni del 1900, con tipici decori e ascensore in legno e ferro battuto…Ma c’era il neo… C’era un’ultima camera, che fissiamo anche per due giorni (masochisti?), ed era piccola, con solo lavabo all’interno e bagno fuori, con finestra che da sul corridoio…L’arredamento è…È…”semplice” (non posso parlarne troppo male perché c’erano anche delle belle camere, sebbene le occupassero altre persone).

A questo punto telefono alla mia amica a Madrid e finalmente le prometto che farò in modo di andare a trovarla…Ma questo viaggio è così…Imprevedibile! Dopo aver sistemato i bagagli dove dovremo anche camminare, abbiamo lasciato l’hotel per immergerci nella bella città. I grandi magazzini El Corte Inglés ci ricordano con i loro super addobbi e luminarie che è quasi Natale, noi però stavamo girando in camicia e golf in mano. Per le strade c’era un fiume di gente, nei parchi c’erano ancora fiori e fontane zampillanti, che cozzavano un po’ con i babbi natale appesi ai muri e ai vari alberi addobbati a festa. Ci siamo fermati per mangiare in un ristorante moderno, “QU QU” dove abbiamo mangiato abbastanza bene bevendo ancora meglio il vino tinto Coto De Imaz Rioja, 1996, Reserva…E dico buono! Abbiamo passeggiato a lungo, brilli di contentezza e non solo…Che serenità, che libertà! Rientrati nel loculo, però dopo aver raggiunto l’ultimo piano del bel palazzo nel bell’ascensore, abbiamo fatto un piano di battaglia per il giorno seguente, Barcellona per altro me la ricordavo meglio di quanto sperassi! Era venerdì 23 novembre, un sole pieno e caldo si faceva beffe dell’inverno e del Natale imminente. Hai messo le scarpe comode? Sì, tu non porti dietro un giacchetto? Ma va là! Eccoci a far colazione davanti alle case di Gaudì…Meglio di così! Ma oggi ci aspetta la città vecchia, quindi torniamo in giù, verso la Cattedrale, che ci lascia basiti per l’imponenza, La Seul…Bella dentro e fuori e anche il chiostro con le sue oche che lo abitano. Ammiriamo i bei palazzi fino a lasciarci assorbire totalmente dal quartiere gotico, il Barrìc Gotic, santa Maria de Mar, chiesa dei pescatori affogata anche lei tra le case medievali, i chiostri bellissimi in cui siamo entrati da super ficcanaso quali siamo, i musei (Picasso, e non Ricasso) ne è il Re! Fino ad arrivare al porto…Non vuoi fare una sosta davanti al mare? Ti vuoi privare di tanta goduria? Ma certo che no! Siamo rimasti lì, cotti sotto un sole burlone, e solo con lo schiamazzo fatto da due navi militari in partenza, che ci hanno amaramente ricordato che c’era una guerra in Afghanistan (quindi ha rotto l’incantesimo) , abbiamo deciso di risalire le Ramblas, una a seguire l’altra, con mille soste (ogni Rambla ha un tipo di mercanzia: fiori, animali da compagnia, quadri…).

La sosta più lunga e più colorata l’abbiamo fatta a La Boqueria, il mercato coperto con banchi coloratissimi di frutta e verdura, peperoncini rossi a cascata, limoni enormi per non parlare dei banchi di pesce…Che bestiolone! Tanti tipi di crostacei e molluschi, alcuni dei quali non conoscevo (curiosi quelli che assomigliano a chele venduti a grappoli!). I mercati sono la mia passione, non c’è niente da fare!!! Siamo poi, ma mooooto “poi”, risaliti verso la Gran Via de Gracia e abbiamo pranzato al curioso El Mussol, molto particolare, come una stiva di una nave, e anche molto fighetto (un po’ da incontri di lavoro) dove abbiamo bevuto un vino tinto nuovo, Creanza, Martinez Lacuesta Rioja, 1998. Buono…Ma non come il precedente.

E’ la volta della immancabile Sagrada Familia, che ovviamente visitiamo fino in cima…Solo che al primo stop io quasi vomito per le vertigini, invece Marco raggiunge la cima della guglia attraversando un ponticello sospeso nell’iperspazio, per me inaccessibile. Di sotto, con i piedi nuovamente saldi a terra, abbiamo girato per vedere le avveniristiche strutture di Gaudì, le colonne –albero, i colori, i deliranti agglomerati scultorei…E “il presepe”, ovvero la Sagrada Familia nella facciata che ricorda Natale, ci sono anche i pastori con le pecorelle. Nel parco di fronte c’erano due signori anziani venuti da Marte: lui vestito da Charlot, lei truccatissina e con una lunga gonna nera con lo spacco…Lui suonava un organetto su una base totalmente diversa e lei ci cantava sopra, una terza canzone…Un delirio, tre canzoni in una. La folla era divertita ma un leggero velo patetico rendeva quella scenetta ridicola meno spassosa.

Alle 18.00, dopo altre camminate, ormai stanchi, torniamo in hotel…Relax prima della cena, seguirono altre telefonate con la mia amica a Madrid…Ormai avevo promesso! Il giro serale ci porta diritti verso le Ramblas per poi lasciarle a causa di qualche simpatica gag tra ubriachi poco rassicurante. Cena a naso e che fiuto! Ci era piaciuto l’ingresso di un locale, rivelatosi poi azzeccatissimo. Al “4 Cats” risalente al 1897, frequentato all’epoca da artisti modernisti. Abbiamo mangiato molto bene e bevuto un Rioja Vega Reserva 1995, però era troppo invecchiato, in compenso Marco ha finito il pasto luculliano con un Marc De Cava (è una grappa, ma nel suo caso è una “dedica” visto il nome e il fatto che lavora in una cava…) C’era anche un signore che cantava suonando il pianoforte, lume di candela, camerieri simpatici ma ineccepibili, un salone curioso poichè aveva un secondo piano soppalcato tutto intorno, come un terrazzo interno dove c’erano altri tavolinetti per due, molto romantico. Il conto? Beh, molto meno simpatico ma ce lo aspettavamo.

Sabato mattina, 14 gradi, ma questi maglioni a che servono? Prima di partire alla volta di Madrid abbiamo fatto un’ultima passeggiata al Parc Gueill di Gaudì, lì abbiamo anche fatto colazione, nel mondo da fiaba, incantato di Gaudì.

Il paesaggio che ci accompagna fino alla meta è brullo e in parte desertico, però sono 18 gradi, anche se un vento fresco ricorda che non è tutto oro quel che luccica (dicevano i saggi). Prima sosta doverosa per las pesetas a Zaragoza, siamo di nuovo al verde! Però abbiamo potuto visitare la Cattedrale de Nuestra Senora Del Pilar, meta di devoti pellegrini, la piazza circostante è nuova e non particolarmente attrattiva.

Arriviamo a Madrid con un sole enorme, basso che ci spara dritto sugli occhi tutta la sua luce! Marco si imbufalisce e nasce lì “il sole di Madrid” citato ogni qualvolta c’è un sole abbagliante così basso che non bastano gli optionals delle auto ad evitarlo! Scattano le frenetiche indicazioni per trovare la casa di Robi…CI SIAMOOOOO CCCIAOOOO, seguono baci e abbracci che non sto a dirvi e delle lunghe chiacchiere meravigliose, un fiume in piena!!!! Dopo cena iniziamo la passeggiata con il mitico Jesus, che mostra la SUA Madrid. Porta del Sol, Playa Mayor, sosta d’obbligo al Cafè Gijòne, del 1888, ritrovo di artisti e intellettuali modernisti (che bello questo clima, sarà che Jesus dipinge, mio padre dipinge, io ci provo…Evviva gli strampalati pittori e tutti gli artisti!). I piedi si autoanestetizzano e procedono cadenzati per chilometri…Fino ad un letto…Toh! Si crolla a letto! Domenica! Colazione in compagnia e via verso al Museo del Prado, che di domenica è gratis per giunta! Goya, Tiziano, “El Bosco” che sarebbe Bosch (meraviglia delle meraviglie, restaurato tutto il suo capolavoro che rivela i brillanti colori originali…Bava alla bocca…Anche lui a deliri stava benone!) Abbiamo quindi attraversato il celebre parco e fatto qualche foto memorabile. Peccato ci fossero dei lavori di restauro e non si vedesse la regal fontana laghetto. Ho conosciuto e pappato svariate chirimoye, un frutto che in Italia non si vede…Eppure così buono! Poi dolcetti di marzapane di Toledo e i polvorones (marzapane+strutto+cannella…?) dolci natalizi.

Siamo rimasti a parlare fino alle 21.00…Eh sì, ci vogliamo molto bene! Lunedì mattina…Oibo’, il primo giorno nuvoloso! Allora decidiamo di andare in centro in metropolitana per poi passeggiare nelle piazze, viali, parchi. Madrid è una città bella ma anche austera. La pena, el dolor ispanico lì vive e trasuda dai palazzi, nulla a che vedere con Barcellona. Al posto dell’estrosità dei palazzi di Gaudì e colleghi, qui troviamo grandi viali con palazzi anche maestosi o estremamente semplici e seri, che hanno terrazzini piccoli, tutti simili. E’ una città d’insieme, che non puoi dividere a palazzi distinti (so benissimo che il mio concetto è criptico quindi lo blocco lì).

Abbiamo poi visto il Palazzo Reale, l’Opera, giretti in negozi di antiquariato e in un colorato mercato…Pranzo però a casa, indonesiano (ci piace, siamo bizzarri!). Abbiamo ascoltato dischi antichi dal grammofono funzionante di Jesus, che bella atmosfera folle! Siamo di nuovo ripartiti, dopo un po’ di siesta, verso il centro, metropolitana, Gran Vìa, quartieri particolari, il palazzo con decori e stile Art Nuveau (una delle mie passioni) e abbiamo consacrato la giornata con una mega paella al Riofrìo: tapas di lomo e jamon iberico, vino tinto Marques de Arienzo Rioja Crianza del 1997 e tanta allegria.

Ma non è finita la movida madrilena, siamo poi andati al Cafè Commercial, dove Jesus ha detto di aver sempre visto lì, ogni volta che ci è andato, dei frequentatori abituali dagli anni ’70! Abbiamo continuato a ridere come gli scemi per strada fino a notte fonda.

Martedì…Incredibile, è il 27 novembre e cade qualche goccia di pioggia…Ormai c’eravamo abituati al sole!!!! Dopo la colazione tutti insieme ci salutiamo perchè a noi stanno scadendo i giorni di ferie e vorremmo vedere Toledo…Visto che è proprio lì vicino! Che dolor separarsi però!!! Viaaaa verso Toledo! E torna anche il sole!!! Bellissimo ingresso nella città attraverso la porta e la cinta muraria della città. Ci siamo subito diretti verso la Cattedrale, molto bella, ma per ammirare la sagrestia in cui ci sono i quadri di El Greco, Tiziano, Velasquez, Van Dick e Rubens…L’abbiamo poi girata tutta, appena terminata l’estasi davanti a tali opere! Anche a St. Tomè abbiamo goduto del capolavoro di El Greco, una meraviglia imperdibile. La città inoltre è così caratteristica da regalare molti scorci ineteressanti, anche il ristorante, La Juderìa, è particolare: un chiostro decorato di piastrelle dipinte e una fontana altrettanto graziosa. Il pranzo è stato proprio “locale” sebbene tipico per il turista che vuole assggiare i piatti del posto: asado de Perdiz, ovvero pernice alla toledina, marzapane locale (the best of Spain) , vino estola Reserva 1997, bodegas Ayuso, La Mancha e il liquore (ma non era analcolico?) alla melacotogna Catanuit Melocoton…Siamo usciti da lì più che soddisfatti! La visita è proseguita per la Sinagoga della Trasformazione…Nooooooooooooooooooo! Chiusa per restauri!!! Toledo è un cantiere, spero per voi, quando ci andrete o ci tornerete (come nel mio caso) sia tutto “a posto”, altrimenti si patiscono tali delusioni (delle strade sbucherellate chi se ne importa…Ma un luogo così bello lì, davanti a te, ma non puoi accedere al suo interno…Aaargh! Que dolor!) E allora si va alla Sinagoga de Santa Maria la Blanca…Meravigliosa! Siamo rimasti lì ad ammirarla e a contemplare la semplice bellezza per un bel po’, poi abbiamo proseguito nuestro camino verso San Juan de Los Reyes, dove all’esterno ci sono appese le catene arrugginite appartenute ai cristiani perseguitati …Abbiamo passeggiato per Toledo in lungo e in largo, e anche una volta tornati in auto abbiamo girato fuori e dentro…E ci siamo anche persi per i vicoletti stretti! Tornati nella strada principale, lasciandoci Toledo alle spalle, torniamo verso Madrid…Ma per raggiungere Segovia, in cui arriviamo al crepuscolo, in cui l’altissimo e spettacolare viadotto romano si tinge di colori arancio, viola e rosso. Ci impossessiamo di una camera nel centrale Hostales La Plaza (per l’appunto)…Proprio accanto alla piazza principale. Il giro di Segovia by night è romanticissimo: Playa Mayor, la Cattedrale tutta guglie, St. Andrès, l’ Alcàzar (di nuovo un disneyano castello), Puerta del Sol, St Esteban, la Torre Hèrcules, St. Nicolas, St. Sebastian, e l’Acquedotto!!!! I vari St. … sono i nomi dei santi dedicati a piccole chiesette romaniche, bianche e ben conservate. Una più bella dell’altra, poi si incontrano dei campanili meravigliosi…Come la torre detta “del gallo” per il gallo di ferro battuto che troneggia in cima. In hotel tardissimo, ma non abbastanza per la mia amica da Madrid che mi ha telefonato per fare un’altra lunghissima chiacchierata… Ci sentivamo ancora abbastanza vicine, ma non saremmo riusciti a tornare a Madrid.

Mercoledi con il sole, ancora! Però fa decisamente meno caldo! Visita diurna di Segovia, ripercorriamo i vicoli e le piazze che ci avevano incantato di notte. Prima di ripartire però ci siamo voluti godere delle tapas al Josè Marìa, che è un posticino così bello da voler restare lì per frequentarlo spesso. Vino Pago de Carrovejo, per ogni tapas scatta un bicchiere di vino rosso, 3 x Marco, 2 x me = siamo usciti storti come due borrachos… Prima di guidare pericolosamente abbiamo prolungato la sosta fermandoci da un macellaio che aveva l’aria di saperla lunga e ci siamo comprati: lomo, jamon blanco, chorizo de la Senora Luiza e un chorizo fatto da loro (tutto rivelatosi squisito, avremmo voluto prendere anche del Jamon iberico ma costava quanto il platino e abbiamo deciso che poteva bastare così), poi da un ceramista ho comprato un asador de pollo bellissimo…Ancora però non l’ho usato! E in enoteca abbiamo preso 6 bottiglie di vini per la nostra enoteca casareccia, tanto per non tribolare troppo! Abbiamo richiamato Robi per risate, aggiormnamenti e consigli e No, non ritorniamo a Madrid. Sulla via enologicamente ondulata del ritorno ci siamo fermati per una foto al Palacio y Bosque di Rio frìo, residenza reale, ma poi duri fino a Lleida…540 km!!!! Fissata camera all’Hotel Transito, di nome e di fatto poichè è SULLA stazione. E’ un tre stelle e devo ammettere che è davvero belloccio…Però accusiamo mal de cabeza entrambos…Vino+km a iosa… Mica siamo super uomini! Siamo una coppia un po’ così, bizzarra.

Siamo usciti dall’hotel/binario per cercare un ristorante e abbiamo percorso la Rambla invano, brutta gente in giro, ci infiliamo a Casa Martì, che non è un vecchio amico ma un ristorantino (che errore! Echamos un tupido velo, lasciamo perdere come abbiamo mangiato male!).

Fuori faceva davvero molto freddo, vuoi vedere che è diventato davvero novembre? Mattina con sole e foschia. 4 soli gradi! Andiamo a piedi fino in cima alla collina dove si trova la cattedrale. Anche qui è un cantiere. Tutta la Spagna è un cantiere in questo periodo. Dentro le mura della cattedrale c’è un antico Alcazar, ci sono anche lì dei lavori in corso. Il chiostro è molto bello e saliamo in cima al campanile (vertigini), suggestivo. Il sole aumenta e la foschia inizia a dipanarsi. Ridiscendiamo il colle e ripartiamo in autostrada. Vicino Barcellona sono di nuovo 16 gradi! Sosta a la Jugueria per finire gli spiccioli rimasti e fare il pieno di diesel poi DRITTI fino ad Arles (SIIIIIIII, la mia passione, mon amour). E’ tutto natalizio e sulle bancarelle comprerò quell’ottimo fois gras in barattolo fatto da una signora simpaticissima! Venerdì 30 Nella via del ritorno, dopo gli acquisti diurni siamo partiti per Port Saint Louis, Camargue e abbiamo visto i cavalli in libertà, gli aironi, e i colori dei fiori e dei cespugli di quella regione.

TODO RECTO fino a Menton, altra spesa ciuccia soldi francesi…Altre delizie da portare a casa.

Rientrati a Bologna, nebbia, 3 gradi, è buio, la vacanza, le ferie, il novembre magico sono davvero finiti… Ma da portare in casa abbiamo tante buone e belle cosine, poi le foto, e i ricordi di un viaggio che più libero non si può!!!! Ne auguro di così belli a tutti, Franci



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