Tappa in Serbia, da Belgrado a Novi Pazar
Finalmente giungo a Belgrado non dopo aver prima percorso qualche tratto della famosa PISTA CICLABILE DEL DANUBIO, ne ho desiderio anche per dimenticare i 30 km all’ingresso cittadino nel traffico. La città è posizionata nel cuore della vecchia provincia della Serbia centrale, proprio dove i territori balcanici si uniscono alla Pannonia. Dall’alto tasso di popolazione e con un’estensione pari a 360 kmq, la città è divisa in diciassette comuni autonomi. Belgrado è la capitale economica e finanziaria della Serbia, ma anche culturale e scientifica, ed è uno dei principali luoghi turistici e di divertimento della nazione. È ricca di storia, ho ammirato la Fortezza di Kalemegdan, cittadella e protezione di Belgrado nel I secolo d.c, sopra la confluenza tra i due fiumi la Sava e il Danubio sorge il Monumento al Vincitore. La statua che regge in mano un falco simbolo di libertà, punta una spada al suolo per rappresentare il simbolo della pace. La chiesa ortodossa di Sava è chiusa all’interno per restauri. Questa notte dormirò in tenda e quindi mi accingo a montarla, diversi bimbi incuriositi si avvicinano e mi osservano.
Il mattino successivo al risveglio la tenda è zuppa di acqua, l’umidità autunnale si fa sentire, oggi io e Fernanda ci dirigiamo alla piana del Sud in direzione Kraljevo, sento maggiormente la fatica, probabilmente risento dell’umidità. Patita nella notte e durante una pausa della pedalata mi fermo a farla asciugare al sole, ammiro il Monastero di Zica. La storia del Monastero è fondamentale, è un simbolo nazionale e un luogo di cui si parla spesso, ma che lascia senza parole i suoi visitatori. Il monastero di Zica era un luogo di incoronazione di sette re serbi e uno dei più antichi testimoni del regno medievale serbo, la gloria e l’orgoglio del suo popolo.
Qualche km dopo sotto le ruote di Fernanda scorrono lande un po’ desolate ma affascinanti, dopo un’altra notte in tenda e di umidità mi dirigo verso Novi Pazar ai confini con il Kosovo, 50 km percorsi tra boschi e pascoli, un paesaggio bellissimo e anche pedalare è bello, dimenticato il traffico di Belgrado guardo i pastori con le loro greggi e i paesaggi balcanici, la barba che non raso da giorni mi infastidisce e decido di cercare un barbiere in città… Trovo il negozio, entro e ci scambiamo racconti: io della mia Valle d’Aosta e lui della sua città: come lo stesso nome suggerisce, Novi Pazar è infatti nata come un mercato, al di fuori dalla città medievale serba, prendendo le sembianze di una tipica čaršija ottomana, un mercato, un bazar ricco di viuzze e botteghe, conservata nella sua originalità fino al giorno d’oggi. Nonostante la čaršija di Novi Pazar non abbia perso la sua centralità nella vita cittadina, sono numerosi gli edifici in pessime condizioni, e il quartiere della čaršija presenta i segni del tempo e della dura transizione degli ultimi vent’anni. “Abbiamo deciso di non concentrarci unicamente su ciò che è materiale e visibile, ma di sviluppare un percorso di valorizzazione dell’eredità culturale di questa zona che passa anche attraverso aspetti ‘minori’ dell’intera valle del fiume Ibar” – il cibo o gli abiti tradizionali, la musica e la letteratura, mi dice. Alla fine non vorrà essere pagato. Ha fatto un’ottimo lavoro lo ringrazio regalando anche a lui il mio apribottiglie… non stapperemo una birra, è musulmano, e appena me ne sono andato ha chiuso il negozio per la preghiera. Dopo una notte di riposo mi dirigerò alla scoperta del Montenegro. Qualcuno di voi lettori vuole indicarmi luoghi da scoprire?