Tapas e cerveza a Valencia
Domenica 20 febbraio arriviamo alle 8:10 con ben 20 minuti di anticipo, 17 gradi la temperatura e un accogliente sole. In 15 minuti di metro arriviamo alla Estacio del Norte, dove depositiamo il bagaglio alla loker room (binario 6 3€) in attesa di fare il check-in alle 14 in appartamento, che si trova vicino a Plaza de la Reina. La posizione è decisamente eccellente, in pieno centro, dove ci si muove a piedi perché tutto è molto concentrato. Visitiamo la Cattedrale e saliamo sul campanile Miguelete affrontando i suoi 214 gradini per ammirare il panorama della città.Entriamo alla Lonja per visitare le sale dell’antica borsa della seta e delle merci di Valencia ed io e la mia amica Michela decidiamo che il messaggio in latino scritto nella sala dell’ingresso andrebbe riportato nei nostri uffici:” Nei buoni affari non si mente, non ci sono raggiri e nessun prestito in denaro è senza interessi … il mercante che agisce in questo modo vedrà prosperare i suoi affari e godrà della vita eterna”. La prima sosta culinaria, al 100 Montaditos, ci soddisfa assai! Una jarra de cerveza 1€, un montadito al salmone 1,2€ e un cartoccio di squisite potatoes chip 1€. Il riposino pomeridiano è d’obbligo per prepararsi alla serata. Il primo aperitivo della vacanza ci riserva anche la prima spennata: nella zona pedonale del centro ci fermiamo al “Baldo” dove l’Agua de Valencia ci costa una cifra ed è fatta solo di succo d’arancia, nessuna traccia di vodka, gin e Cava (lo spumante valenciano)!!! Recuperiamo però con la cena al Pepita Pulgarcita, suggerito dalla Lonely con tapas e piatto di carne, tutto annaffiato da freschissima cerveza.
Lunedì 21 febbraio. Per colazione utilizziamo la focaccieria di Plaza de la Reina con zumo de marana, muffin, caffè con lecchi e frutta variada! Entriamo nello spirito della vacanza con i tempi spagnoli facendo tutto con molta … lentezza. L’autobus 95 ci porta alla Ciudad de Las Artes y las Ciensas dove per 45€ a coppia con lo sconto della Metrocard (8€ per 2 giorni per tutti i trasporti) entriamo all’Oceanografic e all’Hemisferic per assistere allo spettacolo sull’Arabia (col senno di poi non ne valeva la pena). L’Acquario invece è molto bello e 3 ore passano alla velocità della luce. Tutta la struttura è imponente e per la camminata dal primo edificio (il Palau de la Reina Sofia) all’ultimo, l’Oceanografic, servono 20-25 minuti a piedi. Tornati nel centro storico ci fidiamo ancora della Lonely per l’aperitivo con tapas fenomenali da Sagardi: trionfo del gusto! Contiamo gli stuzzicadenti nel piatto, spremiamo l’ultima goccia di Agua de Valencia (io) e cerveza (gli altri) e, un po’ alleggeriti nei dinero, ma contenti e allegri, ci riposiamo un po’ in appartamento. La temperatura è deliziosa quindi passeggiamo un po’ per fotografare le Torri des Quart e poi ceniamo alla Taverna de Marisa, nel quartiere del Barrio Carmen, con una selection de jamon iberici e altri insaccati.
Martedì 22 febbraio. La giornata di oggi è dedicata al mare, con i nostri uomini ben disposti ad aprire i portafogli negli “stands” degli equipaggi della America’s Cup del 2007, pensando di acquistare magliette, cappellini e gadgets vari. Delusione allo stato puro: tutti i “cubi” dei vari Alinghi, Luna Rossa, … sono abbandonati, le strutture create ad hoc nel 2007 sono ora in disuso e sembra un vero spreco di spazi e denaro. Resta una bella passeggiata lungomare piena zeppa di ristoranti (esistono solo quelli) e una immensa spiaggia, dove io non esito ad andare, togliendomi subito scarpe e calze e trascinando Luca e Giuliano a “pociar” i piedi nell’acqua gelida del mare. La scelta del ristorante è stata proprio triste … effettivamente pensando al nome “Alla Deriva”!!! Il pomeriggio invece è molto piacevole, complice una temperatura di 19 gradi che ci permette di passeggiare di nuovo in centro e sorseggiare in tranquillità una cerveza in Plaza de la Reina, in attesa di una superba cena al Ristorante La Ruià, suggerito questa volta dal giornale di Turisti per caso. Ottima paella sia di pesce che di verdure, questa volta accompagnata da caraffe di sangria.
Mercoledì 23 febbraio. L’ultimo giorno è dedicato al BioParc, scelta molto azzeccata, nonostante le perplessità iniziali (bravo Cere!) La giornata è soleggiata e calda (20/24°), i turisti che gironzolano sono pochi e noi ci godiamo tutti gli animali. Le soste più piacevoli sono ovviamente quelle dedicate agli animali mai visti in libertà: i lemuri del Madagascar ed i gorilla, il Macho su tutti che ci ha fatto proprio divertire, grande e grosso com’era e con gli atteggiamenti … troppo umani! Si è anche messo a dormire … nella mia stessa posizione! Luca naturalmente rimane estasiato dal leopardo e dobbiamo trascinarlo via con la forza. Io, Giuliano e Michela invece ci godiamo il circo dei lemuri che si rincorrono da un ramo all’altro mettendosi ogni tanto in posa per le nostre foto. Ripreso il bus 95 e 81 torniamo in città per le ultime tapas da Sagardi e poi via verso l’ultima paella in un ristorante attaccato all’appartamento (Bon Fet) dove gustiamo quella di pesce e quella tipica valenciana con pollo e coniglio.
Giovedì 24 febbraio. Nel silenzio e nel tepore del primo mattino, arriviamo a piedi in dieci minuti alla stazione della metro che, in altri 15 minuti ci porterà in aeroporto per il ritorno a Bergamo puntuali alle undici.
L’ottima compagnia dei nostri amici, il buon cibo e la buona birra della città, la bellezza del piccolo centro di Valencia che si può visitare a piedi in pochi giorni e le splendide giornate del primo caldo sole di stagione non possono che farci dire … “Hasta luego Espana”.