Tanzania ed i falsi positivi della malaria
Ad ogni modo, vi descriverò brevemente il nostro percorso: – tre settimane e mezzo organizzate dal 28 Luglio al 20 Agosto – arrivo a Dar Es Salam e pernottamento di due giorni – trasferimento ad Arusha per Safari nei parchi Lake Manyara, Ngorongoro e Serengeti – trasferimento a Lushoto, nei monti Usambara Occidentali, per quattro giorni di trekking organizzati dall’associazione locale “Friends of Usambara” che aderisce al Tanzania Cultural Tourst Program e tramite la quale si può venire a contatto con l’Africa “vera”; quella dei villaggi di fango, dei bambini che spuntano da dietro le foglie di banano e ti salutano sorridendo, quella in cui i visitatori sono accolti con calore perché aderiscono ad un tipo di turismo sostenibile che aiuta la gente del luogo.
– ritorno a Dar Es Salaam e trasferimento a Zanzibar per l’ultima settimana di mare e relax – ritorno a Dar Es Salam e partenza per l’Italia Il tutto è stato autorganizzato senza l’aiuto di nessuna Agenzia turistica dalla mia ragazza e da me e vi assicuro che con Internet, una buona guida (Lonely Planet e/o Rough Guide che da quest’anno è stata tradotta anche Italiano), un po’ di spirito di adattamento e tanta voglia di conoscere e capire le abitudini locali è, non solo possibile, ma anche piuttosto facile ed appassionante.
I posti visitati sono stati di una bellezza difficilmente descrivibile con le parole e la gente del posto conosciuta è molto socievole, simpatica, accogliente e gentile, per cui, se avete desiserio di visitare l’Africa penso che la Tanzania sia il posto giusto per iniziare a conoscere questo meraviglioso continente.
Se avete curiosità o ulteriori dettagli di natura logistica del nostro viaggio: agenzia del safari, spostamenti, alloggi nei vari posti e dritte di vario tipo non esitate a chiedere (fazios@tin.It).
In tutto questo Eden, però, vi potrebbe capitare quello che ci è capitato a noi e penso che raccontarlo in questo sito sia il modo migliore affinchè non capiti a nessun altro viaggiatore che si sta organizzando per andare in Tanzania.
Quello che è successo a noi è stata la classica infezione alimentare che capita spesso ad i viaggiatori che visitano queste zone, del tutto innocua e risolvibile con qualche giorno di antibiotico ed un paio di giorni di riso in bianco e the al limone. La cosa sarebbe finita qui se la mia ragazza non avesse avuto qulche linea di febbre come conseguenza dell’infezione. A febbre finita (è durata solo qualche ora perché già sotto controllo con gli antibiotici), decidiamo, semplicemente per scrupolo, di effettuare il test della malaria presso l’ospedale locale (consiste nell’osservazione al microscopio per circa 15 minuti di una goccia di sangue prelevata dal dito) e qui è cominciata la nostra odissea.
Hanno diagnosticato alla mia ragazza la presenza dei parassiti della malaria e noi siamo caduti nel panico e nela disperazione. Vi premetto che abbiamo fatto la profilassi antimalarica con il Malarone, che a detta degli esperti è molto più efficace del Lariam perché nuovo e quindi ancora i ceppi malarici non sono resistenti a questo farmaco.
Il medico ci ha prescritto dei medicinali per la terapia e, dopo due giorni, rifacendo il test, non erano più presenti i parassiti nel sangue.
Ci siamo risollevati dall’angoscia in cui eravamo caduti ed abbiamo proseguito la vacanza. Arrivati a Zanzibar, durante la parte finale del nostro viaggio, prima di partire, sempre per eccesso di scrupolo, abbiamo fatto di nuovo il test anche se nessuno di noi aveva febbre o altri sintomi influenzali. Sembra pazzesco, ma ad entrambi ci hanno diagnosticato la malaria (la seconda volta per la mia ragazza e la prima per me)!!! Noi non ci potevamo credere, stavamo bene e abbiamo sospettato di essere caduti in un brutto scherzo, ma lì, a così tanti Km di distanza da casa, non avevamo gli strumenti né l’esperienza per approfondire l’argomento, per cui abbiamo seguito la cura del medico e non vi dico con quale stato d’animo… Il periodo di permanenza in Tanzania era ormai terminato e non appena siamo tornati in Italia abbiamo fatto tutti i controlli del caso in un centro specializzato…E sapete quale è stato il responso? Non solo non avevamo niente ma NON ABBIAMO MAI AVUTO NIENTE!!! Insomma, i test effettuati in Africa erano fasulli, in entrambe le occasioni hanno restituito quelli che in termini tecnici si chiamano “falsi positivi”. Ci hanno spiegato qui in Italia che questo capita spesso in Africa, specialmente quando a richiedere il test è un bianco. Non lo fanno per dolo, intendiamoci, ma perché spesso chi ti fa il test è un tecnico di laboratorio con poca esperienza, per cui, per stare tranquillo (sicuramente non tranquillizza chi si sottopone al test) si mette nel caso peggiore e ti scrive che hai la malaria.
Quindi, mi raccomando, sappiate che succede questo fenomeno e non cadete nella disperazione come abbiamo fatto noi: se state bene e non avete febbre NON FATE IL TEST, se avete febbre fate il test ma sappiate che se risulta positivo non è detto che avete veramente la malaria (a noi è successo prorio questo). Ad ogni modo, il consiglio spassionato che vi do e che, a meno che non abbiate la possibilità di ripetere il test da qualche altra parte, non potrete fare a meno di seguire le indicazioni del medico locale (io ho seguito un trattamento malarico anche se non avevo la malaria), ma soprattutto non abbattevi: la malaria si cura; sia quella vera che, soprattutto, quella falsa!!!