Tanzania..e il mio cuore lasciato lì!

Ho sempre pensato che un viaggio duri ben oltre i giorni in cui è circoscritto sulla carta: un viaggio vero ti resta dentro, e col cuore torni lì a cercare di respirare la stessa aria, ad occhi chiusi ripensi al cielo sulla tua testa, al sole sulla tua pelle, alle strette di mano, agli sguardi e ai sorrisi per molto, motlo tempo ancora....
Scritto da: zee
tanzania..e il mio cuore lasciato lì!
Partenza il: 10/10/2009
Ritorno il: 21/10/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
Ho sempre pensato che un viaggio duri ben oltre i giorni in cui è circoscritto sulla carta: un viaggio vero ti resta dentro, e col cuore torni lì a cercare di respirare la stessa aria, ad occhi chiusi ripensi al cielo sulla tua testa, al sole sulla tua pelle, alle strette di mano, agli sguardi e ai sorrisi per molto, motlo tempo ancora. Insomma, un Viaggio ti fa così ‘grassa’ da vivere di rendita per un bel po’… Fino ad un nuovo colpo di fulmine. L’Africa mi fa sempre questo effetto – che ci sia un ‘african bug’ ormai temo sia scientificamente provato e a me ha morso con violenza. Così, dopo Sudafrica, Botswana, Zimbabwe e Namibia, mio marito ed io abbiamo puntato le nostre ditina sull’atlante e con una certa sicumera siamo piombati in zona equatoriale (su per giù) : la scelta è caduta sulla Tanzania. Il periodo, ottobre: stagione secca agli sgoccioli, buone probabilità di avvistamenti , incipit di migrazione nel Serengeti, rischio circoscritto di zanzare e compagnia bella (non era mia intenzione fare antimalarie varie…). Non ci siamo documentati troppo ‘a monte’, solo una doverosa indagine di ‘mercato’ per affidarci ad una agenzia in loco tra le più quotate. La scelta è caduta sulla Rift Safari, di Claudia e Massimiliano, italiani innamorati davvero di quello splendido paese, che hanno saputo proporci un viaggio perfetto per le nostre esigenze (tante) ed i nostri tempi (ristretti), così pazienti da saperci ‘coccolare’ prima, dopo e durante l’esperienza di viaggio come farebbero amici , e non solo ‘agenti’. L’itinerario ha compreso i grandi classici, Ngorongoro, Serengeti e Tarangire, i celeberrimi ‘parchi del nord’ insomma, snodandosi attraverso tappe altrettanto incantevoli per chi ama i paesaggi e la particolarità dei luoghi, come il sorprendente parco nazionale di Arusha, col suo habitat da foresta pluviale, il lago Manyara ed i leoni tree climber, e l’area del Lago Natron. Memorabile l’esperienza delle cascate Engare Sero, unica anche per un viaggio ‘del cuore’ tra abbracci , sorrisi , giochi scherzosi con gli abitanti ( e i bimbi!!) dell’omonimo villaggio maasai vicino al nostro campo. Sono stati dieci giorni, pochi, in fondo, eppure così intensi da sembrare irreali, un sogno ad occhi aperti trovarsi sulla sommità del cratere Ngorongoro, guardando giù alle mandrie di bufali e zebre trascinarsi da una pozza all’altra. O respirare il vento caldo della savana, nel Serengeti, un luogo che sa di mito, l’Africa dei documentari lì davanti a me, io lì in mezzo, tra leoni così vicini da poterli sentir respirare, ronfare, fare le fusa. E dire che mi sono portata dietro un pesantissimo tele superzoom con il timore di dover stanare le fiere chissà dove! E invece ..Eccole lì, le avrei potute sfiorare , quasi : e dire che a casa non ci riesco con il mio gatto… Persino l’elusivo leopardo, stava appollaiato sul mio capino pensoso, intenta com’ero a mettere a fuoco mamma elefantessa…Stava a guardare giù, con l’aria di chi teme di essere stato scoperto ma ancora non ne ha la certezza. (Ok, in verità i suoi occhi sembravano dire ‘ma che fa questa qua sotto? Lo sa che c’ha un leopardo sulla crapa?’)

Insomma, il viaggio è materialmente terminato da una settimana, ma vivo ancora ogni singolo istante trascorso sulla jeep, naso al finestrino o aggrappata al tettuccio della mitica nissan patrol che ci ha scarrozzato in lungo e in largo.

Ringrazio Thomas, la guida maasai alle cascate Engare Sero e al lago Natron, talento in erba della fotografia e dei reportage d’avventura : spero possa fare della macchinetta lasciatagli in ‘eredità’ l’inizio di una nuova attività. Ringrazio la nostra stupenda guida, Ramadan, uomo silenzioso ma di gran pratica, esperto driver, occhio di falco ed ornitologo sopraffino, che ci ha introdotto alle delizie della cucina tanzaniana con un fuori programma decisamente yum yum a base di carne di capra cotta alla brace e polenta bianca, lungo la strada per il Tarangire.. Ha sopportato con professionale rassegnazione i miei striduli ‘Stooooop!! Phooooto!!!’ ogni dieci metri e mi ha insegnato a riconoscere i leoni dai tronchi d’albero.

Ringrazio infine Claudia e Massimiliano per averci presentato questa fetta di Tanzania con così tanta cura e attenzione da volerci tornare , come si torna in uno dei posti più cari , di quelli speciali, che hai nel cuore.

Safari njema! Barbara



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