Tamil Nadu e Kerala 4

Dai meravigliosi templi del Tamil Nadu fino alle reti di pescatori cinesi di Cochin nel Kerala passando per le piantagioni di té di Munnar. Due settimane di un viaggio indimenticabile in una terra meravigliosa tra un popolo cordiale e accogliente
Scritto da: lusmilla
tamil nadu e kerala 4
Partenza il: 22/12/2009
Ritorno il: 05/01/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Ascolta i podcast
 
L’India è un amore che ho cercato e che ho rincorso per anni. Questa volta toccava a me scegliere la e alla fine sono riuscito a convincere Giovanni mio marito e per il Natale 2009 abbiamo deciso di trascorrerlo in India. Se mi ha lasciato libera di scegliere quale parte dell’India visitare ha voluto essere partecipe nella scelta della agenzia di viaggio. Premetto che per lavoro lui passa ogni tanto per Mumbai Bangalore e Chennai, ma un po’ per il poco tempo che ha in questi viaggi d’affari un po’ per quello che vedeva dal finestrino non è mai stato così entusiasta e volenteroso nel visitare l’India. Dopo una ricerca in rete, sui forum specializzati la nostra scelta è caduta sulla Shambhoo Travels di Giordana e Manish Con loro abbiamo deciso per un itinerario nel sud dell’India arrivo a Chennai, proseguendo all’interno del Tamil Nadu fino a Madurai per poi entrare nel Kerala a Munnar e di seguito Cochin. Alcune destinazioni le avevo chiare in testa io, altre me le hanno consigliato loro … E per questo non posso che ringraziarli. E’ il 23 dicembre è ancora buio e siamo atterrati a Chennai. Sbrighiamo le pratiche doganali sempre più complesse, ritiriamo i bagagli e all’uscita ci aspetta il nostro autista Rajiv con un cartello con scritto Giovanni e Lucia. Ci accoglie e saluta con un suo sorriso e con il classico ciondolio della testa che tanto ho imparato ad amare e riconoscere in India, carichiamo i bagagli sull’auto e ci dirigiamo direttamente a Mamallapuran, lasciandoci subito la caotica Chennai. Il viaggio in auto non è lungo ma ci addormentiamo, la stanchezza e il fuso orario si fanno sentire. Veniamo svegliati da Rajiv che ci indica l’alba che sta sorgendo a Mamallapuram … meraviglioso spettacolo di colori con il sole che sembra nascere dall’acqua e pian piano salire a baciare la terra con i suoi templi. La mattinata la trascorriamo nel nostro meraviglioso alloggio poco fuori Mahallapuram riposandoci e rilassandoci un po’ con Giovanni che non vorrebbe più lasciare il posto … Ha letteralmente staccato la spina, sta bene ed è comprensibile, il giubbotto e la sciarpa lì abbiamo lasciati in aeroporto e siamo in ciabatte e maniche corte. Nel pomeriggio iniziamo a conoscere Mamallapuram … dalle Five Raths una serie di rocce scavate per ottenere templi proseguendo verso lo Shore Temple, un piccolo tempio sul mare meraviglioso esempio dell’architettura Pallava, con la luce del sole che sta calando e che conferisce al tempio una particolare aurea … Ma non vogliamo subito iniziare visitare, vogliamo solo fare una prima conoscenza della città, la visita la lasciamo per domani con la guida. Passeggiamo in spiaggia e per le vie della piccola città di pescatori, “una sorta di Goa di qualche decennio fa” cose dice la guida, piena di negozi che vendono i loro oggetti, ristorantini e simpatiche guesthouse … E in serata decidiamo di cenare qui a pochi metri dal mare. Il giorno dopo ci svegliamo presto, il nostro Rajiv con una guida locale ci attende e ci porta a visitare le Five Raths, le sculture rupestri di Mamallapuram, ci fermiamo ad osservare l’Arjuna’s Penance l’enorme bassorilievo maestoso, una immancabile foto al Krishna’s Butter Ball l’enorme pietra in bilico che sembra sul punto di cadere. Qua e là incontriamo qualche bambino o indiano che ci offre il suo servizio o la sua mercanzia, noi educatamente rifiutiamo e loro non insistono molto … La guida è molto cortese e gentile e oltre a spiegarci cosa stiamo vedendo ci parla dei costumi e delle usanze indiane. Il terzo giorno siamo a Kanchipuram stamane il nostro autista Rajiv ci ha aspettato con una collana di fiori e con il solito enorme sorriso. La strada è discreta, nei villaggi incontriamo un po’ di traffico e Rajiv guida con sicurezza e tranquillità. Kanchipuram è stata nel passato capitale della dinastia Pallava ed è il nostro primo vero incontro con i templi del Tamil Nadu e forse sono anche quelli che ci rimarranno più impressi quanto la loro imponenza. Enorme è la spiritualità che riescono comunque a trasmettere anche a noi cristiani, e dalla ritualità dei fedeli, dai semplici gesti dalla ripetizione rituali di soliti gesti rimaniamo colpiti e a bocca aperta. Non riusciamo ad afferrare tutto e subito e ancora adesso a distanza di tempo non abbiamo ancora del tutto capito ma le scene che si presentavano davanti erano uniche e completamente nuove per noi. Imponente lo Sri Elkambareswara tempio dedicato a Shiva che con il suo enorme gonpuram si erge verso l’alto, meravigliose le colonne dello Sri Vaikunta mentre flotte di fedeli giungono da ogni parte dell’India del sud in pellegrinaggio … Soprattutto uomini e giovani ragazzi. Nel pomeriggio rientriamo a Mamallapuram e ci riposiamo un po’ all’interno dell’hotel … E festeggiamo il Natale con una squisita cena indiana in una sala addobbata con luci e addobbi e non manca nulla dal presepe all’alberi di Natale … Per l’occasione ci concediamo una bottiglia di vino rosso e in camera dalla valigia tiro fuori un piccolo pandoro per riassaporare la dolcezza del pandoro. Il quarto giorno siamo diretti a Pondicherry che nel passato è stata una colonia francese e che come recita la guida “conserva ancora adesso il suo fascino francese come si può vedere dall’archietettura locale dei palazzi delle vie e dalla folta comunità di francesi che qui risiedono”. Ma Pondicherry è famosa anche e soprattutto per il filosofo Aurobindo che qui fondò il suo ashram. Prima di arrivare a Pondicherry ci fermiamo ad Auroville … Giovanni sfogliando la guida e leggendo alcune note e quanto mai scettico e lontano da questo modo di pensare … Mi rinfaccia cosa andiamo a farci. Auroville è un progetto di comunità internazionale che ha raccolto persone di ogni dove e ogni credo. Qui le persone hanno deciso di vivere nel loro mondo in armonia e in pace tra loro. Arrivati rimaniamo non affatto colpiti dall’ordine e dalla pulizia del posto, vediamo il filmato che ci viene propinato e ci incamminiamo a vedere il Matrimandir una sfera dorata -parecchio kitch- ricoperta di specchi in mezzo ad un prato verde non visitabile se non dagli adepti … Che ha nostro avviso fa a pugni con il messaggio che la comunità dice di portare. La nostra visita finisce qui, e sinceramente il nostro scetticismo si fa ancora più convinto perchè il tutto sembra una costruzione di un qualcosa, piuttosto che un naturale arrivo verso un qualcosa. Sulla strada che da Auroville ci conduce alla strada per Pondicherry si incontrano alcuni ristoranti europei aperti e gestiti da stranieri che hanno lasciato la loro terra e si sono trasferiti qui… Con un colpo di fortuna e senza volerlo o cercarlo ci fermiamo in un una pizzeria “Da Angelo” … Dove mangeremo una autentica pizza, con pasta e prodotti italiani la migliore del nostro viaggio. Prima di arrivare a Pondicherry centro ci concediamo anche una passeggiata in spiaggia il mare è mosso, ma la spiaggia e carina e vivace ma non affatto caotica, si passeggia facilmente e non siamo affatto disturbati da venditori e altro. In serata siamo a Pondicherry, in un hotel che è una vera delizia, un’oasi di pace e tranquillità … Se non ricordo male solo nove camere per un’atmosfera unica e riservata … Anche il personale nel rivolgersi a noi usa modi quanto mai cortesi e silenziosi e a volte siamo quasi costretti a chiedere cosa hanno detto. Il posto come ho detto è meraviglioso, tutte le stanze sono occupate già da mesi, ma è più che comprensibile visto l’atmosfera di magia che il luogo ha. A Pondicherry trascorriamo anche il giorno successivo, visitiamo l’Asharam di Aurobindo, passeggiamo per il centro di Pondicherry visitando qua e là una chiesa, un palazzo, il consolato francese, il municipio per poi fermarci in uno dei numerosi caffè a sorsessagiare un te o un caffè … Una deliziosa città sul mare, tranquilla e riservata dove gli indiani del posto sembrano più “francesi” e per questo sono più chiusi e meno socievoli o espansivi … O forse siamo noi che lì vediamo così. Le spiagge di sabbia sono fuori città, la spiaggia qui è rocciosa, ma preferiamo passeggiare nel lungomare al tramonto mentre un altro giorno in India se ne sta andando. Il sesto giorno è una giornata ribatezzata da Giovanni “indigestione di templi” … Al mattino siamo a Chidamabaram dove visitiamo il tempio di Nataraja dedicato a Lord Shiva. A parte l’architettura e gli enormi 4 gonpuram ai quattro ingressi della porta a colpire sono il numero di induisti stranieri che all’interno del tempio partecipano al rituale del fuoco. Non sono viaggiatori di passaggio che si improvvisano induisti ma induisti occidentali che sono molto attivi in questa zona forse anche per la vicinanza con Pondicherry e Auroville. Nel pomeriggio siamo a Kumbakonam famosa per i suoi numerosi templi Chola che si rifanno al sistema solare … I templi sono numerosi e non li visitiamo tutti, preferiamo visitare quelli che ci ha consigliato la Giordana e poi girare un po’ per il piccolo centro. Kumbakonam è anche famosa per i lavori in metallo e si trovano parecchie botteghe artigiane che aprono volentieri le loro porte e ti permettono di visitare e vedere le diverse tappe della lavorazione … Decidiamo anche di acquistare un piccolo lavoro in metallo uno Shiva danzante … Contrattiamo il prezzo e tra un chai una foto e qualche scambio di indirizzi tutti sono contenti noi per il nostro Shiva da esporre in casa e loro per l’affare concluso. In serata arriviamo ed alloggiamo in una struttura vicino ad un fiume, siamo accompagnati con un carro trainato da un bufalo alla nostra stanza dei piccoli bungalow indipendenti molto curati e personali … Insomma alloggiamo nella campagna indiana con tanto di animali del luogo che vivono attorno. Il mattino seguente veniamo svegliati dai rumori della natura … Ci alziamo prima io poi Giovanni e nel terrazzino osserviamo la vita della campagna indiana. Uomoni donne e animali in un rituale che noi ammiriamo con attenzione … Facciamo colazione e poi ci dirigiamo verso Thanjavur … Arrivati il tempo per visitare il Royal Palace nulla di eccezionale mangiamo qualcosina giriamo per il mercato ortofrutticolo attirando la curiosità e gli sguardi dei locali che si animano in una sorta di gara ad attirare la loro attenzione e a voler una foto …. Quando poi si rivedono sullo schermo lcd della mia piccola fotocamera subito sorridono e chiamano a se amici e conoscenti per guardare. La gente e molto cordiale e gentile, le donne un po’ più schive, ma non per volontà forse è più una regola di comportamento e costume … Ma quando io donna incrocio gli sguardi di loro si lasciano andare a sorrisi di complicità che solo noi donne possiamo capire. Nel tardo pomeriggio andando incontro al tramonto visitiamo il Brahadeeswarar Temple più noto come Big Temple. Non siamo degli esperti di architettura, più abituati a visitare chiese e castelli ma questo tempio è molto bello, maestoso e una sua forte personalità. E’ diverso e la gente come all’esterno è divertente e gioisa. Anche qui incontriamo gruppi di pellegrini con una sorta di divisa -il dhoti dello stesso colore – che si incamminano all’interno in gruppo disordinato ma allegro e chiassoso. In serata arriviamo a Trichy. Siamo stanchi per le ore di auto -un po’ troppe ma lo sapevamo – ma comunque soddisfatti ci concediamo una cena indiana e Giovanni dopo una settimana di India inizia ad usare le mani per mangiare … Non è da lui, di solito è un tipo che osserva molto ma mantiene sempre un certo comportamento, ma anche lui si sta rilassando e lasciando andare … Assaporando l’India in tutte le sue forme e sfumature. Al mattino saliamo il Rock Temple da dove ammiriamo tutta la città e di seguito visitiamo il più grande complesso templare dell’india del Sud lo Sri Ranganathaswami temple una sorta di città con un continuo viavai di fedeli e pellegrini … Siamo un po’ stanchi dei templi e decidiamo dopo una breve visita di partire per Madurai. Lungo il tragitto attraversiamo la campagna indiana ammirando palazzi, fortezze e templi sparsi qua e là chiedendo a Rajiv qualche informazione o dettaglio … Lungo il tragitto ci fermiamo a pranzare a Chettinadu. Un villggio che ci era stato consigliato dalla Giordana ma che poi per motivi di tempo abbiamo preferito saltare … Peccato. L’atmosfera di pace e tranquillità è palpabile, i rumori sono lontani, e tutto quello che è l’India rurale è facilmente palpapile. Nel pomeriggio dobbiamo ripartire abbiamo ancora una ottantina di chilometri per arrivare a Madurai. In serata arriviamo a Madurai e saliamo una collina dove c’è il nostro alloggio … Un posto incantevole, da dove si vede tutta Madurai … Il posto è elegante, silenzioso … Magiamo in un giardino all’aperto con un po’ di musica in sottofondo. E il 31 dicembre siamo a Madurai il tempo è bello siamo in maniche corte felici e contenti … Per oggi abbiamo in mente di visitare il tempio di Madurai simbolo della città e del Tamil e poi di riposarci ai bordi della piscina tra un bagno una lettura e una pennichella. Lo Sri Meenakshi temple simbolo di Madurai non è un unico tempio, ma è un complesso recintato di cortili e di sale riccamente decorate che assume la forma di una cittadina sacra dentro la città, votata a riti religiosi e sempre affollata di fedeli mentre commercianti che vendono articoli religiosi si trovano all’ingresso. E’ uno dei templi più importanti e visitati dell’India … La folla di fedeli induisti in fila per entrare nella parte più sacra del tempio -vietata ai non induisti- aumenta con il passare delle ore. Ci avevano consigliati di essere mattutini e malgrado la nostra riluttanza ad alzarsi dal letto dobbiamo ammettere che è stata una decisione giusta. Prima che la folla aumenti ancora lasciamo il tempio passeggiamo per strada ci tuffiamo nella folla indiana in un caos che non riusciamo a capire, ma non importa questa è l’India … Acquistiamo qualche souvenir, qualche borsa, tessuti da distribuire a casa al ritorno. Nel primo pomeriggio siamo in hotel per riposarci, mi concedo un massaggio e ci avviamo a trascorrere l’ennesimo capodanno lontano dall’Italia. La serata è decisamente a tema, ci sono molti francesi e inglesi, siamo gli unici italiani, ma non ci dispiace, sorseggiamo un aperitivo sul terrazzo con vista Madurai, mentre un pavone si alza sopra la ringhiera come a voler avere su di se tutta l’attenzione e in fondo ci riesce. In un angolo ci sono alcuni indiani che suonano alcuni strumenti tradizionali e per ricordare la serata decidiamo di acquistare anche il loro cd … La cena è semplice e buona un misto di sapori indiani e occidentali fino allo scoccare della mezzanotte quando partono alcuni fuochi d’artificio. Il capodanno non è una festività indiana, il piccolo spettacolo pirotecnico è stato organizzato dall’hotel per i suoi clienti. Il primo gennaio ci aspetta un lungo trasferimento … A meta mattina un po’ più tardi del solito Rajiv ci aspetta con la sua auto perfettamente in ordine e pulita destinazione Munnar. Lasciamo il Tamil Nadu ed entriamo nel Kerala per la nostra ultima parte del viaggio. Il viaggio è lungo ma il paesaggio dai finestrini è merviglioso avessimo più tempo ci fermeremmo ad osservare meglio a capire ad ascoltare la gente del posto. Quando inziamo a salire i Ghati -la catena montuosa che attraversa il Kerala- troviamo un po’ di foschia a volte nebbia ma poi improvvisamente il cielo si fa limpido, il sole brilla e quello che poco alla volta ci appare intorno è un paesaggio da favola … Salendo su tornanti fiancheggiamo colline ricoperte da piantagioni di te, tutte disposte in un minuzioso ordine che rendono il paesaggio morbido e dolce … Ci fermiamo più volte per scendere dall’auto per guardare meglio le colline da te e per fotografare il bellissimo paesaggio, è una piacevole sorpresa. Quando la Shambhoo ci ha proposto questa meta eravamo scettici un po’ per il lungo trasferimento in auto e preferivamo evitarlo con un volo interno, e un po’ perché non ci sembrava così entusiasmante l’idea di salire queste montagne ma la Giordana anche con delle foto ci ha convinti … E malgrado la bellezza di quelle foto ancora non rendono merito alla bellezza di questo paesaggio. Nel primo pomeriggio arriviamo nel nostro alloggio nascosto letteralmente in mezzo alle colline, l’aria e più fresca ma la luce è più forte e sorseggiare il té con cui ci accogliono i proprietari è un vero lusso e sollievo per le nostre ossa. La notte è fresca per la prima volta dormiamo con coperta e con un termosifone elettrico che scalda le antiche stanze siamo sempre a 1500 metri e dopo dieci giorni in cui si dormiva con il lenzuolo e con il ventilatore acceso fa un certo effetto. Al risvelgio siamo colpiti da una luce straordinaria. Siamo fortunati ci dice il proprietario, al mattino c’è spesso un po’ di foschia che si dirada solo verso metà mattina ma oggi non è così. Giriamo per i dintorni di Munnar, saliamo e scendiamo colline ricoperte di piantagioni di té, visitiamo una fabbrica di té, osserviamo da vicino le donne che arrampicate su scoscese colline raccolgono le foglie di te … Mentro poco lontano si sente il rumore dello scroscio d’acqua di una delle tante cascate che si possono trovare. Visitiamo alcune piantagioni di spezie, il lago Kundala, beviamo e assaggiamo té accompaganti dalla cioccolata del posto del quale siamo ghiotti. Alla sera ci aspetta una cenetta al nostro alloggio piatti semplici ma con una straordinaria zuppa speziata, ma non troppa che ci scalda e allieta la serata. Al mattino presto ci alziamo e ci dirigiamo verso Cochin. Lasciamo le montagne e il fresco per dirigerci al mare al caldo. Questa mattina c’è la foschia e percorriamo una strada piena di curve che ci porterà verso il mare. Rajiv l’autista e bravo e non prende nessun rischio tutti i sorpassi avvengono nel massimo della sicurezza e per tutto il viaggio non c’è mai stato motivo di lamentarsi e preoccuparsi. A metà mattinata arriviamo a Cochin precisamente ad Ernakulam ma noi siamo diretti a Fort Cochin la zona più tranquilla di Cochin che sorge su una penisola … Arrivarci a metà mattina non è facile per il solito traffico caotico che si incontra entrando nelle città indiane. Siamo un po’ turbati in macchina non ci capacitiamo dove stiamo andando ma l’autista ci rassicura che Fort Cochin è una zona tranquilla. Infatti mezz’ora dopo arriviamo e le nostre precoccupazioni sono già un ricordo. Da un lato il lungomare dove con le caratteristiche reti da pesca cinesi e dall’altro sono disposte in maniera ordinata vie edifici e alberghi che si affacciano direttamente al mare. Il posto è davvero tranquillo, usciamo dall’albergo a piedi e passeggiamo senza meta nei dintorni, guardiamo incuriositi la gente del posto. Pescatori che dispongono pesce fresco, più in là piccoli gruppi di 6-8 persone lavorano ad alzare ed abbassare meccanicamente le reti cinesi così antiche ma piene di fascine da catturare l’attenzione di molteplici curiosi … Ma l’appetito si fa sentire sarà la presenza del pesce e in un attimo siamo in un ristorante a mangiare un pesce fresco che abbiamo potuto scegliere noi di persona. Chiediamo un semplice plain fish senza spezie con delle verdure e delle patate e accompagnamo il tutto con un birra fresca … Una vera delizia … Abbiamo ancora addosso la polvere del viaggio ma non vorremmo più alzarci di qui. Inve ci alziamo alle 3 e il pomeriggio trascorre passeggiando per le vie di Cochin, e dedicando parte della giornata negli acquisti … Qualche libro fotografico, un po’ di incensi, spezie, l’ennesimo cd di musica hindi, e altro ancora. Alla sera siamo stanchi e dopo la cena e una breve passeggiata sul lungomare dove i bambini corrono e si divertono fino a tarda notte. La giornata successiva la passiamo visitando Cochin e abbiamo la brillante idea: prendiamo a nolo delle biciclette … Fort Cochin si gira molto bene in bicicletta, il posto non è molto grande, abbiamo una cartina che l’hotel ci ha dato e quando ci perdiamo chiediamo alla gente con un po’ di inglese e con i gesti non ci perdiamo. Visitiamo la St. Francis Church molto bella mentre sul campo a fianco sono in corso partite di cricket e calcio. Visitiamo gli altri siti che la guida ci segnala, fino al quartiere ebraico … Qui parcheggiamo la bicicletta e giriamo un po’ a piedi tra il mercato delle spezie, il mercato dell’antiquariato -bello ma con prezzi costosi per i non esperti- visitiamo la sinagoga e … In questa maniera trascorriamo il nostro ultimo giorno in Kerala. La mattina del 5 gennaio Rajiv ci accompagna all’aeroporto di Cochin. Siamo diventati amici, Rajiv non è stato solo un autista ma anche una guida, a volte ci ha accompagnati al mercato ci ha dato qualche dritta e ci diceva quale era il prezzo giusto, una persona come poche avevamo fin ora incontrato e soprattutto con me è stato un vero gentleman e il suo continuo “madame” mi mancherà moltissimo. Ci salutiamo ci scambiamo abbracci, indirizzi, e lasciamo a Rajiv un pensiero per lui e per sua moglie e lui continua a prodigarsi in mille inchini e grazie, mentre Giovanni promette che quando riscenderà a Chennai per lavoro chiederà di averlo ancora come autista. Dopo due ore siamo a Mumbai e alloggiamo in un hotel vicino all’aeroporto dove nella notte abbiamo il volo di rientro per l’Italia. Abbiamo ancora mezza giornata e non ci va di stare chiusi in albergo, abbiamo un autista a nostra disposizione e decidiamo di scendere a Colaba nella parte più turistica di Mumbai, e per festeggiare l’ultimo giorno in India decidiamo di consumare un brunch al Taj Hotel di Mumbai tristemente anche noto per l’attentato di un anno e mezzo fa. L’hotel e la zona ristorante sono bellissimi, siamo trattati e curati come da maharaja anche se il nostro abbigliamento dopo due settimane è un po’ sciupato e trasandato … Terminato il pasto usciamo per una passeggiata nella zona di Colaba ci facciamo immortalare sotto il Gateway of India facciamo un ultimo salto nel mercato di Colaba per le ultime cose e poi in serata saliamo verso l’aeroporto. Il nostro viaggio è concluso il tragitto da Colaba all’hotel vicino all’aeroporto è terribilmente silenzioso e malinconico e viene interrotto da una telefonata dalla Giordana che ci chiama per sapere per l’ennesima volta come stiamo e se tutto va bene. Gli confermiamo che va tutto bene e le comunichiamo la nostra tristezza … E lei da perfetta donna d’affari ci dice “Ma non dovete essere tristi, l’India è sempre qui che vi aspetta sempre pronta ad accogliere chi voglia visitarla.” Ha ragione l’India ti accoglie a braccia aperte, ti colpisce e ti stordisce e poi non ti molla più … Nella notte rientriamo in volo in Italia felici per il bellissimo viaggio ma un po’ tristi perchè il viaggio è finito. Conclusioni: Il clima è stato buono, anzi ottimo abbiamo avuto un po’ di cielo coperto nel Tamil Nadu con qualche breve acquazzone. In Kerala il clima è sempre stato ottimo caldo e soleggiato a Mannur un po’ fresco al mattino e alla sera ma siamo a 1500 m. Durante il giorno con il sole si stava bene in maniche corte. Non abbiamo mai avuto paura né ci siamo mai sentiti minacciati da qualcuno o qualcosa … Dico questo perché prima durante e dopo il viaggio tante persone mi hanno chiesto se c’erano problemi o altro … Forse dovremmo dare meno retta alla televisione e a quello che leggiamo e lasciarci più andare. In fondo andare in giro per l’India non è meno rischioso di andare in giro per l’Italia problemi e brutte persone se ne possono incontrare ovunque. Gli alberghi sono stati ottimi, alcuni vere perle per l’intimità e per il fascino … Altri quasi troppo lussuosi, ma non possiamo lamentarci. Le guide nel complesso buone, con alcune abbiamo dovuto alzare la voce e farci capire ma eravamo stati avvisati. Un ringraziamento alla Shambhoo Travels, alla Giordana e a Manish che senza la loro organizzazione il viaggio non sarebbe stato così. Infine un saluto particolare a Rajiv anche se sappiamo che difficilmente ci leggerà. Lucia e Giovanni lusmilla@alice.it


    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche