Taiwan coi bambini

Alla scoperta di Taiwan, dei suoi templi e della sua cultura, in un viaggio on the road con i nostri bimbi di 8 e 10 anni
Scritto da: bagagliAmano
taiwan coi bambini
Partenza il: 28/12/2015
Ritorno il: 13/01/2016
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Per le nostre vacanze quest’anno abbiamo scelto una meta un po’ insolita, fuori dai giri turistici, che tutti conoscono come nome, ma che in pochi visitano: Taiwan. Avevamo tante mete in mente, ma sono tutte state abbandonate o per gli attentanti che purtroppo si fanno sempre più frequenti in una grossa fetta di mondo e un po’ perché dove non fanno attentati i costi dei biglietti aerei nel periodo natalizio erano alle stelle. L’organizzazione del viaggio è stata più complessa del solito perché avevamo dele perplessità su Air China, di cui in Internet non si legge bene e che invece noi abbiamo trovato assolutamente in linea con le altre compagnie. Inoltre al ritorno c’era una sosta a Pechino piuttosto lunga e abbiamo dovuto documentarci su come ottenere il visto da 72 ore per uscire dall’aeroporto (facilissimo da quest’anno!). Infine, è complicato prenotare la macchina perché i siti sono tutti in cinese e abbiamo dovuto sfruttare un intermediario irlandese che si appoggia ad AVIS (e attenzione che serve la patente internazionale). E poi non ci sono guide se non una carissima e una della National Geografic che però si è rivelata scarsina. Di solito ci documentiamo proprio qui, su Turisti per Caso, ma non ci sono Diari di viaggio su Taiwan! Dal poco che ho trovato, comunque, ho capito che per quanto i taiwanesi siano gentilissimi con i turisti e per quanto ci siano diverse indicazioni in inglese per le principali mete turistiche, in pochi parlano inglese e pressoché tutto è scritto solo in cinese. Avevamo paura che questo gap linguistico ci avrebbe portato via troppo tempo in fase di scelta dei vari posti dove dormire e quindi abbiamo preferito prenotare tutto dall’Italia e non solo le prime notti e poi scegliere di giorno in giorno. Di solito noi quando viaggiamo usiamo Airbnb, ma in questo caso il sito non faceva al caso nostro, non sempre almeno. A Taipei le sistemazioni erano o troppo periferiche o bruttine. Fuori Taipei non c’erano quelle che piacevano a noi nei giorni in cui ci sarebbero servite, quindi alla fine abbiamo optato per Booking.com, prenotando tutto online dall’Italia. Ho poi stampato tutte le prenotazioni e i nomi / indirizzi degli alberghi in cinese, così se ci perdiamo possiamo far vedere dove ci devono riportare.

Un’altra scoperta è per gli italiani serve fare il visto turistico sopra i 14gg di permanenza. I bancomat invece funzionano benissimo ovunque e si preleva dai 7Eleven e dai Mart in generale (la carta di credito non è molto diffusa e molti posti accettano solo contanti)

Partenza da Malpensa alle 11.30, uno scalo a Shangai di 6 ore, devastante. Arrivo a Taipei alle 15.00, ufficialmente stanchi. Preleviamo, passiamo l’immigration, compriamo una SIM per il traffico Internet (ce ne sono di pensate apposta per i turisti ed è FONDAMENTALE avere accesso a Internet per avere le mappe di google e potersi muovere in giro per le città e l’isola in generale), ci facciamo chiamare un taxi dal banco informazioni e arriviamo al nostro albergo. L’albergo occupa il 10mo, 11mo, 12mo piano di un palazzone in una zona non centralissima, ma ben collegata. Al 13mo piano c’è il ristorante per la colazione. Prendiamo possesso della camera, ci laviamo, ci riposiamo e poi scendiamo a fare due passi in quartiere e cercare un posto per cenare.

TAIWAN – GIOVEDì 31 – L’ULTIMO DELL’ANNO

Dopo colazione, ci avventuriamo nella nostra prima giornata piena di vacanza. Arriviamo alla metro e facciamo subito i biglietti. Scendiamo la fermata dopo e a 1 km c’è già la nostra prima tappa: il tempio Baoan, con un tetto decorato strepitoso. Tante stanze dedicate alle varie divinità e molte persone che pregano e donano incensi, fiori e frutta. Attraversata la strada entriamo in uno strano parchetto, molto carino, piccolo, con delle statue cinesi che mi ricordano un po’ la forma del nostro presepio. Ci addentriamo nei vialetti, giochiamo un po’ a esplorare il giardino col laghetto e i ponticelli e poi usciamo dal cancello opposto. Attraversiamo di nuovo la strada ed entriamo nel tempio di Confucio, molto più sobrio del primo, austero. La prossima tappa è la villa Lin An Tai, ma prima di arrivarci, ci fermiamo a una fermata della metro per una tappa in bagno (i bagni della metro sono una grandissima risorsa, sono ovunque, sono gratis e sono PU-LI-TIS-SI-MI) e poi cerchiamo qualcosa da mangiare. Un posto vicino al Taipei Expo Park attira la nostra attenzione: una via coperta con tavoli trendissssssssimi lungo tutto il centro e banchetti di street food lungo i lati. Mangiamo molto bene, abbondante e spendiamo proprio poco. Villa An Tai è la dimora nobiliare cinese più antica di Taiwan, costruita secondo la filosofia del fenshuej. Risale al XVIII secolo, molto bella e interessante e dà un importante scorcio sulla cultura di quel periodo. L’utimo tempio della giornata è quello dedicato al dio della guerra Singtian. È frequentatissimo e c’è una lunga fila per omaggiare il dio e pregare davanti alla sua statua. Tra l’altro stanno anche tenendo una funzione molto trascinante. Siccome stasera sarebbe bello riuscire a tirare fino a mezzanotte, decidiamo di tornare a casa per riposarci un po’ e verso le otto usciamo di nuovo per andare verso il Night Market di Rahoe. A Honk Kong c’erano dei bellissimi mercati a tema (stoffe, piante, pesci, uccelli, etc…), qui invece proliferano i mercati notturni, che sono delle vie pedonali che alla sera si popolano di bancarelle di street food. E con popolano intendo che non riesci a vederti la punta delle scarpe tanta è la gente. Ci sono piatti di tutti i tipi. Sebbene per i cinesi non sia l’ultimo dell’anno, festeggiano comunque la fine del nostro anno e il mercato è stra-pie-no. Facciamo avanti e indietro e poi deviamo per il Riverside Park. Sono le 10 e i prati sono già affollati, anche se non affollati come lo saranno tra un’ora e mezza! Ci troviamo un posticino proprio di fronte alla Taipei 101, la torre più alta di Taipei, da cui, a mezzanotte, verranno fatti i fuochi d’artificio. Seduti scomodi, stanchi e assonnati facciamo fatica ad arrivare svegli a mezzanotte. Lo spettacolo, clamoroso, dura una decina di minuti.

TAIWAN – VENERDì 1 – FOOT DAY

La prima fermata è il Memorial Peace Park e ce la godiamo un po’. Fa caldo e c’è il sole. Passeggiamo, i bambini giocano e proviamo un divertente quanto dolorosissimo foot path, ossia un percorso di sassi maledetti da fare scalzi, che come risultato dovrebbe dare un gran senso di pace e sollievo fisico. Dicono, ma a me fanno solo male! Per quanto bello, non possiamo passare la giornata ai giardini e quindi ci incamminiamo verso il monumento alla memoria di Chiang Kai-Shek, la sala del memoriale e il teatro nazionale. Il sito è IMPONENTE e il memoriale è enorme e bianchissimo! Da qui iniziamo a spostarci verso il giardino botanico, attraversando vialoni veramente larghi, che ci ricordano quelli di Berlino Est. Sulla strada ci fermiamo in una panetteria a comprarci il pranzo. Le panetteria in Cina sono sempre una risorsa, perché hanno sempre ottimi prodotti, costano poco e non si perde tempo. Passiamo un paio d’ore piacevolissime al giardino botanico e poi ci spostiamo verso il Wanhua District, dove iniziamo il nostro giro dal tempio Longshan che ci lascia a bocca aperta. Abbiamo tutti un’epifania tra canti, incensi e offerte. Affollatissimo. Bellissimo. Mistico. Ci sono anche i monaci in preghiera. Tutto il quartiere ruoti attorno a questo tempio. All’uscita iniziamo a girare un po’ per le viette lì intorno: Herbal Lane e il mercato coperto di Snake Alley, dove ci concediamo un massaggio ai piedi. Decidiamo di passare Simending District: “la risposta di Taipei a Shibuja”. Effettivamente è bellissimo, un quartiere sfavillante! Tutto luci, negozi, ristoranti, cinema, breaker, cantanti, cose kawaii e moe moe! Ceniamo in un ristorante che fa curry (CURRY HOUSE COCO) dove con 30 euro in 4 mangiamo come bufali. Davvero fino a scoppiare… dopo giorni di tentativi spesso fallimentari ci voleva!

TAIWAN – SABATO 2 – KIDZ DAY

Ci fermiamo invece come ieri al Family Mart per la sosta “banana” e poi prendiamo la metro fino al distretto di Shilin. La zona attorno alla fermata della metro è molto interessante e piena di negozietti di nostro gradimento. Dopo una lunga camminata e una sosta in panetteria, arriviamo al Museo astronomico, datato (con un costo irrisorio), ma pur sempre interessante, soprattutto nella parte dedicata al confronto tra l’astronomia orientale e quella occidentale e come si sono evolute storicamente. Usciti dal museo attraversiamo la strada ed entriamo al Science Educational Center (non presente sulla guida). Pensavamo di uscirne in poco tempo e di trovare un museo piccolo e datato come il precedente, ma qui invece siamo in un altro campionato. Forse abbiamo proprio cambiato sport. Un posto bellissimo, pieno di negozi e ristoranti, un intero piano di cinema 3D per spettacoli a carattere scientifico e poi 6 piani a tema. Ci mettiamo tantissimo a vederlo tutto. Purtroppo per questioni di tempo dobbiamo rinunciare alla visione di uno spettacolo. La villa Shilin, residenza del presidente, è abbastanza lontana, dovremo farci un bel pezzo a piedi e chiude alle 5. Peccato che una volta là, troviamo un posto troppo turistico, pieno di pulman di anziani… gran bei giardini, ma all’europea e la villa non è nulla di che… insomma una delusione per la quale abbiamo rinunciato a degli spettacoli che potevano essere molto interessanti. Prima di spostarci nuovamente al Ximending District, giriamo un po’ per la via che porta alla metro di Shilin. Visto che la Taipei 101 è sulla linea della metro su cui siamo, decidiamo di fare una puntata lì per vedere la zona centralissima e super sciccosa e ammirare la torre da vicino. In effetti è imponente e la zona tutta illuminata per Natale. Per cena torniamo al Simending District. Ieri ci era piaciuto molto e i locali da provare sono tantissimi. I bambini insistono per andare in uno che si chiama Modern Toilet, dove le sedie sono dei water, i tavoli dei lavandini, le portate servite in piatti fatti a forma di water o di vasca e il gelato è rigorosamente al cioccolato fatto a forma di cacca. Un posto così non potevamo certo perdercelo. Tra l’altro è una catena: ce ne sono due a Taipei e un po’ sparsi per il paese (http://www.moderntoilet.com.tw/en/about.asp).

TAIWAN – DOMENICA 3 – UN GIORNO DI PIOGGIA

Ultimo giorno a Taipei. Questa mattina riusciamo a svegliarci abbastanza presto, anche perché abbiamo parecchia strada da fare oggi. In metro raggiungiamo la fermata di scambio con la linea rossa e poi puntiamo a Beitou. Diluvia. Proprio una brutta giornata. Ci incamminiamo verso la zona centrale di questa cittadina alle porte di Taipei. Beitou è una vecchia stazione termale molto nota durante il dominio giapponese. I bagni pubblici ora sono un museo. L’influenza giapponese è molto forte. Tatami, vasche, giardino: tutto riflette il gusto giapponese. All’uscita la pioggia è leggermente calata e ci rimettiamo in strada per andare alle fonti sulfuree, a circa 500 metri dal museo. Le fonti, con questo tempo pessimo, sono davvero suggestive. Dopo aver visitato le fonti, torniamo alla metro passando per un’altra strada e facendo una piccola sosta per il pranzo. Poi, sempre sulla rossa, prendiamo la metro per scendere a Danshuei, una tranquilla cittadina sulla foce dell’omonimo fiume, che si butta nel Pacifico. La cittadina è stata dominata un po’ da tutti: inglesi, giapponesi, olandesi, spagnoli. Partendo dalla metro seguiamo un percorso suggerito dalla guida che ci fa passare da un tempio alquanto interessante, imboscato in una traversa di un mercatino angusto. Poi, approfittando del fatto che la pioggia ha smesso di importunarci, passeggiamo sul lungo mare (o fiume, non è chiarissimo). Sebbene siamo completamente fuori stagione, c’è tanta gente e ci sono un sacco di localini piuttosto interessanti. Oggi sembra tutto un po’ triste, ma è facile immaginarsi questo posto in una bella giornata soleggiata. L’ultima tappa di Danshuei, in fondo al paese, inerpicato su una collina, è il vecchio avamposto olandese (poi inglese). Una casa coloniale che possiamo visitare e che ora è diventato un luogo amato dagli innamorati. Rientriamo alla metro passando per le vie interne del paese. Ha ripreso a piovere, si sta facendo buio e come al solito abbiamo camminato uno sproposito. Questa sera, l’ultima sera a Taipei, vogliamo mangiare in un vero ristorante cinese e ce la facciamo. Riusciamo anche a spendere circa 50 euro in 4, che qui è una roba proprio da spendaccioni (KAO CHI – no. 150, Section 1, Fuxing S Rd, Da’an District, Taipei City, Taiwan 106).

TAIWAN – LUNEDì 4 – LEAVING TAIPEI

Oggi lasciamo l’albergo e Taipei. Ritireremo la macchina in aeroporto e inizieremo il nostro giro on the road di Taiwan. Tra il “lasciamo l’albergo” e il “ritiriamo la macchina” c’è un’avventura troppo lunga da riassumere qui, ma che si può leggere sul blog (bagagliamano.wordpress.com) per farsi due risate. Tutto il viaggio può essere approfondito con link e anedotti che ho raccolto sul nostro blog. All’ufficio AVIS, sbrighiamo le pratiche, ci dà la macchina, ci imposta il navigatore sulla nostra prima tappa e partiamo! YANMINGSHAN PARK, una zona di montagna, dalla vegetazione sparuta, ricca di fumarole e pozze di acqua bollente. La giornata è pessima. Tra i fumi delle fumarole e le nuvole non si vede praticamente nulla. Pioviggina. O forse è talmente umido che il solo fatto di camminare tra le nuvole ci bagna. Nonostante le condizioni non siano ottimali, facciamo una passeggiata che si inerpica sopra le prime fumarole. Saliamo per una mezzoretta e arriviamo a un bel punto panoramico. Torniamo indietro, riprendiamo la macchina e ci spostiamo di un paio di chilometri, per rimetterci in marcia verso un laghetto sulfureo che DOVREBBE essere un amore, con acque bianche come il latte e una vegetazione del tutto particolare. Ma la nebbi è tale che l’impatto è più quello che ha Frodo quando si trova ad attraversare le Paludi Morte. Tornati in macchina decidiamo di non attardarci oltre in questa zona e di puntare alle piantagioni di tè di Muhza. Mentre i bambini mangiano qualche avanzo della panetteria del giorno prima, io e Ric buttiamo nel GPS l’indirizzo di una Teahouse. Usare un GPS in Cina non è una passeggiata e sul blog spiego come abbiamo gestito la cosa. Non è lineare e c’è da ingegnarsi e bisogna sempre controllare 4 volte quel che si inserisce per non rischiare di finire a km da dove volevi andare. Ci mettiamo 40 minuti a impostare il navigatore e 1 ora per arrivare a destinazione: le bellissime colline di Muhza, tutte terrazzate per la coltivazione del té, puntellate da teahouse nelle quali si può assaporare il tè, gustando piatti aromatizzati al tè, standosene comodamente seduti a una tavolo in terrazza godendosi un panorama al tramonto sulle luci di Taipei. Gustata la merenda (che poi era un pranzo in super ritardo) torniamo alla macchina. Altra mezzora per impostare il navigatore e in un’ora arriviamo a Jiufen (che NON è Jufen e nemmeno Joufen, mi raccomando… la fantasia nella trascrizione la usano solo per alcune combinazioni di lettere ben precise!!!). Troviamo facilmente il nostro B&B, saliamo in camera, ci rilassiamo, facciamo un po’ di compiti, una doccia e poi usciamo per cena. Jiufen è un paesino arroccato, ex villaggio minerario, nel quale sembra che il tempo si sia fermato. Facciamo due passi per il paese, inerpicandoci per vie strettissime e scalinate interminabili e poi scegliamo un posticino per cenare.

TAIWAN – MARTEDì 5 – NORTH-EAST COAST

Prima di lasciare Jiufen decidiamo di ripercorrere le stradine di ieri sera con il sole. Le viette ora brulicano di negozietti (anche ieri sera c’erano, ma erano chiusi e non avevamo notato quanti fossero) e più passa il tempo, più aumentano i turisti. Alle 11 torniamo al B&B, carichiamo le valigie in macchina, impostiamo sul navigatore Nanja, dove inizia la Northeast Coast Highway e guidiamo fino a Bitou dove c’è il faro che sovrasta l’omonimo capo. Parcheggiamo la macchina, iniziamo a salire verso la scuola elementare alle spalle della quale inizia il sentiero che porta al faro. La passeggiata sulla guida era data come 15-20, ma anche no. Camminando di buon passo ce ne abbiamo messi una quarantina. La passeggiata è molto bella, con panorami strepitosi, battuta dal vento, tutta su e giù, un fottio di scalini. Ma tanti scalini. L’unica pecca di questa meravigliosa passeggiata è che arrivati in cima, fatto tutto il giro, aguzzato la vista, cercato le differenze… il faro non c’è. Ma nemmeno l’ombra. Nemmeno le fondamenta. Sparito. C’è una base militare che pare in disuso da almeno 20 anni. La mia delusione è sconfinata. Però la passeggiata vale la pena anche senza faro. Di nuovo in macchina per puntare dritti dritti a Yilan, località termale piuttosto nota. Qui sono tutti con le spa, però valutare un albergo da fuori non è agevole. I palazzi sono tutti bruttini da fuori, diciamo che non sprizzano stelle e non si riesce a capire bene. Mia vorrebbe un albergo FIGO. Ci tiene. È nobile lei. Cerchiamo quindi di accontentare questa fantasia senza però poi guardare l’estratto conto e pentircene. Abbiamo dalla nostra che siamo in bassa stagione. Dopo un po’ di giri per la città, vediamo un albergo che ci piace già da fuori. Parcheggiamo e arriva la valletta tutta di corsa. La cosa promette bene. Entro, valutiamo un po’ di prezzi e sì… è figo e ce lo possiamo permettere. Costa un centinaio di euro, spa comprese. Mentre ci preparano la stanza, prendiamo la macchina e andiamo a vedere le cascate di Wufengui dove ci facciamo un’altra bella passeggiata. La camera del’albergo è bellissima e il bagno strepitoso, in stile orientale. Ci spogliamo subito, ci mettiamo i costumi e andiamo alle spa, godendoci per un’oretta buona le vasche calde e i getti d’acqua. Non abbiamo una meta per cena. Non abbiamo trovato grandi suggrimenti online e quindi iniziamo a passeggiare per Yilan finché non troviamo un posto che ci attira.

TAIWAN – MERCOLEDì 6 – EAST COAST

Dopo una colazione strepitosa, dobbiamo lasciare a malincuore questo hotel fighetto. Piove e abbiamo un bel po’ di strada da fare. Dobbiamo scavallare un passo e poi possiamo iniziare la nostra discesa lungo la costa orientale. La prima tappa è il tempio Heinan, dedicato alla dea della pietà, rappresentata da una statua gialla alta 12 metri. Sebbene la statua sia imponente, il tempio non è nulla di che e completamente deserto. A pochi km dal tempio siamo ai tropici. Tropico del Cancro. Breve sosta per una foto di rito e ne approfittiamo per comprare anche una bella merenda a base di frutta in una delle tante bancarelle che ci sono sullo spiazzo. Next Stop: Baxian Caves Sito preistorico. Una serie di cave marine che vennero usate dagli uomini del paleolitico. Successivamente le grotte divennero luoghi di culto e la più grande è tuttora un luogo di preghiera con una sorgente sacra. Questa è la più grande di una decina di grotte. Iniziamo la nostra salita per vedere le altre. Sono ormai le quattro e non c’è quasi più nessuno. Arriviamo alla successiva, più piccola, e poi a quella dopo ancora, anch’essa divenuta un tempio. Qui facciamo il nostro incontro con un branco di scimmie. Sul blog (bagagliamano.wordpress.com) ci sono foto e video di questo bellissimo incontro. L’ultima tappa della giornata è Sanxiantai, un parco marino molto bello all’interno del quale c’è un ponte pedonale che collega la costa a un isolotto poco distante. Sono gli ultimi momenti di luce, tira un vento forte e riusciamo solo a fare mezzo ponte. Sarebbe stato bello arrivare lì un’oretta prima, percorrerlo tutto, fare un giro sull’isolotto e tornare indietro, ma dobbiamo accontentarci! Arriviamo a Taitung ormai col buio, dove abbiamo prenotato su Booking un B&B. Prendiamo la macchina perché il centro è a 6km. Su richiesta dei bambini, cena da McDonald, dove scopriamo che l’Happy Meal è più “sano” che in Italia: fettina di pollo ai ferri, insalata, latte e frutta. Incredibile… e loro che pensavano a nugget e patatine!

TAIWAN – GIOVEDì 7 – KENTING PARK

Da quando abbiamo lasciato Taipei non abbiamo trovato brutto tempo, ma nemmeno bellissimo. Oggi invece c’è un bellissimo sole e ci voleva. Ci speravamo tanto e l’abbiamo avuto. Arriveremo alla punta sud dell’isola e passeremo pressoché tutta la giornata all’interno del Kenting Park, sul mare. Più sole c’è, meglio è. E il sole c’è e fa anche caldo! In due ore scavalliamo di nuovo le montagne e arriviamo in un paesino fatto a uso e consumo dei tanti surfisti della zona. Molto carino, vivace e colorato. Ci sediamo in una caffetteria dove mangiamo benissimo. E poi via alla volta del nostro affollato pomeriggio: Southernmost Point of China – una passeggiata fino, appunto, al punto più a Sud dell’intera Cina. Foresta tropicale di Eluanbi dove ci attardiamo tra gli ombrosi sentieri Gli alberi si attorcigliano alle rocce, le stritolano, creano tunnel. Poi la bellissima Narrow Gorge e il padiglione sul mare. Il faro fortificato di Eluanbi. Bellissimo, bianco-bianco e tanti studenti in gita con la scuola che impazziscono letteralmente per Mia e Zeno e si scapicollano per poter scambiare 4 parole con loro in inglese. Il tramonto sul mare, che con questi panorami rossi ha il suo gran perché. Il ponte in legno sospeso a Jialeshuei, proprio sulla foce del fiume. A questo punto non ci resta che puntare verso Kaohsiung, una città molto nuova e modereccia, un po’ milanese, dove abbiamo preso un appartamento su Airbnb. Dopo ormai una decina di giorni a Taiwan ci sentiamo pronti per riprovare a cenare in un mercato notturno e andiamo a quello più grosso della città, Liuhe Night Market, che è vicino al nostro appartamento (non a caso).

TAIWAN – VENERDì 8 – LOTUS LAKE & FO GUANG SHAN

Oggi ci attende una giornata tranquilla, di risalita, con due sole soste, quindi ci alziamo con grande calma e poi andiamo in macchina al Lotus Lake, nella periferia della città. Lungo il lago ci sono 4 templi. Il primo, proprio all’inizio del lago, è il tempio di Confucio, che decidiamo di non visitare. Ci incamminiamo lungo il lago e appare subito palese perché l’hanno chiamato così. È ricoperto di magnifici loti in fiore. Fiori enormi, alcuni alti quasi un metro. Davvero belli. Arriviamo al secondo tempio. Per raggiungerlo dobbiamo percorrere un ponte che collega la riva a un templio sul lago. Il ponte è costellato di cavalieri su cavalcature fantastiche (tigri, draghi, orsi, maiali, aquile, etc…). Il tempio è all’interno di una enorme statua del dio della guerra. Torniamo sul lungolago e poco più avanti incontriamo il terzo tempio. La dea della pietà, bianchissima, è in piedi su un drago coloratissimo. Entriamo nelle fauci del drago, lo percorriamo tutto e usciamo dal… Da lì, un ponte di 180mt collega il… a una pagoda rossa tutta decorata dalla quale si gode la tranquillità del lago. E poi si arriva all’ultima attrazione del lago, quella per cui arrivano tutti i turisti: le pagade della tigre e del drago. Un ponte a nove angoli collega la riva alle pagode. Si entra dalle fauci del drago, percorrendone la pancia si possono ammirare le pareti splendidamente decorate che rappresentano le torture dell’inferno e, di nuovo, si esce dal… Da qui si acceda alla pagoda della primavera, saliamo le scale fino al sesto piano, da cui si gode una vista stupenda. Scesi, un ponticello ci porta alla pagoda gemella, la pagoda dell’autunno. Da lì entriamo dal… della tigre, ammiriamo le pareti della pancia decorate con i cavalieri che c’erano sul primo ponte che avevamo percorso e usciamo dalla bocca. Prima di tornare alla macchina facciamo ancora due passi lungo il lago e ci compriamo della frutta per pranzo. In mezzora siamo alla seconda e ultima tappa della giornata. La montagna della luce di Buddha, Fo Guang Shan, un imponente centro buddista nel quale vengono in pellegrinaggio orde di fedeli. Il complesso è imponente. Davvero. Per vederlo ci va via tutto il pomeriggio. Il cortile centrale è enorme. Ai lati ci sono 8 pagode e sul fondo il memoriale, sul quale si erge il Buddha (pare) più grande del mondo. Visto ogni angolino del complesso, torniamo alla macchina e non ci resta che andare dritti-dritti a Tainan dove, sempre tramite Airbnb, abbiamo prenotato una stanza presso una famiglia del posto Ci sistemiamo, cerchiamo di fare una doccia (ma non c’è l’acqua, misteriosamente, perché prima c’era e dopo ci sarà di nuovo!), facciamo un po’ di compiti e poi iniziamo a pensare alla cena. Siccome non abbiamo voglia di girare, propongo di cercare se in città c’è un Curry House CoCo, la catena in cui eravamo andati a Taipei, la prima sera nel Simending District. Google dice che ce n’è uno non molto distante da noi, all’interno di un grosso centro commerciale. Ci andiamo in macchina. Ceniamo, bene, anche se quello a Taipei era un filo più buono. E dopo cena ci facciamo un giro per il centro commerciale, scoprendo che all’ultimo piano c’è una bellissima sala giochi. Mia e Zeno sono gasatissima e passiamo la serata lì. Le sale giochi in oriente sono posti vivacissimi, per coppiette, ragazzini, amiche, famiglie, molto frequentati.

TAIWAN – SABATO 9 – TAINAN

Tainan, la città appena colpita da un fortissimo terremoto, noi l’abbiamo vista in splendida forma, sotto un bellissimo sole. Ci svegliamo alle 8.30, ci vestiamo con calma e usciamo. Tainan è la città più vecchia di Taiwan. Premetto che è la città che mi è piaciuta di più, una città che un po’ come Roma, si trastulla sul confine tra antico e decrepito, tra kitch e trendy. Cammini in una zona da mettersi le mani nei capelli, svolti l’angolo e ti ritrovi a bocca aperta. Prima di arrivare nella zona centrale camminiamo parecchio, attraversando vie consumate, vecchie case, officine a conduzione famigliare nere come la pece, negozietti improbabili, street food alieno, mercatini di uccelli e insetti. Dopo un bel po’, arriviamo al Koxinga Shrine, un bell’esempio di antica dimora nobiliare. Da qui ci spostiamo al vicino Tempio di Confucio (ma quanti templi ha Confucio?!). Per arrivarci percorriamo una bellissima via piena di bancarelle di artigianato molto interessanti. Una via degna di San Francisco. Favolosa e, tanto per cambiare, non segnata sulla guida! La via è Fuzhong Street e sarebbe un peccato visitare Tainan e perdersi questa chicca. In fondo alla via, attraversata la strada, c’è l’ingresso del tempio e noi ne varchiamo le porte sgranocchiando biscotti appena comprati in Fuzhong Street. Dopo averlo visitato, decidiamo di ascoltare la guida, che ci consiglia il Tempio di Non-So-Quante Concubine di Non-So-Che-Imperatore di Non-So-Quale-Dinastia. Una vasca incredibile, sotto un sole tanto bello quanto caldo per vedere una cosa direi non particolarmente interessante. La cosa interessante invece è che per arrivarci troviamo due cose non segnate sulla guida (!) molto carine: la porta cittadina (Tainan infatti è l’unica città di Taiwan che ha ancora le porte cittandine) e un mercato dei fiori molto bello, pieno zeppo di orchidee, che qui crescono come nel nostro giardino cresce l’edera. Ci imbarchiamo in una camminata interminabile lungo la quale scoviamo nicchie di Tainan niente male. Inizia a farsi sentire la fame proprio quando arriviamo agli ultimi due templi della giornata: il Sacrifical Rites Martial Temple e il Great Queen of Heaven Temple. Prima di iniziare la visita, però urge mangiare. Finite le mete di rito, iniziamo a girovagare un po’ a caso e ci imbattiamo in un’altra via strepitosa che non c’è sulla guida MA che dovrebbe starci: Shennong Street. Ora vorremmo andare verso Anping, la zona sul mare, ma la strada è lunga e quindi decidiamo di prendere un taxi. Ad Anping c’è il forte, ma soprattutto c’è la Banyan House. Anche questa non è sulla guida… inspiegabilmente perché non si può andare a Tainan e non vederla. È un vecchio avamposto olandese abbandonato da 80 anni. La casa è stata completamente inglobata da un banyan. Ce la giriamo tutta, bellissima. Usciti dalla Banyan House ci facciamo un giro per il mercato. Di nuovo in taxi torniamo a casa e poi al centro commerciale di ieri, per una cena a base di noodle e una serata di videogiochi!

TAIWAN – DOMENICA 10 – MATZU TEMPLE & NANTOU COUNTY

Lasciamo Tainan, ci allontaniamo dalla costa e puntiamo dritti a Beigang. Beigang è un paese rurale, dove tutta la vita ruota attorno al grande tempio dedicato a Matsu. Sebbene in questa vacanza i templi non siano certo mancati, questo non è di troppo e lascia un segno. Sarebbe stato un peccato perderlo. È frequentatissimo, tanti canti, tante preghiere, tanti doni, incensi, soldi brucuati nei forni. Un’esperienza intensa. Ci rimettiamo poi in macchina per raggiungere la tappa successiva, la Xitou Educational Area, nella Nantou County. La guida dava un indizzo inesistente. Quello corretto è 9 Senlin Lane Lugu Township.

Questo parco è una grande area protetta dove un distaccamento dell’università studia il ripopolamento delle foreste. Quasi tutte le palme da frutto di Taiwan nascono qua e poi vengono trapiantate dove serve. Ci sono passeggiate di ogni tipo e noi ne scegliamo una di 5km che ci impegnerà il pomeriggio. La giornata è bellissima e ci addentriamo subito nella foresta. Il culmine della passeggiata è un cipresso millenario (2800 anni per l’esattezza!). Sebbene le foto non gli rendano giustizia, questo è uno degli alberi vivi più vecchi al mondo. È alto 46 metri e ha un diametro di 5 metri. Uno spettacolo che ti fa sentire piccolo-piccolo. Ci rimettiamo in marcia per andare a vedere lo Skywalk, una passerella sospesa tra le cime dei cipressi decisamente di impatto. E poi giù, attraversando una zona con un percorso a ostacoli che sia Mia che Zeno apprezzano molto! Arrivati alla macchina decidiamo di visitare un microvillaggio in stile giapponese. É gestito dagli universitari e chiaramente fatto a uso e consumo dei turisti, ma è fatto davvero bene e all’accendersi delle luci, con i localini pieni zeppi di ragazzi, acquista un certo fascino. Ormai s’è fatta sera. Ci starebbe bene un aperitivo, ma non vogliamo arrivare troppo tardi a Taichung, dove abbiamo preso un appartamento su airbnb. Dopo esserci fatti belli e aver fatto la solita razione di compiti, usciamo per cena puntando dritti-dritti al quartiere vitareccio della città che è a pochi passi dal nostro appartamento.

TAIWAN – LUNEDì 11 – ANOTHER RAINY DAY

Iniziamo col dire che oggi il piano sarebbe stato vedere la gola di Taroko. Avremmo dovuto svegliarci presto, percorrere la strepitosa Highway 8 (Central Cross Island Highway), che avrebbe dovuto essere un gioiellino di ingegneria. E invece nulla va così. Mentre impostiamo il navigatore ci accorgiamo che si rifiuta di farci fare la 8 e ci butta su un’altra highway. Noi spostiamo a mano e lui ci rimanda lì. Facciamo un po’ di ricerche e scopriamo che negli ultimi anni, tra un tifone e un terremoto, la highway sta aperta sì e no una settimana all’anno ed è una strada ufficialmente pericolosa da fare. L’altra strada ci impiega 5 ore. E poi dobbiamo considerare che da Taroko all’aeroporto ci sono altre 4 ore buone su quel passo che all’andata avevamo trovato così ostico. Ric teme che se becchiamo di sfortuna un camion ribaltato o anche solo traffico rischiamo di perdere l’aereo. E in più DI-LU-VIA. Non ci siamo. Molliamo il colpo e decidiamo di restare un’altra notte a Taichung e di visitare si Sun Moon Lake. Arriviamo al Sun Moon Lake, che dovrebbe essere un bellissimo posto, ma piove proprio tanto. Non ha senso fare nulla qui. È impensabile fare una delle tante belle passeggiate lungo il lago o un giro in barca. Sul lago, poco distante dal porticciolo, c’è un tempio… so che avevo promesso “basta templi”, ma pare bello. Wenwua temple. E sì, lo so che lo dico di ogni tempio che vediamo, ma sarebbe stato un peccato non visitarlo. Questi templi SEEEEEEMBRANO tutti uguali, ma non lo sono affatto! Ognuno ci ha dato qualcosa che gli altri non avevano. Questo ad esempio è un tempio tutto in salita. Scale, tetti, sculture in marmo eccezionali e un fascino tutto suo NONOSTANTE IL TEMPO PESSIMO! Finita la visita del tempio, Ric vuole andare a vedere un centro informazioni sulle rive del lago all’interno di una costruzione avvenieristica. Insomma… ci lascia un po’ insoddisfatti. È tutto di cemento e con questo tempo risulta un po’ cupo. MAGARI col sole sarebbe un’altra cosa. MAGARI. Risaliamo sconsolati in macchina. È mezzogiorno. Continua a piovere, non sappiamo dove andare, non abbiamo visto posti dove mangiare. Io guardo sconsolata l’inutile guida, leggo e leggo per vedere se magari mi sono persa un posto fighissimo nei dintorni. Ma nulla. Poi, mentre sfoglio, scopro che lì in zona, un po’ più a nord, ci sono delle case del té. A Muhza eravamo stati bene e potremmo andare a pranzo lì… se poi il tempo migliora torniamo al lago, sennò ce ne andremo in città e ci rinchiuderemo in qualche centro commerciale a spendere gli ultimi spiccioli. Passo a Ric l’indirizzo della casa del té, ma google non trova nulla e tanto meno il navigatore. Però troviamo, in tutt’altro punto, una piantagione di té e decidiamo che per starsene chiusi in macchina, tanto vale provare! Arriviamo velocemente alla Casa del Tè e ci si apre il cuore. Il posto è carinissimo, in collina, tra le piantagioni di té nero. Al piano terra c’è il negozio e al primo piano la sala da té dove ordiniamo da bere e da mangiare. Con la pancia piena, iniziamo a chiacchierare con la cameriera e scopriamo che hanno un laboratorio e che se vogliamo possiamo farci le nostre bustine di té. Ma fantastico, ordiniamo subito un laboratorio per Mia e Zeno che seguendo scrupolosamente le spiegazioni della ragazza si mettono a selezionare té, fiori, prepararano le bustine, ci mettono il filo, le sigillano, impacchettano, etichettano… Insomma, dalla giornata grigia che era si trasforma in un pomeriggio divertentissimo. Mentre loro fanno il laboratorio, io e Ric degustiamo vari tipo di té nero e facciamo un po’ di acquisti, chiacchierando col proprietario. In un attimo si fa buio, è anche passata ormai l’ora di chiusura. Compriamo il té che più ci è piaciuto e poi in macchina per tornare a Taichung.

TAIWAN – MARTEDì 12 – MERCOLEDì 13 – IL RIENTRO

Il volo fino a Beijing è molto tranquillo. All’aeroporto (bellissimo), sbrighiamo le pratiche dell’immigration per avere il passaggio di 72 ore e una volta fuori non ci resta che capire dove sta la nostra navetta. All’albergo la hall è improbabile, sebbene ci sia un sacco di gente, un sacco di personale e siano tutti molto gentili. La camera è… non lo so, davvero… non lo so. Diciamo che la moquette l’aveva messa giù Mao Tze Tung e che probabilmente poco prima nella vasca ci avevano sciolto un cadavere con l’acido. Per fortuna l’unica cosa che dobbiamo usare in quella stanza sono i letti e quelli sono pulitissimi. La mattina dopo ci svegliamo con calma, riprendiamo la navetta, facciamo un’ottima colazione in una Bulangerie e poi facciamo il check-in. Aereo puntualissimo, viaggio tranquillo, film dignitosi. Bagagliamano.wordpress.com

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