Swaziland, Svizzera e Scimmie
Quello che per primo ci colpisce dello Swaziland, e’ il profilo montagnoso della nazione, una sorta di Valle d’Aosta, circondata da montagne per lo piu’ invalicabili e con una magnifica vallata centrale, ricca di vegetazione.
Dalla frontiera ci dirigiamo verso Manzini, la seconda citta’ del paese, a soli 30 Km dalla capitale Mbabane. Manzini non ha davvero alcuna attrattiva, e’ un ottimo posto per fermarsi a mangiare un boccone, ma e’ una citta’ piuttosto caotica e polverosa. Ce la lasciamo alle spalle per giungere all’altezza di Lubamba. Lubamba e’ una citta’ che in realta’ non esiste. Si tratta ben piu’ di un non-luogo che di un centro abitato. Infatti Lubamba non e’ segnalata quando si arriva, ma sono segnalati I suoi monumenti piu’ significativi, il Parlamento, il Memoriale al padre dell’attuale sovrano e l’Archivio di Stato. Accanto a questi monumenti il nulla, o meglio qualche baracca, qualche lodge, qualche negozio e tante tante mucche che non perdono occasione di attraversare la strada. A meno di un km l’autostrada che attraversa lo Swaziland, dal lato opposto alla stessa distanza il parco nazionale di Millwane.
Decidiamo di pernottare al Mantenga Lodge, un bellissimo complesso di casette sepolte in mezzo ad una fitta vegetazione, con stupenda vista sulle montagne che infonde una pace e una tranquillita’ che mi ricordano le mie care Alpi. Un po’ come essere in una vallata svizzera, in uno chalet affittacamere, ma con una sostanziale differenza: le scimmie! E infatti non appena ci avventuriamo nel giardino adiacente la nostra abitazione ci ritroviamo circondati da simpaticisime scimmiette, spesso troppo fifone per poter scattare una foto decente.
Non appena cala la notte, anche la temperatura ci ricorda che siamo in periodo invernale e pertanto I 10 gradi notturni mi rendono il posto ancora piu’ simile a una delle localita’ montane a cui sono abituato a svernare in estate.
La cena e’ davvero sublime con un piatto di carne strepitoso e salse africane agrodolci di mango e ananas come solo da queste parti si possono gustare. Andiamo a letto estasiati.
L’indomani il programma prevede un giro alla Mantenga Falls, le cascate adiacenti al nostro lodge, la cui visita include uno spettacolo di danze tipiche e un giro nel villaggio ricostruito. Non che sia quello che volevamo ma ci sembrava una bella idea vedere un po’ di natura africana. Purtroppo per un non ben precisato motivo, non appena ci presentiamo al gate di ingresso ci dicono che l’accesso alle cascate oggi non e’ possibile, pertanto ci guardiamo negli occhi e pensiamo che se non si puo’ andare alle cascate si possono tenere tutto il resto.
Passiamo una simpatica mezz’ora a rincorrere scimmie e cercare di fare qualche foto di livello documentaristico (senza riuscirci naturalmente) e poi decidiamo di darci allo shopping…Visto che non rimane molto altro.
Visita d’obbligo alla fabbrica di candele e a quella di vetri. Ne usciamo con la carta di credito devastata, ma in fondo Francesca e Lia sono riuscite a trovare davvero delle cose carine. Quanto a me, speravo finalmente di comprarmi la tanto agoniata giraffa di legno che inseguo da ormai due anni, ma anche questa volta non me la sono sentita…Sara’ per la prossima volta! Decidiamo di fare un giro a Mbabane, ma anche la capitale si rivela una cittadina, piccola, caotica e tutto sommato nemmeno poi cosi’ interessante. Potremmo provare a fare un giro al parco naturale adiacente il Piggs’ Pick, ma decidiamo che lo Swaziland ci ha regalato abbastanza soddisfazioni e che tutto sommato rientrare a Johannesburg non e’ una cattiva idea. Ci presentiamo quindi alla frontiera, che ancora una volta si rivela rapida ed efficiente e entriamo in Sudafrica. Come primo giro esplorativo dello Swaziland ne siamo usciti abbastanza soddisfatti, mi auguro che riusciremo a ritornare e fare un giro in qualche parco naturale, in fondo e’ l’unica vera attrazione in cui l’Africa supera qualsiasi altro continente al mondo.