Svizzera tra le meraviglie della natura e le deliziose città

Viaggio nel cuore della Svizzera tra alcune delle sue città più importanti e veri e propri spettacoli della natura come le Cascate del Reno e il Monte Pilatus, un solo problema: il costo della vita esageratamente oneroso.
Scritto da: girovaga54
svizzera tra le meraviglie della natura e le deliziose città
Partenza il: 04/09/2019
Ritorno il: 11/09/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €

Mercoledì 04 settembre

Ci svegliamo all’alba e con il primo tram delle 05:15 raggiungiamo la Stazione Termini per prendere il Leonardo Express delle 05:50 che arriva all’aeroporto di Fiumicino alle 06:20. Il volo Easy Jet EZS1062 delle 08:20 per Basilea parte con qualche minuto di ritardo ma atterra con un po’ di anticipo alle 10:00. Appena usciti dal terminal, ecco pronto il bus 50 che in venti minuti ci sbarca alla Stazione di Basel SBB (il costo del biglietto è, al cambio, di circa € 5,00 a persona). Il bus 30 (biglietto € 2,20 circa a persona) fa la prima fermata proprio davanti all’ingresso del nostro hotel: anche se per una sola fermata è indispensabile prendere il bus perché il percorso si snoda lungo una circonvallazione.

L’Hotel Steinenschanze in Steinengraben 69, si rivela fin da subito molto gradevole, con un’ottima accoglienza alla reception e mille attenzioni per il cliente: siamo arrivati parecchio in anticipo per il chek-in (che si effettua dalle 14:00 in poi) e quindi, lasciati i bagagli in custodia, approvvigionati di bottigliette di acqua dalla gentile signorina, ci dedichiamo subito alla prima esplorazione della città, anche perché il centro storico è proprio dietro l’angolo. Da tenere presente che l’hotel offre ai clienti una card per l’uso illimitato dei mezzi pubblici per tutta la durata del soggiorno. È una bellissima giornata e mi innamoro subito di Basilea, delle sue strade acciottolate, delle sue case del 1300, del Reno e soprattutto dei suoi tram colorati: si incrociano, si snodano lungo le piazze, scampanellano e sono tanti, ma tanti veramente.

In breve, dopo aver oltrepassato Barfüsserplatz, crocevia di linee tramviarie, ci troviamo in Marktplatz (la piazza del mercato) di fronte al bellissimo Rathaus (il Municipio) di un rosso acceso: si entra in un cortile interno completamente affrescato e sovrastato dalla torre dell’orologio dalla caratteristica cuspide in maioliche verdi. Come inizio non è male.

Giriamo senza una meta precisa e notiamo subito una caratteristica della città (ma che ritroveremo anche in tutti gli altri posti visitati): le fontane presenti in ogni piazza, grande o piccola che sia. Da Fischmarkt raggiungiamo il Mittlere Brücke, per secoli l’unico ponte sul Reno: il fiume è maestoso, placido e divide in due la città, la Grossbasel (Grande Basilea), cioè il centro storico dal Kleinbasel (Piccola Basilea) più moderna e con meno attrattive. Affacciandoci dal ponte, vediamo galleggiare alcune persone: niente allarme, è un uso locale quello di farsi trasportare dalla corrente attaccati a speciali borse gonfiabili (wickelfisch) dove si ripongono i vestiti. A noi è sembrata una pratica bizzarra e pericolosa, ma pare sia molto diffusa, infatti la ritroveremo anche a Berna.

Esploriamo poi le vie che corrono alle spalle del Rathaus, molto gradevoli, e ridiscendiamo in Barfüsserplatz per mangiare in un localino consigliato, 1777, in Schmiedenhof 10, all’interno di un bel cortile che si apre su Gerbergasse. Prendendo due insalatone e due birre abbiamo subito la conferma di quanto sia oneroso mangiare in Svizzera: spendiamo infatti l’equivalente di circa € 40,00. La vita qui è veramente molto cara, bisogna adottare parecchi accorgimenti per rientrare nel proprio budget. Poi, ci dirigiamo verso Münsterplatz per visitare la bella cattedrale (Münster), molto articolata, con i chiostri e una terrazza che si affaccia sul Reno.

Rientriamo in hotel per prendere finalmente possesso della nostra camera e riposarci un po’, visto che fa anche parecchio caldo. Prendiamo il tram 3 fino a Spalentor, la più monumentale tra le porte cittadine rimaste, visitiamo la Peterskirche e gironzolando a caso scopriamo un quartiere medievale composto da case risalenti al 1300, come riportano le date sulle facciate: il quartiere degli artigiani e della borghesia, come testimoniato dai nomi delle vie. Un posto bellissimo, dove siamo voluti ripassare più volte nel corso del nostro soggiorno, silenzioso con deliziose piazzette e facciate dipinte. È ora di cena e, sempre con l’occhio al portafoglio, decidiamo di approfittare del locale della catena TIBITS in Stänzlergasse 4, presente in molte città svizzere, che offre un’ottima cucina vegetariana a prezzi sostenibili: ci si riempie il piatto al buffet e si paga a peso in cassa (il costo è di circa € 40,00 al chilo e noi mediamente abbiamo speso non più di € 25,00 a persona compresa una bevanda).

Siamo soddisfatti e ci concediamo una passeggiata prima di rientrare in hotel, capitando davanti alla estrosa Fontana di Carnevale di Jean Tinguely, lo scultore che l’ha realizzata utilizzando rottami di ferro animati da marchingegni complicatissimi. Sicuramente da vedere.

Giovedì 05 settembre

Facciamo colazione piuttosto presto nel ricco buffet dell’hotel perché oggi vogliamo andare a Schaffhausen (Sciaffusa in italiano) per vedere le cascate del fiume Reno, le più larghe d’Europa. Il bus 30 (comodo avere la fermata di fronte all’albergo) ci conduce alla stazione di Basilea Badischer (conosciuta come Bad Bahnhof); curiosamente la stazione ferroviaria è sita nella città di Basilea ma è gestita dalla società ferroviaria tedesca Deutsche Bahn ed è abbastanza singolare: infatti è situata in territorio svizzero, ma i piazzali e parte dell’atrio sono extraterritoriali ed appartengono alla Germania, infatti è presente al suo interno anche un ufficio di dogana con tanto di agenti. Facciamo il biglietto a/r per il treno delle 08:42 al costo di € 28,50 a persona che in un’ora ci porta a Sciaffusa, attraversando bei panorami nella regione del Baden-Wüttenberg. Il cielo stamattina è piuttosto nuvolo e minaccia pioggia.

Dalla stazione di Sciaffusa si esce direttamente sul corso principale (Vorstadt) la cittadina ci piace subito molto anche per la sua particolarità: è chiamata “la città dei bovindo”, ogni casa ne è fornita, uno più bello dell’altro. In breve siamo nella Fronwagplatz, arricchita da due belle fontane, la Metzgerbrunnen (sormontata dalla statua di un mercenario svizzero) e la Mohrenbrunnen (con la statua di un re moresco). Inizia a piovere, ma questo non ci fa desistere dal nostro mestiere di turista e così visitiamo la Kirche St. Johann, ammiriamo altre fontane, saliamo al Munot (la Fortezza dai possenti bastioni circolari) da cui si gode di un panorama fantastico su tutta la città attraversata dal Reno e poi raggiungiamo il Münster (Duomo). Siccome è ora di pranzo, compriamo degli ottimi panini e un dolce da Zuckerbäckerei Ermatinger, un panificio-pasticceria che avevamo adocchiato lungo il corso, tutto ottimo a prezzi molto onesti. Per fortuna non piove più e quindi decidiamo di raggiungere il borgo di Neuhuasen dove si trovano le cascate del Reno (Rheinfall). Si hanno due possibilità: o prendere il treno che impiega solo pochi minuti fermando alla stazione Schloss Laufen e quindi iniziare la visita dall’alto o prendere il bus 1 che ferma in paese e iniziare la visita a valle. Noi optiamo per la seconda soluzione e saliamo sul bus 1 che parte di fronte alla stazione e dopo un quarto d’ora siamo già arrivati. Lo spettacolo delle cascate è veramente emozionante, da questo punto ce le troviamo di fronte, poi, una passeggiata attraverso un boschetto ci conduce in alto. Paghiamo il biglietto di 5 Fr.Sv. a persona per accedere al Castello di Schloss Laufen e godere così la cascata da vari livelli, addirittura faccia a faccia: imperdibile!

Con gli occhi pieni di questa meraviglia della natura, a malincuore riprendiamo il bus 1 e poi il treno delle 16:16 per Basilea che, per problemi tecnici (ogni mondo è paese!) arriva in ritardo alle 17:40. Ci riposiamo in hotel, torniamo a cena da Tibits e poi ci concediamo un bel giro in notturna nel centro storico.

Venerdì 06 settembre

Oggi lasceremo Basilea alla volta di Lucerna, ma abbiamo ancora tutta la mattina a disposizione e depositati bagagli in custodia alla reception, visitiamo la bella chiesa di Leonardkircke e poi, con il tram 3, ci rechiamo nel quartiere St. Alban, nella parte orientale della città, un’area verde e oggi residenziale, dove si trovano il Kunstmuseum Basel (il Museo di Arte Contemporanea) e il Basler Papiermühle (il Mulino della Carta di Basilea) che ospita un pregevole museo della carta, scrittura e stampa, in un angolo molto suggestivo e silenzioso.

Ritorniamo verso il centro lentamente per gustarci fino in fondo questa parte di città con le sue eleganti abitazioni e dopo aver di nuovo percorso le vie del nucleo storico, riprendiamo i bagagli in hotel e con il solito bus 30 andiamo in stazione. Lasciamo a malincuore Basilea ma alle 14:04 abbiamo il treno per Lucerna e alle 15:05 siamo già arrivati. Uscendo dalla stazione, forse anche perché il tempo è grigio e non promette niente di buono, rimpiangiamo la tranquillità di Basilea perché veniamo travolti da un traffico intenso e un gran via vai di gente che corre da un capolinea di autobus all’altro. Lì per lì siamo un po’ frastornati, poi troviamo la fermata del filobus 7 che in poche fermate raggiunge Sternmattstrasse dove si trova il nostro nuovo alloggio: il B&B “RITTERSHUUS”. E qui rimaniamo letteralmente a bocca aperta: la casa è un antico chalet di montagna risalente al 1600 conservatosi intatto in mezzo alle abitazioni più recenti, circondato da un piccolo giardino. Ma la sorpresa più grande l’abbiamo quando la eclettica Maria che lo gestisce ci apre la porta e, attraverso due rampe di scale improponibili, ci conduce nella nostra camera, sottotetto, che in realtà è un miniappartamento. Lì per lì sono un po’ sconcertata, la descrizione sul sito internet non dettagliava questo particolare, ma poi, a parte la scala, il tutto risulterà molto piacevole, comunque ottimi materassi, bella biancheria, bagno appena fatto e, non da ultimo, cortesia e disponibilità. Anche Maria ci fornisce la card per la gratuità sui mezzi pubblici e il risparmio non sarà indifferente, considerato che il B&B è distante dal centro e raggiungibile solo con il filobus la cui fermata è anche qui proprio di fronte alla struttura. Il 7 passa ogni 5/6 minuti e pertanto non ci sono problemi.

Impieghiamo il resto del pomeriggio per una prima esplorazione della città, che invariabilmente inizia dal Kappelbrücke, il famoso ponte coperto sul fiume Reuss, molto scenografico e fotografato da tutti in tutte le angolazioni. Il cielo è coperto e fa anche freddino, ma questo non ci impedisce di attraversare il ponte e scoprire un meraviglioso centro storico fatto di case dalle facciate dipinte, da fontane, da piazzette raccolte. Arriviamo fino al ponte Spreuerbrücke, anch’esso coperto e dove un sistema di chiuse controlla i livelli del lago a monte. Dal ponte, il colpo d’occhio sulla città è fantastico.

Si è fatta ora di cena e anche a Lucerna approfittiamo della catena TIBITS che si trova all’interno della stazione ferroviaria. Fa freddo e decidiamo di rientrare subito al B&B, godendo del tepore del riscaldamento acceso.

Sabato 07 settembre

Oggi andremo a Zurigo, per fortuna è una bella giornata di sole. Prendiamo il treno delle 9:12 che alle 10:00 circa arriva a destinazione. Zurigo è una città grande e molto movimentata, ma il centro storico è piuttosto compatto e si gira tranquillamente. Usciti dalla stazione, attraversato il ponte sul fiume Limmar, in breve siamo nella piazza chiamata semplicemente Central, snodo di linee tramviarie. Imbocchiamo la Niederdorfstrasse, una lunga via parallela al lungofiume che attraversa il centro storico costituito da un reticolo di piccole vie e piazzette appartate: lungo il percorso si incontra la casa dove ha vissuto Lenin e il Cabaret Voltaire, il caffè storico dove è nato il movimento dadaista. Arriviamo così al Grossmünster (il Duomo) dove il predicatore Ulrich Zwingli iniziò la riforma protestante in Svizzera. Alla grandezza dell’esterno con il bel campanile si oppone un interno austero e spoglio in quanto tutto il suo patrimonio artistico fu rimosso a seguito della riforma. Dalla piazza del duomo si gode di una bella visuale sul ponte Münsterbrücke che conduce alla parte opposta della città. Intanto, percorrendo un tratto del lungofiume, vediamo il Rathaus, la Wasserkirche e la Helmhaus (ex aula di Giustizia e mercato, oggi riconvertita in galleria d’arte), fino ad arrivare nella vasta piazza su cui si affaccia l’imponente Teatro dell’Opera. Attraversiamo il Quaibrücke, il ponte dal quale, guardando a sud, si ammira il Lago di Zurigo che inizia da questo punto e da dove partono i battelli per il giro turistico. Entriamo così nella parte occidentale del centro storico e percorrendo il lungofiume, arriviamo al cospetto della bella chiesa della Fraumünster, originariamente sede del convento femminile in cui risiedeva la badessa che aveva il titolo di “Principessa della città” con un grande potere e che, all’epoca della riforma, consegnò tutti i possedimenti alla città di Zurigo. L’interno è pregevole, oltretutto abbellito dalle famose vetrate di Chagalle e di Giacometti.

Il quartiere intorno è uno dei più antichi di Zurigo, caratterizzato da vie acciottolate: siamo in breve davanti alla St. Peterkirche, il cui campanile ospita il quadrante di orologio più grande d’Europa. Una strada acciottolata in salita porta al Lindenhof, la parte più antica della città, sede in epoca romana di una dogana. Oggi è un ampio spazio alberato da cui si gode di una vista suggestiva di Zurigo attraversata dal Limmar. Ridiscendiamo sulla Bahnhofstrasse, la strada che trasuda lusso, piena di negozi inavvicinabili, orologerie d’alto bordo e dei più prestigiosi brand. Per contro, siccome è ora di mangiare qualcosa, approfittiamo della presenza di Manor, una catena di magazzini di ottimo livello, presenti in tutte le città svizzere, che ospita all’ultimo piano, con terrazza panoramica sui tetti di Zurigo, un ristorante di eccellente qualità a prezzi più che abbordabili.

Decidiamo di rientrare a Lucerna con il treno delle 15:04 e questo ci permette di continuare la visita della città, che oggi appare sfavillante, vista la bella giornata di sole. Ci imbattiamo in una simpatica manifestazione di corali tradizionali in costume che si stanno esibendo nella piazza antistante la Jesuitenkirche (Chiesa dei Gesuiti). Ci fermiamo un po’ ad ascoltare poi visitiamo la grande chiesa, molto bella nei toni del rosa della decorazione rococò. A seguire, è la volta della Franziskanerkirche (Chiesa dei Francescani), insolitamente ricca di altari dorati, inusuali nelle chiese di questo Ordine. Ci godiamo Lucerna con una bella passeggiata che, dopo la Nölliturm, porta al Musegg, cioè le antiche mura trecentesche intervallate da varie torri. La vista della città sottostante e del lago è imperdibile, e lo sguardo spazia fino alle montagne che circondano Lucerna.

Ripercorriamo il centro storico e ceniamo bene come al solito da Tibits.

Domenica 08 settembre

Come annunciato dalle previsioni meteo, oggi è una giornata piovosa, niente di meglio quindi che visitare un museo. Con il solito filobus 7 scendiamo alla fermata Alpenstrasse e in breve siamo in Löwenplatz dove si trova il Bourbaki Panorama, all’interno di un centro culturale polifunzionale. Il costo del biglietto è di circa 7 euro a persona in virtù dello sconto compreso nella card trasporti. Cos’è il Panorama Bourbaki? E’ un murale circolare di 114 metri per 10 che raffigura la ritirata in Svizzera dell’esercito francese guidato dal generale Bourbaki durante la guerra franco-prussiana del 1870, dipinto da Eduard Castres con un realismo impressionante. Una voce narrante (per fortuna anche in italiano) racconta le vicende con grande pathos e il dipinto ha una tale profondità e ricchezza di particolari da sembrare di poter toccare i personaggi. Avevamo già visto un’opera simile a Breslavia e devo dire che entrambe suscitano sentimenti di commozione.

Nei pressi della Löwenplatz andiamo ad ammirare il Löwendenkmal (monumento del leone), chiamato comunemente “il leone morente”, scolpito in una parete rocciosa nel 1821 per commemorare il massacro di 700 mercenari svizzeri a Parigi nel 1792. Devo dire che anche in questo caso, la sofferenza dell’animale trafitto da una freccia è resa con eccezionale realismo e risulta commovente. Percorriamo la Löwenstrasse, piuttosto deserta essendo domenica mattina (in Svizzera tutti i negozi e le attività sono rigorosamente chiusi), poi la Saint Leodgar-strasse dove un’ampia scalinata porta alla Hofkirche, la bella cattedrale dedicata ai Santi Leodegario e Maurizio, caratterizzata da due alti campanili gemelli che si vedono da ogni parte della città. Il sito ha un certo fascino, in quanto la chiesa sorge appartata tra aiuole di fiori ed alti alberi, circondata da un cimitero porticato tutto intorno, ospitato in quello che era il chiostro del convento e riservato alla sepoltura delle famiglie patrizie di Lucerna. Anche l’interno è pregevole con una raffinata cancellata che racchiude il coro e l’altare dorato che riproduce la morte della Vergine, unico sopravvissuto ad un grande incendio nel 1633.

Pranziamo velocemente: vogliamo prendere il battello Rütli delle ore 14:00 per andare a visitare il Richard Wagner Museum, cioè la casa dove il compositore visse dal 1866 al 1872. Ci si può arrivare anche con i filobus 6 e 7, percorrendo poi un tratto di strada a piedi fino al lago. Il cielo è carico di nuvoloni scuri ma il tragitto in battello è breve e comunque piacevole. Si sbarca sul promontorio di Tribschen dove sorge la villa bianca di cui Wagner si innamorò a prima vista, raggiungibile rapidamente lungo il viale che parte dall’imbarcadero, circondata da un grande parco. L’interno non è eccezionale, al di là del pianoforte usato dal compositore e una raccolta di lettere e documenti.

Torniamo con il filobus in città e, non paghi ancora, ci imbarchiamo di nuovo alle 16:12 per Vitznau, minuscolo borgo sulle rive del lago di Lucerna, da cui parte la cremagliera per il Monte Rigi: siamo quasi tentati di fare il biglietto, ma le condizioni meteo non lo consentono e ci accontentiamo di una breve visita al paesino prima di riprendere il battello del ritorno alle 17:49. Il lago è sicuramente un bel posto ma constatiamo purtroppo che le rive sono fortemente deturpate da brutte costruzioni in cemento e palazzoni che per niente si addicono al contesto. Frutto anche qui di speculazioni edilizie e poca attenzione all’ambiente.

Ci riposiamo un po’ nel B&B prima di tornare dal solito Tibits per la cena e poi rapidamente a nanna, considerato che stasera fa anche parecchio freddo.

Lunedì 09 settembre

Oggi il tempo non è male e pertanto possiamo affrontare l’escursione sul Monte Pilatus a cui tenevamo parecchio ma in forse fino a ieri sera. Il Monte Pilatus non sarebbe che un monte come tanti altri se non fosse che per arrivare in cima (kulm) si prende la cremagliera più ripida del mondo (in certi punti la pendenza arriva al 48%).

Ma tutto il percorso da Lucerna al monte merita di essere fatto e ci si può arrivare in vari modi. Noi scegliamo di prendere il battello della SGV delle 10:38 per ammirare ancora una volta il lago che oggi, con il sole, è sicuramente più attraente e percorre un ramo diverso da quello fatto ieri (il lago di Lucerna è piuttosto articolato), e sembra, nei passaggi più stretti, di essere su un fiordo norvegese, anche perché tutt’intorno si intravvedono montagne innevate. Arriviamo alle 12:10 ad Alpenachstadt e già vediamo, in mezzo agli alberi, il trenino rosso che si arrampica lentamente. Quando, nel 1889, l’ingegner Eduard Locher progettò la ferrovia sul Pilatus, fu preso per pazzo, ma da allora migliaia di turisti vengono appositamente per provarne l’ebbrezza.

Inizia così un viaggio emozionate di trenta minuti che regala una vista mozzafiato sul lago ma ancora di più il brivido di trovarsi quasi in verticale sulla parete rocciosa e di entrare nei tunnel scavati nella montagna. Stupendo il panorama che si para davanti una volta scesi, ma noi abbiamo avuto un supplemento di emozione perché durante il giorno precedente e la nottata è nevicato e il paesaggio ha qualcosa di magico: fa molto freddo, ovviamente, siamo a quattro o cinque gradi, ma siamo comunque abbastanza equipaggiati e poi c’è una terrazza coperta, a vetrate, da cui comunque si gode della vista. Sulla cima c’è ancora il grande albergo storico dove alloggiò a suo tempo la regina Vittoria, sotto falsa identità, per non farsi riconoscere ma godere indisturbata di questa meraviglia. Ci rifocilliamo nella caffetteria e poi, non essendo comunque il caso di percorrere i sentieri, vista la nevicata recente, riprendiamo la cremagliera che in discesa sferraglia rumorosamente e sembra doversi tuffare nel lago sottostante. Che bella gita!! Per tornare a Lucerna più rapidamente, scegliamo di non riprendere il battello ma il trenino S5 della linea locale Zentralbahn (ZB) che in venti minuti ci riporta in città, comunque costeggiando il lago.

Volendo, si può scendere dal Pilatus, anziché con la cremagliera, anche con una funivia: il costo è lo stesso, circa 100,00 euro a persona perché fa parte di un pacchetto, chiamato Anello d’Oro (battello + cremagliera + battello oppure battello + cremagliera + funivia + bus linea 1 a Kriens per la stazione di Lucerna). E’ una scelta personale, noi abbiamo optato per la prima soluzione in quanto funivie ne abbiamo prese parecchie in vita nostra, cremagliere un po’ meno.

Ci rifacciamo un giro in città per rivedere alcuni luoghi che ci avevano maggiormente interessato, poi ci riposiamo nel B&B prima di affrontare l’ultima cena a Lucerna, sempre da Tibits.

Martedì 10 settembre

Oggi lasceremo questa bella città alla volta di Berna che si rivelerà una vera perla, non per niente il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio UNESCO. Prendiamo il treno delle 09:00 e alle 10:00 siamo già arrivati nella nuova destinazione. La fermata del tram 9 è appena fuori dalla stazione e rapidamente raggiungiamo l’Hotel Waldhorn in Waldhoheweg 2, una bella costruzione d’epoca e ottima sistemazione in un quartiere residenziale, solo apparentemente lontano dal centro storico, in realtà servito dal tram 9 e dal bus 10 che passano senza soluzione di continuità. Lasciamo i bagagli in hotel, non essendo ancora ora del check-in previsto per le 14:00 e iniziamo la scoperta di questa bellissima città in una splendida giornata di sole, muniti anche in questo caso di una card per la gratuità del trasporto pubblico. Scendiamo alla fermata in Kornhausplatz e così ci troviamo proprio di fronte alla Zytglogge, l’imponente torre dell’orologio, simbolo di Berna, sormontata da un tetto a guglia e da un gigantesco quadrante dorato. Dal lato che si affaccia sulla Kramgasse vedrete sempre un assembramento di persone col naso all’insù in quanto quattro minuti prima dello scoccare dell’ora, entra in movimento una piccola rappresentazione di figurine, niente a che vedere però con quella di Praga o di Monaco, veri capolavori.

Da qui inizia la Kramgasse, una strada lunghissima che poi prende altri nomi più avanti, fiancheggiata da portici su entrambi i lati, per tutta la sua lunghezza. I portici sono una delle caratteristiche di Berna così come le fontane medievali ornamentali (ce ne sono circa cento in tutta la città), ciascuna sormontata da un personaggio colorato a cui è associata una storia (il Suonatore di cornamuse, per esempio, il Mangiatore di bambini). Per non parlare dei palazzi lungo la strada, dalle facciate una più bella dell’altra, alcune dipinte, altre abbellite di statue che sporgono (la Scimmia, il Moro).

Al n. 49 di Kramgasse è d’obbligo fermarsi a visitare la Casa di Einstein, dove lo scienziato abitò per qualche anno e dove nacque la sua teoria della relatività nel 1905 mentre era impiegato all’ufficio brevetti di Berna. Consiglio sicuramente la visita, non solo per i documenti che vi sono custoditi, ma anche perché l’appartamento rappresenta un esempio di abitazione tipica del centro storico. Proseguiamo poi il nostro itinerario e, svoltando a destra su Kreuzgasse, ci troviamo al cospetto dell’imponente guglia traforata del Münster, la più alta di tutta la Svizzera. L’interno della cattedrale è altrettanto maestoso pur nel rigore imposto a suo tempo dalla riforma. Un particolare curioso: l’altissimo soffitto presenta pregevoli medaglioni raffiguranti santi e personaggi biblici, che all’epoca si sono conservati unicamente proprio grazie all’altezza eccessiva che non ne consentiva facilmente la rimozione. Belli anche gli stalli del coro e le vetrate istoriate, risalenti al 1441 due delle quali, danneggiate da una grandinata, furono sostituite a fine degli anni Ottocento. Uscendo, fermatevi davanti al portale centrale per ammirare una stupenda raffigurazione del Giudizio Universale di cui centosettanta statuine sono quelle originali.

La Münsterplatz davanti alla cattedrale, acciottolata secondo l’impianto antico, presenta una quinta di bei palazzi nonché la fontana con la statua del profeta Mosè che indica sulle tavole della legge il secondo comandamento, quello dell’idolatria.

Dalla piazza, un passaggio conduce alla Münsterplattform, una terrazza che si affaccia sui tetti di Berna e sul fiume Aare. Il panorama da qui è meraviglioso, Berna è sicuramente una città da vedere.

Sentiamo un certo languorino e, dopo essere passati davanti al Rathaus e alla Kirche St. Peter und Paul (Chiesa dei Santi Pietro e Paolo), andiamo a mangiare da Manora, il ristorante dei magazzini Manor, già sperimentato a Zurigo, in Marktgasse, dove gusto un’ottima pizza margherita.

Decidiamo di rientrare in hotel per prendere possesso della nostra camera e riposarci un po’.

Riprendiamo poi il nostro tour da dove l’abbiamo lasciato, cioè ritornando con il fantastico tram 9 a Kornhausplatz, ridiscendo la Kramgasse, ma questa volta andando verso il Nydegg, il punto più orientale della penisola di Berna, dove le tre strade più caratteristiche del centro storico, Postgasse, Gerechtigkeisgasse e Junkerngasse convergono sul ponte Nydeggbrücke. In questo antico sito probabilmente sorgeva il castello del borgo originario, che andato distrutto, è oggi simbolicamente sostituito dalla Nydeggkirche, mentre qui e là, nel tranquillo cortile sopravvivono alcuni resti delle imponenti fondamenta in pietra e il pozzo che doveva trovarsi entro la cinta del castello del XII secolo. Nella via sottostante, a cui si accede da una pittoresca scala coperta, è suggestiva la vista delle case medievali. La scala scende al quartiere Matte, dove torneremo però più tardi. Ora, invece attraversiamo il ponte sul fiume Aare, che regala scorci fantastici da entrambi i lati e ci troviamo in breve in uno dei luoghi simbolo di Berna: la fossa degli orsi. La leggenda dice che nel 1191, il duca Bertoldo V scegliesse questo punto strategico per le comunicazioni per fondare una città che volle chiamare Bärn per via di un orso (in tedesco Bär) ucciso proprio lì.

Attualmente vi è ospitata una famigliola di orsi, padre, madre e la figlia, Ursina. Potete ben capire l’assembramento continuo per vederli. Noi riusciamo a vedere solo l’orsetta di sfuggita prima che si dileguasse in mezzo alla vegetazione che digrada verso il fiume. Comunque sono trattati molto bene.

Ripercorriamo il Nydeggbrucke e scendiamo verso il Matte, a livello del fiume, il vecchio quartiere di artigiani, oggi imborghesito ma che mantiene un certo fascino con le sue casette basse a graticcio e addirittura sbilenche dove ancora il fiume scorre in un canale scoperto lungo la via principale, tanto da essere soggetto ad alluvioni come nel 1999 e nel 2005 quando il Matte rimase sommerso per parecchie settimane.

Da Matte ritorniamo nella Munsterplattform con un ascensore e passeggiando tranquillamente, percorriamo Münstergasse, poi Marktgasse e passando davanti alla Bärenplatz, chiamata dai Bernesi Piazza del Mercato, ancora attivo pur nel tardo pomeriggio, raggiungiamo la Heiliggeistkirche, (la Chiesa del Santo Spirito), considerata il più bell’esempio di chiesa protestante della Svizzera, con la sua elegante decorazione barocca nei toni del rosa. Attraversata la Spitalgasse, su cui la chiesa prospetta, ci dirigiamo verso Bundesplatz, la piazza abbellita da ventisei fontane (una per ogni cantone svizzero) su cui si affaccia il maestoso Bundeshaus, il palazzo dell’assemblea federale, del 1902, in stile rinascimentale italiano. Sorge in realtà in posizione scenografica su un dirupo che scende verso l’Aare, oggi sorretto da un massiccio muro di contenimento. Lo spazio antistante la parte posteriore dell’edificio è adibito a giardino e, fornito, come in uso in Svizzera, di panchine e sedie, permette di godere di una vista spettacolare sulla città, sul fiume e sulla catena delle Alpi bernesi già ammantate di neve. Imperdibile!!! Il quartiere che vediamo sotto di noi è il Marzili, un tempo zona industriale lungo la banchina, oggi quartiere residenziale con un buon numero di sale per concerti e gallerie d’arte. Tra l’altro, il tramonto offre dei colori da tavolozza ed è difficile convincerci che dobbiamo andare via. Anche qui a Berna approfittiamo della catena Tibits che troviamo in Gurtengasse.

Ultimo giro in notturna ripassando davanti al Bundeshaus illuminato e poi il meritato riposo. Che bella città, Berna!!

Mercoledì 11 settembre

Siamo purtroppo arrivati all’ultimo giorno di questa bella vacanza, ma abbiamo ancora la mattina a disposizione e perciò, lasciati i bagagli in custodia all’hotel, seguendo le istruzioni della addetta alla reception, ci incamminiamo a piedi lungo Spitalackerstrasse e in breve arriviamo al Rosengarten, un roseto curatissimo di cui viene consigliata la visita non tanto per le oltre duecento varietà di rose che vi sono coltivate, quanto, perché, soprattutto al mattino, offre una vista spettacolare sull’intera città. Sembra di guardare una cartolina o un quadro dipinto alla perfezione, la città divisa in due dal corso del fiume di un colore verde brillante, i ponti, i tetti, la guglia del Münster, le Alpi a far da corona. Eccezionale, una capitale piccola ma perfetta che, da sola, vale un viaggio in Svizzera. Scendiamo dalla collina del Rosergarten e ci troviamo nuovamente dinanzi alla fossa degli orsi e questa volta li vediamo vicinissimi: uno dorme sdraiato al sole, un altro cammina avanti e indietro, ignari di essere i soggetti più fotografati di Berna.

Sul Nydeggbrücke troviamo la fermata del bus 12 che conduce rapidamente al Zentrum Paul Klee: non ci pensiamo due volte e saltiamo sul bus che sta arrivando. Il percorso ci fa conoscere un altro aspetto di Berna, le signorili villette d’epoca sulla collina fino ad arrivare praticamente fuori della città, a ridosso della tangenziale. Qui è stato realizzato nel 2005, progettato da Renzo Piano, un edificio veramente particolare con una copertura in acciaio che forma tre “onde” o, come dicono i Bernesi, “colline”. Vi sono ospitate oltre quattromila opere di questo eclettico artista svizzero, ma non solo, comprende infatti anche una sala concerti, un museo per bambini e tanto altro. Non lo visitiamo, ma siamo contenti di averlo comunque potuto ammirare. Riprendiamo il bus 12 al capolinea e in breve siamo di nuovo al Nydegg: non ci rimane che riprendere il bagaglio in hotel ed avviarci verso la stazione dove alle 13:34 partirà il treno per Milano. Le tre ore di viaggio passano velocemente, con il naso incollato al finestrino per godere ancora dei paesaggi che ci scorrono davanti, prati, laghi fino ad arrivare in territorio italiano e vedere le nostre meraviglie, i boschi del Piemonte, il Lago Maggiore con Stresa e le Isole Borromee.

Arriviamo a Milano Centrale alle 16:37 e alle 17,00 ripartiamo con il Frecciarossa che arriva a Roma Tiburtina in perfetto orario alle 20:00.

Conclusioni: le città svizzere sono sicuramente da vedere, così come i suoi laghi e le sue montagne, ma quello che più ci ha colpito di questa vacanza è stata la tranquillità che ci ha accompagnato in tutti gli spostamenti e gli itinerari affrontati: tutto sempre a portata di mano e perfettamente efficiente, i mezzi pubblici, gli uffici per le informazioni, il personale di bordo di treni e traghetti, la cortesia e la pulizia delle strutture alberghiere. Per una settimana, è come se non avessi pensato a niente se non a godermi le bellezze artistiche e naturali. E’ vero, la Svizzera è costosa, i ristoranti praticamente inaccessibili, così come gli hotel e i biglietti dei mezzi pubblici: ma con un po’ di organizzazione e qualche rinuncia riuscirete sicuramente a sopravvivere. Vi consiglio di portare con voi un po’ di franchi (al cambio ci perdereste) e sentire il vostro gestore telefonico sulle tariffe applicate all’estero, in quanto la Svizzera non fa parte dell’Unione Europea e quindi telefonare o fare messaggi può risultare estremamente costoso.

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