Super-Thai
Ci siamo! Dopo quasi due mesi di preparativi finalmente il nostro volo Roma-Bangkok con scalo a Dubai è in partenza. La scelta del volo con scalo si rivela ottima: le due ore a Dubai trascorrono ad ammirare la modernità dell’aeroporto internazionale con una tazza di caffè in mano e in men che non si dica siamo già in volo per Bangkok.
24 marzo 2010
Alle 18, puntuali così come siamo partiti, atterriamo a Bangkok. Dal finestrino abbiamo già visto sotto di noi risaie e campi verdi contrastare con gli imponenti grattacieli e non vediamo l’ora di immergerci nell’atmosfera della metropoli. In un tempo relativamente breve passiamo i controlli, recuperiamo i bagagli (due zaini da trekking), preleviamo 2000 baht (accorgendoci poi che sono troppo pochi) e ci dirigiamo verso l’uscita. L’impatto con l’aria thailandese è fortissimo, un’ondata di smog e umidità ci avvolge mentre cerchiamo di orientarci nella giungla di taxi e bus degli arrivi internazionali. Come suggerito dalla guida optiamo per un taxi: la nostra destinazione è il quartiere di Banglamphu e una corsa non dovrebbe costare più di 300 baht anche se il tassista, con la scusa del resto mancante, ci porta a Khao San Road per il doppio! Appena scesi ci rendiamo conto che il quartiere è davvero carino: le strade sono piene di bancarelle, venditori di pad thai ambulanti e tuk-tuk. La guesthouse che abbiamo prenotato direttamente dall’Italia per due notti si rivela un pò al di sotto delle aspettative, ma ha un’ottima location sia per le tappe della notte thailandese che per la vicinanza al Palazzo Reale. Usciamo e subito ci lasciamo ispirare da un chiassoso ma pittoresco ristorantino sulla nostra via, mangiamo del buon pad thai (non di certo il migliore della vacanza…) prima di esplorare Khao San Road e Soi Rambuttri (le due vie della movida di Banglaphu). Dopo qualche acquisto impulsivo e l’assaggio di qualche specialità per strada torniamo in albergo non senza resistere ad un massaggio ai piedi per soli 100 baht…
25 marzo 2010
La giornata inizia prestissimo. Il fuso orario ci permette di uscire quando il sole non è ancora alto e di godere di una colazione a base di frutta tropicale prima di dirigerci a piedi (appena un km) verso il Palazzo Reale. Arrivare ad entrare nell’aera del Palazzo si rivela una corsa ad ostacoli fra le auto e i taxi che sfrecciano in ogni direzione, le strade occupate dai manifestanti (‘camicie rosse’) e gli immancabili conducenti di tuk-tuk che cercano di proporti alternative alla visita del Palazzo trasportandoti sul loro fantastico mezzo! I templi e la residenza reale sono bellissimi, anche se molto sfruttati turisticamente, e ovunque la nostra attenzione viene attratta da qualcosa di nuovo, di esotico e di così particolare da non sembrare vero. Frastornati dal caldo soffocante decidiamo di far visita anche al Wat Pho, con il suo imponente Buddha Disteso, prima di pranzo. La scelta, caldo a parte, si rivela buona perchè ci permette di visitare tutte le maggiori attrattive in mattinata e ci lascia il pomeriggio per un pò di riposo. La sera siamo davvero indecisi sul da farsi, torneremo a Bangkok per gli ultimi due giorni, ma l’indomani dobbiamo partire in direzione Sukhothai e non vogliamo perdere nemmeno un minuto dell’atmosfera metropolitana. Alla fine optiamo per Chinatown, la guida consiglia il vivace mercato notturno e una passeggiata fra i grattacieli del distretto finanziario, ma la dritta si rivela errata perchè arriviamo sul luogo proprio mentre il mercato sta chiudendo e le strade si stanno svuotando. Giusto in tempo, insomma, per una fugace passeggiata fra le baracche in eternit del quartiere e i negozietti di cineserie con le insegne a neon abbaglianti. La serata si conclude nella vivace Khao San, dove con una birra Chang in mano e un secondo massaggio ai piedi ci sentiamo già a casa.
26 marzo 2010
Oggi il programma prevede lo spostamento a Sukhothai in autobus, così appena in strada decidiamo di prendere un taxi (con tassametro questa volta) per raggiungere la grande stazione di Mochit. L’impatto con le biglietterie è devastante: quasi nessuno parla inglese e in 10 minuti ci accorgiamo di essere gli unici occidentali in giro. Senza farci prendere dal panico iniziamo a decifrare in thai il nome che indica Sukhothai e riusciamo, dopo qualche peripezia linguistica, a prendere 2 biglietti. Il viaggio è stupendo. L’autobus un po’ approssimativo quanto ad igiene, ma una simpatica hostess ci offre continuamente da bere e a metà strada facciamo persino tappa in una mensa per viaggiatori con un piatto di riso offerto dalla compagnia. Tutto per circa soli 300 baht a testa. Appena arrivati a destinazione, dopo 7ore di viaggio in mezzo a villaggetti e campi di riso e soia, chiamiamo il nostro hotel ed un simpatico ragazzo ci viene a prendere in pick.-up. La scelta dell’albergo si rivela eccezionale: troviamo ad accoglierci uno staff gentilissimo (una famiglia con tanto di nonni) e delle camere in tipico stile nord-thai tutte in teak. Con la colazione inclusa spendiamo circa 20 euro a notte e decidiamo di fermarci un giorno in più per poter vedere con calma il parco storico e goderci almeno una volta il bagno nella splendida piscina dell’hotel. Il tempo di una doccia e siamo già fuori. L’albergo è a 10 minuti a piedi dal centro della città nuova e dai localini notturni, così decidiamo di cenare in uno dei ristoranti consigliati dalla guida e la scelta si rivela soddisfacente.
27 marzo 2010:
La curiosità per il mitico parco storico ci fa alzare presto e subito ci facciamo accompagnare dalla ‘mamma’ di casa al nostro autobus. A distanza di tempo accettiamo l’idea che quello su cui ci troviamo sia un ‘autobus’ ; perché forse qua lo chiameremmo piuttosto camioncino della frutta e verdura con panchine. Appena saliti carichiamo della verdura per il mercato locale e con molta lentezza ci dirigiamo verso il parco. La distanza è breve ma su questo agile mezzo moderno ci impieghiamo quasi mezzora. Appena arrivati noleggiamo due bici (per soli 300 baht) e iniziamo la visita del parco. Le rovine ci lasciano a bocca aperta: laghetti artificiali dalle placide acque, templi diroccati, buddha e alberi dalle forme rotondeggianti ci catapultano in un’atmosfera unica e il caldo soffocante decide di darci una tregua. Tutto è perfetto per affrontare la pedalata e la visita che si conclude quasi al tramonto, così come è iniziata, sullo stesso camioncino diretto in città. Dopo un tuffo d’obbligo in piscina, prendiamo in prestito le bici dell’albergo per andare in centro. Il fiuto ci porta a cena in un ristorantino ambulante buonissimo ed economicissimo dove gustiamo il pad thai più buono del viaggio e ci concediamo qualche momento di vero relax.
28 marzo 2010
Chiang Mai ci attende. Questa volta prendere 2 biglietti non è impossibile e così in 10 minuti siamo già su un bus diretto a nord. Il viaggio dura 5 ore e il paesaggio dal finestrino cambia di continuo fino a diventare verde e lussureggiante. Appena scesi dall’autobus ci dirigiamo verso il primo sanghawalok libero che per soli 20 baht a persona ci porta nella zona degli ostelli che abbiamo visto sulla guida. Buona la prima per un ostello molto carino dentro il canale che oltre alle due notti ci offre anche un trekking per il giorno successivo nelle montagne intorno a Chiang Mai (1000 baht a testa). Visto che staremo qua solo due giorni decidiamo di uscire subito e di goderci l’atmosfera unica del mercato della domenica. Tutte le strade del centro sono chiuse al traffico e così nella stessa serata riusciamo sia a fare visita ai templi della città d’oro (tutti molto eleganti con il tipico tetto a punta dorato) che al mercato locale. Le bancarelle piene zeppe di artigianato e di specialità tipiche non ci fanno più sentire come dei ‘farang’ in terra straniera ma piuttosto come dei locali, tanto che ci balena in mente l’idea di assaggiare cavallette e vermi fritti al posto del solito pad thai!
29 marzo 2010
Sveglia e colazione abbondante prima della grande cavalcata verso le montagne. Nel giro di mezzora il nostro minibus carica i compagni di viaggio (altri 12 turisti) e si dirige verso nord. In un paio d’ore siamo immersi in un paesaggio da favola a fare foto da un imponente ponte tibetano sospeso su un fiume. La prima tappa del trekking prevede una passeggiata a dorso di elefante nella giungla. Un’ora è il tempo giusto per prendere confidenza con i simpatici pachidermi (fra cui un cucciolo di appena 5 mesi), per ricompensarli con caschi di banane e per non soffrire troppo l’inevitabile mal di schiena! Dopo questa prima avventura ci spostiamo per un’altra mezzora fino a raggiungere un villaggio Mong dove delle simpatiche donne di una certa età tessono la seta e il cotone in modo magistrale e ci mostrano la loro produzione…Da lì un’altra mezzora di cammino ci porta ad una piccola cascata locale (acqua torbida ma apparentemente molto pulita) dove un temerario del gruppo fa persino una nuotata. Il trekking nella giungla fra banani, canne di bambù altissime e passaggi spericolati sul fiume procede per un’altra ora e mezzo prima del pranzo (frugale ma gustoso) e del bamboo rafting del pomeriggio. Quest’ultima si rivela un’esperienza molto emozionante fra rapide e stretti canali anche se viene segnata dal veloce passaggio di un temporale tropicale che ci bagna più di quanto non lo fossimo già… Il nord con questa giornata all’aria aperta si guadagna la pole della vacanza e lasciarlo è davvero troppo triste! Prima di andarcene non ci facciamo mancare, però, un massaggio thailandese completo (per soli 80 baht) e un piatto di riso dolce con mango.
30 marzo – 3 aprile 2010
Il volo (economico – compagnia Air Asia – e in orario) che ci porta a Phuket dura circa 2 ore, dall’oblò l’atterraggio è uno spettacolo e sembra quasi di arrivare direttamente in acqua! Il tempo di prendere gli zaini (stracarichi per gli acquisti fatti a nord) e siamo sul minibus (180 baht a testa) per la spiaggia di Kata. Ci rendiamo subito conto che i prezzi non saranno bassi come al nord e che il turista qua è visto con un altro occhio ma la scelta della Guesthouse anziché il ‘solito’ resort turistico ci permette un po’ di libertà. Appena arrivati sotto un acquazzone tropicale lo staff ci accoglie sorridente e ci delizia con un riso della casa davvero ottimo! Per tutti i 4 giorni trascorsi a Kata l’unica cosa di cui non cipentiamo è proprio l’albergo. Location ottima (fra le due spiagge di Kata e Karon: quest’ultima più grande e bella), servizio impeccabile e staff gentilissimo. Il mare e la vita notturna un po’ ci deludono. Le spiagge sono belle e l’acqua molto pulita ma ci aspettavamo qualcosa di più (paesaggisticamente parlando) mentre i locali dove si possono passare le serate senza spendere cifre assurde o mettersi in ghingheri sono molto pochi (almeno che l’obiettivo non sia farsi accompagnare da qualche giovane thailandese!!!). Per fortuna il sole non manca durante il giorno e oltre al solito pad thai le serate si possono concludere per strada con un po’ di latte di cocco (rigorosamente bevuto dalla noce) e l’immancabile banana pancake! L’ultimo giorno a malincuore, anche perché si avvicina la fine del viaggio, lasciamo l’albergo (questa volta lo shuttle costa 250 baht!) e ci dirigiamo in aeroporto per il volo con destinazione Bangkok. Un’intensa serata di shopping e contrattazioni ci attende al mercato di Patpong e in aereo (appena 1 ora di tragitto) ci appisoliamo un pò.
4 aprile 2010
Non sazi del mercato del falso della sera prima l’ultimo giorno della vacanza è dedicato interamente agli acquisti e per farlo abbiamo a disposizione l’immenso Weekend Market di Chatuchak. Un’area sterminata di capannoni e bancarelle che vendono davvero di tutto e dove i buoni affari non mancano. Oltre a qualche ricordo in oggetti di artigianato, compriamo quasi tutti i regali per parenti ed amici ed i prezzi sono spesso ridicoli (l’unico freno è lo spazio in valigia!). L’ultimo pranzetto thailandese (anche se di cucina vietnamita) fa da pausa fra uno stand e l’altro e alla fine stremati decidiamo di allontanarci dalla zona utilizzando il modernissimo Skytrain. La direzione è l’area di Siam Square e del Parco Lumphini ignari del fatto che qualche ora prima i manifestanti hanno occupato l’intera area costringendo alla chiusura locali e negozi. Divincolandoci fra la folla in assetto da rivolta riusciamo a raggiungere il Parco Lumphini quasi al tramonto in un momento in cui l’unico polmone verde della città si popola di turisti che fanno jogging e di famiglie thailandesi che passeggiano o remano felici sui laghetti artificiali. Con questa immagine nel cuore scattiamo le ultime foto della vacanza prima di rientrare verso l’albergo (lo stesso dei primi giorni nonostante tutto!) e la nostra cara Khao San Road. Mentre chiudiamo per l’ultima volta gli zaini da trekking e ci vestiamo da primavera italiana decidiamo che un giorno torneremo a far visita al Paese del sorriso…