Sultanato dell’Oman, tra natura e antichi forti

Questo è il racconto di un viaggio organizzato in autonomia, semplice e non faticoso in un paese pulito e moderno dove la criminalità è praticamente inesistente
Scritto da: antonella.p
sultanato dell'oman, tra natura e antichi forti
Partenza il: 11/11/2012
Ritorno il: 23/11/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Questo è il racconto di un viaggio organizzato in autonomia, semplice e non faticoso in un Paese pulito e moderno dove la criminalità è praticamente inesistente. I costi sono influenzati dai pernottamenti, sempre molto/troppo cari, mentre la benzina ha per noi un costo irrisorio.

La prima cosa da tenere in considerazione per l’organizzazione del viaggio è il costo del visto: 5 rial per 10 giorni, mentre oltre i 10 giorni si passa subito a 20 rial a testa per un visto di 30 giorni. Noi in totale rimarremo 13 giorni per poter fare un tour di 10 giorni e completare con un paio di giorni di relax al mare, siamo costretti così al pagamento del secondo scaglione… Il visto si fa all’arrivo in aeroporto e la procedura è molto veloce.

La seconda cosa da valutare è il periodo, noi scegliamo novembre con temperature sempre piuttosto elevate (intorno ai 30°) pensiamo che sia impossibile visitare e apprezzare questo paese durante l’estate quando si superano i 45°.

1° GIORNO MILANO-MUSCAT

Voliamo con Oman Air che ha un volo diretto da Milano Malpensa più volte alla settimana, il servizio è eccellente: superiore alla media lo spazio fra i sedili e tanti tanti film anche in italiano da vedere nel proprio schermo individuale. Il volo dura circa 6 ore all’andata e 7 ore al ritorno. Arriviamo in tarda serata e attendiamo che ci vengano a prendere gli addetti dalla Guest House dove passeremo le prime due notti nella capitale dell’Oman http://www.nomadtours.com. La Guest House è pulita e ben gestita a circa 10 minuti dall’aeroporto ma molto distante dal centro della Capitale, che ci renderemo conto essere grandissima.

2° giorno: MUSCAT

Muscat è una città lunghissima (60km), stretta fra mare e monti e divisa in vari sobborghi. Ci accorgiamo che, nel tentativo di risparmiare, abbiamo fatto un grosso errore a non prenotare l’auto a noleggio già dal primo giorno. Proviamo a visitarla con i taxi (gli autobus sono inesistenti) ma i prezzi non sono abbordabilissimi – bisogna contrattare ma non scendono molto – e in più non sono facili da trovare nelle zone periferiche. Diciamolo subito: l’Oman non è un paese per pedoni! Decidiamo di rinviare la visita della Grande Moschea alla fine del nostro tour (tenete conto che si può visitare solo dalle 9 alle 11 tutti i giorni eccetto il venerdì e che bisogna avere maniche e pantaloni lunghi e per le donne anche testa e collo coperti; meglio portarsi anche un paio di calze dato che è necessario togliere le scarpe). Visitiamo il suq di Mutrah (aperto al mattino con chiusura dalle 13 alle 16, per poi rimanere aperto fino alle 22), la corniche di Mutrah e gettiamo un rapido sguardo al Palazzo del Sultano e ai due forti della parte vecchia di Muscat. Fa molto caldo e ci sentiamo molto stanchi così presto rientriamo alla pensione. La GuestHouse ha una bella terrazza e molti take away consegnano gratuitamente a domicilio. Proviamo ad ordinare del cibo da asporto ma alcuni non hanno le cose che cerchiamo di ordinare, altri non conoscono la zona e vogliono indicazioni stradali precise che non siamo in grado di fornire e così siamo costretti a ripiegare sull’unico ristorante vicino, un ristorante iraniano…le donne non possono mangiare nella sala principale ma solo nella sala riservata alle famiglie e il cibo non è un granché… insomma… forse fossimo stati più centrali nella sistemazione avremmo avuto più scelta ma i prezzi degli alberghi a Muscat sono veramente inaccessibili. Nonostante la gentilezza e la pulizia di questa GuestHouse siamo un po’ indecisi se consigliarla, troppo fuori mano, prendetela in considerazione solo se avete un auto e la voglia di spostarvi.

3° giorno: MUSCAT-BAMAH SINKHOLE-WADI SHAB-RAS AL JINZ

Partiamo di buon mattino, ritiramo il 4×4 noleggiato alla Dollar nell’ufficio vicino alla Nomad Tour GuestHouse e partimo in direzione sud-ovest. Prima tappa la visita alla Dolina carsica chiamata Bamah sinkhole. Notiamo un particolare: tutti i cartelli stradali hanno scritte in arabo e traduzione in inglese ma la grafia non sempre corrisponde (Bamah può diventare Bimmah o Bimah) e questo complica un po’ le cose nel trovare i luoghi sul Gps e sulla guida dato che non sai mai cosa esattamente cercare. Il sinkhole è molto comodo da raggiungere, ben segnalato e con un parcheggio visino al sito. L’ingresso e il parcheggio sono gratuiti, i servizi igienici sono puliti. Portate il costume se volete fare il bagno, l’acqua è calda e trasparente popolata da centinaia di pesciolini che faranno la pedicure ai vostri piedi! Ci rimettiamo in viaggio, tappa successiva Wadi Shab. Il Wadi Shab è un’oasi in una valle con delle pozze d’acqua verde smeraldo nelle quali si può fare il bagno. Si parcheggia l’auto vicino alla costa e con una piccola imbarcazione per pochi centesimi si attraversa un corso d’acqua. Da qui comincia il trekking che in 45 minuti piuttosto faticosi porta in cima al wadi e alle bellissime pozze. Se attrezzati di costume, lasciando vestiti e zaino in cima al trekking potete terminare la visita con una nuotata in una grotta semisommersa con delle magnifiche cascate, se non volete farlo il paesaggio è ugualmente incantevole. Torniamo all’auto, siamo un po’ stanchi ma l’entusiasmo ci aiuta a continuare la giornata e… la nottata… Arriviamo infatti a tarda sera al Resort della Riserva Naturale di Ras al Jinz dove avevamo prenotato una notte (http://www.rasaljinz-turtlereserve.com). Ras al Jinz è un’enorme spiaggia sabbiosa dove tutte le notti, durante tutto l’anno, le tartarughe verdi vengono a deporre le loro uova. Il pacchetto prevede il pernottamento – anche se non si dormirà molto – e due visite guidate alla spiaggia una alle 21 e una alle 4 di notte. Le visite sono ben gestite e aperte anche ai visitatori esterni che però devono prenotare alcuni mesi prima per trovare posto e, abbiamo notato, vengono allontanati in fretta dalle tartarughe a differenza di noi che avevamo più tempo da dedicare. Tartarughe ne abbiamo viste molte, sia adulte che tartarughini appena usciti dalle uova. Nella visita delle 21 non è possibile fotografare o riprendere mentre in quella delle 4, con la luce dell’alba è possibile rimanere anche quando le guide vanno via e fare bellissime fotografie. E’ stata una grandissima emozione, imperdibile! Abbiamo fatto colazione, un paio di ore di sonno e poi siamo partiti per Ras al Hadd.

4° giorno: RAS AL HADD

Ras al Hadd è il paese più vicino alla Riserva di Ras al Jinz. Molti viaggiatori decidono infatti di pernottare qui per visitare la Riserva in nottata (sono circa 20’ in auto), così facendo però partecipano a solo una delle due visite previste… un gran peccato! Noi ci siamo concessi invece una giornata di spiaggia al http://www.tbroman.com da far seguire alla notte insonne. Quando siamo arrivati l’impressione non è stata delle migliori, si tratta di alcuni bungalow di paglia sulla spiaggia piuttosto bruttini all’esterno ma, almeno il ns con bagno privato e verandina internamente era gradevole e molto pulito. Il mare non era male, trasparente e tranquillo essendo in una laguna protetta. Il pacchetto prevede anche una cena a buffet in un simpatico ristorante fatto a dhow, la tipica imbarcazione dell’oceano indiano. Riteniamo che questo giorno ‘in più’ rispetto ai classici tour sia, è vero una spesa maggiore, ma un vero toccasana dopo la notte passata ad osservare le tartarughe.

5° giorno: RAS AL HADD – SUR – WADI BANI KHALID – WAHIBA – SANDS

Si parte da Ras al Hadd, visitiamo velocemente Sur, una cittadina vicina famosa per i cantieri navali. C’è anche un piccolo museo con dei vecchi dhow restaurati (ingresso gratuito). Arriviamo attorno all’ora di pranzo a Wadi Bani Khalid. È giovedì, equivalente del nostro sabato, e l’oasi è affollatissima di locali che adorano il posto per le loro gite fuoriporta. Un gran caos di pentoloni e barbeque… beh, caratteristico ma non proprio naturalistico come paesaggio. Anche in quest’oasi ci sono dei laghetti con acqua verde smeraldo nei quali si può fare il bagno, ma qui i cartelli avvisano che non ci si può mettere in costume (eccetto i bambini che possono farlo) e bisogna bagnarsi in pantaloncini e maglietta – noi desistiamo, così come desistiamo dal trekking che porta alle grotte. Troppo caldo, troppa gente, troppo sconnesso il fondo… ed era anche un po’ troppo tardi! Dopo un panino e una bibita fresca recuperata al chiosco dell’oasi ci dirigiamo verso il Deserto Omanita, la parte accessibile anche autonomamente ovvero le Wahiba Sands. Abbiamo prenotato una notte al campo tendato www.1000nightscamp.com che dista una trentina di chilometri prima di pista e poi di sabbia battuta dalla cittadina di Al Mintrib. Arrivarci è divertente, con la nostra 4×4 attenti ai cartelli ci addentriamo nel deserto fra cammelli e via vai di fuoristrada iper attrezzati. Arriviamo al campo appena in tempo per salire velocemente sulle dune e goderci il tramonto (a novembre alle 17-17.30 viene buio), la tenda è bella e completa di tutto anche di bagno, doccia, sedie e tavolo. La cena, compresa nel pacchetto, sarà invece piuttosto deludente.

6° giorno: WAHIBA – SANDS – IBRA – NIZWA

Trascorriamo la mattinata godendoci il deserto, fotografando e provando a scendere con lo slittino dalle dune… ma ci vorrebbe la seggiovia per salire! Che fatica! Facciamo la strada a ritroso per uscire dal deserto ma… forse un po’ troppo sicuri di noi, forse un po’ distratti dal fare fotografie, forse perché i cartelli indicano l’ingresso ma non l’uscita… un paio di volte ci insabbiamo e ci devono tirare fuori con i cavi… divertentissimo! Ancora una volta scopriamo un popolo sempre pronto ad aiutare, cortese e disponibile. Sulla strada verso Nizwa seguendo la Lonely Planet facciamo una deviazione per la cittadina di Ibra, deviazione assolutamente inutile se non fatta di mattina quando il suq è aperto. Ci rimettiamo sulla nostra strada e nel tardo pomeriggio arriviamo a Nizwa. Gli alberghi sono tutti distanti dal centro della cittadina e situati lungo una superstrada… veramente poco caratteristico! Il nostro sarà il , scelto per il prezzo (uno dei pochi posti abbordabili) e per le recensioni di Tripadvisor. Noi invece non ci sentiamo assolutamente di consigliarlo, è molto datato e la posizione sulla superstrada non aiuta certamente il sonno. La prima notte siamo disturbati dal continuo passaggio di auto e camion mentre per la seconda notte otteniamo una stanza sul retro. Per cena mangiamo da Pizza Hut. Può sembrare poco caratteristico ma invece è molto frequentato dalle famiglie del luogo.

7° giorno: NIZWA – JABRIN CASTLE – BAHLA – NIZWA

In mattinata visitiamo Nizwa, piccola ma molto carina. Bello il suq e il forte. Nel pomeriggio, con calma, visitiamo Jabrin Castle, molto bello, perfettamente restaurato. Sulla strada visitiamo anche Bahla il cui forte è sotto tutela dell’Unesco ma è da alcuni anni chiuso al pubblico. Tutte le cose che abbiamo visitato sicuramente hanno meritato la visita ma ci siamo accorti di esserci mossi con estrema calma, volendo quindi riteniamo possibile dormire una sola notte a Nizwa e concentrare la visita suddividendo le cose fra il giorno precedente e quello successivo.

8° giorno: NIZWA – MISFATH – GRANd CANYON D’ARABIA – JABEL SHAMS

Partiamo da Nizwa e rifacciamo un pezzo di strada già fatto ieri fino ad arrivare ad Al Hamra, da questa cittadina deviamo in direzione Misfath un piccolo villaggio costruito in mattoni crudi e attraversato da antichi canali di irrigazione. Per visitarlo bisogna vestirsi adeguatamente (per le donne spalle coperte e pantaloni lunghi), lasciare l’auto all’inizio del paese e fare un piccolo trekking. È richiesto rispetto di alcuni luoghi privati con cartelli ben esposti di divieto di ingresso… evidentemente in molti sono stanchi di turisti invadenti. Proseguiamo poi in direzione Gran Canyon d’Arabia lasciando l’asfalto e seguendo una bella pista di montagna. Arriviamo in cima e ci sistemiamo al http://jebelshamsresort.com. Lo chalet è bello anche se manca completamente di dettagli e personalizzazioni. Il resort ha anche delle tende fisse con i bagni in comune ma utilizzarli in questa stagione non ci sembra essere molto confortevole, siamo a 2000m e l’aria è frizzante. Riprendiamo la nostra auto e andiamo a vedere i punti panoramici sul Gran Canyon, arriviamo in fondo alla pista da dove parte un sentiero molto panoramico ma un po’ esposto per chi soffre di vertigini. Il sentiero termina in un villaggio abbandonato; noi non riusciamo a completarlo, è tardi e non ci fidiamo a percorrere la parte più esposta. Rientriamo al resort dove, anche qui, il pacchetto offerto prevede una cena a buffet. Con la notte la temperatura scende, consigliamo un maglione o una giacca leggera.

9° giorno: GRANd CANYON D’ARABIA – JABEL SHAMS – MUSCAT SOGGIORNO MARE

La tappa di oggi prevedeva la discesa su una pista che attraversa la valle di Wadi Bani Awf, ma la nostra auto fa degli strani rumori e non ci fidiamo a percorrere una strada che dai racconti letti ci sembra essere piuttosto impegnativa. Scegliamo così di rientrare a Muscat attraverso la pista che abbiamo già fatto all’andata e poi una comoda superstrada Nizwa/Muscat. A Muscat passiamo agli uffici della Dollar, restituiamo il fuoristrada e prendiamo una più economica utilitaria. Gli ultimi giorni saranno di relax e come meta scegliamo l’Oman Dive Centre a sud di Muscat (http://www.extradivers-worldwide.com/it/dive-centre/paese/oman/hotel-extra-divers-lodge_40.html)

10-13° giorno: MUSCAT, SOGGIORNO MARE

Ci godiamo gli ultimi giorni di sole e di mare sistemati in un bungalow di paglia all’interno di una baia protetta. Un luogo tranquillo dove le scarpe non sono indispensabili, un bel mare e cena a buffet inclusa nel pacchetto. I bungalow sono belli anche se un po’ bui. Intervalliamo questi giorni con qualche puntatina a rivedere le cose che non abbiamo visto bene nel primo giorno a Muscat: visitiamo la Grande Moschea, un giro al suq per qualche acquisto e il Palazzo del Sultano rivisto da altre angolazioni, tutto molto bello. Avevamo in mente anche di fare qualche uscita in barca per dello snorkeling ma la visibilità in questo periodo non è eccellente per cui decidiamo di rimanere a riposare nel resort e ‘accontentarci’ di vedere le tartarughe nuotare nella baia.

Un viaggio semplice, affascinante e sicuro… questo è il Sultanato dell’Oman!

Per chi volesse altre informazioni sono a disposizione su antonella.piccin1@virgilio.it

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