Sulle tracce di Frodo
Per andare dall’altro capo del mondo armatevi di tanta pazienza perché le ore di volo sono davvero tante, circa 30. Prima di partire, entusiasti di quelle terre che i personaggi del “Signore degli Anelli” hanno percorso diretti da Peter Jackson, abbiamo voluto stampare qualche itinerario “jacksoniano” trovato sul sito www.Purenz.Com (che vi consigliamo caldamente perché dà un sacco di suggerimento e spunti sul viaggio). L’arrivo a Auckland in serata (la cosa migliore perché così si ha una buona nottata davanti che è di grande aiuto per acclimatarsi al fuso capovolto di 11 ore), ovviamente di avevano perso le valigie , che però ci sono state riconsegnate all’hotel il pomeriggio del giorno dopo (meno male perché proprio all’indomani saremmo dovuti partire alla volta della Contea!) AUCKLAND è carina, la città più popolosa (si fa per dire..) della NZ, in un giorno si visita tutto il visitabile, consigliamo in serata un giro sulla Sky Tower per godersi il panorama al tramonto e le mille luci che si accendono nella baia, un giretto in ferry boat nella baia di Auckland e .. Null’altro! Le città in effetti non offrono granché in un luogo dove è la natura a farla da … padrone! Il tempo volge al brutto, qualche goccia ma per il momento ancora accettabile. Il giorno seguente, con la nostra auto a noleggio (la guida è a destra! Per fortuna però, a parte le grandi città, si incontra poca gente sulla strada) la partenza per MATAMATA (ci sarebbe piaciuto anche andare a nord fino a Cape Recinga ma purtroppo il tempo a disposizione è limitato), cittadina quasi sconosciuta fino a che diventa location della “Contea degli Hobbit” del Signore degli Anelli. Lì, attraverso un tour guidato siamo entrati nell’immensa fattoria (verde e pecore ovunque!) fino al set cinematografico dove si staglia il laghetto e il mitico albero della festa di Bilbo e proprio di fronte, le piccole costruzioni-casetta degli hobbit! Unica delusione: il set è praticamente smantellato per evitare che qualcun altro lo utilizzi e rimangono solo gli scheletri esterni perché le scene d’interno sono state tutte girate negli studios di Wellington. Da lì partenza per ROTORUA, città termale un centinaio di km più a sud, dove regna un perenne odore di uovo marcio!! E’ una cittadina proprio caratteristica, dove sprazzi di vapore escono persino dai tombini. Meritano, se volete rilassarvi un po’, le Polynesian SpA, terme naturali all’aperto (lo sbalzo di temperatura è bellissimo: 40° in acqua e circa 12° fuori), sono davvero il top! A Rotorua merita sicuramente una visita la zona termale di Whakarewarewa ricca di fanghi bollenti, pozze alcaline e i famosi geyser nonché una visita al Maori Art and Craft Institute. In effetti Rotorua è l’unica città della NZ che lascia intravedere degli scorci della cultura maori. Peccato sempre il tempo, quant’acqua!! Il mattino dopo, fatta un’abbondante colazione al “Relish”, locale carino con caminetto scoppiettante e un profumino imperante di toast, partiamo alla volta del TONGARIRO NATIONAL PARK (il mitico Monte Fato!). Passando per TAUPO (che si affaccia sull’omonimo lago e dove nei pressi del fiume Waikato abbiamo visto fare rafting anche col tempio più impervio!) percorriamo un territorio brullo e vulcanico fino al resort. Qui il tempo è davvero da lupi, il peggiore di tutto il viagio perché di fronte a noi dovrebbero stagliarsi i vulcani innevati e ancora attivi del Tongariro, del Ruapheau e del Ngaurohe ma.. Ahinoi! C’è solo un muro di nebbia!! Delusi dallo scoprire che il panorama del terribile Monte Fato non può essere nemmeno lontanamente visibile decidiamo di partire il subito il giorno dopo alla volta di WELLINGTON. Il pezzo di strada è lungo, si arriva alla capitale in serata, per cui ci fermiamo di tanto in tanto in qualche cittadina o per dare un’occhiata agli scorci naturali che ci sembrano degni di sosta (e in NZ ce ne sono davvero tanti). A Wellington non c’è molto da fare, consigliamo sicuramente una visita al Te Papa Museum (gratis) l’unico museo davvero degno di una visita in tutto il paese e poi.. Gironzoliamo un po per la città…È bello scoprire qua e là localini e negozietti particolari (anche se per i turisti non c’è molto varietà, vendono tutti le stesse cose e un sacco di gadgets degli All Blacks!). A Wellington lasciamo l’auto, prendiamo il traghetto per attraversare lo stretto di Cook e recarci all’ isola sud. A terra prendiamo una nuova auto e, tanto per gradire, ci facciamo un giretto nelle MARLBOROGH SOUNDS (piccoli fiordi a nord dell’isola). Nel nostro itinerario abbiamo preferito costeggiare l’isola sud sul versante orientale perché a ovest ci sono i ghiaccia, sicuramente uno spettacolo impagabile ma… fa già freddo cosi e inoltre dicono che la strada sia impervia. L’ isola sud è una grande Valle d’Aosta fa un po più freddo dell’isola nord ma per fortuna (incredibile!) abbiamo trovato il sole e i paesaggi sono tutta un’altra cosa! Prima tappa: KAIKOURA, piccolissima città che assomiglia al villaggetto de Lo Squalo sulla costa, diventata famosa per le escursioni in barca per vedere i capodogli. Delusione massima… Quel giorno il mare era troppo mosso e quindi .. Niente uscita! Che tristezza… arrivare fin lì per vedere le balene e.. Nulla! Ma il nostro viaggio deve proseguire e giù… fino a CHRISTCHURCH, passando per il Canterbury, pianura ricca di vigneti alle cui spalle si stagliano innevate le Alpi Neozelandesi (n.B. Souvenir di rigore: due bottiglie di vino bianco, è una specialità e poi è bello scarrozzarselo dall’altra parte del mondo!!!). Insomma io sono proprio giù… le balene le voglio vedere!!! E… lampo di genio di Marco! Se telefonassimo domattina presto per sapere se escono con la barca?? Alle 6.00 di mattina abbiamo la conferma… e via in dirittura Kaikoura!! Il tempo è bello, si esce al largo … evvai!! Alle 10.00 eravamo di nuovo al Whalewatch pronti per l’uscita! L’emozione è grande, i capodogli fanno impressione, si sta un po’ lontani ovviamente perché sono grossi e un imprevedibili! Ne abbiamo visti quattro in un’ora e mezza! Abbiamo visto anche un albatros spiccare il volo correndo sull’acqua e una foca lottare per portarsi a casa la sua preda: un polipo grigiastro. Il panorama è mozzafiato, le montagne innevate si tuffano a picco nell’oceano.. Per noi milanesi (ancorché viaggiatori) una cosa mai vista!! Unico neo: il mal di mare!! Munitevi di cerotti, xamamina, qualsiasi cosa perché è … tremendo! Il mare era un po’ mosso e star fermi lì, in attesa della balene è un’esperienza … vomitevole!! In serata rientro a Christchurch (questa parte di costa è bellissima) città molto inglese (simile a Cambridge). Meritano una visita i giardini botanici (i fiori hanno dei colori sgargianti, d’altronde qui è primavera piena), un giretto sul fiume Avon, la cattedrale e nulla più! Il verde la rende molto rilassante. Da qui partiamo alla vota di DUNEDIN, passando per TIMARU (dove ci becchiamo anche una bella multa per divieto di sosta) e OAMARU: la città dei pinguini blu! Si vedono sulla spiaggia che rientrano al tramonto dopo una giornata di pesca al largo! Poco più a sud ci fermiamo una mezz’oretta a vedere i sassi di MOERAKI, massi di forma sferica sulla spiaggia che portano con sé leggendari racconti maori per la loro sfericità (probabilmente dovuta al frutto dell’erosione dei venti e del mare). Arriviamo a Dunedi (l’Edimburgo neozelandese) ricca di tratti storici scozzesi ma sinceramente.. Ci piace poco! Troppo traffico, sarà per via della brulicante vita studentesca degli universitari. Il giorno dopo giornata piana sulla PENISOLA DI OTAGO, paradiso naturale, dove abbiamo visitato l’unico castello della NZ il Larnach Castle. Da non perdere assolutamente la visita alla colonia di pinguini dagli occhi gialli dove, attraverso una serie di steccati e fossi, è possibile avvicinarsi fino ai pinguini e vederli da vicino! Infine, scendiamo a piedi alla Sandfly Bay, scivolando sulle dune di sabbia fino al mare selvaggio.. Una faticaccia (soprattutto al ritorno) ma ne vale la pena! Insomma Dunedin si è riscattata ben bene grazie all’Otago Peninsula. Da lì attraverso panorami mozzafiato arriviamo a TE ANAU (punto di partenza per arrivare al Milford Sound sulla costa ovest). Il paesino è bello, merita passarci una notte per “riprendere fiato” ed è un ottimo punto di partenza per il fiordo. C’è l’omonimo lago, molto pittoresco e una tranquillità fuori dal normale per noi abituati al traffico di Milano. Il giorno dopo partenza per il MILFORD SOUND, la strada che si percorre è ricca di spunti panoramici, boschi, vallate, torrenti (una sosta o due durante il viaggio ci aiutano a spezzare la tappa e nei boschi facciamo conoscenza del simpatico kea, un pappagallone montano verde e rosso, speranzoso in qualche briciola di cibo che, per il suo bene, ti consigliano ovunque di non allungare). Molto suggestivo è l’Homer Tunnel una galleria di 1.300 metri completamente buia, unico passaggio alla zona dei fiordi; il dislivello si sente e fa impressione attraversare nel buio pesto la montagna che incombe proprio sopra le nostre teste .. Ma lo spettacolo all’uscita è degno di ogni fatica! Arrivati a Milford è di rigore una gita in battello nel fiordo dove si staglia il Mitre Peak ed è bellissimo ammirare la fauna locale (se si è fortunati si avvistano pinguini, delfini e le immancabili foche!). Portatevi il kee-way: qui piove sempre!! Tutto sommato ci è andata bene, si intravede qualche scorcio di azzurro ma la cima del Mitre è completamente avvolta dalle nuvole. Consiglio: visitate il Milford non il Doubtful Sound, perché è un po più piccolo e già rende bene l’idea dei fiordi neozelandesi (la gita in barca sul Doubtful è sicuramente più impegnativa e dopo un po’ il traghetto stanca…).
Dal Milford ritorno in serata a Te Anau dove, trascorsa l’ultima notte, partiamo alla volta di QUEENSTOWN: città turistica per i neozelandesi appassionati di sci e sport ad alto rischio (si affaccia sul lago Wakatipi ed è circondata dallo spettacolo dei Remarkables, catena montuosa che si specchia nel lago e che d’inverno brulica di sciatori)! Trascorriamo il giorno a curiosare , siamo un po’ tristi perché sono gli ultimi due giorni in NZ, ci solleva il fatto che partiremo alla volta della Fiji ma poi… uff! Passiamo l’ultimo giorno visitando ARROWTOWN piccola cittadina della corsa all’oro, i cui edifici sono stati restaurati a mò di Far West e ad ammirare gli spericolati che si lanciano con il bunging-jumpy da 30 metri sopra un fiume! Che folli! Però lo spettacolo è assicurato! Da Queenstown, volo per NADI (Fiji) via Auckland, bye-bye New Zealand.. Adesso ci aspetta un po’ di caldo e finalmente qualche giorno di mare! Nadi è un’isola piuttosto grande (circa 3 volte l’Elba) e assolutamente vi consigliamo di non restare lì! Perché, seppur con delle belle spiagge a sud, le Fiji (le sue isole più piccole) sono da vedere con una mini-crociera. Noi ci siamo affidati alla Blue Lagoon Cruise, dove era compreso anche il vitto(molto importante in questi posti dove tutto costa un sacco) e 3 giorni sulle varie isolette al largo di Nadi! E’ molto bello, facciamo snorkeling al largo ma anche vicinissimi a riva, ci sollazziamo all’ombra delle palme, visitiamo un tipico villaggetto figiano e conosciamo tanta gente perché… incredibile ma vero! Siamo gli unici italiani a bordo (anche in NZ comunque ne abbiamo trovati pochissimi)! L’acqua è cristallina, ci dicono che qui hanno girato anche il film Laguna Blu (non stentiamo a crederlo!!), i pesci si avvicinano e tutte le persone dicono: bula! Benvenuti! Perché i Figiani sono davvero ospitali. Cosa strana: metà della popolazione è indiana e questo perché la madre patria inglese, stanca della poca operosità dei Figiani inviò colonie di indiani per affidare loro le redini del commercio e, ancor oggi, le attività commerciali sono in mano agli indiani mentre le terre ai Figiani; non chiedeteci come riescano a vivere in modo abbastanza amichevole perché è davvero un bel pot-pourri! I tre giorni in crociera volano, indimenticabili, un ultima giornata la trascorriamo a Nadi, allo Sheraton, per imprimerci il ricordo di un viaggio favoloso e… ritorno in Italia! Mah…Fa impressione essere dall’altra parte del mondo e il pensiero che probabilmente non ci torneremo più ci mette addosso una gran tristezza, ma è stato bello viaggiare alla scoperta di posti naturali unici nel loro genere e a contatto con gente così cordiale! Chissà se possiamo dire… arrivederci Frodo! Chiara e Marco P.S. Consigli utili: – Attenzione la guida è a destra, occhio ai neozelandesi sono dei velocisti perché le strade sono belle e davvero poco trafficate (non vedi macchine magari per diversi chilometri). – Noi abbiamo usato la Lonely Planet, ottimi i consigli per dove andare a mangiare e in aggiunta la guida illustrata Mondatori – La natura in NZ è un bene inestimabile e i neozelandesi lo sanno e con tipico rigore inglese la rispettano. Facciamo altrettanto!! – Sempre a portata di mano un kee-way o un ombrellino perché purtroppo piove spesso (ottobre in NZ è il nostro aprile, decisamente piovoso) – A Kaikoura consigliamo una cenetta al Finz, sulla South Bay, un po’ più caro rispetto alla norma ma il tramonto sulla baia lascia a … bocca aperta (ma con la pancia ben piena!)