Sulle orme di Garibaldi
6 Aprile
Finalmente siamo partiti! Accompagnato da mia moglie alla stazione di Como sono “salpato” per Genova. Qui ho incontrato gli altri pazzi con i quali dovevo dar corso a questa incredibile avventura. La motonave è bella e la cabina per dormire altrettanto. Spero solo di dormire. Domani mi/ci attende una lunga giornata in mare. Il “capo” mi ha spiegato nei dettagli il percorso. È peggio di quello che mi era stato prospettato. Speriamo in bene. Il Tino aveva ragione ad avvisarmi sulla difficoltà del percorso. Un suo amico (Calogerino) gli aveva dato delle indicazioni.
A domani.
PS: sono un reggiano per tutti! Abito a Como ma solo per lavoro!
7 Aprile
Giornata “lofia”. Sveglia alle 7 e alle 8 colazione sulla nave traghetto. Abbastanza buona. Quindi conoscenza con il gruppo e ci siamo trovati subito bene. “Il capo”, Giampiero, mi ha reso edotto del percorso: è veramente duro. Spero che alla fatica, tanta, corrisponda la bellezza dei posti e il piacere dell’avventura. A tre ore da Palermo abbiamo visto gli sbuffi e le schiene di alcune megattere e dopo mezz’ora i delfini saltellavano al loro fianco. Fantastico. Quindi (alle 22) siamo arrivati alla tenuta Volpara. Aperta campagna, il posto è bello ma la cena è stata a dir poco meravigliosa: antipasto, linguine di pomodorini e pesce spada alla siciliana… favoloso! La notte in compenso è stata dura. Ho dovuto prendere delle pastiglie per digerire. Adesso, però (da oggi) comincia il bello…
8 Aprile
E si comincia. Totale: km 152. Tutti fatti!
Dopo una frugale colazione siamo stati ricevuti dalla Capo-gabinetto del comune di Marsala. Edificio meraviglioso e altrettanto l’accoglienza, scambio di regali e piccolo buffet. Finalmente si sale in bici e si parte verso Teano. Si passa dalle saline e si punta su Calatafimi. Dopo 80 km si arriva e sono le 13.00, si mangia qualche cosa (il prosciutto – un etto e più – viene dato al solito cane randagio). Si riparte verso Palermo; la strada è tutta un saliscendi con alcuni tratti anche lunghi di salita. A Partinico troviamo dei ciclisti che ci indicano la strada che sale verso Monte Lepre e Bellafonte (comunque è lunga). Si arriva a quota 600m dopo 7 o 8 km. Inizia un tratto in falso piano meraviglioso, con vista di montagne e mare, quindi inizia la picchiata verso Palermo. A metà discesa ci viene incontro una staffetta della polizia stradale e ci scorta fino alla villa barocca “Salemi”. L’assessore allo sport e segretarie ci accolgono. Scambio di regali e convenevoli e finalmente si va in albergo. Era ora!!! Un piccolo riposo e poi si va a mangiare.
9 Aprile
Palermo – Acquedolci. Km 131. Tutti fatti. Sveglia alle 7.15, colazione, preparativi e alle 9.15 si parte. Era ora. L’uscita da Palermo è difficoltosa: traffico ecc… si prende la litoranea che porta a Messina. Strada che costeggia sempre il mare: paesaggio meraviglioso, piantagioni di carciofi a dismisura, molti carrettini sulla strada che vendono verdura meravigliosa e a prezzi da regalo. Si passa da Termini Imerese. Foto davanti ai cancelli della Fiat. Qui lavorano quegli operai che per primi hanno detto un primo “no” a Marchionne. Una classe operaia eroica. Quindi, sempre col mare che ci abbaglia, arriviamo a Cefalù. Uno splendore: cattedrale meravigliosa e paesino storico fantastico. Ci fermiamo a mangiare. Si riprende per gli ultimi 40 – 50 km. Tutti vanno al massimo. Si pedala sempre a 35-40 km orari. Pazzesco, ma bello. Le gambe girano a meraviglia. Prima di Acquedolci ci viene incontro la macchina della polizia locale e ci scorta in paese. Siamo accolti dall’assessore al turismo e da tutte le autorità: Pro-Loco, Finanza e anche il presidente dei Combattenti e Reduci. Il rituale scambio di regali e quindi chiedo di assaggiare la granita siciliana. L’assessore ci porta al bar della piazza principale e mangiamo la granita con la brioche. Stupendo! Quindi alle 18.30 andiamo nel residence in riva al mare. Io ho una camera singola con letto matrimoniale. Alle 20.30 cena (non so quello che mangerò perché sto scrivendo prima di cena).
Domani, Messina.
PS: sto scrivendo in riva al mare con un meraviglioso venticello e lo sciacquio del mare. Bello.
Ore 23.30: siamo andati a cena a Sant’Agata di Militello, il paese di Pippo Baudo…
Ristorante in riva al mare molto carino, ma ho mangiato troppo: penne alla crema di pistacchio e scampi, pesce spada, fragole all’arancia. Ore 24 finalmente a letto. Domani è dura.
10 Aprile
Acquedolci – Messina. Km 134 tutti fatti. È stata veramente dura.
Siamo partiti alle 9.00 e per metà percorso abbiamo visto cose meravigliose: un mare stupendo e un paesaggio mozzafiato. La strada si snodava lungo il mare. Un incanto. Quindi, circa al settantesimo chilometro, una meravigliosa salita che portava a Tindari, un gioiello con una basilica meravigliosa. La discesa è stata ancora più bella con una vista che lasciava senza fiato. Quindi, dopo 10km circa siamo andati al ristorante. Il posto era in riva al mare ed abbiamo mangiato spaghetti ai frutti di mare. Molto buono e in un bell’ambiente. Quindi, ripresa la bici per gli ultimi 50-60 km abbiamo oltrepassato paesini non proprio belli dove purtroppo facevano bella mostra cataste di immondizia. Gli ultimi 20 km. Una salita stupenda in mezzo alla natura ma negli ultimi 2 km, a dire il vero facili, ho avuto momenti di affaticamento. Ci sta! Discesa verso Messina, ricevimento in municipio nella sala delle bandiere e poi in albergo.
Domani si va in Calabria. Io non so cosa farò. Mi sento molto stanco. A domani.
11 Aprile
Messina – Pizzo Calabro. Km 134. Tutti fatti. Quest’oggi siamo tornati sul continente. Dopo qualche mia resistenza in quanto mi sentivo ancora stanco, siamo andati a prendere il traghetto, solito ritardo e quindi siamo partiti solo alle 10.30. Anche oggi bella tappa, tutta sul lungomare calabro con vista mozzafiato soprattutto quando facevamo le salite (e non ne sono mancate). I soliti 2000 metri di dislivello! Siamo passati, unica parte non bella, dalla piana di Gioia Tauro e Rosarno e non è difficile capire come possano vivere questi poveri disperati migranti africani. Quindi abbiamo ripreso la costa punteggiata un po’ all’interno da piantagioni di ulivi; qui gli agrumeti sono praticamente finiti. Passando da Tropea abbiamo visto le famose cipolle rosse di Tropea nei campi e sui carrettini per la vendita. Dopo infinite salite siamo arrivati a Pizzo Calabro accolti dall’assessore al turismo del paesino, la quale, con una guida ci ha prima accolti e poi ha spiegato la storia del castello aragonese dove fu assassinato Gioacchino Murat.
Visto che erano già le 19.00 siamo andati in albergo (molto carino) ed abbiamo mangiato bene ed abbondante. Domani ci aspetta la tappa più lunga del giro, 155 km. Vedremo. In compenso mi hanno comunicato che le altre due sono delle super-tappe sui 3600 metri di dislivello.
Comunque, ci penseremo poi.
12 Aprile
Pizzo Calabro – Scalea. Km 144, tutti fatti.
Tappa molto lunga e a tratti noiosa. Abbiamo costeggiato il mare, passando da Amantea Paola e altri graziosi paesini. In compenso siamo passati anche da centri molto sporchi con montagne di immondizia. L’ingresso a Scalea è stato molto bello. È un paese arroccato sulla montagna (almeno la parte vecchia). Abbiamo avuto un’accoglienza trionfale nella piazza principale con il sindaco e le altre autorità. Prima ci hanno portato in centro, poi in albergo e successivamente l’assessore al turismo ci ha fatto visitare tutto il paese vecchio. Molto bello. Purtroppo la sera siamo stati aggrediti da un virus che ha messo KO quattro di noi. Abbiamo dovuto chiamare il medico. Niente di grave, passerà. Domani prima tappa “dolomitica” con 3600 m di dislivello. Sarà dura.
13 Aprile
Scalea – Vallo della Lucania. Km 124, tutti fatti.
Giornata da tregenda. Basterebbe guardare l’altimetria per capire le grandi difficoltà: 3600 m di dislivello. Acqua, freddo, distanza, salite a non finire.Partiti da Scalea abbiamo costeggiato la costa fin dopo Sapri. Vista meravigliosa, uno spettacolo unico. Mare, insenature stupende e niente traffico (anche qui molti saliscendi). Dopo 70 km difficili, il difficilissimo tratto di 50km, praticamente tutti in salita e con discesa a temperatura glaciale. Sembrava veramente di essere sulle Alpi se non fosse stato per il paesaggio, gli ulivi e la vista sul mare di Palinuro. Se non fosse stato per la fatica, tantissima, e il freddo, il ricordo sarebbe stupendo. Si aggiunga il fatto che da Scalea siamo partiti solo in quattro, ma siamo arrivati in tre. È stato il tracollo dei garibaldini! Come sempre siamo stati accolti dalle autorità che ci hanno offerto da bere al bar del paese. Domani si parte dopo le 9.00 in quanto ci dovrebbe essere la Tv.
Adesso vado a letto veramente; sono stanco e spero di dormire.
PS: domani è altrettanto dura e si arriva a Positano.
14 Aprile
Vallo della Lucania – Positano. Km 134. tutti fatti.
Dopo la giornata terribile di ieri ci sarebbe bisogno di un po’ di riposo. Niente. I nostri eroi devono proseguire. La partenza doveva essere alle 9.00 ma tra regali, chiacchiere e “tazzurielle” di caffè si parte alle 10.30. Accompagnati da 4 o 5 ciclisti riscendiamo la valle meravigliosa e pedaliamo allegramente (la discesa è ben accetta); quindi, ancora salita ma bella e dolce con una vista che spazia su una meravigliosa campagna e per molti chilometri si va avanti così… su e giù – alla fine, 3700 metri di dislivello! Si arriva sulla piana che porta a Salerno; vento forte, strade diritte, fino all’attraversamento di Salerno. Inizia la costiera amalfitana (sono già le 16.00). Penso che non si possa esprimere quanto sia bella, bisogna proprio andarci. Ci fermiamo ad Amalfi a fare delle foto al Duomo, una meraviglia: molta gente e ambiente paradisiaco. Proseguiamo sempre su e giù per altri 20 km scortati da altri ciclisti fino a Positano, una vera perla. Arriviamo alle 19.00. Andiamo in albergo, non un gran che, ed andiamo a mangiare. A cena, Pier, uno dei compagni di ventura, ci comunica che suo padre è grave e tutti decidiamo di saltare la tappa di domani e rientrare a casa dopo aver svolto le solite formalità.
La stanchezza fisica si fa sentire sulle gambe di tutti.
15 aprile
Dopo la sveglia e la colazione carichiamo il pulmino e andiamo in Municipio per il consueto ricevimento. L’edificio si trova nel punto più alto del paese e in posizione centrale rispetto al paese. Veniamo accolti sul terrazzo. Se esiste il paradiso, credo possa essere simile: tra fiori di aranci e una vista mozzafiato, ci scambiamo i regali. Nessuno vorrebbe muoversi da lì; non dovendo pedalare ne approfittiamo e questo è l’aspetto più bello. Con il magone, ripartiamo.
Subito, una fila di macchine spaventose – un’ora e mezza di fila. Quindi Castellamare di Stabia… Puntiamo su Teano per un saluto al sindaco. Arrivati, ci accolgono nella sede principale del Municipio, i convenevoli di rito, quattro chiacchiere e si va a fare delle foto dove Garibaldi e quel delinquente di re si diedero la mano. Quindi, si riparte verso Reggio Emilia, dove vivono tutti i compagni di ventura. Arriviamo alle 23.00.
Fine dell’avventura. È stata bella, meravigliosa e UNICA.