Sulle nostre tracce
In mano abbiamo un biglietto per Kos e nient’altro ma è esattamente quello che vogliamo. Niente di organizzato o prenotato, l’intenzione è proprio quella di partire senza avere una meta precisa, senza disegnare un percorso o programmare i nostri giorni.
Kos è un’isola di appoggio che cmq riusciamo ad esplorare, percorrendola in tutta la sua lunghezza, sino alle due baie di Limnionas dove ci fermiamo a mangiare dell’ottimo octopus innaffiato da un’abbondante quantità di retzina. Per il resto l’isola è un luna park per scandinavi ventenni, in lotta costante con i propri ormoni e nulla, davvero nulla di più (per quanto la piazza con il platano all’ombra del quale Ippocrate teneva le sue lezioni merita sicuramente una visita).
Decidiamo di partire per Patmos, l’isola del misticismo, delle case di Chora…Delle spiagge solitarie, del silenzio, dei tramonti, del blu, dell’acqua trasparente, dei fiori e del sole…Ci sistemiamo presso la Sig.Ra Sofia, una donna forte che alla nostra intenzione di voler puntare verso la Turchia ci risponde con un secco “no Turchia signore…No, no signore, bum, bum signore…”.
A questo punto mi rendo conto che io e mio cugino non stiamo cercando nessuno…Ma che siamo sulle nostre tracce. Entrambi stiamo scappando dalle nostre realtà, dai nostri problemi, dalle nostre ansie e preoccupazioni, stiamo fuggendo da noi stessi per reinventarci… Per consentire ai lati più oscuri della nostra personalità di manifestarsi…Perchè niente è impossibile! Matteo