Sudafrica & Vittoria Falls
Agosto 2006, il nostro viaggio in Sudafrica..… Questo è stato il ns. Primo viaggio in autonomia totale, abbiamo prenotato tutto tramite internet: i voli, gli hotel (solo alcuni) , la riserva privata al Kruger e l’auto; l’inglese non è proprio il ns. Forte ed eravamo soli, quindi nonostante la vacanza sia stata bellissima l’abbiamo...
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Agosto 2006, il nostro viaggio in Sudafrica… Questo è stato il ns. Primo viaggio in autonomia totale, abbiamo prenotato tutto tramite internet: i voli, gli hotel (solo alcuni) , la riserva privata al Kruger e l’auto; l’inglese non è proprio il ns. Forte ed eravamo soli, quindi nonostante la vacanza sia stata bellissima l’abbiamo vissuta con un po’ di ansia e preoccupazione e solo ora ripensando a quei giorni ci rendiamo conto di quello che questo viaggio ci ha lasciato: IL MAL D’AFRICA! Vi racconto il più dettagliatamente possibile come si è svolto il viaggio e i costi approssimativi delle varie sistemazioni; Siamo partiti da Milano Malpensa con destinazione Johannesburg facendo scalo ad Amsterdam, con la Klm (volo a/r x 2 persone in economy 2600,00 €) Arrivati a Jnb in tarda serata, troviamo già il pulmino della Emerald Guest House che avevo prenotato (come previsto eravamo stanchi e non era il caso di mettersi a girare Jnb con le valige al seguito per cercare dove passare la notte). La Guest House è molto spartana, le stanze sembrano costruite con materiale di fortuna a tempo perso dal gestore, ma almeno è pulita (questa è la prima “fregatura” che prendiamo seguendo i consigli della Lonely); La mattina dopo sveglia di buon ora e colazione con quello che c’è…Uova e bacon, poi ci riportano in aeroporto perché oggi si parte per le Vittoria Falls in Zimbawe, dove arriviamo puntualissimi…Peccato che c’è voluto più tempo per sbrigare le formalità di sbarco che la durata del volo (British airwais a/r sempre x 2 € 920,00) ; qui inizieremo a capire che in Africa il ns. Concetto di tempo e di frenesia proprio non esiste e ci adegueremo senza molta fatica! Anche questa volta nessun intoppo, il pulmino del Kindom Hotel (già prenotato, 180 € a camera) ci stava aspettando. L’hotel dista circa 1 km, forse meno, dalle cascate ma essendo arrivati verso le 15,00 abbiamo preferito fare un giro nei dintorni per ispezionare la zona e mangiare qualche cosa. Appena fuori dal Kindom siamo stati invasi da uno sciame di venditori di souvenir e gente che si offriva di cambiare i soldi con un cambio conveniente!!!? Poi abbiamo scoperto il perché: ti rifilavano la valuta locale…Fuori corso! Alla fine un po’ infastiditi da questa situazione decidiamo di rientrare e cenare in hotel. Il Kindom è carino, pulito e il personale veramente gentile e disponibile. Nell’attesa dell’orario di cena un inserviente ci ha fatti salire sul tetto dell’hotel e meraviglia….Si vedevano le cascate! A cena ci abbuffiamo con un buffet veramente fornito, assaggiamo il coccodrillo alla piastra (strano ma buono), ci godiamo uno spettacolo di danza locale e poi via a nanna…Domani l’avventura inizia! Al mattino sveglia presto e colazione ottima come la cena, un saluto al ns. Amico inserviente che è occupato a tenere lontani i babbuini dalla sala da pranzo (all’aperto) con la fionda, ma con poco successo perché uno e piombato su un tavolo e si è portato via un panino. Bene, la mattina inizia con una bella risata! Ci incamminiamo alla volta delle Vittoria Falls e appena fuori dal hotel un poliziotto turistico si offre di accompagnarci…Il percorso non è pericoloso ma sei proprio in mezzo alla natura e anche se gli animali a quell’ora non sono in giro non si sa mai e poi tiene alla larga anche i venditori di souvenir. Arrivati all’ingresso delle cascate ci salutiamo. Percorsi un centinaio di metri vediamo il largo letto dello Zambesi che scorre verso il primo salto da cui parte un’infinita serie di cascate che cadono in un canyon con un fronte di circa 1300 metri visibile tutto in un unico colpo d’occhio; una vista a dir poco spettacolare accompagnata da un rumore ed una nebbia indescrivibili. E’ proprio il fumo che tuona! Passeggiamo lungo il sentiero che costeggia le cascate per tutta la loro lunghezza dalla parte opposta del canyon fino ad arrivare al confine con lo Zambia, incontriamo altri turisti muniti di impermeabile ed ombrello, effettivamente la potenza dell’acqua è tale che in certi punti sembra che stia piovendo, meno male che è la stagione secca! Concludiamo la giornata con una bella crociera sullo Zambesi (prenotata in albergo 30 € x 2 persone) , dove vediamo i ns. Primi elefanti e un magnifico tramonto. Non ho mai visto un sole così rosso! Abbiamo saltato il pranzo quindi quando rientriamo al Kindom siamo affamati ma la cena non ci deluderà! L’indomani ripartiamo alla volta di Johannesburg dove di corsa passiamo dal terminal internazionale al nazionale per prendere il volo per Port Elisabeth (con la compagnia locale Kulula € 139) sulla costa sud del Sudafrica dove arriviamo verso le 20,00. In aeroporto compriamo la Sim della Vodafone Sudafricana e andiamo a noleggiare la Polo tre volumi, prenotata alla Avis via internet, che diventerà la nostra casa per 9 giorni (noleggio circa 400 €). Fin qui tutto è filato liscio adesso parte la vera avventura ed il primo intoppo! La Polo tre volumi non c’è…E ci rifilano la due volumi…Dove cavolo mettiamo le 2 valige? Mica possiamo andare su e giù per il Sudafrica con le valige sul sedile posteriore! Ci penseremo, ora bisogna cercare subito un B&B e affrontare per la prima volta la guida a destra…All’inizio è panico, rischiamo l’incidente appena usciti dall’autonoleggio! Calma, respirone, concentrazione…Una volta presa la mano è stato facilissimo e naturale al punto che una volta tornati a casa l’istinto era di circolare contromano. Troviamo il B&B senza molti problemi (PE né è piena così come tutta la Garden Route), è pulito e molto carino come quasi tutti quelli che incontreremo strada facendo e i gestori, tutti bianchi, sono molto gentili e disponili. Una volta in camera prepariamo la “matriosca”: valigia piccola nella valigia grossa, dovranno restare sfusi nel baule scarpe, scarponcini, giacche pesanti ed il beauty case; Il mattino dopo sveglia alle 6,30, colazione e via lungo la mitica Garden Route destinazione Knysna famosa per le sue ostriche. Lungo il tragitto facciamo una breve sosta al Big Tree un albero 800 anni, per poi fermarci un po’ più avanti al tsitsikamma national park; posto molto bello e vista l’indicazione per il look-out ci incamminiamo! Una sfacchinata di circa un ora in mezzo al bosco tutta in salita, una sudata pazzesca, ma all’arrivo il panorama dall’alto ripaga la fatica: a perdita d’occhio l’oceano bellissimo e potente che si rifrange sulla costa ondulata verde e rigogliosa. Ci riposiamo un po’ poi torniamo con le gambe tremanti alla nostra Polo e ripartiamo. La Lonely suggerisce di fare una deviazione passando per il Bloukrans Pass della Natur’s valley in quanto più panoramico, e noi ci andiamo ignorando i cartelli gialli che segnalano che la strada è chiusa! Il tratto è veramente suggestivo peccato che lungo la strada troviamo numerose frane, una che la sbarra quasi totalmente, ma con un gioco di prestigio la superiamo (povera Polo… ma il bello deve ancora venire) e finalmente arriviamo a Plettemberg bay dove ci fermiamo per comprare un po’ di frutta e qualche cosa da sgranocchiare. Siamo a Knysna nel tardo pomeriggio troviamo subito il B&B, ci rinfreschiamo e affamati (l’abitudine di saltare il pranzo ci accompagnerà per tutto il viaggio) andiamo a cenare ovviamente a base di ostriche. La mattina seguente andiamo a vedere le Knysna Heads, due promontori uno di fronte all’altro che separano l’oceano dalla laguna; da qui si gode di una bella vista sull’oceano, sulla laguna e su Knysna. Entro sera dobbiamo essere ad Oudtshoorn, quindi si accelera il passo e spediti attraversiamo il verdeggiante altopiano del Little Karoo passando per George; arrivati a destinazione cerchiamo le Cango Caves dove le visite sono solo guidate e ovviamente in inglese; di quello che racconta la guida capiamo veramente poco ma quello che vediamo parla da solo! Le grotte sono veramente belle. Usciti dal cuore della terra ci rediamo conto di essere abbastanza in anticipo sui tempi decidiamo quindi di proseguire per Prince Albert seguendo il consiglio della Lonley e attraversando il Swartber pass percorrendo una strada sterrata di circa 12 km. Anche qui troviamo i cartelli gialli di strada chiusa…Ma noi siamo incoscienti e proseguiamo (lo dice anche la Loney di non farsi intimorire dai segnali di pericolo, che basta procedere con calma e cautela…Peccato che non dice di noleggiare un fuoristrada); strada come già detto sterrata, strettissima, a strapiombo, curva contro curva, con dossi molto alti e come se non bastasse 3 guadi…Proprio il caso di dire una strada mozzafiato! Ma lei, la Polettina (completamente coperta di fango) c’e l’ha fatta, merito anche dell’autista (mio marito) un po’ meno del navigatore (io) che presa dal panico maledicevo la Lonely, anche se devo ammettere che ne è valsa la pena! Finalmente arriviamo a Prince Albert, piccolo paesino, nulla di particolare…E adesso? Torniamo indietro! Il ritorno è più tranquillo, la strada alternativa è addirittura a quattro corsie e voglio provare a guidare, non si sa mai che possa servire. Rientriamo ad Oudtshoorn, facendo una sosta ad una cascata incontrata strada facendo, cerchiamo un B&B, poi andiamo a cena! Oudtshoorn è famosa per gli allevamenti di struzzi, quindi assaggiamo anche lo struzzo. Buono! La notte abbiamo sofferto veramente il freddo nonostante le coperte ed il calorifero elettrico (qui non esistono gli impianti di riscaldamento, è tutto elettrico), e il mattino dopo usciti dalla camera per fare colazione, non potevamo credere ai nostri occhi quando in mezzo ad un panorama tutto bianco di brina, un uomo ci stava lavando la macchina!!! Quell’uomo era un eroe…(sia per il freddo che per quanto era sporca la Polo) la mancia era più che dovuta. La tappa di oggi ci porterà a Cape Agulhas, ed è la tappa più lunga, in sostanza è solo un trasferimento. Percorriamo alcuni chilometri circondati da un infinità Struzzi poi Paolo mi chiede di guidare perché non si sente bene. Per fortuna ieri ho fatto una prova, mi metto alla guida con davanti 250 km da percorrere, sudo freddo ma non possiamo permetterci di restare indietro sulla tabella di marcia, domani abbiamo prenotato una azienda vinicola a Paarl. Presa la mano…Me la cavo abbastanza bene! Arriviamo nei dintorni di Bredasdorp e mi devo fermare per un emergenza: lo struzzo di Paolo torna da dove è venuto! Sarà stata una congestione per il freddo! Durante questa sosta mi accorgo di essermi portata via le chiavi del B&B! Porca miseria…Ma ormai siamo a 200 km! Ristabilito l’ordine ripartiamo e ci dirigiamo ad Arniston un grazioso paesino di pescatori dove facciamo una sosta per ammirare il panorama e cambiare l’autista. Paolo e tornato come nuovo o quasi! Appena in tempo…Da Arniston a Cape Agulhas la strada è sterrata. Troviamo una stanza con self catering. Vicino c’è un piccolo supermercato dove compro qualche cosa da cucinare per cena…Stasera di andare al ristorante non se ne parla! Il giorno dopo il tempo è brutto, nuvoloni neri si avvicinano minacciosi, facciamo in tempo a vedere il faro di Cape Agulhas, e la stele che segna il punto più a sud del Sudafrica dove si incontrano i due oceani indiano e atlantico (nulla di particolare ma l’idea è affascinante) quando inizia a piovere. La pioggia ci accompagnerà tutto il giorno. Ci fermiamo per il pranzo a Hermanus famosa per le sue balene…Di cui non abbiamo visto nemmeno l’ombra e partiamo per Paarl attraversando la verdeggiante regione dei vini. Ci perdiamo in un enorme town ship! Per la prima volta vediamo la miseria, la fame e per la prima volta abbiamo paura! Un agglomerato di minuscole baracche, costruite con materiali di fortuna, lamiere, pezzi di auto, senza porte ne finestre, in mezzo al fango. I gabinetti in plastica (quelli mobili che da noi si usano per esempio alle feste di paese) a decine uno accanto all’altro su tutto il limitare della town ship; bambini, cani, gatti e galline in terra tutti allo stesso modo! Passiamo in mezzo al labirinto di catapecchie cercando l’uscita sentendoci addosso centinaia di occhi, aspettandoci un assalto da un momento all’altro! In quel momento ho capito perché ovunque ci sono case circondate dal filo spinato e con vigilanza armata! Come recriminare? Penso che chiunque sia costretto a vivere in quelle condizioni solo per il colore della propria pelle non si farebbe scrupoli davanti alla ricchezza ostentata dei bianchi. Tanto cosa hanno da perdere? Più a fondo di così non possono andare! Con questo turbinio di pensieri nella testa…Ho provato vergogna! Della mia vita, del mio benessere e della mia fortuna di essere nata dove sono nata! Comunque alla fine arriviamo all’azienda vinicola sotto un acquazzone interminabile, ci sistemiamo e recuperiamo le forze davanti ad una deliziosa stufa a legna. La notte la passiamo in un bellissimo chalet, immerso tra i vigneti e il mattino dopo ci svegliamo con uno splendido sole. Partiamo quindi alla volta di Cape Town dove arriviamo verso mezzogiorno, troviamo senza problemi il Tudor Hotel (dove passeremo 3 notti) consigliato dalla Lonely. Questa è una delle sistemazioni peggiori che abbiamo trovato. Tenuto un po’ male, le camere sono dei buchi, in bagno mancava il doccino della vasca, e il lavandino era microscopico; Dormire un incubo, si sentiva ogni tipo di rumore, doveva anche esserci una perdita in qualche bagno perché uno scroscio costante ci ha accompagnato tutte tre le notti, l’ascensore faceva un cigolio terribile, e uno spifferone circondava tutta la porta; dall’interno si vedeva la gente che passava in corridoio (con la porta chiusa naturalmente). Però c’era la cassaforte! peccato fosse al posto del comodino e sembrava saltata fuori da un film del medioevo…Presente quelle con le chiavi lunghe una spanna, in ferro battuto? Molto simile! Anche la colazione un disastro, poca roba e quando finiva non ripristinavano il buffet…In conclusione un consiglio: alla larga dal Tudor! Una volta sistemati, andiamo a cercare la funivia che ci porterà sulla cima della Table Mountain; arrivati notiamo che, come da programma, sulla montagna c’è la sua mitica tovaglia! Incrociando le dita compriamo i biglietti e saliamo penetrando in un nebbione con visibilità massima di 2 metri (non esagero!) non si vedeva nulla, nemmeno le persone attorno! Ormai eravamo lì, e non avevamo altri programmi per la giornata decidiamo quindi di aspettare confidando nella fortuna e mangiandoci una bella cioccolata calda nell’attesa. Passata forse più di un ora la nostra pazienza è stata premiata. In pochi attimi la tovaglia è sparita presentando davanti ai nostri occhi uno spettacolo bellissimo: Cape Town a perdita d’occhio, tutta intorno alla Table Mountain. Bello, Bello, Bello!. Torniamo verso l’hotel, ci fermiano ad un McDonald per una salutare cenetta e pianifichiamo la giornata successiva per il giro sulla penisola del Capo. Di buon ora partiamo con la ns. Polo (sempre più simile ad una pattumiera) e ci avviamo verso Cape Point risalendo la penisola dalla costa orientale, sostando per vedere la colonia di pinguini “jackass” che abita la spiaggia di Boulders Beach. Ci fermeremmo tutto il giorno ad ammirare questi simpatici animali ma il tempro stringe e c’è un vento gelito. Meglio andare. Arriviamo per pranzo a Cape Point dove pranziamo al ristorante “Two Oceans” ovviamente a base di pesce poi ci incamminiamo (pesantemente…Visto quanto abbiamo mangiato) alla volta del faro. Anche qui il vento è fortissimo, scattiamo qualche foto e scopriamo che più in basso c’è un altro faro, il faro nuovo, che decidiamo di andare a vedere; ci vorrà una passeggiata di una mezzora, il panorama non cambia di molto ma…Finalmente vediamo una balena. Che emozione, dopo la delusione di Hermaus ero al settimo cielo! Soddisfatti, ritorniamo verso Cape town, sostiamo al “Good Hope Point” dove l’oceano ha una potenza indescrivibile, onde altissime che si infrangono violentemente sulla costa rocciosa! L’intenzione era di rientrare percorrendo la Chapman’s Peak Drive, strada panoramica che risale la costa occidentale della penisola, ma anche qui i cartelli gialli di strada chiusa…Questa volta però abbiamo rinunciato! Rientriamo in città e dopo una passeggiata veloce al Waterfront ceniamo e rientriamo in hotel. Domani abbandoneremo la Polo…E la cosa mi mette un po’ di tristezza! Prima di dormire sfoglio ancora qualche guida, e scopro che c’è una spiaggia a circa 50 km a nord di Cape towm dove si vede benissimo la Table Mountain, decidiamo di andarci il mattino successivo prima di restituire la macchina all’autonoleggio e così facciano. La vista è bellissima, si vede la montagna che domina la città ai suoi piedi in tutta la sua imponenza…Per di più senza la tovaglia, anzi nemmeno un tovagliolo! La giornata era limpidissima, non c’era una nuvola ed il sole era anche un po’ caldino. Finalmente! Tornati in città restituiamo la macchina …Grazie Polettina…Sei stata grande! Hai scalato montagne, guadato fiumi, percorso strade tortuose e superato frane senza mai lasciarci a piedi. Ti meriti una carezza …E mi scappa anche una lacrimuccia! Finiamo la nostra avventura trascorrendo le ultime ore gironzolando per il Waterfront. L’indomani mattina ore 6,00 abbiamo il volo per Jnb (Kulula € 125) …Pensate sia finita qui? No! A Jnb noleggiano un’altra macchina (questa volta è una inchiodatissima berlina di cui non ricordo nemmeno il nome, praticamente la Golf tre volumi) e ore 9.00 partiamo alla volta del Kruger, prima però facciamo tappa alle grotte di Sterkfontein, a nord di Johannesburg dove vi è stato il ritrovamento del più antico fossile di ominide mai scoperto in Africa australe. La visita al museo e alle grotte è abbastanza interessante, solo che degli scavi non si è visto nulla. Se lo avessi saputo probabilmente non avrei fatto questa deviazione, avevamo già visto le Cango Caves che tra l’altro, a mio giudizio, sono molto più belle e meglio conservate! Proseguiamo attraversando Pretoria, ma non ci fermiamo! (avrete capito che non amiamo le città…Preferiamo itinerari naturalistici) entro sera bisogna essere almeno nei dintorni di Belfast e dobbiamo ancora vedere il villaggio Ndebele di Botshabelo Station vicino a Middelburg. Attraversiamo un paesaggio tutto ingiallito e piatto per chilometri e chilometri, una noia terribile, non si incrocia anima viva…E la cosa più preoccupante è che non si vedono insegne di B&B. Troviamo la Botshabelo Station ma per raggiungere il villaggio bisogna percorrere ancora circa 5 chilometri si sterrato. Strada facendo ci allietano degli allegri gruppi di impala saltellanti. Arriviamo al villaggio, ma a parte le case colorate non c’è nessuno! Il popolo Ndebele finiva il turno alle 17,00 quindi avevano già timbrato da mezz’ora. Che delusione! Non perché non ho visto il popolo Ndebele ma perché non avevo capito che il tutto era una ricostruzione e le fotografie che avevo visto non erano quelle di un villaggio reale…Ingenua?! Il sole inizia a calare è meglio muoversi per cercare un posto dove dormire e per arrivare a Belfast c’è ancora un po’ di strada. Ci fermiamo in un McDonald, e proseguiamo mangiandoci Hamburger e patatine fritte. Arriviamo a Belfast, sono le 19,00, c’è buio pesto, nemmeno un lampione acceso e non si vede in giro nessuno! Sembra di essere nel far west… Giriamo in cerca di una sistemazione quando, rassegnati a dormire in macchina, arriviamo davanti ad una specie di Chalet a tre piani con un cartello che suggerisce di telefonare al n. … se interessati! Ora, il cellulare con la Sim sudafricana ce l’ho, funziona perché abbiamo già chiamato a casa…Ma come farò a farmi capire al telefono col mio inglese da paura quando faccio fatica a spiegarmi anche con i gesti? Bhe, io ci provo ed esordisco con “ Sorry I don’t speak english! Please, speak slooly!” Incredibile…Mi hanno capito e mi parlano piano piano scandendo bene le parole. Alla fine siamo riusciti a capirci: la signora con cui parlavo era ancora a lavoro, e lavorava a circa 50 chilometri dallo chalet. Se volevamo potevamo aspettarla li e sarebbe arrivata verso le 20,00. Faceva molto freddo! Nell’attesa io e Paolo parlavamo della giornata appena trascorsa concludendo che era stato un giorno buttato! Sarebbe stato molto meglio partire da Jnb e puntare diritto a Graskop, la tappa del giorno dopo…Per la prima volta eravamo un po’ delusi. Anziché la signora è arrivato il marito (puntuale), ci ha consegnato le chiavi della stanza che era un self catering. La sistemazione lasciava un po’ a desiderare, il bagno complessivamente grande quando una doccia e nemmeno tanto pulito, ma questo passava il convento! Il giorno dopo ci incamminiamo attraverso un paesaggio decisamente migliore di quello del giorno prima, un susseguirsi di valli e colline verdeggianti fino ad arrivare a Graskop verso mezzogiorno. Primissima cosa da fare trovare una sistemazione per la notte, non si sa mai visto il giorno precedente. Iniziamo a girare fino a quando troviamo un cartello di B&B “Cormarie”; questo mi sento proprio di consigliarlo. Lo gestisce una signora sulla sessantina (soprannominata la Zia), carinissima, che da un vecchio garage ha ricavato splendidamente un appartamentino con cucina e salotto, due letti singoli, un’altra cameretta con letto matrimoniale ed il bagno con vasca e doccia, il tutto pulitissimo! Il mattino ci ha servito la colazione in casa sua con un tavolo apparecchiato in maniera perfetta…Ci siamo sentiti proprio coccolati, e il prezzo era in linea con quelli precedenti (per tutte le sistemazioni è oscillato dai 30 ai 55 euro a stanza…Veramente poco! Quella che ci è costata meno è stata la sistemazione di Cape Agulhas, quella che è costata di più l’Emerald Guest House. Il Tudor essendo un hotel è costato circa 80€ a camera come il pernottamento all’azienda vinicola). Saltiamo i pranzo, e ci dirigiamo verso la mitica Panorama Route, che promette panorami incantevoli! mantiene la promessa ma in panorami non sono più belli di altri già visti durante il nostro girovagare sudafricano, mentre veramente bello è il Blyde River Canyon e le Three Sister. La sera ceniamo da Leonardo (ristorante italiano??? Mah!) a Graskop, e torniamo dalla Zia dove per la prima volta ci infiliamo sotto le coperte muniti di Boule dell’acqua calda! Che freddo!!!! Ci consoliamo pensando che domani saremo in mezzo alla savana…Farà un po’ più caldo! Così fu! Le temperature alla Thornybush Game Riserve sono decisamente migliori, anche se durante i safari, mattino presto e pomeriggio tardi servono comunque giacca a vento e cappello. Anche la riserva l’abbiamo prenotata con internet (…Ma l’abbiamo “rubata” ad un catalogo di un Tour operator) ed è costata 450,00 € a notte in pensione completa inclusi due safari al giorno; la giornata era organizzata in questo modo: sveglia ore 6.30, colazione al volo in camera con bollitore e snack dolci, partenza ore 7,00 per il safari della mattina che durava circa 4 ore, con una pausa verso le 9,30 per un suggestivo “Tea Time” in mezzo alla savana; dalla Jeep usciva un tavolino, the e caffè caldi, biscottini. Verso le 11 si rientrava al lodge, mezz’oretta di tempo per rinfrescarsi e poi una colazione/pranzo sul patio all’aperto da cui si godeva la vista su di una pozza d’acqua con un via vai di animali che si veniva ad abbeverare. Dopo pranzo c’èrano alcune ore libere fino alle 16,00 quando ci si trovava per la merenda. Io adoravo quelle due orette dove, per la prima volta in vita mia, potevo ascoltare il SILENZIO! C’era un silenzio totale, la savana dormiva…L’unico rumore che sentivo era il mio respiro. Meraviglioso! Alle 16,00 merenda e partenza alle 17,00 per il safari notturno che si protraeva (con la solita pausa Tee Time a metà) fino alle 19,30 circa. Già alle 18 c’era buio pesto, ed è veramente emozionante vedere nel buio illuminati occhi verdi che ti spiano! Rientrati al lodge si cena e poi a letto…L’indomani si ricomincia! Gli animali che si possono vedere in questa riserva sono: Leoni, gnu, impala, zebre, giraffe, ippopotami, rinoceronti, babbuini, elefanti, iene, facoceri, bufali, un infinità di uccelli colorati, e il leopardo; quest’ultimo con tanta fortuna.. Che non abbiamo avuto, ma gli altri che vi ho citato si sono visti…E anche bene! Beh, questa è proprio la fine del nostro viaggio, rientriamo tristemente a Jnb dove il nostro volo di ritorno ci aspetta per riportarci nella nostra savana europea…Tra caos, smog, e frenesia!