Sudafrica tra parchi e natura

Dopo alcuni anni di ripensamenti, per via del clima non proprio favorevole rispetto alla nostra estate, questa volta decidiamo di visitare il Sudafrica e le sue meraviglie
Scritto da: elafox
sudafrica tra parchi e natura
Partenza il: 06/08/2011
Ritorno il: 27/08/2011
Viaggiatori: DUE
Spesa: 4000 €
Dopo alcuni anni di ripensamenti, per via del clima non proprio favorevole rispetto alla nostra estate, questa volta decidiamo di visitare il Sudafrica e le sue meraviglie.

Due note riguardo al clima: noi siamo stati proprio fortunati, non abbiamo mai trovato pioggia tranne che un mattino molto presto al Kapama Game Reserve. A Cape Town durante la giornata quasi sempre in maniche corte e alla sera felpa. Piumino solo sulla Table Mountain, nel Kruger durante il safari notturno ed al mattino presto. Nel Kgalagadi Transfontier Park (ex Kalahari) piumino solo di sera inoltrata. E’ la stagione migliore per i parchi, dato che la vegetazione è meno fitta e quindi si possono vedere più animali. Il Kruger è al meglio del meglio in Agosto (detto da un cittadino Sudafricano).

6 agosto

Partenza da Milano – Malpensa via Dubai, perchè al ritorno faremo uno stop di tre giorni a Dubai come relax, quindi voliamo Emirates.

7 agosto

Arrivo a Cape Town in perfetto orario. Dall’aereo riusciamo a vedere l’imponente Table Mountain! E magnifica! Quindi disbrigo delle pratiche per l’entrata in Sudafrica, e subito al banco Europcar per il ritiro dell’auto. Il tragitto per arrivare agli uffici non è proprio agevole e con i bagagli da trainare non è molto comodo; anche perchè si deve uscire dall’aeroporto e seguire delle indicazioni, passare sotto una specie di tunnel dove scompaiono i cartelli delle agenzie di noleggio auto, comunque alla fine si riesce a trovare. Ritiriamo l’auto e richiediamo il navigatore. Questo ci da dei problemi all’inizio: non riusciamo ad impostarlo ma dopo circa 15 minuti ci siamo! Dire che il Gps parli Italiano è un parolone! Ci vuole molto intuito le prime volte, poi ci si abitua. Ci dirigiamo verso il ns. Hotel: LADY HAMILTON prenotato con Booking.com, nei Gardens, abbiamo faticato parecchio prima di trovarlo perchè l’insegna è molto piccola ed affissa su una parete molto grande dell’hotel, praticamente quasi invisibile! Questo Hotel, a nostro giudizio è senza lode e senza infamia. In tutti i casi, noi non ci sentiamo di consigliarlo, perchè alla stessa cifra si trova molto ma molto meglio. Camera piccolissima, senza nessun appoggio, tranne una sedia, il termoventilatore non funzionava, in compenso un bagno enorme ma spoglio di tutto non c’erano nemmeno i prodotti da bagno! Per fortuna abbiamo sempre tutto l’occorrente. Niente phon, negli ultimi quindici anni di “vacanze fai da te” non abbiamo mai portato il phon e l’abbiamo sempre trovato, anche nei paesi più sperduti ma qui nulla nemmeno l’ombra, quindi lavaggio di testa ed asciugatura “nature” poco male per me che ho i capelli ricci, ma con la conseguenza il pomeriggio dopo di febbre a 38,5 per via del freddo in camera e testa bagnata! Per contro molto pulito e colazione super abbondante con tutto di più per noi europei. Usciamo per cena, si potrebbe anche cenare in Hotel, ma preferiamo avventurarci per le strade attorno all’albergo. Cena al ristorante “Da Vinci” ottima T BONE direi molto meglio che nel Wyoming! Ottima qualità prezzo, in tutti i casi molto meno che in Italia per un piatto del genere. Per strada poca gente ma nessun pericolo.

8 agosto

Sveglia presto dopo un’abbondante prima colazione partiamo subito verso il mare alla volta della Penisola del capo. Tour che si snoda lungo la Penisola del Capo fino al Capo di Buona Speranza. Un lembo di terra che separa idealmente le fredde acque dell’Oceano Atlantico dalle acque più calde e miti dell’Oceano Indiano. Si attraversano le aree residenziali di C.T., quali Camps Bay, la spiaggia più animata in estate, Sea Point, Clifton bay e le colline dei 12 Apostoli con spiagge bellissime fino a raggiungere la splendida baia di Hout Bay. Ci immettiamo nella Champman’s peak una spettacolare strada a picco sull’Oceano. E’ un percorso di una bellezza incredibile a strapiombo sul mare, con moltissimi punti panoramici. Raggiungiamo il Capo di Buona Speranza e prendiamo la funicolare che ci porta al famoso faro, dopo un breve tragitto si arriva a Cape Point e visitiamo anche Cape of Good Hope distante pochissimi minuti uno dall’altro, per ammirare il luogo virtuale dell’incontro dei due oceani. La vista è a dir poco stupefacente! Magnifica! Lasciamo questo stupendo posto con negli occhi lo spettacolo che ci offre la natura. Al ritorno sosta a Simons’s Town, sede della Marina Sudafrica e con la colonia di pinguini di Boulder. Ce ne sono moltissimi anche se l’odore che lasciano non è dei migliori. Gli animali sono buffissimi e carinissimi, molti nelle loro tane ed altri che corrono per la spiaggia.. davvero simpatici. Molto bella la spiaggia, scura, sembra quasi vulcanica e a tratti ci ricordavano le Seychelles (ricordi ormai di 30 anni fa SIGH!). Ci fermiamo vicino alla Marina per un piccolo snack come pranzo. Io sento di non star bene, mi sembra di aver la febbre, forse per via del freddo subito in camera e con la testa bagnata la sera precedente, così decidiamo di rientrare in hotel. Una volta giunti confermiamo il mio dubbio: 38,5! Mi metto sotto il piumone mentre sbatto per il freddo in questo modo finisce la nostra giornata! Che sfortuna!

9 agosto

Ripresa dalla febbre (n. 2 Tachipirina, ne prendo alcune con me, non si sa mai) colazione e quindi via per la Table Mountain. Simbolo indiscusso della città e dalle cui sommità si gode di una vista stupenda. Vorremo percorrerla tutta fino ai bordi, ma non è possibile e poi non è proprio una breve passeggiata, vediamo l’Isola di Robben Island che non siamo riusciti a vedere perché non c’era più posto fino ai prossimi tre giorni! Peccato! Consigliamo a chi abbia intenzione di prenotare la visita su internet da casa perché a noi dall’Hotel non ci è stato possibile perché tutto esaurito. Nel primo pomeriggio raggiungiamo il Victoria & Alfred Waterfront, qui pranziamo al ristorante Italiano: Il Meloncino tutto ok! Il V&A è una zona molto turistica: negozi, ristoranti e centri commerciali; gbtvrfacciamo un giro ma nulla di che. Zona molto tranquilla a livello sicurezza ma molto caotica per le tante persone che l’affollano. Di notte sembra Montecarlo, con le navi ancorate e le mille luci che splendono!

10 agosto CAPE TOWN – DURBAN

Stamattina avremo il volo che da C.T. ci porterà a Durban per poter visitare ST. Lucia e i vari parchi e riserve attorno. Arriviamo a Durban, presa auto e ci incamminiamo verso ST. Lucia. La distanza è di Km. 253 il tragitto si percorre in circa 3 ore è quasi tutta autostrada ben tenuta. Nulla da dire su tutte le strade che abbiamo percorso, tutte in ottimo stato. Qui abbiamo prenotato, sempre tramite internet, alla Wendy’s Guest House: Superlativa! Il ns. B&B si trova a circa 20 minuti da St. Lucia, è situato in mezzo ad una specie di giungla, ma bisogna porre attenzione la guest house è segnalata già sulla strada principale che porta poi in altre secondarie. Arriviamo prima che faccia buio ed abbiamo anche un paio d’ore per rilassarci prima di cena. Ci accoglie Wendy, la proprietaria, una simpaticissima Sig.ra che ci presenta il marito ed il figlio che con i quali gestiscono il B&B. Ci mostra la ns. camera, ma in pratica un mini appartamento, molto ben tenuto, pulitissimo e molto molto curato nei piccoli particolari, dai fiori freschi nella camera, in cucina, nel bagno, alla raffinatezza del fiore con il cioccolato e dei cestini di frutta fresca appoggiati sui comodini, arredo tipo provenzale tutto molto fresco e romantico, vale assolutamente la pena. La sala da pranzo in stile africano con tocchi raffinati dalle tovaglie ai cibi: ottimi. Abbiamo cenato sempre con loro e gli altri ospiti della guest house ognuno sul proprio tavolo apparecchiato ogni sera e ogni mattina in modo diverso. Eccezionale Wendy si prodigava con tutti gli ospiti tra una portata e l’altra per intrattenerci e tutto ciò a lume di candela!

11 agosto ST. LUCIA – HLUHLUWE – UMFOLOZI HLANE PARK

La distanza da St. Lucia ad Hluhluwe è di km. 54 pari a 40 minuti circa.

Giornata molto intensa, sarà il ns. primo safari! Dalla ns. guest house prendiamo la N2 ed arriviamo a Mtubatura (praticamente la cittadina dove si trova il ns. hotel), quindi la R168 Nongoma Road la distanza dalla N2 alla riserva è di km. 27. Orari di apertura del parco, praticamente unico, è dalle 6,00 alle 19,00. Il parco è molto suggestivo, collinoso con molti tratti di savana. Dopo il gate di Nyalazi avvistiamo subito le prime zebre, antilopi, le prime giraffe: che emozione rivedere tutti gli animali dopo il nostro primo, safari fatto in Kenya ormai nel lontano 1987 (era paleolitica!). Proseguiamo di poco ed avvistiamo subito tre rinoceronti non molto distanti da noi. Siamo elettrizzati! Io per via della febbre, che ancora mi perseguita, purtroppo, proseguiamo il safari con me sdraiata al fianco di mio marito che mi spiega ciò che avvista, in attesa la l’ennesima Tachipirina faccia effetto!! Vediamo ogni genere di animali, non pensavamo di riuscire a vederne così tanti. Proseguendo il nostro cammino, sempre a passo d’uomo, se non altro non sarebbe possibile guardarsi attorno per cercare di vedere gli animali, ma anche perché ci sono dei limiti di velocità da rispettare, ma che senso avrebbe altrimenti. Per fortuna mi sto riprendendo, quando ci si avvicina un’auto con a bordo una coppia ed indicandoci un punto ben preciso ci dice: Lions! Questi non li avevamo ancora visti. Blocchiamo subito la macchina e con i ns. binocoli scrutiamo il punto indicato dai due turisti. Vicino ad una pozza, un po’ distante avvistiamo un leone sdraiato a sonnecchiare e la leonessa al suo fianco. Bellissimi!! Rimaniamo fermi ad osservare per parecchio tempo, guardando i lievi movimenti dei due felini. Quindi proseguiamo il ns. safari su un percorso ben dettagliato sulla mappa che abbiamo acquistato all’entrata nel parco. Poco dopo avvistiamo un branco di bufali, erano davvero molti ma non molto vicini. Riprendiamo il nostro cammino e giungiamo ad una radura, ci fermiamo per mettere qualcosa sotto i denti, cibarie che abbiamo acquisto ad un fornitissimo Pick and pay di Matubatuba, quando di fianco a noi sotto a degli arbusti non molto alti sentiamo e vediamo muoversi qualcosa! Una leonessa!, guardiamo meglio e ne vediamo altre due: una sdraiata, l’altra a guardia e la prima che abbiamo scoperta adagiata poco più in là! Incredibile non crediamo ai nostri occhi, se dovessimo allungare il braccio potremmo toccarle!! Non ci sembra vero, altro che vivere in un documentario è stata un’esperienza fantastica! Facciamo mille foto, riprese con la telecamera, con gli IPhone e quant’altro! Ma non è ancora finita dall’altro lato della strada vediamo ancora una leonessa, ma questa volta attorniata da quattro cuccioli! Inutile descrivere il ns. stupore e felicità, probabilmente siamo stati troppo presi a fotografare ed ammirare le prime leonesse che non abbiamo nemmeno voltato il viso per guardare dall’altra parte. La mamma con i cuccioli, probabilmente conscia della nostra presenza scuote i cuccioli che si muovono ed in fila indiana camminano fino a raggiungere una piccolissima radura, mentre la madre ci attraversa davanti toccando con la coda la parte anteriore della nostra auto. Che emozione ci sembra ancora incredibile aver vissuto questa bellissima esperienza: solo noi due attorniati da leoni. Fantastico! Continuamo il nostro safari, ma paghi e sazi per tutto ciò che abbiamo visto. Prima di rientrare al ns. B&B passiamo da Mtubatuba per fare un giro nel centro della cittadina: il delirio! Caos assoluto, miriade di persone in ogni angolo, strada ed ogni dove, suoni, musica e gran vociare e tutto ciò nel tardo pomeriggio e non in pieno tempo di mercato mattutino. A fatica, cerchiamo di farci largo in mezzo a tutta questa folla oceanica e ci dirigiamo verso casa per poi cenare nel nostro piccolo paradiso.

12 agosto ST. LUCIA – WETLAND – CAPE VIDAL

Stamattina visita al Wetland Park, bellissimo parco la cui peculiarità è l’attraversamento di ambienti naturali unici. Si passa da scogliere a splendide spiagge, noi siamo riusciti a vederne parecchie , da dune di sabbia a lugune, da foreste fittissime a savana. Abbiamo percorso parecchi loop ed ammirato splendidi scenari. Qui è possibile scorgere erbivori, ne abbiamo visti parecchi. Il punto d’arrivo è Cap Vidal, baia ampissima e molto suggestiva. Parecchie persone temerarie sfidano le onde tuffandosi nel acque non proprio calde. A St. Lucia prendiamo i biglietti per poter fare la crociera sul fiume. Davvero spettacolari i tantissimi ippopotami che riusciamo a vedere lungo e dentro il fiume. Con la barca ci portano molto vicini, riusciamo anche a sentire i suoni che emettono. Da lontano sembrano grossi massi adagiati sulle sponde del fiume. Vediamo famiglie di ippo ammassati uno sopra l’altro bellissimi da vedere oppure piccoli che vorrebbero entrare nel fiume, mentre la madre con grandi colpi di reni, li tengono lontano dall’acqua. Rientro nella ns. B&B per relax e cena.

13 agosto

Partenza dalla nostra guest house, dopo aver lasciato e salutato a malincuore la nostra splendida Wendy ringraziandola per la spettacolare ospitalità ed accoglienza ricevute. Ci incamminiamo verso lo Swaziland, entriamo nel poverissimo stato dalla frontiera di Golane. L’entrata non è certo agevole, occorre fare delle code da una parte per ritirare un biglietto che verrà poi ritirato ad un altro sportello Tutte le operazioni vengono fatte e registrate ancora a mano, sembra stranissimo che solo qualche metro prima, in Sudafrica, le operazioni di entrata ed uscita dal Paese vengano effettuate come negli USA in modo elettronico. Gli uffici della frontiera sono dei semplici banchi o tavoli di legno con un sacco di persone attorno, diciamo che secondo noi non sono stati un mostro di simpatia. Attraversiamo lo stato da sud a nord per raggiungere il nostro hotel. La differenza tra lo Swaziland ed il Sudafrica è lampante. Le prime abitazioni che vediamo sono povere capanne di legno con qualche animale attorno, galline e caprette, capiamo subito che il livello di vita è molto più basso. Attraversiamo la più grande città dello stato: Manzini, la oltrepassiamo senza fermarci non sembra abbia molto da offrire. Raggiungiamo così Mbanane la capitale del regno anche molto ma molto caos la visitiamo ma solo in auto preferendo raggiungere il ns. hotel: Forester Arms il quale dista circa Km. 30 dalla capitale, situato in mezzo alle montagne dello Swaziland. Partendo come detto da sud, abbiamo potuto notare i diversi ambienti naturalistici: dal brullo della pianura al verde con un sacco di pini delle montagne, a tratti sembra il Trentino. Il tragitto è piacevole ed il tempo scorre velocemente. Arriviamo in hotel a metà pomeriggio giusto il tempo di gustarci dei momenti di relax ai bordi della piscina, ma con la felpa addosso! Quindi una bella cena con tutti gli ospiti dell’hotel (molti) attorno ad un grande e bellissimo camino. Dopo cena scambiamo due parole con degli italiani incontrati in hotel.

14 agosto

Ci svegliamo e guardando fuori dalla finestra scopriamo che di notte ha piovuto, ed ora c’è una leggera nebbia (ci sentiamo quasi a casa!) fa abbastanza fresco usciamo per fare colazione indossando il piumino. Dopo di chè carichiamo i ns. bagagli in macchina, non senza aver notato che la nostra auto è stata lavata ed asciugata da una signora (pensiamo) che sta asciugando una vettura poco lontana dalla nostra. Ovviamente ci sentiamo in dovere di ricompensare per questa piacevole sorpresa. Oggi aspetta il parco Kruger! Forse il clou del nostro viaggio. Usciamo dallo Swaziland per rientrare in Sudafrica (nella civiltà) dalla frontiera di Jeppes Reef. Incredibile, ma oggi per le 14,00 dovremmo avere un appuntamento fissato in Italia prima di partire! All’entrata Malelane gate, dovremmo esserci per quell’ora ed incontraci con mia cognata, mio cognato e mia nipote provenienti da Johannesburg giunti la sera prima dall’Italia. Ed così è: fantastico! tempi rispettati sia da noi dallo Swaziland che da loro da Jnb . Dopo i vari baci e abbraci ed impressioni nostre su quanto visto fin ora e loro sul viaggio d’arrivo e peripezie per trovare il loro albergo alle 23,30 nel buio assoluto e senza Gps!, facciamo subito la Wild Card, ottima così ci permette di entrare ed uscire dai vari parchi tutte le volte che vorremo. Dopo pochissimi chilometri dal gate, notiamo alcune macchine ferme sul bordo della strada, così effettuiamo il nostro primo stop. Incredibile appollaiato su di un’acacia vediamo un bellissimo esemplare di leopardo tranquillamente sdraiato ad osservare le persone in sua adorazione. Non crediamo ai nostri occhi appena entrati e già un avvistamento tra i più importanti. Rimaniamo fermi ad osservare per parecchio tempo, non ci si stanca mai! Dopo di che proseguiamo il nostro cammino dovremmo essere prima della chiusura dei cancelli del camp di Skukuza, all’incirca per le 18,00. Sulla nostra strada proprio davanti a noi tre rinoceronti, magnifici ed imperturbabili molto tranquilli e per nulla infastiditi dalla nostra presenza, poi purtroppo dopo qualche centinaio di metri decidono di lasciare la strada ed entrare nella savana. Continuiamo elettrizzati da questi due primi incontri ravvicinati, pensando di essere stati molto furtunati! Riprendiamo la strada e non molto tempo dopo ci fermiamo perché una grande famiglia di elefanti, sono sette, spuntano da una radura di alberi di mopane e iniziano a camminare lungo la nostra stessa strada. Bellissimi, noi siamo rapiti da questi pachidermi blocchiamo le auto in attesa delle decisioni del capo branco! E’ gigantesco seguito da altri esemplari un po’ meno grandi e con dei piccolini tenerissimi! Il capo decide di continuare a camminare lungo la strada asfaltata a sto punto li lasciamo proseguire finchè non decidono di deviare dall’altro lato e d’inoltrarsi in un’altra radura e noi proseguiamo per lo Skukuza, anche perché si sta facendo tardi e non possiamo arrivare oltre l’orario di chiusura. Prima di giungere al Camp continuiamo a scrutare tutto attorno a noi, questo ci è permesso per via della bassa velocità che si deve tenere all’interno del Parco, giusto per non arrecare disturbo agli animali, i veri padroni del campo, che per avere il modo di osservare meglio ciò che ci circonda. Un altro avvistamento prima di concludere questa fantastica giornata, la prima in questo parco meraviglioso. Una mandria di bufali che passeggia tranquillamente alla nostra sinistra, anche qui perdiamo parecchio tempo ad ammirarli, il tempo passa velocemente e non ci accorgiamo che si sta facendo tardi. Giungiamo allo Skukuza che è ormai buio dobbiamo fare il check- in in reception c’è parecchia gente, ma per fortuna ci sbrighiamo in poco tempo, arriviamo quindi al nostro bungalow: carino, semplice e pulito soprattutto il bagno, inizia a far freddo quindi accendiamo subito il termoventilatore ed al nostro rientro in camera c’è una bellissima temperatura. Ceniamo al ristorante del Camp, non ci troviamo per nulla male, eravamo un po’ prevenuti per via di esperienze non proprio positive fatte da altri turisti e letti su vari siti. Noi non ci lamentiamo. Scrutiamo il cielo pieno di magnifiche stelle e poi a nanna. Possiamo dire che Skukuza è una zona ricchissima di animali, soprattutto quella ad Ovest. Nel nostro bungalow continuiamo a parlare di tutti gli animali che siamo riusciti a vedere e tutti in un solo pomeriggio, siamo veramente contenti e paghi!

15 agosto

Ci svegliamo e per la prima volta il tempo non promette nulla di buono e fa abbastanza freddo, andiamo subito a far colazione non senza prima aver visto degli elefanti proprio al di là dello steccato del campo. Oggi, purtroppo, usciremo dal Kruger per raggiungere la riserva privata: Kapama River Lodge. Un consiglio se proprio scegliete di visitare una riserva privata, fatelo prima di entrare nel Parco, oppure lasciatela per ultima, Noi abbiamo dovuto incastrala nel mezzo perché quando abbiamo prenotato non c’era più posto nei parchi, all’interno del Kruger, ed abbiamo anche fatto fatica a trovarlo al Kapama. Questo entrare ed uscire ci ha fatto perdere parecchio tempo, anche se nel frattempo abbiamo visto moltissimi altri animali. Come dicevo la giornata volge al peggio infatti strada facendo il cielo si fa sempre più cupo, ci fermiamo in un punto di ristoro troviamo moltissimi turisti prendiamo delle provviste ma soprattutto per berci un caffè per riscaldarci. Riprendiamo il nostro viaggio mentre inizia a piovere usciamo dal Parco e proseguiamo sperando smetta di piovere per poter fare il nostro primo safari guidato nella riserva. Arriviamo sotto una pioggia battente ci accolgono con gran calore ed ombrelli. La struttura è a dir poco meravigliosa e lussuosissima peccato l’acqua rovini parecchio l’impatto. Ci accompagnano nella nostra camera, praticamente una suite, con la stanza da bagno grande quasi tanto la camera da letto con ogni comfort una persona possa immaginare e con una vetrata enorme con vista sulla savana. Spettacolare! Veniamo avvisati che dato le condizioni avverse il safari pomeridiano viene annullato. Peccato. Ci rilassiamo e ci prepariamo per la cena, che si svolge all’aperto! Ovviamente i tavoli da pranzo ed il buffet erano coperti ma all’aperto sotto la pioggia scrosciante e il boma in mezzo con un bellissimo fuoco, tutto molto ma molto scenografico. Al tavolo ci ritroviamo con altri Italiani che faranno il safari domani mattina con noi. Dopo cena, e ci sbrighiamo, dato il freddo incessante ci trasferiamo nelle varie hall della reception per scambiarci quattro chiacchiere, quindi ci diamo appuntamento per l’indomani alle 6,00 per un caffè o te veloce prima del mornig safari.

16 agosto

Come previsto piove a dirotto, facciamo una frugale colazione con due biscottini e subito ci consegnano delle grosse e grandi mantelle per ripararci dalla pioggia. Saliamo sulla nostra jeep ovviamente scoperta e partiamo il safari con la nostra guida e l’avvistatore di orme seduto proprio sul cofano dell’auto. Diciamo che non è proprio un safari soddisfacente animali riusciamo a vederne ben pochi, qualche giraffa, zebra, impala, gnu, elefanti. Quando all’improvviso il nostro avvistatore dice di aver visto delle orme, e un continuo cambio di direzione, tanto che sospettiamo sia una burla, quando invece poco dopo scorgiamo un leone fermo su un ciglio sembra una statua, quando spostiamo lo sguardo e ne vediamo un altro vicino ad una pozza, ma con tutta l’acqua che scende proprio vicino ad una pozza?! Ci fermiamo per fare un sacco di foto, peccato i colori siano molto sbiaditi e piatti. Ci spostiamo e ci avviciniamo ad un’altra pozza, questa molto più grande troviamo tantissimi elefanti grandi, piccoli e piccolissimi, che si stanno abbeverando anche loro! Restiamo fermi per parecchio tempo ad ammirarli, quando la nostra guida ingrana la marcia e ci spostiamo il più in fretta possibile perché possiamo capire dall’avvicinarsi di un elefante maschio molto ma molto arrabbiato, ha infatti le orecchie all’indietro ed aderenti al corpo e cammina in modo strano ed abbastanza veloce. Prima di terminare il nostro safari riusciamo anche a vedere una mandria di bufali che si sta spostando nella savana, sono davvero tanti. Nel frattempo ha smesso di piovere ma il cielo è molto cupo ancora. Rientriamo per una colazione super energica dopo di che decidiamo sul da farsi se rimanere ancora nella riserva e partire prima per raggiungere l’Olifants Rest Camp. Decidiamo per la seconda opzione dato che la strada da percorrere è parecchia. Pensiamo di aver fatto la scelta giusta. Rientriamo al Kruger e strada facendo verso l’Olifants vediamo tantissimi animali tra i quali anche due rinoceronti non proprio vicini ma abbastanza visibili sdraiati uno sopra l’altro. Giraffe a iosa per non parlare di gnu, impala, zebre, kudu e tantissimi altri ancora. Dire bello è dire nulla ed è comunque sempre un’emozione e perdiamo sempre parecchio tempo in osservazione. E’ ormai pomeriggio e come solito dobbiamo raggiungere i cancelli sempre prima delle 18,00! Io sono testarda non siamo ancora riusciti a vedere un gattopardo! Quindi facciamo una deviazione per allungare di qualche chilometro il nostro arrivo all’Olifants. Mai scelta fu più azzeccata! Sulla nostra strada ci si parano davanti un numero non calcolabile di elefanti, sono tantissimi, grandi, medi piccoli e piccolissimi, incredibile, sembra di essere nel mezzo di un documentario del National Geografic! La sfilata dura parecchio, in pratica stanno camminando davanti a noi, cercando di attraversare la strada da una parte all’altra. Non riusciamo a credere ai nostri occhi ci troviamo praticamente accerchiati da questi pachidermi, chiusi nelle nostre auto ovviamente con i motori spenti. Non nascondo la mia paura! Da una parte vorrei che fosse già tutto passato ed trovarci al sicuro nel nostro bungalow, dall’altra continuare la nostra esperienza in mezzo a questa meraviglia della natura. Non so dire quanto tempo sia passato prima che tutto il grandissimo branco sia passato da un lato all’altro della strada, sicuramente è stata una delle esperienze più fantastiche fin qui vissute. Ma non è ancora finita avanziamo ancora di nemmeno un chilometro e sempre guardando e scrutando per bene vediamo un altro gruppetto di elefanti, non sono anche questi molto lontani da noi. Stanno brucando dalle fronde di alberi di mopane, anche qui spegniamo i motori e restiamo a guardare, fotografe e filmare, quando sentiamo dei rumori di fronde come spezzate, guardiamo meglio e proprio sulla nostra destra vediamo un pachiderma gigantesco, più grande di un albero, che sta cercando di sradicare nel vero senso della parola l’albero che si trova sulla sua strada! Dopo due o tre diciamo zampate con annesse testate il povero albero crolla al suolo, siamo riusciti anche a filmare e riprendere il suono che emettevano le radici strappate! Siamo letteralmente sconcertati non ci sembra possibile aver assistito a tutte queste esperienze in giro di così poco tempo. Gasatissimi e molto in ritardo cerchiamo di raggiungere i cancelli del nostro Camp in orario! Ci arriviamo giusto qualche minuto prima della chiusura, facciamo il chek-in e ci prenotiamo per il night-safari. L’Olifants è molto più piccolo dello Skukuza ma essendo sempre in ritardo ci dirigiamo subito verso il bungalow assegnatoci. I bungalows nei Camps sotto tutti uguali, stesso arredo, stessa disposizione… andiamo a cena e qui la nota dolente. Al contrario di ciò che avevamo letto su altri diari, dove davano lo Skukuza per un Camp mal tenuto e non molto pulito,specialmente il ristorante, noi invece abbiamo trovato molto disorganizzato e senza praticamente cibo il ristorante dell’Olifants. Un sacco di gente per una ricezione minima, senza tavoli per tutti gli ospiti per non parlare del cibo praticamente non ce n’era! Bisognava accaparrarsi i tavoli quasi a forza, posate e bicchieri che non c’erano e quant’altro; diciamo che abbiamo cenato con yogurt, e riso, senza verdura, carne e frutta! Non ci è stato possibile cenare alla carta perché il cibo era esaurito! Senza parole ci alziamo e paghiamo la non cena e ci dirigiamo al punto di partenza del night-safari! Siamo un po’ delusi ci aspettiamo qualcosa che ci risollevi il morale. La nostra guida aspetta che tutti gli ospiti siano a bordo e quindi partenza. A tratti blocca la jeep in cerca di tracce ed orme, all’inizio riusciamo a vedere solo serpenti e tanti impala seduti sulla terra sono molto carini visti alla luce delle torce tenute in mano da alcuni ospiti e dalla nostra guida. Giriamo attorno al campo per quasi un’ora, quando sulla via del ritorno il nostro autista dopo aver ancora una volta scrutato il terreno fa marcia indietro e punta diritto verso una radura, finalmente riusciamo a vedere un leopardo che sembra ci stia fissando! E’ ancora più bello illuminato dalla luce delle torce. Rimane fermo per qualche minuto, poi con tutta calma lo vediamo scomparire nella radura e nell’oscurità. Torniamo al Camp abbastanza soddisfatti che nostro safari notturno se non altro la vista del leopardo ha riscattato il freddo subito sulla jeep anche se coperti dai nostri piumini e dalla coperte fornite dalla nostra guida.

17 agosto

Oggi è l’ultimo giorno che passeremo in questo magnifico e sublime parco. Facciamo colazione al ristorante del Camp, diciamo che è forse un po’ meglio della cena di ieri sera. Dopo di che ci attardiamo sulla balconata che domina il fiume Olifants spettacolo meraviglioso, le anse del fiume sulle cui sponde ci sono tanti ippopotami addossati uno sull’altro ed ancora elefanti nascosti e non, dalle fronde degli alberi e non ultimo qualche coccodrillo sulle rive del fiume. Anche qui perdiamo parecchio tempo ma è troppo bello rimane in osservazione non ci si stanca mai! Dopo un piccolo consulto decidiamo di passare più tempo possibile nel parco e di tralasciare parte del Mpumalanga se non per raggiungere White River per la sera. Lasciamo quindi l’Olifants percorrendo a passo d’uomo o ancora meno tutta la strada che ci porta verso il Camp di Satara, molto ricca di leoni. Fin ora abbiamo visto moltissimi animali di ogni genere, ma non possiamo lasciare il Kruger senza aver avvistato il re della foresta. Durante il tragitto le nostre soste sono moltissime ogni animale è degno di essere guardato, osservato e fotografato non ci si abitua! Quando davanti a noi vediamo parecchie auto ferme, pensiamo: ci siamo con tutte queste macchine ferme ci deve essere per forza qualcosa di grosso da vedere. Infatti: una grossa famiglia di leoni! Ne abbiamo contanti otto, il più leonesse e due leoni con altrettanti cucciolotti. Siamo strabiliati da tanta abbondanza e proprio al di là della strada asfaltata sotto ad un albero tutti sono molto tranquilli ed in pieno relax, anzi sembra che loro ci stiano scrutando e non noi loro! Rimaniamo fermi in contemplazione per parecchio tempo, quando decidiamo che sarebbe meglio andare lo facciamo con tantissimo dispiacere. Ci fermiamo al Camp di Satara per prendere qualcosa come provviste, dopo di che di nuovo in marcia verso il gate di Orpen, inutile dire di varie soste per zebre, gnu, impala ecc. dato che ormai sono gli ultimi animali che osserveremo prima di lasciare il Kruger. Usciamo dal Parco con una nostalgia tremenda e con un po’ di rimpianto, forse avremmo potuto trascorrere qualche giorno in più nel Kruger. A nostro parere sconsiglieremmo di trascorrere del tempo nelle riserve private. Noi abbiamo visto molti più animali da soli che non con il safari guidato al Kapama, forse per via del tempo non favorevole. Abbiamo avuto la sensazione di fare un tour in uno zoo-safari (tipo Pombia prov. di Novara) che non in Africa, gli animali visti sono stati un numero molto esiguo rispetto a quelli che si possono avvistare nel Kruger, molto bello per il comfort ed il lusso ma per il resto sicuramente meglio il Parco. Questa è solo la nostra impressione. Nel tardo pomeriggio arriviamo a White River, abbiamo attraversato la regione del Mpumalanga abbiamo visto vari ecosistemi ci è piaciuta molto, cerchiamo il nostro B&B il Somersvreudge Guest house molto molto bello, la Sig.ra che ci ha ospitati molto simpatica e disponibile, le camere molto curate e linde, praticamente abbiamo la casa tutta per noi siamo gli unici ospiti con un altro ospite single. Per cena, su consiglio della nostra ormai compagna di viaggio Lonely Planet, andiamo al ristorante Oliver’s fuori White River, anche la proprietaria della Guest House dice che sia il migliore della città. Opinione non messa in discussione ceniamo proprio bene spendendo non molto ed ambiente molto raffinato un cameriere per ogni tavolo, musica di sottofondo ed una bellissima atmosfera. Ceniamo ripercorrendo con la memoria tutto ciò che di magnifico abbiamo visto in questi giorni nel Kruger, sperando di ripetere se non con l’abbondanza, perché deserto, ma con gli avvistamenti, le stesse esperienze nel Kalahari.

18 agosto

Dopo una colazione esagerata in tutti i senti salutiamo la nostra padrona di casa ringraziandola infinitamente per la squisita ospitalità e ci dirigiamo verso JNB dove verso le 15,45 avremo il volo per Upington dove arriveremo per le 17,15. Piccola nota per la riconsegna delle auto all’aeroporto a JNB bisogna fare molta attenzione perché ci sono dei lavori in corso ed in più il percorso per Return car non è molto visibile e non molto ben segnalato, noi abbiamo fatto dentro e fuori l’aerostazione due volte!!!! Un po’ sbadati!! Atterriamo in perfetto orario ad Upington ci dirigiamo subito al banco Hertz per ritirare il nostro grossissimo Pick up! Stiamo già pensando ai nostri poveri bagagli come si ridurranno tra le sabbie del Kalahari! Qui non esiste Gps, lo avevamo capito già da casa, in pratica ci sono pochissime strade, quella che porta in centro città (?)e altre due parallele. Upington è praticamente una città da Far West! Nulla da vedere è solo l’unica città prima di arrivare all’ingresso del Kgalagadi Transfontalier Park (Ex Kalahari) la distanza è di circa km. 240, ma su strade tutte asfaltate e molto ben tenute. Fare rifornimento ad Upington perché fin dentro al Parco non esistono pompe di benzina. Arriviamo al nostro B&B “A Riviera” anche questo molto bello, gusto e cura nei particolari stile inglese molto romantico, solo 2 camere, anche qui pulizia assoluta nostro giudizio :Ottimo. Anneke la proprietaria è una gentilissima signora molto cortese e disponibile, si offre di darci tutte le informazioni possibili riguardo la nostra permanenza ad Upington e qualche ragguaglio sul Kalahari. Ci mostra il suo superbo giardino, con l’annessa piscina, se fossimo in estate, un po’ di relax non guasterebbe. Il giardino è molto rigoglioso su affaccia sul fiume Orange che bagna la zona. Si offre di prenotarci il miglior ristorante della città che poi è lo stesso che riporta la ns. guida “LE MUST”, la Loney dice che anche Nelson Mandela e ex presidente De Cleck hanno cenato qui quando hanno visito la “città”!

19 agosto

Anche stamattina colazione superba, altro che pranzo, Anneke è carinissima essendo gli unici ospiti mentre facciamo colazione ci accoglie con dei Cd di musica Italiana! Ovviamente canticchiamo qualche canzone e lei è molto contenta! Partiamo come detto dopo aver effettuato il pieno di carburante e la scorta di qualche provvista, nel solito fornitissimo Pick and pay, perché torneremo ad Upington solo la sera del 21 agosto. Percorriamo tutta la strada, un lunghissimo nastro asfaltato, in mezzo al quasi deserto. Durante il nostro tragitto abbiamo incrociato solo due vetture che viaggiano in senso opposto rispetto a noi. L’ ex Kalahari non è molto frequentato, vuoi che è situato in una posizione non molto comoda rispetto al Kruger ed altri parchi, qui ci arrivi solo se vuoi e ti interessa il deserto, per noi è un posto magnifico. Arriviamo all’entrata del Parco o meglio a Tween Rivieren, ci registriamo e dopo di che decidiamo quale pista scegliere. La nostra decisione cade su quella che porta a NOSSOB, ma non arriveremo a destinazione perché non possiamo pernottare all’interno del parco, per lo meno questa notte, perché quando abbiamo prenotato (a fine febbraio) non c’era più disponibilità. Paesaggio molto selvaggio e desertico, popolato da numerosissimi surricati, ne vediamo moltissimi, sono simpaticissimi, e proprio buffi. Incontriamo tantissimi impala, strane volpi e parecchi struzzi ma per il momento niente leone del Kalahari, si differenziano dagli altri per via della criniera nera. Il paesaggio è molto bello, le piste cambiano di colore quasi improvvisamente dal rosso diventa quasi per magia bianca o rosata sembra borotalco! Al ritorno siamo sulle piste al confine con il Botswana, strade sterrate ma molto facili. Siamo già a pomeriggio inoltrato e ci dobbiamo avviare verso l’uscita perché dobbiamo passare ancora da Tween Rivieren per registrare la nostra uscita e anche qui i cancelli chiudono alle ore 18,00. Dobbiamo raggiungere un B&B trovato in internet nei pressi si fa per dire! A circa 50 km dall’entrata del Parco. Ci accingiamo a raggiungere il gate, quando sempre percorrendo la pista a passo d’uomo, mio marito scruta un grosso, diciamo, “masso” sotto una pianta. Blocchiamo immediatamente la vettura e guardiamo meglio: un grosso leone del Kalahari disteso sotto il sole a crogiolarsi con accanto una leonessa. Poco più in là un’altra leonessa si muove stancamente. Pensiamo di essere proprio fortunati, quando avevamo ormai abbandonato ogni speranza per oggi, siamo stati invece ricompensati per la nostra testardaggine. Come nostro solito restiamo in quasi “adorazione” parecchio tempo, tenendo però d’occhio l’orologio purtroppo. Uscendo dal parco cerchiamo la nostra sistemazione per stanotte. A prima vista rimaniamo molto delusi, praticamente un grande garage adibito a casa, dentro è peggio di come ce l’avevamo pensato! Peccato non che sia anche molto pulito! Effettuato il pagamento delle camera, o meglio della casa, anche questa a nostra totale disposizione, decidiamo di mangiarci qualcosa delle nostre provviste e quindi a dormire, con un po’ di rammarico per questa non felice sistemazione. Contenti però di essere riusciti a vedere il leone, perché anche a detta della proprietaria non è molto facile da vedere.

20 agosto

Nulla da dire, invece, sulla colazione preparata da una cuoca anche qui abbondante anche se forse meno ricca di tutte le altre, ma d’altra parte siamo in pieno deserto. Per poter consumare la colazione di stamattina, abbiamo dovuto prenotarla all’atto della prenotazione delle camere in febbraio! Forse però posso capire, il posto dove fare scorte di generi alimentari è Upington e siamo a più di 200km di distanza. Riprendendo la strada per rientrare nuovamente nel Kalahari, notiamo che poco più avanti rispetto alla nostra sistemazione vediamo il “Molopo Lodge” visto da fuori è molto bello e da più la parvenza di un hotel sul nostro standard, ma mentre cercavo in internet quando ho prenotato non sono riuscita a trovare null’altro che dove abbiamo dormito! Peccato!! Passiamo nuovamente da Tween Rivieren , quindi nuova registrazione e ci chiedono dove alloggeremo stanotte se nel campo di Nossob o Mata Mata. La nostra destinazione è la seconda. La distanza tra i due campi è di circa 120 km. Esistono due possibilità o prendere una delle due piste interne che seguono su e giù le colline, ovviamente desertiche, oppure seguire la pista principale. Decidiamo di seguire una delle piste interne, praticamente la pista è tutta sul letto di un fiume (Auob). Il paesaggio è come quello visto ieri, cioè desertico e selvaggio. Animali: molte giraffe, carinissime quelle che giocano a punzecchiarsi o farsi mordicchiare, troppo carine vederle giocare. Mata Mata è zona di giraffe non ne abbiamo più viste lontano dal campo. Da quanto siamo in Sudafrica, ma specialmente da quando eravamo nel Kruger la nostra speranza sarebbe di riuscire a vedere il gattopardo, ma fin ora nulla. Speriamo di avere più fortuna domani, il nostro ultimo giorno a pieno contatto con questi favolosi animali. Arriviamo a Mata Mata a metà pomeriggio. Il camp è situato all’estremo nord e confina con la Namibia, a quest’ora i doganieri hanno già finito il loro turno e se anche volessimo espatriare non potremmo se non l’indomani mattina. E’ dei tre rest camp del Kalahari Sudafricano quello più selvaggio e più piccolino. I bungalows sono molto eleganti, spaziosi e ben arredati sono stati ricostruiti da poco perché si nota che sono nuovi. C’è un piccolissimo negozio con tutto il necessario per cucinare e poco di pronto. Decidiamo di farci una bella spaghettata con il tonno (portato da casa in buste!) Abbiamo mangiato con piacere un piatto con dei sapori familiari dopo circa quindici giorni di viaggio. Qui a Mata Mata non esiste un ristorante come invece negli altri Rest Camp. Qui siamo ai confini del mondo, in mezzo al nulla, ma si sta tanto bene! L’elettricità è fornita da un generatore e la corrente viene tolta dalle 22,30 alle 5,30 del mattino. Poco male a quell’ora siamo già a nanna. Prima del tramonto facciamo un piccolo giro attorno al campo è splendido, i colori, i profumi, l’aria che respiriamo….tutto è fantastico, oltre la rete di recinzione la Namibia…qui si vedono maggiormente le classiche formazioni di colore rosso, verso la Namibia dove il Kalahari diventa più sabbioso e le colline lasciano il posto alle dune. Dopo cena ci ritiriamo nella nostra casetta rimaniamo con il naso all’insù ad osservare il cielo stellato, magnifico, ce ne sono davvero tante che fanno luce illuminando la notte. Il cielo australe è proprio diverso dalle stelle che siamo abituati ad osservare.

21 agosto

Stamattina colazione ospitati da mia cognata, per la prima volta da quando siamo in Sudafrica, facciamo colazione all’Italiana, cioè con te, latte, biscotti e succo e caffè, niente male. Oggi giornata di trasferimento verso Upington, occorre parecchio tempo per arrivare alla nostra guest house “A Riviera”. Durante il tragitto rivediamo le simpatiche giraffe giocare, abbeverarsi ad una piccola pozza e brucare dagli alberi, anche qui perdiamo parecchio tempo in foto e quant’altro. Ma ne vale la pena. Lasciate le giraffe, vediamo ancora impala, Kudu, tanti surricati …siamo sempre alla ricerca di un ghepardo…!! Quando all’improvviso sulla cresta di una collina si materializza una grossa iena, mamma mia quant’è brutta, mette proprio paura, ci fermiamo ad osservarla per tutto il tempo che decide di rimanere sulla collina. Riprendiamo il nostro cammino verso l’uscita di Tween Rivieren dove dobbiamo registrare la nostra uscita, ma del ghepardo purtroppo nulla! Abbiamo visto tutti i “Big Five” e moltissimi altri ancora specialmente nel Kruger, ma il ghepardo no, sarà per una nostra prossima visita in Africa! Raggiungiamo il nostro hotel, giusto il tempo per una doccia veloce e quindi a cena anche perché qui come in giro per gli USA si cena molto presto! La nostra scelta stasera cade su un simpatico pub, molto inglese, si trova accanto al Pick and Pay in centro città. Ceniamo con dell’ottima carne e una pizza gustosa, prezzi competitivi.

22 agosto

Oggi il nostro programma prevede la visita alla cascate Augrabies distanti da Upington circa 100 Km. Durante la colazione Anneke ci consiglia, prima di prendere la strada per le cascate, per proseguire verso il deserto del Namaqualand, meglio conosciuto come deserto fiorito. In questo periodo è il momento esatto per visitarlo, dato che è tempo di fioritura ed in più c’è il sole, Anneke dice che se fosse nuvoloso i fiori non si aprirebbero e non si vedrebbe tutta la sua bellezza. Guardiamo bene la cartina, ma il Parco del Namaqua è molto distante, decidiamo quindi di percorrere la strada che ci porterebbe al parco ma non lo raggiungiamo. Riusciamo però a farci un’idea di quanto bello potrebbe essere se già ai bordi della strada possiamo notare distese di fiori di tutti i colori. Facciamo tappa più volte per ammirare queste distese, notiamo fiori a noi molto strani e bellissimi. Ci fermiamo parecchie volte perché a tratti di aprono davanti a noi distese di tappeti di fiori a volte bianchi, a volte gialli e a volte multicolori. Davvero stupendo, non osiamo immaginare quando bello sarebbe poter visitare il deserto in fiore ma purtroppo il tempo è tiranno, quindi ritorniamo sui nostri passi per visitare le cascate, non senza continuare ad ammirare questo spettacolo. Giungiamo alle cascate Augrabies mostriamo la nostra Wild Card ed entriamo. Per visitare le cascate c’è un percorso da effettuarsi a piedi, in pochi minuti giungiamo al primo salto, dove le acque compiono un salto di circa 65 mt. Certo la portata d’acqua è molto ridotta rispetto ai cartelli affissi vicino al ristorante, ma d’altronde siamo in inverno! Belle comunque e trovandoci ad Upington vale la pena di visitarle. Pranziamo al ristorante del Parco. Quindi durante il nostro rientro notiamo parecchie cantine vinicole, ma non avendo molto tempo proseguiamo per il nostro B&B, cena ancora al ristorante “Le Must”. Certo che di sera Upington è praticamente una città fantasma! Incute forse un po’ di timore…

23 agosto

Al nostro risveglio notiamo che il tempo si è messo al brutto piove abbastanza forte, poco male oggi, nostro malgrado, lasceremo la terra d’Africa! Salutiamo Anneke e ci dirigiamo verso l’aeroporto per la riconsegna del pick up pieno di sabbia come non mai, ha persino cambiato colore! Giunti all’aerostazione salutiamo, mia cognata, il marito e mia nipote, loro prenderanno un volo per Cape Town, mentre noi per Jnb per poter poi avere la coincidenza per Dubai dove faremo tre giorni di totale relax dopo questa si fa per dire “faticaccia”! Il loro aereo arriva e parte, e sì praticamente fa da spola su C.T. in perfetto orario, li salutiamo mentre salgono sul piccolo aereo sotto una pioggia battente. Il nostro volo che sarebbe dovuto partire prima del loro, viene annunciato che per motivi metereologici viene spostato ad orario da destinarsi! Io sono un po’ agitata per via della coincidenza per Dubai, ma il nostro volo intercontinentale e schedulato per il tardo pomeriggio, quindi… finalmente verso le 13,00 il nostro volo viene annunciato, solite operazioni ed anche noi saliamo a bordo salutando il deserto sotto di noi. Atterriamo a Jnb ed abbiamo tutto il tempo necessario per mangiarci un boccone e girovagare per l’aeroporto ed arriva anche per noi il momento di salutare questa terra magnifica che ci ha regalato emozioni fortissime e stupende con il pensiero che non sarà certo l’ultima volta che ci vedrà presente sul suolo Africano.

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Leonessa



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