Sudafrica – Swatziland – Cascate Vittoria Zimbabwe

Sudafrica - Swatziland - Cascate Vittoria Zimbabwe
Scritto da: alecocca
sudafrica - swatziland - cascate vittoria zimbabwe
Partenza il: 02/08/2011
Ritorno il: 17/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Partecipanti: 2 persone (coppia). Periodo: 2-17 Luglio 2011. Costo complessivo per due persone: 5.700 Euro. Voli: KLM Linate-Amsterdam-Città del Capo (prenotato con www.govolo.it). Kulula.com Città del Capo-Durban (prenotato con www.kulula.com). 1Time.co.za Johannesburg-Livingstone-Johannesburg (prenotato con www.1time.co.za). KLM Johannesburg-Amsterdam-Linate (prenotato con www.govolo.it).

Noleggio auto: Città del Capo: Aroundabout (www.aroundaboutcars.com) 4 gg con navigatore, autista aggiuntivo, auto piccola al prezzo complessivo di circa 170 euro. Durban: Aroundabout (www.aroundaboutcars.com) 7 giorni con navigatore, passaggio per lo Swatziland, assicurazione integrativa cristalli-gomme-fondo, autista aggiuntivo e riconsegna a Johannesburg, auto media (Nissan Tijda) al prezzo complessivo di circa 300 euro.

Pernottamenti: Città del Capo: 4 notti presso Gemini Guest House (prenotato con www.venere.com) Saint Lucia-Zululand: 2 notti in St Lucia Wetlands Guest House (www.stluciawetlands.com) Mbabane (Swatziland): 1 notte Foresters Arm Hotel (www.forestersarms.co.za) Parco Kruger (prenotare con largo anticipo): 2 notti a Skukuza Rest Camp (www.sanparks.org) 1 notte a Olifants Rest Camp (www.sanparks.org) Polokwane-Limpopo: 1 notte a Protea Hotel The Ranch (www.booking.com) Victoria Falls (Zimbabwe): 2 notti a Amadeus Garden B&B (www.amadeusgarden.com) Johannesburg: 1 notte a Sunrock Guest House (www.venere.com)

Vaccinazioni: L’unica vaccinazione che abbiamo fatto è stata la febbre gialla perché pochi giorni prima della partenza l’organizzazione mondiale della sanità ha inserito lo Zambia (dove atterreremo per visitare le cascate Vittoria) tra i paesi a rischio. Il Sudafrica avrebbe dovuto richiederci il certificato al nostro rientro dalle cascate invece non ce l’hanno chiesta (vaccinazione fatta per nulla!Tuttavia, consigliamo di informarsi bene prima della partenza poiché si potrebbe rischiare di vedersi negato il rientro in sud africa). Non abbiamo fatto la vaccinazione contro la malaria: la scelta si è poi rivelata giusta perché luglio è pieno inverno nel sud africa e nelle uniche zone con minimo rischio (il Kruger e le cascate Vittoria) di zanzare non ne abbiamo praticamente viste. In questi due posti ci siamo comunque cosparsi per ulteriore sicurezza di repellente. Inoltre le zanzare portatrici di malaria sono comunque la minoranza delle zanzare comuni. Per ulteriore tranquillità appena atterrarti a Città del Capo abbiamo comprato in farmacia un malaria test (costo di circa 10 euro) da usare in caso di necessità (mai utilizzato). Clima: A Cape Town, fresco la mattina (7/8 °C) e più caldo il pomeriggio (15 °C) abbastanza secco; a S.Lucia e nel Kruger abbastanza fresco la mattina (5 °C) e caldo il pomeriggio (25°C); alle Cascate Vittoria poco caldo la mattina (15°C) e caldo il pomeriggio (30 °C). Ci siamo organizzati vestendoci a cipolla: comunque un consiglio che ci sentiamo di dare è di portare una buona giacca a vento imbottita che sarà utilissima. Varie: Corrente: 230 volt 50 Hz come da noi, le prese però sono tripolari (diverse anche da quelle inglesi) e non si trovano qua da noi, basta tuttavia andare in un negozio di elettrodomestici/elettronica anche all’aeroporto e si trovano a 5/6 Euro.

Moneta: in Sudafrica c’è il Rand (oggi un euro equivale a circa 10 Rand); Nello Swatziland la moneta locale ha lo steso valore del Rand e comunque si può pagare tranquillamente in Rand; in Zimbabwe non esiste una moneta locale e utilizzano principalmente i dollari statunitensi ma accettano anche l’euro. Noi abbiamo sempre ritirato la moneta locale in uno dei numerosi ATM, trovando così un tasso più conveniente applicato dalla nostra banca. Nelle grandi città ci si imbatte in numerosi parcheggiatori abusivi: non spaventatevi, con pochi Rand la vostra macchina sarà al sicuro!

Diario di viaggio.

Sabato 2 Luglio. Partenza di mattina presto con volo da Linate alle 6.50 con KLM per Amsterdam e poi da Amsterdam a Città del Capo (costo del volo, compreso il ritorno da Johannesburg, 840 euro a persona). E’ stata la miglior compagnia con cui abbiamo mai volato, serviti e coccolati per tutto il viaggio. Atterriamo a Città del Capo verso le 22 e, una volta recuperati i bagagli, ritiramo la macchina a noleggio sulla quale ci dirigiamo con la tranquillità del navigatore verso la guest house (ricordiamo che in Sud Africa si guida sulla sinistra). Cape Town ci appare fin da subito una grande metropoli: una distesa di luci e palazzi, ma anche tante persone in difficoltà che si preparano ad affrontare la fredda notte tra cartoni e coperte. Infatti, ci accorgiamo fin da subito che la temperatura è abbastanza rigida e la nostra consapevolezza aumenta quando arriviamo alla guest house: l’ambiente è confortevole ma non vi è riscaldamento! Purtroppo l’inconveniente capiterà più di una volta, per cui armatevi di pigiami ben caldi!

Domenica 3 Luglio. Avevamo prenotato tramite internet da casa la gita a Robben Island (soprattutto in alta stagione si può rischiare di non trovare più posto sul traghetto) alle nove del mattino. Ci dirigiamo al molo del Waterfront e passiamo una mezza giornata sull’isola in compagnia di un ex detenuto politico che ci ha spiegato un po’ della triste storia dell’Appartheid e ci ha accompagnato a visitare le carceri dove è stato imprigionato Nelson Mandela per oltre 27 anni. Molto toccante soprattutto perché raccontato da un ex detenuto. Sulla spiaggia dell’isola avvistiamo anche alcuni pinguini! Decidiamo di pranzare al waterfront nella catena Ocean basket, più volte consigliata sui diari di viaggio. Il clima è allegro, tuttavia il pesce è prevalentemente fritto e può risultare un po’ pesante. Dopo un po’ di shopping ai numerosi negozi del waterfront il pomeriggio prosegue con visita al parco della Table Mountain dove si verifica un fenomeno unico: sulla cima della montagna campeggiano grandi nuvole bianche che tenderebbero a spostarsi in direzione dell’oceano, invece le correnti calde che vengono proprio dall’oceano dissolvono le nuvole non appena si spostano oltre il crinale della montagna: il risultato è un’affascinante nuvoletta di “fantozzi” che stazione perennemente sulla cima! La cima è raggiungibile tramite una funicolare panoramica: attenzione agli orari di chiusura. La sera ci siamo diretti verso la spiaggia bianca di Camps Bay con alle spalle una catena montuosa chiamata i 12 apostoli (che sarebbero le 12 cime) e con un tramonto stupendo sull’oceano: trascorriamo un’ora contemplando questo stupendo paesaggio. Abbiamo mangiato quindi in un ristorante a Camps Bay, molto buono ed economico (pesce e gamberi) con soli circa 240R in due.

Lunedì 4 luglio. Partiamo presto alla volta di Hermanus (circa un’ora e mezza di tragitto) per vedere le balene nella baia. Purtroppo il tempo non ci aiuta, piove e c’è molto vento. Le barche non escono ma noi con il binocolo riusciamo lo stesso a vedere in lontananza una bellissima balena che nuota. Ci consoliamo con una buonissima colazione inglese in un bar. Hermanus è un paese di villeggiatura molto bello e rilassante. Torniamo verso Cape Town e andiamo a visitare il parco del Capo. Dopo qualche impala e qualche struzzo, arriviamo al famoso Cape Point e poi al Capo di Buona Speranza il punto più a sud-ovest del continente africano. E’ un’emozione, dopo averlo studiato tanti anni in geografia e in storia, finalmente respiriamo la brezza forte del capo! Mangiamo velocemente una pizza al bar lì vicino (non abbiamo più mangiato dalla colazione a Hermanus di metà mattina). Soddisfatti di questa bella giornata andiamo a cenare al Waterfront dove troviamo una birreria stile bavarese con un ottimo stinco, patatine fritte e birra.

Martedì 5 luglio. Riproviamo con Hermanus, stavolta è una giornata di sole con un cielo azzurro magnifico. L’escursione parte a mezzogiorno (il costo per persona è 600R) così ne approfittiamo per fare una buona colazione in un locale della catena Mugg and Beans e poi una passeggiata sul lungo mare. Facciamo l’escursione in barca di circa tre ore e vediamo in lontananza 4 o 5 balene che nuotano e soffiano con il loro potente getto aria e acqua (sembra un geyser) oltre a molte foche che dormono in acqua. Purtroppo non riusciamo a vedere nessuna balena vicino alla barca così al rientro ci restituiscono metà del prezzo pagato … avremmo preferito vedere una balena a bordo barca!!! Ritorniamo verso Città del Capo ma ci dirigiamo a Simons Town, un paesino dove c’è una spiaggia chiamata Boulders Beach e lì la sera si possono vedere tantissimi buffi pinguini. Scattiamo tante foto e poi torniamo per l’ultima sera a Città del Capo a Camps Bay. Ammiriamo il tramonto e ci gustiamo un’ottima cena nello stesso ristorante del giorno precedente. Città del Capo è un po’ stile europeo ma molto pulita e bella. Ci siamo impressionati solamente quando dirigendoci verso Hermanus abbiamo visto le prime Township, enormi baraccopoli che iniziano al bordo della autostrada e si estendono a perdita d’occhio. Qui vivono tantissime persone, quasi tutti neri, in condizioni molto difficili: solo da poco hanno la corrente ma non ancora l’acqua, e più della metà non hanno un lavoro. Non lasciatevi impressionare da tutte le persone che vedrete ai bordi delle strade: sono lavoratori in cerca di un passaggio per la città.

Mercoledì 6 Luglio. Partiamo presto per l’aeroporto internazionale, riconsegniamo la macchina e prendiamo il volo della Kulula. Viaggio perfetto con personale piuttosto originale … per allietare il volo dei più piccoli dipingevano loro la faccia a immagine degli animali africani. Atterrati mangiamo velocemente in aeroporto, prendiamo la macchina e partiamo in direzione Saint Lucia (a circa 300 km di distanza prevalentemente su autostrada). Arriviamo verso le 18 di sera e troviamo una bella sorpresa: la guest house è in stile africano con giardino tropicale. Abbiamo una stanza enorme addirittura con caminetto (purtroppo solo di bellezza…!). Il proprietario è di origine olandese e si rivelato fin da subito gentilissimo. Dopo averci consigliato su come impiegare al meglio la giornata e mezza che avevamo a disposizione, ci ha preparato una borsa pic-nic colma di prelibatezze per il giorno successivo nel quale saremmo partiti di buon mattino per la visita al parco Imfolozi. Ceniamo da Alfredo’s, sulla MacKenzie St di Saint Lucia. Abbiamo mangiato bene, con specialità italiane (carbonara e lasagne), ma siamo stati molto disturbati dai ragionamenti razzisti del proprietario di origini romane che, con la scusa di scambiare quattro chiacchiere con due ospiti italiani, ci ha lasciato una brutto ricordo.

Giovedì 7 Luglio. Sveglia alle 6 e partenza per la visita del parco Imfolozi. Incontriamo qualche difficoltà per raggiungere l’ingresso (Nyalazi Gate) poiché il navigatore non conosceva il tragitto. Le strade del parco sono sterrate con qualche sasso ma la nostra Nissan (auto normalissima a 2 ruote motrici) se l’è cavata senza alcun problema. Nel parco abbiamo visto zebre, bufali, gnu, impala, facoceri, bellissime giraffe e soprattutto tanti enormi rinoceronti anche con piccoli al seguito. Al nostro rientro eravamo un po’ frastornati dalla guida sui ciottoli ma molto contenti della bella giornata. La sera decidiamo di cenare da Ocean Sizzler un locale greco vicino a quello italiano della sera prima … cena non particolarmente buona ma economica. Venerdì 8 Luglio. Dopo una buona e abbondantissima colazione inglese sul terrazzo salutiamo e ringraziamo il proprietario e la moglie per l’ospitalità. Ci dirigiamo in un punto di Saint Lucia da dove si possono ammirare da una passerella panoramica in legno bellissimi ippopotami e coccodrilli immersi nell’acqua del lago. Partiamo intorno alle 11 alla volta di Mbabane nello Swatziland. Arriviamo alla frontiera a Golena e l’impressione è di tornare indietro nella storia già solo vedendo i vecchi ed usurati banchi dell’ufficio della dogana. Sbrigate le formalità dei visti (il costo per l’ingresso è di pochi Rand) riprendiamo la strada. Il panorama inizia a cambiare perché vediamo sempre più persone che camminano ai bordi della strada con sacchi, fascine di legna, vasi sulla testa e tante mamme con neonati avvolti in foulard annodati alla schiena, è l’Africa di tanti documentari povera ma con tanta dignità. Qualche volta ci fermiamo e Iva dà ai bambini degli album da colorare e dei pastelli colorati: è indescrivibile la felicità nostra nel vedere la gioia ed il sorriso di questi bambini e la gratitudine dei loro genitori. Arriviamo in serata presso la nostra accomodazione in una località di montagna con tanto di pinete che sembrava di stare in Trentino. Sembra un po’ una baita di montagna con delle dependance dove c’è anche la nostra camera. La proprietaria ci chiede se vogliamo che ci accenda il caminetto in stanza e con nostra sorpresa ci saremmo poi addormentati con il crepitio della legna che ardeva. La sera abbiamo fatto una romantica cenetta a lume di candela … l’ambientazione è molto bella, il cibo ricercato.

Sabato 9 Luglio. Partiamo la mattina dopo aver fatto colazione con uova strapazzate e bacon in direzione del parco Kruger. Lungo la strada ci fermiamo per acquistare degli oggetti di artigianato locale a prezzi davvero irrisori. Passiamo la frontiera a Matsamo e rientriamo in Sudafrica, e poi finalmente all’ingresso di uno dei parchi naturalistici più importanti e famosi dell’Africa, il Kruger. Questo parco è grande come il Veneto tanto per dare un’idea, è stretto e lungo e da un capo all’altro ci sono più di 200 chilometri. Poco dopo essere entrati dal Melelane Gate, emozionantissimi, un elefante ci fa il primo regalo, attraversa la strada incurante delle macchine che si sono fermate per farlo passare. Il parco è ben tenuto, le strade principali sono asfaltate e poi ci sono una serie di percorsi di pochi chilometri che si richiudono su loro stessi, sterrati, che possono essere fatti tranquillamente con macchine a 2 ruote motrici (molto meglio tenuti che non all’Infolozi). Arriviamo allo Skukuza Camp dove facciamo il check in e prenotiamo subito il primo safari notturno (partenza alle 20 e durata di un paio d’ore) al costo di 150R a testa e quello del mattino (con partenza alle 5 e durata di tre ore) al costo di 180R a testa. Il campeggio è tenuto splendidamente, pulitissimo, con tutti i servizi principali: bancomat, ristorante, guardia medica, supermercatino e negozio di souvenir. Il nostro bungalow è circolare con tetto in paglia, bagno e soggiorno dotato anche di aria condizionata convertibile in riscaldamento (cosa utilissima visto che la notte la temperatura scende a 5 °C). Inoltre fuori, di fronte ad ogni bungalow, c’è un caminetto per fare il barbecue. Ceniamo con una pizza al self service del campeggio ed eccoci pronti per il safari notturno: sì notturno perché d’inverno fa buio presto poco prima delle sei. La guida ci spiega tutto e ci fornisce di potenti torce per scrutare dai bordi della jeep se vediamo brillare gli occhi di qualche animale, specialmente felini. Il safari è emozionante, siamo tutti tesi per vedere qualcosa muoversi nonostante il freddo che, con la jeep aperta, si fa sentire man mano che passa il tempo. Vediamo elefanti, ippopotami, persino un rinoceronte ma nessun felino. Torniamo al campeggio contenti e ci infiliamo sotto le coperte, domani sveglia alle 4.

Domenica 10 Luglio. Levataccia e pronti per il safari di ben 3 ore. Siamo solo noi due sulla jeep (che può portare circa 20 persone), la guida un nero gigantesco e simpaticissimo. Appena usciti dal campeggio subito il primo avvistamento: due leoni maschi giovani che camminano a bordo strada, bellissimo. Purtroppo sarà anche l’unico avvistamento di tutta la mattinata. Torniamo al bungalow congelati (3 ore a 5 °C con l’aria addosso) e facciamo una lunga doccia bollente per riprenderci. Colazione con bacon al bar e poi pronti di nuovo per un giretto stavolta con la nostra macchina. Vedremo elefanti, giraffe e tante scimmiette (velvet monkey) e il solito bellissimo paesaggio giallo e spoglio della savana o come dicono in inglese del “bush”. Torniamo, pranziamo al solito bar e ci riposiamo nel bungalow. Il pomeriggio lo dedichiamo a vivere un po’ il campeggio, diamo un’occhiata ai souvenir e decidiamo di osare un barbecue per la serata: compriamo carne e salsicce da cuocere alla griglia e una fascina di legna. L’esperienza si rivelerà molto bella, con il fuoco al crepuscolo ed un buon profumo di carne ai ferri. Scopriamo però di non essere stati poi così originali: quasi tutti i bungalow avevano il falò acceso con uno spettacolo d’insieme davvero bello. Alle 20 siamo pronti per un altro safari notturno: vediamo una coppia di leoni maschio e femmina stupendi che camminano lungo la strada e non si curano della nostra camionetta che li segue passo passo da dieci minuti. Torniamo al camp e andiamo a dormire.

Lunedì 11 Luglio. Finalmente ci alziamo alle otto, ci sembra un lusso! Andiamo a fare colazione, e poi check-out dal camp. Direzione Olifants camp a circa 140 km a nord rispetto allo Skukuza camp. Il trasferimento è molto gradevole, vediamo anche alcuni scorci di savana molto belli. Salendo nel nord del Kruger notiamo come la vegetazione cambi, ci sono più alberi ed è più pianeggiante. Gli elefanti sembrano diversi da quelli visti allo Skukuza, questi sono molto più alti e di un grigio scuro. Ci capita una bellissima scenetta di un elefante che si sta abbeverando ad uno stagno e due zebre ed uno gnu che lentamente si avvicinano assetati … ma appena l’elefante li vede gli spruzza una gettata d’acqua dalla sua proboscide e li fa scappare! Ci fermiamo lungo il tragitto su un ponte sul fiume Olifants: sotto di noi decine di elefanti con piccoli che mangiano e devono sulle rive del fiume. Entriamo nel camp e andiamo al nostro bungalow: una bellissima sorpresa, il camp è a ridosso di una altura e i bungalow hanno una vista su un’ansa del fiume e si vede la savana a perdita d’occhio. Decidiamo di osare ancora con la carne ai ferri e compriamo il necessario … un’altra bellissima cenetta nel nostro bungalow! Partiamo per il solito safari serale, prenotato non appena entrati nel camp, ma stavolta non ci darà grandi soddisfazioni, purtroppo non vediamo quasi nulla.

Martedì 12 Luglio. Facciamo colazione al camp e partiamo abbastanza presto per raggiungere il Phalaborwa gate, e riusciamo a prendere anche una multa per eccesso di velocità (5 km/h oltre il limite). Ci dirigiamo verso Polokwane nel Limpopo. Arriviamo verso le 15 all’hotel all’interno di una riserva privata. Nulla di che, troviamo pure nella stanza una marea di zanzare! Per fortuna sono abbastanza rallentate e riusciamo a prenderle tutte. Poi chiediamo alla reception e ci disinfestano la stanza.

Mercoledì 13 Luglio. Partenza alle 4 di mattina per l’aeroporto di Johannebourg. Arriviamo dopo tre ore di viaggio, consegniamo la macchina e facciamo checkin per Livingstone in Zambia. Atterriamo dopo un volo di un’ora e quaranta in un aeroporto microscopico … il pilota prima di atterrare fa un giro panoramico sulle cascate, che belle, praticamente è un canyon che taglia la strada al fiume Zambesi, il quarto per lunghezza dell’Africa, e l’acqua scende per tutta la lunghezza del canyon con un salto di quasi cento metri. Tramite la nostra guest house avevamo prenotato il trasferimento dall’aeroporto di Livingstone nello Zambia fino alla guest house a Victoria Falls nello Zimbabwe. In realtà a parte il tempo perso alle frontiere per ottenere il visto ed il costo relativamente alto (circa 120 euro in due il visto dello Zambia e circa 60 euro in due quello dello Zimbabwe), le due cittadine si trovano a pochi chilometri l’una dall’altra, con il fiume Zambesi che segna il confine. Qua siamo in un punto geograficamente particolare, infatti si incontrano ben quattro stati africani (Zambia, Zimbabwe, Botzwana, Namibia) mentre il confine con l’Angola è a un centinaio di chilometri solamente. Arriviamo finalmente alla guest house. E’ un ambiente semplice ma molto “africano” con uno spazio sotto una tettoia di paglia per la colazione/cena. Mangiamo un toast e prenotiamo la crociera “del tramonto” sul fiume Zambesi (costo di 50 dollari a testa). Si rivelerà una scelta azzeccata, la crociera è su una chiatta a motore coperta con tanto di tavolini. Lo Zambesi è un fiume larghissimo, impressionante, che scorre lento; qui siamo nella parte alta del fiume prima delle cascate. Vediamo tantissimi animali, ippopotami, coccodrilli ed elefanti. Lo spettacolo più bello è stato vedere un elefante del quale spunta la proboscide e poco più che esce dall’acqua lentamente e si va a nascondere dietro un cespuglio. Tra uno snack e l’altro offerti a bordo, ci godiamo il primo vero tramonto africano con il sole enorme rosso che scende sul fiume. Tornati alla guest house ceniamo (con 10 dollari a testa) e andiamo a dormire.

Giovedì 14 Luglio. Facciamo una colazione abbondante e conosciamo il proprietario della guest house, un tedesco che ha una figlia all’isola d’Elba. Dopo una chiacchierata sulla politica europea, partiamo alla volta del parco delle cascate. Dalla guest house al parco ci sono circa tre chilometri che facciamo a piedi; non è per nulla rischioso, al gente è tranquilla, solamente qualche venditore ambulante che ti assilla un po’. Entriamo nel parco e dopo la foto con la statua dell’esploratore scozzese Livingstone, proseguiamo la visita delle cascate. Le goccioline rimbalzate dalle cascate creano una pioggia incessante che ci inzuppa subito i vestiti. Il fronte delle cascate è lunghissimo ma quasi mai si riesce a vederlo tutto intero … l’unico modo è ahimé con l’elicottero che però costa abbastanza caro (100 dollari a testa). Trascorriamo la giornata nel parco e nel primo pomeriggio ritorniamo verso la guest house. Durante il tragitto ci fermiamo a mangiare un trancio di pizza in una specie di fast food nella centro della cittadina. In serata solita cena a base di pesce di fiume ai ferri e verdure. Poi nanna come al solito alle nove!

Venerdì 15 Luglio. Giornata dedicata al trasferimento all’aeroporto e poi rientro a Johannesburg. Compriamo due panini all’aeroporto e poi ci viene a prendere l’addetto della guest house di Johannesburg. Con soli circa 80 Rand a testa facciamo la migliore cena africana nella guest house con riso e una specie di umido al curry.

Sabato 16 Luglio. Dopo un’abbondante colazione, ci viene a prendere alla guest house la guida che ci accompagnerà durante la mattina a vedere Soweto, la più grande township del Sudafrica. In questa città dove è vissuto Mandela e divenuta simbolo della rivolta contro l’apartheid, vivono quasi due milioni di persone. Ci sono tantissime baracche, senza elettricità e senza acqua corrente: ne visitiamo una con una guida locale e ci si stringe il cuore. Ma nella township ci sono anche le ville sontuose dei famosi black diamone, neri che si sono emancipati, alcuni sono diventati ricchissimi (uno è addirittura nell’elenco di Forbes) che hanno voluto mantenere le loro origini a Soweto. Visitiamo il museo di Hector Pieterson, lo studente di 13 anni che era stato ucciso dai bisnchi durante una marcia di protesta e la chiesa Regina Mundi dove si tenevano le riunioni politiche del partito di Mandela … abbiamo firmato nel registro dei visitatori poco dopo la firma di Micelle Obama che è stata qua pochi giorni prima. La visita a Soweto si conclude con una foto di rito con tantissimi bambini neri ai quali Iva regala penne e trucchi! Torniamo alla guest house dove i proprietari gentilissimi ci lasciano utilizzare la stanza fino alle sei di pomeriggio gratuitamente. Arrivate le sei ci portano all’aeroporto dove alle undici abbiamo l’aereo per Amsterdam. Salutiamo il Sudafrica con una bellissima cenetta in aeroporto con una bistecca gigante! Conclusioni. Questo viaggio ci è piaciuto tantissimo, l’Africa vera, quella del sud, soprattutto per chi come noi la vede per la prima volta ti lascia nel cuore un ricordo bellissimo. Tutti e due ci siamo detti che in Africa ritorneremo.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche