Sudafrica fly and drive in autonomy

Da Johannesburg a Cape Town, passando per Blyde River Canyon, Kruger National Park, St. Lucia, Wild Coast, Garden Route, Little Karoo...
Scritto da: Addisi
sudafrica fly and drive in autonomy
Partenza il: 01/09/2013
Ritorno il: 21/09/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Per la prima volta mi accingo a scrivere alcune note sul viaggio in Sudafrica appena concluso (sono rientrato stamattina!). Mi sembra doveroso restituire qualcosa a questo sito che mi è sempre molto utile quando è il momento di pianificare un viaggio. Non sono molto portato per la scrittura, quindi non mi dilungherò molto e scriverò solo alcune cose essenziali che poi sono le risposte ai dubbi che mi sono posto prima di partire e che, immagino, siano gli stessi per tutti coloro che devono decidere se fare o meno questo viaggio in autonomia.

1. Non occorre alcun visto per l’ingresso in Sudafrica. Non ho fatto la patente internazionale e non ho avuto nessun problema con l’autonoleggio (Hertz) e nemmeno con la polizia (sono stato fermato in due occasioni per controlli rutinari). Il mio passaporto risale al 2010 e non ho mai pagato quella tassa annuale che dovrebbe essere pagata dopo il primo anno (nessun problema nemmeno negli anni passati in Cina e Usa).

2. Le strade in Sudafrica non sono paragonabili a quelle americane o europee (ammesso che si possa generalizzare parlando di Europa); tuttavia, è abbastanza facile circolare più o meno dappertutto, nonostante, soprattutto in alcune zone (sulla N4 tra Malalane e Nelspruit, ma anche nella R61 etc), ci siano lavori in corso, buche, traffico di mezzi pesanti, di minipulmann (che poi sono una sorta di “taxi/bus” utilizzata dai locali per spostarsi da un villaggio all’altro), pedoni, autostoppisti, venditori e questuanti (anche lungo le autostrade). La difficoltà più grande è stata quella di doversi abituare alla guida a sinistra e al cambio delle marce con la mano sinistra. Consiglio, soprattutto nella zona che passa per il Blyde River Canyon, che scende a St. Lucia e nella Wild Coast (ma li un po’ meno), per essere sereni, di fare il pieno appena il serbatoio arriva a metà; vi possono essere lunghi tratti senza benzinai. La benzina costa meno che in Italia, di questi tempi siamo poco sopra i 13 rand il litro (1 euro circa). La macchina, a mio avviso, è il mezzo ideale per spostarsi (non serve un fuoristrada – se ce l’avete beati voi).

3. Si può andare in giro dappertutto e pagare con la carta ovunque, anche nel benzinaio più sperduto (se la carta ha il chip è meglio). Un po’ di contante tenetelo per le mance (gli ATM sono molto diffusi e si può prelevare ovunque). Mi pare di capire che qua per le mance funzioni un po’ come negli USA. Io la elargivo anche ai benzinai che sono sempre gentilissimi, parcheggiatori (abusivi) perché non si sa mai e, ovviamente, nei ristoranti dove si deve dare da un 10 ad un 15%.

4. Gli alloggi sono diffusissimi, ce ne sono dappertutto per tutti i gusti e per tutte le tasche. Si possono prenotare on line o direttamente di persona. A settembre è bassa stagione, quindi ci si può anche avventurare senza prenotare e dormire dove si trova (almeno nelle località più rinomate). Nonostante fosse bassa stagione, anche nelle località di mare, le strutture ricettive erano aperte e funzionanti (salvo qualche eccezione). Volendo, se si decide di andare da un parco all’altro (mi riferisco ai parchi nazionali gestiti da SANPARK), si può anche dormire all’interno del parco prenotando per tempo (qua si!) direttamente dal sito Sanparks. Se si trascorrono parecchi giorni nei parchi è consigliabile farsi due conti e attovare la wildcard (che da diritto anche a sconti per es.: per la funivia che porta in cima a Table Mountain).

5. Il Sudafrica è grande credo alcune volte l’Italia; le cose da vedere sono tante e, in periodi limitati di tempo, non si può vedere tutto. Errore comune: fare sfacchinate in macchina che poi per recuperare ci vorrebbe un’altra vacanza. Noi abbiamo fatto circa 4.600 km in 20 giorni. Sono forse un po’ troppi ma forse no. Se si è bravi, si può fare qualche km in meno vivendo un po’ di più alcune tappe. Noi abbiamo adottato il sistema di concentrare i km in un giorno per i trasferimenti e poi star fermi per 2/3 notti e soffermarci su un posto. Non so se sia la soluzione migliore ma siamo abbastanza soddisfatti.

6. Il Kruger ci è piaciuto molto (anche se non abbiamo visto i grandi felini tranne il ghepardo), merita sicuramente la sua fama. Alcune attività sono da prenotare anche in bassa stagione con mesi di anticipo (per es.: wilderness trail); altre attività (morning/afternoon/sunset – walk/drive) possono essere prenotate “oggi per domani” direttamente alla reception del rest camp. Se si è appassionati al Kruger si può stare settimane e senza annoiarsi; per persone normalmente interessati a questo tipo di cose (come noi) 4 notti sono abbastanza. Consigliatissime le attività sopracitate che sono da mettere dentro il budget del viaggio perché con i ranger si imparano cose (soprattutto con le walk) che non si immaginano nemmeno (per dire: adesso so distinguere gli escrementi di alcuni animali). Io sono stato fisso all’Olifant e non conosco gli altri campi. Posso solo dire che a questo campo do 10 e lode. Sono stato in un bungalow, che non era nemmeno dei migliori, ed il livello è pari a quello di un hotel 3 stelle. Non c’è TV ne Internet e non ne ho sentito la mancanza. Il telefonino riceve bene. Spazioso, pulito, con verandina e tavolo fuori, frigo, bagno in camera con acqua calda. Pulizia quotidiana che, come dappertutto, in Sudafrica è a cura di robuste signore di colore che fanno veramente bene il loro lavoro e sono gentilissime. Nel campo inoltre c’è un ristorante con prezzi ragionevolissimi e una vista mozzafiato. Un market/negozio di souvenir con prezzi accettabilissimi. La reception, come ho detto prima. Il benzinaio. La lavanderia comune. Tutto insomma, dentro un grande recinto difeso da una rete elettrica che viene aggirata solo dalla scimmie che, se non si sta attenti, fanno incetta del cibo dei turisti più sprovveduti. Tutti i prezzi (pernottamento, tassa di soggiorno, attività, si trovano sul sito di Sanparks con un po’ di pazienza!).

7. Oltre ai parchi c’è tutto un mondo che non si vede se si prende l’aereo da Johannesburg a Nelspruit (per visitare il Kruger) e da li a Cape Town o da qualche parte nella Garden Route. La stessa Wild Coast, soprattutto arrivandoci, da un’idea un po’ più precisa di come sia il Sudafrica e di come viva la maggior parte della popolazione. Quindi, consiglio anche di visitare una Township (con una guida che spieghi qualcosa e consenta di entrare nelle case; gli ostelli normalmente organizzano queste cose e anche gli uffici del turismo che sono diffusi e non mancano mai nei centri un po’ importanti).

8. Partite con molto spazio in valigia perché ci sono tante cose interessanti da comprare. L’artigianato locale è vivo e autentico. Poche cineserie, tanti oggettini fabbricati davanti a voi e altro ancora (ad es.: vino – da visitare una cantina o due sia nella zona di Stellenbosch che di Hermanus; ce ne non tante e parecchie offrono degustazioni – per dettagli chiedete in hotel/B&B/Ostello).

9. Sicurezza. Dopo essere stato in Cina, dove mi sentivo sicuro anche nei meandri degli Hutong di Pechino (sorvegliatissimi da poliziotti in borghese e in divisa, telecamere e chissà che altro), qua in Sudafrica, secondo me, si è un po’ più esposti; anche se credo che i sudafricani siano un po’ paranoici da questo punto di vista. A Johannesburg non ci ho messo piede per questo motivo. Nei vari paesini, in questo periodo dell’anno, la vita notturna era inesistente, quindi non mi sono posto il problema (durante il giorno pare che tutti i luoghi siano “safe”). A Cape Town ci si circolava a piedi anche la sera, ma solo nelle zone più mondane (es.: long street, e waterfront), gli altri posti erano “off limits” in seguito alle ripetute raccomandazioni dei gestori dell’ostello, dei tassasti e di una guida locale (che ci ha fatto fare una bella passeggiata diurna in città – prenotata tramite l’ufficio del turismo, poi ho notato che la consiglia anche una guida turistica).

10. Costi. Il Sudafrica ha un costo della vita basso per un turista occidentale. Se ci si vuole trattare bene si trova da dormire in ottimi B&B per 50 euro a notte con colazione (…di quelle che ti fanno saltare il pranzo); altrimenti si trovano ostelli con doppia con bagno per meno (30/40 euro). Infine, se ci si adatta ad avere il bagno in comune si spende proprio una miseria (parlo sempre di doppie). Per mangiare … si va proprio alla grande: pesce e carne cucinato in modo semplice e con le loro salsine (non ci si aspetti la cucina italiana!). Però, per esempio, si cena in due con una T-bone da mezzo kilo e la birra a 10-15 euro. Se si va da Ocean Basket, per pochi euro in più ci si sazia di gamberoni e calamari. Insomma la scelta è ampia e i prezzi sono veramente invitanti. Il vino e ottimo e costa poco (un bicchiere sono 25 cl e costa 2/3 euro). La birra (Castle, che sarebbe la birra locale più diffusa) costa pochissimo ed è ottima.

11. Temperatura: varia da nord a sud. Il nord (credo quasi tropicale) è secco d’inverno (quindi anche in settembre), caldo di giorno e freddo di notte (si va in giro comunque in bermuda se si vuole). All’alba e al tramonto ci si deve vestire da inverno perché c’è molto freddo (soprattutto in giro al Kruger sulle jeep dei ranger!). A sud c’è molto vento, freddo e pioggia (come a marzo qua in Italia, anche se all’ora di pranzo ci possono essere dei picchi di calore piacevoli).

Mi pare di aver scritto quanto mi ero ripromesso e di aver un po’ ecceduto. Spero ci siano delle informazioni utili.

Buon viaggio.



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