Sudafrica fai da te in gruppo family
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Il Sudafrica è forse il paese “meno africano” del continente. In ogni caso è pieno di fascino e cose interessati da fare e vedere: non solo i parchi (più di 300 – ottimamente gestiti dall’ente nazionale SAN www.sanparks.org più innumerevoli (e costose) riserve private) ma anche belle città (nelle quali occorre stare attenti), musei, attività, paesaggi bellissimi, fauna variegata (dai pinguini e balene ai “big Five” senza contare uccelli unici per i birdwatchers) e per concludere la giornata di viaggio, locali molto accoglienti con buon cibo e birra a buon prezzo.
E’ un paese ricchissimo di risorse naturali (è il più grande produttore mondiale di minerali non energetici e possiede un’immensa ricchezza mineraria; il Paese detiene le maggiori riserve di oro del mondo, c.a. 35%, e la principale area di estrazione è proprio intorno Johannesburg (50 miniere). E’ inoltre il primo produttore mondiale di platino (c.a. 60 % delle riserve mondiali) senza contare l’industria del diamante, ed è il quinto produttore mondiale di carbone)
Ha una superficie di c.a. 1,2 M mq (4 volte l’Italia), 50 M di abitanti ed un PIL pro capite di c.a. 8.5 k€ (40% vs italia)
E’ in generale un paese molto organizzato: quasi ovunque è possibile pagare con carta di credito, e le strutture ricettive, dotate di servizio wifi (quasi sempre gratuito) sono facilmente prenotabili via internet. La copertura cellulare è molto buona e le mappe per i navigatori GPS per cellulare sono aggiornate.
Infine, è il paese natale di Nelson Mandela, uomo unico nella storia mondiale.
In sintesi, un paese “easy” dove occorre comunque girare con attenzione … e buona capacità di memoria nelle SD della macchina fotografica!
Informazioni utili e costi
Il visto turistico si ottiene all’arrivo all’aeroporto (gratis) e per noleggiare e guidare l’auto basta la patente italiana (la guida è a sinistra).
Nelle città occorre girare con attenzione (non meno che in alcuni quartieri delle città italiane e con molta più presenza di polizia rassicurante in giro). Non bisogna lasciare nulla in vista nelle auto parcheggiate (neanche una T-shirt, sciarpa, berretto). La vista delle mura di recinzione delle case con filo spinato e reti elettrificate (oltre alle guardie notturne ed i cartelli “armed response” che preannunciano le conseguenze in caso di violazione del domicilio) colpisce le prime volte (poi ci si abitua) ma è comunque un posto sicuro con bellissima gente: le persone di colore che hanno lottato per i propri diritti e gli “afrikaner” che con la loro grande “voglia di fare” hanno contribuito a creare un paese economicamente forte e molto ben organizzato.
L’orario è lo stesso che in Italia (in questo periodo) e le stagioni sono ovviamente invertite. A Capetown abbiamo trovato freddo (in particolare la sera serve pile & giacca a vento in questo periodo) vento e pioggia. Con lo spostamento verso il nord, la temperatura è salita ad abbiamo trovato un tempo splendido al Kruger (anche se la sera, la manica lunga è indispensabile).
Abbiamo avuto un cambio molto favorevole (1 euro (€) = 14 rand (ZAR) causa un lungo sciopero del settore minerario). In ogni caso i prezzi sono contenuti (confrontati con il costo medio Europeo).
Per il viaggio (prenotando a Gennaio per Agosto) abbiamo speso c.a. 600€ con Egyptair (Milano – Johannesburg con scalo al Cairo) più altri 200€ di voli interni (Johannesburg – Cape Tow con Kulula (low cost locale) e Port Elizabet – Durban con British Airways).
Per dormire, scegliendo prevalentemente guesthouse (prenotate con largo anticipo a causa della numerosità del gruppo) abbiamo speso c.a. 300 ZAR/gg per pax (inclusa la prima colazione).
Con pranzo a sacco (acquistando il necessario nei vari supermarket – Pick’nPay è la catena migliore) e cena con piatto unico (p.e. bistecca Tbone da 500 gm + Birra a 180 ZAR) per il vitto sono sufficienti altri 300 ZA/gg per pax (incluso 10% di mancia da dare al cameriere).
Abbiamo noleggiato due monovolumi Hyunday H1, prima con Europcar (prenotando su internet) e nella seconda parte del viaggio con Avis (direttamente all’aeroporto di Durban). Il servizio ed il prezzo Avis è stato migliore.
In auto abbiamo percorso c.a. 3500 km (parte1: CapeTown – Port Elizabeth, parte2: Durban – Johannesburg, incluso Swaziland e Kruger Park) spendendo in media 4 ZAR/Km – costo carburante c.a. 13 ZAR/litro.
Gli ingressi ai parchi costano c.a. 250 ZAR/adulto. Per le famiglie conviene comprare la Wild Card (3.120 ZAR che include l’ingresso di 2 adulti e 4 minori di 18 anni) e da il diritto all’ingresso a tutti i parchi gestiti dalla SAN (non alle riserve e parchi privati) per un anno intero. La convenienza è certa nel caso di famiglie di 4 persone, ma anche con figlio unico vale la pena acquistarla, se non altro per contribuire alla gestione dei parchi (che ripeto è ottima). E’ opportuno fare l’acquisto in anticipo via internet prima di partire, in modo da poterla utilizzare da subito e risparmiare le pratiche burocratiche. All’ingresso di ogni parco occorrerà esibire la ricevuta (ma in caso di smarrimento, basta il numero di passaporto del titolare) ed è sempre opportuno chiedere la copia della cartina solitamente omaggiata (al Kruger costa 35 ZAR ma li vale tutti perche si tratta di un piccolo libretto a colori pieno zeppo di informazioni utili).
In conclusione, a parte il viaggio aereo ed acquisti extra (souvenir – le borse e le uova di struzzo possono incidere tanto) mediamente abbiamo speso c.a. 900 ZAR/gg per pax per auto, vitto, alloggio ed attività (incluso il tour in italiano a Soweto).
Come guida di viaggio suggerisco la Rough Guides – Feltrinelli (Sudafrica. Lesotho e Swaziland) edizione italiana del 2013 (più aggiornata e completa della Lonely) alla quale rimando per tutti gli approfondimenti.
Diario di Viaggio
Abbiamo deciso di partire da Capetown per arrivare a Johannesburg, attraversando Swaziland e dedicando l’ultima parte del viaggio al Kruger Park. Quest’ultimo, da solo, vale il viaggio in Sudafrica ed è per questo che meriterebbe almeno 4 giorni / 3 notti. Ci si può addentrare girovagando casualmente, chiedendo gli ultimi avvistamenti interessanti (in tutti i campi ci sono le mappe con le indicazioni dei “Big” visti il giorno prima) ma sarebbe ancora meglio studiare attentamente il percorso da fare, analizzando appena arrivati con attenzione la dettagliata guida che si può acquistare all’ingresso del parco) Per agevolare la preparazione dell’itinerario, si può trovare un file pdf con la “ preview” in queste repository:
Https://mega.co.nz/#!asMyGDDD!DRHKEVun24lvQlmarEDWYB2vQVbHK5tsTINY6siqbfE
Https://www.dropbox.com/s/b9aseew6z9inpq1/kruger%20guide%20%28preview%29.pdf?dl=0
Di seguito una breve sintesi con le tappe del nostro viaggio viaggio (23 giorni), le principali località visitate (tra parentesi il numero di pagina della guida Feltrinelli) ed il nome delle migliori guesthouse nelle quali abbiamo pernottato (le recensioni sono facilmente reperibili su tripadvisor)
Giorno 1/2: Volo Milano – El Cairo – Johannesburg – Capetown (mer 23/7 – giov 24/7)
Siamo partiti alle 14:30 da Milano, ed arrivati a Capetown il giorno dopo alle 15:00 con sosta al Cairo (dove abbiamo incontrato gli altri componenti del gruppo provenienti da Roma) e poi a Johannesburg dove abbiamo preso un volo interno per Capetown, con una attesa di quasi 4 ore (durante le quali abbiamo anche comprato facilmente una SIM prepagata per le chiamate locali (Ci sono dei voli diretti a Capetown ma ad un prezzo maggiore).
All’arrivo a Capetown, abbiamo ritirato le auto all’aeroporto (non ci hanno dato le auto prenotate via web – minivan Toyota da 10 posti – ma dei Hyunday da 8+1 posti che però si sono rilevate migliori) e siamo arrivati al nostro primo hotel: il Bed &Breakfast La Rose, splendida (e consigliatissima) struttura con colazione inclusa, nel quartiere BoKaap (102).
Siamo stati accolti dal gestore del B&B, un Francese trasferitosi pochi anni fa’, ed abbiamo ricevuto il miglior consiglio possibile per Capetown: NON programmare le giornate con troppo dettaglio. Il tempo è talmente variabile (sia d’inverno che d’estate) che ogni cosa và decisa al momento.
In effetti eravamo intenzionati ad andare subito alle Table Mountain ma a causa delle nuvole che impedivano la visuale, e della chiusura della teleferica a causa del vento, abbiamo cambiato programma e dopo un po’ di relax, siamo andati a cena in ristorante vicino al B&B con musica dal vivo.
Giorno 3: Dintorni di Cape Town (ven 25/7)
Siamo andati in macchina a Cape Point (127) passando per Camp bay (118), facendo un giro per la bellissima strada Chapman’s Peak Dive (120), e le fotografie di rito ai pinguini a Boulders Beach (126). Siamo arrivati un po’ tardi a Cape Point (consiglio di arrivare a metà pomeriggio per goderlo meglio, occorre uscire entro le 18:00 e l’ingresso del parco è a c.a. 15 km dal capo di Buona Speranza) ma è stato molto bello fare le foto senza turisti (siamo stati gli ultimi ad uscire, quasi al buio) e lo spettacolo dei colori al imbrunire ed il mare tempestoso ha reso l’esperienza magnifica. Anche il nostro primo incontro con la fauna locale è stato “eccitante”: un gruppo di babbuini della colonia presente nel Old Lighhouse ci ha aggrediti (lo fanno con tutti i turisti in cerca di cibo, strappando le borse) e nel nostro caso il primate è riuscito anche ad aprire l’auto ed entrare in mezzo alle urla (divertiti?) dei nostri ragazzi.
Giorno 4: Visita di Capetown (sab 26/7)
Piaggia, freddo, e nuvole intorno alle Table Mountains ci hanno impedito di fare l’escursione (alla fine siamo andati via senza questa tappa … è un buon motivo per tornare!) ed abbiamo optato per un giro a piedi in Città. Distrit6 con il museo (101), Long Street (94), Pan African Market (96) (una piccola delusione).
A pranzo siamo andati in auto al Neighbourgoods Market (159) un mercato bellissimo che offre la possibilità di mangiare gran varietà di ottimi piatti pronti (ad ottimi prezzi) nelle bancarelle della sezione culinaria.
Poi siamo andati al Kirstenbosch Botanic garden (110) un bel giardino alla periferia ed abbiamo chiuso la giornata al Waterfront (104) con giro nella ruota panoramica, e cena al Ocean basket: ristorante di una catena franchising specializzato in pesce, con rapporto qualità/prezzo eccezionale.
Giorno 5: Winelands (dom 27/7)
Ultimo giorno a Capetown. La mattina siamo andati nuovamente al Waterfront: un gruppo ha visitato il Two Oceans Aquarium (106) ed un altro gruppo ha fatto un divertente giro in barca della Baia.
Con le Table Mountains sempre coperte, siamo partiti in auto verso le Winelands (Franschole (178)) dove abbiamo fatto un’ottima degustazione alla cantina “Grand Provence” (qualche altra degustazione sarebbe stata gradita, ma era domenica e le cantine erano quasi tutte chiuse – informazione da tener presente).
Abbiamo pernottato e cenato a Paarl (174) dove abbiamo assaggiamo la tipica cucina Boera.
Giorno 6: Le Balene a Hermanus (lun 28/7)
A Capetown (oltre alle Table Mountain) e non siamo andati a Robben island, In compenso, per dare un doveroso omaggio al Presidente Mandela siamo andati a visitare la Sua ultima prigione a Groot Drakenstein (176). Non siamo riusciti a visitare l’interno, ma il Responsabile delle Guardie ci ha intrattenuto sotto la statua di Mandela all’ingresso, raccontandoci un po’ della storia del Presidente (che aveva avuto il privilegio di incontrare personalmente) e diversi aneddoti, tra cui il fatto che la statua raffigura Mandela “che cammina” fuori dal carcere, perche al Suo ingresso nel carcere di massima sicurezza di Robben island, Mandela era stato “avvertito” che non sarebbe mai uscito “in piedi” dal carcere (circostanza non nuova nel periodo, il caso di Biko è un noto esempio). Mandela il giorno della liberazione, fece fermare il convoglio delle auto e volle uscire “camminando” dal carcere andando incontro alla folla che lo aspettava, prima di andare a Johannesburg (la statua rappresenta appunto tale momento).
Siamo arrivati a Hermanus (203) per pranzo al Harbour Rock, ed abbiamo fatto il Cliff Path Tour armati di binocolo … ma nessuna balena: eravamo solo all’inizio della stagione ed anche se normalmente si possono fare avvistamenti dalla riva (comodamente seduti in panchina) abbiamo deciso di organizzare sul posto una uscita in barca.
Abbiamo pernottato nell’ottimo Whale Rock Luxury Lodge ad un prezzo eccezionale il miglior pernottamento delal vancanza (è anche situato vicino al porto da dove partono le barche per l’avvistamento in mare)
Giorno 7: Whale Watching (Hermanus – Mossel Bay) (mar 29/7)
Abbiamo dedicato la giornata alla ricerca delle balene. L’uscita mattutina in barca (alle 8:30 briefing informativo e partenza effettiva alle 9:00 con ritorno alle 11:30 con the whale watchers www.hermanuswhalewatchers,co.za) ci ha consentito di vedere e fotografare le balene (in particolare il lato B con la coda che entra in acqua, decisamente più fotogenico).
Siamo poi partiti per la baia De Kelders (205) e poi siamo andati al parco De Hoop natural Reserve (212). Paesaagi molto belli, dune e sabia, ma niente balene!
Abbiamo pernotatto a Mossel Bay (215) al Santos Express (un treno trasformato in ostello) e cenato a base di pesce al KingFisher (consigliato dalla guida – ottima scelta). Abbiamo anche portato il nostro vino e, ovviamente, nessun problema (non hanno neanche addebitato il diritto di tappo).
Giorno 8: Struzzi a Oudtshoorn (mer 30/7)
Siamo partiti in direzione Oudtshoorn, facendo la Garden Route (214) con tappa alle Cango Caves (192): si tratta di belle grotte che possono essere visitate con due percorsi: uno standard (bello e tranquillo – si possono fare belle foto, conviene portate un obiettivo luminoso) ed un altro “adventure” MOLTO impegnativo, che và fatto senza zaini/macchine fotografiche e prevede passaggi difficili in cunicoli molto stretti.
Dopo il pranzo fatto fuori alle caverne con le provviste comprate nei giorni precedenti al primo Pick’n pay trovato (il supermarket preferito per prezzo con anche buona offerta di vini) siamo andati a visitare una fattoria di struzzi (la Highgate Ostrich Show Farm http://highgate.co.za/ ) dove abbiamo fatto un giro molto interessante di formazione e presentazione, e concluso con la cavalcata degli struzzi (prima i nostri ragazzi e poi abbiamo assistito ad una corsa vera).
Abbiamo pernottato al Haroo Soul Travel Lodge e cenato al Ristorante Nostalgie.
Giorno 9: Elefanti a Port Elizabeth (gio 31/7)
Dopo alcuni acquisti di oggetti in pelle di struzzo (particolarmente pregiati a prezzi molto interessati) siamo andati al Elephant Sanctuary a Plettenberg Bay (239 – http://www.elephantsanctuary.co.za/cragsabout.htm) dove si può fare un giro molto interessante (e consigliato) per conoscere i pachidermi ed anche una veloce cavalcata (un po’ meno interessante). Si tratta di una attrazione un po’ costosa (475 ZAR il tour di 1h e 475 ZAR la cavalcata di 7 minuti) che merita anche per il costesto (sono Elefanti salvati dall’eliminazione).
Siamo poi andati a Port Elizabeth (308) dove abbiamo fatto base per 2 notti al Tree Tops Guest House, molto buona e vicina all’aeroporto. La prima sera abbiamo cenato al “collaudato” Ocean Basket (una garanzia).
Giorno 10: Elefanti al Addo Elephant Park (ven 1/8)
Siamo partiti di buon’ora per andare a fare il safari in auto in questa riserva (la wild card è valida) nota per l’enorme quantità di Elefanti presenti a c.a. 1h e 30 da Port Elizabeth. Noi siamo entrati dall’uscita 2 e poi alla chiusura (ore 17:00) ci siamo fermati al campo principale per andare via uscendo dal main gate,
Il numero di elefanti visti è stato impressionante: siamo stati quasi due ore in una pozza ad osservare (e fotografare) circa 50 elefanti grandi e piccoli che giocavano tra di loro: un servizio di Nationa Geografic Channel … “live”.
Abbiamo cenato a Port Elizabeth al “The Coachman” consigliato dal gestore della Guest House.
Giorno 11: Aereo per Durban (sab 2/8)
Dopo aver fatto il pieno di carburante e fatto lavare le auto prima della consegna (conviene farlo, pagando 15 ZAR si risparmiano 350 ZAR di “vallet” quando le auto vengono consegnate in condizioni diverse dal “normal duty” e siccome i giri nei parchi sono impegnativi, conviene lavarle) abbiamo preso un volo interno da Port Elizabeth a Durban (British Airways – prenotato con anticipo).
A Durban, in un aeroporto eccezionale e tenuto in maniera impeccabile (l’aeroporto più “africano” che abbiamo visto in questo viaggio si trova a Malpensa) abbiamo ritirato le nuove nuove auto ed icontrato gli ultimi componenti del gruppo per la seconda parte del viaggio.
Avevamo prenotato con Europcar dei minivan da 10 posti, ed avendo inviato diverse mail dopo il nostro arrivo in SA per confermare che volevamo questo tipo di auto, le abbiamo effettivamente trovate … ma si sono rilevate scomode perche avevano un bagagliaio troppo piccolo.
Abbiamo quindi verificato la disponibilità presso AVIS che ci ha noleggiato le stesse Hyunday H1 della prima parte dle viaggio (8+1 posti) ma più potenti, con cambio automatico ad un prezzo minore. Anche qui niente navigatore perche il GPS dei cellulari andava benissimo (abbiamo collaudato e siamo molto soddisfatti del navigatore incluso nel Nokia Windows Phone che funziona anche offline e consente di scaricare mappe e POI).
A Durban (360) abbiamo prenotato in diversi B&B, non eccezionali ma in una zona tranquilla (non abbiamo trovato posto tutti insieme). Nonostante quanto indicato nella guida che sconsiglia la zona del lungomare possiamo confermare che dopo il Mondiale è stato fatto un buon lavoro di riordino per cui a Durban in realtà conviene pernottare in una delle innumerevoli strutture presenti nell’ampio lungomare, prevedendo anche una cena fronte mare.
Giorno 12: Zululand / Eshowe (dom 3/8)
Dopo un giro di Durban (360) in auto, siamo partiti per Eshowe (431) dove abbiamo partecipato ad una “healing ceremony” guidati da una guida locale con un tour organizzato dalla Zululand Eco Adventures (http://www.zululandeco-adventures.com/).
E’ stato un tour molto originale e verace, poco turistico, che ci ha consentito di vedere da vicino gli attuali “zulu”. La cerimonia nella quale una sacerdotessa “cura” i mali delle persone che la vanno a trovare si è tenuta in un villaggio non lontano da Eshowe ma comunque a c.a. 45 minuti di viaggio in auto per cui abbiamo visto dei paesaggi bellissimi (poco antropizzati) e toccato l’accoglienza dei locai che, non vedendo turisti molto spesso, salutavano e dispensavano sorrisi accettando senza problemi di farsi fotografare. Al ritorno abbiamo accompagnato la guida al Suo villaggio dove c’era il secondo giorno di festeggiamento di un matrimonio ed abbiamo assistito ad alcuni balli rituali.
Questo tour ci ha fatto vivere l’esperienza più “vera“ di tutta la vacanza proprio perché la meno turistica.
Abbiamo dormito nell’ottimo B&B Birds of Paradise, con colazione (da favola) inclusa.
Giorno 13: Ippopotami a St. Lucia (lun 4/8)
Trasferimento da Durban a St Lucia (415 – tempo di percorrenza c.a.2,5 ore) dove abbiamo fatto un Hippo Tour: bel giro in barca per l’avvistamento degli ippopotami che, beatamente trascorrono la giornata in acqua. E’ consigliato fare il giro pomeridiano in modo da poter godere il “sunset”.
Nella cittadina abbiamo dovuto cambiare una delle auto (problemi con il radiatore) verificando l’ottima efficienza dell’assistenza AVIS.
Ci siamo fermati 2 notti, pernottando nella Guest house Avalon.
Giorno 14: Parco Cape Vidal (mar 5/8)
Giornata di Relax nel parco privato Cape Vidal (417) con spiaggia spettacolare nell’Oceano Indiano dove i nostri intrepidi ragazzi hanno fatto il bagno (eravamo in “pieno” inverno) anche se l’acqua delle docce presenti nel campo era più fredda di quella dell’Oceano.
La cosa più spettacolare della giornata è stata comunque l’incontro con un (raro) esemplare di Rinoceronte Nero all’interno del parco, prima della spiaggia.
Giorno 15/16: Hluhluwe Imfolozi Park (mer 6/8 – giov 7/8)
Da St Lucia siamo andati al vicino parco Infolozi (417) (ingresso incluso nella Wildcar) dove abbiamo pernottato due notti nel Hilltop camp Resort, prenotato e pagato in anticipo tramite l’agenzia Amatikulu tours (http://www.amatikulu.com/)
Lungo il viaggio abbiamo fatto una gradita sosta (anche per fare benzina) nella cittadina Mtubatuba (410) per visitare il mercato (qui la popolazione era più abituata ai turisti, per cui chiedevano un compenso per essere fotografati).
Il parco Infolozi è molto più piccolo del famoso Kruger ma non meno spettacolare: abbiamo visto splendide giraffe e rinoceronti (oltre alle innumerevoli antilopi).
La prima sera abbiamo fatto il nostro primo BRAAI (grigliata) utilizzando l’area attrezzata davanti ad ogni lodge, nonché le attrezzature della cucina. La carne l’abbiamo comprata prima di entrare nel parco (ed abbiamo fatto bene perchè il market del campo era sprovvisto).
In questa occasione uno dei componenti del gruppo ha fatto sfoggio e dimostrazione della propria conoscenza delle tecniche di accensione e gestione della brace (anni di boyscout non sono trascorsi in vano) ed abbiamo ottenuto come risultato finale una grigliata spettacolare, accompagnata da ottimo vino rosso Sudafricano (Syrah e Cabernet).
Per completare le emozioni, il giorno dopo durante il safari con le nostre auto abbiamo avvistato un gruppo di leoni che sbranavano un bufalo vicino alla strada.
La sera abbiamo alcuni hanno fatto un “sunset safari” organizzato dal campo (300 ZAR dalle 17:00 alle 20:00) a bordo di jeep aperte e molto alte. Non abbiamo avvistato molti animali (a parte qualche giraffa) ma l’esperienza del giro a notte fonda fuori dal campo (che non si può fare con le proprie auto) è stata comunque bella (nonostante il freddo).
Al ritorno, abbiamo cenato a buffet nel ristorante del Campo.
Giorno 17/18: Swaziland (ven 8/8 – sab 9/8)
Rientrando verso Nord (direzione Kruger) abbiamo attraversato lo Swaziland, dove abbiamo pernottato nella eZulini Valley (633).
Sono da segnalare le burocratiche procedure doganali di uscita dal Sudafrica ed ingresso in Swaziland (c.a. 1 h) durante le quali si paga la tassa d’ingresso (accettano anche i Rand sudafricani) con lente e noiose procedure di rito.
Siamo arrivati alle 13:00 a Manzini (639) che non è la capitale (Mbabane 630) ma è una città molto movimentata. Abbiamo visto il mercato di Mhlakuvane st, dove abbiamo fatto buoni acquisti di stoffe disegnate e poi abbiamo pranzato allo Swazi Candles Craft center (639) che si trova a poca distanza, lungo la strada MR4; si tratta di un centro con diversi negozi di souvenir: non ci sono solo le bellissime candele fabbricate nel paese (swazicandles,com) ma anche ottimi batik (baobab-batik.com) e diversi altri negozi e bancarelle con oggetti d’artigianato locale.
Nonostante avessimo prenotato al Sendzela backpaper lodge all’interno di una riserva (Mliwane Wildlife Sanctuary) quando siamo arrivati abbiamo scoperto che non avevano rispettato la prenotazione (è stato l’unico caso in tutta la vacanza).
Delusi ed adirati, siamo andati al Backpapers legend (consigliato anche dalla guida p. 634) dove siamo stati molto bene.
Il giorno dopo siamo andati al vicino Mantenga Cultural Village (635) dove abbiamo visitato un “tipico” villaggio ed assistito ad uno spettacolo di balli tribali molto bello ed intenso. Anche se “ad uso e consumo dei turisti” il luogo merita la visita. Non abbiamo fatto altre visite a villagi locali (comunque presenti e consigliati dalla guida) ma siamo andati direttamente al Kruger facendo la strada che passa per Mbabane (su consiglio del titolare del ostello percorrendo in auto c.a. 4 ore incluse le pratiche doganali in uscita che sono state molto più celeri).
Giorno 18/19/20: Kruger National Park (sab 9/8 – dom 10/8 – lun 11/8)
Nel pomeriggio del giorno 17 siamo arrivati al tanto desiderato Kruger Park (551) dove abbiamo pernottato solo 3 notti: 1 al campo Berg-en-dal (555) e due al Olifants (558)
Per poter dormire nelle strutture del Parco, occorre prenotare con anticipo tramite web (con pagamento anticipato con carta di credito) ma vale assolutamente la pena.
C’è poco da dire sul parco: è semplicemente spettacolare, ottimamente organizzato, ben curato, con limiti di velocita molto rigidi (50 km/h controllati con i radar ma il tempo di spostamento è meglio ipotizzare 25 km/h come dalla tabella di sintesi presente nella guida (vedi preview pdf citata prima). I campi hanno tutti un market (con carne e carbonella per il braai) con vino e birra a volontà, mentre i lodge hanno cucine attrezzate; c’è la lavanderia (a gettoni ma c’è anche del personale che, con una mancia, aiutano a gestire il bucato). Ovviamente nei campi ci sono anche i ristoranti, che accettano pagamento con Carta di Credito. E’ molto grande (quanto Lombardia e Piemonte insieme) ma ci sono diverse aree di sosta con bagni e caffè oltre a zone attrezzate per il picnic. In alcune ci sono anche le piscine.
Ma la cosa spettacolare sono i bellissimi paesaggi e gli animali (abbiamo visto giraffe, bufali, antilopi, rinoceronti, coccodrilli, ippopotami, leoni ed alcuni di noi anche un leopardo) che possono essere avvistati, senza alcuna regola certa, sia lungo le strade asfaltate che lungo le strade sterrate (battute – non occorre il fuoristrada) prevalentemente al mattino presto e nel tardo pomeriggio (anche se il Leopardo, che ha candidamente attraversato la strada asfaltata prima di salire sull’albero, è stato avvistato alle ore 15:00).
Il miglior consiglio è quello di prendere la guida all’arrivo e di cercare di arrivare al primo campo (ed in generale a tutti i campi) campi non troppo tardi (cos’ è possibile godersi anche il campo). Vale la pena dedicare un po’ di tempo a studiare i percorsi, cercando le pozze (molto ben indicate nelle mappe) e verificando nel campo le mappe con le indicazioni degli ultimi avvistamenti.
Poi, nel rispetto delle regole che prevedono che non si può scendere dall’auto (tranne nelle zone autorizzate) affidarsi alla sorte con la certezza che lo spettacolo merita il viaggio (e fa inesorabilmente venire il “Mal d’Africa” al rientro a casa).
Giorno 21: Blyde River Canyon (mar 12/8)
Siamo partiti la mattina dal campo Olifants, godendo ancora il parco per andare al Blyde River Canyon (538) utilizzando la strada che passa per Nelspruit.
Siamo andati a vedere la God’s Window (538) che non ci ha entusiasmato, mentre il panorama del Three Rondavert (538) è molto bello.
Abbiamo pernotatto a Graskop (537) in un ostello carino ma scomodo (Valley View backpapers) ed abbiamo cenato al God’s Window Restaurant, locale piccolo, con cucina tipica e bellissimo ambiente, che prevede solo pagamento in contante (unico caso in tutta la vacanza).
Giorno 22: In viaggio per Johannesburg (mer 13/8)
Siamo partiti la mattina presto (e quindi non è stato possibile assaggiare le famose frittelle di Graskop) e dopo c.a. 5 ore di viaggio siamo arrivati a Johannesburg.
Siamo andati al nostro Hotel (motel Mi PI Chi – molto bello e sicuramente da consigliare) situato a Melville (tranquillo quartiere di Josburg) e dopo aver lasciato i bagagli e parte del nostro equipaggio siamo andati a restituire le auto. Abbiamo fatto il pieno ma non il lavaggio, e ciò ci è costato 350 ZAR di spese “vallet” per ogni auto, per il ricondizionamento (erano effettivamente abbastanza “vissute”).
Siamo ritornati in hotel con un taxi e, dopo aver ultimato i preparativi per il giorno seguente (ultimo giorno di permanenza) siamo andati a cena (a piedi) in un ristorante vicino (Lucky Bean – bello e buono!)
Giorno 23: Tour a Josburg – Soweto e partenza per Milano (giov 14/8)
La colazione del MiPiCHi Motel è stata ottima ed alle alle 8:30 abbiamo incontrato Sandra, la nostra guida per l’ultimo giorno in Sudafrica, che con pullman dedicato completamente a noi ci ha portato in giro per Johannesburg e Soweto facendo un bel tour in italiano (molto apprezzato anche dai ragazzi). Sandra lavora nella Tour essenze (mail: sorrenti@worldonline.co.za https://www.facebook.com/TourEssenceBySandra/info e ci ha portato a vedere il Centro di Josburg (la zona del Ministero delle Miniere) e poi ci ha accompagnato a Soweto dove ci ha spiegato e presentato la township, ci ha fatto visitare il museo Hector Pieterson e la casa di Mandela, e ci ha fatto pranzare al Sakhumzi Restaurant (tutto incluso nel tour). Siccome avevamo concordato anche il transfer all’aeroporto, fino alle 17:00 ci ha accompagnato ad un mercato di artigianato africano.
La scelta di avere un pullman che ci ha accompagnato tutto il giorno, dove abbiamo potuto lasciare (senza rischi) tutte le nostre borse per poi andare direttamente all’aeroporto (dove ci aspettava il titolare dell’agenzia per salutarci) è stata ottima, ed abbiamo cosi avuto la perfetta conclusione di un viaggio intenso ed affascinante.
Il Volo Air Egypt Johannesburg – El Cairo – Milano, partito in orario alle 20:45 ci ha fatto arrivare il giorno dopo (Ferragosto) a Milano alle 14:00.