Sudafrica fai da te 6

Due settimane in Africa
Scritto da: pacio
sudafrica fai da te 6
Partenza il: 02/08/2010
Ritorno il: 17/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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02/08/2010

Si parte. Ci aspetta il volo dell’Afriqiah Airways, compagnia libica, prenotato circa un mese fa. Si va a Malpensa, poi scalo a Tripoli ed infine eccoci a Johannesburg. E poi coincidenza per Cape Town. Questo, almeno, sulla carta. Nei fatti si va a Tripoli e ci si ferma un bel po’…. 4 ore di ritardo il volo per Johannesburg e quindi attesa di otto ore nella sala di attesa dell’aeroporto di Tripoli. Sala di attesa che non consiglio a nessuno. Molta gente e molta sporcizia, e i bagni…… Bambini che fanno i loro bisogni e adulti che fanno le abluzioni in ogni posto dove ci sia acqua: il risultato è un acquitrino generale.

Nell’attesa viene annunciato il volo per Parigi, in ritardo di ben 12 ore, e la sala d’attesa esplode in un boato e in applausi scroscianti. Qualcuno aggiunge “in Africa si applaude quando si parte, non quando si arriva”. Alla richiesta di notizie su quando è previsto il nostro volo, la risposta è: “in Africa, si parte quando si parte”…ottimo inizio…

Il risultato di questo ritardo è la mancata coincidenza a Johannesburg con il volo per Cape Town. Comunque, tutto va bene, l’importante è essere in vacanza.

03/08/2010

Arriviamo a Johannesburg e cambiamo il biglietto aereo per Cape town, prenotato con la South Afrcan Airways. Arriviamo a Cape Town e ritiriamo l’auto da europcar, prenotata dall’Italia tramite enoleggioauto.it. Sole, senza vento, 20°C.

Siamo stanchi ma felici.

Passeggiata in centro e al Waterfront, dove ci fermiamo per la cena.

Pernottamento a Villa Costa Rose: si trova a Sea Point, non in pieno centro. Abbiamo pernottato nella Garden Suite, staccata ma adiacente all’edificio principale. La camera è abbastanza spaziosa e pulita, ma un po’ umida. Il proprietario molto gentile e cordiale. Buona colazione.

04/08/2010

Ci attende la visita a Robben Island. Partenza con il traghetto alle 9, dal porto del Waterfront. I biglietti li avevamo comprati tramite internet dell’Italia. Arrivati a Robben Island, veniamo trasferiti su un pullman per fare il giro dell’isola. Sosta per fare le foto ai pinguini che abitano l’isola, in prossimità del faro, per fotografare Cape Town e la Table Mountain, e alla cava dove i detenuti erano sottoposti ai lavori forzati.

Infine visita guidata della prigione che ha visto, fra gli altri, incarcerato per diversi anni Nelson Mandela. La visita viene guidata da un ex detenuto, che racconta le dure condizioni di trattamento a cui erano sottoposti i prigionieri. Il racconto dell’ex detenuto, ora guida, è pieno di pathos, ma purtroppo risulta poco comprensibile a noi, causa il suo inglese stretto e la nostra conoscenza della lingua a livello scolastico. La visita della prigione è molto interessante, anche se un po’ veloce. A mezzogiorno rientriamo al Waterfront e ci fermiamo a pranzo. La temperatura è ottima, il sole scalda l’aria e non sembra di essere in inverno. Pranziamo infatti in maglietta e all’aperto.

Iniziamo il pomeriggio facendo shopping al Waterfront e, verso le 16.30 ci dirigiamo verso la Table Mountain, in modo da essere in vetta per l’orario del tramonto che è previsto verso le 18.

La salita la effettuiamo con la Cableway, funivia giravole che durante la salita permette la vista del panorama a 360°. Da quassù la vista è spettacolare: si domina tutta la città di Cape Town, con i quartieri affacciati sull’oceano di Sea Point, Clifton e Camps Bay. In lontananza, nella baia, si vede anche Robben Island. Incontriamo anche il primo animale caratteristico del luogo: il dassie, un incrocio fra una marmotta e un castoro.

Alle 18 la Cableway chiude e quindi bisogna scendere. Ci dirigiamo a Camps Bay per cenare con vista sull’oceano. Cena a base di pesce al ristorante ‘The Kove’ a base di pesce e con coperta di lana sulle gambe per ripararsi dal freddo della sera. Infatti di giorno il sole è caldo e si gira tranquillamente in maglietta, mentre la sera ed al mattino fa abbastanza freddo ed è meglio coprirsi. Cena a base di kingklip, pesce preferito dai sudafricani.

Pernottamento a Villa Costa Rose.

05/08/2010

Colazione e poi via, di corsa verso il Castello di Buona Speranza, per vedere la Cerimonia delle Chiavi che si svolge alle 10 del mattino. Dopo aver visitato il Castello (niente di che), facciamo una passeggiata in centro a Cape Town, passando per i giardini botanici della città. Visitiamo anche il quartiere di Bo Kaap, zona musulmana della città, situato ai piedi della Table Mountain, caratterizzato da graziose casette multicolore e da vie in acciottolato. Essendo l’ultimo giorno di permanenza a Cape Town, ci dirigiamo nuovamente verso Camps Bay, per ammirare nuovamente l’oceano, saggiare con i piedi la temperatura dell’acqua, lasciare che la fresca brezza ci accarezzi i capelli e ci metta qualche brivido, ammirare i surfisti che cavalcano le onde a Clifton Beach. Il tutto dominato da quella splendida dorsale montuosa conosciuta come ‘I 12 Apostoli’. Il paesaggio è splendido: il fragore dell’oceano che si infrange sugli scogli e sulla spiaggia, le montagne alle nostre spalle che il sole, man mano che scende, rende di un sognante colore rosato, le evoluzioni di intrepidi surfisti che, noncuranti delle acque fredde, cavalcano le onde, e noi lì, fermi sugli scogli, cercando di respirare e di trattenere dentro di noi tutta questa meraviglia. Nel frattempo il sole, incurante di tutto questo, scende e si inabissa, regalandoci un magnifico tramonto sull’oceano.

E mentre la giornata volge al termine, anche il lungomare si anima. Parcheggiatori abusivi, venditori ambulanti, atletici runners cominciano a riempire la zona.

Noi, dopo aver acquistato una tela da un ragazzo e dopo avere fatto la fotografia insieme a lui, ce ne andiamo, non senza un piccolo senso di dispiacere, con la consapevolezza di essere stati in una delle più belle spiagge da noi mai viste.

Rientriamo a Cape Town e ci dirigiamo nuovamente a cena al Waterfront.

Pernottamento a Villa Costa Rose.

06/08/2010

Colazione e Partenza verso Cape Point, il punto più sudoccidentale dell’Africa. Nel tragitto verso Cape Point, facciamo una prima sosta a Hout Bay per un’escursione in mare verso Seal Island, isole delle foche. Il tragitto verso l’isola dura circa 20 minuti, ed in prossimità dell’isola, che non è altro che un agglomerato di scogli affioranti dall’acqua, il mare si fa un po’ turbolento e l’imbarcazione ci fa ballare un poco. L’isola è colma di foche, sdraiate a prendere il sole o in acqua a cercare il cibo per il pranzo. Ci fermiamo qualche minuto per le fotografie di rito e poi rientriamo al porto.

Riprendiamo la nostra auto e ci dirigiamo nuovamente verso sud, percorrendo un tratto di strada panoramica conosciuto come Chapman’s Peak. Arriviamo al parco di Cape Point. Paghiamo l’ingresso e ci dirigiamo verso il Capo di Buona Speranza. Lungo la strada incontriamo qualche struzzo intento a mangiare e a curiosare fra le auto dei turisti. Parcheggiamo l’auto e ci fotografiamo con il cartello che segnala il Capo e con lo sfondo dell’oceano che si infrange sugli scogli. Ripartiamo alla volta di Cape Point. Al parcheggio ci attendono i babbuini. La funicolare per salire al faro è fuori servizio, così saliamo a piedi. Lungo il sentiero bellissima è la vista del Capo di Buona Speranza e di Cape Point. Pranziamo qui in terrazza (non un granché) e ripartiamo alla volta di Hermanus.

Facciamo sosta a Simon’s Town per vedere i pinguini africani a Boulder’s Beach. La zona è tenuta molto bene, con una piacevole passeggiata nel verde che unisce la spiaggia dedicata agli uomini a quella esclusiva per i pinguini. Ce ne sono moltissimi, sia nascosti sotto la vegetazione, sia sulla spiaggia (magnifica, beati i pinguini…).

Essendo venerdì, ormai tardo pomeriggio, ci attende una lunga coda, in quanto molta gente si sposta da Cape Town a Hermanus per trascorrere lì il fine settimana. Arriviamo a Hermanus verso le 20, dove ci attende la proprietaria della Whale View Guest House. Essendo noi in ritardo, la signora, molto gentile, ci ha già prenotato, per la cena, un tavolo in un locale molto carino nel centro del paese.

Cena al Mediterrea: ottimo.

Pernottamento al Whale View Guest House: direttamente sull’oceano. Si dorme con il suono delle onde che si infrangono sugli scogli. La guest house è meravigliosa. Completamente arredata con il colore bianco, è molto pulita ed accogliente. La colazione (ottima) con vista direttamente sull’oceano è impagabile. La proprietaria, prima di partire il mattino dopo, ci scatta una fotografia con lo sfondo dell’oceano, che ci consegna insieme al conto ed al suo biglietto da visita. Il miglior posto, dove abbiamo pernottato.

07/08/2010

Mentre Nadia si fa la doccia, io esco… non posso stare lì rinchiuso fra le quattro mura della camera, sapendo che fuori c’è quel meraviglioso spettacolo che mi aspetta: l’oceano si infrange proprio davanti a noi. Così vado a fare una passeggiata sugli scogli in riva al mare, soffermandomi qua e là, ad osservare la potenza ed il fragore delle onde. Dopo la colazione, salutiamo la guest-house e ci dirigiamo in centro ad Hermanus, nella speranza di vedere le balene in sosta nella baia. Facciamo una camminata sul lungomare, ma di balene neanche l’ombra. Decidiamo di andare in centro al paese per dare un’occhiata ai negozi ed alle bancarelle di souvenirs. Mentre stiamo passeggiando, dal lungomare giunge il suono del corno del Whale Watcher. Il Whale Watcher ha il compito di controllare la baia e, quando avvista una balena, suono il corno per avvertire i turisti della sua presenza. Ed infatti verso le 12 compare una balene nella baia, ma non è molto vicina alla costa e, dopo una fugace apparizione, si inabissa. Un pochino delusi, ripartiamo verso Knysna, con l’intenzione di fare una sosta al De Hoop National Park. Prima di arrivare a Swellendam, deviazione verso il parco. La strada non è delle migliori; sono circa 50 km di sterrato, circondati da vaste distese di colline e di mucche, con poche persone e abitazioni. Giunti all’ingresso del parco, ci dirigiamo verso la spiaggia per vedere le dune di sabbia bianca per cui è famoso il De Hoop NP. Purtroppo il tempo oggi è nuvoloso e quindi le enormi dune non sono di quel bianco abbagliante che ci aspettavamo. Lo spettacolo è comunque magnifico: noi, le dune e pochissimi altri visitatori. E, con grande sorpresa, al largo della costa, 7 o 8 esemplari di balena deliziano la nostra visita con continui movimenti e spruzzi. Un’emozione unica dettata dal loro lento e armonioso movimento alternato da spruzzi d’acqua verso l’alto e da pinnate sull’acqua. Guardiamo l’orologio e, come sempre, siamo in ritardo. Su consiglio del bigliettaio del parco, e avendo bisogno di fare benzina, decidiamo di rientrare sulla strada nazionale percorrendo un’altra via. Passiamo da Malagas, paesino di quattro case, dove la strada si interrompe sulle rive del fiume, per continuare dall’altra parte. Per attraversarlo, non c’è alcun ponte, ma solo una chiatta movimentata manualmente da due ragazzi. Imbarchiamo l’auto e do una mano a “tirare” la chiatta. Arrivati sull’altra sponda, lo sterrato continua. Finalmente dopo circa 70 km (eh sì, questa strada era un po’ più lunga…), e senza aver trovato il distributore, arriviamo sulla strada asfaltata e riusciamo a fare il pieno. Il percorso continua senza problemi fino a Knysna, stando attenti ai limiti di velocità e ai numerosi auto-velox posizionati lungo la strada (okkio, hanno fatto la foto anche a me…).

Pernottamento a Knysna Stays: proprietario molto cordiale; chiediamo un posto dove andare a cena e lui, gentilmente, ci accompagna fino alla porta del ristorante.

08/08/2010

Dopo la colazione, il proprietario della guest-house, molto cortesemente, ci accompagna a vedere il promontorio che divide l’oceano dalla baia di Knysna. Il promontorio, chiamato The Heads, è famoso perché rende pericoloso l’ingresso delle imbarcazioni all’interno della baia, in quanto crea un’insenatura stretta e con acqua poco profonda, che negli anni passati ha provocato qualche naufragio. Anche Knysna, questa mattina, sotto un caldo sole, si presenta in tutto il suo splendore. Lasciamo Knysna e ci dirigiamo verso lo Tsitsikamma NP. Lungo la strada, sosta a Plettenberg Bay: bella spiaggia ma acqua gelata, e grazioso paesino di villeggiatura. Proseguiamo e giungiamo allo TsiTsikamma NP. Facciamo una passeggiata fino al ponte sospeso che si trova sulla foce dello Storms River. Pranziamo (pic-nic) sulla riva dell’oceano e, siccome il tempo peggiora e fa freddo, nel primo pomeriggio partiamo per l’Addo Elephant National Park. Attraversiamo Port Elizabeth e rimaniamo colpiti dalle enormi townships che si trovano a nord della città. Interi quartieri di abitazioni più o meno fatiscenti, cintate da alte recinzioni e da filo spinato, con contorno di ammassi di spazzatura che il vento trasporta lungo la strada. E tantissima gente in giro a piedi lungo la strada. Verso le 17 arriviamo all’Addo Elephant NP. Alla reception prenotiamo subito il nostro primo safari: il Sunrise Game Drive. Ceniamo al ristorante all’interno del campo e pernottiamo nel cottage prenotato all’interno del Main Rest Camp (sanparks.org). Il cottage è molto grazioso, pulito e spazioso. Il freddo è intenso, ma bisogna stare fuori per ammirare il cielo, colmo di puntini luminosi, come mai visto.

09/08/2010

Sveglia alle 6 per partecipare al Sunrise Game Drive, che parte alle 7. Con grande sorpresa sulla jeep guidata dal ranger siamo solo noi due. Fa molto freddo e, oltre al giubbino invernale e al berretto di lana, il ranger ci consegna anche una mantella imbottita per riscaldarci. Gli animali che vediamo non sono molti, perché fa ancora freddo e quindi stanno rintanati nel bush e fatichiamo a vederli. Giriamo per il parco vedendo esclusivamente kudu (grosse gazzelle con bellissime corna avvitate su se stesse) e sciacalli. Tutto ad un tratto, inaspettatamente, a bordo della pista, ci imbattiamo in un bellissimo leone appisolato. Urliamo entusiasti al ranger di fermarsi ed il leone, stancamente, si allontana di 4 passi per poi riappisolarsi. Stiamo fermi un buon quarto d’ora estasiati di fronte al re della foresta. Dopo decine di fotografie, ci allontaniamo pochi metri e troviamo una fresca carcassa di kudu ed un secondo leone che si allontana e sparisce nel bush. E come dice il ranger: “Kudu, the breakfast’s lion!”Continuiamo a girare per il parco e vediamo degli elefanti in lontananza e successivamente uno giovane proprio di fronte a noi. Finito il tour, completamente intirizziti per il freddo, ci dirigiamo verso il ristorante per un tè caldo. Rientriamo nel parco con la nostra auto per continuare il giro. La temperatura è salita e gli animali escono dai loro nascondigli. Vediamo due splendidi bufali, facoceri, zebre, elefanti. Nel pomeriggio abbandoniamo l’Addo Elephant NP ed andiamo a Port Elizabeth, P. E. Per i sudafricani. P. E. Ci accoglie con vento gelido, pioggia e temperatura di 9°C. Ceniamo e subito a nanna, anche perché domani mattina ci attende il volo mattutino per Durban.

Pernottamento a Garden Gate Guest House: sconsigliato! E’ un self service: bisogna arrangiarsi a prendere le chiavi, aprire i vari lucchetti di sicurezza, disattivare l’allarme. Al mattino, nonostante avessimo avvisato via mail i proprietari della nostra partenza al mattino presto, non abbiamo visto nessuno per la colazione (compresa nel prezzo), e ce ne siamo andati come siamo arrivati. Non abbiamo mai visto nessuno dello staff!

10/08/2010

Al mattino volo Port Elizabeth-Durban con South African Airlines. Arriviamo a Durban e ritiriamo l’auto prenotato su enoleggioauto.it. Partiamo alla volta di St. Lucia, dove verso mezzogiorno giungiamo all’Anna’s B&B. At attenderci Ivan, il proprietario, molto gentile e pieno di informazioni sia per i luoghi da visitare nella zone che per le informazioni gastronomiche riguardanti i locali di St. Lucia. Dopo aver pranzato in riva al lago con vista sugli ippopotami, ci dirigiamo verso la riserva naturale di Cape Vidal. Purtroppo il tempo non è dei migliori, si alternano sprazzi di cielo sereno a forti acquazzoni, e la temperatura è abbastanza bassa.

Vediamo Mission Rock, punto in cui le onde dell’Oceano Indiano si infrangono violentemente contro gli scogli e successivamente arriviamo a Cape Vidal caratterizzato da una splendida baia di sabbia fine dove a farla da padroni sono pescatori e uccelli.

Essendo in ritardo, poiché la riserva chiude alle 18, rientriamo velocemente verso St. Lucia. La nostra corsa viene interrotta da due splendidi bufali che ci sbarrano la strada. Emozionati per l’incontro ravvicinato, piano piano li aggiriamo, senza irritarli.

11/08/2010

Dopo la colazione al B&B in compagnia delle altre due coppie di ospiti della struttura, ci attende il giro in barca sul lago di St. Lucia, prenotatoci il giorno precedente dal sempre gentile Ivan.

Anche questa mattina fa freddo ed il lago è sferzato da un vento gelido e da qualche scroscio di pioggia. Sul lago vediamo molti esemplari di uccelli, fra cui una splendida un splendida aquila pescatrice intenta a finire la sua colazione a base di pesce, coccodrilli ed ippopotami.

Finito il tour lacustre, partiamo alla volta dello Swaziland. Tutto il pomeriggio sarà dedicato al trasferimento.

Non ci sono intoppi alla frontiera di Golane, nonostante qualche lungaggine dovuta ad alcuni moduli da compilare.

Ci accorgiamo subito della maggiore povertà di questo paese rispetto al Sudafrica, vedendo le strade più disastrate, le capanne che le costeggiano, le numerose persone che camminano ai bordi della strada e le innumerevoli capre e mucche che brucano di continuo i pochi fili d’erba che crescono sul ciglio della strada.

La guida procede tranquillamente, ma bisogna fare attenzione agli animali che talvolta attraversano o sostano in mezzo alla strada.

Nel tardo pomeriggio giungiamo al Forresters Arms Hotel, distante circa 30 km dalla capitale Mbabane, situato in mezzo alle montagne dello Swaziland.

Ottima cena in hotel, compresa nella prenotazione.

12/08/2010

Al mattino noi, come tutti gli altri ospiti dell’hotel, troviamo la nostra auto lavata, pronta per ripartire.

Oggi rientreremo in Sudafrica, ci attende il parco Kruger.

Prima però facciamo un giro per negozi per acquistare souvenirs. Meritano una menzione lo Swazi Candles ed i negozietti adiacenti.

Proseguiamo verso nord e facciamo una seconda sosta ad un Craft center prima della frontiera. Anche qui qualche souvenir finisce nelle nostre borse.

Arriviamo nel primo pomeriggio all’ingresso del parco Kruger a Malelane. Sbrigate le formalità per l’ingresso, ci dirigiamo verso lo Skukuza Camp, dove abbiamo prenotato un bungalow.

Appena entrati nel parco, ci si presenta una piacevolissima sorpresa: un bellissimo rinoceronte bianco attraversa la strada proprio davanti a noi, lasciandoci stupefatti da tanta grandezza. Continuiamo il viaggio verso Skukuza vedendo zebre, elefanti, impala e moltissimi uccelli.

Ceniamo al ristorante situato all’interno del campo e, dopo cena, restiamo sulla terrazza lungo il fiume Sabie, ad osservare un elefante che si abbevera. Andiamo a dormire sotto un magnifico cielo stellato.

13/08/2010

Sveglia di buon mattino e giro di perlustrazione attorno a Skukuza, nella speranza di incontrare i felini di ritorno dalla caccia notturna.

Subito avvistiamo una iena che percorre qualche metro di strada insieme a noi. Successivi avvistamenti di giraffe, elefanti, ma nessun felino. Rientriamo a Skukuza per fare colazione e poi partire per il Satara Rest Camp.

Arriviamo nel primo pomeriggio a Satara, facciamo il check-in per il cottage, e trascorriamo il pomeriggio riposando in veranda, disturbati da una tanto graziosa quanto dispettosa scimmietta, che cerca di rovesciare tutti i bidoni dell’immondizia della zona in cerca di cibo.

Usciamo al tramonto per il safari e ci appostiamo in prossimità di una pozza d’acqua in attesa dell’arrivo di animali assetati. Nella pozza ci sono ippopotami, e sui bordi vediamo zebre, impala, elefanti.

Rientrando al campo alle 18.00 (ora di chiusura dei cancelli del campo in agosto), attraversa la strada davanti a noi un rinoceronte bianco.

Ceniamo presto e velocemente al ristorante all’interno del campo e alle 20.00 usciamo per “night game drive” prenotato nel pomeriggio. Il “night game drive” si svolge su un autocarro illuminando la savana con forti lampade in cerca di animali. Come dice il ranger “We are looking for cats!”, in quanto il safari notturno si svolge con l’intento di vedere i felini che di notte vanno a caccia. Il “night game drive” ci permette di osservare bufali, rinoceronti bianchi e neri, ma soprattutto uno splendido leopardo a bordo della strada che, tempo 10 secondi, sparisce elegantemente dentro il bush.

14/08/2010

Sveglia, colazione e partenza da Satara per la riserva privata Balule, dove pernotteremo al Toroyaka Lodge.

L’accoglienza è molto cordiale e l’ambiente tranquillo e rilassante. Al tramonto facciamo un safari con il proprietario del lodge che si muove agile all’interno della riserva. Non osserviamo molti animali, finché inaspettatamente Steve, il ranger, viene avvisato via radio della presenza di due rinoceronti. La sorpresa si presenta quando vediamo che i due rinoceronti sono molto attivi. Infatti stanno lottando fra loro a colpi di corno, molto vicini alla jeep, su cui ci troviamo. Questo accade anche grazie a Steve che li “chiama” nella nostra zona. Uno spettacolo molto emozionante.

Ceniamo la Toroyaka insieme ad altri due ospiti sudafricani, al proprietario Steve e a sua moglie Nicole. Mentre ceniamo si sentono di stintamente i ruggiti di un leone nelle vicinanze. In un attimo Steve interrompe la cena e partiamo in cerca del leone. Lo troviamo disteso a bordo strada a un paio di chilometri circa di distanza. Dopo qualche minuti che lo osserviamo, il leone compie una serie di ruggiti impressionanti per tono e volume. In risposta arrivano altri ruggiti in lontananza. A questo punto il leone si alza e comincia a camminare a ritmo sostenuto e perentorio. Anche noi ci mettiamo in moto e lo seguiamo all’interno del bush. Sembra di essere protagonisti di un documentario televisivo!

Il leone ci porta dalla sua “famiglia”: arriviamo in mezzo a circa una dozzina fra leoni, leonesse e cuccioli, tutti intenti a terminare la loro cena a base di una baby giraffa.

Un’emozione incredibile, circondati dai leoni in mezzo alla savana!

Restiamo lì ad osservarli con stupore e con un pizzico di apprensione per diversi minuti.

Rientriamo poi al lodge per terminare la cena, ripensando alla magnifica esperienza appena vissuta.

15/08/2010

Sveglia, caffè, e partenza alle 7 per il “morning walking”, passeggiata di un paio d’ore all’interno della riserva fra il bush ed il fiume Olifants.

La passeggiata è molto interessante per le continue spiegazioni di Steve e del suo aiutante Wusi, riguardanti piante, impronte, abitudini degli animali. L’unico animale che incontriamo è una giraffa intenta ad attraversare il fiume. Rientro al lodge e ricca colazione. Dedichiamo il pomeriggio e la sera successivi al totale relax all’interno del lodge.

Ceniamo tutti insieme nel boma all’interno del lodge, deliziati da un magnifico braai sudafricano. Terminata la cena, rientriamo verso le nostre camere e, con meraviglia, notiamo due elefanti che si stanno abbeverando nella pozza d’acqua situata nelle vicinanze della piscina del lodge.

16/08/2010

Salutiamo lo staff del Toroyaka e ci dirigiamo verso il Blyde River Canyon.

Durante il tragitto, sostiamo alle Three Rondavels, Potholes, God’s Window, Wonder View e The Pinnacle. Arriviamo a Graskop nel pomeriggio e pernottiamo al Graskop Hotel.

Dato che il viaggio sta per giungere al terminare, passiamo il pomeriggio in cerca di souvenirs da regalare al nostro ritorno a parenti e amici.

Graskop è una piccola cittadina, che si sviluppa esclusivamente sulla via principale. Dopo le 18, negozi e mercatini chiudono e la cittadini resta buia e desolatamente vuota.

Ceniamo al ristorante Canimombo (ottimo).

17/08/2010

Partiamo da Graskop e rientriamo a Johannesburg, dove in serata ci attende il volo dell’Afriqiah Airways per tornare a casa.



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