Sudafrica e Mozambico fai da te

Viaggio tra emozionanti safari nel Kruger National Park e bianchissime spiagge incontaminate
Scritto da: Hopeless Wanderers
sudafrica e mozambico fai da te
Partenza il: 06/08/2016
Ritorno il: 19/08/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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13 giorni di viaggio organizzato da noi, tra emozionanti safari nel Kruger National Park in Sudafrica e le spiagge bianchissime del Mozambico, dal 6 al 19 agosto 2016. Spesa totale: 2200 euro a persona.

VOLI

Per l’andata abbiamo prenotato un volo Roma-Addis Abeba-Johannesburg con Ethiopian Airline (ottima compagnia, assolutamente consigliata). Al ritorno Johannesburg-Abu Dhabi-Roma con Ethiad, la compagnia migliore con cui abbiamo volato finora. Abbiamo acquistato questi voli con largo anticipo, a novembre 2015, spendendo 704 euro a persona. Successivamente abbiamo comprato un volo Maputo-Inhambane a 112 euro p.p. con LAM, la compagnia aerea del Mozambico. Avevamo letto su internet che è a dir poco disastrosa, invece nel nostro caso non c’è stato alcun problema. Infine il volo Vilankulos-Johannesburg a 157 euro p.p. con South African Airways con la quale ci siamo trovati benissimo.

AUTONOLEGGIO

Abbiamo prenotato dall’Italia una Ford Fiesta con la compagnia First al costo di 151 euro per 4 giorni. Ci hanno successivamente addebitato 112 euro per ulteriori spese (riconsegna in una località diversa e spese autostradali).

CARTE DI CREDITO

In Sudafrica tutte le strutture, ristoranti o altro sono dotate di POS ma hanno dei seri problemi con le carte contactless di nuova generazione. Appena inserite nel POS riavviano il dispositivo e risulta impossibile pagare. Se avete solo carte di questo genere, dovrete per forza prelevare dei contanti (negli sportelli non avrete alcun problema).

VISTI

Per il Sudafrica non è necessario il visto, mentre per il Mozambico si. Il sito dell’ambasciata del Mozambico in Italia riporta tutte le informazioni necessarie per la richiesta del visto, che ha un costo di 45€. Attenzione, ci siamo inizialmente rivolti ad un’agenzia di viaggio che ci chiedeva ben 160€ a persona, quindi non lasciatevi abbindolare, seguite tutte le istruzioni del sito dell’ambasciata e fatelo da soli (non sono il massimo della velocità e potreste dimenticarvi qualche documento, quindi inviategli tutto il necessario circa un mese e mezzo prima della partenza).

ATTRAVERSAMENTO FRONTIERA MOZAMBICO

Per andare dal Sudafrica al Mozambico abbiamo prenotato il Bus Greyhound al prezzo di 25 euro p.p. E’ un pullman di lusso che parte da Nelspruit e arriva a Maputo. Il viaggio è confortevole ma l’esperienza alla frontiera non è stata delle migliori. Personalmente sconsigliamo questa esperienza, piuttosto prendete un volo anche se costoso.

PERNOTTAMENTI

Prenotati tutti tramite booking.com fatta eccezione per il Pezulu Tree Lodge che è possibile prenotare tramite il loro sito internet. Vale la solita regola del “prima si prenota e più si risparmia”, infatti abbiamo prenotato una struttura in Mozambico addirittura prima che aggiornassero i prezzi al 2016, risparmiando un sacco di soldi.

Per quanto riguarda pulizia e rapporto qualità prezzo, nessun problema per il Sudafrica, dove troverete strutture sempre pulite e con ottimi servizi. Il discorso cambia per il Mozambico, dove dovrete armarvi di molta pazienza con il personale delle strutture e soprattutto di spirito d’adattamento: la pulizia e l’igiene non sono il loro forte e vi potrebbe capitare di dover dividere la stanza con zanzare e ragni nel migliore dei casi e con blatte nella peggiore (a noi è successo).

COSA PORTARE IN VALIGIA

In agosto la temperatura di giorno si aggira intorno ai 26 gradi in Sudafrica e 28 gradi in Mozambico, quindi portate abiti leggeri. Le serate sono invece molto fresche e avrete bisogno di una giacca a vento. Portate il repellente per le zanzare, nonostante sia la stagione secca ce ne sono davvero una marea (non oso immaginare durante la loro estate). Noi abbiamo acquistato in farmacia il repellente Jungle, in assoluto il più forte presente sul mercato, ma in alcuni casi non è bastato e siamo stati a dir poco massacrati durante la notte (nonostante le zanzariere sempre presenti intorno ai letti).

MALARIA

In molti sono terrorizzati dal problema della malaria, ma se andate nei mesi estivi (italiani) non correte alcun rischio. Pensate che le zanzare che trasmettono la malaria sono solo zanzare femmine e con le uova all’interno, devono aver succhiato sangue dalla carcassa di un animale morto mezz’ora prima di pizzicare una persona. Capite dunque che anche nella stagione di maggior diffusione è comunque molto difficile prendere la malaria. Ma se l’idea proprio vi terrorizza non è necessario fare il vaccino: esiste un farmaco chiama MalarOne che può essere assunto alcuni giorni prima di partire e preverrà ogni tipo di contagio. Personalmente non abbiamo preso il MalarOne e siamo stati punti da tantissime zanzare senza conseguenze.

CONSIGLI PER IL SAFARI

Clima: agosto e la nostra estate in generale sono il periodo migliore per il safari (come ci hanno confermato anche i ranger del Kruger) perché in Sudafrica è inverno: gli avvistamenti sono resi più facili dalla vegetazione spoglia e grazie alla siccità gli animali tendono a radunarsi intorno alle pozze d’acqua. Non avrete bisogno di un 4×4 o una jeep rialzata per vedere meglio tra la vegetazione, una normalissima macchina andrà più che bene. Lungo la strada principale troverete molte deviazioni che portano a delle pozze d’acqua ma non sprecate il vostro tempo: in questo periodo sono tutte secche e l’unica fonte di acqua è il grande fiume Olifants.

Abbigliamento: durante i safari organizzati in jeep dovrete vestitevi a cipolla, poiché la mattina presto e la sera tardi/notte la temperatura scende fino a 10 gradi. Invece durante le ore centrali sarà veramente caldo, con temperature di superiori ai 25 gradi. Sfatiamo un mito sui colori da indossare durante un safari: in molti dicono che non vanno indossati colori sgargianti, ma in realtà i ranger del parco ci hanno spiegato che l’unico colore da evitare è il bianco, per il resto va bene tutto.

Distanze: acquistate una brochure del parco presso il vostro alloggio o prima di entrare, vi aiuterà a capire le immense distanze del parco (per superficie è grande come il Belgio) e soprattutto i tempi di percorrenza delle strade. La massima velocità consentita è di 50 km/h, ma per avvistare gli animali dovrete andare almeno a 30 km/h. E’ molto importante pianificare il tragitto prima di entrare, poiché dovrete assicurarvi di arrivare al gate di uscita entro l’orario di chiusura.

Bagni: le toilette sono un grande problema all’interno del parco, ce ne sono pochissime, quindi approfittatene appena potete (scendere dalla macchina è ovviamente vietatissimo).

Self drive: se decidete di guidare con la vostra macchina all’interno del parco, presentatevi al gate almeno tre quarti d’ora prima dell’apertura, poiché fuori dal cancello le macchine si metteranno in fila e primi arrivati saranno ovviamente anche i primi ad entrare. Considerate inoltre che dopo l’apertura dei cancelli dovrete fermarvi ad acquistare i biglietti (35€ p.p.), cosa che vi farà perdere almeno 20 minuti perché vi verrà richiesto di compilare un form con dati del passaporto ecc.

Morning drive: si tratta di un safari organizzato che parte alla mattina presto all’alba con ritorno verso le 15. Prevede una sosta per la colazione in uno dei Rest Camp, e per questo ve lo sconsigliamo vivamente: impiegherete più di un’ora a mangiare al ristorante, perdendo tempo prezioso per gli avvistamenti. In conclusione secondo noi non vale la spesa. Stesso di scorso per il full day.

Nigh drive: è il safari notturno che parte all’orario di chiusura dei cancelli. Sarete gli unici all’interno del parco e quando si farà buio arriverà la vera avventura. Il ranger accenderà le luci laterali della jeep e cercherete gli animali al buio. Vedrete mille occhi e sentirete tantissimi rumori intorno a voi che vi faranno venire la pelle d’oca. Il ranger che ci ha accompagnato ci ha addirittura permesso di scendere dalla jeep per circa un quarto d’ora (cosa assolutamente vietatissima). Nel buio più assoluto abbiamo ammirato sopra di noi la Via Lattea e ad un certo punto abbiamo perfino sentito il ruggito del leone che durante la notte segna il territorio.

Avvistamenti: mettetevi da subito in testa che nemmeno i ranger sanno con esattezza dove si trovano gli animali. Le varie jeep non comunicano tra di loro poiché in passato le radio venivano intercettate dai bracconieri che avevano così vita facile nel trovare e uccidere gli animali. L’unico aiuto sono i Rest Camp all’interno del parco: troverete delle bacheche dove i ranger di ritorno dalle loro uscite segneranno i propri avvistamenti, tranne quelle dei rinoceronti che non vengono mai segnalate per sicurezza (ne sono rimasti pochissimi, vederli è una rarità). La parte nord del parco ci è stata sconsigliata perché essendo al confine con il Mozambico i bracconieri riescono ad entrare più facilmente e ci sono rimasti pochi animali in circolazione. La parte sud invece è caratterizzata da una vegetazione particolarmente bassa che renderà molto facili gli avvistamenti.

06 AGOSTO

Partiamo da Roma la sera alle 23.30 con il volo dell’Ethiopian Airlines che si rivela un’ottima compagnia. L’unico neo è che, come succede sempre più di frequente, sono in overbooking e cercano disperatamente qualcuno che potesse partire il giorno seguente. Rifiutiamo e saliamo sull’aereo lasciando il problema agli ultimi presentatisi al check-in (mi raccomando mettetevi in fila sempre appena potete per evitare problemi del genere).

07 AGOSTO

Dopo 11 ore di volo e uno scalo a Addis Abeba, arriviamo finalmente a Johannesburg. Ritiriamo la macchina dalla First che ci bloccherà sulla carta di credito una bella cifra come cauzione e che ci restituirà una volta riconsegnata. La Ford Fiesta ha una bella quantità di graffi e stiamo attenti a farli notare tutti all’addetto alla consegna. Finalmente partiamo, ma molto lentamente e cautamente per ambientarci con la guida a destra. Percorriamo ben 400 km e arriviamo a Graskop alle 20, quando il sole è ormai calato da un bel pezzo (tramonta verso le 18 in agosto). Nonostante avevamo letto che guidare dopo il tramonto è fortemente sconsigliato, noi non abbiamo avuto alcun problema.

Ceniamo a Graskop nel ristorante brasiliano Canimambo, dove ci siamo trovati benissimo e speso davvero poco.

Pernottiamo presso il Thaba Tsweni Lodge & Safari (57€ a camera a notte), che ha dei cottage bellissimi e puliti, ed una colazione davvero ottima.

08 AGOSTO

Partiamo alla volta della Panorama Route, dove visitiamo le Berlin Falls, Wonder View, God’s Window, The Pinnacle, Blyde River Canyon, Bourke’s Luck Potholes e Three Rondavels. Sembrano una marea di tappe ma in realtà sono tutte molto veloci da vedere.

Per il pernottamento ci siamo voluti concedere un vero lusso prenotando una casa sull’albero al Pezulu Threehouse Game Lodge (150€ a camera a notte). Possiamo assicurarvi che ne vale davvero la pena, la casa è fantastica e sotto di essa ci sono delle pozze d’acqua attorno alle quali gli animali si radunano per bere. In genere non è da considerarsi molto etico andare in queste riserve private, poiché gli animali sono stati messi lì dall’uomo e non per loro volontà e in più all’interno il cibo per loro scarseggia. Abbiamo visto con i nostri occhi la differenza tra un bufalo magrissimo della riserva privata e un bufalo del Kruger. Dormire su una casa sull’albero è comunque un’esperienza fantastica che vi consigliamo di fare e della quale non vi pentirete.

09 AGOSTO

Facciamo una morning walk alle 6 del mattino con il ranger, camminiamo nel bush mentre ci vengono spiegate le varie piante e di tanto in tanto avvistiamo zebre, impala, bufali e struzzi.

Partiamo in direzione Phalaborwa, dove arriviamo alla meravigliosa guesthouse Kaia Tani (280€ per 3 notti), che dista solamente 2 minuti dal gate del Kruger. I proprietari sono due italiani che si sono trasferiti da poco in Sudafrica e sono due persone a dir poco meravigliose. Ci organizzano le escursioni per i 3 giorni di permanenza e partiamo subito per la crociera al tramonto sul fiume Olifants. Vedrete davvero tantissimi animali durante la navigazione sulle sponde del fiume, ma già solo il tramonto sul fiume varrà il prezzo dell’escursione (38€).

10 AGOSTO

È finalmente arrivato il giorno del safari, che decidiamo di affrontare in solitaria (self drive). Facciamo come ci hanno consigliato e partiamo di buon’ora per arrivare al gate prima che apra e metterci quindi in fila con l’auto. Dopo l’apertura dei cancelli facciamo il biglietto per l’ingresso (35€) tramite una lunga e noiosa procedura, con dei fogli da compilare (portate i documenti sempre con voi).

Durante il tragitto vediamo moltissimi animali, è veramente facile avvistarli quindi non pensate di non vederne. Vediamo elefanti, zebre, bufali, giraffe e tanti altri animali. Di questi periodi basta semplicemente percorrere le strade che costeggiano le rive dei fiumi per vederli. Abbiamo deciso di entrare dal gate di Phalaborwa e dirigerci a sud per poi uscire al gate di Orpen. Da lì abbiamo impiegato circa un’ora e mezzo di strada per ritornare all’alloggio.

Girare da soli con l’auto all’interno del parco è davvero un’esperienza unica e che consigliamo assolutamente (vi resterà molto più impressa dei safari organizzati).

11 AGOSTO

Altro giorno intenso all’interno del Kruger. Partecipiamo a un morning drive che parte verso le 6 della mattina e torna alle 15 del pomeriggio. Non lo consigliamo particolarmente, abbiamo ripercorso quasi le stesse strade del giorno prima e inoltre il programma prevede una sosta per la colazione. Non si tratta di mezz’ora, ma di circa un’ora e mezzo persa seduti al tavolo del ristorante del rest camp. Dopo la sosta abbiamo ripercorso la strada al contrario per ritornare al gate di Phalaborwa.

Il night drive è stato invece qualcosa di unico: siamo partiti alle 16.30, orario di chiusura del parco ai turisti e siamo rimasti all’interno fino verso le 20. Essere gli unici dentro al parco è già abbastanza suggestivo, ma quando cala il buio arriva la vera magia: il ranger accende le luci della jeep e cominciamo a cercare gli animali, illuminando tantissimi occhi in mezzo alla vegetazione. Ad un tratto il ranger ci ha addirittura fatto scendere dalla jeep (cosa assolutamente vietata) per circa un quarto d’ora, raccontandoci delle leggende e ammirando sopra di noi una Via Lattea mozzafiato.

12 AGOSTO

E’ tempo di lasciare il Kaia Tani e salutare i proprietari Barbara e Paolo con il groppo in gola. Partiamo alla volta di Nelspruit per riconsegnare l’auto alla First. Per fortuna eravamo partiti con largo anticipo, perché trovare la sede della First a Nelspruit è stata veramente difficile. Abbiamo perso circa mezz’ora nel capire dove si trovava, nonostante avessimo il navigatore e l’indirizzo. Nel caso in cui vi capitasse, dovete dirigervi presso l’Hotel Promenade entrando da Samora Machel Street: la First si trova al piano terra sotto l’hotel.

Abbiamo riconsegnato l’auto senza problemi e in pochissimo tempo, ma dopo un attimo ci siamo resi conto di non trovarci più nella tranquilla Phalaborwa. Il guardiano del cancello dell’hotel ci ferma e mi invita a riporre dentro lo zaino la macchinetta fotografica e la relativa borsa con gli obiettivi. Ci chiede dove siamo diretti e gli spieghiamo che dobbiamo prendere il bus Greyhound diretto a Maputo (la fermata è proprio lì di fronte). Molto gentilmente ci invita ad attendere lì con lui, perché alla fermata avvengono diversi furti e non è sicuro. All’arrivo del bus lui ci avvisa e ringraziandolo siamo saliti a bordo. Si tratta di un pullman di lusso, con vere e proprie poltrone comodissime (del resto costa circa 25€ p.p.). Il viaggio è lungo e confortevole e ci ha permesso di vedere l’altra faccia dell’Africa. Non più cittadine abituate al turismo, ma vere e proprie distese di baracche, discariche a cielo aperto aperto dove vengono bruciati i rifiuti e scene di povertà assoluta. Arrivati alla frontiera con il Mozambico lo scenario addirittura peggiora: siamo ovviamente costretti a scendere per le procedure di controllo dei passaporti (mi raccomando fate il visto in Italia!) e le persone che frequentano la frontiera sono a dir poco dei brutti ceffi. Non ci si sente assolutamente al sicuro in mezzo all’assoluta confusione che regna, svolgiamo il più velocemente possibile tutte le procedure e risaliamo sul pullman. Le cose non migliorano con l’arrivo a Maputo. Già da sopra al bus ci rendiamo conto che non è il massimo, ci sono molti poliziotti armati che girano per le strade. Abbiamo chiesto alla Guesthouse dove alloggiamo di farci venire a prendere da un taxi alla fermata del pullman. Per fortuna abbiamo avuto questa accortezza perché il bus è stato subito circondato da molte persone del posto pronte a prendere le valigie e farci salire con loro. Il tassista si rivela davvero fantastico, ci dice che possiamo chiamarlo in qualunque momento e ci lascia il suo nome. La guesthouse è la peggior scelta mai fatta: si tratta della Guesthouse Lokal, che su booking.com ha ottimi voti ma rimane un po’ lontana dalla zona più turistica del porto. Gli ottimi voti erano stati sicuramente dati da dei conoscenti dei proprietari, perché la guesthouse si trova in una palazzina terribile, in un quartiere pessimo e con uno staff mai visto prima in tanti viaggi. In particolare la comunicazione con il personale è difficile a causa dello scorso inglese che parlano (uno addirittura non lo parlava affatto). Non mi dilungo ulteriormente nella descrizione di quest’orrendo posto, basta dire che le varie vicissitudini della giornata ci hanno lasciati talmente senza parole, che ci connettiamo al wifi e prenotiamo il volo per Inhambane per la mattina successiva e un posto per dormire la notte. Saremmo dovuti rimanere a Maputo due giorni, ma fidatevi non ne vale la pena, non c’è niente di particolare da vedere, meglio impiegare il tempo per mete più turistiche dove non vi sentirete in pericolo come lì e che soprattutto hanno un mare e un paesaggio che non ha niente a che vedere.

13 AGOSTO

Il nostro fidato tassista ci porta in aeroporto. Durante il tragitto ad ogni incrocio chiude la serratura dell’auto, spiegandoci che è piuttosto frequente che i turisti vengano assaliti e derubati. Dunque la gioia di ripartire è sempre più grande. Aspettiamo con pazienza il nostro volo che ci porta ad Inhambane. Un taxi ci attende per portarci a Tofo (circa 30 minuti) e al luogo dove alloggiamo. Il panorama è bellissimo e tropicale, pieno di palme e con un mare stupendo. Arriviamo così a Tofo con un giorno di anticipo sulla tabella di marcia ma assolutamente rinfrancati da tanta pace e bellezza. Tofo è una zona prevalentemente frequentata da turisti americani o in generale da amanti del surf e affini. Purtroppo però ci sono spesso problemi con la rete elettrica poiché la gente del posto si attacca abusivamente e il sovraccarico la fa saltare. Il primo giorno trascorre senza acqua né luce, ma non ci preoccupa affatto: dal nostro chalet sul mare riusciamo a vedere le balene che a largo saltano e ci concediamo una lunga passeggiata sulla spiaggia. Cogliamo l’occasione per andare a prenotare anche le escursioni per i due giorni successivi. La nostra scelta ricade su Liquid Adventures, un centro diving i cui proprietari sono svedesi con la passione per le immersioni, assolutamente consigliati!

14 AGOSTO

La nostra prima escursione è un’uscita in kayak nell’oceano Indiano con partenza da Barra e arrivo Ilha dos Porcos. Siamo solo noi e il nostro accompagnatore, il tragitto è un po’ difficoltoso a causa della corrente ma l’acqua sotto a noi è sempre bassissima, circa un metro e mezzo. Ammiriamo il fondale e restiamo incantati dal mare cristallino. Facciamo una breve sosta su una sandbank (un isolotto di sabbia bianca nel bel mezzo del mare), facciamo diverse foto a fenicotteri e raccogliamo i dollari sabbiosi (mai visti in vita nostra). Infine arriviamo ad Ilha dos Porcos, un’isola con circa 800 abitanti che visitiamo, constatando il paradosso di vivere in un paradiso del genere ma in mezzo alla più totale povertà. Mangiamo e ci rilassiamo per poi ripartire con il dhow (tipica imbarcazione africana a vela) vivendo un’avventura davvero fantastica. Tornati a Tofo è tempo di fare le valigie e trasferirci nell’alloggio previsto dal nostro programma per le prossime due notti, ovvero Casa na Praia. Questo posto ha due diversi tipi di sistemazioni, una costosissima e fuori dalla nostra portata e l’altra più economica. Purtroppo constatiamo subito la poca pulizia della stanza, ma questa è una caratteristica di tutti gli alloggi del Mozambico, non aspettatevi mai la pulizia. Abbiamo perfino degli ospiti in camera, cioè delle blatte (scarafaggi) di grosse dimensioni. Non vi consigliamo assolutamente di dormire a Casa na Praia, cercate altro!

A Tofo la sera c’è parecchio movimenti e i “locali” che si concentrano in una sola via sono affollatissimi. In particolare il Branko’s è un ristorante/pizzeria davvero ottimo!

15 AGOSTO

Partiamo con entusiasmo verso la nostra seconda ed ultima escursione, l’Ocean Safari, per cercare di avvistare gli squali balena. Non ci siamo riusciti perché purtroppo non è questo il periodo migliore per vederli, ma abbiamo comunque fatto una nuotata sulla barriera corallina, visto una balena con il suo piccolo da vicinissimo e i delfini. Noi siamo abituati al mare e al freddo dell’acqua e abbiamo tranquillamente fatto il bagno, ma in quel periodo l’acqua nell’Oceano Indiano è piuttosto fredda quindi vi consigliamo quantomeno una maglia da snorkeling (top snorkeling) se non siete abituati.

Trascorriamo il pomeriggio in spiaggia e chiacchierando con altri turisti per poi cenare e andare a dormire.

16 AGOSTO

E’ il momento di partire per Vilankulos, la nostra ultima meta. Il transfer è organizzato dal Baobab Beach Backpackers che viene a prenderci con taxi e ci porta a destinazione. Incontriamo finalmente la proprietaria italiana Marina, simpatica e gentilissima. Ci organizza le escursioni per i due giorni successivi e ci consegna la camera, che consiste in uno chalet fronte mare: si tratta essenzialmente di una capanna, aperta e non pulitissima. L’acqua calda è disponibile solo a determinate ore del giorno. Ci rilassiamo e facciamo conoscenza con gli altri ospiti.

17 AGOSTO

La prima escursione parte alla volta di Bazaruto, che a detta di tutti è l’isola più spettacolare. C’è un po’ di vento (cosa normalissima in Oceano Indiano) e il viaggio è un po’ movimentato sulle piccole imbarcazioni, ma come dicevo prima, siamo abituati al mare e questo non ci crea nessun problema. Per chi invece ha problemi consigliamo di salire su quella che loro chiama speed boat, che rispetto alle altre barche più piccole regge meglio il mare mosso. E’ comunque normale bagnarsi a causa delle onde e degli schizzi che arrivano sulla barca, quindi portate una giacca a vento e un paio di pantaloni lunghi (in alternativa l’asciugamano) per coprirvi.

Prima di arrivare a Bazaruto facciamo un po’ di snorkeling su un barriera corallina meravigliosa che mi ricorda molto quella del Mar Rosso, piena di pesci e coloratissima. Ma la vera protagonista è Bazaruto, un’isola con una spiaggia così bianca da accecare alla luce del sole e con una duna al centro. Dalla cima di questa duna osserviamo un panorama mozzafiato, con lingue di sabbia che affiorano in mezzo al mare turchese. Lo staff ci organizza un pranzo a base di pesce alla griglia, riso e altre prelibatezze comprese nel prezzo dell’escursione. Ritorniamo poi nel pomeriggio al Baobab per cenare e andare a riposare.

18 AGOSTO

E’ il nostro ultimo giorno in Mozambico prima di ritornare a casa l’ultima escursione ci porta a Benguerra e Magaruque. Si può scegliere tra andare in Dhow oppure con la speed boat, ma visto che il Dhow è un’esperienza già provata a Tofo, scegliamo la speed boat. Si rivela un’ottima scelta fatta da pochi, che ci permette di arrivare a Benguerra per primi e goderci l’isola in tranquillità (il Dhow è arrivato circa un’ora dopo). Facciamo snorkeling sulla barriera corallina, pranziamo e facciamo il giro dell’isola a piedi. La tappa successiva è quindi Magaruque.

Queste isole si somigliano ma sono tutte meravigliose, con spiaggia bianchissima e incontaminate. Dopo aver trascorso circa mezz’ora a spasso per l’isola, ripartiamo per tornare al Baobab.



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