Sudafrica, dalla natura del Capo ai safari dell’Eastern Cape
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Finalmente Africa, sognata, desiderata, ed infine raggiunta. Scegliamo, quale prima meta da visitare nel continente nero, il Sudafrica, nella sua parte meridionale, che è zona malary free, e comunque zona non troppo estrema (il nostro gruppo di viaggio è composto da due famiglie, con tre bambine intorno ai 10 anni).
Per esigenze lavorative siamo costretti a concentrare il viaggio durante le feste Natalizie, e così partiamo il 26/12/2012 da Roma, con volo Emirates per Cape Town, con scalo a Dubai.
27/12/2012 CAPE TOWN
Atterriamo nella tarda mattinata a Cape Town, e dopo aver preso alloggio all’hotel, nel pomeriggio ci dirigiamo verso la zona portuale del V&A Waterfront, che brulica di locali e di centri commerciali, e dove si respira una coinvolgente atmosfera festaiola, con l’oceano e la table mountain ad incorniciare l’orizzonte.
28/12/2012 – 2° GIORNO A CAPE TOWN
Optiamo per un tour con il classico red bus a due piani ed approfittiamo dei vari stop and go per visitare l’intrigante city, ed in particolare long street, ornata di edifici vittoriani, dai caratteristici balconcini in ferro battuto. E’ certamente da visitare il centrale Castello di Buona Speranza, dai cui bastioni possono ammirarsi caratteristici scorci panoramici verso la table mountain e la collina di Lion’s head. Pittoresco il quartiere malese del bo-kap, con le sue casette colorate.
Il bus panoramico conduce anche alla stazione di partenza della funicolare, che, dopo un’attesa di circa un’ora, ci conduce sino alla table mountain. Fate attenzione, la cabina della funicolare è rotante e quindi offre al passeggero una vista a 360 gradi durante l’ascesa. Giunti alla sommità, ad accoglierci c’è la nebbia, che ci impedisce qualunque vista sulla città. Sconsolati, affrontiamo un’attesa di oltre un’ora e ridiscendiamo alla base. Con il bus completiamo il giro, e ci fermiamo a camp bay, una rinomata frazione sul mare, che però, francamente, non ha niente di interessante.
Cape town è una città tranquilla, ove all’apparenza non si percepisce alcuna problematica razziale; le vistose recinzioni con filo spinato ed alcuni quartieri periferici, molto simili a baraccopoli, fanno però temere che l’apartheid non sia del tutto superata.
Un’annotazione: se volete visitare Robben Island, abbiate l’accortezza di prenotare sul web dall’italia. Noi non siamo riusciti a visitarla, era tutto sold out.
29/12/2012 LA PENISOLA DEL CAPO
Di buon’ora, ci mettiamo alla guida della vettura noleggiata, e ci dirigiamo verso il capo di buona speranza, mitico lembo di terra posto all’estremità della favolosa penisola del capo. La giornata è magnifica, il sole è splendente ed il cielo è tanto azzurro e luminoso, come difficilmente si vede alle nostre latitudini. Prevedete di dedicare un’intera giornata all’escursione, dato che lungo il percorso sono dislocate svariate tappe imperdibili. Decidiamo di percorrere la penisola in senso antiorario, discendendola attraverso il lato orientale, attraverso la famosa chapman’s peak drive, una strada (soggetta a pedaggio) che riserva scenari mozzafiato, tra cui alcune incomparabili viste sull’oceano (è un crescendo di soste per irrinunciabili scatti fotografici). Un breve deviazione per ammirare il faro di Slangkop, posto al limitare di una bella spiaggia oceanica, battuta dal vento e da onde spumeggianti, e quindi avanti spediti verso il mitico capo di buona speranza. Per raggiungerlo, occorre accedere in auto al Cape of good hope national park, il cui ingresso a pagamento (non si affrontano code particolari all’ingresso) dista pochi minuti da cape point, sulla cui sommità è ubicato il vecchio faro (1860), raggiungibile, o con un breve passeggiata di moderata difficoltà, oppure avvalendosi della gettonatissima funicolare, denominata “the flying dutchman”, in onore del mitico olandese volante, che non riuscì mai a doppiare il capo e che ancora oggi si narra venga avvistato, durante le giornate di tempesta, mentre tenta inutilmente l’impresa al comando del suo vascello fantasma. Dal vecchio faro, parte un sentiero, che con mezz’ora di cammino consente di raggiungere il faro moderno (posto più in basso, sulla scogliera, ben più visibile per i naviganti). Durante il cammino si può godere di viste mozzafiato su un tratto di mare, costantemente agitato. Poco distante da cape point, si può raggiungere il capo di buona speranza.
Riprendendo il viaggio verso cape town, questa volta percorriamo la costa ovest della penisola del capo. Sosta obbligata, quella alla colonia di pinguini di boulders, con ingresso a pagamento e possibilità di visita ad un folto gruppo di pinguini africani, stanziato su una spiaggia graziosa. Pochi chilometri ed incontriamo Muizenberg, una cittadina portuale, le cui spiagge sono ornate da graziose cabine multicolori. Una gentilissima donna africana, ha improvvisato un mercatino ai lati della strada, dove vende delle proprie creazioni, e cioè bellissimi animali realizzati con perline colorate. Ne acquistiamo un paio, a prezzi veramente irrisori. Rientriamo infine a Cape town, dopo aver impresso nella memoria, scenari indelebili.
30/12/2012: CAPE TOWN – CAP AGULHAS – MOSSEL BAY
Prima di lasciare cape town, facciamo tappa a dolphin beach, una bella spiaggia posta a nord, appena fuori da cape town, da dove si possono godere spettacolari panorami sulla city, con la table mountain ad incorniciarla. E’ giunto il tempo di lasciare, a malincuore, la magnifica Città del Capo, per partire all’esplorazione del capo meridionale, verso Cape Agulhas, il punto più a sud di tutto il continente africano. Ci aspettano varie ore di viaggio in auto e le impieghiamo costeggiando l’oceano, che ci ripaga con scorci meravigliosi. Giungiamo, quasi per caso, a Betty’s bay, dove abbiamo il piacere di visitare un’altra colonia di pinguini africani. La location è straordinaria, dato che i pinguini, assieme ad alcune lontre del capo e ad uccelli marini, affollano felici una piccola baia isolata, in un contesto naturale d’incredibile bellezza: agli scogli ove giocano i pinguini, fanno da contraltare imponenti montagne verdi. Un posto magnifico!
Ci rimettiamo in viaggio e raggiungiamo Hermanus, una piccola cittadina affacciata sull’oceano, nota quale uno dei principali luoghi di avvistamento delle balene (purtroppo, a fine dicembre non è più periodo in cui può assistersi al passaggio delle balene). Ancora qualche ora, ed una volta attraversati tratti interminabili di strada dritta, che sembra perdersi in un orizzonte infinito, raggiungiamo Cape Agulhas, il lembo di terra più a sud di tutta l’Africa e punto d’incontro dei due oceani (indiano e atlantico). Sulla spiaggia, v’è una targa che ricorda il primato meridionale del luogo e l’unione dei due oceani, con un bel faro a strisce bianche e rosse che fa da sentinella. Un’emozione topografica, qualche foto, e via verso Mossel Bay, cittadina che fa da porta d’ingresso alla garden route, che raggiungiamo in tardissima serata. Alloggiamo a The Point Hotel, caratteristica struttura ricettiva sul mare, sovrastata da un bel faro.
31/12/2012: MOSSEL BAY – KNYSNA – PLETTENBERG BAY
La mattina a Mossel Bay effettuiamo una breve visita al bel faro di Cape St Blaize ed al complesso museale dedicato all’esploratore Bartolomeu Dias (che sbarcò su queste coste nel 1487), dove è conservata una caravella a grandezza naturale. Quindi, proseguiamo per Knysna, cittadina famosa per la sua ampia laguna, dove, nel primo pomeriggio, optiamo per una gita sul caratteristico battello a pale, che offre una piacevole navigazione. Infine, raggiungiamo lo splendido Hunters Lodge, sulla strada per Plettenberg Bay, una struttura ricettiva d’un fascino impareggiabile, dove alloggiamo in caratteristiche capanne, stile lodge, immerse in un giardino curatissimo. La struttura principale, in stile vittoriano, accoglie un’elegante sala di ristorazione, dove ci viene servito un cenone ricchissimo e di qualità eccelsa. Il brindisi di mezzanotte è previsto all’esterno, sotto una tenda al crepitio del fuoco del camino, sotto il fantastico cielo d’Africa (vedrete, passerete ore ad osservarlo, tanto è ricco di astri lucenti).
1/01/2013: DA PLETTENBERG BAY ALL’ADDO VILLAGE
Giorno di trasferimento; da Plettenberg Bay, muoviamo verso lunghe ore di guida, per raggiungere l’Addo national park. Lungo il percorso attraversiamo la zona dello Tsitsikamma. Sarà per le condizioni meteo avverse (giornata cupa e piovosa), ma la garden route, tanto decantata, si rivelerà la parte più deludente del viaggio. Arriviamo all’Addo Village in tarda serata, sotto una pioggia battente. Prendiamo alloggio alla stupenda struttura Belmont Country House, circondata da una piantagione di agrumi e gestita con accogliente ospitalità dalla proprietaria, le cui colazioni rimarranno memorabili. Le stanze sono amplissime con bovindi finestrati, ove la mattina non è infrequente sentire dei tocchi, da parte di simpatiche scimmiette curiose.
2/01/2013: ADDO NATIONAL PARK
Abbiamo prenotato un’escursione con la crissCross Adventure, che ci condurrà all’interno del parco a bordo di un pullmann panoramico con guida. Sarà una giornata interessante, dato che il guidatore si impegna a fondo per consentirci di vedere svariati animali. L’Addo è il regno incontrastato degli elefanti, ed abbiamo la fortuna di assistere ad un bagno di gruppo dei pachidermi in uno dei laghetti posti lungo la strada.
3-4/01/2013: SHAMWARY GAME RESERVE
Un’esperienza indimenticabile: alloggiamo in questa favolosa struttura vittoriana, serviti come principi. Abbiamo una guida a nostra disposizione e due safari al giorno, uno all’alba e l’altro nel pomeriggio. George, questo è il nome della nostra guida, ci conduce lungo la riserva, sconfinata e verdissima, dove abbiamo il privilegio di vedere, veramente a distanza ravvicinata, 4 dei 5 big five africani. Manca all’appello solo il leopardo. Di contro, dopo una fugace apparizione dell’ippopotamo dal fiume che si snoda lungo la riserva, possiamo ammirare giraffe, kudu, zebre, leoni, rinoceronte nero ed una famiglia di rinoceronti bianchi, nonché due splendidi gattopardi che si crogiolano al sole.
5/01/2013: PORT ELISABETH
Lasciamo le riserve e la prorompente natura africana, per raggiungere Port Elisabeth, una cittadina sull’oceano, che dalle 17 si spopola, tanto che il personale dell’albergo ci sconsiglia di recarci in centro. Facciamo quindi un giro veloce in auto, ed una breve sosta sull’animato lungomare. E l’ultima, per la verità poco entusiasmante, tappa del nostro viaggio.
6/01/2013: DA PORT ELISABETH IN VOLO A CAPE TOWN
Dopo un volo interno da port Elisabeth a Cape Town, rientriamo a Roma via Dubai. Un viaggio memorabile! I must? Cape Town, la penisola del capo, Betty’s bay e cape agulhas, ed infine i safari all’addo e shamwary. Non vale il viaggio, invece, la garden route.