Sud est del brasile tra parenti..
Ed eccoci ora, ad attendere il nostro volo Air France, con scalo a Parigi, diretti a San Paolo.
Ah, dimenticavo la new entry, o come l’ho ribattezzato io, la collaborazione: il papà di Nick, al suo primo volo! Sta per cominciare una nuova avventura! Silenzio in sala… Il volo fino a Parigi è una passeggiata ma una volta atterrati nella capitale francese scopriamo che il tempo a nostra disposizione è veramente limitato, peggiora la situazione quando gli addetti ai controlli di terra cominciano a scioperare perché hanno freddo… Rischiamo di perdere il volo… Fortunatamente tutto si risolve per il meglio e, sebbene in ritardo, dopo un po’ siamo a bordo del nostro Boeing 777 diretti in Sud America…
09.01.2009 Guarulhos (BRASILE) Messo piede in Brasile: che festa! Ci viene a prendere Nicolina, Pietro e il figlio Giuseppe. Saranno i primi parenti di Nick di una lunga e meravigliosa lista.
Comincia subito il tour delle varie case, spuntano ovunque: zie, zii, cugini, nipoti e dappertutto baci, abbracci, occhi lucidi, dolci, coca-cola… Lunghe chiacchierate in portoghese-calabrese… Sono tutti felicissimi, glielo si legge dagli occhi… Mi sento un po’ come i “Turisti per caso” in visita ai nostri connazionali all’estero!
10.01.2009 San Paolo (BRASILE) Appena svegli c’è già Veronica e Fernanda ad attenderci per una veloce visita all’immensa città di San Paolo, il paese di Kakà! Stiamo parlando di un agglomerato che con tutto l’interland conta circa 20 milioni di abitanti… 1/3 della popolazione dell’Italia! Dista mezz’ora da qui ma con la guida sportiva di Veronica in meno di 20 minuti siamo già a destinazione! La prima cosa che mi colpisce sono i tanti garage; i parcheggiatori in mezzo alla strada si sbracciavano per farsi notare dagli automobilisti… non si può parcheggiare lungo i bordi delle strade?!? Ci fermiamo presto a visitare il “Mercado Municipal”; che spettacolo le bancarelle che vendevano la multicolore frutta tropicale, così bella e luccicante che sembrava finta! Scambiamo due chiacchiere con un venditore: Francisco, che appena sente che siamo italiani, lui: figlio di emigranti calabresi, comincia a farci degustare tutti i tipi di frutta possibili ed immaginabili! Maracuja colombiano, mango, papaya, lixia, banane di terra, ciliegie giganti… Squisite! Subito dopo è la volta della specialità del posto: il “bolinho de bacalhau”, un impasto fritto di baccalà, patate e prezzemolo. “Ma-ra-vi-lho-so”! La carne di coccodrillo che ci hanno offerto ce la riserviamo per un’altra occasione! Da lì proseguiamo la visita alla volta della cattedrale e della Bovespa. La Borsa del Brasile. Dopo l’Hang Seng di Hong Kong rieccoci nel cuore finanziario di una nazione! Riusciamo addirittura ad entrare in uno spazio dedicato ai visitatori ed ancora una volta la cordialità e simpatia di questo popolo ci colpisce! Fuori fa troppo caldo. Il termometro segna 31°! Ci vuole assolutamente una fresca Caipirinha rilassati al “Salve Jorge” mentre io, astemio, mi gusto un bel frullato di “abacaxi e hortelà” (ananas e menta), con un’orchestrina che rallegra l’ambiente suonando romantiche melodie carioche! Attraversando l’Avenida Paulista, che è una delle strade principali, ci fermiamo al “Bolinha”, un delizioso ristorantino la cui specialità è la “fajolada”, una zuppa di fagioli con salsicce, grasso di maiale, frattaglie varie e chi più ne ha più ne metta, tanto buona quanto pesante… Chiacchierando scopriamo che San Paolo ha tre squadre di calcio abbastanza importanti: Palmeiras, Sao Paulo e Corinthias, proprio quest’ultima ha appena acquistato il fenomeno Ronaldo! Infine, dopo una lunga passeggiata nel Parco Ibirapuera, concludiamo la giornata a casa di Nicolina con tanti parenti tra una pizza e una canzone di Domenico Modugno o Claudio Villa.
Che gente meravigliosa. La maggior parte di loro non è mai stata in Italia, alcuni non hanno nemmeno ben chiara la geografia del nostro paese ma tutti ammirano con nostalgia quel piccolo “stivale”… Chissà cosa si prova a sapere che tutti gli antenati hanno vissuto in una terra lontanissima e loro invece, per un motivo o per un altro sono nati e cresciuti in un altro mondo… C’è chi ha cartoline incorniciate di Roma o Catanzaro esposte lungo i corridoi di casa, chi la bandiera italiana adesiva accanto alla targa automobilistica, chi il porta-chiave a forma di stivale tricolore…
Tra i Cd musicali non trovi samba o pagode, magari in quelli dei figli sì, ma loro hanno solo i vecchi Modugno e Villa; sembra che il loro tempo si sia fermato a quel lontano 1956 quando zia Rosina, il marito e qualche figlioletto, con valigie di cartone sono approdati in questa lontana terra! Emigranti in cerca di fortuna! Ci prepariamo per la serata… Sabato sera in Brasile… Appuntamento a mezzanotte ma dopo un po’ la stanchezza ci stende a tal punto che quando Veronica e Fernanda, tutte in tiro, ci vengono a prendere, noi non ce la facciamo nemmeno ad alzarci da letto… Che bella figura!
11.01.2009 San Paolo (BRASILE) Stamattina, Veronica e Fernanda ritornano all’attacco e stavolta per visitare il quartiere giapponese con la sua “Praça da libertade”! Gironzoliamo nel bel mercatino mentre Veronica mi raccontava dei problemi della sua città, primo fra tutti: la droga. Comprare qui un grammo di cocaina costa appena 10 real (3 euro circa) e di conseguenza è molto diffusa, e lei, che è infermiera, ne vede di tutti i colori… Oggi si mangia dal simpatico Salvatore. Pranzo come nella più antica tradizione calabrese. Grande tavolata mentre io, come uno spettatore, ammiravo lo spirito che univa tutte quelle persone che cominciavano già ad entrare nel mio cuore. La luce che brillava nei loro occhi, quel luccichio, quelle lacrime che spesso scendevano giù, i ricordi che riempivano la tavola e spesso erano seguiti da attimi di silenzio con gli sguardi persi nel vuoto…
12.01.2009 San Paolo (BRASILE) Sveglia con una brutta sorpresa… Pino, il papà di Nick, non trova più il portafoglio che aveva accuratamente nascosto nella valigia per paura di essere derubato nelle strade di San Paolo… Tragedia… A proposito di furti: ogni palazzo, qui, ha guardiani operativi 24 ore su 24, doppio cancello d’ingresso (tipo banca), telecamere in vari punti strategici del palazzo che addirittura puoi monitorizzare direttamente tu seduto comodamente in poltrona davanti alla tua televisione! Chiamiamo Leandro (altro parente) che lavora come investigatore anche se a vederlo tutto sembra tranne che un poliziotto! Mi ha subito dato l’idea di un narcotrafficante, come per scherzare lo chiamo. Catene d’oro al collo, pistola alla cinta, altra attaccata al polpaccio, tatuaggi… Mi ha spiegato che deve vestire così per mimetizzarsi e confondersi tra la gente… Con la jeep della Polizia andiamo direttamente in centrale per la denuncia… Anche qui la burocrazia non scherza e finiamo col perdere l’intera mattinata in commissariato mentre ladruncoli ogni tanto mi sfilavano davanti ammanettati e una simpatica signora mi mostrava orgogliosa il suo nuovo macchinario, fabbricato in Italia, per segnalare tutti gli arrestati! In serata, mentre facevo due passi lungo la strada principale di Guarulhos, vengo letteralmente risucchiato dalla musica che proveniva da un locale un po’ particolare… Mi affaccio curioso e vedo una cinquantina di persone di tutte le età che intonavano canti religiosi a Dio! Scoprirò essere una chiesa evangelica. Il guardiano mi invita ad entrare e comincia a presentarmi tanti pastori. Rimango incantato dall’armonia che regnava in quel posto. Mi spiegano che quello è il loro “modo di pregare per rallegrare il Signore” (parole testuali).
Sulla via del ritorno riflettevo: “Ma a che servono quelle messe noiose e monotone in Italia? Quei sermoni pallosi e patetici quando si può pregare saltellando, urlando e cantando a squarciagola… vedevo quei bambini che ballavano e cantavano e si divertivano… sono sicuro che nessuno li aveva costretti a stare lì… Notizia Ansa. Il portafoglio di pino è stato ritrovato. Era nascosto troppo “accuratamente” all’interno di una T-shirt del figlio… Tutto bene ciò che finisce bene! Dopo una cenetta tropicale a base di lixia, maracuja e pigna ci si prepara per la partenza: domani si va a Rio de Janeiro!
13.01.2009 Rio de Janeiro (BRASILE) Proprio così, un volo di 45 minuti e siamo nella leggendaria Rio! Mentre cercavo refrigerio dai 37° di stamattina tuffandomi nel mare della celeberrima spiaggia di Copacabana non facevo altro che ripetere tra me e me… “Minchia, sono a Rio, a Copacabana…” mentre migliaia di ragazzi/e mi circondavano… E’ proprio vero quando si narra dei famosi sederi delle brasiliane in tanga… Non aggiungo altro… La cosa che mi ha colpito di più è stato vedere tanti gruppetti di ragazzi ma anche ragazze giocare a beach soccer… ovunque e tutti “fenomeni”… Ora mi spiego tante cose… Questi, il calcio, ce l’hanno proprio nel sangue… Non lontane da noi c’erano due ragazze molto abbronzate… Una mi chiamava: “Amor” leccandosi le labbra… L’altra mi si avvicina e mi sussurra: “Voĉe muito gostoso”, dopo un po’ mi chiede se voglio spalmarle la crema abbronzante sul “bum bum” (parole testuali)… Io da un lato ero imbarazzato, da un altro non volevo fare la figura dell’italiano medio e allocco e non presto molta attenzione alle loro avances… Stavolta abbiamo optato per una scelta un po’ più chic. Hotel 4 stelle a pochi passi dalla spiaggia di Copacabana! Questa spiaggia è molto bella anche di sera quando gruppi di ragazzi si riuniscono per giocare a beach soccer anche a mezzanotte… Che spettacolo!
14.01.2009 Rio de Janeiro (BRASILE) Oggi, finalmente, ho potuto ammirare un’altra meraviglia del mondo moderno: il Cristo Redentor sul Monte Corcovado.
Con un trenino ci siamo arrampicati fino alla cima. Lì il grande Cristo sembrava aspettarci a braccia aperte! Devo ammettere che è stato emozionante! Mi ha ricordato un po’ la grande statua di Budda nell’isola di Lantau ad Hong Kong anche se stavolta l’emozione è stata diversa! Mi ha sempre incantato quell’enorme statua posta quasi a vegliare sulla grande città brasiliana… anche se con scarsi risultati viste le pessime condizioni in cui versa la maggior parte della popolazione! (vedi le favelas per esempio…) Il panorama goduto da quella posizione è indescrivibile… Girando per la città mi ha colpito il vedere tanti stadi di squadre famose di calcio: Fluminense, Flamengo, Botafogo così piccoli e privi di protezioni. Mi spiego meglio: gli stadi italiani hanno una struttura così articolata e poderosa che appaiono come delle vere e proprie prigioni al contrario di questi brasiliani che sembrano dei campetti di calcio parrocchiali! Nel pomeriggio due ovovie ci hanno portati sulla sommità del Pao de Açucar. Un altro belvedere ma dopo essere saliti sul Corcovado non è stato così emozionante come sarebbe potuto essere! Terminiamo questa giornata interessante con un rilassante bagno nella piscina sul terrazzo (19° piano) del nostro hotel… Prima di lasciare Rio vorrei vedere le pericolose favelas più da vicino… Vedremo!
15.01.2009 Rio de Janeiro (BRASILE) Stamattina ho messo piede nel celeberrimo stadio del Maracanà! Quante volte l’ho sentito nominare, lo stadio più grande del mondo! Aveva una capienza di 120.00 spettatori, ora diminuita perché hanno impiantato i seggiolini… All’ingresso, un po’ come ad Hollywood, ci sono le impronte dei più grandi calciatori brasiliani di ogni tempo impressi sul cemento, da Pelè a Ronaldo, da Altafini a Zico a Kakà ecc.
Particolare vedere gli spogliatoi, i luoghi dove si prepara e riscalda prima di una partita fino all’entrata in campo percorrendo il classico e storico corridoio… Che delusione però il campo! Abituato a vedere gli stadi italiani, enormi e maestose strutture vengo accolto da un campetto che non ha nulla di entusiasmante, persino quello del Cesena sembra più grande! Sarà che non è circondato dalla pista di atletica leggera, sarà che non ci sono i pannelli pubblicitari o le grate per separare le tifoserie avversarie ma sembrava davvero piccolo… Così lontano dall’emozione che provai quando misi piede nel 2000 nello stadio del Benfica a Lisbona… Proseguiamo alla volta della Ciudad do Samba. Un posto dove le dodici scuole di samba più importanti di Rio preparano i carri allegorici che di qui ad un mesetto sfileranno lungo il sambodromo della città! [Nick]: Qui ho capito davvero quanto è importante il Carnevale per i brasiliani, un anno di lavoro per dei carri che dureranno dieci giorni e poi verranno distrutti… tanto lavoro quando c’è tanta gente che muore di fame per strada! Domani si ritorna a San Paolo… ma manca ancora qualcosa per me… Attenzione a chiamarle favelas, è un termine discriminatorio, si chiamano: “comunità”! Con Nick e Carmela, a bordo di un taxi cerchiamo di avventurarci… Nota di compiacimento a Nick che nonostante i suoi timori e perplessità mi ha seguito in questa mia proposta! Ma ora è tempo di rilassarci e godere di questi ultimi raggi di sole sulla spiaggia di Copacabana… In questi giorni, dopo aver incontrato tanta gente del Sud America: argentini, cileni, paraguayani, peruviani, brasiliani, sentendoli parlare in spagnolo e portoghese immaginavo la potenza dei navigatori iberici , i cosiddetti “conquistadores” di 500 anni fa… Hanno conquistato un intero continente! Fantasticavo immaginando questi paradisi tropicali e misteriosi abitati dagli indios… quando all’improvviso all’orizzonte apparvero i minacciosi galeoni…
16.01.2009 Rio de Janeiro (BRASILE) Prima di andare in aeroporto decidiamo di visitare il centro di Rio. Ci andiamo in metro. Pulita, tranquilla e ben sorvegliata! Finalmente il Brasile senza turisti, anche se devo ammettere che pure a Copacabana non ne abbia incontrati molti! Però in quegli immensi mercati c’era davvero la gente della “rua”. Stupendi i vicoletti tutti colorati che brulicavano di persone di tutte le specie! Torniamo giusto in tempo per non perdere il volo. E proprio in aereo osservavo ammirato zia Rosina, 90 anni ma con una forza, una lucidità ed energia da vendere! Che bella che è! Arrivati a San Paolo ho avuto una conferma di ciò che pensavo: se a Rio i poveri sono relegati nelle favelas, pardòn, nelle comunità, qui, nella città Paulista sono sparpagliati un po’ ovunque, e si evde spesso sotto i ponti o dietro ai cespugli gente che vive tranquillamente… La serata, anzi la nottata, la trascorriamo con Veronica e Fernanda a vagare per le strade di una immensa San Paolo in cerca di una discoteca… Avremmo percorso un centinaio di km senza mai uscire dalla città fino alle 2.30! Che divertimento però.
17.01.2009 San Paolo (BRASILE) Stamattina mi son svegliato molto nostalgico… Pensavo a tutti i progetti di viaggio che ho fatto, a quanto mi manca il mio back pack, agli ostelli popolati da ragazzi/e come me di tutto il mondo e che condividono il mondo come me… Nostalgia dell’ebbrezza di non sapere mai dove riposare le stanche ossa dopo un giorno intero di viaggio, di non sapere mai cosa o chi incontrerai lungo il tuo tragitto… Mentre sfogliavo la mia Lonely Planet e studiavo la prossima escursione ci viene la brillante idea di fare una passeggiatina per Guarulhos… peccato solo che proprio quando ci allontaniamo un po’ più del solito una vera e propria tempesta di pioggia si abbatte su di noi tanto da spingerci a ripararci in una farmacia mentre osservavamo pezzi di lamiere e tetti che cadevano dall’alto… In serata il simpaticissimo Emerson con la fidanzata Fabiana, la dolce Ana, Veronica, Fernanda ed altri, ci portano, su nostra richiesta, in un pub con musica dal vivo tipica brasiliana… Che bello! Una classica serata facendo le cose che loro fanno abitualmente. Insomma, quello che cerchiamo quando viaggiamo, il contatto vero e profondo e non turistico con la gente che conosciamo ed incontriamo! Non eravamo i turisti italiani ma gli amici dall’Italia.
18.01.2009 Guarulhos (BRASILE) Oggi compleanno di mia mamma. Auguri!!! Giornata interamente trascorsa a casa di Rocco per festeggiare ben tre compleanni tra cui quello di Nick (anche se è domani). In serata abbiamo un altro volo per il Sud del Brasile dove, finalmente, viaggeremo a modo nostro… Leandro al barbecue per ore e ore arrostiva tutto ciò che gli capitava sotto mano… Salsicce, wursteloni, polli, pezzi di formaggio, vari tipi di carne… mi hanno fatto assaggiare pure il cuore di gallina…
Da bere ettolitri di birra e coca cola… A questo punto mi è venuto un dubbio: “Ma non esiste l’acqua in Brasile”? Bevono solo coca… Abbiamo mangiato per ore, dalle 12 fino a tarda sera… Si chiacchierava del passato in Calabria, si giocava a giochi di società, si rideva, scherzava, facevamo un giretto e poi ritornavamo richiamati da quei pezzi di carne allo spiedo… La gente, gli amici entravano, mangiavano qualcosa e andavano via… Mi ha colpito profondamente l’unità di questa meravigliosa famiglia di origine italiana ormai trapiantata qui in Brasile! Nel bel mezzo dei festeggiamenti, tra una candela e l’altra, tra un pezzo di torta e il millesimo bicchiere di coca cola io, Nick e Fernanda abbandoniamo l’allegra combriccola e via di corsa a cambiarci a casa di Nicolina, preparare la valigia e correre in aeroporto, ci aspettano due voli… Che stress… Non ci si ferma un attimo, ma questa è la vita che piace a me… Siamo seduti mestamente ad aspettare il nostro volo che è in ritardo e rischia di farci perdere la coincidenza a Curitiba… Vedremo… Anche stavolta ci è andata bene! Nonostante il ritardo siamo riusciti a prendere il nostro volo. Giungiamo alle 3 di notte nella nostra “ambigua” posada, siamo a Foz do Iguaçu… Appena messo piede in questa città di confine ho provato la stessa emozione di Thurso, in Scozia o di narvik, in Norvegia, ossia solitari e silenziosi posti di frontiera dove raramente succede qualcosa. Questi luoghi sono davvero affascinanti e misteriosi allo stesso tempo.
19.01.2009 Puerto Iguazù (ARGENTINA) La “Pousada Evelina” è invece proprio cool, ben organizzata e soprattutto molto pulita! Lo staff è formato dalla signora Evelina (una 70enne ceca-polacca) e dalle sue figlie e nipoti. Stamattina con una coppia di Berlino (Ian e Katarina) e William da Amsterdam abbiamo organizzato un’escursione alle splendide cascate di Iguazù però dal lato argentino, quello più ampio e spettacolare… Mi spiego meglio, questo posto è al confine tra ben tre nazioni: Brasile, Argentina e Paraguay. Addirittura mi son fermato su un’altura in cui avevo la visuale di tutte e tre questi Paesi.
Attraversato il confine con l’Argentina segnato dal fiume Paranà si cominciano a vedere dappertutto le bandiere azzurro-bianco-azzurro, le targhe automobilistiche cambiano, la gente parla spagnolo e pagano in pesos… Era emozionante quando pensavo che stavo calpestando il suolo della Terra del Fuego, del tango, di Maradona, delle famose carni, degli emigranti italiani… Dopo mezz’oretta arriviamo al grande parco naturalistico, siamo a Puerto Iguazù! Decidiamo di inoltrarci nella foresta con un enorme camion scoperto e mentre seguivamo quei piccoli percorsi di sabbia rossa conquistati dopo aver lottato con la natura a colpi di machete pensavo a quanto fosse stato difficile il viaggio seguendo l’equatore di descritto dal sudafricano Mike Horn… Ricordo quando raccontava delle battaglie a colpi di machete, dei metri conquistati giorno dopo giorno, dei due o tre chilometri percorsi al giorno nella foresta vergine, io leggevo ammirato ma non capivo fino in fondo ciò che lui descriveva, oggi lo so… Quei cespugli inaccessibili, quegli animali, quei suoni che ti circondavano ed avvolgevano… chissà cosa avveniva all’interno di quei cespugli… Dopo un lungo percorso arriviamo ad un molo e da lì pronti per un rafting fin sotto le cascate di Iguazù! [Nick]: Il nostro giro prosegue vedendo tutte le altre cascate con i salti dai nomi più disparati: dos hermanas, Borsetti, tres mosquetteros, la ventana; la più impressionante rimane la “gargana del diablo”, un salto immenso dove non si vedeva il fondo..
Al rientro ci fermiamo a cena tutti insieme in un ristorantino a Foz do Iguaçu con tutto il nostro mitico gruppetto e rimaniamo in giro a divertirci fino a notte fonda mentre i due tedeschi ripartivano verso nuove avventure! La “gola del diavolo” mi ha impressionato per l’enorme forza della natura… Quell’immensa massa d’acqua che da vari torrenti, piccoli fiumiciattoli scorreva lenta e pacata e poi all’improvviso si lanciava dalle rocce, da quell’alto salto rendendo quella cascata: maestosa! Quel perpetuo rumore che non ti abbandonava mai, quegli spruzzi d’acqua che ogni tanto ti schiaffeggiavano quasi a dirti: “Abbi rispetto di ciò che vedi…” Ho visto gente che pregava dinanzi alla cascata, altri che l’ammiravano con gli occhi lucidi, altri persi nei propri pensieri… Serata con William. Questo simpatico ragazzo olandese ma di origine camerunese s’è aggregato con nostro grande piacere a noi e per due giorni siamo stati inseparabili! Ho rivissuto le stesse sensazioni delle serate di inter rail, quel senso di libertà, quel divertirsi stando semplicemente tra amici tomando una cervezinha (come direbbe qualcuno…), chiacchierando e scherzando con gente sempre nuova… Osservavo i miei infradito. Quando sei anni fa li comprai a due euro in un mercatino di Belgrado sono sicuro che non si sarebbero mai aspettate o immaginato di calpestare le terre, i deserti, le spiagge o città di tutto il mondo, dal Vietnam a Capo Verde, dal Messico al Paraguay, dall’Egitto alle Mauritius, da Israele ad Hong Kong… Ora le vedo che stanche arrancano ma cercano di tenere duro perché c’è ancora molto da visitare… Nel frattempo sono arrivate tante altre nuove ma quel primo paio è sempre ai miei piedi nei momenti che contano… Consumate, graffiate, tagliate ma resistono, e continueranno a girare il mondo con me finchè ce la faranno! 20.01.2009 Hernandaria (PARAGUAY) [Nick]: Veloce colazione e via di corsa a prendere l’autobus che ci porterà in Paraguay.
William è dei nostri. Questa è l’unica frontiera che conosco dove si entra senza nessun controllo.
La città paraguyana al confine si chiama Ciudad del Este ma nemmeno arriviamo che subito saliamo sul primo autobus che passa… destinazione: Boh! Lo scopriremo strada facendo.
Poco dopo la diga di Itaipù, mezz’ora di cammino più tardi e dopo aver cambiato autobus lungo il tragitto ci fermiamo ad Hernandaria, cittadina famosa per… lo scopriremo strada facendo!?! [Nick]: Senza mete o programmi decidiamo di scendere in una via che sembra abbastanza movimentata (tre cani ed un gatto); si avvicina una vecchia e ci dice di stare attenti con la video camera e la macchina fotografica… Benvenuti! Un boccone al volo da “Tio Caye” e giusto per dare un senso a questa giornata ci avventuriamo alla ricerca dell’” oficina de correo”. Il bello è in un paese di 100 abitanti, 99 non avevano la minima idea di dove si trovasse questo strano posto (ufficio postale)… Chi ci indirizza lì, chi al lato opposto… Girovaghiamo per un po’ come trottole finchè becchiamo quell’unico che la conosceva. Corsa contro il tempo perché stava per chiudere e la troviamo chiusa! Almeno abbiamo visto un po’ di niente, che tanto adoriamo noi.
Riprendiamo il bus per Ciudad del Este e ritorniamo all’attacco e alla ricerca del nostro ufficio postale… Dopo tanto peregrinare finalmente ci riusciamo… A questo punto possiamo goderci lo shopping senza tasse che offre questo porto franco! E’ il fiume Paranà a dividere il Paraguay dal Brasile. C’è un lungo ponte che collega questi due Paesi e proprio la mancanza di controlli doganali mi ha fatto venire l’idea di attraversare tutto il ponte a piedi… “Son andato in Brasile a piedi!!!!” Serata finale a Foz do Iguaçu. Stanotte abbiamo il volo di rientro a San Paolo.
Ceniamo, come al solito da “Moraschin”, gelato al solito posto dalla bella Cris… E’ incredibile come abbiamo creato il nostro habitat anche in un posto così lontano…
21.01.2009 Praia Grande (BRASILE) Dopo due voli, tre bus, due metro e un paio di km a piedi finalmente raggiungiamo Pino, Nicolina e zia Rosina a Praia Grande, vicino Santos. La spiaggia dei paulisti.
Il tempo fa schifo… Piove e fa freddo… Altro che ultimi giorni di relax, mare e sole… Io e Nick domani abbiamo deciso di ritornare a San Paolo, almeno ci godiamo la vita notturna della metropoli! Praia Grande o come la pronunciano loro: “grangi”, come dice la parola stessa ha una spiaggia immensa… Sembra un deserto ma che dà sull’Oceano Atlantico… Peccato per le nuvole nere, il vento e il freddo. Sarebbe stato favoloso concludere quest’ennesimo viaggio “sbracati” su questa spiaggia a “tomar” un po’ di sole… Ma non ci perdiamo d’animo! Guardando il Big Brother brasiliano piano piano mi abbandono tra le braccia di Morfeo.
22.01.2009 Guarulhos (BRASILE) Nick chatta innamorato; Pino, zia Rosina e Nicolina ricordano il passato, Fernanda è ritornata a casa sua, io leggo un po’ la Lonely Planet… Questi siamo noi dopo Praia Grande! Devo dire che, se da un lato abbiamo perso una giornata, da un altro lato mi ha fatto piacere lo stare sempre in giro… Io, eterno insoddisfatto, ho notato che sono appagato solo quando giro come uno zingaro. Ora qui, ieri lì, domani: chissà!
23.01.2009 San Paolo (BRASILE) Mentre andavamo a San Paolo, stamattina, e chiacchieravo con Leandro, tra una samba e l’altra improvvisamente lo stereo comincia a diffondere le note della mia canzone preferita: “I’m yours” di Jason Mraz. Che meraviglia. Con quel jeppone dai vetri oscurati, navigando per le strade affollate della metropoli, con le insegne colorate dipinte sui muri, mi sentivo proprio vivo e ancora più convinto della cosa che stavo andando a tatuarmi per tutta la vita sul mio corpo.
Nel pomeriggio ho fatto un altro tatuaggio.
Questa volta da Cigano Aguillera. Quest’artista è specializzato sui volti umani, è lo stesso che ha tatuato il viso di Giulia sul petto di Leandro (il papà) ma un po’ per l’amicizia con il poliziotto, un po’ perché sono italiano ha accettato e s’è messo subito all’opera a preparare vari bozzetti a mano libera così come richiesto da me.
Dopo un paio di orette, rasa qui, sterilizza lì, monta la macchinetta e zzz zzz zzz Un dolore cane in alcuni punti più sensibili… Ma almeno il lavoro mi piace… Concludiamo questa intensa giornata con Emerson e company in un bel localino con musica dal vivo, come piace a noi, divertendoci moltissimo. Che persone fantastiche abbiamo incontrato qui…
24.01.2009 Guarulhos (BRASILE) Questo viaggio volge al termine.
Ho impresso davanti ai miei occhi i volti di tutte le persone che ci hanno accolti qui. Li ho conosciuti, apprezzati ed amati. Questi uomini e donne dall’immensa nostalgia per l’Italia pari al loro grande cuore.
Ho ammirato la loro disponibilità gratuita, il loro cercare di riempirci sempre di mille attenzioni. Mi ha quasi commosso quando poco fa la 90enne zia Rosina (come la chiamo affettuosamente io) abbracciandomi mi ha detto in un misto di calabrese e portoghese: “Scusami se non siamo riusciti a fare tutto quello che volevate”! “Ma che dici? Siete stati tutti fantastici”! E’ naturale che avremmo potuto gestire tutti i giorni a nostra disposizione in maniera diversa, un po’ come abbiamo fatto a Foz do Iguaçu ma ci saranno tante altre occasioni per questo, tanto ci ritorneremo tante altre volte in questo immenso Brasile! Emerson, Fabiana ed Ana proponevano di incontrarci di nuovo ma stavolta nel nord est e viaggiare in quelle zone… Chissà che tra qualche mese non leggerete della realizzazione di questa idea… [Nick]: La mia testa torna spesso al bus per Hernandaria, alla strada, alle case, alla vita di tutti i giorni… Io, Mark e William che ci avventuriamo. Destinazione: ignota.
Quando mi chiederanno: “E ad Hernandaria che c’era?” Io risponderò: “Nulla”. Quel nulla vero e vivo che a noi piace scoprire.
25.01.2009 Guarulhos (BRASILE) Ultime ore. Quando è così spero che il tempo passi veloce. Vorrei uscire da questa casa e andare in aeroporto da solo, senza dire nulla a nessuno. Odio gli addii.
Questo succede quando ci si affeziona alle persone… [Fabiana da San Paolo, Brasile]: Ano novo, vida nova. Comecei o ano com este sentimento, viver un bom ano. Voces nao imaginam o quanto a presencia de voces ajudou para que tudo comecasse bem. Fazia muito tempo que nao me divertia e sorria como nesses 15 dias. Obrigada. Conhecer uma parte da familia e dos amigos do homem que eu amo e ser contagiada pela humildade e alegria de pessoas como voces dos, Marco e Nicola, nao tem preços. Depois desses dias. A Italia nao estara longe, em outro continente, estara para sempre gnardada no coracao, junto com voces.
[Nick]: E’ stata veramente dura salutare queste persone. Le rivedremo, lo so.
Dal finale del film “The big Kahuna”.
Goditi la tua gioventù. Capirai la sua importanza solo una volta appassita, credimi, tra vent’anni guarderai quelle tue vecchie foto e in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava. Non preoccuparti del futuro, oppure preoccupati , ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un’equazione algebrica. I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t’erano mai passate per la mente. Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Non esser crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo. Non perder tempo con l’invidia. Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti. Conserva tutte le vecchie lettere d’amore, butta i vecchi estratti conto. Rilassati. Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant’anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche. Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Tratta bene i tuoi fratelli, sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno. Sii cauto nell’accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga. Ma accetta il consiglio… Per questa volta.”