Su e giu un mese in peru

Parte prima e speriamo non l’ultima!!!!!!!!! massimilianovolpi@libero.it toti.giacomo@libero.it Premessa: questo diario non ha alcuna pretesa di essere una guida di viaggio, ma racchiude semplicemente le nostre esperienze, le nostre impressioni, le nostre emozioni e qualche consiglio assolutamente SOGGETTIVO. L’idea di questo diario...
Scritto da: franciacorta
su e giu un mese in peru
Partenza il: 21/07/2006
Ritorno il: 20/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Parte prima e speriamo non l’ultima!!!!!!!!! massimilianovolpi@libero.it toti.giacomo@libero.it Premessa: questo diario non ha alcuna pretesa di essere una guida di viaggio, ma racchiude semplicemente le nostre esperienze, le nostre impressioni, le nostre emozioni e qualche consiglio assolutamente SOGGETTIVO. L’idea di questo diario nasce dal grande aiuto che noi due abbiamo avuto nel leggere i diari di altri viaggiatori, le loro raccomandazioni, i loro consigli sia per questo che per altri viaggi. Programma di viaggio: dal 21 luglio 2006 al 20 agosto GIORNO CITTA NOTTE ESCURSIONE 21 LIMA CASA YOLANDA ARRIVO ORE 22,30 22 LIMA→PISCO (3 ½ ore bus) POSADA HISPANA TAMBO COLORADO 23 PISCO→ICA EL HUACACHINERO ISOLE BALLESTAS-PARACAS 24 ICA EL HUACACINERO LAGUNA DI HUACACHINA,DUNE 25 NAZCA→AREQUIPA NOTTE IN PULMANN ORE 22:45 LINEE DI NAZCA CHAUCILLA 26 AREQUIPA CASA ABUELA 27 AREQUIPA CASAMAMAYACCHI COLCA CANYON 28 AREQUIPA CASA ABUELA COLCA CANYON 29 AREQUIPA→PUNO (6 ore)da prenotare HOTEL TOTORANI 30 PUNO HOTEL TOTORANI SILLUSTANI 31 PUNO ISOLA TAQUILE TITICACA 1 PUNO HOTEL TOTORANI TITICACA 2 PUNO→CUZCO ( 8 ore) PICCOLA LOCANDA 3 CUZCO PICCOLA LOCANDA CHINCERO 4 CUZCO PICCOLA LOCANDA PISAC 5 CUZCO PICCOLA LOCANDA LAS SALINAS 6 CUZCO LARES LARES 7 CUZCO LARES LARES 8 CUZCO LARES LARES 9 CUZCO PICCOLA LOCANDA RELAX 10 CUZCO→ MANCORA BUENAVISTA 11-16 MANCORA BUENAVISTA 17-18 MANCORA→ LIMA CASA YOLANDA 19 LIMA→ITALIA

21/07/2006: PARTENZA-LIMA Finalmente …. Dopo mesi di preparativi, di letture, di richieste di informazioni in ogni dove…siamo partiti….Ebbene si’…….un mese intero in Perù alla facciazza vostra, della miseria, dei nostri genitori e capiufficio a cui toccherà verso l’8-10 agosto una improbabile telefonata dai toni drammatici in cui verrà annunciato un “drammaticissmo” overbooking che ci costringerà, nostro malgrado!!!!, ad una partenza posticipata per l’Italia….. Che ci tocca iventarce……..!!Ebbene si sto anno ce famo er mese intero … eh si’!……. Perché crediamo che il Perù lo meriti, che noi ce lo meritiamo e perché non andiamo proprio dietro l’angolo , quindi tanto vale esagerare. Volo MilanoMalpensa-Atlanta-Lima in perfetto orario ( 1250€ prenotato mesi prima! ) e siamo a Lima alle 22,30 di questo venerdi’ 21 luglio. Dall’Italia abbiamo prenotato la prima e unica notte a Casa Yolanda ( uangelo@email.it) infatti , sbarcati all’aeroporto, eccola sta mitica donna che ci aspetta con il suo cartello in mano con i nostri nomi…..sembra ci conosca…siamo ancora al gate e io vedo che lei già ci indica… madonna ma abbiamo la faccia proprio da italiani!!!!!Ci e’ venuta a prendere col taxi , particolare utilissimo, perché in aeroporto a lima ( che tra l’altro è anche carino per quanto piccolo) girano certe facce… e poi lo sapete : mai fidarsi dei taxisti, prendere solo taxi ufficiali dell’aeroporto , chiudere le portiere… quante volte devo ripetervelo??? Tutti gli anni ve lo dico….ok??!! Arriviamo da Yolanda e già dai primi minuti questa donna ( bella donna permettetemi) ci piace tantissimo… mamma sembra una zia ….una sorella maggiore che ti riempie di consigli…. Parlando logicamente uno spagnolo speditissimo …della serie siete voi i turisti ….. So fatti vostri capirmi……eheheh! il primo consiglio ce lo ha dato in taxi: mettere tutte le borse zaini compresi nel bagagliaio perché può succedere che i “delinquentes” rompano il finestrino della macchina per rapinare i turisti nel tragitto dall’aeroporto……bene ..cominciamo bene..incoraggiante…..siamo solo al primo giorno…! Casa Yolanda non è un ostello, nemmeno un albergo, è un paradiso di confort, dolcezza, gentilezza e tutte le …. Ezze che volete…. È la casa di Yoli dove si viene ospitati in miniappartamenti full-confort con tanto di cucina attrezzata lettone bagno con acqua calda e la moka!!! Un piccolo paradiso super tranquillo in una zona ben sorvegliata e sicura.Veniteci assolutamente , troverete un’accoglienza e una ospitalità fuori dal comune…Yoli si farà in 4 per voi e potrete chiederle consigli e ogni cosa vi possa essere utile. Noi ci fermiamo qui solo il 21 perché Yolanda ( a dimostrazione della sua gentilezza ed efficienza) ci ha già prenotato i biglietti per Pisco del giorno dopo e ci ha pure comprato ( senza anticiparle un euro) i biglietti del volo Cuzco-Lima….insomma meglio di un’agenzia di viaggio!! Siamo stanchissimi…16 ore di viaggio.. Di cui io ne ho passate 6 vicino a un bimbo peruviano “rompipalle” che da Atlanta a Lima non ha fatto altro che chiedermi : come te llamas??? E te gusta el pollo?? Mannaggia.. Due sberloni…….ma non ce l’hai una mamma?????????? Quindi a letto presto….non prima di aver provato il famoso mate de coca trovato a Casa Yolanda….. Ma di questo parleremo poi…..Buonanotte. 22/07/2006 PISCO E JOEL Alle 6,30 siamo già in piedi, incredibile non succedeva da mesi…..Yolanda bussa alla porta della nostra camera e si presenta con un vassoio per la colazione con ogni ben di Dio! Omelette,banane calde,latte,marmellata,pane frutta strana e forse dei peperoni…..( qui la verdura non è sempre identificabile!!).Siamo senza parole e chi se lo immaginava un servizio cosi?Yoli ci accompagna poi in auto a prendere il bus per Pisco, si assicura che ci vengano assegnati i posti migliori proprio davanti e ottiene 5 soles di sconto. Lima-Pisco 15 soles. Due baci,un arrivederci a fine agosto quando torneremo da lei e partiamo ma già ci manca…. Lei e tutte le sue attenzioni! Un viaggio breve di circa 3 ore e mezzo ci porta a Pisco percorrendo la panamericana sur attraverso un paesaggio montagnoso e desertico, ma soprattutto una infinita serie di baraccopoli e punti di sosta dove miseria e dignità si mescolano alla polvere della strada. La prima impressione è molto simile a quella dell’anno scorso a Città del Messico: tanta miseria, tanti lavori di fortuna dal venditore di arance sull’autobus, alle donne che vendono gelati in piccoli secchi per pavimenti..insomma percorrendo la pan sur si vede una umanità al limite della sopravvivenza, ma ripeto senza ombra di disperazione…. Solo una vita dura e fatta di pochissime cose… vissuta giorno per giorno… Il viaggio è tranquillo su un normale autobus di linea (eravamo gli unici turisti) ci becchiamo il solito paio di film horror da cassetta che proiettano sugli autobus in lingua spagnola sottotitolati in inglese ma con il volume coperto dalla radio dell’autista che forse una visita all’Amplifon la dovrebbe fare…….assordante….. A Pisco ci viene a prendere Joele ( joel_tours@hotmail.com ), un ragazzo di 18 anni trovato su internet ( www.excitrip.tk ), che sarà la nostra guida per i prossimi 3 giorni e che abbiamo saputo solo ora collabora con Casa Yolanda. A Joele avevamo mandato l’elenco di ciò che avremmo voluto visitare e lui , assolutamente meticoloso e affidabile, ci ha creato un piccolo tour per i 3 giorni successivi fitti di escursioni. Prima ci accompagna alla Posada Hispana ( www.posadahispana.com) , prenotata dall’Italia. Bellissimo posto anche questo, quindi consigliatissimo…stile caraibico, molto pulito, accogliente.Pessima invece l’impressione su Pisco:brutta,sporca,sciatta….. Quindi da evitare davvero….noi siamo unanimemente d’accordo nello sconsigliarvi dal fermarsi qui a dormire perché veramente non c’è nulla da vedere, anzi …..quindi tutte le escursioni le potete fare anche da Huacachina..poi vi spiegherò perché…. E magari potete contattare Joele, che vi saprà consigliare, parla italiano. A pranzo mangiamo con Joele al Don Manuel sul piccolo corso centrale della città, calle commercio 179, un ristorantino carino dove non si spende nulla ( 69 soles in tre per mangiare pesce…circa 17 euro!). Torniamo alla Posada, facciamo un riepilogo delle prossime escursioni e poi veniamo affidati nelle mani di Carlos, amico di Joele, che ci porta in auto al Tambo Colorado, sito a circa 45 km da Pisco.L’escursione dura circa 3 ore, il sito non è particolarmente bello ne tanto meno curato, ma è comunque interessante se siete appassionati di archeologia. Il paesaggio del percorso in auto è totalmente desertico,il sito è composto da una serie di stanze cerimoniali mal conservate, ma nel complesso il sito rende l’idea di quale fosse l’organizzazione di questa città, una volta interamente colorata ( Tambo Colorado significa infatti fortezza colorata).Interessante comunque se avete tempo fateci un salto perché comunque il fascino delle rovine e l’emozione di camminare tra i passaggi di una città inca lo si avverte. Torniamo sulla Panamericana con Carlos che ci fa vedere , li vicino al Tambo, un cimitero a cielo scoperto, una serie di buche disseminate di crani e ossa umane che si possono tranquillamente prendere in mano… non c’e’ purtroppo nessuna cura o conservazione del sito…..che peccato! Attenzione:la tentazione di portarsi a casa un ossicino o un coccio è fortissima…… ma mi piacerebbe vedervi poi alla dogana di Lima in aeroporto se vi trovano……sono severissimi qui …giustamente, quindi non fate i furbi ne tanto meno i cretini! Tornati a Pisco ( mamma che brutta città!) andiamo a mangiare ancora al Don Manuel, ma non ci sentiamo tranquilli a passeggiare per il centro, ci sentiamo osservati anche perché ci sono pochissimi turisti ( sono tutti a Paracas!) e lo stesso Carlos ci ha raccomandato di non spostarci dalla Plaza de Armas.Torniamo quindi subito alla Posada e dopocena a nanna presto. Joele è venuto a trovarci per organizzare le giornate successive, davvero un ragazzo simpatico e gentile, molto disponibile. Complessivamente Joele ci ha chiesto 140 € a testa per : Tambo Colorado, Paracas, Isole Ballestas, linee di Nazca, cimitero di Chauchilla e Cahuachi, tutto con trasferimenti in auto privata… direi una cifra più che ragionevole.Buonanotte… 23/07/2006 PARACAS-BALLESTAS:LE GALAPAGOS DEI POVERI! Sveglia alle 6,30, ecco n’altra volta!!!!!!partiamo per le Isole Ballestas con uno dei tanti pulmini della speranza presi duranti i nostri viaggi. Noi li chiamiamo i pulmini della speranza perché devi sperare che non si fermino in mezzo alla strada, devi sperare che l’autista sia di buon umore, devi sperare che non ti salga nessuno vicino con animali vivi e devi affidare la tua misera vita a santa Rita da Cascia……… Paracas è un piccolissimo porto di mare che ha mantenuto intatto la sua autenticità. Ora potrei addirittura consigliarvi di dormire qui invece che nella orrenda Pisco, ma fatelo solo se amate la solitudine e il mare perché a Paracas non c’e’ veramente nulla se non tanta pace, tanto pesce, tanto mare e tanto silenzio oltre a qualche delizioso ristorantino sul lungomare e gli immancabili negozi di souvenirs.Tantissime barchette di pescatori…il molo dei pellicani che vi girano intorno grandi come un pony ( giuro!)…………. Insomma se amate i posti isolati le passeggiate sulla spiaggia e volete fuggire dal traffico e dallo smog e la sera siete disposti a sentire solo il rumore del mare ……… ecco Paracas e’ il paesino per voi. Anzitutto per le ballestas copriteli bene perché sulla lancia fa un freddo barbino e mettetevi un bel k-way e un cappello perché gli albatros non usano wc ma anzi sembra si divertano a mirare la vostra povera testolina. Prima di imbarcarci facciamo le foto di rito con degli enormi pellicani presenti sul molo, enormi davvero , mai visti pennuti cosi grandi a metà strada tra uno dei tacchini che mio nonno aveva nell’aia e uno struzzo nano. Il giro alle isole dura circa un paio d’ore .Si passa prima davanti al Candelabro, enigmatico ed affascinante e la guida ci spiega le diverse teorie, tra cui io credo la più improbabile, ossia quella per cui sarebbe stato disegnato dai pirati come segno di orientamento per la navigazione. Le isole sono davvero belle, si vedono i pinguini, i leoni marini davvero da vicinissimo, una miriade di specie di uccelli. In alcuni punti la puzza di guano è simile a quella del mio bagno appena dopo i miei momenti intestinalmete meno felici, ma si sopporta davanti a tanta bellezza. Il giro vale la pena, anche se queste non sono le Galapagos, gli animali ci sono e sono bellissimi, ma non pensate di vedere centinaia di leoni o moltitudini di pinguini…….. Ci sono piccole colonie, mentre gli uccelli sono davvero una miriade. Certi cuccioli di leone erano irresistibili, ti viene voglia di portarne uno a casa ma poi dove lo metti e poi crescono mannaggia….d’altra parte se siete qui i motivi possono essere solo due: 1) volete visitare questo angolo incontaminato di mondo e amate davvero tanto la natura 2) non vi siete potuti permettere le Galapagos come noi che nemmeno con la 13° a dicembre potrei andarci. Tornati dal giro abbiamo mangiato huevos revueltos al ristorantino sul molo per poi partire con la nostra guida per Paracas. Pedros , la nostra guida, è un simpaticissimo ragazzo di Ica che parla Italiano, ma soprattutto parla un inglese stile Oxford che mi fa un’ invidia…..Dal porto di Paracas andiamo alla riserva ( 8 soles per entrare) e per prima cosa andiamo al mirador da cui si dovrebbero vedere i fenicotteri rosa. I fenicotteri ci sono , ma sono 6, forse 10, gli altri o stavano in ferie o come dice Giacomo, sono sulle Ande, affermazione questa che gli ha meritato tutta la mia compassione circa la definizione di fenicottero delle Ande!!!!davvero la visita al mirador è molto deludente, ma forse qui, in luglio è inverno, i fenicotteri migrano ( ma non sulle Ande!!!), sta di fatto che ne abbiamo visti pochi e mi erano pure antipatici. Tutta la riserva di Paracas è un immenso deserto roccioso, con una temperatura di circa 20-25 gradi ( la giaccavento…..), non c’è un filo di erba. Davvero bello come paesaggio , molto silenzioso, meditativo direi. Arriviamo sempre col nostro pulmino alla Cattedrale, una formazione rocciosa con una enorme caverna stile faraglione di Capri. Ci facciamo una camminata sulla spiaggia, l’oceano è bellissimo, molto agitato, ideale per il surf, ci sono tantissimi conchiglie sulla spiaggia. Mamma che bello!camminare su una spiaggia deserta, di fronte al Pacifico, sormontati da una scogliera rocciosa di un rosso intenso, dall’altra parte del mondo. Si passa attraverso un’apertura nella roccia e si entra in una caverna enorme dove io, mentre Giacomo mi scattava delle foto, vengo travolto da un onda anomala stile candid camera e passerò tutta la giornata con le scarpe da trekking imbevute di acqua e i pantaloni bagnati fino al ginocchio……mannaggia la miseria….. Questa parte del tour è stata la più bella, davvero da documentario:una natura incontaminata, un oceano immenso davanti, una pace e un fascino davvero introvabili. Andate assolutamente a fare il tour a Paracas, un’esperienza davvero indimenticabile. Andiamo a pranzo alla Laguchina, una piccola laguna con 3-4 ristorantini di pesce dove con 15 euro ( ristorante La Tia Fela) in due ci abbuffiamo su una piccola terrazzina vista oceano davanti e deserto dietro…………non ci alzeremmo più…. Ritorno a Pisco ( madonna che brutta città) e Joele con la sua efficienza ci manda a prendere da un’ amica alla Posada Hispana , ci accompagna alla stazione degli autobus vicino Plaza de Armas e con 4 soles ( 1 euro!!!!) partiamo per Ica. Autobus di linea dove ancora una volta eravamo gli unici turisti ( un pulmino della speranza insomma!) ma va benissimo cosi’ , perché spendere soldi per viaggiare in prima classe per un ora di viaggio??? A Ica ci aspetta Joele che ci carica su un taxi dopo aver montato e legato gli zaini sopra il tetto della macchina, lo salutiamo e ringraziamo, ci dice di stare in occhio ( la stazione degli autobus non è un posticino tranquillo..) e andiamo all’oasi di Huacachina dove abbiamo prenotato via mail dall’Italia al “ El Huacachinero”, consigliatoci da Casa Yolanda e da numerosi racconti di viaggio letti per mesi. Arriviamo di sera ( qui è inverno e viene buio presto) e non riusciamo a renderci conto di come sia l’oasi, ma arrivati all’ostello abbiamo una splendida sorpresa: El Huacachinero non è un albergo ma un oasi di pace, relax e bellezza!!!!Dovete venirci assolutamente, si tratta di un piccolo albergo/ostello con giardino esclusivo con piscina, amache, palme e proprio dal giardino c’è l’accesso alle dune sabbiose altissime che sovrastano l’oasi.Una meraviglia. Io e Giacomo siamo incantati da questo posticino dai tetti in palma con stanze doppie pulitissime, mamma che bello, mamma che bello, mamma che bellooooo!!!!!! Dopo esserci ripresi dall’estasi del posto e disinfettati con una bella doccia dopo il viaggio della speranza, usciamo e andiamo a mangiare a “La Casa de Avinoam” a 200 m dall’ostello. Anche questo ristorante ci appassiona: arredamento stile locale medicano-peruviano, giovani routard di tutto il mondo, ambiente un po’ freak, cucina italiana, cinese, peruviana,mexicana.Insomma veniteci assolutamente, tutta l’oasi ha l’aria molto freak e penso che in tutti i miei viaggi sia uno dei più bei ostelli dove sia stato. Anzi, mentre vi scrivo sono sul bordo piscina e vi do questo consiglio : da lima venite direttamente a Huacachina e soggiornate al huacachinero, evitate sia Ica che Pisco , ne vale la pena e poi potrete fare da qui tutte le escursioni, magari tramite Joele……Paracas, Ballestas etc… Mi son pentito ora che son qua di essermi fermato a Pisco e proprio per questo sto scrivendo sto diario per far si che chi dopo di me viaggerà in Perù prenda le decisioni migliori, d’altra parte noi stessi abbiamo costruito il nostro viaggio leggendo per mesi i resoconti di altri viaggiatori. Andiamo a letto davvero contenti di una giornata incredibile e per la fortuna di aver trovato questa oasi magnifica davvero come quelle del sahara………incredibile! 24/07/2006 HUACACHINA- IL PARADISO TERRESTRE Il risveglio al Huacachinero è ancora più incredibile. A parte le solite lamentele di Giacomo sul mio russare, la luce del mattino ci rivela l’oasi in tutto il suo splendore. Facciamo un giro a piedi e scopriamo il piccolo laghetto dell’oasi, ben tenuto e pulito, circondato da una passeggiata pavimentata stile lungo lago, piena di ostelli e negozietti, palme e silenzio. C’e’ pochissima gante in giro. Passiamo la mattina sugli sdraio intorno alla piscina, io a scrivere, Giacomo a leggere. Ci saranno una ventina di persone di tante diverse nazionalità in un clima da tropici anche se in realtà ci sono max 25-26 gradi. Decido di affrontare le dune del deserto per vedere il paesaggio dall’alto e mi avventuro a piedi nudi sulla duna che sormonta El Huacachinero e dopo 40 minuti ritorno con i piedi ustionati ma ne è valsa la pena davvero. Il panorama dalla cima delle dune è mozzafiato, si vede il deserto sabbioso estendersi fino all’orizzonte e poi la nostra piccolissima oasi con le sue palme e le sue costruzioni basse. Abbiamo pranzato per pochi soles al Huacachinero stesso ed io mi mangio una bella cotoletta alla milanese che non sembra cosa di particolare rilievo se non fosse che da 13 anni sono vegetariano ma purtroppo non mi fido a mangiare le insalatone e le verdure crude in genere. Il pomeriggio trascorre in questo clima da comune anni 70’ fino alle 4 quando decidiamo di provare le dune buggy per fare un giro nel deserto: si tratta di macchine completamente aperte con un telaio di tubi per protezione. L’autista ci ha fatto cagare addosso , sembrava di essere sulle montagne russe…….. Si sale a velocità altissima fino in cima alle dune con una pendenza assurda e si ridiscende quasi in verticale …….. Da cagarsi addosso giuro…..ho passato buona parte del tragitto a occhi chiusi e tirando porconi, ma mi sono divertito in fondo. Ci si ferma poi in alcuni punti del deserto e si ammira un paesaggio sahariano davvero emozionante e che non pensavo di trovare in Perù. Durante queste soste l’autista ti caccia tra le mani delle tavole da surf, ti dà una candela per ingrassare la tavola e poi via….. Ti butti giù dalla duna per 1-2 minuti di brivido, rischiando fratture multiple e composte. Giacomo lo ha fatto coricato a pancia in giù sulla tavola ma non gli è venuto benissimo e si è ritrovato sabbia in ogni orifizio del corpo !le foto verso le 6 del tramonto nel deserto peruviano sono un altro momento indimenticabile. Torniamo al Huacachinero, io sempre a occhi chiusi e a porconi….. Al Huacachinero troverete anche due simpatici pappagalli, uno verde piccolino e uno gigante multicolore che gironzolano ( purtroppo gli hanno tagliato le ali) per tutto il giardino liberi , vanno e vengono dove gli pare, mentre mangiate scalano con il becco le sedie di paglia e vogliono da mangiare, sono davvero buffi e simpatici se non fosse che quello più grande comincia a gracchiare alle sei del mattino e tutto il giorno urla come un tacchino il giorno di Natale! L’altro il verde piccolino, se siete simpatici, vi saluta pure con un OLA. Stasera torneremo a mangiare a La Casa de Avinoam poi a letto presto perché domani si parte alle 7,15 per Nazca. 25/07/2006 LE LINEE DI NAZCA: IL VOLO DEL TERRORE! Sveglia all’alba, mannaggia maremma maiala! Per poi aspettare Joele che ha un’ora di ritardo per un inconveniente che mentre lui cerca di spiegare non voglio nemmeno sapere! Arriva bello bello su una macchina stile americanata guidata da un simpatico vecchietto che sarà la nostra guida fino a Nazca.Lasciamo Joele al terminal dei bus, baci e abbracci e ci si incammina con il vecchietto alla guida per due ore di auto. Paesaggio desertico durante tutto il viaggio, deserto roccioso e a tratti gruppi di baracche , stile favelas che sono disseminate un po’ dappertutto lungo la Panam.Il paesaggio è al tempo stesso monotono e desolante, si incontra davvero tanta miseria e ovunque sulle case scritte a caratteri cubitali a causa delle recenti elezioni politiche con i nomi dei vari candidati al congresso, queste scritte saranno onnipresenti in tutti i luoghi che visiteremo. La tratta Huacachina-Nazca si svolge al meglio con il vecchietto che ogni tanto azzardava qualche spiegazione sulle coltivazioni di carciofi e di cotone della zona. Il mio pensiero è però continuamente turbato in modo assillante da un chiodo fisso:il volo sulle linee a causa delle disparate versioni che girano in internet su questa esperienza, compresi svenimenti, stati comatosi vegetativi raggiunti da alcuni turisti durante il volo e io soffro pure moltissimo di vertigini!!! A Nazca il “vecio” ci scarica davanti alla agenzia che Joele aveva contattato per prenotarci il volo , la Expedition Nasca Travel ( expeditionnascatravel@hotmail.com) di tale Pedro, tipo simpatico e alla mano che appena arrivati ci carica sulla macchina e ci porta al cimitero di Chauchilla ( 5 soles) , dove si possono visitare una dozzina di tombe di epoca Nazca all’interno delle quali si trovano bellissime mummie ben conservate, il tutto in una radura arida e desertica , disseminata da ossa ovunque, frutto purtroppo degli scavi dei tombaroles.Il sito non è spettacolare , ma le singole tombe, scavate nel terreno e lasciate aperte protette solo da un tetto in paglia, sono molto interessanti da vedere, impressionanti alcune mummie con trecce di capelli lunghe fino a tre metri , rannicchiate con i loro abiti rossi o beige perfettamente conservati. A noi è piaciuto molto, ne vale la pena. Finito Chauchilla ecco si avvicina il momento fatidico, il volo sulle linee di Nazca. Ho iniziato a prendere xamamina da ore prima …………… L’aeroporto, parola grossa, la pista dove sono parcheggiati gli aerei è facilmente raggiungibile e i voli della mattina continuano ininterrottamente fino al pomeriggio, per cui non affrettatevi come matti ,c’è posto per tutti o correrete il rischio di lunghe attese in sto piazzale chiamato aeroporto. Prima nella sala d’attesa, la sala travaglio più o meno, ti fanno vedere un video in italiano che ti spiega tutta una lunghissima storia dall’uomo preistorico a Nazca, poi ti fanno aspettare il tuo turno guardando quelli che scendono dagli aerei e devi sperare di non incappare in gente che bacia il suolo o che esce con le magliette sporche della cena della sera prima, oppure partirai con questo preconcetto largamente diffuso secondo cui il volo sulle linee di Nazca è pauroso. Per farla breve, io non sono stato particolarmente traumatizzato, non ho avuto vomito anche se sono stato più volte sul punto di cacarmi addosso, in particolare quando l’aereo si piegava a destra e sinistra per mostrarci le varie figure con il pilota sogghignante che urla: alla derechaaaaaaaaa!!!! Alla izquierdaaaaaaaaa!!!!! E tu via con la terza o quarta Ave Maria ora pro nobis et tolle peccata mundi………dietro l’aereo che porta complessivamente 5 persone si sta un po’ claustrofobici, ma insomma io non ho avuto particolari problemi , solo tanta paura , ma più che altro uno stato di continua tensione. Giacomo invece mi ha detto di aver sudato freddo, una ragazza italiana che abbiamo incontrato ha riferito di aver pianto per tutti e trenta i minuti del volo, mentre un’amica incontrata poi a Lima raccontava di borsine di vomito sparse sull’aereo straripanti del suo stesso vomito. Insomma provare per credere , certo non è una passeggiata tranquilla se soffrite di stomaco o di vertigini. Che dire delle Linee di Nazca? Belle non sono è vero, anche perché il giro dura giusto una mezz’oretta e ciascuna figura vi compare per qualche secondo , sempre che abbiate gli occhi aperti. E’ però davvero affascinante il mistero di queste linee e averle viste mi ha molto emozionato, perché da anni desiderava vederle. Emanano un fascino incredibile, si vedono molto chiaramente e tu poi rimani li’ a pensare ma perché li hanno disegnati???? Quindi non pensate di vedere chissacché ma semplicemente ammirate uno dei più grandi misteri del sudamerica. Io vi consiglio di vederle, magari leggendo qualcosa riguardo , perché comunque quando vi ricapita sta opportunità? Dopo questo volo, che ripeterei sicuramente, siamo andati al sito di Cahuachi: non andateci è chiuso fino al 2011 per una campagna di scavi archeologici. In più è difficile da raggiungere e non si vede nulla, ma nulla proprio se non delle dune di sabbia che dovrebbero essere delle piramidi. Ripassate dopo il 2011. Il nostro amico Pedro ci riporta alla sua agenzia dove ci avevano già comprato per 100 soles ( 25 euro) a testa i biglietti per il pullman delle 22.45 per Arequipa ( compagnia CIAL ottima scelta !). Abbiamo alcune interminabili ore a disposizioni e cosi’ andiamo subito a mangiare in un bel ristorantino li’ vicino, El Porton ( calle Ignacio Morsesky 120), dove mangiamo veramente bene, spendiamo veramente poco come al solito. Passiamo il resto della giornata a pazzeggiare per la città che non è assolutamente diversa da Pisco, caotica, sporca. Piena di negozietti che vendono dal pollo più o meno fresco alle pile alcaline, una tipica città sudamericana ma senza alcun fascino, nessun edificio di particolare interesse, una plaza de armas anonima e squallida, insomma mi sembra evidente che non vi ci dovete fermare, non fate questo errore, meglio arrivare la mattina, fare il volo e ripartire la sera stessa per Arequipa. Qualche souvenir siamo riusciti a farcelo cacciare nella schiena anche qui e insomma gira e rigira devo dire che queste città sono comunque interessanti per la varietà umana che si può incontrare, in fondo un paese lo si conosce vedendo tutte le sue sfaccettature e non solo i posti più turistici. La sera prima di partire siamo andati a cena in un ristorantino che mi sento di consigliarvi con il cuore, si chiama The Grumpy’s in calle Lima 330 dove, oltre a mangiare davvero bene, il proprietario è gentilissimo e vi farà compilare il libro dei saluti di cui va orgoglioso e resterà a parlare con voi rispondendo ad ogni domanda. Finalmente si avvicina l’ora della partenza e la stazione è proprio a 10 metri dalla agenzia di Pedro. Ci sediamo in un posticino a bere 2 coca cole , ci guardiamo attorno e ci accorgiamo di essere in un negozia di parrucchiera per signora, avete capito bene, seduti a gustare una coca dietro a noi una c’era una sedia da parrucchiera con tanto di specchio e nella restante parte bibite, patatine, pile, souvenir, insomma pensate a qualcosa….ecco quella cosa li’ l’avreste trovata in quel negozio. Questo è uno dei tipici esempi di botiga sud americana,ossia fantasiosi negozietti che nel genere sono indefiniti, ma dove entrando troverete quello che cercate. Ecco il pullman, si parte, fa un freddo boia a proposito…….. E ci addormentiamo sull’autobus a due piani per risvegliarci ad Arequipa. 26/07/2006 AREQUIPA : LA CIUDAD BIANCA ….. PIÙ O MENO! Il viaggio è filato come l’olio, il pullman era comodissimo, abbiamo dormito per tutto il viaggio. Con un taxi e 6 soles ( bastardi ne bastavano 3 ci dicono dopo!) arriviamo a “La Casa de mi abuela”. L’ostello è davvero molto bello , una accoglienza un po’ formale, ma davvero bello, con giardino esclusivo per la prima colazione, giardino con piscina e ombrelloni, ristorantino con pianoforte e noi abbiamo prenotato la junior suite, ebbene si con 43$ in due, davvero una miseria, abbiamo la nostra camera con 2 letti matrimoniali, frigo bar, cable tv e un mega bagno privato. Crepi l’avarizia! Essendo arrivati molto presto abbiamo dovuto aspettare nel giardino e ci siamo magnati di tutto dal buffet che ogni mattina viene preparato. Siamo molto stanchi cosi’ andiamo a sistemare la roba in camera e facciamo un giretto verso il centro. Arequipa già dai primi passi ci piace, finalmente una città pulita, moderna turistica, negozi eleganti, musei ben curati, caffè modaioli, tutto questo naturalmente mescolato ai negozietti che vendono ogni genere di articoli, signore che cucinano agli angoli delle strade, taxi sgangherati un po’ ovunque. Arriviamo a piedi sino alla chiesa di S.Francesco, scattiamo qualche foto, ma ci viene fame e su consiglio della mitica guida routard andiamo a mangiare al ristorante “La Quinta”, davvero buono, queso fritto e chicharron de pollo. Poi nulla di più, siamo stanchi, sporchi ed io , come al solito, tutti gli anni, ho il raffreddore, anche se preferisco questo al flagello della diarrea che ha colpito davvero tante persone che abbiamo incontrato. Comunque il raffreddore miete molte vittime, gli sbalzi di temperature sono molti e quindi munitevi di aspirina etc…qui si passa dalla piscina ai maglioni di lana e allora altro che soroche , giù di wiks vaporub a raffica! Io alle sette sono crollato a letto e non mi sono più risvegliato fino al giorno dopo. Giacomo è andato a mangiare al ristorante dell’albergo dove una stronza italiana , credendo che lui non la capisse, glia ha dato dello sfigato pechè mangiava da solo. Ecco a proposito degli italiani approfitto dell’episodio per spendere due parole sugli italiani all’estero: siamo burini, caciaroni, strafottenti, fighetti, da evitare come la peste. Evitate i viaggi organizzati di italiani come la lebbra ovunque voi siate nel mondo, altrimenti vi riempiranno la testa di cazzate: il caffè non è buono come in Italia, gli alberghi non sono belli come in Italia, si mangia male ovunque, ovunque ci sono italiani c’e’ qualcuno che spaccia perché siamo i più imbecilli che si fanno diecimila chilometri per poi girare alla ricerca disperata di canne, siamo capaci di farci fregare da chiunque. In fondo siamo dei provincialotti, incapaci e non abituati a viaggiare , con uno spirito molto diverso dai paesi anglosassoni o nordici, dove anche le ultrasessantenni le vedi sgambettare con i loro zainetti e i loro calzini bianchi…….. Ve la immaginate vostra nonna in bermuda , calzini bianchi e zainetto???? Le peggiori sono le ragazze italiane stile viaggio tuttocompreso che vanno in Birmania o in Perù con la stessa valigia con cui andrebbero a Milano Marittima e poi le vedi , ste povere dementi, in pieno deserto peruviano o su altissime piramidi Maya con le loro infradito Gucci, la tracolla Luis Vitton, truccattissime, impeccabili con quegli occhialoni Dior a forma di mosca……….mamma mia!!! Ma torniamo ad Arequipa. Nel pomeriggio abbiamo acquistato i biglietti per il volo Piura-Lima presso l’agenzia Giardinotours che si trova proprio all’interno della Casa de mi abuela. La stessa agenzia ci ha prenotato, sempre via mail dall’Italia, il Colca canyon tour di 2 giorni per domani. L’agenzia è davvero affidabile, ci sono 5-6 signorine molto simpatiche e cordiali e mi sento di consigliarvela vivamente. Per quanto riguarda il nominativo di città bianca devo dire che in verità io non mi sono accorto di tutte queste costruzioni in pietra calcarea bianca , ma probabilmente in passato la città era molto diversa. Comunque Arequipa è una città sicura, amabile, tranquilla, un posto dove fermarsi qualche giorno in più se potete per affrontare poi l’ultima parte del viaggio verso Cuzco e magari l’Inka trail. 27/07/2006 IL COLCA CANYON Sveglia alle 7,30. Si parte finalmente per il Colca Canyon. Facciamo una colazione stra abbondante, comodamente seduti in giardino, poi ci vengono a chiamare e si parte con un comodissimo pullman su cui eravamo in una ventina, quindi stavamo belli comodi e spanciati. Ci aspettano 5 ore di viaggio per arrivare a Coporanque dove, su nostra esplicita richiesta, dormiremo alla “Casa de Mamayacchi”, scelto grazie alle numerosissime indicazioni di molte persone sui loro diari in vari siti. Il viaggio comincia con una breve sosta in un negozietto dove compriamo le caramelle alla coca, le foglie di coca da masticare ed io una sorta di vicks vaporub per il mio raffreddore del viaggiatore . Il viaggio è lungo, soprattutto perché per arrivare al Colca ci sono solo strade tortuose e sterrate di montagna, il paesaggio è monotono, brullo, arido, un altipiano roccioso e aspro. Facciamo una breve sosta ad un autogrill, ossia 4 baracche dove vendono mate de coca a litri e come al solito ogni sorta di bibita gassata e dove ovviamente nel piazzale c’è un mercatino di donne con i loro bellissimi cappelli e ponchi coloratissimi, con un paio di alpaca al guinzaglio, pronte a farsi fotografare per 1 sol. Compro la mia solita cazzata, un cappello da cowboy in lana di alpaca e poi si riparte. Arriviamo finalmente nella valle del Colca a Coporanque alla Casa de Mamayacchi. Ragazzi uno spettacolo. Si tratta di una costruzione fatta da 2-3 edifici ottagonalicon 4-5 camere l’uno con una vista sulla valle davvero incredibile, una grande sala comune con un bel camino, un piccolo giardino con una casetta pre-inca originale e per finire un simpaticissimo animale domestico: un cucciolo di alpaca che scorazza libero con due occhini tipo Bambi. E’ davvero bello e consigliato agli amanti della pace , dei luoghi stile rifugio alpino, dei luoghi conviviali. Tutte le stanze hanno il riscaldamento e l’acqua calda. Abbiamo mangiato a buffet tutti insieme nella grande sala da pranzo con sottofondo di musica andina . Subito dopo la guida ci porta a fare una passeggiata di un paio di ore su un sentiero di montagna da cui si può apprezzare la bellezza mozzafiato della valle.Gli venisse un colpo ancora adesso a sta guida: stavo morendo, mi superavano addirittura le vecchie inglesi con le bermuda e i sandali: in effetti mioversi e camminare è davvero faticoso, non ho avuto problemi tipo mal di testa o vomito, ma fare tre gradini mi pesava tantissimo, ci si sente proprio stanchi, insomma sta salita mi ha distrutto e pensavo già a come mi sarei ridotto durante l’Inka Trail. E vi dirò di più, secondo me le caramelle di coca non hanno alcun effetto, almeno cosi la pensiamo noi e cosi pure il mate de coca, ne abbiamo bevuto a litri, ma nulla………. Consiglio aspirina che fluidifica il sangue oppure molto più semplicemente vendono in tutte le farmacie delle pastiglione chiamate Sorochiji pills che a Giacomo hanno fatto molto bene, visto che lui ha avuto forti mal di testa, nausea, vomito. Io stesso mi ero portato il GUTRON, su consiglio del mio medico, ma vi dico la verità che nulla come le sorochiji pills hanno funzionato. Tornati al Mamayacchi, la guida ci da 10 minuti di tempo per preparare le nostre cose per andare ai bagni termali di Chivay. Io evito perché vi ricordo il mio raffreddore… Giacomo ci prova. Passaggio in autobus a Chivay e si arriva a ste piscine. Noi ci aspettavamo chissacchè, sorgenti termali immerse nel paesaggio della montagna e invece una delusione totale: due vaschette d’acqua pure luride e puzzolenti, una all’interno e una all’esterno, insomma mentre Giacomo si bagnava in queste pozze marroni insieme ad altri 10-15 persone, io sono rimasto a guardare un po’ schifato. Torniamo per fortuna alla svelta al Mamayacchi e ceniamo a buffet per poi sederci davanti al camino acceso, ma alle nove siamo già a letto. Una cosa che ci ha colpito del Colca è stato il cielo: la mancanza assoluta di luce artificiale e la limpidezza dell’aria vi daranno una vista del cielo stellato assolutamente straordinaria con l’intera via lattea chiara e limpida a disposizione dei vostri occhi e poi è un cielo diverso dal nostro, ancora più bello quindi perché mai visto. A letto finalmente in morbidi letti matrimoniali, con riscaldamento accesso e sotto il piumone, mamma che bello , che bel posto. Veniteci assolutamente è straordinario!

28/07/2006: IL VOLO DEI CONDOR Colazione all’alba e via , dopo aver salutato il piccolo alpaca. Dalla casa de Mamayacchi ci dirigiamo verso la Cruz del Condor. Dalla valle si arriva quindi al canyon attraverso un paesaggio brullo ma bellissimo di montagne incontaminate. Alla Cruz del Condor abbiamo fatto una camminata di un paio d’ore durante la quale abbiamo la fortuna di vedere almeno 5-6 uccellacci svolazzare sopra di noi: bhè meno male visto che siamo venuti qua per questo! Il canyon offre uno splendido paesaggio, anche se non bisogna aspettarsi come fanno tutti, noi compresi, un canyon tipo Gran Canyon americano. In realtà il paesaggio assomiglia più ad una valle, con in fondo il fiume che scorre, anche se ci sono punti a strapiombo. Bel paesaggio davvero, anche se non ci fossero stati i condor. Torniamo finalmente ad Arequipa molto stanchi verso le 5, una doccia , una cenetta al ristorante della Casa de mi Abuela e poi come due pensionati andiamo a nanna. Abbiamo dovuto fare le valigie perché domani si parte per Puno. Giacomo ha vomitato, lui dice il soroche, io dico che ha mangiato come un porco, comunque le sorochiji pills hanno poi fatto miracoli. La giornata di oggi è stata quindi dedicata interamente alla visita del canyon e dimenticavo di raccontare che a pranzo siamo stati a Chivay nel classico ristorantino turistico a buffet e abbiamo avuto modo di farci un giretto per il paesino: molto caratteristico con tante donne vestite con i loro tipici abiti qualche lama ma nulla più, fermatevi qui solo se siete amanti della solitudine e se volete usarlo come base di partenza per le escursioni, ma meglio comunque secondo noi partire da Arequipa. Consigliatissimo invece il Mamayacchi, consigliatissimo magari fare i 3 giorni invece di due, perché le ore di viaggio sono tante e si perde mezza giornata per il passaggio da Arequipa a Coporanque. 29/07/2006 CAZZEGGIO AD AREQUIPA Giornata di cazzeggio totale in attesa del bus delle 17 che ci porterà a Puno. Colazione nello ormai famoso giardinetto dell’hotel e poi un giro in centro città, perché in fondo ancora Arequipa non l’abbiamo vista . Prima di tutto andiamo a vedere la mummia Juanita, ci prendiamo una guida che parla italiano ( che è obbligatoria). Il museo è molto bello , ordinato, pulito e vedere Juanita è davvero impressionante: sta povera creatura dopo aver camminato per km e km e scalato un vulcano ( il Misti) si è beccata una mazzata in testa per finire poi sotto 50 metri di ghiaccio per 500 anni……… che sfiga !La visita al museo vale veramente la pena soprattutto se c’è la guida, ci sono un sacco di oggetti ritrovati insieme alle mummie del Misti , abiti, vasellame, oggetti personali e davvero si resta impressionati dal pensare ai riti macabri che venivano compiuti. Non andiamo invece al monastero di S. Catalina, alcuni ci hanno detto che non ne vale la pena e poi insomma non ne abbiamo voglia. Invece ci facciamo portare al mirador da cui si vede tutta la città , nulla di speciale, qualche bancarella come al solito. Facciamo compere e Giacomo si compra dei tappeti di pelo di alpaca. Insomma non visitiamo attentamente Arequipa ma ce la guardiamo girando a zonzo, visitiamo però almeno la cattedrale. Arequipa è davvero molto bella , soprattutto per chi viene come noi da Pisco e da Ica. Vale davvero la pena di passarci qualche giorno in più, è una città a metà strada tra Pisco, Ica e la turisticissima Cuzco. Infatti ad Arequipa si vede un centro storico molto moderno, con ristoranti eleganti e caffè alla moda molto occidentali ( ci troverete anche l’espresso cosi’ siete contenti!). Ci sono discoteche, pub, ostelli e alberghi eleganti. Basta però allontanarsi dal centro per ritrovare in ogni angolo i classici baracchini dove cucinano di tutto, trovare le botigas dove vendono ogni sorta di oggetto , vedere le donne cucinare spiedini sedute sugli sgabelli in mezzo alla strada. Insomma Arequipa ci è piaciuta moltissimo. Una fiumana di taxi impressionante ovunque con macchine stile mini minor anni 60 scassatissime e con un odore di nafta incredibile. Alle 5 abbiamo il pullman per Puno e qui ho commesso un errore imperdonabile. Mi sono fidato delle immagini pubblicitarie……. In sostanza quando siamo andati a comprare i biglietti al terminal dei bus, ho trovato una ventina di desk di vendita di diverse compagnie, tutti che esponevano orari, destinazioni e foto dei mezzi. Noi abbiamo scelto un pullmann che sembrava bellissimo dalle foto e 20 soles mi sembravano un buon affare . Bhè a Puno ci siamo arrivati dopo 6 ore di viaggio su un pullman puzzolente, scassatissimo dove eravamo gli unici turisti, scomodissimo con una signora vicino a me che dopo aver cambiato il pannolino scagazzato del figlioletto lo ha messo sotto il sedile. Insomma informatevi bene , seguite i consigli delle guide o dell’ostello per la scelta del pullman. E fate attenzione al terminal, ci vogliono 100 occhi, c’è una miriade di persone e qualche faccia truce gira qua e là. Arrivati a Puno, andiamo in taxi al Totorani Inn, prenotato via mail dall’Italia. Rimando a domani le nostre considerazioni sull’albergo . Andiamo a mangiare in una pizzeria sul viale principale che porta a Plaza de armas. Si chiamo “El Buho” e noi ci abbiamo mangiato bene. Se avete voglia di pizza veniteci, si spende pure pochissimo, portatevi un pò di pazienza perché come in tutti i ristoranti in Perù ( e in sudamerica in generale), vi verrà un esaurimento a vedere come lavorano: lenti, lenti , lenti , non oso immaginare questi camerieri in una pizzeria in Italia…. Madonna se sono lenti, cose allucinanti che sfociano nella pazzia più completa di sparecchiare i tavoli portando via i piatti uno per volta…… su dai , dai , dai che ce la fate , mamma se sono lenti…… 30/07/2006 SILLUSTANI Allora vediamo un po’ che dire del Totorani Inn. Allora si tratta di un ostello tipo pensioncina a 2 stelle, essenziale ma con le camere grandi, bagni enormi, acqua calda 24 h, stufette elettriche , colazione la mattina abbondante, internet gratis. Vi consiglio di chiedere espressamente le camere che non diano direttamente sulla strada perché sono molto rumorose. L’ ostello non è bellissimo ma ci sentiamo comunque di consigliarvelo per diversi motivi: 1) è vicinissimo al centro e al porto 2) l’accoglienza di Alberto e sua sorella Miriam è molto informale , sono gentilissimi e a vostra completa disposizione. 3) Vi organizzeranno direttamente dall’Italia tutti i tour che vorrete a prezzi molto ragionevoli. Insomma è un buon indirizzo. Trascorriamo la mattina in giro a zonzo per Puno. Prima di tutto non è vero che fa un freddo cane, almeno noi in agosto abbiamo trovato un sole splendido e una temperatura primaverile ed era sufficiente una giacca a vento o un maglioncino. Per quanto riguarda la città a noi è piaciuta. Camminando per il centro ci sembra una città molto meno turistica di Arequipa ma comunque più gradevole di Pisco . Il centro è costellato dei soli negozietti con migliaia di bibite in vendita, sulla via principale ci sono buoni ristoranti alcuni dei quali molto belli, alcuni angoli della città, soprattutto verso Plaza de Armas, sono ben tenuti, c’e’ però molta confusione, molto rumore, molti angoli della città davvero sporchi e un oceano di mototaxi e bicitaxi. Infatti qui per la prima volta incontriamo questi originalissimi mezzi di trasporto: i mototaxi sono delle motociclette a due ruote con attaccato dietro una specie di risciò per due persone protetto da un involucro di teli di plastica, insomma assomigliano molto agli APE, quei mezzi tre ruote che da noi usano in campagna o nei cantieri per trasportare di tutto. I bicitaxi sono molto simili con la differenza che c’è un povero cristo che pedala come un dannato per portarvi in giro. Sono coloratissimi e molto originali , la città ne è invasa. Certo Puno non ci è sembrata una città dove fermarsi più di tanto, ma da utilizzare come punto di partenza per diverse escursioni. In centro becchiamo una parata militare e poi entriamo all’Auchan…… esatto avete capito bene entriamo in un centro commerciale che noi abbiamo cosi’ soprannominato e che vale la pena di visitare. Si tratta del mercato centrale della cittadina costruito su due piani, proprio come i nostri centri commerciali: al piano superiore i ristorantini, i bar e ai piani inferiori gli alimentari e tutto il resto. La zona alimentari è raccapricciante. Ci sono delle corsie a cui si passa in mezzo e a destra e sinistra trovi uno in fila all’altro i banchetti dove espongono la carne , il pesce, il pollo, tutto molto organizzato, nel senso che in ciascuna corsia trovi un determinato prodotto, per cui puoi scegliere la corsia del maiale, del pollo ma comunque non troverete mai una cella frigorifera , mai , mai….. Tutta la carne è esposta sui banchi , con teste di mucca intere, enormi quarti di manzo appoggiati dove capita, cumuli di zampe di gallina , pezzi di trippa dimenticati quà e là, tutto esposto in modo tale che la gente possa toccare con le mani per scegliere. Mamma mia igiene zero, però bello da vedere nel senso che ci appare uno squarcio di vita quotidiana di questa gente. C’e poi la corsia della frutta, dei detersivi, insomma un vero e proprio supermercato, con tanto , come vi dicevo, di secondo piano con ristorantini(!!!) che si affacciano sul primo piano e cosi’ puoi mangiare godendoti lo spettacolo delle teste di manzo mozzate…… Con un bicitaxi andiamo anche alla zona del porto dove c’e’ un mercato artigianale allestito in una specie di tendopoli dove si trovano tutti gli oggetti e i tessuti che volete. Al porto c’e’ pure un laghetto con le barchette a forma di cigno che potete affittare . Una fila di ristorantini vi proporranno di mangiare la trucha in mille modi diversi ( la trota….) vedete un po’ voi se fidarsi o meno. Torniamo in centro stavolta con un mototaxi e andiamo a mangiare alla “Casona”, un ristorante molto bello sul corso principale dove ci abbuffiamo di trucha, in crosta , a filetto, alla milanesa e spendiamo davvero una miseria. Il ristorante è davvero molto ben tenuto, pulito, con una miriade di ferri da stiro di quelli vecchi di ferro appesi alla parete, davvero un buon indirizzo. Alberto del Totorani ci ha prenotato per il pomeriggio la visita di Sillustani, ci vengono a prendere direttamente all’ostello e arriviamo alla necropoli nel primo pomeriggio. Il sole è caldo, il vento davvero forte, il posto è davvero suggestivo. Si tratta di un piccolo promontorio da cui si gode una vista incredibile del lago…….. Un cielo azzurrissimo, un paesaggio da favola. Le rovine consistono in enormi cumuli di pietra un pò stile nuraghi sardi che hanno un fascino incredibile, pensate voi aver la fortuna di essere seppelliti qui a 4000 metri su un promontorio collinare in riva ad uno splendido lago…. Certo il sito non è monumentale, a Giacomo ad esempio non è piaciuto e si è addormentato su una enorme pietra, io invece ho scattato le mie solite infinite foto, perché a me il posto è piaciuto molto, basta coglierne il profondo senso mistico e religioso, senza tralasciare la bellezza disarmante del paesaggio. Dopo Sillustani, che consiglio comunque, siamo tornati in città e siamo ritornati a mangiare al “Buho” , il mio solito calzone margherita e siamo poi andati a letto prestissimo, come durante tutta la vacanza; domani ci aspetta la gita di due giorni a Taquile. Che il Signore ce la mandi buona! APRESTO CON LA PARTE DUE……INKA TRAIL COMPRESO……. Se se volete informazioni o fotografie scriveteci pure!!!!!!!!



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