Su e giù per l’Appennino Tosco-Emiliano

Strade e montagne e bontà da scoprire ...
Scritto da: B&T
su e giù per l'appennino tosco-emiliano
Partenza il: 01/07/2011
Ritorno il: 03/07/2011
Viaggiatori: 2
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Il primo week-end di luglio assieme a due splendide giornate di sole ci hanno dato la possibilità di esplorare l’Appennino Tosco-Emiliano.
La base di partenza è Scandiano paese tranquillo e sonnacchioso in provincia di Reggio Emilia, un tempo terre del Boiardo, dove però ci informano che la serata del venerdì è vitale con negozi aperti e gente a passeggio con i gelati in mano (non capiamo il nome della manifestazione ma qualcuno la nomina simpaticamente “Fresca Spesa”). Abbiamo anche la fortuna di ascoltare in una piazzetta un concerto di una cover band che suona country-rock anni 60 – 70 il che non guasta.

La mattina freschi e riposati non ci resta che indossare guanti e casco e partire a cavallo della moto verso i primi su e giù. Passiamo accanto a Fiorano e Maranello (già provincia di Modena) scorgendo le scritte “Ferrari” e proseguiamo per Vignola. Oltrepassato il paese abbandoniamo un paesaggio fatto di piastrelle e ceramiche per immergerci in frutteti di pesche albicocche e soprattutto ciliege che costeggiano la strada. Un consiglio: non mancate di fermarvi per un cestino di ciliegie; trovarle non è un problema, saranno loro a trovare voi.

Da ora inizieremo a salire in direzione Zocca (759m), paese natale del mitico “Blasco” Vasco Rossi del quale però non troverete traccia (non chiedete di lui ai compaesani … diciamo che non è visto di buon occhio … ).

Facciamo qua la prima sosta approfittandone per una passeggiata lungo la via centrale tipica di una località di montagna con una chiesa caratteristica, tanti negozietti (attenzione a non guardare troppo le vetrine … vi si potrebbe alzare il colesterolo) fino a uno spiazzo che domina su tutta la vallata.

A 5 minuti di moto arriviamo al museo del Castagno e del Borlengo, piatto tipico della zona (una specie di crêpe preparata a partire da un impasto a base di acqua, farina e sale detto colla; il ripieno tradizionale, detto cunza, consiste in un battuto di lardo, aglio e rosmarino, oltre ad una spolverata di Parmigiano Reggiano).

Cominciamo a scendere e poco dopo la località Guiglia (459m) ci fermiamo per una pausa al ristorante “Michelangelo”. Purtroppo il Borlengo a pranzo e soprattutto in estate non si trova, ma ci rifacciamo con le crescentine ricoperte dal crudo di Parma e con un piatto di funghi fritti, una delizia. A fine pasto, con la pancia piena anche la vista ha la sua parte dominando sulle vallate piene di rotoballe che sembrano sculture nei campi verdi a perdita d’occhio.

Ripartiamo e si continua a scendere per arrivare a Bazzano (93m, provincia di Bologna). Qua la vista cade su di una splendida rocca che merita una visita con una passeggiata fra le mura. Un cartellone di informazioni turistiche ci indica che poco distante c’è un’abbazia in località Monteveglio (114m).

Incuriositi risaliamo in sella e ricominciamo a salire fra stradine sempre più strette per giungere in un paese medievale in miniatura, Monteveglio appunto. Qua troviamo racchiusa fra mura merlate tre case abitate un ristorante e un B&B che fanno da contorno ad una splendida abbazia. Sono ormai le 17 e paghi della giornata torniamo alle terre del Boiardo.

Dopo un sonno ristoratore, il giorno seguente ci accoglie con un sole splendente.

Si monta in sella si accende il motore e si inizia a salire e scendere per le strade che attraversano Albinea, Traversatolo (dove la domenica c’è un mercato enorme) Langhirano (provincia di Parma) patria del Crudo di Parma con uno scorcio sul castello di Torrechiara tutto da godere dalla moto.

La salita diventa più impegnativa con i primi tornanti che ci portano ad entrare nel parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano più precisamente nel Parco dei Cento Laghi. Prima sosta a Corniglio (690m). Il paese e piccolissimo ma carino e dominato da una rocca sede del municipio. Affacciatevi da una delle mura e scoprirete che siete a picco sulla vallata.

Ripartiamo e continuiamo a salire passando da Monchio delle Corti e poco dopo ci fermiamo alla trattoria “da Marica” dove i sapori tipici emiliani non possono mancare e quindi ci deliziamo il palato con un piatto di pappardelle ai funghi porcini e un piatto di cappelletti in brodo (che sull’appennino non guastano mai, nemmeno in estate).

La strada si fa impegnativa sconnessa me bella da guidare (il passeggero dietro forse non è d’accordo … ) avvicinandoci alla meta di giornata, Passo di Lagastrello (1.200m) dove per pochi metri entriamo nella regione Toscana in provincia di Massa-Carrara. Non è possibile proseguire fino ad Aulla in quanto la strada al momento è chiusa per una frana, ma ne approfittiamo per ammirare il verde che ci circonda passeggiando fino alla diga Lagastrello. Il paesaggio riempie gli occhi in ogni direzione.

Contenti della giornata iniziamo a scendere tra curve e stretti tornanti attraversando Ramiseto e Castelnuovo né Monti. Dalla strada si può ammirare “l’Ayers Rock” dell’Emilia ovvero la Pietra di Bismantova che meriterebbe una visita a se (va la consigliamo vivamente).

Arriviamo alle Terre del Boiardo, con 400 km fatti in due giorni e dopo un itinerario un po’ spacca gambe per il passeggero, ma felici di aver visto un po’ delle bellezze on the road di casa nostra.

Alla prossima.

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Rocca di Bazzano

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Monteveglio

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Chiesa di Zocca

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Diga Lagastrello

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Pietra di Bismantova

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Rocca di Corniglio

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Passo di Lagastrello



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