Stupendoman e Fenomena in: Siria ATTO PRIMO

Prologo Verso i primi la fine di maggio i nostri eroi hanno iniziato ad avere il pruritino di farsi una vacanza ma a luglio mancava ancora troppo e ad agosto qualsiasi vacanza sarebbe costata troppo. Ai primissimi di giugno il pruritino era diventato ormai un’orticaria e, navigando navigando i nostri paladini incapparono in “Mistral...
Scritto da: Lorenzo De pasqua
stupendoman e fenomena in: siria atto primo
Partenza il: 11/06/2004
Ritorno il: 20/06/2004
Viaggiatori: in coppia
Prologo Verso i primi la fine di maggio i nostri eroi hanno iniziato ad avere il pruritino di farsi una vacanza ma a luglio mancava ancora troppo e ad agosto qualsiasi vacanza sarebbe costata troppo. Ai primissimi di giugno il pruritino era diventato ormai un’orticaria e, navigando navigando i nostri paladini incapparono in “Mistral Tour” Che offriva un pacchetto “oll comoditis tutt’inclus”.

L’idea di un viaggio “non autoorganizzato” era da sempre: il desiderio segreto di Fenomena, ma sempre fortemente rifiutato dall’autarchico del turismo Stupendoman; ma quest’anno sarebbe comparsa una variante decisiva: fare la vacanza “tutto già deciso” offriva come altro lato della medaglia la possibilità di fare le vacanze come i veri ricchi cioè a giugno!! Dopo tre giorni di frenetici contatti con un’agenzia del CTS causati dal dubbio sulla disponibilità reale del pacchetto offerto (a causa della guerra al confine) i supereroi staccarono un bell’assegnone all’agenzia viaggi dei supergiovani in cambio di un tour Siria-Giordania; il piacere il avrebbe presto investiti.

ATTO PRIMO SIRIA 12 Giugno 2004 –Aleppo- L’avventura siriana è cominciata ieri 11 giugno 2004 con l’arrivo all’aetreoporto alle 18,30 ora locale. La pista di atterraggio è circondata da elicotteri militari pronti al decollo e di italiani sul nostro volo ce ne sono ben pochi questo in realtà ci fa ben sperare (ma non preoccupare, siamo incoscenti?). Le nostre speranze sono infatti ben riposte perché la guida che ci è venuta a prendere ci conferma che il nostro gruppo è composto solo da noi due – temevamo infatti il gruppone con, tra gli altri, Erminia e Giacinto alla Biennale di Venezia (…)!! Arriviamo ad Aleppo a bordo del pulmino 12 posti tutti per noi, ed il nostro grand hotel residence si chiama: Hotel Planet; è spartano con un’aria da hotel che ha visto tempi migliori forse negli anni 70 ma è pulito con lenzuola candide e bagno con…Bidè. La stanza 513 ha una visione quasi “post-nucleare” sulla “cittadella” fortificata del centro. Questa cittadella pensa bene, appena arriviamo noi, di andare a fuoco infatti mentre guardo dalla finestra per immedesimarmi nel turista già attempato, un fuoco (grande) divampa ai piedi della scarpata della cittadella, infiamma la base e poi così come è arrivato se ne va. Il giorno successivo ci dicono che è il loro modo di togliere le erbacce (..) Prima di andare a cena siamo andati a farci un giretto, c’è un sacco di gente in strada oggi (venerdì) è giorno di festa e anche se ci troviamo nel quartiere cattolico sono tutti a spasso. Ci sono un sacco di signore velate e alcune anche tutte coperte con il velo anche sugli occhi, e ci guardano incuriositi malgrado noi avessimo adottato un abbigliamento sobrio (niente pantaloncini corti e niente canottiere) A cena ci siamo abboffati come maiali anche se non abbiamo molto gradito la birra “Orient” (acqua saponata). Dopo cena siamo andati praticamente a dormire subito; distrutti dal volo SIRIAN ARAB AIRLINES. L’indomani sveglia alle otto per inizio tour alle 9,00. Come prima cosa siamo andati al monastero di S.Simeone passando prima per il quartiere ricco della città. Dopo circa 35 Km siam arrivati attraverso pietrischi alla collina dove sorge il monastero; l’aria è surreale perché non c’è nessuno, solo 5 o 6 turisti locali. La basilica ha una strana pianta con il braccio sinistro della croce un po’ storto e la nostra guida Shamel ci dice che è così per ricordare l’inclinazione del Cristo durante l’attimo mortale. Al centro dell’ottagono che compone il corpio centrale della chiesa c’è la colonna (o ciò che ne rimane) dove Simeone ha vissuto per 35 anni. Sopra la colonna c’era una stanza di 2×2 metri. Almeno così ci racconta il nostro fido Shamel che man mano che passa il tempo apprezziamo sempre di più; oltre ad essere molto cortese e a parlare un ottimo italiano è senz’altro una persona molto colta. Al ritorno da S.Simeone siamo andati a visitare la cittadella che avevamo visto ardere il giorno prima: carina non esaltante, soprattutto perchè completamente ricostruita ed in costruzione. Verso le 2 i nostri eroi hanno potuto mettere le zampe sotto il tavolo dell’elegante ristorante (turistico) SISSI HOUSE. Dopo l’attrippata siamo andati a fare un giro per il quartiere vedendo: la chiesa maronita e la chiesa cattolica. (ora capisco perché non ho un credo: per l’imbarazzo della scelta!) La giornata è proseguita con visita al museo nazionale, tour al souk e ai caravanserragli, un defaticante the ad un bar sotto la cittadella e quindi …Ore 17 e 30 minuti primi: il tanto agognato bagno TURCO (sempre sotto il muraglione della cittadella). Preferisco stendere un velo pietoso sulla scena a cui ho dovuto assistere e di cui sfortunatamente Cristiana (non a caso alias Fenomena) è stata l’interprete principale. Mi basterà ricordare il massaggio lavatorio che ho subito disteso sul marmo alla stregua di un quarto di manzo. Dopo di che rientro all’albergo dopo passeggiatina quindi tutti a nanna pronti a partire l’indomani.

13 Giugno 2004 – Ebla, Apamea, Palmira – La sveglia è alle 8, dopo la colazione si parte alla volta di Ebla. Piuttosto vicina ad Aleppo è anch’essa un cantiere a cielo aperto dove scavano molti ragazzi italiani che però come arriviamo si dileguano. Abbastanza caldo ma molto suggestivo anche se il sito è molto vecchio e si vedono solo le basi e le piante di quelli che dovevano essere i palazzi, poi è scavato solo in parte – lasciato alla buona volontà degli archeologi italiani; in effetti vedremo iin seguito che i siti archeologici sono scavati da stranieri e che i siriani si dedicano ad altro, come ad ammodernare il paese. La cinta di mura esterna dà idea della grandezza della città. Rimontati sul pulmino partiamo alla volta di Apamea dopo una strada sterrata piuttosto brutta. La città è piena di colonne a perdita d’occhio; ma fa abbastanza caldo, non c’è ombra e nessun turista praticamente. Percorriamo il colonnato e facciamo qualche foto anche al bellissimo campo di girasoli che c’è lì vicino. Lorenzo ha perso gli occhiali da sole ma ha ancora quelli di scorta da carrista.

Passa un caccia che ci ricorda che l’Iraq e molto vicino.

Passeggiando tra le rovine con le spiegazioni molto interessanti di Shamel arriviamo al termine del giro: ci vuole una sosta rinfrescante. Dopo una breve sosta ripartiamo alla volta del KraK dei cavalieri. Sono 100 Km di strada tremenda io cerco di dormire ma gli scossoni mi tengono sveglia. Arriviamo al KraK alle 14 dopo aver attraversato la pianura ma soprattutto una bella strada di montagna, tutta curve e stretta attraverso boschi di pini, olivi ecc.. Molto verde perché qui piove parecchio e ci sono alcuni corsi d’acqua. Il pranzo servito dall’oste gayssimo sul ristorante a picco sulla valle è come sempre “ottimo e abbondante” con la differenza che finalmente qualcuno è in grado di spiegarci cosa ci sta propinando: crema di ceci con sesamo, con menta alla libanese, patate con aceto e melograno, varie salse allo yogurt melanzane fritte, cavoli fritti (davvero speciali) e poi un pollo arrostito alla brace che non credo di averne mangiati MAI di così buoni ( e non è la fame…). Poi il posto aveva una vista sul KraK davvero unica. Il krak dei cavalieri è una vera e propria fortezza capace di ospitare fino a 4500 soldati, entrando dentro le sue mura si può capire come dovesse essere la vita a suo tempo qui dentro. C’è una parte del castello che è costruita in stile gotico, e rimanda con il pensiero ai castelli scozzesi. Dopo il krak ci siamo incamminati con il nostro furgoncino giù per i tornanti direzione Palmira, da raggiungere attraversando la steppa siriana; ma proprio all’inizio della discesa Cristiana decide di dare spettacolo: rullo di tamburi, et voilà: infila il suo dito medio nel coperchio delle salviette umidificate, fatto in modo da permettere il passaggio delle salviette in una sola direzione, e quindi anche del dito che può solo entrare sempre più.. E’ stato necessario l’intervento dell’autista per salvare il dito della bambina Cristiana; la sua bottiglietta di shampoo è stata provvidenziale. Prima dell’attraversamento della steppa abbiamo fatto un pezzo di autostrada a dir poco “gremito” di TIR molti dei quali trasportavano auto provenienti dalla Germania e dirette verso l’Iraq dove saranno rivendute a prezzi modici. Nell’autostrada piena di Tir la marcia era difficile e il sorpasso avveniva per lo più nella corsia di emergenza (che è come da noi quella tutta a destra!). Ci siamo addormentati, ma solo per svegliarci poco dopo con la frenata e la sbandata dell’autista che doveva evitare un camion che voltava senza freccia. Il paesaggio è cambiato: dalle montagne verdi alla pianura gialla e rossa con montagne erose in lontananza. Ancora c’è del verde qua e là: la guida ci spiega che quella è la steppa che con la pioggia diventa verde. Lungo la strada vediamo un aeroporto militare, varie installazioni anche con radar mobili, le case coniche come i trulli di alberobello e alcune tende di beduini che tengono le loro greggi da queste parti.

Dal krak a Palmira la strada è abbastanza lunga e abbastanza sconnessa. Poi inizia a fare caldo, molto caldo e dai finestrini arriva aria a temperatura da forno. Il paesaggio è spoglio, rossiccio e bellissimo. Le montagne si fanno più vicine, tutte lisce e modellate dall’acqua e dal vento. La fine della steppa è vicina, ma prima di entrare nell’oasi di Palmira la nostra fedele guida ci porta fuori programma sulla cittadella (in ricostruzione) che domina l’oasi e da qui prima di discendere all’interno del palmeto godiamo dello spettacolo stupendo nella luce del tramonto.

14 Giugno 2004 – Palmira, Damasco – La giornata è cominciata mooolto presto con sveglia alle 6,30 in modo da non essere costretti a visitare le rovine con il caldo. Il nostro albergo è molto vicino al sito di Palmira che è veramente impressionante; non c’è nessuno nel sito siamo gli unici turisti presenti, ogni tanto una coppia di cammelli compare tra le colonne in rovina, guidata dal loro padrone.

Io rimango molto impressionato Cristiana si sente un po’ male (panza). Sopra di noi sfrecciano due caccia tanto per ricordarci il clima non proprio “tranquillissimo”. Dopo la città siamo andati a vedere le tombe ipogee, danno una strana sensazione, non sai bene se ti trovi in un moderno cimitero oppure su un lontano pianeta di “Guerre Stellari”. Siamo quindi andati al museo locale, quindi verso le 11 partenza per Damasco. Attraversando la steppa ci siamo fermati al BAGDAD CAFE’ che sembra uscito dall’omonimo film. Steppa steppa steppa. Siamo arrivati dopo circa 240 Km a Damasco la città dei sette fiumi, qui abbiamo pranzato in un ristorante Super-Kitch quindi pennicona pomeridiana e visita al souk. Il souk è praticamente una galleria (coperta) di negozi che porta alla grande moschea degli Omaiadi, mi sono fatto sgrassare per un paio di occhiali finti nike per15 USD$ poi tutti in hotel al Damascus international Hotel dove passeremo una notte rumorosa ed insonne.

15 Giugno 2004 –Damasco, Bosra- La mattinata inizia come al solito alle 9 dopo la sveglia e la colazione. La guida ci comunica un cambio di programma che per noi significa Km in più ma non importa. La mattina visitiamo la casa di Anania, il cristiano che ha convertito S.Paolo. Molto antica ma troppo “religiosa” per i nostri gusti.. La guida ci regala dei biscottini siriani davvero ottimi che decidiamo di portare in Italia. Poi partiamo , dopo aver visto le mura della città e esserci immortalati vicino ad una delle tante automobili americana d’epoca che si trovano da queste parti).

Partiamo alla volta di Bosra la città nera che si trova 110 Km a sud verso il confine con la giordania. Arriviamo alle 11,30-12 circa (non esattamente con il fresco) e la città ci accoglie con le sue costruzioni di pietra nera.Come già altrove i cittadini hanno abitato le rovine fino all’altro ieri, e le parti da portare alla luce sono ancora molte, comunque sono gia visitabili parecchie e abbiamo visto la via colonnata ,il palazzo dell’imperatore traiano , le terme, varie chiese/moschee (tutte le moschee da queste parti sono costruite sui resti delle chiese costruite in precedenza) e un sacco di costruzioni non meglio identificate comprese le porte e le mura. Dulcis in fundo l’anfiteatro che poteva contenere 16.000 persone ed è davvero ben conservato, la scena posteriore è del tutto integra e le scalinate anche. Intorno all’anfiteatro è stato infatti costruito in tempi successivi un vero e proprio forte con tanto di mura e torri , col fossato che gira intorno. Oggi pranziamo inseme ai nostri amici = l’autista è una buona forchetta. Dopo il thè di rito si riparte alla volta di Damasco quasi per tutto il tempo fa caldo e l’aria condizionata non funziona. Arriviamo alle 16 circa per andare a vedere la moschea degli omaiadi. Attraversiamo di nuovo il suk già visto ieri ed entriamo in un negozio di souvenir dove compriamo il ditale per la vecchiaccia. Poi arrivati alla moschea, indosso il saio per coprire le mie vergogne (ho persino la maglietta a manica lunga ma indosso i peccaminosissimi pantaloni e questo non va bene, inoltre i capelli non si devono vedere) ed entriamo. E’ bellissimo: molto grande e pieno di gente ma non tutti pregano: alcuni vengono solo per passare il tempo e ce lo conferma la stessa guida. Il cortile e molto grande ma sporco e ci costringono a percorrerlo a piedi scalzi. Sono presenti qua e là alcuni turisti per lo più biondi e non italiani. Poi entriamo quando la preghiera è finita e la moschea è proprio bella! Belli i soffitti, vetrate pazzesche e tappeti a perdita d’occhio. Attraversata la moschea, ci possiamo rimettere le scarpe; la visita che comprendeva anche la tomba di Saladino è terminata.

Appuntamento con l’autista che ci viene a prendere per farci fare 100 metri circa ma che salutiamo (e a cui diamo la manicia) e poi all’albergo.

Cercate le cartoline ma invano, allora non ci resta che il bar dell’albergo e le heineken che ci faranno compagnia fino all’ora di cena.

P.S. Anche qui a damasco ti svegli con il rumore del clacson. Suonano tutti sempre anche di notte e sono soprattutto taxi a circolare come pure ad Aleppo CONSIGLI PRATICI IN BREVE · Andare in Siria a luglio o agosto, a detta della guida è pura follia (a quanto pare gli italiani e gli spagnoli sono gli unici al mondo a farlo) perché il CALDO ECCESSIVO ti costringe a rimanere in albergo per la maggior parte delle ore diurne, limitando fortemente la possibilità di andare in giro e visitare; noi siamo andati a giungo e già si schiattava soprattutto a Palmira e Petra, che infatti abbiamo visitato la mattina molto presto · RULLINI FOTOGRAFICI max 100 asa, se avete la possibilità di ordinare 50 asa fatelo! · La Siria è in perenne stato di allerta militare; nell’ottobre del 2003 ha subito un bombardamento da parte di Israele e si trova al confine con l’Iraq: NON FOTOGRAFATE PER NESSUN MOTIVO i carriarmati per le strade o qualsiasi cosa abbia “odore” di militare o poliziesco potreste essere visti e passare guai seri! Inoltre considerate che nel territorio siriano passano gli oleodotti iracheni. · Il sito “viaggiare sicuri dell’ACI” http://www.Viaggiaresicuri.Mae.Aci.It/aciWeb/it/home.Jsp consigliava di segnalare all’ambasciata ogni spostamento di turisti all’interno della siria; Anche per questo abbiamo scelto l’opzione “tutto organizzato” · Chi ha il VISTO DI ISRAELE sul passaporto non può entrare in Siria · Il paese ha copertura per i CELLULARI · Se SEI DONNA eviterei di portare quel bel perizoma interdentale sotto ai bermudini bianco-trasparenti forse potresti attirare l’attenzione (o qualche sputo), se SEI UOMO e non vuoi passare inosservato mettiti dei calzoni corti. · A TAVOLA ti portano una miriade di piatti di antipasto (fino a 12) ma ricorda sono solo antipasti…

· Toglietevi la sete prima di partire perché troverete ALCOLICI solo negli alberghi e per di più a prezzi non indifferenti, state pronti a pagare 4 USD$ per una lattina di birra



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