Stupenda Samos dai colori sorprendenti

A spasso per Samos, ennesima ma splendida isola greca dell'Egeo
Scritto da: LucaGiramondo
stupenda samos dai colori sorprendenti
Partenza il: 12/06/2018
Ritorno il: 19/06/2018
Viaggiatori: 2
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Stupenda Samos: bella da non credere!

(by Luca e Sabrina)

Andremo a Samos!
Martedì 12 Giugno

Per festeggiare i venticinque anni di matrimonio, vista la nostra innata passione, abbiamo deciso di fare questo viaggio extra, un viaggio solo in due, senza figli al seguito, su di una delle tante isole greche (ma quante sono! …). Andremo a Samos, fazzoletto di terra di poco meno di 500 chilometri quadrati, situato nell’Egeo orientale, a non più di un chilometro dalle coste della Turchia.

Partiamo alle 6:30 da casa, in una mattinata piuttosto grigia, e un quarto d’ora più tardi entriamo in A14 a Faenza. A Bologna seguiamo poi la A13 e un’ora dopo il via ci lasciamo la città di Ferrara alle spalle. A Padova imbocchiamo poi la A4, che seguiamo verso est fino a Venezia e al suo aeroporto, dal quale spiccheremo il volo per questa nuova avventura.

Alle 8:40 siamo così al Parking Go a lasciare in deposito l’auto e poco più tardi, grazie alla navetta gratuita dell’area sosta, varchiamo le porte dell’aeroporto Marco Polo. Imbarchiamo le valigie, oltrepassiamo i controlli di sicurezza e ci mettiamo in attesa del volo V7 1454 alla porta numero nove.

Non ci sono grossi ritardi e alle 11:33 il Boeing 717 della compagnia low cost Volotea rulla sulla pista lagunare e si alza in volo virando subito verso sud-est.

Seguiamo la costa adriatica della Croazia, poi attraversiamo la penisola balcanica e ci avventuriamo sul Mar Egeo per atterrare sull’isola di Samos alle 14:32 locali, dopo aver spostato le lancette dell’orologio avanti di un’ora.

In breve ci consegnano i bagagli e subito dopo, all’uscita, incontriamo l’incaricata di Sunsea, nostro tour operator per questo viaggio, ma gli diciamo che abbiamo prenotato un’auto a noleggio e quindi ci arrangeremo per il trasferimento alla struttura prevista.

Alla Thrifty, qui associata alla Hertz, ci consegnano una minuscola Seat Mii grigia (targata IPM 8803) e con quella partiamo.

Il viaggio è molto breve. Usciti dall’aeroporto attraversiamo il paese di Pythagorio e nella sua periferia nord orientale arriviamo all’Aparthotel Electra, che ci ospiterà per l’intera durata della vacanza.

Ci assegnano la stanza numero 5… e ci deve essere stato l’imbarazzo della scelta perché, vista la stagione ancora un po’ prematura, siamo gli unici ospiti della struttura. La camera però è pulita e accogliente, oltre ad offrire un’intrigante vista mare dal suo terrazzo.

Sistemiamo i bagagli, ci mettiamo in tenuta balneare e poi scendiamo ad incontrare nuovamente la ragazza di Sunsea, che ci fa un breve briefing, senza però svelarci nulla di cui non fossimo già a conoscenza, poi partiamo alla ricerca di una spiaggia nelle vicinanze per trascorrervi qualche ora.

Andiamo ad est, lungo la costa sud-orientale dell’isola, e ad una manciata di chilometri arriviamo prima di tutto a Mykali Beach, dove possiamo subito assaporare gli splendidi colori del Mar Egeo. Qui però non ci fermiamo e proseguiamo per la vicinissima Psili Ammos Beach, a quanto pare una delle sole due spiagge di sabbia di Samos.

Ci posizioniamo con i nostri teli in riva al mare e subito corriamo in acqua a gustarci un primo bagno… Si sta divinamente: siamo a brevissima distanza dalla costa turca, che sembra quasi si possa toccare, e il paesaggio intorno a noi è delizioso. Soffia solo un po’ di vento, che a volte alza la sabbia, ma è decisamente sopportabile.

Ci godiamo la pace del luogo, che però in piena estate deve essere abbastanza affollato a giudicare dai numerosi parcheggi presenti, e ci fermiamo fin quando le ombre si allungano ed il sole si approssima al tramonto. Allora facciamo rientro all’Electra e più tardi usciamo per cena nel centro di Pythagorio, mangiando buon pesce in riva al mare al ristorante Remataki, sul quale avevo ottime referenze fin da casa … e se il buon giorno si vede dal mattino credo proprio che sarà una bella vacanza.

Pythagorio
Mercoledì 13 Giugno

Sveglia e colazione sul terrazzino vista mare della nostra camera… non ci potrebbe essere modo migliore per iniziare la giornata.

In auto andiamo verso il vicino centro abitato di Pythagorio, il cui nome rivela uno dei più famosi personaggi originari dell’isola. Pitagora nacque infatti nella parte nord di Samos fra il 550 ed il 570 a.C. e a quei tempi l’attuale Pythagorio era il capoluogo dell’isola e contava circa 25.000 abitanti, contro i 1.600 attuali. Andiamo a parcheggiare nei pressi del kastro, dove subito ci rechiamo a vedere la principale chiesa cittadina, chiamata Metamorfosis tou Sotirou, particolarmente legata alla liberazione di questi luoghi dalla dominazione turca. Subito a fianco si trovano invece i resti del castello bizantino, eretto sul sito nel quale sorse il primo insediamento dell’isola, oltre al Palazzo di Policrate, tiranno che governò l’isola nel VI secolo a.C., e proprio sotto le mura della fortezza spicca il caratteristico cimitero locale. Scendiamo poi al porto, dove eravamo già stati ieri sera per cena, e lì prendiamo informazioni circa l’escursione in barca da fare nei prossimi giorni, quindi arriviamo sul molo ad est dell’abitato, nel quale è collocato il moderno monumento a Pitagora, raffigurato idealmente nel contesto del suo teorema, e da lì ci godiamo anche un bello scorcio del paese sullo sfondo delle colorate barche dei pescatori.

Riguadagnata l’auto andiamo, sulle primissime alture alle spalle di Pythagorio, a visitare il monastero di Panagia Spiliani, che a dispetto del nome non ospitò mai suore o frati, ma conserva una lunga grotta sul fondo della quale si rivela una caratteristica cappella, di età indefinita, tutta dipinta di azzurro. Dalla sua terrazza si può osservare poi un intrigante panorama sulla città e la costa limitrofa.

A breve distanza dal monastero si trova anche il cosiddetto Tunnel di Efpalinios, incredibile opera di ingegneria dell’antichità, costruito, appunto, su progetto di tale Efpalinio, nel VI secolo a.C. Questa galleria, lunga poco più di un chilometro, fu realizzata per portare acqua sorgiva alla città ed eseguita, per motivi di tempo, partendo dalle due estremità … così dopo cinque anni di duro lavoro e con i limitati strumenti dell’epoca, gli operai si incontrarono praticamente a metà strada, sbagliando solo di pochi metri. A piedi e con l’ausilio di un caschetto protettivo (tornato utile più volte!) giungiamo proprio fino a quel punto … passo dopo passo, sempre più allibiti di come possa essere stata possibile l’impresa!

Vissuta quest’altra originale esperienza lasciamo Pythagorio verso ovest lungo la strada costiera e dopo una manciata di chilometri arriviamo anche al sito archeologico di Heraion, senza ombra di dubbio il più importante dell’isola. Il tempio di Hera fu qui costruito e demolito più volte, fino al VI secolo a.C., quando Policrate diede ordine di costruirne uno di dimensioni eccezionali, ispirato ai colossali templi egizi dell’epoca, ma non fu mai portato a termine e di tutto quel progetto oggi rimane solo un’enorme, mezza colonna, piuttosto deludente, ma comunque significativa. Vaghiamo per un po’ fra le antiche pietre e ormai a mezzogiorno decidiamo di andare verso la spiaggia che ci ospiterà fino a sera. La nostra meta è collocata a breve distanza, lungo la costa, poco dopo il paese di Ireon. All’estremità occidentale dell’abitato uno sterrato porta infatti a Pappa Beach: spiaggetta di ciottoli incastonata fra le rocce e gestita da una pittoresca taverna a picco sul mare. Ci assegnano il nostro ombrellone con due lettini, che sarà gratuito visto che ci fermeremo a pranzo sul posto, e ci godiamo il luogo, lambito da un bellissimo mare, anche se, oggi, un po’ increspato. Facciamo un bel bagno e poi pranziamo, coadiuvati da una stupenda vista mare. Oziamo quindi per tutto il pomeriggio, allietati da un profondo senso di pace, che contribuisce a rendere il tutto ancor più piacevole. Ce ne andiamo a sera, praticamente da ultimi ospiti della struttura, e rientrati all’Electra usciamo per cena nel centro di Pythagorio, dove mangiamo buon souvlaki e moussaka nella taverna Symposium. In questo modo concludiamo un’ottima giornata a spasso per Samos, un’isola che pian piano comincia a mostrarci le sue splendide peculiarità.

Da Samiopoula a Kakorema Beach
Giovedì 14 Giugno

Pare che il meteo non sia tanto clemente nei prossimi giorni, così decidiamo di anticipare ad oggi l’unica escursione in barca della vacanza. Dopo colazione andiamo così al porto, nel centro di Pythagorio, dove ci attende il “vascello” del Capitan Andreas, che ci porterà prima nell’isolotto di Samiopoula, situato al largo della costa meridionale di Samos, poi alla solitaria e (via terra) inaccessibile Kakorema Beach. Fra l’altro questo è l’unico operatore che ci arriva e che ne ha fatto una sua esclusiva. Già prima delle 9:00 di una splendida mattinata siamo a bordo, perché la prenotazione non era possibile farla e si era accettati in ordine di arrivo, quindi alle 9:30 in punto salpiamo, in compagnia di un’altra ventina di turisti (pochi, viste le dimensioni del natante). Il mare oggi è una tavola blu e soffia solo una leggera brezza: in effetti non si poteva chiedere di meglio per quanto riguarda le condizioni ambientali. Così dopo circa quaranta minuti di navigazione, quasi di fronte a Pappa Beach, dove eravamo ieri, la barca fa una brusca deviazione, quasi un’inversione a U… e ben presto ne capiamo il motivo perché, fra lo stupore generale, andiamo incontro ad un branco di delfini, le cui pinne dorsali si vedono chiaramente in lontananza, che per un po’ di tempo ci delizia della sua presenza.

Ripresa la rotta solchiamo il Mar Egeo per un bel tratto sotto costa lungo l’accidentato profilo di questa parte dell’isola e subito notiamo all’orizzonte la sagoma si Samiopoula.

In questo modo, intorno alle 11:00, sbarchiamo sull’isolotto, che allo stato attuale è praticamente disabitato, e ci viene concessa circa un’ora di tempo per andare a fare un bagno nella sua spiaggia, prima di riprendere il viaggio.

In pochi minuti attraversiamo a piedi lo stretto istmo di terra che ci divide dall’unica baia sabbiosa del luogo, la cui vista ci lascia letteralmente senza parole! È una meravigliosa insenatura, che non ha niente da invidiare alle migliori spiagge caraibiche, solo, forse, manca la bordatura di palme, per il resto è una vera e propria piscina, che invita subito ad un tuffo, anche se l’acqua è un tantino fredda (com’è ovvio che sia a giugno).

Subito dopo, a piedi, vorrei raggiungere le prime alture alle nostre spalle, sulle quali ho notato una pittoresca chiesetta, ma prima trovo la via ostruita da un irascibile branco di capre, poi, aggirato l’ostacolo, mi trovo di fronte ad un cancello ben serrato, con tanto di lucchetto … allora desisto e torno a quella meraviglia di spiaggia, per consolarmi con un altro idilliaco bagno nelle sue acque cristalline.

Un’ora però, purtroppo, vola via in fretta e ben presto ci troviamo costretti a lasciare quel piccolo paradiso per far ritorno alla barca.

Salpiamo volgendo la prua verso la costa meridionale di Samos, quasi di fronte a Samiopoula. In tal modo ci presentiamo al cospetto di un severo tratto di litorale, caratterizzato da altissime scogliere e dalla totale assenza di una strada costiera. Qui, incastonata come un gioiello fra spettacolari rocce, si trova la splendida Kakorema Beach, una spiaggia di bianchi ciottoli bagnata da un mare favoloso. Sbarchiamo sulla sinistra dell’insenatura e subito corriamo a goderci il luogo, approfittando anche dell’ombra e dei lettini gratuiti. Ne esploriamo ogni anfratto, compresa una piccola grotta che si attraversa a nuoto e poi ci crogioliamo al sole. Alle 13:30 il Capitan Andreas suona una grossa conchiglia e chiama tutti a raccolta per il pranzo, così, sotto ad un’apposita tettoia, consumiamo buon pesce fresco alla griglia e frutta a volontà, poi torniamo ad oziare un po’ in riva al mare. In men che non si dica si fanno così le 16:00 e a malincuore dobbiamo lasciare il posto, che ci ha soddisfatti sotto tutti gli aspetti. Sulla via del ritorno navighiamo di nuovo sotto costa, mentre un dispettoso nuvolone, con la sua ingombrante presenza, ci rovina un po’ l’ultima parte dell’escursione, ma quando arriviamo nel porto di Pythagorio si è già dissolto. Mettiamo piede a terra quando non sono ancora le 17:30, quindi non certo l’ora per rientrare in appartamento, così cerchiamo una spiaggia nei paraggi per far sera e alla fine andiamo a Psili Ammos, dove eravamo stati il primo giorno. È sufficientemente vicina e ci permette di trascorrere un paio d’ore piacevoli, con una bella vista sulla costa turca.

Rientrati all’Electra, per cena, ci rechiamo nel vicino paese di Ireon, che nonostante le piccole dimensioni sfoggia una bella serie di taverne in riva al mare. Noi ceniamo a buon prezzo e molto bene da Akrogiali, poi giriamo il centro in cinque minuti e rincasiamo, mettendo la parola fine su di una indimenticabile giornata a spasso per l’Egeo.

Vathi
Venerdì 15 Giugno

Pare proprio che da oggi cambi un po’ il meteo, intanto quando ci alziamo splende ancora un bel sole. Facciamo colazione e ci avviamo in auto verso la costa nord dell’isola, e più precisamente a Vathi, il suo capoluogo. Non c’è molto da vedere in questa città, ma parcheggiamo la Mii sul lungomare e, a piedi, andiamo verso il centro. In questo modo giungiamo al cospetto di Agios Spyrindonas, la principale chiesa dell’abitato, che però non ha nulla di speciale da offrire, così come l’attiguo municipio. A fianco di quest’ultimo si trova invece il palazzo ospitante il locale Museo Archeologico, che ci apprestiamo a visitare, anche perché siamo già in possesso dell’apposito biglietto (cumulativo con il Tunnel di Efpalinio e l’Heraion).

Al suo interno si trovano tutti i principali reperti archeologici rinvenuti sull’isola, fra i quali spiccano il cosiddetto Kouros di Samos, una colossale statua alta quasi cinque metri risalente al 700 a.C., e il Gruppo di Geneleos, un’opera realizzata nel VI secolo a.C. che raffigura una famiglia dell’epoca. Entrambe le sculture provengono dagli scavi dell’Heraion e di quest’ultima si può osservare una copia anche nel sito archeologico.

Fatta spesa e riconquistata l’auto ci avventuriamo poi lungo la penisola che si estende a nord dell’abitato e prima di tutto, mediante un impervio sterrato (neanche tanto impervio se ce l’ha fatta la Mii), arriviamo in cima alla montagna dove si trova la bianca chiesetta di Profitis Ilias. Da lassù il panorama sul capoluogo e la sua costa è davvero intrigante e vale la fatica fatta a percorrere il disagevole tragitto.

Dopo scendiamo per la stessa via e giunti sulla strada costiera seguiamo le indicazioni per il paesino di Paraskevi, quindi imbocchiamo un altro percorso sterrato che in circa tre chilometri ci porta a Livadaki Beach, dove siamo intenzionati a fermarci almeno fino a metà pomeriggio. La piccola baia, rivolta a occidente, è un incanto, con l’azzurro del mare che contrasta con le rocce e la macchia mediterranea, ma oggi è sferzata da un vento piuttosto fastidioso. Ci posizioniamo per un po’ sotto all’ombrellone offerto dall’immancabile taverna, nella speranza che le folate siano passeggere e si plachino, ma la situazione non cambia e scattate le dovute foto togliamo il disturbo per andare alla ricerca di un lido più riparato. Proviamo ad andare verso est lungo la costa, ma la strada si fa presto molto sconnessa, allora torniamo sui nostri passi fino a Vathi e da lì ci avviamo verso la costa orientale dell’isola, dove si trova l’insenatura di Mourtia, sulla quale avevo recensioni contrastanti. Anche qui il vento soffia, ma è solo una leggera brezza e, seppur la spiaggia sia una sottile striscia di ghiaia, il mare ha dei colori spettacolari, per cui, a nostro parere, il luogo è promosso a pieni voti! Ci posizioniamo con i teli a pochi metri dal bagnasciuga e ci gustiamo diversi bagni, mentre se ne vanno pure alcune nuvole passeggere. Più tardi pranziamo, poi torniamo nella piscina di fronte a noi. C’è una pace meravigliosa a Mourtia ed è strano che non vi sia nemmeno una taverna, ma prima o poi qualcuno la metterà in piedi, perché la baia merita proprio di essere vissuta.

A metà pomeriggio decidiamo però di andare a vedere un’altra vicina spiaggia e dopo circa dieci chilometri arriviamo a Kerveli Beach: ulteriore piccola perla di questo tratto di costa. Anche qui la battigia di ghiaia è lambita da un bellissimo mare azzurro e trasparente, così ci serviamo di due lettini offerti dalla locale taverna (che qui ovviamente c’è) e subito corriamo in acqua a consumare un bel bagno. Poi facciamo piacevolmente sera, con la vista che spazia sulla costa turca di fronte a noi. Rientrati alla base, più tardi, usciamo per cena alla taverna Tarsanas, nel centro di Pythagorio, concludendo un’altra bella giornata, alla ricerca degli scorci più belli e seducenti dell’isola di Samos.

Sabato 16 Giugno

Quando mi alzo si ode uno strano rumore provenire da fuori, poi man mano diventa sempre più famigliare e quando apro la finestra è chiaro che sta piovendo forte, anche se qua e là c’è qualche sprazzo di sole e cielo sereno. Allora, facendo finta di nulla, ci prepariamo e quando partiamo dall’Electra non piove più. Fiduciosi diamo il via al programma odierno, che prevede l’esplorazione dell’estremo nord-ovest dell’isola, forti anche del fatto che il vento, oggi, dovrebbe soffiare da sud. Fra chiaroscuri di nuvole e timido sole in auto passiamo da Vathi e poi percorriamo praticamente l’intera costa settentrionale di Samos, fino alla cittadina di Karlovassi, dall’aspetto un po’ più decadente rispetto ad altri centri dell’isola. Lì facciamo sosta per far spesa e poi proseguiamo ancora per qualche chilometro fino a Potami Beach: un’ampia e bella baia alla quale, per il momento, non ci fermiamo.

Continuiamo a seguire la strada costiera, che ben presto si fa sterrata e sempre più stretta, ma non ci scoraggiamo, perché siamo alla ricerca del sentiero che porta alla sperduta Mikro Seitani Beach, che non dovrebbe essere molto distante. Fatichiamo un po’ ad individuarlo e quasi ci rinunciamo, quando Sabrina nota un mucchietto di sassi con una freccia rossa (ma nessun cartello). Così a sensazione dovrebbe proprio trattarsi dell’imbocco del sentiero. Allora parcheggiamo l’auto ai bordi della carrareccia e zaino in spalla ci avviamo lungo la via. Dopo circa mezzora di cammino tranquillo sbuchiamo prima sul mare fra vertiginose scogliere, poi, con grande meraviglia, dall’alto sulla baia, che grazie ad uno sprazzo di sole ci mostra subito i suoi magnifici colori. La spiaggia è praticamente deserta, c’è solo un silente gruppetto di ragazzi greci, che probabilmente ha dormito in tenda sul posto, e regna una pace ancestrale, con solo lo sciabordio del mare (quasi calmo) in sottofondo. Ci piazziamo a pochi metri dal bagnasciuga e una volta sistemati passo gran parte del tempo a testa insù, a guardare l’evoluzione delle nuvole, in attesa degli sprazzi di sole. Così, quando la nostra beneamata stella esce allo scoperto, ne approfitto per scattare foto e fare deliziosi bagni.

Passate le 13:00 pranziamo con i nostri panini (anche perché a Mikro Seitani non ci sono alternative) e ci godiamo ancora la vista del mare di fronte a noi … poi, improvvisamente, cambia il vento, che comincia a soffiare, anche piuttosto fresco, da ovest e subito aumenta il moto ondoso. Ora il posto, seppur bello, è molto meno invitante, così decidiamo di lasciarlo. Percorriamo a ritroso tutto il sentiero seguito in mattinata e, riconquistata la nostra auto, ci spostiamo a Potami Beach. La spiaggia è rivolta a nord e quindi ancora protetta dal vento, in più il sole è tornato dominatore della scena e vale proprio la pena fermarsi lì fino a sera. In questo modo possiamo assaporare la splendida vista della baia, tutta di ciottoli e bagnata dal solito azzurrissimo mare, nel quale ovviamente consumiamo qualche bagno. Il tutto fin verso le 19:00, quando cominciamo a rientrare alla base.

In serata facciamo ritorno a Pythagorio per cena e questa volta ci fermiamo alla taverna Genteki, che offre ottimo cibo, anche se un po’ più caro della media, così, mentre siamo ancora seduti al tavolo, si scatena un piccolo acquazzone che ci obbliga a fermarci un po’ più del previsto … Ma è solo il preludio ai successivi eventi, perché proprio davanti all’Electra scoppia un vero e proprio nubifragio, che ci costringe in auto una buona mezzora e al rientro in camera ci accorgiamo che l’acqua è entrata abbondante attraverso gli infissi, tanto che, prima di coricarci, dobbiamo lavorare di buona lena per asciugare il tutto.

Domenica 17 Giugno

È piovuto a più riprese durante la notte e quando ci svegliamo non lo fa più, ma il cielo è cupo, nonostante qualche raro sprazzo di sereno, e l’aria è fin troppo fresca. Facciamo colazione e partiamo verso il nord dell’isola, con il sole che, in buona parte, è tornato a splendere. Così superato il capoluogo andiamo, come ieri, lungo la costa settentrionale e prima di tutto ci fermiamo nel villaggio di Kokkari, uno dei più turistici e anche caratteristici di Samos. È domenica mattina e le viuzze del paese sono semideserte. In questo modo facciamo una piacevole passeggiata sul lungomare, alla ricerca degli scorci più interessanti, e una puntatina alla bella spiaggia, poi torniamo all’auto. Continuando sulla strada costiera verso occidente poco dopo svoltiamo verso l’interno per salire all’abitato di Vourliotes, uno dei più interessanti dell’isola. Il paese si trova alle pendici di un severo massiccio e là vi stazionano ancora parecchie nuvole… infatti è tutto nell’ombra, ma almeno non piove. Facciamo una passeggiata nel caratteristico centro, fino alla piazzetta, considerata la più bella di Samos, bordata com’è di taverne e tipici edifici a tinte forti. Ma anche sulle vie limitrofe si possono assaporare interessanti scorci di architettura popolare ellenica.

Lasciamo Vourliotes mentre sta iniziando a piovere e scendiamo di nuovo alla costa, dove invece non lo fa, ma anche lì il sole non splende più. Ci fermiamo ad immortalare la tipica chiesetta di Agia Matrona, situata a poche centinaia di metri dalla strada costiera e più avanti saliamo ancora verso le montagne al paese di Manolates, ritenuto il più caratteristico dell’isola. Parcheggiamo vicino al centro e poi andiamo in esplorazione lungo le viuzze, fiancheggiate effettivamente da case tradizionali, che offrono accattivanti scorci. Passiamo quasi un’ora a spasso tranquillamente per Manolates, poi scendiamo nuovamente a livello del mare perché, a questo punto della giornata, vorremmo fermarci in una spiaggia, anche se le condizioni meteo non sono proprio ottimali. Il sole però fa un po’ capolino fra le nuvole e c’incoraggia nella nostra scelta … Vorremmo andare a Tsamadou Beach, che si trova nelle vicinanze ed è anche una delle più note di tutta Samos. In effetti vista dall’alto è carina e con uno stupendo mare, ma ci sembra troppo invasa da ombrelloni e lettini, quindi un po’ sacrificata.

Ci rechiamo allora a Tsabou Beach, che avevamo visto poco prima nei pressi della località di Avlakia: questa spiaggia, tutta di sassi tondeggianti, è un po’ più ampia e meno caotica, quindi pensiamo possa fare al caso nostro. Ci accaparriamo due lettini nei pressi di alcuni alberelli e corriamo a gustarci il luogo, con il sole che finalmente ci delizia della sua presenza … ma non per molto. Infatti dopo qualche foto ed un bel bagno fra deliziosi e cristallini flutti, dalle montagne alle nostre spalle arriva a guastare la festa un grosso nuvolone. Non ci scoraggiamo e andiamo a pranzo nella vicina taverna, con la speranza che poi torni il sole, ma l’attesa è vana, perché quando rimettiamo piede in spiaggia siamo accompagnati da qualche folata di vento fin troppo fresco e da alcune gocce di pioggia.

Spazientiti, intorno alle 16:00, partiamo alla ricerca di un luogo più riparato e possibilmente soleggiato. Finiamo così per andare a Potami Beach, dove eravamo ieri pomeriggio. Lì splende il sole e si sta discretamente, così vi passiamo tutto il tempo, fino a sera, ignorando fra l’altro anche oggi la presenza, nei paraggi, delle curiose Potami Falls, che però non ci ispirano più di tanto. Sulla via del rientro al nostro alloggio veniamo poi fermati dalla polizia greca, intenta a fare gli alcol test,così la mia birretta pomeridiana mi dà qualche preoccupazione, ma alla fine passa: 0,22 contro un limite di 0,25! Tutto è bene quel che finisce bene e giunti a Pythagorio in serata torniamo a cena al ristorante Remataki, di gran lunga il migliore del paese, fra quelli che abbiamo provato, per rapporto qualità-prezzo, tanto che, è già deciso, saremo suoi clienti anche domani sera.

Lunedì 18 Giugno

Con la vacanza ormai in dirittura d’arrivo ci svegliamo con ancora qualche nuvola in cielo, ma il peggio dovrebbe essere passato. Oggi andremo nell’estremo sud-ovest dell’isola, l’unica parte che ormai ci resta da visitare. Subito dopo Pythagorio saliamo sulle montagne per superare l’arduo promontorio, privo di strada costiera, prospiciente l’isolotto di Samiopoula e sulle prime pendici ci fermiamo a visitare il monastero Timiou Stavrou, il complesso religioso più frequentato di Samos, ma (lo apprendiamo solo oggi) il lunedì è chiuso al pubblico. Peccato. Ci accontentiamo di scattare una foto attraverso il cancello e proseguiamo. Una decina di chilometri più avanti, invece, facciamo sosta al monastero di Megali Panagias, che è aperto e possiamo esplorare in tutta tranquillità, visto che siamo gli unici turisti presenti al suo interno. Il complesso un tempo era il più grande dell’isola e ospitava oltre sessanta monaci, oggi invece è semideserto, ma comunque interessante, soprattutto per i pregevoli affreschi cinquecenteschi della sua chiesa, che però necessiterebbero di un copioso restauro. Dall’edificio religioso proseguiamo quindi, una curva dopo l’altra, lungo la strada montana e più avanti scendiamo verso il mare e la punta sud-occidentale dell’isola, dove splende il sole.

Superato il villaggio costiero di Kampos arriviamo così all’ampia spiaggia di Psili Ammos, omonima di quella che si trova ad est e dove siamo già stati un paio di volte. In comune con quest’ultima ha il fondo sabbioso, che però non è chiaro e il risultato è quello di non far risaltare a dovere la solita, splendida acqua cristallina. Il mare comunque è calmissimo e ci gustiamo a Psili Ammos due ore abbondanti di completo relax.

Intorno alle 13:00 poi, come da programmi, lasciamo la spiaggia e proseguiamo verso ovest lungo la costa. Superiamo la località di Limnionas e da lì affrontiamo una strada che si fa sempre più stretta, ma anche priva d’asfalto e di protezioni. Il nostro obiettivo è quello di andare a pranzare nella taverna “At the end of the world”, sulla quale avevo ottime referenze da alcuni diari letti prima di partire. La carrareccia corre a strapiombo sulle scogliere di un severo tratto di litorale, creando qualche apprensione, ma con un po’ di pazienza è facilmente percorribile, e dopo tre chilometri porta a questo sperduto locale, che pare proprio… alla fine del mondo! A quanto pare siamo gli unici clienti, ma il proprietario (Andreas) ci accoglie con grande gentilezza. Mangiamo divinamente fiori di zucca ripieni, scampi e calamari alla griglia, con di fronte a noi lo spettacolo della costa praticamente incontaminata.

Dopo pranzo scendiamo anche alla spiaggetta che si trova fra le rocce sottostanti: un piccolo paradiso, dove il silenzio regno sovrano ed il mare sfoggia i suoi magnifici colori. Nel primo pomeriggio, infine, risaliamo alla taverna e da lì ripercorriamo tutto lo sterrato fino a Limnionas, dove ci fermiamo, perché c’è una bella spiaggia, anche attrezzata. Occupiamo un ombrellone e facciamo uso dei relativi lettini, in questo modo ci godiamo l’ennesimo angolo di beatitudine balneare che può offrire questa isola e ci trasciniamo fino a sera a ritmi pachidermici conditi dall’azzurro del mare, lo sciabordio delle onde, un bagno rinfrescante ed il sole che scalda… cosa si può chiedere di più!

Quando poi le ombre sono fin troppo lunghe ci avviamo sulla via del rientro, anche perché dobbiamo nuovamente affrontare il tortuoso percorso fra le montagne.

Più tardi, per l’ultima cena a Samos, ci rechiamo, come da intenzioni precedentemente dichiarate, al ristorante Remataki, e lì consumiamo ottimi piatti in riva al mare, prima di tornare in camera a sistemare le valigie in vista della partenza verso casa di domani.

Martedì 19 Giugno

Fuori splende un bel sole e con sollecitudine partiamo, perché ci possiamo permettere ancora un paio d’ore in spiaggia prima di lasciare definitivamente Samos. Ci rechiamo, a meno di mezzora d’auto, nell’estremo est dell’isola, prima a vedere la baia di Posidonio (carina, ma troppo cementata), poi alla vicina Klima Beach: una piccola spiaggia di ciottoli, di fronte alle coste turche, bagnata da limpide acque, nella quale regna una pace idilliaca. Lì trascorriamo gli ultimi scorci di vita balneare a Samos.

Poco dopo le 11:00 però dobbiamo andare: facciamo ritorno all’Electra, ci concediamo una doccia, riponiamo le ultime cose e diamo ufficialmente il via al viaggio di rientro.

Facciamo il pieno alla nostra Mii (pazzesco il prezzo della benzina greca: quasi 1,80 euro al litro!) e poco dopo la riconsegniamo all’autonoleggio con all’attivo 563 chilometri percorsi sull’isola. All’aeroporto incontriamo l’addetta di Sunsea, che ci aiuta a fare il check-in, un po’ problematico causa il peso delle valigie (15 chili al massimo), una questione che non ci avevano fatto all’andata, quindi, sistemato il tutto, passiamo i blandi controlli di sicurezza e ci mettiamo in attesa del volo V7 1455, che ci riporterà in Italia. Alle 15:12 il Boeing 717 della compagnia Volotea spicca il volo, avventurandosi subito verso nord-est sul Mar Egeo disseminato di isole. Poi sorvoliamo i Balcani e ci affacciamo sul Mare Adriatico in corrispondenza della costa croata, preludio dell’atterraggio, alle 16:13 ora italiana, nell’aeroporto Marco Polo di Venezia.

Intorno alle 17:00 recuperiamo la nostra auto e partiamo subito verso casa lungo la tangenziale di Mestre. Poi la A4 e la A13 ci portano a transitare nei pressi di Ferrara alle 18:00 e imboccata la A14 a Bologna ne usciamo a Faenza. In questo modo tre minuti prima delle 19:00 concludiamo felicemente il viaggio di fronte al cancello della nostra abitazione.

È stato un viaggio per certi versi strano, consumato in due dopo tanti (felici) anni di matrimonio, un viaggio che ci ha portato alla scoperta di Samos, una delle innumerevoli e tipiche isole greche, che però dal punto di vista balneare ci ha stupito oltre misura, forse anche grazie alla stagione, prematura, che ci ha favorito circa la tranquillità dei luoghi.

Ottimo, infine, è stato il cibo e caratteristici i paesini. Scarni ma interessanti i resti storici… ma, in definitiva, Samos è stata promossa a pieni voti, anzi, al quadrato, come dice il teorema del suo più noto personaggio!

– Dal 12 al 19 Giugno 2018

– Percorsi a Samos km. 563

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Samiopoula

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