Stregati dalla baia: Welcome to Frisco
Trasgressiva, cosmopolita, aristocratica e raffinata, sono gli aggettivi più appropriati per rendere omaggio al suo stile ineguagliabile. Un insieme di tanti mondi che sembrano essersi riuniti in un grande mosaico dove, fieri delle proprie tradizioni, convivono popolazioni giunte da luoghi lontani o semplicemente persone appartenenti a credo diversi e stili di vita differenti, tanto che basta un solo isolato a separare gli inconfondibili odori di China Town dall’aroma del caffè di casa nostra a North Beach, la spregiudicata e provocatoria Castro dall’aria festosa del centro america di Mission, o ancora l’essenza e l’originalità del sol-levante a Japan Center dalla sofisticata Haight Asbury con le sue case vittoriane e quel delicato tocco di snob.
Frisco è da scoprire senza fretta, aggirandosi tra le strade rese familiari dal grande schermo, ma senza tralasciare i percorsi meno battuti alla scoperta di quei particolari che più volte restano sconosciuti al turista, e ricercare quegli angoli segreti dove scattare una foto indimenticabile ed assaporare la vera essenza culturale della baia. Sfidando anche il vento gelido che spira costante in ogni stagione dal Golden Gate, con raffiche che sembrano un pugnale che trafigge il cuore.
Vento freddo e pungente che rende ancor più problematica la sopravvivenza dei numerosi senza tetto che si aggirano a Tenderloin, con carrelli strapieni di stracci malandati e un paio di puzzolenti coperte, in un misero quartiere che si trova ad un solo isolato dal lusso frenetico di Union Square. E’ stato il set naturale per Gabriele Muccino e Will Smith, raro caso in cui Hollywood non è finzione ma una denuncia della cruda realtà di questa America di contrasti. Una ricerca della felicità che al contrario del film non arriverai mai, perché qui le favole non esistono! La scoperta di San Francisco non può che partire dal suo quartiere più pittoresco, Chinatown. Il portale d’ingresso, il celebre Dragon’s Gate decorato con lanterne, dragoni e animali propiziatori, non è una semplice costruzione architettonica; varcare la soglia significa essere trasportati direttamente nel cuore del continente asiatico. Qui vive la più grande comunità cinese al di fuori dell’Asia, che in passato si chiuse al mondo esterno come una città nella città, con usi e costumi che si sono tramandati nel tempo e gelosamente custoditi. Dal gioco d’azzardo alla malavita locale, fatta di sfruttamento della manodopera, fumerie d’oppio, case di piacere e abitazioni al limite della sopravvivenza. Ciò che resta oggi, oltre all’aspetto puramente turistico fatto di lampioncini che ornano le strade e negozietti turistici con ogni sorta di souvenir, sono i vari piccoli templi racchiusi tra le viuzze dove si respirano incensi e oli profumati, le antiche erboristerie con ogni sorta di medicine ed unguenti, piazze dove la gente si esercita nelle antiche arti di t’ai chi, sotto la costante benedizione di Kuan Di, la divinità più adorata dalla comunità cantonese la cui statuetta è presente quasi ovunque, nei templi, nei negozi, nei ristoranti. Scendete senza timore per le traballanti scalinate che quasi non si notano tra gli edifici, che conducono a tempietti nascosti nel sottoterra. Mostratevi interessati alle loro divinità, e la comunità cinese vi accoglierà con un genuino sorriso.
Abbandonando le due arterie più frequentate, Grant Avenue e California St, ci si addentra negli angusti vicoli colmi di atmosfera con balconi dipinti, negozi indaffarati e ristoranti tradizionali, dove è d’obbligo una sosta per un pasto leggero a base di dim sum, bocconcini di pasta farciti, fritti o cotti a vapore rigorosamente in stile Hong Kong. Un luogo assolutamente indimenticabile grazie all’atmosfera frenetica del quartiere, con gli assillanti venditori ambulanti e l’andirivieni dei Cable Car che corrono fino in vetta a Nob Hill, la collina più alta della città con alberghi e residenze lussuose che offrono una vista incredibile sulla baia e su tutta la città.
Nella vicina North Beach si deve passeggiare senza meta, fermandosi in uno dei numerosi cafè per scambiare due chiacchiere, per capire che cosa attira da decenni gli artisti e perchè la zona è stata denominata Little Italy, fare colazione in una panetteria attratti dal profumo di pane appena sfornato, entrare nelle librerie per ripercorrere le origini della Beat Generation che qui ha avuto origine. Sviluppatosi attorno agli anni Cinquanta, questa corrente di pensiero attirò migliaia di giovani desiderosi di libertà, manifestandosi in una combinazione di ogni forma di arte, dalla letteratura, alla musica, alla pittura. Per finire salendo le ripide scalinate che portano fino a Russian Hill, tra parchi e case vittoriane che si affacciano sul sottostante Fisherman’s Wharf.
La zona del porto è un luogo piacevole dove trascorrere qualche ora. Il famoso Pier 39 abbonda fin troppo di attrazioni forzate, ma la sua aria festosa sembra piacere ai leoni marini che hanno scelto uno dei suoi moli come fissa dimora. Prendendo uno dei tram storici della città, la linea F, si scende all’Embarcadero e al Ferry Building, sovrastati dal Financial Center, unica zona di San Francisco simile alle classiche metropoli americane, con grattacieli che svettano verso il cielo e un’architettura futuristica. Su tutti si distingue la Transamerica Pyramid, l’edificio più riconoscibile di tutta la città dall’alto dei suoi 256 metri. La particolarità più sorprendente di San Francisco è che ad ogni fermata di bus sembra di scendere in una città diversa. Si può risalire sulla mitica F fino al capolinea, oppure optare per le più veloci sotterranee Muni e raggiungere un altro mondo: Castro District, affiancato da Mission, quartieri vicini geograficamente ma così lontani idealmente. Trasgredire a San Francisco è normale, e a Castro è quasi d’obbligo; incontrerete più persone stravaganti qui in una settimana che in tutti gli States in un anno. L’orgoglio gay è manifestato senza pudore, senza vincoli di moralità, grazie alla mentalità libera dei suoi abitanti. A Castro sono iniziate tutte le lotte per ottenere i diritti più comuni, che da qui sono stati poi parzialmente estesi non senza difficoltà a tutto il resto del mondo. Confesso il mio approccio spinto da ironica curiosità nel pensare di vedere qualcosa di “diverso”. Al contrario, è proprio la normalità del luogo e della gente a sorprendere ed aprire la mente a chi ha avuto da sempre vedute troppo ristrette.
A Mission è meglio recarsi il tardo pomeriggio, per riuscire a vedere con il chiaro i bei murales e nello stesso tempo attendere l’imbrunire, per ammirare il tramonto sulla baia, gustare gli squisiti burritos e vivere l’aria festosa del luogo e di una folle nottata in uno dei tanti locali etnici, dove impazzano i ritmi frenetici latino-americani.
Tornando verso il centro è d’obbligo una sosta ad Alamo Square, splendido balcone sulla baia e sui grattacieli che fanno da sfondo alle “Sette Sorelle”, una fila di case vittoriane dalle candide facciate circondate da un tranquillo parco. Poco oltre, l’imponente City Hall ci ricorda la Basilica di S. Pietro, mentre nei sontuosi interni si ammirano trionfali scalinate in marmo bianco.
Dal Civic Center inizia il tratto più variopinto di Market St fino all’angolo con Powell St. Dove ci si può riposare in un cafè con i tavolini all’aperto nella vicina Unior Square, cuore della città e sede dei grandi magazzini Macy’s. Qui si attende in un’aria festosa un Cable Car per un viaggio tra salite e discese mozzafiato giù fino alla baia. Questi mezzi si agganciano ad una rete sotterranea di cavi che scorrono ad una velocità costante, e permettono in questo modo di superare le pendenze estreme delle colline della città. Le delicate operazioni di aggancio sono gestite direttamente dai conducenti, che devono superare complicate fasi di addestramento. Scendendo a Lombard St., si percorre a piedi la strada più tortuosa del mondo, dove dieci stretti tornanti permettono alle auto di percorrere il proibitivo dislivello. Di fronte, nel mezzo della baia, appare come per incanto la mitica Alcatraz. Sembra vicinissima, eppure compare e scompare nella nebbia quasi fosse stregata. Con un tour di mezza giornata si possono visitare le celle che hanno ospitato i banditi più famosi d’America, come Al Capone e Frank Morris.
Il mio angolo preferito è senza dubbio Haight Asbury, il quartiere che si trova all’incrocio tra le due rispettive strade. Edifici dalle facciate fantasiose, atmosfera hippie, frenetico via vai tra locali stravaganti e negozi che offrono ogni tipo di shopping. E’ qui che negli anni ’60 nacque il mito dei figli dei fiori e la Summer of Love, tra nudismo, marijuana, concerti rock e amore libero.
Basta poi scendere sulla parallela Page St per passeggiare solitari tra splendide case vittoriane, un luogo solitamente privo di turisti in quanto non citato dalle guide. Il vicino Golden Gate Park è l’ideale per qualche ora lontano dai ritmi frenetici fino ad ora vissuti. Nel centro dell’immenso parco lungo 5 km, il Japanese Tea Garden è un angolo idilliaco con placidi laghetti, fiori profumati e caratteristici tempietti giapponesi immersi in una quiete surreale. Ma la vista è sempre rapita dal leggendario Golden Gate Bridge. Il brillante colore arancione, i punti panoramici che ne permettono una visione indimenticabile, le campate che si perdono nella nebbia. Non si discute, questo non è un semplice ponte, ma uno status symbol non solo della città o della California, ma dell’America intera.
Approfondimenti
In bici per la baia Nonostante le impegnative salite che caratterizzano le strade, una delle più entusiasmanti cose da fare è quella di percorrere in bici la baia di San Francisco attraversando paesaggi mozzafiato. Il percorso di 13 km si svolge interamente su pista ciclabile e non è per niente faticoso: si parte dal Fisherman Wharf, dove si può affittare una due ruote presso uno dei tanti centri noleggio (ad esempio da Blazing Saddles). Passando dall’Exploratorium, dove si ammirano le finte rovine classiche del Palace of Fine Arts, si costeggia tutta la Marina fino a Fort Point ai piedi del Golden Bridge, per una splendida vista del ponte e di tutta la baia. Risalendo, si percorrono i 3 km di quello che all’epoca della sua costruzione era il ponte sospeso più lungo del mondo con campate distanti 1200 metri, un percorso indimenticabile con viste straordinarie sulla city. Giunti sul versante orientale, si può salire a Vista Point, a picco sull’oceano, per poi sfrecciare sulla lunga discesa che conduce fino a Sausalito, tranquilla cittadina che nonostante il notevole afflusso turistico ha mantenuto gli aspetti di un piccolo centro di pescatori. Qui si può passeggiare tra lussuosi negozi, pranzare con vista sulla baia ed esplorare le case galleggianti che una volta appartenevano ai pescatori. Al termine, imbarcata la bici sul ferry della Blue and Gold Fleet, si rientra direttamente al punto di partenza dopo circa trenta minuti di navigazione, oppure, per chi non fosse ancora stanco di pedalare, si può proseguire per altri 10 km fino a Tiburon, dove parte un altro ferry che riporta al pier 41.
Risparmiare a San Francisco Anche in una città relativamente costosa è possibile risparmiare con qualche accorgimento. All’arrivo in aeroporto, la prima cosa da acquistare è il munipass, abbonamento ai trasporti della città che permette tra l’altro corse illimitate sui Cable Car (corsa singola $ 5). Disponibili per un giorno ($ 11), tre giorni ($ 18) o sette giorni ($ 24).
Il modo meno costoso per raggiungere il centro è utilizzare la nuova Bart che ora è collegata direttamente con l’aeroporto. La tariffa per singola tratta è di $ 5,15 e le fermate disponibili sono Civic Center, Powell ed Embarcadero, praticamente a pochi passi dalla maggior parte degli hotels. Chi avesse intenzione di visitare i maggiori musei della città, può prendere in considerazione l’acquisto di un conveniente Citypass, al prezzo di $ 49. Oltre all’abbonamento ai trasporti urbani per sette giorni, comprende l’ingresso al Museo delle Arti Moderne, collezione di arte contemporanea, all’Exploratorium, combinazione tra arte, scienza e percezione umana, ed alla Legion of Honor, che espone opere di Picasso, Monet e Rembrant. Nel prezzo è compresa inoltre una crociera nella baia con la Blue & Gold Fleet, l’ingresso all’acquario e uno a scelta tra l’Asian Art Museum o l’Accademia delle Scienze, dove incontrare pinguini e barriere coralline, oltre alla simulazione di un terremoto e molte altre esposizioni. Per mangiare: Taylor St. Coffee Shop: best breakfast in San Francisco per due anni consecutivi, è uno stretto locale dove spesso si attende in piedi prima di trovare un tavolo. Il menu da $ 10 comprende toast, bacon, salsiccia, bistecca di prosciutto, omlette e tè o caffè. Svuotata la tazza, i camerieri provvedono immediatamente al rabbocco gratuito. Aperto a colazione e a pranzo (375 Taylor St).
Lefty O’ Doul’s, a metà tra pub irlandese e saloon di cowboy, è uno dei pochi ristoranti economici in zona Union Square. Serve ottime carni cucinate e tagliate al momento, servite in un unico piatto con spaghetti, riso e verdure al prezzo di circa $ 10 (aperto a pranzo e cena, 333 Geary St).
Original Joe’s, ristorante italiano raffinato ma con prezzi non proibitivi, dai primi piatti di casa nostra alle classiche portate principali tra cui scaloppine, salmone o costate in perfetto stile americano. Piatti tra i 10 e 17 dollari (pranzo e cena, 144 Taylor St).
Dove dormire Hotel Mark Twain (345 Taylor Street.), la migliore soluzione per quanto riguarda il rapporto qualità prezzo, in ottima posizione a due passi da Union Square e da Market St. Una double double che può ospitare fino a quattro persone, costa in offerta speciale $ 80 tasse incluse, anche in alta stagione. Facciata in stile art decò, interni funzionali e confortevoli, ottimo servizio, stanze discretamente spaziose (chiedetene una silenziosa che si affacci sul cortile). DIARIO DI VIAGGIO Domenica 17 giugno, San Francisco Il volo British è puntuale e dopo aver acquistato i Muni Passport, abbonamento per tutti i mezzi di trasporto ($18 x 3gg) ci dirigiamo verso la Bart che ci condurrà fino a Powell St.. E’ il mezzo più economico che collega l’aeroporto al centro ($5,15), oltre che essere comodissimo. Il nostro hotel, Mark Twain ($ 80 la tripla, offerta speciale direttamente sul sito), dista pochi minuti da Powell e rappresenta una comoda ed economica soluzione per visitare la città. Giusto il tempo di sistemarci e non curanti del fuso (sarebbe mezzanotte passata), partiamo subito per un primo assaggio della città. Prima tappa Union Square, una moderna e ampia piazza che si affaccia su alcune delle vie più movimentate. Percorriamo Powell St fino al capolinea dei Cable Car, ma rinunciamo a salire vista la lunga coda e prendiamo la storica linea F che percorre l’immensa Market St. Fino al Ferry Building dove scendiamo e facciamo una passeggiata. Purtroppo è domenica e la zona, frenetica durante i giorni feriali, è piuttosto deserta. Lo skyline della città moderna ricorda le classiche metropoli americane; siamo infatti nel Financial Discrict caratterizzato da moderni grattacieli e architetture futuristiche. E’ il caso dell’impressionante atrio con ascensori a vista dell’Hotel Hyatt, e della Transamerica Pyramid, l’edificio più alto e più singolare. Qui, senza coda, prendiamo il cable car che percorre tutta California St attraversando China Town fino a salire in vetta a Nob Hill. Davvero caratteristici questi mezzi, che percorrono le salite mozzafiato della città scampanellando continuamente. Davidino regge bene la fatica (gran fisico per un pupo di 6 anni…) per cui scendiamo all’altezza di China Town e a piedi torniamo verso Union Square. In cerca di qualche locale per la cena. Optiamo per Lefty O’ Doul’s, a metà tra pub irlandese e saloon di cowboy, è uno dei pochi ristoranti economici in zona Union Square. Serve ottime carni cucinate e tagliate al momento, servite in un unico piatto con spaghetti, riso e verdure al prezzo di circa $ 10. Dopo cena torniamo velocemente in hotel quando comincia a soffiare un vento pungente (in Italia sarebbero le 6 del mattino!) e noi siamo in piedi dalle 4!!!! Non male per il primo giorno.
Lunedì 18 giugno, San Francisco Il cielo è terso, la temperatura gradevole: giornata ideale in previsione dell’intenso programma odierno. Prima sosta a Nob Hill, dove visitiamo l’imponente Grace Cathedral, costruita su modello della Notre-Dame de Paris. Saltiamo al volo su un Cable Car e raggiungiamo China Town, il quartiere più caratteristico della città, da visitare con molta calma entrando nei vari templi, nei negozi tipici e in quelli più turistici e gustare l’atmosfera etnica delle varie viuzze. Al termine, raggiungiamo Blazing Saddles dove affittiamo le bici ($25) per una delle escursioni più belle: l’attraversamento del Golden Gate fino a Sausalito, da dove poi si rientra in ferry ($8,50). La ciclabile risulta molto piacevole, con splendide viste sulla città e sul ponte. Dopo una sosta all’Exploratorium, proseguiamo fino a Fort Point, dove il cielo terso si trasforma improvvisamente in una nebbia che circonda tutto il Golden Gate. La salita fino al ponte è piuttosto faticosa ma i panorami sono splendidi, così come le sensazioni che si provano a percorrere il mitico ponte arancione. Il vento è fortissimo e gelido, ma come per incanto, giunti sul versante opposto, ecco sparire la nebbia per lasciare posto ad uno splendido e caldo sole e una magnifica vista sulla baia. La lunga discesa a Sausalito è decisamente più piacevole che la salita ed il paesino appare come un’oasi di pace dove trascorrere piacevolmente un paio d’ore. Prendiamo il ferry per tornare a San Francisco, ammirando la nebbia che pare inghiottire il Golden Gate e Sausalito, davvero suggestivo, così come il Financial Center visto dal mare. La sera andiamo a cena da Original Joe’s, ristorante italiano raffinato ma con prezzi non proibitivi, dai primi piatti di casa nostra alle classiche portate principali tra cui scaloppine, salmone o costate in perfetto stile americano. Piatti tra i 10 e 17 dollari.
Martedì 19 giugno, San Francisco La mattina minaccia nebbia, piuttosto freddino ma nel giro di un paio d’ore ecco splendere il sole per una piacevolissima giornata. Prima tappa il Civic Center dove entriamo nella City Hall, davvero elegante. Proseguiamo per il Golden Gate Park, dove visitiamo gli incantevoli Japanese Garden. Tornando verso il centro, sostiamo prima ad Haigh Asbury, splendide strade con case vittoriane e negozi stravaganti, quindi ad Alamo Square, uno degli angoli più belli della città, un delizioso balcone sulla baia e sui grattacieli che fanno da sfondo alle “Sette Sorelle”, una fila di case vittoriane dalle candide facciate circondate da un tranquillo parco. Tornati in Market St, facciamo una ventina di minuti di fila per prendere il Cable Car linea PH, uno dei percorsi più suggestivi, un continuo saliscendi per le ripidissime strade, fino a Lombar St, la via più tortuosa del mondo che percorriamo a piedi in discesa. Siamo vicini al Fisherman Wharf, dove si ammira una colonia di leoni marini che occupa un molo. Ultima tappa una passeggiata a Castro, dove risiede la comunità gay della città. RACCONTO E FOTO DI VIAGGIO SUL MIO SITO: http://digilander.Libero.It/albertoviaggi