5 aprile 2010 Alle 11 eravamo in aeroporto per partire alle 13, come richiesto, e tutti quelli in fila al check in avevano il medesimo nostro foglio di convocazione da parte di Mondolibri. La partenza è stata ritardata di un’ora per aspettare quelli che arrivavano da Roma. Siamo atterrati ad
Istanbul alle 17.30 e c’erano 5 pullman ad aspettarci. Noi siamo stati assegnati all’ultimo con la guida Ozhan. Per arrivare in albergo abbiamo impiegato più di un’ora nel traffico intenso. Abbiamo preso il possesso delle camere alle 20, lasciando immediatamente i bagagli e correndo a cercare un posticino in zona dove cenare. Con una coppia di Legnano, Patrizia ed Alessandro, abbiamo assaggiato il primo dei numerosi kebab della nostra vacanza, molto più forti, come gusto, rispetto a quello italiano, agnello puro, in un locale di fianco al nostro hotel, il Raddison. Abbiamo ben presto scoperto di avere un’amicizia in comune, Alberto, un collega e amico di Marco. Quando si dice che il mondo è piccolo …. Domani giornata molto intensa che inizia con la sveglia alle 6.30 e partenza dall’albergo alle 7.45!! 6 aprile 2010 Giornata super ricca, divertente, ma stancante. E’ iniziata con il giro in
battello sul Bosforo (alla Ozhan …Boosfooro), che ci ha concesso di passare dalla sponda europea a quella asiatica semplicemente girando la testa. L’aria era frizzante ed un po’ fastidiosa, ma non ho rinunciato a godere del panorama, dalle ville lussuose, anche se alcune un po’ decadenti, alle mura, alle moschee. Abbiamo proseguito con la visita al
Gran Bazar, meta, essenzialmente, per i turisti, dove la gente del posto quasi non entra. Dopo 15 minuti circa, dell’ora a disposizione, ci eravamo già fatti un’idea complessiva, quindi noi, Patrizia ed Alessandro, abbiamo preferito spostarci, in 10 minuti, al
Bazar delle Spezie, che altrimenti non avremmo visto, passando attraverso stradine molto affollate di bancarelle e soprattutto di turchi, rendendo il nostro girovagare molto più interessante. Anche il Bazar delle Spezie è molto commerciale, ma vendendo cibo, e non gioielli, tappeti e pelli, come l’altro, è anche molto movimentato. Siamo poi andati a pranzo, semplice, con kebab, ovviamente, e poi abbiamo iniziato le visite nel cuore di Istanbul con la
Basilica di Santa Sofia. E’ circondata da quattro minareti ed al centro troneggia la grande cupola. L’attuale Basilica risale al 537, ma è la terza chiesa eretta su quest’area. Giustiniano volle i materiali più preziosi e li fece arrivare dalla Grecia e dall’Egitto. Nel 1453 fu trasformata in moschea da Maometto II, mentre nel 1935 Ataturk decise di trasformarla in museo. Sicuramente colpisce l’altezza della cupola, nonché i mosaici. Siamo riusciti anche a salire al primo piano, ottenendo così una visuale ed una prospettiva differente. Accanto, al di là della strada, c’è la Moschea Blu, ma quando siamo arrivati noi era chiusa per la preghiera pomeridiana, così ci siamo fermati all’ “
Ippodromo”, dove il popolo si riuniva per assistere alle corse dei cavalli, ma che oggi sembra solo una normale piazza. Si ammirano però l’Obelisco di Teodosio, un blocco di granito alto 20 mt con incisi diversi geroglifici egizi, la Colonna Serpentina, proveniente dal Tempio di Apollo a Delfi e la Colonna di Costantino. Per poter accedere alla
Moschea Blu è necessario togliere le scarpe. L’interno è affascinante, sarà forse perché era la mia prima moschea, ma anche per le 20.000 piastrelle in ceramica, illuminate da 260 finestrelle. Particolare di questa moschea sono anche i 6 minareti che la circondano. Con questa si è conclusa la parte di visita della giornata. Con altri 8 “giovani” (Margherita e Matteo, Elena e Leo, Alessandra e Stefano, Patrizia ed Alessandro) ci siamo fermati in centro per la serata, spostandoci in taxi nella vivace zona di
Taksim, consigliatoci da Ozhan. Quando ha iniziato a piovere, abbiamo individuato un ristorante in cui entrare, dato che, come anticipato dalla guida, la scelta è vasta. Tutti abbiamo mangiato carne ed io, in particolare, ancora agnello. E’ stata una serata molto piacevole, ma eravamo stanchi ed alcune ragazze anche infreddolite. Inoltre anche domani la sveglia suona alle 6.30, quindi abbiamo preferito riprendere il taxi e tornare in albergo. 7 aprile 2010 Questa mattina ci siamo svegliati sotto ad un’acqua scrosciante, ma come unica visita della giornata avevamo il
Topkapi Saryi, prima di partire per Ankara in pullman. Topkapi, ovvero “la porta del Cannone”, fu la principale residenza di Maometto II. Entrando, sulla destra, ci sono le cucine, riconoscibili dall’esterno per i suoi camini, che davano da mangiare a oltre 4.000 persone. Sul lato opposto si accede all’Harem, ma gran parte è in restauro, quindi ci siamo diretti alla zona del Tesoro, con pietre preziose, giade, cristalli, troni e spade. Accanto c’è la sala con le Sacre Reliquie, contenenti il mantello del Profeta, nonché un suo dente ed una sua impronta del piede. Purtroppo sotto la pioggia non abbiamo potuto godere dei giardini, nonché del panorama, da un lato del Corno d’Oro e dall’altro del Bosforo, essendoci anche foschia. Il traffico nella strada che passa tra la Moschea Blu e Santa Sofia è incredibile, tanto che dopo aver aspettato mezz’ora il pullman, abbiamo deciso di andargli incontro. Abbiamo così iniziato il lungo viaggio verso Ankara, facendo sosta per il pranzo alle 14.30 e mangiando, ancora, kebab. Buono, ma ci esce un po’ dagli occhi. Siamo arrivati in hotel poco prima delle 19 e, volendo, avremmo già potuto cenare subito, ma, con gli altri ragazzi, abbiamo preferito darci appuntamento alle 20.30. Decideremo successivamente se andare a fare due passi, comunque prendendo il taxi, per la zona centrale di
Ankara nuova o fare chiacchiere. 8 aprile 2010 Anche questa mattina ci siamo svegliati con la pioggia. Siamo andati prima al
Museo delle Civiltà Anatoliche, dove, da sola, non sarei mai andata o mi sarei annoiata, mentre con Ozhan sono riuscita quasi ad entusiasmarmi sui vari argomenti dalle pitture murali, ai bassorilievi, alle statuette della dea-madre, seppur con tremendi “rumors” intestinali. Poi ci siamo spostati al
Mausoleo di Ataturk, interessante soprattutto per la struttura a forma di tempio a cui si accede tramite una scalinata, oggi un po’ scivolosa. A pranzo siamo andati a mangiare il famoso (?) kebab Alessandro, ovvero kebab con sopra sugo di pomodoro e burro fuso. Chi l’ha mangiato ha detto che era buono. Io, con l’intestino in subbuglio, ho preferito evitare. Abbiamo poi intrapreso il viaggio verso la Cappadocia di più di 4 ore. Abbiamo fatto sosta al Lago Salato, che d’estate diventa una grande salina, ma in questo periodo è appena accennato. La serata è stata molto divertente e dinamica, siamo andati a cena in una casa di tufo ed abbiamo mangiato abbastanza semplice e, se vogliamo, poco abbondante. Però ci sono stati balli tipici e la danzatrice del ventre, molto affascinante, che ha anche coinvolto dei commensali. Al nostro rientro in hotel abbiamo festeggiato il compleanno della sig.ra Ercolina, con una bottiglia di un buon bianco locale, per chiudere in allegria la serata. 9 aprile 2010 Giornata eccezionale, la
Cappadocia è davvero incredibile! Abbiamo iniziato la mattinata con la visita della
città sotterranea di Kaymakli, tutta scavata nel tufo. Ci sono 8 piani sotterranei, ma solo 5 sono visitabili. C’è un labirinto di strade ripide e corridoi stretti e bassi. Poi ci siamo fermati a fare acquisti in un punto panoramico, da cui abbiamo ammirato scorci di rocce scavate, nonché i primi “camini delle fate”. Successivamente abbiamo visitato una fabbrica di tappeti, dove abbiamo ammirato qualche donna all’opera, i bachi da seta, assaggiato il liquore tipico all’anice, Raki, e ricevuto una presentazione di 45 min sui tappeti e sulle differenze tra quelli di seta, cotone e lana. Quindi siamo tornati a pranzo in hotel, dove abbiamo assaggiato una specie di gnocchetto con yogurt, pomodoro e tre spezie diverse: menta, peperoncino ed un’altra indefinita, che infatti Ozhan ha descritto come …. non salata e ….. non dolce … Prima sosta del pomeriggio è stata a
Goreme, una valle con coni e pareti rocciose crivellate di aperture, dove è possibile visitare una specie di museo all’aperto di un complesso monastico. Siamo entrati all’interno di diverse piccole chiese che hanno conservato degli affreschi: S. Barbara, la chiesa oscura (Karanlik Kilisesi), la chiesa del Serpente (Yilanli Kilise) con dipinti dell’imperatore Costantino e di sua madre Elena, ed infine la Chiesa dei Sandali (Cariali Kilise), chiamata così per le impronte di piedi visibili nel pavimento. Tornando verso l’albergo abbiamo fatto ancora un paio di soste fotografiche, tra cui, la più bella, ai Camini delle Fate, dove l’erosione ha creato spettacolari effetti, come coni sormontati da blocchi di roccia dura, alti decine di metri. Qui abbiamo percorso una ripida salita che ci ha portati a godere di un incredibile panorama. Questa sera ci attende uno spettacolo dei Dervisci Rotanti e domani, 6 di noi, avranno la sveglia alle 5 per sperimentare un piccolo viaggetto in mongolfiera…..sìììììììì!!! Lo spettacolo dei
Dervisci Rotanti è stato affascinante. Si tratta di un ordine, dei Mevlevi, che ricerca la comunione spirituale con Dio attraverso canti, preghiere, musica e danza. In particolar modo, nella sala in cui ci hanno fatto accomodare, sono entrati, disponendosi al centro, un maestro, 5 fedeli e dei musici. La prima parte è stata di recita di preghiere, poi musica ed infine i fedeli hanno iniziato a ruotare, gesto che gli consente di avvicinarsi maggiormente a Dio. All’inizio indossano un mantello nero, ma terminata la preghiera se ne liberano, restando con vesti bianche, ed iniziano a ruotare, sempre più velocemente, tenendo gli occhi chiusi, quasi in tranche. Molto particolare. Il pubblico deve stare in silenzio, non scattare foto e non applaudire. Al termine, quando tutti sono usciti, ne torna dentro solo uno per concedere una danza a vantaggio delle foto. Prima di tornare in albergo, dopo circa 1 ora, ci hanno offerto un bicchiere di the con cannella e chiodi di garofano. Ora terminiamo i bagagli perché la sveglia suona presto e dopo il giro in mongolfiera non avremo molto tempo prima della partenza. 10 aprile 2010 Ore 5.30 ritrovo nella hall dell’albergo con Margherita e Matteo ed un’altra coppia di Forlì. E’ venuto a prenderci un pulmino che ci ha portati per primi in un piazzale, dove ci hanno offerto una piccola colazione. In lontananza abbiamo visto gonfiare le prime mongolfiere, che emozione, e nel mentre è arrivata tanta gente, di nazionalità diverse. Noi 6 eravamo, stranamente, gli unici italiani. I palloni sono aumentati sempre più ed hanno iniziato ad assegnare a ciascun gruppo il proprio mezzo. Quasi tutti erano da 30 posti. Noi siamo stati gli ultimi a ricevere l’indicazione e a salire su una mongolfiera, più piccola, da circa 15 posti. Man mano che il pilota ha scaldato l’aria del pallone, abbiamo iniziato a salire, costeggiando le pareti rocciose e pian piano sempre più in alto. Il cielo era costellato di mongolfiere, bellissimo, oltre ad essere, finalmente, azzurro terso e a non esserci vento. La mongolfiera è un mezzo molto stabile ed in volo non abbiamo sentito per nulla freddo, essendoci ogni tanto le folate di caldo necessarie a tenere gonfio il pallone. Il panorama è bellissimo e la scenografia lo rende unico!! Ovviamente non mi sono risparmiata di fotografie, esaltata dallo spettacolo!! Dopo 45 minuti il pilota ha individuato uno spiazzo su cui atterrare, ma nel nostro caso…è stato un po’ largo, fermandoci su un leggero dislivello, appoggiati praticamente ad un albero. Lo staff che ci seguiva con il furgoncino è venuto a …..recuperarci e a spostarci in una zona maggiormente pianeggiante. Sgonfiata la mongolfiera, ci hanno offerto un bicchiere di spumante e venduto delle foto scattate prima del decollo. Siamo arrivati in albergo qualche minuto prima delle 9, orario previsto per la partenza, quindi abbiamo avuto giusto il tempo di caricare i bagagli e razziare del cibo della colazione. Destinazione della giornata è stata Antalya, ma con una sosta ad un
caravan serraglio, un albergo in cui i viaggiatori entravano con i loro animali per rifocillarsi e a
Konya, cuore dell’ordine dei Mevlevi, dove siamo entrati nel museo a loro dedicato. Sosta merenda invece in una specie di autogrill, dove si può assaggiare un dolce tipico a base di favo di miele, mangiato con la panna e con una loro focaccia. Alle 19 finalmente siamo arrivati in albergo, bello, con piscina, palestra e hammam. 11 aprile 2010 Mattina ad
Antalya dedicata agli “sponsor” del nostro soggiorno in Turchia, prima il negozio di pelle, dove stavo per acquistare una giacca di pelle di Gucci, forse, al 50%, ma non mi sono molto fidata, oltre a non averne la necessità, e poi a quello dei gioielli, che mi è parso però poco economico. Ovviamente c’è chi ha comprato sia il tappeto, qualche giorno fa, che la pelliccia ed anche i gioielli, ma pochi!! Dopo pranzo invece siamo andati prima al
Museo Archeologico, con le affascinanti statue degli dei, come Zeus, Apollo, Atena ed Afrodite, degli imperatori romani, quella di Alessandro Magno ed i sarcofagi imponenti, e poi ci siamo spostati al
porto, passando per strette stradine di negozi, che ci ha consentito gli ultimi acquisti, ahimè sotto la pioggia. Seppur la giornata non sia stata particolarmente impegnativa, siamo tutti arrivati in albergo esausti. Abbiamo subito fatto cena e quindi siamo saliti a preparare i bagagli e a correre a letto dato che alle 2.30 sarebbe suonata la sveglia. 12 aprile
2010La sveglia è suonata molto presto, ma ero psicologicamente pronta, quindi non mi è pesata. Abbiamo fatto una piccola colazione ed alle 3.30 siamo partiti per l’aeroporto, arrivando verso le 5. I controlli sono stati molteplici, ma abbiamo avuto comunque il tempo per fare una colazione più abbondante …da Burger King, spettacolo! Io mi sono accontentata delle crocchette di pollo e delle patatine, mentre gli uomini hanno puntato sui mega panini. Scalo a Roma e per pranzo, dopo i saluti, gli abbracci e gli arrivederci, eravamo a casa, consapevoli che le amicizie del gruppo “Mar di Mar…mara” hanno reso speciale questa vacanza!! www.formicamania.it