Stoccolma 8½
Abbiano volato con Ryanair (250 € in due A/R) da Brindisi (maledizione: come per Bari il parcheggio low cost era tutto occupato), e abbiamo soggiornato all’hotel Bakfickan (666 € per 6 notti). Ottimo hotel 2 stelle a 1 km dal centro e a 200 m dalla Tunnelbana (la metropolitana), pulito, con stanza ampia e luminosa e ricca colazione. Ultima notte al Connect Hotel di Skvasta (l’aeroporto a 100 km da Stoccolma dove vola Ryanair), dato che la partenza era alle 6:55. Hotel modernissimo ed elegantissimo, a 75 m dall’aeroporto, pulito, dove abbiamo dormito per 68 € (formula “quick sleep” con bagni in comune), e con colazione abbastanza ricca.
Per tutte le spese abbiamo usato solo il Postamat (senza commissioni) e in un caso la PostePay: sono tutti attrezzati di POS, anche per i piccoli acquisti.
Abbiamo acquistato le Stockholm card da 5 giorni (242 €) per viaggiare senza limiti ed entrare in 87 “attrazioni” (ma in realtà se ne vedono molte meno: aprono mediamente alle 10 e chiudono alle 17). Un appunto sulla guida data con la card. Il suo progettista andrebbe deferito a una corte marziale: le attrazioni, numerate, sono presentate in ordine sparso (né numerico né alfabetico), e la ricerca è molto fastidiosa; le indicazioni dei mezzi per raggiungerle, poi, sono state oscure anche al personale della Tunnelbana.
La città è bella, elegante, ordinata, pulitissima, con poco traffico, tanti bei parchi e con tanta gente pronta ad aiutare quando ci vedeva consultare la mappa (purtroppo, però, parlano tutti – ma proprio tutti – perfettamente l’inglese, e io arrancavo un po’ …). Lo svedese, in compenso, è terribile, con pronunce completamente diverse dallo scritto.
La vita costa (d’altronde, un pizzaiolo italiano guadagna 5.000 € al mese). La bottiglietta d’acqua viene 2,50 €, e una corsa in metropolitana 4,00 €. Per l’alimentazione – complice la mia idiosincrasia per carne, pesce e molluschi – dopo aver provato il vegetariano Hermitage (menù a buffet non particolarmente esaltante a 15 € a testa) e il Kungshallen (16 fra ristoranti – non economici – e tavole calde soprattutto asiatiche a 10-12 € a testa), siamo felicemente approdati al McDonalds con le insalate Caesar e qualche bel panino.
Come temevo – l’ho letto in alcuni racconti di viaggio – a volte le “attrazioni” sono deludenti. Il Royal Canal Tour è il simpatico giro in battello, comune a tutte le capitali, con audioguida in italiano. Il Nordiska Museet illustra efficacemente la civiltà svedese.
Il Vasa Museet, con il vascello inabissatosi pochi minuti dopo il varo e recuperato al 95% dopo 333 anni, è una bella visita molto documentata – in inglese – di un paio d’ore buone. Il Nobel Museum è una bella visita istruttiva e interattiva.
Il Woodland Cemetery, patrimonio Unesco, sono 100 ettari di prato e boschetti punteggiati qui e là di tombe: una meta un po’ particolare. Il Drottningholm Palace – già residenza estiva reale – ha soprattutto un bel teatro (con una bella visita guidata in italiano) e giardini tipo (ma meno) Reggia di Caserta.
Il Bergius Botanic Garden è una rilassante passeggiata fra centinaia di essenze. Il National Museum era chiuso per restauri. Il Municipio, con i suoi 8 milioni di mattoncini, non ci ha fatto impazzire. Il Palazzo Reale ci è sembrato, come tutti i palazzi reali, piuttosto pesante: interessante invece l’annesso Museum Tre Kronor, simpatico il cambio della guardia con annessa banda (tutti i giorni, ore 12). La Cattedrale bellina, ma niente di particolare. Così pure Gamla Stan, la città vecchia, invasa da negozietti per turisti, di cui abbiamo esempi migliori in Italia. Il Moderna Museet piacerà agli amanti del genere (a noi è piaciuto meno). Il Fotografiska non è un museo della fotografia ma una esposizione temporanea quasi monotematica (a noi è capitato Helmut Newton). Lo Skansen non è un museo all’aperto, ma uno zoo dedicato soprattutto a famiglie con bambini, con un bell’acquario. E così l’Aquaria Water Museum. Lo SkyView è una capsula che porta in cima a un edificio semisferico alto 130 m: praticamente una giostra di 10 minuti, con una vista – non spettacolare – su una Stoccolma lontana. Molto meglio l’ascensore del Gondolen (bar panoramico dopo il ponte che da Gamla Stan porta a Sodermalm), gratis e con vista da 40 m d’altezza.
Insomma, abbiamo capito perché tanti svedesi sono innamorati dell’Italia e ci vengono anche due volte l’anno.
Tutto sommato, comunque, una città da vedere, magari per 3-4 giorni (Ryanair permettendo), per un fresco ristoro dal caldo del nostro Sud.
Buon viaggio!