Stavolta è amore: è Kenya!
Eccomi, è il 17 febbraio e all’ aeroporto di Verona siamo io, la mia valigia e l’ immancabile stampella, con un sacco di altra gente con la stessa voglia di Africa. Alla terza ora di volo mi rendo conto che sono sola, che non so dove sto andando, non conosco nessuno e mi prende un panico assoluto. E pensare che devo stare con quest’ ansia ancora 4 ore e mezza!!!! E’ un’ alba africana quella che mi gonfia il cuore poco prima di atterrare, sarà il mio benvenuto? Sono ancora sull’ aereo, sto sbarcando e vengo completamente investita da un’ ondata di aria afosa carica di un profumo inconfondibile (oggi) che non appartiene alla mia terra, ma che mi inebria dandomi la carica giusta per affrontare burocrazia e disorganizzazione all’ aeroporto di Mombasa. Il tragitto per arrivare a Malindi è lungo e scomodo, fatto su un pullmino guidato ad una velocità sconvolgente su una strada che tutto sembra, tranne che quella. Sono sveglia da 24 ore ormai, ma la stanchezza è scomparsa, vengo inesorabilmente rapita da colori che rimarranno impressi nella mia mente indelebilmente, il rosso della terra, il verde delle distese di palme, l’ ocra delle parti più brulle, il colore delle capanne fatte di fango e dei villaggi…
Dopo più di 2 ore abbondanti arrivo al mio villaggio a Malindi, è piccolissimo, grazioso da matti, pulizia impeccabile e ben organizzato. Ci si sentiva a casa propria. Ho 30 anni, e sono, senza ombra di dubbio la più giovane. Siamo tutti italiani, ed ho la fortuna di conoscere persone splendide. Non c’è animazione tranne qualche sporadico intrattenimento serale, ma non mi perdo d’ animo, prendo il mio taxi e mi sposto in centro (…) a Malindi, con gente del posto con la quale stringo una bella e sana amicizia durante la mia permanenza. I miei itinerari sono stati gli stessi di tanti altri turisti, la spiaggia dorata, Sardinia2, la Jacuzzi, i mercatini a Malindi, il quartiere indiano e quello africano, dove per pochissimi euro puoi portare a casa qualunque cosa che ti farà annodare la bocca dello stomaco ogni volta che la vedrai. Non ho potuto fare i safari, perchè la mia condizione fisica non me lo ha permesso, ma ne sono felice, perchè so con certezza dove andare e con chi, la prossima volta. Ho affidato le mie escursioni ad un beach boys, e lo rifarei mille volte, perchè sono onesti, disponibili, preparati, ben organizzati (assicuratevi che facciano capo ad un’ organizzazione in loco). Ci sono però alcune cose che non posso spiegarvi… Non posso raccontare ad esempio degli occhi delle persone, e dei sorrisi. Emozionano.
Non posso raccontare dei profumi forti che persistono nella mia memoria. Non riesco a spiegarvi come ridono i bambini nonostante la povertà che appartiene loro.
Quante cose dovremmo imparare… Da loro? Da loro. Una cultura completamente diversa dalla nostra, fatta di leggende tramandate verbalmente, di lavoro per sopravvivenza, di famiglie allargate per assicurarsi mantenimento in vecchiaia, ma anche di valori sinceri e puliti. Non è tutto oro, anzi, c’è molto fango, ma i diamanti che ho visto sono purissimi. E voglio ricordarlo per questo.
La mia vacanza è terminata, i miei occhi sono lucidi di tristezza, ma il mio cuore è gonfio di felicità reale per aver incrociato la mia esistenza con queste Essenze, seppur fugacemente.
Non ho mai avuto paura in questi meravigliosi giorni, tranne una volta: mentre mi imbarcavo per tornare in Italia…
Tornerò, presto, più a lungo. Ora SO dove rifugiarmi nei momenti di sconforto.