Stato canaglia? MAH..
E si potrebbe continuare…
Partenza il 21 marzo da Roma, poi Milano-Teheran con Alitalia, arrivo alle 4 di mattina: alloggio nella zona sud, più economica e pieni di alberghetti e sto il tempo necessario per organizzare il mio giro: purtroppo capisco subito che i problemi legati alla festa del capodanno islamico non sono pochi. Treni pieni (lenti ma puliti, usateli), guesthouse ancora di più. Comunque trovo un posto sul treno x Isfahan, dopo aver constatato che le agenzie di viaggio vendono solo biglietti aerei,(tocca andà alla stazione) e arrivo in una città difficile da descrivere a parole: la moschea dell’imam, i ponti vecchi di 5 secoli…
Resto un paio di giorni e parto in pulman x Yazd, situata in mezzo al deserto, patria dello zoroastrismo e dei canali sotterranei (i persiani portavano l’acqua ovunque nel deserto, 2500 anni fa…), posto incredibilmente “new age”. La città vecchia, dove si alloggia di solito, è costruita di mattoni di fango, costellata di badgir (le torri del vento, questi c’avevano l’aria condizionata prima di Cristo). Qui rimango 5 giorni per visitare pure i dintorni: per molti sarebbero tanti, ma a Yazd ci si ferma anche per gustarne l’atmosfera. Da qui pulman x Shiraz, la città di Hafez e del vino (prima dell’avvento del regime islamico, ovvio), ottimo punto di partenza x visitare Persepoli e Pasargade, se non fosse stato x la pioggia infinita, si capisce. Tre giorni lì e nuovo pulman notturno x Ahwaz, confine iracheno, dove la pioggia non l’hanno mai vista ma le raffinerie di petrolio sì, e pure tante. La città , va detto, è oscena, ma da lì si può visitare tranquillamente Shush, la vecchia Susa,la tomba del profeta Daniele e la Ziggurat di Choqa Zanbil. Fortuna che si può fare tutto in mattinata e fuggire alla velocità della luce: la cosa più triste è che 18 ore di viaggio x Teheran me le so dovute fa con l’autobus, xkè il treno era esaurito… Tornato a Teheran dopo un viaggio infinito, mi sono beccato due giorni di festa (e qui se è festa, è festa davvero, tutto chiuso), inframezzati solo dalla protesta locale contro l’invasione dei marinai inglesi, con manifestazione di fronte all’ambasciata,a 100m dal mio albergo. Tre giorni a Teheran (troppo stanco x visitare il Trono di Salomone , 400 km a nord), mi servono per chiaccherare con la gente locale, sempre incuriosita dal trovarsi di fronte un turista occidentale, e disponibili a parlare, soprattutto di politica e religione; in particolare nella zona dell’università, ogni studente (e pure sudentessa, peccato il tempo tiranno, sigh) fanno a gara per sentire come vede la situazione politica un occidentale.
Unico lato negativo della vacanza sono i menu dei ristoranti:tutti pieni di portate, ma scritti in farsi, il che comporta 3 settimane di kebab, pizza e panini. Fa eccezione un bel ristorante caratteristico nel Parc-e-shar di Teheran: menu in inglese, camerieri che lo parlano bene,e l’atmosfera tipica che ci si aspetta da queste parti.
I locali notturni, chiaramente non esistono.
Concludo dicendo che il prologo della lonely planet sull’Iran parla della migliore e meno pubblicizzata risorsa del paese, quella x la quale, da sola, vale il prezzo del biglietto: la gente. Nulla di più azzeccato!