Stati Uniti: Parchi e città dell’ovest
A) INFORMAZIONI GENERALI:
Indice dei contenuti
IMPORTANTE: come sempre avviso che l’itinerario ha 36 pagine… almeno sapete di che morte morire se iniziate a leggere… In corsivo ho fatto copia incolla di tutte informazioni raccolte, prima della partenza e poi durante la vacanza. In carattere normale è narrata la nostra avventura. Scrivo i prezzi dei vari ristoranti in modo tale da dare un’idea di quanto si spende in quel posto (i prezzi sono riferiti a due adulti e due ragazzi… che mangiano quasi più di noi…) e i vari orari per sapere quanto tempo richiede ogni cosa. Mi spiace ma racconto anche qualcosa di personale che a chi legge non interessa. È l’unico itinerario che scrivo quindi deve essere anche un nostro ricordo. Portate pazienza …
Quando: 24 giorni dal 28.07.2018 al 20.08.2018.
Itinerario in self drive: 4 notti a New York, volo interno a Bozeman, Yellowstone, Grand Teton, Flaming Gorge, Dead Horse Point, Arches, Monument Valley, Grand Canyon, Page sul Lake Powell, Antelope Canyon, Horseband, Bryce Canyon, Las Vegas, Dead Valley, Yosemite, San Francisco, costa pacifica e Los Angeles.
Perché questo viaggio: per accontentare i nostri figli. Dopo anni di Africa hanno chiesto pietà per un anno… Martina ci teneva tantissimo a vedere New York quindi abbiamo fatto in modo di inserirla. Io e mio marito, a parte NY, Yellowstone e gli Arches NP, avevamo già visto tutto 19 anni fa. Matteo non ci sembrava tanto entusiasta quando gli abbiamo spiegato il giro e ha detto a sua sorella: Martina non farti infinocchiare da questi due… ci fanno vedere tutti i parchi… come se fossimo in Africa!!! Matteo, più sgamato, ci ha beccati subito… quindi abbiamo inserito 4 città per loro e i parchi per noi… Noi siamo da spazi infiniti e sovrumani silenzi… quindi il caos del traffico e della gente non ci fa impazzire. Abbiamo trovato un compromesso. Devo dire che poi noi torneremo tutti super entusiasti di ogni cosa vista e nei punti in cui c’era più affollamento, abbiamo trovato sempre educazione e rispetto delle code e degli spazi. Quindi, esperienza più che mai positiva.
Valuta: 1 $ circa € 1,14
Prenotazioni: abbiamo fatto tutto noi 10 mesi prima della partenza.
Voli: li abbiamo prenotati direttamente sul sito delle compagnie aeree, per un totale di € 4.102. L’intercontinentale l’abbiamo acquistato sul sito della KLM (€ 761,50 a testa): andata Malpensa – New York (operato da Alitalia) e rientro Los Angeles – Milano via Amsterdam (operato da KLM). Volo interno acquistato sul sito della Delta (€ 247,50 a testa): New York – Bozeman , via Minneapolis (operato sempre da Delta). Per quest’ultimo abbiamo dovuto pagare al momento del check-in on-line il costo delle valige perché non avevamo potuto farlo quando abbiamo prenotato (€ 22 a valigia, totale € 66).
Lodge:
- 1.08.2018 Absaroka Lodge Gardiner quadrupla pernottamento $ 220 € 193,76 -www.yellowstonemotel.com
- 2.08.2018 Canyon Lodge (nel parco) Yellowstone NP quadrupla pernottamento $ 400,93 € 346 – www.yellowstonenationalparklodges.com/lodgings/cabin/canyon-lodge-cabins
- 3.08.2018 Colter Bay Village (nel parco) Grand Teton NP quadrupla pernottamento $ 287,12 € 245,40 – www.gtlc.com/lodges/colter-bay-village
- 4.08.2018 Flaming Gorge Resort Flaming Gorge NP quadrupla pernottamento $ 161,70 € 142,69 – www.flaminggorgeresort.com
- 5.08.2018 Moab Spring Ranch Moab – Arches NP quadrupla SC con cucina $ 240,14 € 211 – www.moabspringsranch.com
- 6.08.2018 The View Hotel (nel parco) Monument Valley quadrupla pernottamento $ 236,17 € 200,10 – monumentvalleyview.com
- 7.08.2018 Yavapai Lodge Grand Canyon NP quadrupla B & B $ 250,74 € 216,38 – www.visitgrandcanyon.com/yavapai-lodge
- 8.08.2018 La Quinta Inn & Suite Page-Lake Powell quadrupla B & B $ 261,43 € 232,67 – www.laquintapageatlakepowell.com
- 9.08.2018 Best Western Plus Ruby’s Inn Bryce Canyon NP quadrupla pernottamento $ 192,39 € 172,38 – www.rubysinn.com
- 10.08.2018 Holyday In Express Las Vegas quadrupla B & B $ 225,63 € 202,53 – www.ihg.com/holidayinnexpress/hotels/it/it/las-vegas/lasrr/hoteldetail#scmisc=nav_hoteldetail_ex&
- 11.08.2018 Yosemite Gateway Motel Mono Lake quadrupla pernottamento $ 234,08 € 206,00 – yosemitegatewaymotel.com
- 12.08.2018 Comfort Inn Yosemite NP quadrupla B & B $ 201,98 € 181,84
- 13.08.2018 Comfort Inn Half Moon Bay-S.Francisco quadrupla B & B $ 190,78 € 171,70 – www.choicehotels.com/california/half-moon-bay/comfort-inn-hotels/ca853?source=gyxt
- 14.08.2018 Comfort Inn Half Moon Bay-S.Francisco quadrupla B & B $ 190,78 € 171,70
- 15.08.2018 Cayucos Beach Inn Curayos quadrupla B & B $ 179,20 € 160,85 – www.beachinncayucos.com
- 16.08.2018 Venice Breeze Suite Venice-Los Angeles Appartem. SC con cucina $ 332,50 € 277,19 – www.venicebreezesuites.com
- 17.08.2018 Venice Breeze Suite Venice-Los Angeles Appartam. SC con cucina $ 342,00 € 307,00
- 18.08.2018 Venice Breeze Suite Venice-Los Angeles Appartam. SC con cucina $ 342,00 € 307,00 $ 5.682,81 € 4.975,35
I lodge nei parchi (Yellowstone, Monument Valley e Grand Canyon) li abbiamo prenotati direttamente sui rispettivi siti e pagati subito, tutti gli altri invece sulla Booking. Alcuni hanno voluto il pagamento immediato, altri un acconto, altri hanno fatto l’addebito un paio di giorni prima del nostro arrivo e altri invece li abbiamo pagati in loco. Tutte le prenotazioni sono andate a buon fine a parte un disguido con quella di Los Angeles, prima di partire, e di overbooking a New York, al nostro arrivo.
Auto: sono anni che prenotiamo le macchine sul sito della Rental Car (www.rentalcars.com). Si vedono le proposte dei vari operatori più famosi. Noi abbiamo affittato dalla Budget una berlina della Chevrolet (Malibu) al costo di € 788 (€ 43,78 x 18 giorni). Abbiamo pagato un acconto di € 90 al momento della prenotazione e poi il saldo un mese prima. Il drop-off ce l’hanno addebitato alla consegna della macchina ed è costato $ 347 € 280. Per il giro che abbiamo fatto noi una berlina va benissimo. Ci siamo sempre trovati bene con questo operatore. Un anno in Africa avevamo avuto un problema con una macchina (ci avevano dato un 2×4 e il giorno seguente ci hanno raggiunti con un 4×4 come prenotato) e ci hanno accreditato 400 € per il disguido. Questa volta abbiamo dovuto portare la macchina da un meccanico per una spia che era accesa quindi ci hanno rimborsato il costo sostenuto ($ 47) più $ 53 per il fastidio avuto. Quindi sono molto professionali.
Altri costi: oltre agli importi dei voli, hotel e auto bisogna aggiungere le spese sostenute in loco: benzina € 380 per quasi 6.000 km. (costo al litro benzina € 0,778); spesa al supermercato per qualche colazione, i pranzi e varie € 466; pranzi e cene al ristorante € 2072; escursioni € 905; ingressi ai parchi € 111 (comprensivi dell’annual pass di $ 80);; Esta (documento per l’ingresso negli Usa) $ 56 € 48; varie € 123; autista per e da Malpensa € 140.
Patente e guida: la guida è come in Italia. A seconda degli stati ci vuole o meno la patente internazionale convenzione di Ginevra che ha validità 1 anno (http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=cm&o=vd&id=3870 oppure http://www.mit.gov.it/come-fare-per/patenti-mezzi-e-abilitazioni/patenti-mezzi-stradali/permesso-internazionale-di-guida). Noi avevamo quella di Vienna (che vale 3 anni) fatta per i viaggi in Africa (costa sugli 80 €) e non abbiamo voluto fare anche quella di Ginevra. Abbiamo rischiato ma il rental car non ci ha chiesto nulla e la polizia non ci ha mai fermato. Per averla bisogna appoggiarsi alle agenzie di pratiche auto e le tempistiche sono di circa 2 settimane.
Il rischio poteva essere per l’Arizona perchè in alternativa alla patente internazionale avremmo dovuto avere una traduzione in inglese (in quel caso avremmo dato la patente convenzione di Vienna) e il Wyoming però risultava che era esonerato dall’averla chi era in possesso dell’Esta (quindi avremmo dovuto essere a posto). Invece per Montana, Utah, Nevada e California era ok quella italiana.
Documenti e visti: Passaporto ed Esta (documento che consente di entrare negli Usa, senza richiedere il visto, per un massimo di 90 giorni). Lo si richiede almeno 72 ore prima della partenza, direttamente sul sito: https://esta.cbp.dhs.gov/. Vale due anni (o fino a quando scade il passaporto) e lo si può rinnovare senza problemi. Noi abbiamo fatto un’unica richiesta per tutti e 4. Costa $ 14 a testa. Nel giro di qualche ora ci è arrivato l’ok. In arrivo negli Usa ormai eravamo schedati … quindi non ce l’hanno chiesto.
Km. percorsi: 5.728
Tasse e mance: su tutto quello che si acquista (non sui generi alimentari, su questi il prezzo esposto è finito), viene sempre aggiunta la tassa comunale che attualmente ammonta al 8,875%. Al ristorante, oltre alla tassa sempre del 8,875% si DEVE aggiungere la mancia del 20%. Se il totale è 100 $ devi aggiungere circa 30 di mancia. Non abbiamo capito come sia possibile ma a fine cena portano la strisciata della carta di credito con l’importo giusto. Noi firmavamo, aggiungevamo la mancia che ritenevamo opportuna, scrivevamo il totale e consegnavamo il tutto. Il messaggio che arrivava immediatamente sul cellulare era del puro costo della cena. Poi evidentemente c’è il modo di correggere l’importo perchè sull’estratto conto sono risultati tutti gli importi compresi di mancia. A dirla tutta, dove abbiamo scritto il 15% l’addebito è poi stato del 20.
Annual Pass: tessera annuale da acquistare se si visitano diversi parchi. Si risparmia parecchio. Vedi info all’inizio dell’itinerario.
Cibo: siamo sempre andati al ristorante per cena. Le colazioni le facevamo in giro oppure, dove potevamo, in camera. I pranzi o al ristorante o con quello che compravamo nei market. I fast food li abbiamo evitati. Nessuna cena è stata memorabile a parte le tre sere a San Francisco dove abbiamo mangiato pesce davvero buono. Il peggiore è stato il ristorante del The View Hotel alla Monument Valley… abbiamo provato piatti locali Navajo… terribili!! L’acqua non si paga mai. Portano dei bicchieroni pieni di ghiaccio con acqua naturale (per intenderci quella del rubinetto super filtrata che si usa anche da noi). Non siamo mai riusciti a berla. E’ cattiva ovunque. La birra media costa sui 9 $. Il vino non lo abbiamo mai preso.
Sicurezza: Nelle zone dei parchi e lungo le strade, problemi zero. A parte nelle grandi città dove girava parecchia polizia, per il resto non abbiamo mai visto un posto di blocco o poliziotti.
Documentazione: itinerari di Turisti per Caso (che ringrazio per aver messo a disposizione di altri viaggiatori le loro esperienze) poi info varie raccolte on-line. Ho buttato anche un occhio alla guida della Deagostini che avevamo acquistato quando siamo stati nel 1999 ma onestamente con tutto quello che si trova su internet, si può evitare di acquistarla.
Fuso: Montana, Wyoming e Utah sono – 8. Invece sono – 9 il Nevada, la California e l’Arizona (a parte le riserve Navajo come la Monument Valley che sono – 8. Quindi noi una volta atterrati a Bozeman (Yellowstone) eravamo a – 8 e lo siamo stati fino alla Monument Valley poi siamo passati con il Grand Canyon e Page a – 9. Al Bryce Canyon di nuovo – 8 e da Las Vegas fino alla fine del tour sempre – 9.
Fotografia: Come lenti ho usato 10-20, 24-105, 70-300. Contrariamente ai miei soliti viaggi africani dove consumo il 70-300 e non uso mai il 10-20, quest’anno ho quasi usato sempre quello. A New York, e nelle città, è fondamentale se si vogliono fotografare i grattacieli mentre in alcuni punti panoramici addirittura non bastava. A dirla tutta, a volte ho dovuto fare le panoramiche con il cellulare perchè rendesse l’immensità dei posti. Per esemio al Goosenecks State Park, per riuscire a riprendere le due anse del fiume, l’unica soluzione è stata la panoramica.
Corrente: serve l’adattatore per caricare le varie tecnologie.
Temperatura e abbigliamento: caldo esagerato ovunque tranne Yellowstone, Grand Teton, Bryce Canyon e San Francisco (fino a quando non è uscito il sole). Abbigliamento super estivo ovunque. Nei punti freschi abbiamo usato i pile la sera. Durante il giorno no. Avevamo i giubbotti ma non li abbiamo neppure tirati fuori dalla valigia. Il posto più freddo è stato Yellowstone la sera.
Misure:
– la temperatura è indicata in gradi Fahrenheit. Per convertirli in Celsius bisogna fare questo calcolo: (xx °F – 32) × 0,555 = xxx °C esempio: (50°F – 32) x 0,555 = 9,99° C. Oppure (xx °F – 32) : 1,8 = xxx °C esempio: (50°F – 32) : 1,8 = 10° C Nell’itinerario indico sempre i gradi Celsius.
– si usano le miglia: 1 miglio = 1,6 km.
– si usano i galloni: 1 gallone = 3,78541 litri
Siti internet generali: (posto per posto li elenco nell’itinerario):
- Mappe parchi Utah: www.myutahparks.com/basics/national-park-maps
- Sito ufficiale di tutti i parchi americani: www.nps.gov
- Differenza fuso orario Arizona Utah: www.viaggi-usa.it/fuso-orario-arizona-utah
- Info generali: www.viaggi-usa.it
- Info varie sui parchi: www.experienceamerica.it/parks/parks.php
- State Park Utah: stateparks.utah.gov/parks
- Sito ufficiale dello Utah: utah.com/destinations
- Sito con info varie sui parchi: www.americansouthwest.net
- Fari: www.tripadvisor.it/Attractions-g28926-Activities-c47-t22-California.html – www.turismo.it/oltreconfine/articolo/art/i-pi-spettacolari-fari-del-pacifico-id-1573 – www2.stile.it/vacanze/estate/2012/west-coast-viaggi-usa-i-fari-piu-belli/index.html
- California: /www.visitcalifornia.com/it
Opinione generale: ottima
B) ITINERARIO GIORNO PER GIORNO:
1) 28 luglio 2018 sabato – a piedi km.8
Alle 8.30 si parte con un signore del nostro paese che fa servizio taxi (140 € andata e ritorno). Solitamente andiamo con la nostra macchina e la lasciamo al Green Parking. Quest’anno però non ci ha fatto una tariffa agevolata quindi, per pochi euro di differenza, preferiamo lasciarla a casa, più che altro perché è nuova. Arrivati a Malpensa impieghiamo una vita a lasciare le valige, nonostante abbiamo già fatto il check-in on-line, perché da oggi… dopo gli attentati delle torri gemelle… del… 2001 hanno iniziato a fare ulteriori controlli. Fanno a ciascun passeggero delle domande che trovano il tempo che trovano. Va beh. Ci troviamo con un compagno di scuola di Matteo e i suoi genitori. Anche loro fanno qualche giorno a NY per poi andare fino a Boston in macchina. Ci mettiamo d’accordo per trovarci una sera a cena. Mangiamo qualcosa e poi partiamo puntuali alle 13.00. Il volo dura 9 ore quindi atterriamo a JFK alle 16.00 locali (- 6 ore). Serata a New York.
2) 29 luglio 2018 domenica – a piedi km.18 – tempo sereno
Giornata a New York
3) 30 luglio 2018 lunedì – a piedi km.17 – tempo sereno/nuvolo/pioggia
Giornata a New York
4) 31 luglio 2018 martedì – a piedi km.21 – tempo sereno
Giornata a New York
5) 01 agosto 2018 mercoledì
Alle 6.30 partiamo per l’aeroporto di La Guardia dal quale partono i voli nazionali. Solita trafila in aeroporto, facciamo colazione ed alle 10.00 puntuali, con volo Delta, su un aeromobile piccolino, partiamo diretti nella terra degli orsi. Dopo 2 ore e 1/2 di volo facciamo scalo a Minneapolis (qui bisogna tirare indietro l’orologio di 1 ora). 3 ore di scalo dove ne approfittiamo per pranzare (€ 30). Si riparte alla volta di Bozeman, Montana. Altre due ore di volo ed atterriamo alle 15.30 locali (ancora – 1 ora), dall’Italia siamo a – 8. L’aeroporto è in classico stile … Montana. Tutto in legno con orsi ed alci non so se imbalsamati o finti. Il nostro è l’unico volo che arriva quindi recuperiamo i bagagli subito. Andiamo alla Budget e ritiriamo la macchina, una Malibu della Chevrolet. I ragazzi al banco sono di pochissime parole. Ci dicono dov’è la macchina in modo indicativo. Usciamo per cercarla ma giriamo 1/2 ora senza trovare il posto giusto. Fa un caldo pazzesco (38°C) quindi apriamo le valige e ci mettiamo i pantaloncini. Torniamo al banco e ci facciamo accompagnare a fatica … la macchina non era effettivamente dove ci avevano detto. Notiamo subito che ha la spia dell’olio accesa e che quindi o sistemano la cosa o ci danno un’altra macchina. Non c’è molto da discutere con quei due, però. Dicono che si è appena accesa e che può arrivare tranquillamente a Los Angeles. Effettivamente l’olio non ci ha darà problemi. Partiamo con il collo storto alle 17.00. Siamo stupiti dal caldo. Non avrei immaginato delle temperature così alte qui. In 1 ora e mezza di viaggio arriviamo a Gardiner, al gate nord di Yellowstone. Vediamo prima del paese mamma cervo con un piccolo. Andiamo subito a fare l’Annual Pass (80 $) all’ingresso.
Informazioni sull’Annual Pass (America The Beautiful):
https://www.viaggi-usa.it/tessera-parchi/
https://store.usgs.gov/pass/index.html
La tessera che consente di entrare in tutti i parchi americani tranne per le riserve indiane. Fino al 01.01.2007 si chiamava Golden Eagle Passport. Costa 80 $ e vale per 1 macchina, il conducente e altri 3 passeggeri maggiorenni. Vale dal primo giorno del mese in cui è stata fatta all’ultimo giorno del mese dell’anno seguente. Può avere al massimo due proprietari in quanto sul retro c’è lo spazio per due firme. Quando la si acquista si firma il primo poi, a fine vacanza, la si può cedere ad un altro gruppo. Il nuovo proprietario dovrà apporre la firma nel secondo spazio dopodiché, a scadenza, deve essere buttata. La si può acquistare on-line oppure al gate del primo parco nel quale si entra. Conviene acquistarla se si visitano più di 3 parchi nazionali.
Acquistando ora l’Annual Pass evitiamo di perdere tempo domani mattina. La ranger è gentilissima, è vestita proprio come nel cartone animato dell’orso Yoghy … Paghiamo con la carta. I gate sono aperti 24/24 h.
Informazioni sullo Yellowstone National Park:
https://www.yellowstonepark.com/
https://www.viaggi-usa.it/parco-yellowstone/
http://yellowstone.net/
https://www.nps.gov/yell/index.htm (sito ufficiale parchi USA)
http://www.experienceamerica.it/parks/wy/yellowstone.php
http://www.americansouthwest.net/wyoming/yellowstone/national-park.html
http://www.yellowstone.co/
http://www.geyserstudy.org/ (elenco di tutti i gayser del parco)
https://geysertimes.org/retrieve.php (elenco di tutti i gayser del parco con orari di eruzioni avvenute e previsioni delle future)
A) Il Parco di Yellowstone (Pietra Gialla, il colore dello zolfo) è il più antico parco nazionale d’America, nonché uno dei più grandi e affascinanti. E’ stato istituito nel 1872. Ha una superficie di 8990 kmq., circa come l’Umbria. Ha un’altitudine media di 2.400 mt. Si trova in Wyoming ma ha una piccola parte di territorio anche in Montana e nell’Idaho. Le attrazioni naturali di Yellowstone sono davvero spettacolari, contribuendo a rendere la visita un’esperienza unica nella vita. È qui che troverete più della metà dei geyser di tutto il mondo, sono circa 200, meravigliose sorgenti termali multicolori, spettacolari laghi montani, profondi e suggestivi canyon, fumarole, cascate, solfatare e una fauna decisamente variegata (fra cui orsi, bisonti, alci, puma, qualche lupo). Difficilmente si trova in natura una tale concentrazione di meraviglie in unico posto e non a caso il parco è stato dichiarato nel 1978 patrimonio dell’umanità dall’Unesco. I gate e le strade sono aperte 24 h/24 7 giorni su 7 nei mesi estivi. D’inverno bisogna informarsi perché alcune sono chiuse come pure i lodge. Il costo d’ingresso è di $ 30 a macchina ed è valido per 7 giorni. Costa $ 50 se si acquista anche l’ingresso per il Grand Teton.
B) Il parco dispone di 5 entrate, 2 delle quali sono nel Wyoming e 3 nel Montana.
- Ingresso Occidentale (West Entrance): ci si arriva dalla US-20, permette l’accesso al parco in prossimità del fiume Madison. La zona è quella dei geyser, che troverete sia verso sud (Upper, Midway e Lower Geyser Basin) sia verso Nord (Norris Geyser Basin). La città più vicina è West Yellowstone e l’ingresso è aperto da fine aprile a inizio novembre, mentre i veicoli in viaggio attrezzati per la neve possono entrare da metà dicembre a metà marzo.
- Ingresso Meridionale (South Entrance): si tratta dell’entrata che passa dal Grand Teton National Park. Se passate da questo parco attiguo vi conviene visitarlo facendo un biglietto unico (50 dollari) che, senza alcun sovrapprezzo, vi permetterà di esplorare entrambi parchi nazionali. L’entrata è aperta a partire da metà maggio fino a inizio novembre, consente l’ingresso con catene da neve da metà dicembre a metà marzo.
- Ingresso Orientale (East Entrance): è l’entrata migliore per visitare il lago Yellowstone e risalire poi vero Hayden Valley. La città più vicina è Cody. L’entrata è aperta a partire dai primi di maggio fino a inizio novembre
- Ingresso Nord-Orientale (North-East Entrance): aperto tutto l’anno, nei periodi invernali è l’unico collegamento funzionante con Gardiner (gate nord). La città più vicina è Cooke City.
- Ingresso Settentrionale (North Entrance): aperto tutto l’anno, nei periodi invernali è l’unico collegamento funzionante con Cooke City (gate nord-orientale). La città più vicina è Gardiner
C) Le cose da vedere sono tutte in zona o a breve distanza dalla Loop Road, una strada interna di 227 km. a forma di 8 a cui sono collegati tutti e 5 gli ingressi. In totale i km. che si possono percorrere nel parco sono circa 400. Il limite di velocità è di circa 73 km all’ora (attenzione ai radar!), ed è bene rispettarlo perché l’attraversamento di bisonti e altri animali selvatici è abbastanza frequente. Non di rado, proprio a causa di questi episodi, si creano dei veri e propri ingorghi che dovrete sopportare con pazienza. Calcolate quindi che i tempi degli spostamenti potrebbero essere più lunghi del previsto. Anche se avete la macchina, considerate l’idea di fare qualche escursione a piedi, il modo migliore per godervi da vicino le bellezze del parco.
D) Gli aeroporti per raggiungere il parco sono:
- Cody, WY
- Jackson, WY
- Bozeman, MT
- Billings, MT
- West Yellowstone, MT. Servito da giugno ai primi di settembre da Salt Lake City (Utah)
- Idaho Falls, ID
E) Animali: ci sono 67 tipi di mammiferi. Tra questi: grizzly (690 nel 2016, soprattutto nella Lamar Valley, Hayden Valley, Fishing bridge ed entrata est), orso nero (prevalentemente nella parte nord del parco a Mammoth e Tower) i grizzly sono marroni e più piccoli, gli orsi bruni sono neri ma anche marroni, biondi e gialli, e sono più grossi, lupi (99 nel 2016, sono tornati nel parco nel 1995), lince rossa (bobcat), lince canadese(candadian lynx, sono circa 100), puma (cougar, sono 25/35 e sono molto difficili da avvistare), coyote (sono molti), donnola dalla coda lunga (long-tailed weasel), donnola dalla coda corta (short-tailed Weasel), tasso (budger), martora (marten), volpe rossa (red fox), lontra di fiume (river otter), ghiottone (wolverine), alce (moose), cervo (elk), bisonte (bison, circa 4.800 ad agosto 2017, si vedono soprattutto nella Hayden e Lamar valley), muflone (Bighorn Sheep, circa 160), capra di montagna, ecc.ecc. Diversi roditori ed uccelli.
F) Le meraviglie del parco: https://www.nps.gov/yell/learn/nature/canada-lynx.htm
- I geyser: sono circa 200. Si formano perchè l’acqua che si trova in fondo alla stretta fessura, anche se è fortemente surriscaldata, fatica ad arrivare ad ebollizione a causa della forte pressione esercitata dalla colonna d’acqua soprastante. Quando l’acqua riesce a raggiungere il punto di ebollizione si trasforma in vapore, supera la forza di pressione che al comprime e spinge violentemente verso l’alto tutto ciò che si trova nella fessura, fino a liberarla completamente, poi il processo riprende. Questo spiega perchè i geyser sono intermittenti. Il tempo fra un’eruzione e l’altra dipende dalla profondità e dalla larghezza della fessura. L’altezza del getto dipende dalla larghezza della fessura, dalla pressione e dalla forza del vento.
- Le sorgenti calde: l’acqua piovana che penetra nel terreno si riscalda in profondità e torna poi in superficie sotto forma di sorgenti calde calcaree o sulfuree e comunque ricche di vari minerali. Quando l’acqua in superficie evapora lascia depositi di silicio che, accumulandosi formano strati di concrezioni. Il colore dell’acqua dipende in parte dai minerali in essa disciolti ma soprattutto dalla sua temperatura che permetto o meno ad alghe e microrganismi di vivere. Più è blu e trasparente più è calda mentre quando si raffredda diventa marrone.
- Le fumarole: sono sorgenti esaurite da dove escono solo gas
- I vulcani di fango: originano da sorgenti calde. Quando queste vengono ossigenate si forma idrogeno solforato. Nel fondo delle sorgenti il disossido di zolfo si scioglie nell’acqua e diventa acido solforoso. Quest’ultimo decompone la roccia in particelle finissime che sporcano l’acqua mossa dai gas che salgono dal basso. Producono le caratteristiche bolle che si osservano in superficie. I vulcani di fango sono spesso maleodoranti.
G) Pernottamento all’interno o fuori dal parco:
- fuori dal parco:
– gate nord: Gardiner
– gate nord-est: Cooke City
– gate est: Cody
– gate ovest: West Yellowstone
- all’interno del parco ci sono diverse possibilità, tutte prenotabili con larghissimo anticipo, sul sito ufficiale: https://www.yellowstonenationalparklodges.com/stay/. Le prenotazioni aprono ai primi di maggio per la stagione estiva dell’anno seguente.
In tutte le aree dei lodge ci sono ristoranti, benzinai e market. Per dare un’idea dei periodi di apertura, indico quelli dell’anno prossimo (2019). Di anno in anno al massimo variano di qualche giorno. Li indico in senso orario partendo da nord.
– Mammoth Hot Springs Hotel & Cabins (26 aprile – 13 ottobre) e (16 dicembre – 03 marzo ma per inverno 2018/2019 rimarrà chiuso per lavori)
– Roosevelt Lodge & Cabins (31 maggio – 02 settembre)
– Canyon Lodge & Cabins (17 maggio – 13 ottobre) la reception si trova al Washburn Lodge mentre le camere, oltre in questo, sono distribuite in diverse strutture (Rhyolite Lodge, Cascade Lodge, Dunraven Lodge, Moran Lodge, Chittenden Lodge, Hayden Lodge). Le Cabin sono in un’area vicina.
– Lake Yellowstone Hotel & Cabins (10 maggio – 07 ottobre)
– Lake Lodge Cabins (10 giugno – 22 settembre)
– Grant Village (lodge)(24 maggio – 29 settembre)
– Old Faithful Snow Lodge & Cabins (26 aprile – 20 ottobre) e (16 dicembre – 03 marzo)
– Old Faithful Lodge Cabins (10 maggio – 29 settembre
– Old Faithful Inn (3 maggio – 7 ottobre)
E poi ci sono le aree campeggio sia per tende che per i camper (anche queste prenotabili sul sito e aperte solo d’estate). Le aree pic-nic sono ovunque. C’è la possibilià di prenotare attività e ci sono tantissimi sentieri per fare trakking.
Torniamo indietro di poche centinaia di metri, al paesino di Gardiner, dove dormiremo. Sempra fuori dal mondo. Un torrente lo attraversa. Tutte le costruzioni sono in legno. Chissà come sarà quando la neve, dai primi di ottobre, ricoprirà tutto. Ci piace un sacco questo posto. Adocchiamo un ristorantino vicino al fiume poi andiamo in hotel, l’Absaroka Lodge, (https://www.yellowstonemotel.com/en-us) (€ 194 – solo pernottamento – prenotato su Booking e pagato all’arrivo). Il ragazzo alla reception è di poche parole, sbrighiamo le formalità ed andiamo in camera. Praticamente tutti gli hotel saranno simili: due letti matrimoniali ed il bagno senza finestre. Questo è carino perché le camere si affacciano sul torrente. Il cielo è uggioso e fa fresco. Doccia veloce ed usciamo per cena. La scelta cade all’unanimità sull’Iron Horse Pub https://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g45184-d3317534-Reviews-Iron_Horse_Bar_Grill-Gardiner_Montana.html) (€ 90). Accantoniamo l’idea di sederci fuori, c’è la terrazza sul fiume, perché minaccia pioggia… scelta azzeccata perché dopo 10 minuti si scatena il finimondo. Bel locale con atmosfera molto piacevole. Il cameriere è simpaticissimo. I ragazzi e Pier assaggiano il bisonte. Per la prima volta mangiamo le famose pannocchie alla griglia. Spettacolari. Usciamo davvero soddisfatti. Non piove più. Andiamo a fare la spesa. C’è un piccolo market super fornito. Prima cosa acquistiamo una borsa frigo che sfrutteremo tantissimo aggiungendo il ghiaccio preso nei vari distributori o acquistato nei negozi (lo vendono ovunque). Così avremo sempre tutto fresco anche quando raggiungeremo i 45°. Tornati in hotel ci addormenteremo subito cullati dal rumore del fiume.
6) 02 agosto 2018 giovedì – km.186 (Yellowstone) – tempo sereno/nuvolo
Partiamo alle 7.00 quando apre la reception per lasciare le chiavi, andiamo in un bar a prendere i primi di tanti caffè/the take away e facciamo colazione davanti al cartello Yellowstone con delle brioscine deliziose acquistate ieri sera. Si sta bene con una semplice felpa. Ci sono 18°C. Il paesaggio è piacevole, ci sono dolci collinette in parte ricoperte di pini. Vediamo il Roosevelt Arch.
Informazioni sul Roosevelt Arch: L’idea della costruzione dell’arco è da attribuire a Hiram Martin Chittenden. Il progetto si pensa che sia dell’architetto Robert Reamer. La costruzione iniziò il 19 febbraio 1903 e fu completata il 15 agosto 1903, al costo di circa $ 10.000. L’arco fu costruito all’ingresso nord, il primo gate del parco. Il presidente Roosevelt era in visita a Yellowstone durante la costruzione e gli fu chiesto di posizionare la pietra angolare, gli diedero quindi il suo nome La pietra che posò Roosevelt posò coprì una nicchia che contiene una Sacra Bibbia. Sulla parte alta c’è la scritta: For the benefit and enjoyment of the people (per il beneficio e il divertimento delle persone).
Entriamo alle 7.30. Si sa, come in Africa, che gli avvistamenti migliori si fanno al mattino quando ci sono poche macchine. Luglio e agosto sono i periodi di punta per il parco quindi gli animali si tengono alla larga dalle strade principali. Noi ci teniamo tantissimo a vedere gli orsi e i lupi … pretendiamo poco …. Entrando nel parco lasciamo il Montana ed entriamo nel Wyoming. Qui il fuso è sempre – 8 ore. Questa parte del parco è meno battuta. Ci sono pini, radure, ruscelli, laghetti. Bellissimo. Vediamo qua e là qualche femmina di cervo e la femmina di big horn con il cucciolo. Raggiungiamo velocemente Mammoth Hot Springs. Ci sono hotel, campeggio, market e benzinaio.
Informazioni su Mammoth Hot Springs: Sono sorgenti termali, sono una serie di terrazze di calcare dalle forme impressionanti, dove cascate avvolte dal vapore scendono fra meravigliose sfumature di colori. La maggior parte dei visitatori si limita alle Lower terraces ma questo è un grave errore perché anche le Upper Terraces sono incantevoli! Le Upper Terrace si visitano in macchina fermandosi ai vari punti panoramici (Opal Terrace, Liberty Cap, Palette Spring, Minerva Terrace, Cleopatra Terrace, Jupiter Terrace, Main Terrace and Canary Spring.). Mentre le Lower Terrace a piedi (circa 40 minuti). Rendono di meno in estate perchè l’acqua è poca. Bellissimo il panorama dalla Minerva Terrace. Carino il Villaggio di Mammoth Hot Springs. Qui c’è il Fort Yellowstone del 1886 costruito dall’esercito americano per proteggere i l parco
Lasciamo la macchina e facciamo a piedi il giro sulle passerelle delle Lower Terraces. C’è poca acqua ma è carino. Impieghiamo circa 30 minuti poi ci spostiamo in macchina e percorriamo la strada a senso unico delle Upper Terrace. Proseguiamo. Da qui fino alle Tower Falls è il tratto in cui vengono fatti i maggior avvistamenti di orsi e lupi. Anzichè rimanere sulla strada principale percorriamo quella a senso unico che si chiama Blacktrail Plateau Drive. Passiamo solo noi ma non vediamo nulla. I paesaggi comunque appagano ugualmente la vista. Deviamo per vedere l’albero pietrificato, ma nulla di che. Al Roosevelt Lodge giriamo a sinistra nella Lamar Valley.
Informazioni sulla Lamar Valley: Ci sono molti cervi wapiti e bisonti. Qui c’è la più alta concentrazione di animali del parco. Splendida valle dove scorre l’omonimo fiume. Bei panorami.
Qui ci sono grandi radure. Dopo poche centinaia di metri ecco che vediamo un bisonte a bordo strada. E’ un maschio per nulla intimorito. Quel poco di pelliccia spessa sulla schiena, che gli rimane dalle scorso inverno, si stacca in vari punti. Bell’animale. Proseguiamo e ne vedremo in tutto una cinquantina. Molti sono sdraiati a ruminare, altri camminano, qualcuno si rotola sulla schiena nella polvere ed un paio di maschi fanno versi per attirare l’attenzione di una povera femmina che non sa più dove andare perché i due pretendenti la tampinano in modo esasperante. Dopo qualche km. torniamo indietro. Non ci fermiamo per vedere le Tower Falls perché dobbiamo fare delle scelte visto il poco tempo a disposizione. Da qui la strada è chiusa da metà ottobre a metà giugno. E’ il punto più alto del parco quindi la neve tarda a sciogliersi. Vediamo il monte Washburn.
Informazioni sul monte Washburn: si trova nella Tower Valley (10243 piedi, 3122 metri), un’altura ideale per fare una bella escursione e ammirare il panorama (la via più semplice è il sentiero che parte da Tower Fall). La camminata dura 3 ore circa ma si può salire anche in macchina (strada molto tortuosa).
Vediamo due aquile in un nido e poi scatto una foto, una delle tante, ad un panorama di un ruscello tra i pini. Quando arriviamo a casa, sul computer, noto subito una sagoma nera. Ingrandisco… noooooo un orso… tra le grosse rocce vicino all’acqua. Mi ricordo di quel punto, ci siamo fermati solo un paio di secondi, il tempo di un clic quindi il dettaglio importantissimo non l’avevo proprio notato. Che nervoso!!!!! Onestamente, era distante quindi, o mi cadeva l’occhio proprio in quel punto o era impossibile notarlo nel contesto di un grande spazio. Arriviamo nella zona del Canyon (dove dormiremo questa sera).
Informazioni sul Grand Canyon of Yellowstone: Risale a un periodo che va dai 10.000 ai 14.000 anni fa. E’ lungo circa 20 miglia, profondo da 244 a 366 mt. e largo da 457 a 1220 mt. E’ stato creato da un processo di erosione dello Yellowstone River che dallo Yellowstone Lake si dirige verso nord per poi unirsi al fiume Missouri. Processi chimici nel corso del tempo hanno contribuito a creare strisce e macchie colorate variegate nella roccia. Il giallo è il colore predominante, da qui il nome Yellow Stone. Nel canyon ci sono 3 possenti cascate: Upper Falls, Lower Falls e Crystal Falls. Tutti i punti panoramici si possono raggiungere a piedi percorrendo sentieri ben segnalati, ma il percorso richiede parecchie ore, oppure lo si può fare in macchina sostando nei vari parcheggi. I punti di vista migliori sono, percorrendo il North Rim, Inspiration Point, Grand View e Lookout Point mentre percorrendo il South Rim sono, Uncle Tom’s Point, Artist Point (bellissimo) e Sublime Point. L’Uncle Tom’s Trail sono 328 scalini (circa 15 minuti) che consentono di avvicinarsi alle Lower Falls scendendo nel canyon (imperdibile)
Le Upper Falls: sono alte solo 33 metri ma sono comunque affascinanti. Si vedono bene dall’Uncle Tom’s trail.
Le Crystal Falls: sono piccole. Si trovano tra le Upper e le Lower Falls. Si vedono dall’Uncle Tom’s Trail.
Le Lower Falls: Nel lontano 1870, un membro del partito Washburn, il signor N.P. Langford descrisse le Lower Falls del Grand Canyon di Yellowstone in questo modo: “Un’immagine più bella non fu mai vista da occhi mortali.” E’ alta 94 metri ed è è la cascata più alta del parco. La quantità di acqua che scorre sulle cascate varia notevolmente a seconda della stagione. Nei picchi di deflusso primaverili, 63.500 gal / sec mentre nei minori tempi di deflusso, in autunno, il flusso diminuisce a 5.000 gal / sec. Si può vedere vedere da vicino visitando la piattaforma al Brink of the Lower Falls. Altri punti sono il Red Rock Point, Artist Point, Brink of the Lower Falls Trail, Uncle Tom’s Trail e in vari punti lungo il South Rim Trail.
Volevamo iniziare dal North Rim ma c’è una fila di macchine praticamente ferme per un bel tratto dallo svincolo. Abbiamo paura di perdere due ore quindi decidiamo di lasciarlo per ultimo. Decidiamo di andare al South Rim e di percorrere a piedi tutto l’Uncle Tom Trail fino all’Artist Point ma accipicchia … amara sorpresa, il trail è chiuso per restrutturazione. Non si può neppure scendere fino al punto dal quale si vedono da vicino le Lower Falls. Che jella. Andiamo avanti in macchina e ci imbottogliamo. Ci sono tantissime macchine. Troviamo un parcheggio distante e proseguiamo a piedi. Devo dire che c’è tanta gente ma tutti molto rispettosi e non rumorosi. Il cielo si copre ma nonostante l’assenza del sole, il panorama dall’Aritst Point è meraviglioso. Il canyon è magnifico. In lontantanza si vedono le Lower Falls. Torniamo alla macchina e ci spostiamo nel parcheggio prima di tornare sulla strada principale, prendiamo qualcosa da sgranocchiare e ci sediamo un pochino distanti, ma non troppo, dalle macchine. Il rischio di attacchi da parte degli orsi non è proprio così remoto e noi non abbiamo lo spray. E’ assolutamente fondamentale se si fanno camminate, bisogna tenerlo legato alla vita e si deve essere ben a conoscenza di come funziona. Lo vendono in tutti i market del parco. Riprendiamo poi direzione sud. Attraversiamo la Hayden Valley.
Informazioni sulla Hayden Valley: E’ ricoperta di artemisia e qui pascolano mandrie di bisonti, è chiamata appunto la vallata dei bisonti.
I paesaggi sono notevoli. In una sorta di parcheggio, in un punto panoramico sul fiume e sui prati, ci sono parecchie persone attrezzate con seggioline, binocoli, cose da mangiare ecc.ecc. Da quello che sentiamo passano le giornate intere qui ad aspettare gli animali. Poco distanti ci sono alcuni bisonti. Ad un certo punto ci troviamo a passo d’uomo. Ci viene paura di essere in coda per arrivare al lago … e ci viene male … dopo una mezz’oretta capiamo il problema. Un grosso bisonte cammina sulla strada, nella nostra corsia, quindi le macchine devono superarlo una ad una. Questo mi mette tristezza perché c’è davvero troppa gente. Gli animali hanno il loro habitat completamente invaso. A mio avviso dovrebbero regolamentare gli ingressi. So che questo afflusso è limitato a 3/4 mesi all’anno (soprattutto a luglio ed agosto) però il troppo stroppia. Raggiungiamo poi il Yellowstone Lake.
Informazioni sul Yellowstone Lake: È il lago alpino più ampio di tutta l’America settentrionale. E’ naturale. Si trova ad una altitudine di 2357 mt. ed ha una profondità di 131 mt. per 136 miglia quadrate di superficie e 110 miglia di costa. Nasce sul Monte Yount nella catena montuosa di Absaroka, al di fuori del confine sud-est del parco, e completa la sua corsa di 671 miglia raggiungendo il fiume Missouri vicino al confine tra Montana e Nord Dakota. Le sue acque poi viaggiano verso il fiume Mississippi e sull’Oceano Atlantico nel Golfo del Messico. Nel lago vivono diversi tipi di pesci.
Qui c’è il Fishing Bridge, il ponte dei pescatori dal quale, dal 1973, non si può più pescare in quanto è il luogo di riproduzione, avendo il fondale ghiaioso, di un tipo di trota (cutthroat trout). Qui c’è il Lake Hotel, storico resort che si trova in riva al lago.
Andiamo al Fishing Bridge dove c’è il visitor center. Facciamo in tempo ad entrare ed ecco che si mette a grandinare. Tutto si copre di bianco. Quando finisce andiamo sulla spiaggia. Torniamo verso il Canyon of Yellowstone facendo sosta al Mud Vulcano e al Dragon’s Mouth Springs.
Informazioni sul Mud Vulcano e sul Dragon’s Mouth Springs: Si tratta di un vulcano di fango che assomiglia ad un grande calderone bollente. Emana puzza di zolfo. Da qui partono sentieri che portano ad altri bacini che, come dice il loro nome, sembrano profonde gole di draghi. L’area non è grossa. Il fumo che esce ed il rumore che si sente rendono il posto particolare.
Ci sono tante macchine ma troviamo subito posto. Minaccia pioggia ma dopo poco torna il sole. Visitiamo tutto il sito. Notiamo in qualche punto delle cacce secche di bisonte. Non essendoci gayser, con grosso rischio per loro perché le eruzioni sono imprevedibili, vengono qui a scaldarsi quando le temperature diventano proibitive. Ripartiamo e ci riproviamo con il North Rim del canyon ma di nuovo una coda di macchine ferme. Decidiamo di andare in hotel e tornare dopo cena. L’area del Canyon Village ha alcuni ristoranti, il market ed il benzinaio. Ne approfittiamo. La nostra macchina è un benzina e costa $ 3,39 al gallone (€ 0,778 al litro). Un’area è dedicata all’hotel (https://www.yellowstonenationalparklodges.com/lodgings/cabin/canyon-lodge-cabins/). Andiamo alla reception presso il Washburn Lodge (€ 346 – solo pernottamento – pagato tutto al momento della prenotazione sul loro sito). Raggiungiamo la nostra sitemazione, il Moran Lodge. Tutte le strutture sono in legno e sono tenute benissimo. Quando arriviamo non c’è nessuno nei corridoi… mi sembra l’hotel di Shining… I ragazzi iniziano a lavarsi mentre io e Pier andiamo a fare la spesa dove c’è l’area ristoranti e la lavanderia. Torniamo, doccia e usciamo subito per andare a cena. Dalle recensioni lette non si mangia bene da nessuna parte quindi scegliamo a caso. In effetti non sarà nulla di che (€ 55). Quando usciamo fa fresco. Ci riproviamo con il North Rim. Questa volta la strada non è bloccata. Vediamo tutti i punti panoramici da questa parte (anche su questo lato c’è un sentiero che li collega, oltre alla strada asfaltata). Anche se il sole ormai è calato c’è ancora tanta luce. I ragazzi e Pier non hanno voglia quindi scendo da sola fino al Brink Of Lower Falls. Ci si trova proprio sul salto della cascata. Di fronte il bellissimo canyon. Si vede bene la scaletta dell’Uncle Tom’s (quella chiusa per ristrutturazione e dove non siamo riusciti ad andare questa mattina) e in fondo alla valle l’Artist Point. Risalgo (in tutto ci ho messo meno di mezz’ora) e proseguiamo in macchina. Volevamo andare all’Inspiration Point ma anche questo è chiuso …. d’altronde d’inverno i lavori non si possono fare … Alle 20.30 siamo in hotel. L’aria è davvero frizzante.
7) 03 agosto 2018 venerdì – km.179 (Grand Teton) – tempo sereno
Andiamo a fare colazione dove abbiamo cenato ieri sera (€ 16) e alle 7.30 partiamo. Ci sono 6°C poi con l’arrivo del sole saliranno poco per volta fino a 25°C. Sarà una giornata con vento (non fastidioso) quindi terrà lontane le nuvole regalandoci un cielo azzurrisimo. Puntiamo diretti al Norris Gayser Basin.
Informazioni sul Norris Gayser Basin: E’ composto dal Black Basin (immerso nella foresta e con fenomeni più isolati ) e dal Porcelain Basin (una vasta area aperta in cui si condensa un gran numero di fenomeni geotermici). Il percorso del Porcelain Basin (un loop di 800 metri) si snoda tra fumarole e pozze ribollenti, con vista su numerose mud pots. Bello il panorama sull’area. Per andare al Black Basin bisogna tornare al visitor center e scendere dalla parte opposta. Da lì parte la passerella in legno che tra le altre vi porterà alla favolosa Emerald Spring, allo Steamboat Geyser (il geyser attivo più alto del mondo i cui getti di acqua e vapore, assolutamente “unpredictable”, possono superare i 90 metri d’altezza. Vedere un’eruzione di questa portata non è cosa da tutti i giorni, perché hanno una frequenza che varia da qualche giorno ad alcuni anni, ma il geyser dà sempre spettacolo con piccole eruzioni minori e continue di 3-5 metri d’altezza, quasi fosse il camino di una “steamboat”, da cui appunto il nome)
e all”Echinus Geyser è il più ampio geyser d’acqua acida del mondo. Erutta a intervalli irregolari (dai 35 ai 75 minuti).
Mettiamo i giubbotti e ci incamminiamo. Prima visitiamo velocemente il Porcelain Basin per poi andare al Back Basin. Percorriamo tutto l’anello. Molto belle l’Emerald Springs e la Cistern Spring. Il famoso Steamboat Gayser è eruttato il 20 luglio alle 22.36 quindi poche persone l’avranno visto. Leggeremo che è poi erutterà domani alle 14.10. (https://geysertimes.org/geyser.php?id=Steamboat). Dicono che sia un’esplosione di potenza e che si sente fin dal parcheggio. Dura da qualche minuto fino a più di un’ora. Tutti i gayser sono monitorati e vengono scritti i dati. Nella pagina internet idicata sono segnate le eruzioni dal 1965 perchè son poche. Per altri Geyser, bisogna indicare i giorni di interesse perchè sono troppe. Qui sembra di essere su un altro pianeta. Ovunque si vedono colonne di vapore che salgono. Decisamente bello. Proseguiamo. Non possiamo fermarci in ogni punto quindi dobbiamo fare delle scelte. Saltiamo:
– Artist Paint Pots: Poco più a sud del Norris Basin. Ci sono sorgenti termali e due pozze di fango (mudpots). C’è un trail di 1 miglio da percorrere su passerelle.
– Monument Geyser Basin
– Gibbon Falls
Deviamo sulla Firehole Canyon Drive (E’ un anello di 2 miglia che devia dalla strada principale, da fare in macchina. Scorre un fiume caldo dove si può fare il bagno. Ci sono anche delle cascate). Ci fermiamo nel punto indicato e scendiamo alla spiaggetta. Ci sono dei ragazzi che fanno il bagno. Tocchiamo l’acqua. Non è per niente calda ma probabilmente fra tutti i fiumi del parco, questa è quella meno fredda. Arriviamo poi all’inizio dell’area con la maggior parte di geyser. Ci fermiamo al Lower Geyser Basin.
Informazioni sul Lower Geyser Basin: Una passeggiata di circa 1/2 ora, che parte dalla Fountain Paint Pot permette di vedere tutti i fenomeni del parco: geyser, sorgenti termali, fumarole e vulcani di fango. Molto bello lo Spasm Geyser. Altri sono Silex Spring, Red Spouter, Clepsydra Geyser (un tempo esplodeva con regolarità, ora invece di continuo).
Molto bella la Fountain Paint Pot (Celestine Pool). Dallo Spasm Geyser continuano ad uscire zampilli più o meno alti. Saltiamo la Firehole Lake Drive (A senso unico direzione sud-nord, 3 miglia. Bello il Firehole Lake con il White Dome Geyser, la coloratissima Firehole Spring e il Great Fountain Geyser, esplode ogni 8/12 ore) ed arriviamo al Midway Geyser Basin.
Informazioni sul Midway Geyser Basin: Il Grand Prismatic Spring è la più grande sorgente termale del parco Yellowstone, con circa 112,8 metri di diametro e oltre 37 metri di profondità. Si tratta di una delle più incredibili meraviglie naturali degli Stati Uniti, che, con la sua colorazione arcobaleno, attira esploratori, scienziati e turisti da 200 anni. L’intensità di colori proviene da batteri e microbi che si sviluppano lungo i bordi della sorgente, mentre la purezza dell’acqua al centro di questa piscina naturale ha una tinta blu vivace ed è piuttosto rara. La colorazione dipende dalle stagioni e dalle temperature. La temperatura è di circa 160° C. Si visita la zona camminando su passerelle superando il Firehole River. Quest’area non è estesa. Oltre al Grand Prismatica Spring ci sono anche l’Excelsior Geyser Crater, la Turquoise Pool e l’Opal Pool. Il problema è che visto dalla passerella, il Gran Prismatic Spring non rende al 100% e quindi l’alternativa è salire sulla collina che sta di fronte, e per arrivarci bisogna prendere il trail che parte dal parcheggio ad 1 miglio di distanza con indicazione Fairy Falls. Si trova un ponte di ferro e 10 minuti di camminata che costeggia il fiume poi iniziare a salire sulla collina
Ci sono tante macchine quindi evitiamo di fare il giro sulle passerelle e puntiamo direttamente alla camminata. Parcheggiamo senza difficoltà un paio di km. dopo, al punto di partenza per il Fairy Falls Trail. Percorriamo una strada in piano che costeggia il Firehole River e poi bisogna lasciarla ed imboccare il sentiero che sale sulla collina a sinistra. Non ci si può sbagliare… basta seguire le altre persone… ci si impiega circa 15 minuti. Il panorama è spettacolare. I colori della Grand Prismatic Springs sono bellissimi. Torniamo indietro e vediamo una volpe, per niente intimorita dalle persone, ha la pelliccia estiva quindi è spelacchiata. Proseguiamo cercando un punto dove fermarci per pranzo lungo il Firehole River. Troviamo una radura non distante dalla strada … per avere la via di fuga nel fortunatissimo caso in cui avvistiamo un orso… utopia… Facciamo un bel pic-nic e poi ci spostiamo al parcheggio del Buiscuit Basin. Pier e i ragazzi si fanno un pisolino in macchina mentre io visito il sito.
Informazioni sul Biscuit Basin: si visita camminando su passerelle, è un anello. Imperdibile la Sapphire Pool.
Se non avete tanto tempo andate per lo meno alla Sapphire Pool, è vicina al parcheggio. Secondo me è la più bella di tutto il parco. L’acqua è di un azzurro incredibile e trasparentissima. Da questa esce un rigagolo che ha colorato le rocce di giallo. Strepitosa. Ripartiamo e raggiungiamo il punto più famoso di tutto il parco, dove c’è la più grande concentrazione di geyser e quindi hotel, ristoranti e tantissime persone, l’Upper Geyser Basin.
Informazioni sull’Upper Geyser Basin: Si tratta del bacino più a sud, ed è una delle aree più battute e popolari di Yellowstone. Il sito è collegato da passerelle di legno che consentono di avvicinarsi a tutti i geyser e alle piscine. E’ molto esteso, 1 miglio quadrato, è il più grande del parco e la più grande concentrazione al mondo di sorgenti termali. Verificare al visitor center quando esplodono.
– Old Faithful: il vecchio fedele, il geyser più famoso del parco. Fu scoperto nel 1870 dalla Washburn Expedition, i cui membri si imbatterono nel geyser durante l’eruzione. Erutta ogni 92 minuti, per 4 minuti, con un potente getto d’acqua che può toccare anche i 55 metri.
– Grand Geyser: continuate la passeggiata sulle passerelle di legno predisposte e arrivate fino al Grand Geyser, che erutta ogni 6/8 ore con getti di oltre 60 metri d’altezza.
– Castle Geyser: esplode regolarmente ogni 11/13 ore per circa 50 minuti.
– Riverside Geyser: è unico in quanto esplode dal fiume Firehole. Nel pomeriggio si può vedere l’arcobaleno. Esplode per 20 minuti ogni 6 ore. (imperdibile)
– Moring Glory Pool: un tempo era più colorata poi i turisti, buttando monete, hanno fatto morire i batteri che vivevano qui quindi ora i colori sono più spenti. Poco tempo fa hanno indotto un’esplosione dalla quale sono usciti, oltre alle monete, bottiglie di vetro e sassi. Ora c’è il divieto totale di buttare qualsiasi cosa nella speranza che torni alle condizioni iniziali. (imperdibile)
Fatichiamo a parcheggiare. All’ingresso del Visitor Center c’è un cartello con indicata la prossima eruzione dell’Old Faithful. Sarà alle 14.24 quindi tra 20 minuti. Usciamo all’aperto e ci troviamo di fronte ad un migliaio di persone sedute su panche in legno a semicerchio con vista del geyser. Troviamo un buchino per sederci ed attendiamo. L’esplosione sarà puntuale. Bello. Dovesse interessare si può salire a piedi sulla collina che c’è alle spalle del geyser. Da li si possono fare foto al tramonto con il sole che cala dietro il geyser. Il sentiero parte dalla Geyser Hill, oltre il Firehole River. Ci indirizziamo a piedi al percorso oltre il Firehole River. Davvero notevoli i colori. Arriviamo fino al Grand Geyser. L’eruzione dovrebbe essere a breve (la precedente è stata questa mattina alle 9.09. Ci sediamo ed attendiamo una mezz’oretta ma, vedendo che non succede nulla, dobbiamo andare via. Si sta facendo tardi. Non riusciamo ad arrivare alla fine del percorso, alla Morning Glory Pool, il tempo è tiranno. C’è un ponte per poter riattraversare il fiume e quando arriviamo al Castle Geyser (ha eruttato questa mattina e poi lo rifarà questa sera) sentiamo in boato e d’istinto ci giriamo… il Grand Geyser sta dando il meglio si se. Prendiamo dei gelati e ci indirizziamo all’Old Faithful in tempo per vederlo eruttare di nuovo. Andiamo poi alla macchina. Ci indirizziamo verso il gate sud senza più fare soste. Ci sarebbe da vedere ancora:
Informazioni sul West Thumb: Molto affascinante per la location e per i colori, anche se non ci sono geyser che eruttano. La cosa più caratteristica è il Fishing Cone. Un pescatore, recuperando una trota, per sbaglio l’ha gettata nel cono. E’ andata sul fondo ed è tornata in superficie … cotta … La voce si sparse e da allora molti pescatori pescavano e cuocevano in questo modo le trote. La pesca e la cottura sono vietate in dal 1921 quando un uomo, per un’eruzione improvvisa, si è ustionato gravemente. Questo geyser esplose spesso nel 1919 e poi qualche volta nel 1939.
Informazioni sul Lewis River (vicino al gate sud): Si vedono ancora i danni che ha fatto il terribile incendio del 1984 quando il 35% del parco è andato a fuoco.
Mio papà, quando è venuto negli Stati Uniti nel 1992, avrebbe voluto realizzare il suo sogno venendo qui. Non ha potuto perchè era tutto devastato e da dovuto ripiegare sulla costa est. Yellowstone non ha più fatto in tempo a vederlo … l’ho fatto io per lui… Usciamo dal parco ed entriamo nel Grand Teton National Park senza che ci fermino al gate. Tanto siamo a posto avendo l’Annual Pass.
Informazioni sul Grand Teton National Park:
https://www.viaggi-usa.it/grand-teton-national-park/
https://www.nps.gov/grte/index.htm (sito ufficiale parchi USA)
https://www.jacksonholewy.net/
http://www.experienceamerica.it/parks/wy/grandteton.php
http://www.americansouthwest.net/wyoming/grand-teton/national-park.html
Ci sono tre gate, uno ad est, a Moran ed uno a sud a Moose ed uno a nord dal quale si entra nello Yellowstone National Park. Il gate nord è chiuso da novembre a maggio quindi se si vogliono visitare entrambe i parchi passando da qui in questo periodo, non è fattibile.
Il costo d’ingresso è di $ 30 a macchina ed è valido per 7 giorni. Costa $ 50 se si acquista anche l’ingresso per Yellowstone.
Buona parte del parco è occupata da laghi, il più grosso è il Jackson Lake.
Jackson è la cittadina, Jackson Hole è tutta l’area. Questa cittadina è in stile far west. Il bar più famoso è il Million Dollar Cowboy Bar. Fanno il rodeo e ci sono anche molti negozi alla moda visto che quest’area è molto gettonata per gli sport invernali.
Ci sono due strade che collegano Jackson, a sud, a Moran, nel centro del parco. La 191, che costeggia lo Snake River il principale affluente del Jackson Lake, le collega direttamente e più velocemente e poi, la più panoramica Teton Park Road (chiusa da novembre a maggio).
Cosa si può vedere percorrendo la Teton Park Road (da sud verso nord):
Si imbocca 13 km. dopo Jackson, svoltando a sinistra.
Un miglio dopo la Moose junction c’è l’ Episcopal Chapel of the Transfiguration, una graziosa chiesetta in legno immersa nel verde, costruita negli anni ’20 del secolo scorso.
Si entra poi nel parco dal gate di Moose.
1) Menors Ferry: Dopo Moose, appena superata la stazione dei rangers, girate a destra e raggiungete il punto d’attracco della Menors Ferry. Da qui, dopo il tour di una fattoria storica della zona, parte una traversata in barca sullo Snake River.
2) Taggart Lake Trail: Dopo circa 3 miglia dalla stazione di Moose, sulla sinistra vedrete un’area parcheggio, in corrispondenza del sentiero che porta a due laghi: Taggart Lake e Bradley Lake. Il sentiero ha una durata variabile a seconda del lago che si vuole raggiungere: calcolate comunque un minimo di 2 ore (3 miglia di sentiero facile) per raggiungere il Taggart Lake e tornare alla macchina. Per raggiungere il Bradley Lake ci vogliono almeno 3.30 h.
3) Jenny Lake: Incontrerete le acque cristalline del Jenny Lake dopo altre 4 miglia di macchina e, in questo caso, una sosta è d’obbligo. Se avete un po’ di tempo, potete decidere di prendere un battello (a pagamento) e raggiungere l’altra sponda del lago: dalla West Shore Boat Dock partono alcuni tra i più noti sentieri del parco.
Se non volete spendere per il battello, potete raggiungere l’altra sponda con la vostra auto tramite la Jenny Lake Road, ma la West Shore Boat Dock è distante dal parcheggio e dovrete percorrere il Jenny Lake Trail (2 miglia) per raggiungerla. Dalla Boat Dock partono sentieri per:
– Inspiration Point, un point of view sopraelevato (circa 1 miglio in salita) che offre splendidi panorami sul lago;
-le Hidden Falls, cascate nascoste nel bosco, raggiungibili tramite lo stesso sentiero che vi porta a Inspiration Point, chiamato Cascade Canyon Trail. Attenzione agli orsi!
4) Signal Mountain Scenic Drive: Lasciandovi alle spalle Jenny Lake, continuate a procedere in direzione Colter Bay-Yellowstone. Dopo circa 5 miglia, vedrete un cartello con su scritto Signal Mountain Summit: imboccatela se volete percorrere le 4 miglia di una strada che si inerpica nel bosco della Signal Mountain. Vi porterà nei pressi del Jackson Lake Overlook, un punto da cui si gode di una bella vista della valle del Jackson Lake.
Cosa si può vedere percorrendo la 191 (da sud verso nord):
Allo svincolo per il Moose Gate bisogna proseguire diritto.
– superato di poco lo svincolo per il Moose Gate, girare a destra sulla Antelope Flats Road e poi a destra in Mormon Row. Troverete sulla destra la fattoria più “scenografica” del Grand Teton, la Mormon Barn, simbolo del parco.
– 14 miglia prima del Moran Gate, girando a destra sul Cunningham Cabin Loop, c’è un brevissimo sentiero che porta a ciò che rimane di una vecchia fattoria. Fotografatela cercando la migliore angolazione per inquadrare anche le splendide cime che la incorniciano.
Una volta arrivati a Moran, da una delle due strade descritte, 2,5 miglia dopo la stazione dei rangers nei pressi del meandro del fiume chiamato Exbow Bend, c’è uno splendido panorama e spesso si vedono gli alci. Dal parcheggio del Jackson Lake Lodge partono alcuni brevi sentieri. Uno di questi porta in cima alla collinetta di Lunch Tree Hill, dalla quale c’è uno splendido panorama del lago.
Colter Bay Village è la maggiore area di accoglienza turistica del Grand Teton, ed anche uno dei posti migliori dove alloggiare se si vuole pernottare all’interno del parco. Si trova sulla sponda del maestoso Jackson Lake dal quale partono molti sentieri. Uno dei più belli è il Colter Bay Lakeshore Trail.
I paesaggi sono molto belli. Costeggiamo il grande Jackson Lake con lo sfondo dei Teton innevati. Arriviamo a Colter Bay, dove dormiremo, in 1 ora e 1/2. La cosa che notiamo è che ovunque ci sono indicati i cartelli di pericolo degli orsi. Molti di più rispetto a Yellowstone. Questo credo perchè qui è molto meno battuto dal turismo di massa quindi gli animali sono più liberi di girare senza paura. Andiamo a fare un pò di spesa al market, dovesse interessare c’è anche una lavanderia. Andiamo poi a buttare un occhio alle uniche due possibilità che ci sono per la cena (un ristorante ed una pizzeria) e poi andiamo in hotel, al Colter Bay Village (http://www.gtlc.com/lodges/colter-bay-village) (€ 242 – solo pernottamento – prenotato su Booking e pagato al momento della prenotazione). Sono tutti chalets in legno sparsi tra i pini. Bello. Anche qui questa sera fa fresco. Doccia e andiamo a cena. Inizialmente puntiamo al ristorante, il John Colter’s Ranch House, ma poi c’è troppo da aspettare quindi andiamo nel locale di fianco, The Court Pizzeria. Ordiniamo due pizze giganti in 4 e proviamo le birre locali. Tutto buono (€ 68). Facciamo un giro in macchina nei dintorni sperando di vedere qualche animale, ma nulla. Allora andiamo a dormire.
8) 04 agosto 2018 sabato – km.530 (Flaming Gorge NP) – tempo sereno
Il market apre alle 7.30 quindi per quell’ora andiamo a prendere the e caffè take away per la colazione e poi partiamo. Ci sono 5°C. Per raggiungere il gate sud optiamo per la panoramica Teton Park Road. Costeggia i laghi. Carino il Jenny Lake. Viaggiamo per un tratto verso ovest quindi, avendo il sole alle spalle, ci fermiamo diverse volte a fotografare i Teton. Anche qui cartelli di pericolo orsi. Ci fermiamo un attimo a Dornans dove ci sono un ristorante e alcuni market. Poi ci spostiamo alla Chapel of the Transfiguration per fotografarla con i Teton alle spalle. Bello. Arriviamo poi alla 191 che collega direttamente Jackson con Colter Bay e andiamo a sinistra, per pochi km, per poi girare a destra sulla Antelope Flats Road e poi a destra sulla Mormon Row. Qui ci sono due fattorie antiche. Una sulla destra dove rimane solo la costruzione principale e poi sulla sinistra un’altra con le recinzioni in legno per gli animali. Entrambe sono tenute molto bene e sullo sfondo ci sono sempre i Teton. Foto da cartolina. Peccato che non ci siano bisonti nei dintorni. Sono le 10 e dobbiamo partire. Ci aspettano 450 km. Yellowstone è completamente fuori mano rispetto agli altri parchi dell’ovest degli Usa quindi noi decidiamo di spezzare il viaggio arrivando alle Flaming Gorge. Il posto è carino se si è di passaggio, venire appositamente, no. Ci indirizziamo quindi verso sud. Passiamo per il grazioso paesino di Jakson Hole. Fra 3 giorni una famiglia del nostro paese (Roberta ed Emilio con un figlio più grande, la seconda coetanea di Matteo e la terza compagna di scuola di Martina, soprannominati i Basket) arriveranno fin qui direttamente dall’Italia. Studieremo i due tour in modo tale da trovarci un paio di volte. Sarebbe stato bello fare il viaggio insieme ma non siamo riusciti a far combaciare le date delle ferie e i giorni a disposizione. Ci fermiamo per pranzo in un’area pic-nic, super attrezzata e tenuta benissimo, lungo la strada. Incomincia a fare davvero caldo (33°C), abituati alle temperature dei giorni scorsi… ci dobbiamo abituare velocemente perché il caldo folle lo sentiremo sempre da qui in poi. Facciamo scorta di ghiaccio da mettere nella borsa frigo. Arriviamo sulla 191 fino a Rock Springs. Se si prosegue sempre sulla 191 si arriva più velocemente all’hotel ma noi vogliamo fare la strada panoramica sulle gole quindi facciamo un tratto della 80 fino a Green River e poi prendiamo la 530.
Informazioni sulle Flaming Gorge:
https://utah.com/flaming-gorge
https://www.viaggi-usa.it/flaming-gorge/
http://www.americansouthwest.net/utah/flaming_gorge/nra.html
Da Green River prendere la strada 530 che costeggia il lato occidentale delle gole. A Manila dal Wyoming si entra in Utah. Paesaggi molto belli con poca gente. Non si paga l’ingresso. Le gole sono lunghe 145 km. e si sviluppano lungo il fiume Green.
Si incontrano:
-lo Sheep Creek loop (km.18 dicono che ci vuole circa 1 ora ?? per percorrerlo e poi si torna sulla stessa strada qualche miglio più a sud. Volendo, dalla parte più occidentale, parte una strada di 32 km. che porta al piccolo Spirt Lake, 3048 mt., dove ci sono un albergo ed un campeggio)
– Dallo Sheep Creek Overlook (Rt.503, Manila, coordinate N.40° 54’ 28.87” w.109° 41’ 54.48”) si gode una visuale da cartolina (con particolari effetti di luce all’alba e al tramonto), uno degli scorci probabilmente più sfruttati del luogo, proprio perché è uno dei più suggestivi: le Navajo Cliffs con splendide stratificazioni rossastre e l’altopiano più in lontananza, leggermente inclinato, che sembra emergere dall’acqua. Davvero un’immagine incantevole, un simbolo della spettacolarità di Flaming Gorge.
– Down Mnt Overlook (da non perdere). Da qui parte percorso di quasi 18 chilometri, perfetto per gli amanti dell’hiking e della bicicletta, che permette di vivere un rapporto ancor più diretto con la bellezza del Red Canyon e del lago. Nei giorni di cielo terso la prospettiva si estende fino al Wyoming.
– il bellissimo Red Canyon Overlook.
– la diga, lunga 392 metri e alta 154
– Kingfisher Island, un’isola a cui si accede solo in barca, dove si campeggia in modo spartano perfettamente in armonia con la natura. La rampa d’attracco più vicina è quella di Sheep Creek (a meno di 5 chilometri). Molti appassionati pescatori vengono a praticare il loro hobby preferito qui e si godono anche i profumi e i suoni della natura (uccelli che cantano, pesci che saltano, gracidii delle rane) come pure i suoi silenzi.
– Horseshoe Canyon è una spettacolare gola a forma di ferro di cavallo molto apprezzata anche dall’alto per la sua conformità ma comunque ideale per le uscite in barca e la pesca.
A Manila entriamo nello Utah e i punti carini da vedere iniziano dopo il paese. Facciamo un paio di soste e poi deviamo per vedere il lago dal Red Canyon. Bello. Prima di andare in hotel vogliamo arrivare sul lago, dove, dalle mappe sul telefono, vediamo che c’è un porticciolo. Si chiama Cedar Springs Marina. C’è un campeggio ma la maggior parte delle persone sono qui con le barche. C’è un ristorantino galleggiante con la musica e tanti ragazzi. Decidiamo di venire qui a cena. Torniamo indietro e alle 16.00 siamo in hotel, il Flaming Gorge Resort ((http://www.flaminggorgeresort.com/) (€ 143 – solo pernottamento – prenotato su Booking e pagato all’arrivo). Senza infamia e senza lode. Costruzione vecchiotta ma pulita. Doccia e poi andiamo a cena alla Marina (€ 76). Ci è piaciuto molto. I ragazzi che ci hanno servito erano fortissimi. Mangeremo in stile messicano, tacos con all’interno pesce. Buono. Nel mentre si mette a piovere ma solo uno scorcio. Molte persone che hanno le barche vengono qui anche solo per bersi una birra. Tanti hanno il cane. Diversi hanno i labradors… e ci scatta la nostalgia. Torniamo in hotel subito dopo perché domani mattina vogliamo partire presto. La giornata di domani dovrebbe durare 48 ore dalle cose che ci saranno da vedere….
9) 05 agosto 2018 domenica – km.600 (Dead Horse Point – Arches NP) – tempo sereno
Alle 7.00 lasciamo l’hotel. Lungo la strada vediamo diversi cervi. Ci fermiamo a Vernal per fare colazione da Betty’s (€ 28). Scegliamo un classico bar americano come quelli che si vedono nei film, dove c’è un jukebox e la cameriera che continua a passare con la caraffa del caffè (paghi solo il primo, le aggiunte sono comprese nel prezzo). Proviamo i famosi pancake con lo sciroppo di acero. Buoni. La proprietari continua a guardarci e ci sorride. Alla fine non resiste più e ci viene a chiedere da dove arriviamo. Ci dice che l’Italia è il suo sogno. Che non appena potrà, organizzerà un viaggio. Ripartiamo. Raggiungiamo i 38°C all’arrivo al Dead Horse Point. Quando si scende dalla macchina sembra di entrare in un forno. Purtroppo per questione di tempo, dobbiamo saltare il Canyonlands National Park.
Informazioni sul Canyolands National Park:
https://utah.com/destinations
https://www.myutahparks.com/basics/official-canyonlands-national-park-map-pdf (mappa ufficiale)
http://www.discovermoab.com/canyonlandsnationalpark.htm
https://www.nps.gov/cany/index.htm (sito ufficiale parchi USA)
https://www.viaggi-usa.it/visitare-canyonlands/
http://www.experienceamerica.it/parks/ut/canyonlands.php
http://www.experienceamerica.it/parks/ut/canyonlands_islandinthesky.php
http://www.experienceamerica.it/parks/ut/canyonlands_needles.php
http://www.americansouthwest.net/utah/canyonlands/national_park.html
Orari: aperto 24 h su 24 – Costo ingresso: $ 25 a veicolo. Accettato il pass annuale. E’ diventato parco nel 1964. Ha una dimensione di 1.366 kmq. L’altitudine varia da 1.200 a 2.300 mt. Ci sono due fiumi, il Colorado River e il Green River. Il clima è desertico con inverni freddi ed estati caldissime con molta escursione tra la notte ed il giorno. Piove poco e l’umidità è bassissima. Non ci sono strutture ricettive per i turisti.
Ci sono 3 aree da visitare (tutto il giro sono 36 miglia):
1) Island in the sky che si raggiunge dal gate nord, dalla strada 313. Quest’area si trova alla confluenza del Green River con il Colorado River. Si possono vedere:
– sulla strada principale, a 7 miglia dal gate, il Mesa Arch (0,5 miglia a piedi) (al mattino il sole sorge proprio dietro l’arco)
– imboccando la strada che porta verso sud, sulla destra, c’è il Murfy Point. A piedi bisogna percorrere 1,3 miglia a tratta. Nulla di che.
– proseguendo verso sud c’è il Buck Canyon Overlook
– proseguendo sempre diritto, dopo altre 3 miglia, il Grand View Point Overlook (1850 mt.) dal quale si vede la confluenza dei due fiumi (a piedi 1 miglio a tratta)
Tornando indietro fino quasi a Mesa Arch, si imbocca l’altra strada dove si vedono (la strada è lunga 5 miglia):
– Green River Overlook
Con il caldo che fa i ragazzi sognano la piscina dell’hotel nel quale pernotteremo quindi facciamo solo una puntatina al Dead Horse Point, che non richiede tanto tempo.
Informazioni sul Dead Horse Point:
http://www.discovermoab.com/stateparks.htm
https://www.viaggi-usa.it/dead-horse-point-state-park/
http://www.experienceamerica.it/parks/ut/canyonlands.php#deadhorse
https://stateparks.utah.gov/parks/dead-horse/
Costo: 20 $ – Non accettano l’annual Pass perchè non è parco nazionale – Orari: 6 – 22
Il Dead Horse Point Trail è brevissimo e porta ad una terrazza che si affaccia sull’ansa del fiume Colorado dal quale c’è una vista spettacolare. Viene chiamato Dead Horse Point perché sono morti molti cavalli. I cowboys lasciavano su quest’ansa a strapiombo sul fiume quelli che dovevano domare. Poi chiudevano l’altro lato con delle ramaglie formando un recinto naturale. Una volta qualche misterioso motivo li hanno “dimenticati”. Morirono tutti di sete guardando dall’alto l’acqua del fiume che scorreva sotto di loro. Un’altra versione narra che si gettarono nel vuoto perché era meglio morire liberi piuttosto che vivere domati dall’uomo. In questo luogo è stata anche girata la scena finale di Thelma & Louise in cui le due protagoniste si gettano con l’auto nel canyon sottostante.
Ci affacciamo in tutti i punti panoramici. Non riconosco il punto in cui hanno girato il film anche perché hanno costruito muretti di protezione ed una grossa tettoia per riparare dal sole. Bel colpo d’occhio. Vedremo, oltre questo, altri due punti simili, questo forse è il meno bello. In primis metterei l’Horseshoe Band a Page e poi il Gooseneks prima della Monument Valley. Comunque, se si passa di qui, merita una sosta. Ci spostiamo poi a Moab. Arriviamo alle 15.00. Facciamo un giro di perlustrazione del paese. Ci piacerà l’atmosfera che c’è qui. Andiamo in hotel, il Moab Spring Ranch (http://www.moabspringsranch.com/) (€ 211 – solo pernottamento – prenotato su Booking e pagato al momento della prenotazione). La proprietaria è gentilissima. Le chiediamo se c’è la possibilità di lavare i vestiti. Lei dice che essendo domenica la lavanderia non funziona con servizio a domicilio ma solo self service nel negozio in paese. Si offre di portare lei le cose e di andare a prenderle, visto che noi andremo a visitare l’Arches National Park. Rifiutiamo. L’hotel è una piacevolissima sorpresa. La nostra camera è una dei 5 chalets che ci sono all’ingresso, altri sono in costruzione. E’ tutto nuovo e davvero bello. All’interno c’è anche una piccola cucina e i letti sono immensi … abituati ormai a dormire in quelli queen size… I ragazzi e Pier vanno subito in piscina, c’è anche una zona con un laghetto naturale, io lavo a mano giusto due cosine, tanto … 1 ora al massimo … sarà tutto asciutto, e poi li raggiungo. Alle 17.00 siamo di nuovo in macchina destinazione Arches National Park.
Informazioni sull’Arches National Park:
https://utah.com/arches-national-park
https://www.myutahparks.com/basics/official-arches-national-park-map-pdf (mappa ufficiale)
http://www.discovermoab.com/archesnationalpark.htm
https://www.nps.gov/arch/index.htm (sito ufficiale parchi USA)
https://www.viaggi-usa.it/arches-national-park/
http://www.experienceamerica.it/parks/ut/arches.php
http://www.americansouthwest.net/utah/arches/national_park.html
Orari: aperto 24 h su 24 – Costo ingresso: $ 30 a veicolo. Accettato il pass annuale
Parco istituito nel 1971 caratterizzato da tanti archi di roccia naturali e pinnacoli roccia rossa erosi dall’acqua, dal vento e dalle temperature estreme. Ci sono più di 2000 “sculture”. Ha una superficie di 296 kmq e si sviluppa ad un’altitudine che va da 1200 a 1700 mt. E’ aperto tutto l’anno ma il momento migliore per visitarlo va da aprile a settembre anche se le temperature sono elevate. L’acqua si trova solo al Visitor Center e al Devil’s Garden. Una strada lo attraversa per tutta la lunghezza e poi bisogna percorrere dei trail segnalati per visitare i punti di interesse. Dal Gate al punto più lontano con punti di interesse notevoli, il Devils’ Garden, sono 18 miglia.
– Al gate, che si trova nella parte sud del parco, c’è una zona chiamata Park Avenue dove ci sono grossi monoliti che danno l’impressione di trovarsi tra i grattacieli di New York. C’è un viewpoint
– Courthouse Towers Viewpoint (panorama)
– Balanced Rock (bizzarra roccia, fare un giro a piedi intorno, lunghezza 0,3 miglia)
– proseguendo si devia a destra per la zona delle “Finestre” (North e South Windows), molto bella al tramonto, da fare a piedi. Dal parcheggio bisogna percorre 1 miglio a tratta. Ci sono anche il Turret Arch e il Double Arch (splendido per il tramonto)
– tornando alla strada principale si arriva poi allo svincolo per il Delicate Arch, bellissimo. E’ il simbolo del parco e dello stato dello Utah. Si parcheggia a Walfe Ranch (nei pressi del quale si può ammirare anche una parete di roccia con antichi petroglifi, incisioni rupestri lasciate dai nativi) e bisogna percorrere un sentiero di 1,5 miglia a tratta, a piedi ma si può vedere da lontano anche dall’Upper Viewpoint. Si parcheggia la macchina al Viewpoint Parking e si fa un tratto in salita a piedi. Lo si vede ad 1 miglio di distanza nel contesto della zona.
– sempre dalla principale, Fiery Furnace Viewpoint e Salt Valley Overlook poi, a piedi, il Sand Dune Arch (molto bello), il Broken Arch, lo Skyline Arch. Per visitare a piedi il Fiery Furnace, in un labirinto di rocce, vista la pericolosità, bisogna avere permessi chiesti al Visitor Center oppure farsi accompagnare dai ranger al costo di $ 4 a testa. E’ bellissimo.
– appena oltre, sempre sulla destra, si devia per il Devils’ Garden. Partono molti sentieri per un totale di 7 miglia (Devils’ Garden Trail e Primitive Loop Trail). Qui si trovano il Tunnel Arch (bello) , il Pine Tree Arch (bello), il Landscape Arch l’arco più lungo al mondo (alto 23 mt e lungo 93), il Double O Arch e il Dark Angel. Dal parcheggio al Double O Arch sono 4,5 miglia totali, andata e ritorno.
Fuori dal parco se si vuole, si può percorrere in macchina la Scenic Byway UT-128 che costeggia nel primo tratto il canyon del fiume Colorado.
Abbiamo scorta di acqua, per fortuna perché il visitor center ha chiuso alle 17.00. E’ da pazzi entrare sprovvisti. Questo parco merita una giornata intera con le numerose passeggiate che ci sono, se si sopporta bene il caldo. Noi andiamo fino a piedi fino al North e South Windows e al Turret Arch. Andiamo poi in macchina fino al Devils Garden Trailhead. Da qui partono delle passeggiate fino a punti panoramici molto belli ma, come al solito, visto il poco tempo, bisogna fare delle scelte. Torniamo indietro fino al parcheggio per vedere il Delicate Arch dal view point di fronte (si arriva in una decina di minuti a piedi). Ormai il sole è basso sull’orizzonte quindi non avremmo fatto in tempo a fare la cammianta per raggiungerlo. E poi onestamente fa un caldo pauroso (40°C). Secondo me i mesi ideali per visitare questo posto sono maggio/giugno e settembre/ottobre. Lo spettacolo dell’arco e delle rocce sul quale si trova è decisamente notevole. Torniamo alla macchina e rientriamo. Arriviamo a Moab alle 20.00. Decidiamo di andare direttamente a cena. Scegliamo The Peace Tree Café (€ 75) ). Mangeremo bene. Alle 22.00 rientriamo e ci sono ancora 35°C …. Doccia e a letto belli climatizzati.
10) 06 agosto 2018 lunedì – km. 338 (Goseneeck – Mounument Valley) – tempo sereno
Mi sarebbe piaciuto andare a vedere l’alba al Mesa Arch nel Canyonlands National Park, punto di ritrovo di appassionati di fotografia ma accantoniamo l’idea. Bisognerebbe tornare indietro di 50 km. e anche oggi abbiamo tanto da vedere. Andiamo a prendere la fare colazione take-away al bar del benzinaio e alle 8.30 partiamo. Circa 40 km. a sud di Moab, appena dopo lo svincolo con la 46 si vede il Wilson Arch (https://www.visitutah.com/articles/wilson-arch/). Ci fermiamo a Bluff, piccolo paesino da far west, al Twin Rocks Cafè per vedere le due rocce che lo sovrastano (https://www.visitutah.com/places-to-go/cities-and-towns/bluff/). Vediamo due camper parcheggiati, passiamo di fianco e quando i proprietari, italiani, sentendoci parlare, ci farmano per fare due chiacchiere. Progettano interni di camper e una delle ditte per la quale lavorano, glieli hanno dati da provare per un mese, da New York a San Francisco. Quindi si fanno praticamente le vacanze gratis …. Ripartiamo. Dovesse interessare si potrebbe fare una deviazione di 5 miglia a tratta dalla strada principale, la 163 (si devia a sinistra dopo 3 miglia dallo svincolo per la 191) per vedere le River House Ruins (https://www.visitutah.com/articles/the-history-of-river-house-ruin-and-how-to-experience-it-today/). Vediamo in lontananza la Valley of gods & moki dugway (https://www.visitutah.com/places-to-go/state-and-federal-recreation-areas/southern/bears-ears-national-monument/valley-of-the-gods/). Anche questa sarebbe stata da visitare … Noi passiamo dritto e, 6,4 km. prima di Mexican Hut, deviamo a destra sulla 261 e poco dopo a sinistra sulla 316. Arriviamo nel Goosenecks State Park alle 11.00.
Informazioni sul Goosenecks State Park:
– https://www.visitutah.com/places-to-go/state-and-federal-recreation-areas/southern/goosenecks-state-park/)
– https://www.viaggi-usa.it/goosenecks-state-park/
– https://stateparks.utah.gov/parks/goosenecks/
L’ingresso costa $ 5 – non accettano l’annual pass. C’è una vista meravigliosa sulle due anse del San Juan River.
Riesco a fotografarle solo con la panoramica del cellulare vista l’immensità del posto. Il 10-20 non serve a nulla. E’ una piccola deviazione, consiglio assolutamente di farla. Richiede 10 minuti di visita. C’è un altro punto panoramico più avanti, è distante però decidiamo di andare ugualmente. Si chiama Muley Point. Torniamo sulla 261 e la percorriamo per 14 km. La strada sale con grossi tornanti sulla montagna. Non c’è neppure una pianta, tutto deserto. Dalla sommità c’è una gran bella vista. Svoltiamo poi a sinistra. Non ci sono indicazioni quindi seguiamo la mappa del cellulare. Dopo 6 miglia siamo al punto panoramico.
Informazioni sul Muley Point:
– https://www.nps.gov/glca/planyourvisit/muley-point.htm
-https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g57061-d261705-Reviews-Muley_Point_Overlook-Mexican_Hat_Utah.html
Si vede in lontananza la Monument Valley. Bello ma se si è di fretta, non consiglio la deviazione fino a qui perchè richiede tempo. Sono solo 21,6 km. a tratta dalla strada principale ma ci vuole più di 1 ora e poi sulla sommità della montagna, la strada è sterrata. Torniamo indietro, facciamo una foto alla famosa roccia che sembra un sombrero, in ingresso a Mexican Hut, e poi cerchiamo un posto per pranzo. Questo è il classico paesino americano fuori dal mondo. Alcuni locali sono chiusi, uno è aperto ma quando entriamo… usciamo all’istante. Non c’è nessuno e i due proprietari ci guardano con delle facce da spiritati… andiamo oltre. Ci fermiamo all’Old Bridge Grill e Motel (http://www.sanjuaninn.net/) (€ 47) vicino al ponte sul San Juan River. Non mangiamo bene. Ripartiamo subito dopo diretti alla Monument Valley. Sosta d’obbligo al Forrest Gump Point dal quale si può fare la classica foto della strada dritta, leggermente in discesa, con i panettoni della Monument Valley sullo sfondo. Ora non è il momento indicato perchè non c’è una gran luce e con 40°C, non è terso. Secondo me l’ideale è all’alba in modo tale che si ha il sole alle spalle o al tramonto per avere il sole dietro ai panettoni. Siamo in 8 a voler fare la stessa foto al centro della strada quindi, con educazione, facciamo a turno di arrivo. Ed ecco che arriva un piccolo pullman dal quale scendono una ventina di asiatici e… ovviamente non rispettano la coda … si piazzano davanti a tutti ed incominciano a farsi 3000 selfie. Io e gli altri ragazzi ci guardiamo schifati. Quanto mi stanno sulle cosiddette!!! Non rispettano mai nulla, hanno sempre la precedenza su tutto. Non so la nazionalità ma li identifico tutti come prezzemolini… perché li trovi ovunque come il prezzemolo negli orti …. e uno più sfacciato dell’altro. E intanto noi, sotto il sole cocente, attendiamo fino a quando se ne vanno. Hanno riso tutto il tempo come degli idioti… Non voglio generalizzare per carità ma i prezzemolini in vacanza proprio non li sopporto… Ripartiamo per arrivare alle 14.30 all’ingresso della Monument Valley. Prima di girare dalla strada principale, nella riserva, noto sulla destra il Goulding’s Lodge (https://www.gouldings.com/). Questo lodge è il più vicino al gate ed inizialmente avevamo prenotato qui con la Booking poi, quando sono venuta a conoscenza del The View Hotel (http://monumentvalleyview.com/), nel parco con vista sui panettoni, ho cancellato immediatamente la prenotazione e l’ho fatta nell’altro. Da qui in poi sono posti che io e mio marito avevamo visto nel 1999. Allora avevamo dormito a Kayenta, il paese più vicino. Non ho idea se già allora qui ci fossero questi due hotel, io ricordo il nulla completo. Andiamo al gate.
Informazioni sulla Monument Valley:
https://utah.com/monument-valley
https://www.viaggi-usa.it/visitare-monument-valley/
http://www.americansouthwest.net/utah/monument_valley/index.html
Orari: aperto tutto l’anno.
Orari Visitor Center: dal 1 aprile al 30 settembre 6:00 / 20:00 – dal 1 ottobre al 31 marzo 8:00 / 17:00
Orari Scenic Valley Drive: 1 aprile al 30 settembre 6:00 / 19:00 – dal 1 ottobre al 31 marzo 8:00 / 16:30
Gli orari indicano l’ingresso quindi basta entrare prima dell’orario di chiusura poi si può rimanere all’interno quanto si vuole.
Costo: $ 20 in contanti a veicolo con 4 persone essendo riserva Navajo non si può usare l’Annual Pass.
Questo bellissima riserva si trova sul confine tra Utah ed Arizona. Ha una superficie di 120 kmq e si trova ad un’altitudine di 1.700 mt. E’ zona protetta dal 1960 ed appartiene alla riserva Navajo. Alcune famiglie vivono ancora qui nelle capanne di legno e fango (hogan), pascolando le pecore e costruendo tessuti e gioielli. La caratteristica di questo parco sono i monoliti, alti anche 600 mt, che si ergono dal deserto. Al tramonto questo posto è spettacolare perchè si colora tutto di rosso. Qui registrarono molti film tra i quali Ombre rosse, Billy the Kid, Sfida infernale ecc ecc e la Walt Disney registrò il documentario “il deserto che vive”.
Si può visitare con la propria auto percorrendo, dal Visitor Center, un anello, la Scenic Valley Drive, di 25 km. Ci vogliono circa 2 ore.
Tour di Gruppo:
-https://www.partner.viator.com/it/17050/tours/Monument-Valley/Scenic-Express-Safari/d24945-15251P1?SUBPUID=mvsafari
-https://www.partner.viator.com/it/17050/Monument-Valley/d24945-ttd?SUBPUID=mvlista
Paghiamo 20 $ ed entriamo. Andiamo subito in direzione degli chalets. Qui si può pernottare nel lodge (si trova nel retro della struttura del Visitor Center) oppure nelle cabin (chalets in legno che si trovano sulla sinistra, guardando i monoliti). Vedendo che c’era questa possibilità, che più è in linea con quello che ci piace, non abbiamo dubbi su dove prenotare. Avevo letto che questo posto aveva prezzi folli rispetto al Goulding’s ma non mi sembra proprio. In una location così potrebbero anche chiedere 500 $. Secondo me i turisti prenotano ugualmente. Tanto per dire, prezzi per agosto 2019, sempre per 4 persone e in camere con due letti queen size, il Goulding’s costa $ 264, The View Hotel, nelle camere in base al piano da $ 272 a 306 (l’ultimo non ha il tetto sul balcone quindi si ha migliore visuale del cielo, c’è una tariffa ancora più bassa per il primo piano ma è sempre tutto prenotato dai tour operator) mentre le cabin da 250 a 306. Noi abbiamo prenotato ad ottobre l’unica ancora disponibile, la Valley Rim Premium View da $ 236 € 200 (solo pernottamento – pagato tutto al momento della prenotazione sul loro sito). In una scala di prezzo da 1 a 4, è la seconda ma è l’unica che garantisce la vista completamente libera sui monoliti perché è in prima fila. Andiamo alla reception, appena prima delle cabin, ma la ragazza ci dice che fino alle 16.00 non possono darci le chiavi quindi facciamo un giro al visitor center, facciamo due foto dal terrazzo prima di entrare (questo è uno dei punti migliori per fotografare il sito) e poi alle 16 siamo di ritorno. La nostra cabin sarà la 29. Essendo la prima a destra, i tre monoliti si vedono tutti per intero. Più ci si sposta a sinistra più quello centrale si copre un pochino. Le cabin che hanno la vista leggermente coperta sono comunque in buona posizione per il fatto che sono rialzate. Questo che credo sia uno dei posti con la vista più bella in cui abbiamo dormito. E’ uno spettacolo unico. Le casette sono tutte in legno, hanno il letto matrimoniale nella stanza principale e poi un letto a castello (va bene anche per due adulti) in una piccola cameretta a parte. C’è il microonde, dovesse servire, se si decide di cenare qui. Mamma mia che posto. Rimaniamo qui a cazzeggiare e a fare foto e poi andiamo a in macchina nella Scenic Valley. Rimango impressionata dal numero di macchine. 19 anni fa eravamo in pochissimi mentre ora si scende incolonnati e a passo d’uomo. Facciamo numerose soste fotografiche. Verso il tramonto, come all’alba, tutto si colora ancor di più di rosso. Rimaniamo per 1 oretta e 1/2 poi doccia e andiamo a cena al ristorante del The View Hotel, non c’è molta scelta … (http://monumentvalleyview.com/the-view-hotel/dining/) (€ 73). Il servizio è velocissimo. Proviamo dei piatti tipici Navajo… credo sia la peggior cena fatta in vita nostra. Terribile. Noi non siamo prentenziosi sul cibo… anche perché io sono una schiappa in cucina quindi i miei familiari si adattano… ma qui abbiamo davvero cenato male… Andiamo in camera. Il sole è tramontato alle 20.30 quindi c’è l’ora blu, come la chiamano i fotografi, l’ora in cui c’è luce pur essendo calato il sole. Regna il silenzio e lentamente i monoliti diventano sempre meno visibili fino a scomparire. E poi arrivano le stelle. Bellissimo. Quando è proprio buio pesto ci ritiriamo. Questa sera aggiungiamo una notte a San Francisco perché ormai siamo a ridosso al 12 agosto e la situazione a Yosemite, dove avremmo dovuto dormire, non si risolve a causa del Ferguson Fire che sta devastando il parco dal 13 luglio. Nel mentre, avendo una giornata piena in più a San Francisco, Matteo e Pier prenotano on-line la visita all’Oracle Arena (basket) ad Oakland. Ora possiamo dormire.
11) 07 agosto 2018 martedì – km.340 (Grand Canyon NP) – tempo sereno
Il sole sorge alle 6.30 ma io, già da molto prima, sono fuori sul terrazzo munita di macchina fotografica. Alba da urlo!! Partiamo alle 8.00. Lungo la strada vediamo l’Agathla Peak, un vulcano spento. Sul lato opposto della strada c’è una colonna rocciosa. Per chi arriva da Kayenta, sembrano i guardiani dell’accesso alla Monument Valley. Appena si lascia la Monument Valley si entra in Arizona quindi dobbiamo tirare indietro di 1 ora l’orologio (- 9 rispetto all’Italia). Quest’ora in più a disposizione ce la mangiamo subito. Appena prima di Kayenta la macchina rallenta all’improvviso, sembra che il motore non abbia più potenza. Non poteva capitarci in posto migliore perchè troviamo subito un meccanico. Inizialmente ci dice che dobbiamo farci mandare una macchina nuova, poi che è colpa della benzina non buona fatta a Mexican Hut (da qui in poi, nel dubbio, useremo quella che costa di più, la 91, le altre sono 87 la meno cara e 89 la media) poi dice che prova a scollegare la batteria, lasciarla staccata 1/2 ora e vedere se si risolve. Boh, se si scollega la batteria la si può ricollegare subito, non serve aspettare comunque va beh … a ciascuno il suo mestiere. Fatto sta che dopo mezz’ora la macchina è a posto. Paghiamo con ricevuta $ 47 (la rentalcar ce li rimborserà), andiamo al market a fare scorta di viveri e a prendere the e caffè al take away. Finalmente alle 10.00 partiamo diretti al Grand Canyon. Facciamo una sosta veloce al punto panoramico sul Little Colorado (gestito dai Navajo, offerta libera). Ci sono diverse bancarelle. Martina cerca uno scacciapensieri ma sono troppo colorati. Andiamo al gate. Sono le 11.30.
Informazioni sul Grand Canyon:
https://utah.com/grand-canyon-national-park
https://www.nps.gov/grca/index.htm
https://www.mygrandcanyonpark.com/
https://grandcanyon.com/
http://www.experienceamerica.it/parks/az/grandcanyon.php
Costo: $ 35 a veicolo con tutti i passeggeri – valido per 7 giorni – accettato l’Annual Pass
Orari: aperto tutto l’anno 24 h su 24
1) EAST RIM
https://grandcanyon.com/category/planning/east-planning/
Il Grand Canyon East è un’area che si trova dal Lake Powel a nord, lungo il fiume Colorado in direzione sud-ovest e ad ovest del South Rim. Grand Canyon East NON è ufficialmente riconosciuto dal National Park Service. È una definizione utilizzata dalle persone locali per contrassegnare l’area in cui è possibile visitare numerosi siti. Gran parte di questa zona è anche conosciuta come Glen Canyon Nation National Recreation area e il resto è la terra dei Navajo.
– Il Cameron Trading Post si trova a Cameron, vicino all’incrocio tra State Route 64 e US 89. I Native American Arts and Crafts sono esposti in tutto il negozio. La maggior parte degli articoli sono in vendita. Si potrebbe anche vedere una donna navajo che mostra come tessere un tappeto.
– Il Little Colorado River Gorge nel Little Colorado River Tribal Navajo Park. Si trova nelle Terre Tribali Indiane Navajo. Si trova sulla 64 ad ovest di Camerun. Questa strada porta al gate est del South Rim. Ci sono due punti panoramici. Uno è a pagamento, l’altro no. Non c’è un prezzo fisso ma chiedono una donazione.
2) NORTH RIM
– https://grandcanyon.com/category/planning/north-rim-planning/
– https://grandcanyon.com/planning/north-rim-planning/things-to-do-north-rim/ (attività)
Si trova ad ovest di Page e si raggiunge deviando sulla 67 da Jacob Lake. E’ più remoto e più scomodo da raggiungere in quanto non ci sono autostrade ed aeroporti vicini. Si può accedere solo dal 15 maggio al 15 ottobre.
Si trova ad un’altitudine di 2700 mt.
Si può pernottare nel The Grand Canyon North Rim Lodge (http://www.grandcanyonforever.com/)
– Da non perdere i punti panoramici: Point Imperial, Cape Royal, Roosevelt Point, Walhalla Overlook e Bright Angel Point (vicino al Grand Canyon Lodge North Rim).
– Punti panoramici che richiedono camminate: Cape Final (circa due miglia a tratta), Saddle Mountain (raggiunta da Point Imperial), Uncle Jim Point (circa due miglia a tratta), The Widforss Trail (circa cinque miglia a tratta).
– raggiungibile solo con jeep 4×4: Point Sublime
3) SOUTH RIM
– https://grandcanyon.com/category/planning/south-rim-planning-planning/
– https://grandcanyon.com/planning/south-rim-planning-planning/things-to-do-south-rim/ (attività)
Si trova ad un’altitudine di 2400mt. Questa zona è la più frequentata del Grand Canyon.
a) Punti panoramici di facile accesso:
- Lookout Studio – situato vicino a Bright Angel Lodge, si trova proprio sul bordo del Canyon, con spettacolari viste panoramiche sul canyon
- Yavapai Point – Uno dei luoghi più popolari perché è il modo migliore per vedere in profondità nel canyon interno compreso il fiume Colorado e il Bright Angel Canyon
- Mather Point – Da Mather Point, è possibile vedere oltre la metà dell’intero Canyon con una magnifica vista dei pinnacoli di roccia chiamati Tempio di Vishnu e Tempio di Zoroastro. Questo è un ottimo posto per vedere il tramonto
- Moran Point – Da Moran Point, puoi vedere l’acqua bianca delle Rapide Hakatai e il Canyon Rosso. Questo punto di vista è anche famoso per la visione del tramonto a causa dell’illusione della “Nave affondante”. Le formazioni rocciose creano la parvenza di una nave che affonda mentre il sole inizia a immergersi dietro il Canyon
- Desert View and Watchtower – Salire sulla torre di guardia (85 scalini) per ottenere una perfetta visione a 360 ° del Canyon..
- Lipan Point – Questo è uno dei pochi posti in cui è possibile vedere il “Grand Canyon Supergroup” di formazioni rocciose sedimentarie. È anche un ottimo modo per vedere la gola interiore.
b) Punti panoramici che richiedono una camminata:
- Grandview Point – Lungo il Desert View Drive, c’è un sentiero per il Grandview Point, uno dei punti più alti del South Rim. Il sentiero è un po ‘stretto e ripido a volte, ma il punto di vista è meraviglioso di Horseshoe Mesa..
- Zuni Point – Zuni è un po ‘riservato dal momento che non ci sono cartelli o sentieri ma si trova tra i pontili 257 e 258 dove il bordo è a pochi metri dalla strada tra gli alberi. Zuni ha una splendida vista del Canyon Rosso simile a Moran Point
- Yuma Point – È un’escursione di un giorno per raggiungere l’appartato Yuma Point seguendo la Boucher Trail. Questo sentiero è per escursionisti ESPERTI a causa del suo terreno molto difficile, che distrugge il ginocchio. Ma se stai cercando il solitario e la natura incontaminata, questo è il naturale Grand Canyon.
c) tramonto
bello da Yaki point raggiungibile con la linea arancione del pullmam
d) Trail:
Volendo fare tutto i percorso a piedi, il Rim Trail, parte appena prima dello Yaki Point ad est e finisce ad Hermits Rest ad ovest. Si può interromperlo in vari punti.
d) Ci sono 4 percorsi da farsi con gli autobus. Sono gratuiti. Guardate sul sito ufficiale i percorsi e gli orari:
– Hermit’s Rest Route – Red route: Bello da fare a piedi da Hopi Point a Monument Creek – i più belli sono: Maricopa Point, Powell Point, Hopi Point, Mohave Point, The Abyss, Prima Point e l’ultimo Hermitt Rest.
– Kaibab Rim Route – Orange route
– Village Route – Blue route
– Tusayan Route – Purple route
4) WEST RIM
– https://grandcanyon.com/category/planning/west-planning/
Questi territori sono sempre stati abitati dagli indiani. Le tribù che vivono all’interno del canyon è quella Hualapai e quella Havasupai (https://grandcanyon.com/planning/south-rim-planning-planning/havasupai-falls-arizona/ e http://theofficialhavasupaitribe.com/). I loro territorio si trovano ad ovest del visitor center del South Rim ma non li si raggiunge da qui. Si arriva percorrendo una strada parallela a quella che porta al South Rim ma che si mbocca deviando dalla 40 sulla Route 66 e poi direzione nord, in prossimità di Peach Spring. Nella Havasupai Indian Reserve ci sono un lodge ed un campeggio. Dal 1° febbraio 2018 è possibile prenotare on-line. Prima era fattibile solo telefonicamente. I turisti vengono qui soprattutto per le bellissime cascate raggiungibili solo a piedi con ore di cammino.
Grand Canyon Skywalk
– https://grandcanyon.com/planning/west-planning/grand-canyon-skywalk-price-tickets/
– https://www.grandcanyonwest.com/skywalk–eagle-point.htm
Nella parte più ad ovest del Gran Canyon, stato costruito il Grand Canyon Skywalk, aperto al pubblico il 28 marzo 2007 nella riserva indiana dei Hualapai. Dista da Las Vegas 125 miglia. Bisogna seguire la 93 direzione sud-est poi girare a sinistra per arrivare a Dolan Spring. Se segue la 25 e poi si devia a destra sulla 261 direzione Grand Canyon Western Ranch. Poi si prende la 7. La struttura, composta da una passeggiata in vetro a sbalzo a forma di U, che si snoda a 70 metri oltre il bordo del Grand Canyon. Sognato dall’uomo d’affari di Las Vegas David Jin mentre partecipa a un tour del Grand Canyon nel 1996. Con l’aiuto di Lochsa Engineering di Las Vegas, la creazione di Jin è abbastanza robusta per tenere il peso di una dozzina di 747 completamente carichi e abbastanza forte per sopportare a venti fino a 100 km orari. Astronaut Buzz Aldrin ha accompagnato i primi turisti durante una cerimonia privata il 20 marzo 2007. Si può accedere solo partecipando ad escursioni che uniscono altre cose o con tour privati che vengono effettuati da Las Vegas.
Havasu Falls
https://www.nps.gov/grca/planyourvisit/havasupai.htm
si trovano dentro Havasu Canyon, nella Riserva Indiana Havasupai, un territorio controllato dall’omonima tribù indiana e quindi fuori dalla giurisdizione del Grand Canyon National Park. Le cascate Havasu sono conosciute in tutto il mondo per la loro bellezza e, fra le cose da vedere al Grand Canyon, rappresentano una delle tappe più affascinanti: si tratta infatti di una sorta di anfiteatro naturale scavato in scogliere di roccia rossa tipiche dei grandi canyon dell’ovest americano, su cui però la presenza di cascate e piscine naturali dall’acqua color turchese forma un contrasto di colori unico e meraviglioso, non troverete mai un altro posto così! Si arriva in macchina all’Hualapai Hilltop (punto d’attracco della camminata, a una quindicina di km di distanza). Conviene pernottare qui in modo tale da partire presto al mattino. Nei mesi estivi il caldo è notevole. Al punto d’attracco troverete solo un parcheggio, niente servizi, quindi per qualsiasi esigenza (benzina, cibo, acqua, bisogni impellenti!) organizzatevi nelle città Peach Springs (ad un centinaio di km) e Seligman (144 km). L’ingresso alla riserva è a pagamento e così anche l’area di campeggio. Occorre prenotare con notevole anticipo, visto che il numero dei visitatori accettati è limitato. Se vi presentate senza aver prenotato, potreste dover pagare il doppio del prezzo. Trovate tutte le informazioni sul sito ufficiale. Sullo stesso sito ci tengono a precisare che l’area di Havasu Canyon è un ambiente fragile e soggetto a inondazioni; alcune zone del canyon sono off-limits per i visitatori e in alcuni casi potrebbero verificarsi delle chiusure improvvise. La zona può essere visitata in tutti i momenti dell’anno, tuttavia il clima e l’afflusso turistico cambia molto a seconda delle stagioni. I mesi migliori per il nuoto e le escursioni sono marzo-maggio e settembre-ottobre. Il calore di giugno-agosto può essere insopportabile per molti con temperature medie di circa 100 gradi Fahrenheit, anche se viene considerato comunque un periodo di alta stagione. Luglio-settembre è la stagione dei monsoni, quando si hanno maggiori probabilità di vedere tempeste e alluvioni lampo, con il rischio di vedersi rovinata la vacanza. Se siete alla ricerca di un’esperienza con meno turisti o per attività come birdwatching o speleologia i mesi invernali sono ideali. Il percorso da fare a piedi è affascinante, ma piuttosto lungo, 10 miglia, ed è anche abbastanza impegnativo. Considerate un tempo di 4-7 ore a tratta. Vicino alle cascate potrete pernottare sia in un’area per il campeggio, sia in un albergo nel centro abitato di Supai (Havasupai Lodge), capoluogo della riserva indiana e mezz’ora di cammino dalle cascate. Dal parcheggio il sentiero scende ripidamente attraverso una serie di tornanti scavati nella roccia. Dopo solo 1 miglio, sarete scesi di oltre 2000 piedi e vi ritroverete direttamente sul fondo del Hualapai Canyon. Il sentiero vi porterà poi a incunearvi fra le strette pareti rocciose del Canyon Havasu, dove incontrerete Havasu Creek, il fiume che dovrete seguire fedelmente per arrivare alle cascate. Prima di arrivare (a 30 minuti circa di distanza) incontrerete il villaggio di Supai, dove potrete rifocillarvi.
Altre cascate che si trovano vicino sono: Mooney Falls Navajo Falls Beaver Falls Rock Falls
Iniziamo la visita del Grand Canyon. Ci sono “solo” 34° … confronto ai 40 dei giorni scorsi …. Vediamo i punti panoramici Desert View (si vede molto poco per colpa del fumo dovuto al grosso incendio che sta bruciando nel North Rim), Navajo Point, Lipan Point, Moran Point poi pic-nic nell’area Buggeln e Grand View Point (facciamo una breve passeggiata che scende un pochino nel canyon). Il resto lo tralasciamo perchè decidiamo di andare ad informarci per un giro in elicottero. Usciamo dal gate sud ed andiamo a Tusayan dove ricordavamo ci fossero attività di questo genere. Entriamo negli uffici del primo operatore che troviamo, il Papillon (https://www.papillon.com/. Il primo volo disponibile è alle 16.10. Costa $ 218 € 193 a testa e dura più di 30 minuti. Prenotiamo per 3. Pier non ha mai sofferto le vertigini però… invecchiando… incomincia ad avere fastidio quindi non prende neppure in considerazione la cosa. Cazzeggiamo per un’oretta e poi torniamo. E’ tutto ben organizzato, a partire dal peso di ciascuno (fanno salire su una bilancia)… si può salire in 6 ma noi saremo in 5. Con noi ci sono papà e figlia olandesi. La figlia è super composta, il papà, simpaticissimo, è un tipo yeah … tutto selfy e super sorrisi… Martina la fanno sedere davanti. Bella esperienza. Bel colpo d’occhio. Pazzesco l’incendio che brucia nel North Rim. Quanto rientriamo Martina finalmente trova l’acchiappasogni perfetto nel negozio all’interno della struttura… molto Navajo… io lo avrei preso alle bancarelle… Alle 17.30 siamo al lodge all’interno del parco, il Yavapai (https://www.visitgrandcanyon.com/yavapai-lodge) (€ 216 – colazioine compresa – pagato tutto al momento della prenotazione sul loro sito). Ci sono diversi edifici tra i pini. C’è la possibilità di cenare qui ma noi preferiamo andare a Tusayan dove c’è più scelta. Usciamo presto e ci indirizziamo in una Steakhouse dove eravamo stati 19 anni fa ci rifiutiamo di entrare. Abbiamo fatto il conto che una bistecca tra tasse e mancia ci sarebbe costata 40 $… ci sembra un pochino esagerato… quindi optiamo per We Cook Pizza & Pasta (http://wecookpizzaandpasta.com/) (€ 85) prendiamo cose diverse io e Pier mentre i ragazzi le pizze. Riescono a mangiarne solo metà a testa quindi le portiamo via e sarà il perfetto pranzo di domani. Alle 21.30 dormiamo…
12) 08 agosto 2018 mercoledì – km.302 (Antelope Canyon – Page) – tempo sereno
Facciamo colazione in hotel e alle 8.00 partiamo. Vediamo alcuni cervi nei boschi lungo la strada. Ci sono dei cartelli stradali con il simbolo del puma … quante possibilità ci sono di vedere un puma con tutte le macchine che passano di qui? Volevamo fermarci prima di arrivare a Page per vedere il punto panoramico Horseshoe Band ma siamo in ritardo sulla tabella di marcia quindi ci riproponiamo di andare questa sera. Arriviamo a Page, sul Lake Powell.
Informazioni su Page e dintorni:
https://utah.com/lake-powell
https://www.nps.gov/glca/index.htm
http://www.experienceamerica.it/parks/az/lakepowell.php
http://www.americansouthwest.net/utah/glen_canyon/lake_powell.html
Per accedere all’aerea del lago si può usare l’Annual Pass.
1) A SUD-OVEST
a) Il Marble Canyon e il Navajo Bridge si trovano una decina di miglia in linea d’aria da Page, Queste terre appartengono alle tribù Navajo. Il Navajo Bridge inizialmente si chiamava Grand Canyon Bridge. Fu aperto nel gennaio del 1929. Prima della costruzione del ponte si poteva attraversare il fiume Colorado solo con il Lee’s Ferry che si trova poco distante. Inizialmente si pensava di continuare a far funzionare anche il traghetto ma dopo un incidente avvenuto nell’estate del 1928, che costò la vita a 3 persone, si decise di non usarlo più. Con il passare degli anni le auto e i camion aumentarono le dimensioni quindi il ponte non era più sicuro. Si decise di costruirne un altro identico poco più a valle ma più grosso. Questo ancora oggi viene usato per le macchine mentre quello vecchio per i pedoni. Si può parcheggiare al Centro interattivo dei Navajo, attraversare il vecchio ponte e fare delle foto dall’altra parte.
b) Horseshoe Bend: https://www.viaggi-usa.it/visitare-horseshoe-bend/
E’ uno degli scenari più belli dell’Arizona. Si trova sulla 89, 6 km. a sud di Page. Si trova un piccolo parcheggio sulla sinistra (arrivando da sud). Bisogna percorrere 1 miglio a piedi. Non si paga l’ingresso. Per i colori bellissimo al mattino. Si ha il sole alle spalle. Se si volesse vedere questo posto anche dal fiume, bisogna andare alla Glenn Canyon Dam, scendere a livello dell’acqua ed imbarcarsi su una delle zattere che portano fino a questo punto.
2) A NORD
a) Wahweap Marina: Cittadina dove vengono organizzate molte attività acquatiche e dalla quale c’è un bel panorama. Si può fare il bagno. L’Wahweap Overlook è uno spettacolare balcone dal quale si ha una veduta a perdita d’occhio del lago, del fiume Colorado e di una parte del Glen Canyon. Si possono vedere la Lone Rock, l’Ice Cream Canyon, raggiungibile in kayak, – e tutta una serie di baie, canyon e butte che si trovano molto più a nord. Una fra tutte, la Padre Bay, la più grande baia del lago, dove si può godere di un panorama davvero suggestivo. Da qui partono le escursioni in barca sul lago.
b) Lone Rock: Non lontano dalla Wahweap Bay, questo imponente massiccio di roccia rossa sulla riva del lago è facilmente raggiungibile appena usciti dalla Highway 89: un miglio scarso, 15 $ di biglietto, e vi troverete su una stupenda spiaggia dove potrete fare un bagno.
c) Stud Horse Point: http://www.americansouthwest.net/utah/glen_canyon/stud-horse-point.html
Vicino a WHEWEP MARINA, deviare dalla 89 a sinistra (vicino a Greenehaven Mobile Home Estate). Un possibile approccio alle bufale è lungo una pista sabbiosa che lascia US 89 a ovest, appena a nord della strada laterale a Lone Rock Overlook, e termina dopo 1,3 miglia in un recinto; la gola del cappuccio è a mezzo miglio di distanza, raggiunta dopo una salita su un pendio ripido. L’itinerario più utilizzato lascia tuttavia l’autostrada a 2 miglia a sud della svolta di Lone Rock – una vecchia strada asfaltata che punta a nord-ovest, diventa ghiaia poi si piega verso ovest, la superficie ora sabbiosa e conduce all’estremità sud delle scogliere, qui solo una stretta fascia di pietra arenaria scoperta. I veicoli non 4WD dovrebbero probabilmente parcheggiare qui, accanto a un bunker di cemento coperto di graffiti a Bishops Tank, ma altre piste, un po ‘più sabbiose, continuano a piegarsi verso nord lungo il bordo superiore delle scogliere e su una collina direttamente sull’orlo del burrone. Uno di questi percorsi punta a sud-ovest verso il canyon del fiume Paria. Dall’area di parcheggio 2WD, le hoodoos possono essere raggiunte camminando lungo il bordo della mesa, sopra o accanto alla pista 4WD, ma un approccio più interessante è più basso, attraverso il slickrock, che diventa più ampio dopo circa un miglio, estendendosi più a est e innalzarsi a un ampio apice. Questo è direttamente di fronte al piccolo canalone che contiene i hoodoos. Questo burrone è delimitato a nord-ovest da scogliere verticali ma da un terreno più dolcemente in pendenza verso sud-est, posizione delle formazioni. Più in basso il drenaggio forma una fessura breve e ripida attraverso arenaria uniformemente grigio chiaro, ma le rocce sopra sono di colore più vario; le basi degli hoodoos sono composte da sottili strati verdi o grigi o verdastri, mentre le cime sono di colore giallo o marrone più duro, spesso fatte di conglomerato – simili ai vicini Hoodoos Wahweap. Alcuni più pinnacoli si trovano all’estremità superiore del burrone, mentre le scogliere a nord hanno occasionalmente quelle più piccole, estendendosi per un altro miglio verso la punta orientale di Stud Horse Point. Strati di roccia fratturati e multicolori dalla parte superiore delle scogliere, mentre più in basso la superficie è più liscia e più omogenea. I hoodoos sono alti e spessi, non sottili e graziosi come in alcuni luoghi simili. Il burrone è in parte in ombra all’inizio e alla fine della giornata, ma questo è ancora un buon posto per la fotografia al tramonto.
Slot Canyon: Una buccia isolata si alza dal fondovalle poco a nord del burrone del cappuccio, e non molto oltre vi sono due biforcazioni di un drenaggio secondario, che formano entrambi canyon poco profondi; se ci si avvicina dalle menagramce, il percorso più facile è ripidamente lungo il lato est del burrone, seguito da una passeggiata di 20 minuti sulla terra battuta per lo più pianeggiante, con pochi lavaggi asciutti e sabbiosi da attraversare, e l’AZ / UT Stateline. La forcella più a sud del drenaggio ha la sezione chiusa più lunga, mai molto stretta o profonda ma incorniciata da alcuni bei passaggi attraverso rocce grigie / marroni con trame lisce o fratturate. In alcuni punti la via d’acqua si allarga abbastanza da far crescere i cespugli, ma la maggior parte delle sezioni ha solo roccia nuda. Lo slot inizia con una diapositiva verso una camera ed è stretto per 0,3 miglia. Non ci sono chokestones o piscine significativi, ma alcune parti sono troppo strette per camminare a livello del pavimento. Il canyon si apre all’improvviso all’incrocio con la forcella nord più corta, in cui il principale punto di interesse è un arco, sul lato di una camera vicino all’estremità superiore della sezione chiusa, appena al di sotto di una secca.
d) Wahweap Hoodoos: I Wahweap Hoodoos non sono per tutti. Uno, perché non sono affatto un classico itinerario turistico, né se ne trova notizia sulle guide generali. C’è bisogno di una buona guida specialistica, o di un’approfondita ricerca sulla rete. Due, perché raggiungerli non è affatto facile, è richiesta una jeep 4X4 da guidare su terreno accidentato e non adatto ai neofiti della guida in fuoristrada, oppure un lungo percorso a piedi. Per arrivarci da Page si prende la US 89 fino ad arrivare a Big Water nello Utah. Fra il miglio 6 e 7 si trova sulla destra la Ethan Allen Road, esattamente di fronte al visitor center che si trova dall’altra parte della strada. Proseguire fino ad una T (leggermente sbilenca) e girare a sinistra. Da qui, si passa accanto ad uno stadio di softball, ad alcune industrie, ed infine dopo circa 3 miglia di sterrato non impegnativo (attenzione però a verificare le condizioni del tempo, con la pioggia potrebbe diventare problematico proseguire) si arriva ad uno spiazzo dove parcheggiare. Da qui, si comincia a risalire il Wahweap Creek. Si tratta di una hike Passeggiata
di 4.5 miglia circa sola andata, quindi pur essendo piatta e poco impegnativa, non è indicata per chi non cammina abitualmente. La hike di per sé non è entusiasmante, si cammina sempre nel fiume con minime variazioni di paesaggio (occhio ad una barriera per il bestiame dopo circa mezzo miglio, sembra insuperabile ma guardando con attenzione si scorge un’apertura sull’estrema sinistra). Ma è quasi surreale aggirarsi per il greto del fiume asciutto, circondati da collinette ed osservando ogni tanto l’impronta di qualche piccolo animale che si è evidentemente aggirato in cerca di cibo, in un silenzio che all’inizio sembra quasi irreale. Anche se pensiamo di sapere cosa sia il silenzio, non ne abbiamo davvero idea finché non si capita in un posto del genere, abituati a considerare di sottofondo tanti rumori quotidiani, e quasi a non udirli. Qui di sottofondo non ce n’è. Solo il solitario camminatore, e la natura. Sì, solitario. Nella giornata quasi intera trascorsa qui, non un solo essere umano si è frapposto fra me e la mia meta. Non un passo, non un respiro, non una parola. Sembra quasi impossibile pensare che si possa camminare un’intera giornata senza incontrare una sola persona e senza aprire la bocca se non per respirare. Dopo tanto camminare, si arriva finalmente in vista degli hoodoosUn pinnacolo di roccia sedimentaria solitamente creata nel corso dei millenni dall’erosione di forze come vento ed acqua
, un primo gruppo non troppo esteso, poi proseguendo un altro e infine il terzo, quello più numeroso. Lo spettacolo, come detto, è intenso. Alte colonne bianche svettano verso il cielo azzurro sulle pendici di una ripida collinetta, regalando anche un ottimo background per un bello scatto. Con un po’ di fantasia, è facile immaginare che questi monoliti di roccia assomiglino a figure conosciute.
e) Paria Rimrocks: Un’ottima alternativa per osservare da vicino degli hoodos senza dover percorrere lunghe distanze è rappresentata invece dai Paria Rimrocks. In questo caso è sufficiente percorrere un chilometro circa su terreno completamente pianeggiante per arrivare alla meta. La contropartita da pagare è una minore concentrazione e spettacolarità dei pinnacoli di roccia, ma d’altra parte non tutti siamo maratoneti o, più semplicemente, non sempre abbiamo una giornata intera da destinare a quelle che, per gli itinerari turistici classici, rimangono destinazioni minori! Anche in questo caso, pur nella semplicità d’accesso, la zona è poco frequentata e sarà probabilmente a quasi completa disposizione di chi avrà voglia di addentrarvisi. Per arrivarci, bisogna percorrere la solita US 89. Sono 29 miglia a nord di Page, appena dopo Big Water. Tra il milepost 19 e 20 nello Utah (sulla destra venendo da Page) si trova un piccolo parcheggio in corrispondenza di alcuni tralicci della luce. C’è un recinto, e un libro dove registrare la propria presenza. Da qui ci si incammina lungo uno stretto wash Letto di un fiume asciutto, a volte parzialmente pieno stagionalmente
asciutto, fino ad arrivare ad un piccolo plateau roccioso. Un hoodoo Un pinnacolo di roccia sedimentaria solitamente creata nel corso dei millenni dall’erosione di forze come vento ed acqua
ci accoglie solitario, quasi sprezzante nel suo risaltare in mezzo al nulla. Da qui si può liberamente esplorare la zona in cerca di altre formazioni rocciose. Un gruppo abbastanza consistente si trova addentrandosi verso sinistra, in una specie di piccola vallata. Sono molto interessanti anche le badlands che si incontrano, con pareti dove è possibile notare un netto cambio di colorazione dal bianco, al giallino, al rossiccio man mano che differenti strati di minerali si alternano.
f) Alstrom Point: il miglior punto per vedere il Lake Powell. Dista da Page 40 miglia. Si va verso nord sulla 89 fino a Big Water e poi si devia a destra. Ci vuole un Suv.
3) Il LAGO
a) Lake Powell: Si trova all’interno della Glen Canyon National Recreation Area. E’ un bacino artificiale da quanto è stata costruita la Glen Canyon Dam. Si estende per oltre 300 km. e ha 3.000 km. di rive. Il lago è alimentato dal fiume San Juan e quando esce dalla diga prende il nome di Colorado River. Ai bordi del lago le rocce, o meglio the Sandstone – la sabbia solidificata – presenta due colori, rosso in alto e bianco sopra il pelo dell’acqua, ma il suo vero colore non è nessuno dei due. La parte chiara, a contatto con l’acqua è quasi bianca per i depositi di calcare, mentre la parte rossa, quella emersa, deve il suo colore alla ruggine del ferro di cui queste “rocce” sono molto ricche.
– Antelope Island view point, uno spiazzo panoramico dinnanzi all’Antelope Island, che diventa una penisola nei periodi di siccità.
b) Glen Canyon Dam: E’ alta 216 metri. La costruzione è stata autorizzata nel 1956. Tra il 1963 e il 1966 furono sistemati i generatori e le turbine che producono 3 miliardi di kilowattora di elettricità all’anno e servono 7 stati dell’ovest degli Stati Uniti. Nei pressi del ponte, troverete il Carl Hayden Visitor Center, che organizza visite guidate gratuite all’interno della diga. C’è il Glen Canyon Dam Overlook, una terrazza naturale che da un lato offre una vista frontale sulla diga mentre dall’altro mostra i rossi canyon rocciosi del fiume Colorado. Qui c’è il Visitor Center per le info.
c) Page: Paesino anonimo che vive grazie al turismo.
d) Cathedral Rock: Da farsi con una guida. Alcuni tratti sono da fare a piedi.
e) Rainbow Bridge National Monument: https://www.lakepowell.com/things-to-do/boat-tours/rainbow-bridge-tour/
Si raggiunge in barca con escursioni che partono da Wahweap Marina o dall’Antelope Island. Dista 80 km. quindi l’escursione richiede circa 4/5 ore. Il costo è di $ 120 circa a testa. D’estate partono alle 12.30. E’ uno dei più grandi “ponti naturali” del mondo. Sarà spettacolare l’entrata nel Forbidding Canyon (eloquente fin dal nome) e la navigazione tra le pareti rocciose, fino ad arrivare, dopo un paio di miglia, nei pressi del ponte. Quando vi arriverete, godetevi lo spettacolo, ma siate rispettosi, perché per le tribù indiane questo luogo ha un grande valore spirituale. L’arco è alto 97 metri, lungo 90 e alla sommità è largo 14 metri.
f) Tower Butte: Ci sono escursioni che portano in elicottero sulla sommità di questo panettone (https://it.papillon.com/lake-powell-page/lake-powell-page-tours/tower-butte-landing-tour).
4) A SUD
Antelope Canyon
– https://www.viaggi-usa.it/antelope-canyon/
– https://travelourplanet.com/destinations/north-america/page-visitare-antelope-canyon
L’Antelope Canyon è forse il più fotografato canyon di arenaria del nord dell’Arizona. I colori brillanti arancione e viola e le pareti intagliate dal vento e dall’acqua lo rendono uno spettacolo unico, fra i più suggestivi dei parchi Usa. Essendo di proprietà Navajo non viene accettato l’Annual Pass. Si deve pagare $ 8 a testa per accedere al parco più il costo dell’escursione. Non si possono visitare in autonomia. Si può accedere solo con una guida che accompagna gruppi di 15/20 persone. La principale ragione per cui l’Antelope Canyon può essere visitato solo tramite guida è il pericolo inondazioni e allagamenti (il 12 agosto 1997, 11 persone morirono all’interno del canyon). Le ore migliori della giornata sono quelle centrali in quanto il sole entra perpendicolare nella spaccatura della roccia. E’ in queste ore che all’interno del canyon si possono osservare i famosi light beams, i fasci luminosi prodotti dal sole che entra dalle aperture sopra il canyon. Dei due canyons ad essere interessato dai light beams è soprattutto l’Upper, nel Lower invece di fasci luminosi non ce ne sono o ce ne sono di meno. I Tour partono intorno alle 7.00 del mattino fino alle 16.30 circa. Ci sono tour per turisti e tour per fotografi. Quelli per turisti “normali” vengono fatti a qualsiasi ora della giornata, durano poco più di 1 ora, costano intorno ai 40 $ e si può portare qualsiasi tipo di macchina fotografica (monopiedi e treppiedi sono vietati). I tour fotografici invece vengono organizzati dalle 11 alle 13 e durano di più rispetto agli altri, costano sui 100 $ e non puoi partecipare se non hai una reflex ed il treppiede. Ogni gruppo parte circa 20/30 minuti uno dall’altro. C’è il rischio che alcuni gruppi poi si raggiungano, soprattutto all’Upper Canyon perchè è il più frequentato. Fate attenzione ad una cosa. Solitamente le riserve Navajo, anche se si trovano in Arizona (- 9 rispetto all’Italia), hanno l’ora dello Utah (- 8) ma l’Antelope Canyon, pur essendo riserva Navajo, mantiene l’ora dell’Arizona.
Ci sono 3 canyon da visitare:
a) l’Upper Antelope:
– Per osservare i famosi light beams penetrare all’interno del canyon devi andare tra aprile e settembre quando il sole è alto nel cielo. L’ora migliore di partenza è tra le 10.30 e le 11.30 così da trovarti all’interno del canyon tra le 11 e le 13.
– Fuori da questi orari e da ottobre a marzo i colori sono meno accesi ma la bellezza del canyon rimane inalterata.
– L’Upper Antelope è spesso strapieno di turisti. Quasi sempre più gruppi si dividono nello stesso identico momento gli stretti spazi del canyon e l’atmosfera va a farsi benedire.
– Quasi tutti dicono che il canyon è meraviglioso ma sono parecchi a lamentarsi di non aver apprezzato la visita. Per l’affollamento ed i metodi spicci di alcune guide.
b) il Lower Antelope:
– Anche il Lower Antelope Canyon si trova circa 4 miglia e mezzo ad est di Page, ma a nord (a sinistra arrivando da Page) della US 98, la svolta si trova praticamente di fronte al parcheggio dell’Upper Antelope.
– Così come l’Upper anche il Lower è accessibile solo ed unicamente con visite guidate di gruppo.
– Le visite del Lower vengono compiute interamente a piedi. L’ingresso vero e proprio del Lower Antelope Canyon si trova infatti a 250 metri dal parcheggio, senza dover viaggiare scomodi sui 4WD che sono invece necessari per raggiungere l’entrata dell’Upper e che a volte causano ritardi nello svolgimento delle visite.
– A differenza dell’Upper che si snoda in piano tra due pareti rocciose, il Lower Antelope Canyon si sviluppa in sotterranea. Per accedervi si utilizzano delle scale metalliche che scendono nel sottosuolo da una stretta apertura, quasi invisibile ad un occhio non attento. Altre scale sono presenti all’interno ed all’uscita del Lower Antelope, il percorso è tortuoso e molto misterioso.
– Il fatto che per entrare ed uscire dal canyon occorra utilizzare delle ripide scale e che rispetto all’Upper il Lower sia meno interessato dai famosi light beams fa si che il Lower Antelope è meno visitato del più famoso vicino.
– Questo è solo un bene perché essendoci meno gente la visita risulta di solito ben più gradevole e coinvolgente. A leggere le reviews sembra che il grado di soddisfazione dei visitatori del Lower sia solitamente più alto di quelli dell’Upper.
– Anche perché il Lower Antelope è un canyon davvero magnifico, altrettanto se non più spettacolare dell’Upper, leggermente più lungo e più stretto. A volte le pareti del canyon si restringono così tanto da permettere il passaggio di una persona alla volta. Ci sono dei tratti dove per procedere hai spazio solo per un piede…
– In estate all’interno del canyon la temperatura è 10° inferiore che all’esterno, non fa caldo e si sta bene. Possibile ma molto raro incontrare serpenti a sonagli, il continuo afflusso di visitatori fa si che se ne stiano lontani.
– All’interno del Lower Antelope la (poca) luce è abbastanza uniforme nel corso della giornata, anzi non sono pochi quelli che ritengono che la luce migliore si abbia al mattino ed il tardo pomeriggio e non nelle ore centrali della giornata.
– Anche se meno visitato rispetto all’Upper anche il Lower attrae un buon numero di visitatori, quindi non aspettarti di avere il canyon tutto per te.
c) l’Antelope Canyon X: è poco conosciuto ma comunque bellissimo. Ci sono meno turisti.
Alcuni operatori sono:
– Ken’s Tour per il Lower (http://lowerantelope.com/general-tour/) non abbiamo prenotato con loro. Si paga tutto all’arrivo.
– Antelope Canyon Tour per l’Upper (https://www.antelopecanyon.com/reservations/#) si deve pagare all’atto della prenotazione. Si può scegliere fra tour fotografici che vengono fatti nelle ore centrali della giornata ($ 100) e tour normali ($ 37) che vengono fatti prima e dopo quelli fotografici.
– Antelope By Taadidiin Tours per l’Antelope Canyon X e il Cardiac Canyon (https://www.antelopecanyon-x.com/). Costa $ 40 per i tour normali (durano massimo 1 ora e 1/2) e $ 80 per quelli fotografici (durano massimo 3 ore). Si paga tutto all’arrivo.
Altri per l’Upper sono: Antelope Slot Canyon Tours by Chief Tsosie, Adventurous Antelope Canyon Photo Tours e Antelope Canyon Navajo Tours
Un altro operatore per il Lower: Lower Antelope Canyon Tours
Arrivando a Page andiamo a vedere la diga, arriviamo a piedi fino a metà e poi ci spostiamo all’Antelope Canyon per la visita. Abbiamo scelto il tour operator Taadidiin perchè, dai commenti letti su internet, risultava meno affollata la visita del Canyon X. Abbiamo pagato all’arrivo ma ho visto, prima di partire, che le cose sono cambiate. Per le nuove prenotazioni il pagamento è a da farsi subito con carta di credito. Chiedono di mandare una mail di conferma alla prenotazione due giorni prima di arrivare e poi, il giorno seguente alla nostra visita, me ne è arrivata un’altra con i ringraziamenti per aver scelto loro. Paghiamo in contanti (il pos dicono che non gli funziona ma non so se è una bugia o meno). Il costo è $ 150 anziché 160 (doveva essere 40 a testa) e non ci fanno pagare gli 8 $ della tassa Navajo. Il tour parte puntuale alle 11.00. Siamo in 21. Facciamo un tratto con le jeep. All’arrivo troviamo un grosso frigo dove poter prendere le bottigliette di acqua. Scendiamo a piedi, su una strada di sabbia soffice, fino all’ingresso del canyon. Anche qui c’è un altro frigo. Con questa escursione possiamo visitare due parti del canyon. Ci sono 39°C ma la temperatura all’interno è inferiore. Davvero bello. I giochi di luce sono pazzeschi. Vediamo solo un light beam che dura poco. Bella esperienza che dura un pochino meno di due ore. Andiamo poi in macchina al lago. Cerchiamo il posto in cui eravamo stati a fare il bagno nel 1999, ma non abbiamo assolutamente idea di dove sia, quindi puntiamo all’Antelope Point. Accettano l’Annual Pass altrimenti l’ingresso costa $ 30 al giorno. Siamo a 41°C. Al parcheggio giriamo a destra verso una sorta di porticciolo, parcheggiamo e scendiamo. Troviamo una spiaggetta tutta per noi. Fuori dall’acqua è impensabile stare quindi rimaniamo a mollo per un bel pò, poi andiamo a prendere in macchina le pizze di ieri sera e mangiamo sempre in acqua … Andiamo in hotel alle 15.00, La Quinta Inn (http://www.laquintapageatlakepowell.com/) (€ 232 – colazione compresa – prenotato su Booking e pagato all’arrivo). Molto carino e ben curato. I ragazzi vanno in piscina, io ricompatto un po’ i borsoni, consumiamo un pochino il wi-fi e poi alle 18.00 quando la temperatura scende leggermente… si fa per dire… io e Pier andiamo al punto panoramico Horseshoe Band. Il parcheggio si trova qualche km. a sud di Page sulla 86. Non potete sbagliarvi, dove vedete un numero impressionante di macchine… quello è il posto… rimango colpita da un container strapieno di bottigliette vuote di acqua e altri sacchetti sono stati appesi a questo. In 10 minuti a piedi raggiungiamo il posto. Dire bellissimo è poco. Ci troviamo un angolino ed aspettiamo il tramonto. Da urlo. Farò una foto incredibile. Torniamo a fare una doccia, recuperiamo i ragazzi e andiamo a cena alla Fiesta Mexicana (http://www.fiestamexrest.com/) (€ 102) mangeremo davvero bene. Locale caratteristico. La ricorderemo positiviamente questa serata… anche perchè abbiamo preso un Margarita ed era parecchio forte… Quando usciamo ci sono ancora 36°. Andiamo a dare un lavaggio veloce alla macchina e torniamo al fresco dell’hotel. Qui e Moab sono i posti in cui abbiamo percepito più caldo, anche la sera.
13) 09 agosto 2018 giovedì – km.334 (Bryce Canyon NP) – tempo sereno
Facciamo colazione in hotel, spesa al Safeway Market e alle 9.00 partiamo. Ci sono 32°C. Appena oltre Page si passa nello Utah quindi perdiamo 1 ora portando avanti gli orologi (- 8 dall’Italia). Lungo la strada ci sarebbero delle cose interessanti da vedere, in primis The Wave. Mi sarebbe piaciuto provare a fare richiesta per vederla ma poi, se ci avessero estratti, non avremmo fatto in tempo a visitare il Bryce Canyon quindi avremmo dovuto annullare la prenotazione. Spiego.
Informazioni su quello che c’è da vedere da Page al Bryce Canyon:
A) The Wave
http://www.experienceamerica.it/parks/az/wave.php
https://www.blm.gov/visit/paria-canyon-vermilion-cliffs-wilderness
Nel Paria Canyon – Vermillion Cliffs Wilderness un’area molto bella sono le Coyote Buttes (North e South). Nella parte nord si trova The Wave. Non ci sono orari d’accesso.
Prenotare: Possono accedere solo 20 persone al giorno.
– 10 vengono estratte tra le richieste fatte on-line 4 mesi esatti prima della data scelta. Ad esempio, se vuoi andare ad agosto le iscrizioni verranno fatte dal 1° al 30 aprile e l’estrazione avverrà il 1°maggio. Fai l’iscrizione sul sito https://www.blm.gov/node/7605 – https://www.blm.gov/az/paria/index.cfm?usearea=CB, paghi $ 5 con carta di credito a testa. Ti arriverà mail sia per l’esito positivo che negativo. Puoi scegliere di ritirare il permesso presso la Paria Ranger Station (più o meno a metà strada fra Page e Kanab, sulla sinistra venendo da Page) oppure di fartelo inviare per posta. I $ 5, comunque, non verranno restituiti.
– Gli altri 10 vengono estratti tra quelli che fanno richiesta il giorno prima (ci si deve iscrivere alle 9.00 del mattino al Visitor Center di Kanab e l’estrazione avviene alle 9.30). Se non si riesce quel giorno si può riprovare il giorno seguente. In questo caso, anzichè un biglietto, ne vengono dati due.
L’iscrizione in entrambe i casi, deve essere fatta indicando il numero delle persone del proprio gruppo. Se si è in 4 si deve fare un’unica registrazione. Se si viene estratti, quel giorno potranno accedere solo altre 6 persone. Se il gruppo seguente sarà di 8 verranno scartati e riestrarranno fino a trovarne uno di 6, oppure 2 + 2 + 2 oppure 4 + 2, Bisogna raggiungere il numero 10 senza dividere i gruppi, sia on-line che per le richieste fatte di persona a Kanab.
Per arrivare: Circa 35 miglia a nord di Page, dopo la Paria Contact Station bisogna percorrere la US 89 in direzione di Kanab per circa 4,5 miglia. Non appena avrete superato il milepost 26 fate molta attenzione alla vostra sinistra e vedrete una strada sterrata proprio in prossimità del punto in cui la strada principale effettua invece un ampio curvone a destra: è la BLM 700, meglio conosciuta come House Rock Valley Road, una strada solitamente ben mantenuta e che può essere percorsa anche dalle normali autovetture, ma solo in condizioni di asciutto. Dopo aver percorso all’incirca 8 miglia arriverete al parcheggio del Wire Pass Trailhead, un ampio spiazzo alla vostra destra facilmente individuabile anche per la presenza di una toilette. Da qui la distanza che vi separa da The Wave è di 3 miglia.
In generale non è così difficoltoso localizzare The Wave, ci sono alcuni evidenti punti di riferimento che guidano il nostro cammino e che vengono anche ben spiegati (addirittura con un supporto fotografico) alla Paria Contact Station, però è uno di quei percorsi in cui l’utilizzo di una unità GPS potrebbe rivelarsi utile, soprattutto per il fotografo che intende trattenersi fino al tramonto e pertanto sarà costretto ad effettuare il percorso di rientro nell’oscurità, un percorso che, a differenza di quello di andata, non ha dei punti di riferimento così facilmente individuabili. Consiglio pertanto vivamente a tutti quelli che non sono dotati di un GPS, di voltarsi indietro ad intervalli regolari durante il tragitto di andata, in modo tale da memorizzare o addirittura segnare su un foglio tutti quei riferimenti visivi che gli permetteranno poi di ripercorrere il tragitto a ritroso. Dal Wire Pass Trailhead bisogna seguire il corso del wash Letto di un fiume asciutto, a volte parzialmente pieno stagionalmente
asciutto finché non troverete, alla vostra destra, una vecchia pista per jeep che si inerpica su una scarpata: percorretela interamente (è molto breve ma molto ripida), finché non arriverete in cima ad un altopiano in cui comincerà invece un trail ben segnato e sabbioso. Fate molta attenzione a non perdere la pista per jeep. Infatti fino un paio di anni fa, in prossimità del bivio, c’era un cartello segnaletico che indicava la direzione per il Buckskin Gulch e quindi la vecchia pista era facilmente individuabile, ma adesso questo cartello è stato tolto e capita spesso che le persone proseguano nel wash Letto di un fiume asciutto, a volte parzialmente pieno stagionalmente
asciutto fino all’imbocco del Wire Pass, uno slot canyon Canyon con pareti particolarmente strette
il cui attraversamento permette di accedere al Buckskin Gulch. Nel caso che questo capiti anche a voi, basterà semplicemente tornare indietro, senza però rinunciare (dal momento che siete già lì!) a dare una occhiatina a questo slot e, perché no!!, mettere magari un piede nel Buckskin. Ma torniamo sull’altopiano e al trail sabbioso. Lo dovrete percorrere finché non arrivate in prossimità di un’altro wash Letto di un fiume asciutto, a volte parzialmente pieno stagionalmente
asciutto che si trova proprio ai piedi di una catena di collinette rocciose: siete arrivati alle Coyote Buttes e adesso dovrete oltrepassarle. Cercate di individuare il punto di accesso che vi consente di arrampicarvi sulla loro sommità con maggiore facilità, è una specie di “scalinata” naturale facilmente localizzabile alla vostra sinistra, proprio là dove le colline di roccia sono meno alte rispetto a quelle che sovrastano la vostra visuale frontale. Una volta arrivati in cima alle Coyote Buttes girate a destra, cercando di mantenervi il più in alto possibile sul pendio, sforzatevi cioè di camminare bene in alto ed in costa sul pendio mantenendo sempre la cresta delle colline alla vostra destra, anche se questo comporta delle difficoltà nella marcia, evitate soprattutto di scendere nella ampia conca di terreno pianeggiante che si apre poco più sotto, questo è fondamentale per poter individuare tutti quei punti di riferimento che vi condurranno a The Wave. Molto presto individuerete davanti a voi una coppia di rocce a forma di cono, come delle gobbe di un cammello, dirigetevi direttamente verso di loro mantenendovi sempre bene in alto sul pendio e, una volta che le avrete raggiunte, oltrepassatele poi alla loro sinistra. A questo punto, dopo pochi minuti di cammino sempre bene in alto ed in costa, riuscirete finalmente a vedere davanti a voi Top Rock, la cresta montuosa sotto cui si nasconde The Wave. Top Rock sarà facilmente individuabile perché alla sua sommità c’è una evidente spaccatura nera che la percorre per una parte del suo fianco. Una volta localizzata Top Rock dovrete tenerla come punto di riferimento e dirigervi verso di lei, finché non arriverete ad un piccolo promontorio di roccia le cui striature ricordano vagamente quelle ben più stupefacenti che troverete a The Wave: sotto di voi vedrete un altro wash Letto di un fiume asciutto, a volte parzialmente pieno stagionalmente
secco, questa volta dalle dimensioni abbastanza rilevanti, scendete ed attraversatelo, dirigendovi poi verso un albero isolato che si trova ai piedi della parete di roccia su cui svetta Top Rock. Oramai siete quasi arrivati! L’ultimo (ma terribile) sforzo, sarà quello di arrampicarvi sulla duna sabbiosa che riposa dietro l’albero, adagiata proprio alla parete rocciosa. Dopo poche decine di metri arriverete all’entrata del giardino incantato, nel regno della meraviglie: siete finalmente arrivati a The Wave! Il percorso per arrivare a The Wave può essere molto faticoso, sia per la presenza di tratti sabbiosi che rallentano la marcia che per l’effettiva difficoltà di dover camminare quasi sempre sulla parte più ripida del pendio delle Coyote Buttes. Un ultimo consiglio: non limitatevi solamente a fotografare The Wave, ma vi invito ad esplorare l’area che la circonda. Sarete così deliziati dalla scoperta di straordinarie formazioni rocciose e di impreviste opportunità fotografiche, come quel sorprendente doppio vortice di roccia scolpita e levigata dal vento, una vera e propria rampa di lancio per le stelle, che molti chiamano The Second Wave. Per individuarla basta che, lasciandovi The Wave alle spalle, risaliate per alcuni metri verso la spaccatura nella parete di Top Rock, finché non vedrete alla vostra destra un piccolo pianoro con alcune formazioni rocciose dalle forme ed i colori più bizzarri e che vengono chiamate “brain rocks”. Continuate a camminare su questo pianoro sempre in direzione sud-ovest per circa 200 metri, finché non incontrerete un piccolo pendio caratterizzato da ampie striature diagonali: aggiratelo allora sulla sinistra e sarete così arrivati a The Second Wave. Questa suggestiva formazione rocciosa, essendo caratterizzata da colori più chiari rispetto a The Wave, può essere fotografata con buoni risultati solo nel tardo pomeriggio, quando la luce è più calda ed intensa, il che ne fa una meta ideale da raggiungere non appena avrete finito di riprendere The Wave, a perfetto coronamento di una intensissima ed indimenticabile giornata fotografica.
B) Coral Pink Sand Dune State Park
– https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g57030-d208382-Reviews-Coral_Pink_Sand_Dunes_State_Park-Kanab_Utah.html
– https://stateparks.utah.gov/parks/coral-pink/discover/
– https://utah.com/coral-pink-sand-dunes-state-park
Costo ingresso $ 8, non accettano l’Annual Pass
Dopo Kanab girare a sinistra sulla 43. La si percorre per 12 miglia. C’è una terrazza panoramica dalla quale si vedono le dune. Da qui partono sentieri a piedi per avvicinarsi. Molto bello al tramonto.
C) Red Canyon
– https://www.viaggi-usa.it/red-canyon-utah/
– http://www.americansouthwest.net/utah/red_canyon/
Si trova, lasciando la 89 ed imboccando la 12 che porta al Bryce Canyon. Fa parte del Paunsaugunt Plateau e inserito nel contesto naturale della Dixie National Forest. La strada attraversa questo canyon per 5 miglia. Ci sono 2 archi fatti dall’uomo sotto i quali bisogna passare. La maggior parte delle persone passa fermandosi solo a fare qualche foto ma volendo ci sono alcuni sentieri da fare a piedi:
- Cassidy Trail: prende il nome dal famoso fuorilegge Butch Cassidy che si nascondeva in questi posti. Inizia a 1.2 miglia dal Visitor Center, in corrispondenza del Red Canyon Trailhead; la passeggiata offre degli splendidi scorci sulle rocce rosse di Red Canyon e Losee Canyon e può essere combinato con il Loose Canyon Trail. La lunghezza del sentiero è di 9 miglia e il livello di difficoltà medio.
- Tunnel Trail: dall’altro lato della strada si snoda il Tunnel Trail, un sentiero decisamente più semplice che offre un bel panorama sulla valle e sui due tunnel/archi citati in precedenza. L’escursione dura non più di una mezz’ora.
- Buckhorn Trail: in corrispondenza del Red Canyon Campground, inizia una breve escursione sul Buckhorn Trail (1 miglio a piedi circa in totale). Il sentiero si svolge inizialmente in un bosco di conifere, per poi continuare su un terreno aspro e rossastro. Alla fine del percorso, si arriva in un punto sopraelevato da cui si gode di un bel panorama sul Red Canyon.
Noi ci fermiamo solo a fera una sosta nel parcheggio del Red Canyon poi puntiamo dritti (impiegniamo 3 ore da Page) al Bryce Canyon. Tutto è come 19 anni fa, dormiemo pure nello stesso hotel. Andiamo al gate.
Informazioni sul Bryce Canyon:
– https://www.myutahparks.com/basics/official-bryce-national-park-map-pdf (mappa ufficiale)
– http://www.americansouthwest.net/utah/bryce_canyon/national_park.html
– https://www.nps.gov/brca/index.htm
– https://www.viaggi-usa.it/bryce-canyon-cosa-vedere/
– http://www.experienceamerica.it/parks/ut/brycecanyon.php
– https://travelourplanet.com/destinations/north-america/bryce-canyon-national-park-le-escursioni-piu-facili-e-brevi-e-le-gite-a-cavallo
– http://www.brycecanyoncountry.com/bryce-canyon-main-viewpoints/
Il costo d’ingresso è di $ 35 ad auto, valido per 7 giorni, ma si può usare l’Annual Pass. E’ aperto tutto l’anno senza vincoli di orari. Dal Visitor center fino al Rainbow Point sono 27 km. Diventato parco nel 1923, prende il nome dal mormone Ebenezer Bryce, falegname scozzese venuto a vivere in Utah e che contribuì alla costruzione della Cappella della Pine Valley nel 1868. Questo parco è famoso per i colori e per la presenza di tantissimi hoodoos, pinnacoli creati con l’erosione della roccia dovuta agli eventi atmosferici. In realtà non è un canyon bensì un insieme di anfiteatri. Occupa un piccolo territorio (146 kmq). E’ una spaccatura dell’altopiano Paunsaugunt a 2.400/2.700 mt. di altitudine. L’albero tipico è il pino ponderosa che può raggiungere fino a 45 mt. di altezza. Il punto in cui ce ne sono di più e di più grandi dimensioni è il Ponderosa Cayon. Ci sono diversi punti panormaici. L’alba a Bryce Point è da non perdere. Questo posto richiederebbe due notti per poter fare almeno un trail.
Trail (da nord a sud):
– Fairyland Trail: 13 km.è un anello. Si può tornare al punto di partenza oppure non concludere il giro e risalire dal Sunrise Point. Qui c’è il Tower Bridge. Se si parte dal Sunrise point sono 2,4 km. a tratta.
– dal Sunrise al Sunset Point: km.0,8 circa 30 minuti. Tutto in piano.
– Navajo Loop: da Sunset Point: km.2,2 massimo 1 ora. E’ un loop.
– Queen’s Garden Trail: parte dal Sunrise Point e si collega al Navajo Loop. Fino all’incrocio sono km.2,6.
Volendo si possono percorrere tutti e 3 i trail partendo e tornando nello stesso punto, sono in tutto 4,4 km.
– dall’incrocio tra il Navajo Loop trail e il Queen’s Garden Trail parte il Peekaboo Loop Trail (un anello di 4,8 km.) che arriva sotto il Bryce Point (dal quale si può uscire senza concludere l’anello percorrendo ancora 1,8 km). E’ percorribile sia a piedi che a cavallo. Qui c’è un punto chiamato Tunnel view dove c’è una finestra panoramica.
– dal Bryce Point c’è un lungo sentiero che porta fino al Rainbow Point, si chiama Under-The Rim-Trail. Ci sono 3 punti di risalita quindi si può scegliere di percorrerne solo un tratto. Si può uscire dallo Swamp Canyon, dal Whiteman e dall’Aqua Canyon. Se lo si percorre tutto sono 37 km. (circa 3 giorni di cammino). Ci sono 8 aree campeggio per tende. (https://www.backpacker.com/trips/rip-go-under-the-rim-trail-bryce-canyon-national-park-ut).
– dallo Swamp Canyon partono due sentieri il Swamp Canyon Connecting Trail ed il Sheep Creek Connecting Trail. Entrambi si uniscono al Under-The Rim-Trail creando un anello di 7 km. Questo quindi è il primo punto di uscita dal Under-The Rim-Trail.
– dal Rainbow Point c’è il facile Bristlecone Loop Trail (1,6 km), oppure il difficile Riggs Spring Loop Trail (12,2 km) con 4 punti sosta per il campeggio in tenda
Ci indirizziamo subito al punto più lontano il Rainbow Point. Lungo la strada vediamo i danni che ha fatto il grandissimo incendio del 2009 o 2010, non ricordo, ha devastato anche diversi punti degli anfiteatri. All’arrivo pranziamo su un tavolo da pic-nic. Le carote crude già pulite che ha scoperto Martina, con il Philadelphia … andranno per la maggiore in questa vacanza. Ci sono 28°C. Vediamo tutti i punti panoramici. I più belli sono il Paria, Bryce (meraviglioso) ed Ispiration (si trova sullo stesso anfiteatro del Sunset e del Sunrise). Andiamo poi in hotel il Best Western Plus Ruby’s Inn (https://www.rubysinn.com/) (€ 172 – solo pernottamento – prenotato su Booking e pagato all’arrivo). Ci sono lavatrici ed asciugatrici quindi ne approfittiamo. C’è il rodeo, non mi piacciono queste cose quindi decido di non entrare. I ragazzi mi vengono a dire che c’è lo spettacolo dei bimbi con le pecore e allora faccio un salto. Troppo carini … rimaniamo poco e poi andiamo a cena al Bryce Canyon Pines (https://www.brycecanyonmotel.com/bryce-restaurant/) (€ 94), nulla di che. Abbiamo aspettato 1 ora e mezza il tavolo quindi conviene informarsi se prendono le prenotazioni. Quando usciamo fa freschino … 18°C.
14) 10 agosto 2018 venerdì – km. 453 (Las Vegas) – tempo sereno
Lasciamo i ragazzi a dormire e andiamo a vedere l’alba al Bryce Point … ma sbagliamo i tempi perchè ci sembrava ancora completamente buio alle 6.00 quindi, partendo alle 6.30, siamo arrivati che il sole era appena sopra la linea dell’orizzonte. Comunque ugualmente bello spettacolo in questo anfiteatro pazzesco. Ci sono 10°C. Vediamo tanti bambi nei boschi lungo la strada. Ci spostiamo in macchina al Sunset Point per fare il Navajo Loop + il Queens Garden fino al Sunrise e rientro al Sunset in piano (km.4,6 in tutto). Scendiamo i tornanti di Wall Street. Siamo solo noi. Duante il giorno è battutissimo. Il problema è che tra una foto e l’altra perdiamo troppo tempo e quindi quando siamo all’incrocio con il Queens dobbiamo a malincuore decidere di chiudere il Navajo Loop senza fare tutto il giro. Se camminavamo decisi non avremmo avuto problemi a farlo velocemente perchè siamo montagnini … ma se attacco a fare foto è la fine. E comunque volevamo anche goderci il posto in solitudine. In 50 minuti siamo di nuovo al parcheggio. Recuperiamo i ragazzi e partiamo. Ci fermiamo ad Hatch per fare colazione nel grazioso bar Galaxy Diner, stile anni 50 (http://www.galaxyofhatch.com/) (€ 25), e poi ripartiamo. Sosta a St.George per il pranzo. Troviamo un bel supermercato (Smith’s) all’interno del quale c’è una zona insalate take away, te le componi tu con quello che vuoi e quanto ne vuoi. Il prezzo va in base al peso (€ 27). Perfetto!! Quello che volevamo. In giro per gli Stati Uniti ci sono tanti posti come questo. Non si è per forza obbligati a mangiare schifezze nei fast food. Cerchiamo un’area pic-nic ma nulla quindi mangeremo in macchina. Non è il massimo ma vista la temperatura è meglio rimanere climatizzati. Ripartiamo. Passiamo un tratto in Arizona e poi entriamo in California. Tiriamo indietro di 1 ora l’orologio (- 9 dall’Italia). Da qui alla fine della vacanza sarà sempre questo il fuso. Raggiungiamo alle 15.00 Las Vegas, tempo effettivo di viaggio: 6 ore dal Bryce. Facciamo un giro in macchina lungo lo Streep e poi andiamo in hotel l’ Holyday In Express 😉 (€ 202 – con colazione – prenotato su Booking e pagato all’arrivo). Ci sono 43°C. Andiamo subito in piscina e rimaniamo a mollo per 2 ore … non si può fare altro … Alle 20.00 usciamo raggiungendo in 5 minuti l’hotel Mandalay con la navetta dell’hotel. Proseguiamo a piedi fino al New York – New York (nostro hotel del 1999) dove ci troviamo, con gioia di tutti, con i nostri amici Basket. Percorriamo tutto lo streep da un lato e poi torneremo dall’altro. Se non si è appassiionati di casino, Las Vegas va vista in un paio d’ore alla sera, quando non si muore di caldo e con tutte le luci accese. Ci fermiamo a cena nel primo posto che troviamo, non so dove fosse e comunque niente di che. Solo la compagnia è piacevole. I nostri ragazzi sono felicissimi di poter stare con le loro amiche. Torniamo al New York-New York e ci separiamo da loro a mezzanotte. Avremo la possibilità di rivederci una sera a Los Angeles. Non vogliamo fare il tratto a piedi fino al Mandlay e poi aspettare la navetta quindi prendiamo un taxi (€ 9).
15) 11 agosto 2018 sabato – km. 622 (Dead Valley – Mono Lake) – tempo sereno
Alle 7.00 partiamo dopo aver fatto colazione. Oggi raggiungeremo la punta massima delle temperature percepite. Partiamo con 32°C per poi scendere a 25, su un passo prima di entrare nella Valle della Morte, ed arrivare a 45° alle 10 del mattino a Badwater …. poi siamo scappati …
Informazioni sulla Dead Valley:
– https://www.nps.gov/deva/index.htm
– https://www.viaggi-usa.it/visitare-death-valley/
– https://www.nps.gov/hfc/carto/PDF/DEVAmap1.pdf (mappa)
– http://www.americansouthwest.net/california/death_valley/national_park.html
– http://www.experienceamerica.it/parks/ca/deathvalley.php
E’ il posto più caldo al mondo. Il 10 luglio 1913 i termometri hanno indicato 56,7°, la più alta temperatura mai registrata sulla terra a Greenland Ranch. E’ lunga 230 km. e larga circa 26. Posti da vedere:
– Dante’s View: molto bello all’alba quando le Panamint Mountains vengono illuminate dal sole che sorge. punto panoramico sulla piana asciutta del lago Manly
– Zabriskie Point: Bel panorama con le montagne alte 1.500 mt. sullo sfondo. Qui sono stati girati alcuni film ed alcuni video di canzoni. La cima più alta si chiama Manly Beacon
– Golden Canyon Trail: Si può percorrere un tratto in questo canyon color oro lungo 1,6 km. Molto caratteristica la Red Cathedral.
– Desolation Canyon: dal parcheggio c’è un trail di 2,9 km che porta fino all’Artist Drive
– Devil’s Golf Course: distesa di sale pietrificato
– Natural Bridge Canyon: bello il ponte ma anche le Dry Falls che si vedono lungo il percorso. La strada non è asfaltata.
– Badwater: questo è il punto più basso di tutto il nord America. Si trova 86 mt. sotto il livello del mare. E’ il fondo di quello che un tempo era il lago Manly
– Artist’s Drive con il punto clou che è l’Artist’s Palette: sembra la tavolozza di un pittore. Qui hanno girato la saga Star Wars. La strada è a senso unico.
– Mesquite Flats: scenografiche dune di sabbia che ricoprono una superficie di 40 kmq.
– Mosaic Canyon: appena oltre Stovepipe Wells. E’ da perccore a piedi. Ci sono meravigliose pareti di mille colori, levigate dagli agenti naturali.
– Rhyolite: lasciando il parco in direzione est verso Beatty sulla 374 fare sosta a questa piccola città fantasma. E’ un’ex città mineraria.
Se si prosegue verso nord:
– Scotty’s castle: un castello in mezzo al deserto: villa spagnola fatta costruire negli anni ’20 da un ricco finanziere di Chicago, Albert Johnson; si trova vicino al cratere di Ubehebe. se deciderete di vistare l’interno verrete accolti da guide vestite in autentici abiti d’epoca, che vi accompagneranno durante il tour. È chiuso fino al 2020 per danni dovuti ad un temporale sia alla struttura che alla strada. È vietato anche accedere al Grapevine canyon che porta fino a là. al momento si può arrivare al castello solo a piedi e con guida.
– Ubehebe Crater
– Racetrack Playa: dall’ Ubehebe Crater parte una strada sterrata da percorrere solo con 4×4. Per arrivare ci vuole 1 ora e 1/2, sono 43 km. I cellulari non prendono. Qui si possono vedere le famose pietre che camminano. Fenomeno che gli scienziati non riescono a spiegarsi.
I paesaggi sono desolati da quando usciamo da Las Vegas. Arriviamo al gate. Non c’è nessuno. E’ impensabile che qualcuno possa stare qui a controllare chi ha l’annual pass o a fare i biglietti giornalieri. Penso che si debba andare al Visitor Center di Furnace Creek per pagare il biglietto. Noi siamo a posto con l’Annual Pass. Saltiamo il Dante’s View, andiamo diretti al Zabriskie Point. Saliamo a piedi sulla collinetta. Le formazioini rocciose hanno dei bei colori. Fa già caldissimo nonostante sia presto quindi puntiamo direttamente al punto sotto il livello del mare, Badwater. I ragazzi non scendono neppure dalla macchina. Io e Pier vogliamo raggiungere la piana salata quindi ci indirizziamo a piedi. Dopo poco Pier torna indietro, io… devo andare a fare le foto. Il punto in cui si parte dal parcheggio è battuto per una larghezza di una ventina di metri, il sale non è bianco ma marrone. Questo percorso si stringe man mano che si va avanti. La maggior parte delle persone desiste e torna indietro. Quando si arriva nel bianco completo, è solo un piccolo sentiero… è tutto sale cristallizzato. Arriviamo fino a qui solo in 5. Nel tratto, circa 15 minuti, ho bevuto quasi tutto il litro e mezzo di acqua che avevo come scorta. Giusto il tempo di fare due foto e torno. Ho avuto il serio dubbio di non farcela. Il sole viene coperto per un minuto da una nuvola, l’unica in tutto il cielo. Se non ci sono i raggi del sole a fonderti la testa (nonostante il cappello) è tutt’altra cosa, altrimenti si ha la sensazione di morire. Due ragazzi hanno un ombrellino, l’hanno pensata giusta. Vedevo le macchine in lontananza ma erano sempre troppo lontane. Credo di essere andata nel panico al punto tale da mettermi a dire il rosario… fatto sta che sono riuscita ad arrivare alla macchina con le mie gambe. Pier e i ragazzi sono rimasti sconvolti dal colore della mia faccia. Mi buttano in testa dell’acqua. Credo sia stato il momento della mia vita in cui me la sono vista più brutta… anzi… l’unico, pur sapendo che, se avessi avuto un cedimento, c’erano delle persone che avrebbero potuto aiutarmi. Anche gli altri ragazzi arrivano allo stremo delle forze. Forse ad agosto è bene evitare di andare fino a là… ma le foto sono venute bene… 🙂 🙂 Da qui in poi non scendiamo più. Sosta veloce al Davil’s Golf Course, percorriamo l’Artist Drive (bei colori), vediamo da lontano le dune di sabbia sulla 190 ed arriviamo a Panamint Springs dove facciamo sosta. Decidiamo di mangiare un boccone qui (€ 40). Stiamo fuori, fa caldo ma all’ombra è tollerabile (32°C). Alle 13.00 ripartiamo. Lentamente i paesaggi cambiano fino a diventare collinette con vegetazione bassa e poi montagne con i pini. Arriviamo al Mono Lake alle 16.30.
Informazioni sul Mono Lake:
– http://www.monolake.org/visit/southtufa
– http://www.experienceamerica.it/parks/ca/monolake.php
La caratteristica di questo lago salato, di 60 miglia quadrate, sono le formazioni saline di varie dimensioni che si si trovano sia nell’acqua che sulle rive. Il punto panoramico migliore è South Tufa che dista 6 miglia dall’hotel. Bello al tramonto. Volendo da qui si può fare un percorso ad anello che dura un paio d’ore.
Pernotteremo al Yosemite Gateway Motel (http://yosemitegatewaymotel.com/) (€ 206 – solo pernottamento – prenotato su Booking e pagato al momento della prenotazione). La struttura tutta in legno, è vecchiotta, il lago si vede in lontananza. Per una notte va bene. Dopo il caos folle di ieri apprezziamo molto questo paesino fuori dal mondo. Chiediamo conferma alla proprietaria sull’apertura completa, da ieri, della Tioga Road che attraversa lo Yosemite National Park. La ricordavo bellissima e mi sarebbe spiaciuto non poterla percorrere. Purtroppo ci salta la visita della Yosemite Valley con tutte le sue meravigliose cascate, e il pernottamento (faremo una notte in più a San Francisco). Come ho detto, dal 13 luglio, un tremendo incendio, il Ferguson Fire, ha devastato la parte sud-ovest del parco. Hanno chiuso subito la Wawona Road che portava alla Yosemite Valley poi la El Portal Road ed infine l’ultima, la Big Oak Flat Road. Dopo la chiusura di quest’ultima la valle è stata diversi giorni completamente isolata. Non ha riscontrato danni, il problema è che il fuoco ha raggiunto le strade di accesso e l’aria era irrespirabile.. Ogni giorno scrivevano sul sito ufficiale che l’apertura sarebbe stata prossima, ma poi rimandavano perchè la situazione peggiorava sempre. Alla fine riapriranno la valle il 14 agosto e il fuoco verrà spento completamente il 19 agosto.
Si mette a piovere per una mezz’oretta e quando smette andiamo a cena nel ristorante dall’altra parte della strada, Nicelly’s (€ 66). Cena buona e cameriera attempata, tutta cotonata, stile anni 60, graziosa e gentile. Ci sono 20°C una meraviglia … alle 21.00 siamo tutti tra le braccia di Morfeo.
16) 12 agosto 2018 domenica – km.491 (Yosemite NP – San Francisco) – tempo sereno
Pier va a prendere al bar the e caffè take away poi partiamo alle 7.30. Ci sono 15°C. Siccome abbiamo tempo non potendo visitare la Yosemite Valley e possiamo arrivare a San Francisco solo pe dormire, decidiamo di andare a visitare al città fantasma di Bodie, anche se non è di strada. Si trova 50 km. più a nord. Bisogna percorrere la 395 fino a Dog Town e poi girare a destra sulla 270.
Inforamazioni su Bodie:
https://www.bodie.com/
Orari 9-18 – costo $ 8 a testa
Si tratta di una delle numerose “ghost town” presenti in California, antiche città minerarie insediate durante il periodo della corsa all’oro di fine ‘800, che sono state poi abbandonate una volta esaurite le miniere. Questa però è famosa perché è straordinariamente ben conservata, tanto da essere stata dichiarata State Historic Park nel 1962.
Ci impieghiamo 45 minuti ad arrivare ed aprirà … dopo 45 minuti … Non era previsto che venissimo qui quindi sapevo che esisteva ma non ero ben documentata. Ieri sera ho cercato su internet velecemente delle info ma non ho trovato gli orari. Non possiamo aspettare quindi faccio solo qualche foto con il teleobiettivo. Anche se da lontano, è molto bella. A malincuore, rientriamo a Mono Lake e poi ci indirizziamo verso il Tioga Pass. Arriviamo, facendo qualche sosta foto, al gate dello Yosemite National Park.
Informazioni sullo Yosemite National Park:
– https://www.nps.gov/yose/index.htm
– https://www.nps.gov/yose/planyourvisit/maps.htm (mappe)
– https://www.viaggi-usa.it/visitare-yosemite-national-park/
– https://www.viaggi-usa.it/tioga-pass-road/
– http://www.experienceamerica.it/parks/ca/yosemite.php
– http://www.experienceamerica.it/parks/ca/yosemite_tiogaroad.php
– http://www.americansouthwest.net/california/yosemite/national_park.html
– https://www.travelyosemite.com/
– http://www.visitcalifornia.com/it/destination/focus-yosemite-national-park-ynp
Orari: sempre aperto – costo $ 30 – accettano l’Annual Pass.
Dal Mono Lake alla Yosemite Valley sono 120 km.
Dichiarato parco dal presidente Roosevelt nel 1903, per proteggere la Sierra Nevada ed il suo ricchissimo patrimonio faunistico e vegetale, si estende per 3.080 kmq ad altitudini che variano da 600 a 4.000 mt. Ci sono 325 km di sentieri. E’ uno dei parchi più visitati ma la ricettività non è elevata quindi è molto difficile trovare da pernottare all’interno del parco. La maggior parte dei turisti si concentrano nella Yosemite Valley (13 km. per 3 di larghezza) che si sviluppa lungo le rive del fiume Merced. E’ caratterizzato dalla presenza di 8 grandissimi monoliti. El Capitan, simbolo del parco, è uno dei più alti al mondo con i suoi 1.100 mt. L’Half Dome, con i suoi 2693 mt. è la vetta più bella dello Yosemite, per soli 7° non è perfettamente verticale. Il nome Yosemite significa “Terra degli orsi” in lingua indiana. Oltre a questi bellissimi animali vivono altri 76 tipi di mammiferi, 220 specie di uccelli, 25 di rettili e 9 di anfibi. Queste terre sono sempre state abitate dagli indiani Miwok. Si può parcheggiare la macchina e spostarsi con il pullman, The Valley Visitor Shuttle, in funzione dalle 7 alle 22.00.
1) Tioga Road: Si imbocca la Tioga Road (aperta da giugno ad ottobre, mentre il resto del parco è visitabile tutto l’anno). Il Tioga Pass (3031 mt) è l’ingresso est dello Yosemite National Park. Collega Lee Vining, sul Mono Lake, a Big Oak Flat ed è lunga 102 km.
– Appena imboccato la 120 c’è un distributore di benzina sulla sinistra (in Vista Road) dal quale c’è un bel look-out sul Mono Lake.
– Tuolumne Meadows: ci sono tanti sentieri che costeggiano il fiume. Se non si ha tempo per percorrerli, una sosta comunque merita. C’è un Visitor Center dove chiedere info.
– non molto segnalato ma c’è un parcheggio per vedere il Tenaya Lake. Molto grazioso.
– sosta al Olmsted Point. Bellissimo panorama, c’è il parcheggio. Se si segue un tratto il sentiero si vede l’Half Dome della Yosemite Valley
– Sosta a Tuolumne Grove (a pochi km. dalla Big Oak Flat Road) per vedere le sequoie giganti. Non riuscendo a vederle in altri posti, bisogna approfittarne qui. Dal Visitor Center 20 minuti in macchina e poi bisogna fare una semplicissima camminata di 3 km. (andata e ritorno), circa 1 ora e 1/2. Ci sono 10/15 di queste piante. Una ha il tronco bucato. Se si ha tempo fare una sosta.
– in alternativa, pochi km. oltre ci si può fermare a Merced Grove. Anche qui c’è un trail di circa 2 ore per vedere le sequoie (redwood).
2) Nella Yosemite Valley i punti di maggiore interesse sono:
a) Ispiration Point (ad ovest della Yosemite Valley dal quale si può ammirare tutta la vallata con i monoliti e le cascate), El Capitan, Cathedral Rock e Cathedral Spires con la Bridal Veil Fall (cascata Velo da Sposa), Sentinel e Half Dome
b) Glacier Point: punto panoramico a 2.199 mt. raggiungibile in macchina in 1 ora (circa 50 km.) dalla Yosemite Valley o con lo shuttle o a piedi percorrendo il Four Mile Trail (km.7,7 tempo 3/4 ore dislivello 1 km. vedi dettaglio trail). E’ il miglior punto panoramico. Molti salgono con lo shuttle e scendono a piedi. Al tramonto è bellissimo. In linea d’aria è a solo 1 km. e 1/2 dallo Yosemite Village ma con un dislivello di 1 km. Sono 24 km. arrivare alla deviazione che c’è sulla Wawona Road per imboccare la Glacier Point Road e poi altri 25 km. https://www.viaggi-usa.it/glacier-point/
c) nella parte est della Yosemite Valley c’è una valle laterale, il Tenaya Creek, in direzione nord. Con una passeggiata si possono vedere le Indina Caves, abitate un tempo dagli indiani e oltre si arriva al bellissimo Mirror Lake (https://www.nps.gov/yose/planyourvisit/mirrorlaketrail.htm), nel quale si riflette, soprattutto all’alba e al tramonto, il North Dome. A luglio ed agosto c’è pochissima acqua. Per le due escursioni vedi sotto nel capitolo Trail.
3)Trail nella Yosemite Valley:
https://www.nps.gov/yose/planyourvisit/valleyhikes.htm
a) Bridalveil Fall Trail: Km.0,8 andata e ritorno – h.0,20 – difficoltà bassa – si parte dal Bridalveil Fall Parking Area – il pullman non si ferma qui
b) Lower Yosemite Fall Trail: E’ un anello di km.1,6 – h .0,30 – difficoltà facile (percorso giallo) – Il parcheggio è allo Yosemite Village o allo Yosemite Lodge (meglio) oppure in pullman shuttle stop #6 al Lower Yosemite Fall Trailhead.
c) Cook’s Meadow Loop: E’ un anello di km.1,6 – h .0,30 – difficoltà facile (percorso arancione della foto sopra) Il parcheggio è allo Yosemite Village o allo Yosemite Lodge oppure se si prende il pullman ci sono varie fermate: shuttle stop #5 or #9, shuttle stop #11 vicino al Sentinel Bridge e shuttle stop #6 al Lower Yosemite Fall Trailhead .
d) Mirror Lake Trail: https://www.nps.gov/yose/planyourvisit/mirrorlaketrail.htm
arrivare al lago km.1,6 a tratta – h.1 a tratta – difficoltà facile – colore giallo – anello sopra il lago km.8,00 – difficoltà media – colore arancione
parte dal Mirror Lake Trailhead – parcheggio delle macchine all’Half Dome Village (Curry Village) o pullman (shuttle stop #17)
e) Yosemite Valley Loop Trail: https://www.nps.gov/yose/planyourvisit/valleylooptrail.htm
Trail di tutta la valle. Parte dal Lower Yosemite Fall Trailhead (shuttle stop #6). Si può fare 1/2 loop fino al El Capitan Bridge (percorso giallo) e poi rientrare seguendo l’altra riva del fiume (sono 11,6 km. da percorrere in 2,5/3,5 ore) oppure proseguire oltre il ponte fino al Pohone Bridge (aggiungendo al precedente il percorso rosso), per poi rientrare dall’altra riva fino al punto di partenza (sono 18,5 km. che si percorrono in 5/7 ore). La difficoltà è moderata.
f) Vernal Fall and Nevada Fall Trails
– Vernal Falls: km. 2,6 andata e ritorno – h.1/1,5 – difficoltà media
– sopra le Vernal Falls: km.3,4 andata e ritorno via Mist Trail – h.3,00 – – difficoltà alta
– Nevada Falls: km.8,7 andata e ritorno via Mist Trail – h.5/6 – difficoltà alta
Parcheggio delle macchine al Half Dome Village (dista km.1,6 dalla partenza del trail) oppure in pullman scendere a Happy Isles (shuttle stop #16)
g) Snow Creek Trail: e’ un anello di Km.15,1 – h.6/7 – difficoltà elevata – parte dal Mirror Lake Trailhead parcheggio all’Half Dome Village o pullman (shuttle stop #17) – si raggiunge il Mirror Lake e si prosegue
f) Four Mile Trail (trail to Glacier Point): km. 7,7 a tratta – h.3/4 a tratta – difficoltà elevata – parte dal Four Mile Trailhead along Southside Drive dove c’è il parcheggio
g) Half Dome Day Hike: km. 25 andata e ritorno – h.10/12 – difficoltà elevatissima – ci vogliono permessi e grande preparazione – Parcheggio delle macchine al Half Dome Village (dista km.1,6 dalla partenza del trail) oppure in pullman scendere a Happy Isles (shuttle stop #16) – Si raggiungono le Venal Falls, le Nevada Falls e poi si prosegue
h) Indian Caves: Le indicazioni per le grotte indiane vicino a Mirror Lake sembrano inesistenti. Ma questo non li rende impossibili da trovare. Dall’Awahanee Hotel (The Majestic Yosemite Hotel), oltrepassate il prato sul retro, la piscina e i cottage fino a raggiungere la pista ciclabile diretta a Mirror Lake. Svoltare a sinistra e rimanere sulla pista ciclabile fino a quando non si individua il percorso a piedi che corre proprio accanto a sinistra. Continua su questo sentiero più piccolo attraverso la foresta finché non ti trovi quasi direttamente di fronte alla base della Colonna di Washington. Il sentiero si apre in una grande distesa da non perdere. Non preoccuparti di cercare i marcatori qui per confermare che hai trovato il posto; non ne troverai
4) Cascate nella Yosemite Valley:
a) Yosemite Falls (vedi indicazioni scritte prima nella parte dei trail). E’ la cascata più alta del parco (739 mt.) che scende in 3 salti (1 piede = 30,48 cm.):
– Upper Yosemite Fall (436 mt)
– Middle Fall (206 mt)
– Lower Yosemite Fall (97 mt)
Scorrono da novembre a fine luglio. Il picco massimo è a maggio.
b) – Scorrono da marzo a giugno. Il picco massimo è a maggio: Sentinel Falls (607 mt.) – Ribbon Fall (491 mt.) e Royal Arch Cascade (381 mt.)
c) Scorrono da dicembre ad aprile: Horsetail Fall (305 mt.)
d) A febbraio, per 2 settimane, le Horsetail Falls si colorano di rosso al tramonto. Organizzano escursioni guidate che partono dallo Yosemite Valley Lodge al costo di $ 29 (https://www.travelyosemite.com/discover/points-of-interest-waterfalls/horsetail-fall/)
e) Scorrono tutto l’anno. Il picco massimo è a maggio: Nevada Fall (181 mt.) – Vernal Fall (97 mt.) – Illilouette Fall (113 mt.) – Wapama Falls (427 mt.) – Chilnualna Falls (671 mt.) – Bridalveil Fall (189 mt.)
5) Mariposa Grove National Park
https://www.nps.gov/yose/planyourvisit/mariposagrove.htm
Uscendo dal gate sud del parco, il Wawona, c’è questo piccolo parco, di un solo kmq, ad un’altitudine di 2.000 mt, dove si trovano 500 sequoie. Un tempo era abitato da tanti grizzly e da tante farfalle (Mariposa in spagnolo). Ora non ce ne sono più. Un trenino scoperto permette di fare un giro di un’ora facendo sosta alla Grizzly Giant, una sequoia di 2.700 anni, alta 64 mt. e la cui circonferenza è di 29 mt., e alla Wawona, sequoia immortalata in tante foto nel tronco della quale era stata scavata una galleria per far passare le carrozze. Una grande nevicata del 1968 l’ha fatta cadere.
Vogliamo fare una passeggiata quindi ci fermiamo al visitor center di Tuolumne Meadows e ci indirizziamo verso Soda Springs. Il paesaggio è bellissimo. C’è una radura nella quale scorre il fiume Tuolumne. Intorno alla radura ci sono tantissimi pini e sullo sfondo i meravigliosi massicci granitici del Fairview Dome e Cathedral Peak. Il bello di questo posto, che mi era rimasto impresso, sono proprio le gigantesche formazioni rocciose, lisce e senza una pianta. Davvero un bel posto. Vediamo un gruppo animaletti definiti marmotte, da alcuni signori. Da noi questi roditori sono molto più grossi e scuri. Superiamo il fiume e ci inoltriamo nel bosco. Vediamo un cervo con i palchi, non è intimorito. Non ci fidiamo a proseguire perché non abbiamo lo spray per gli orsi quindi andiamo a vedere la sorgente (nulla di che), immergiamo i piedi nell’acqua gelida del fiume e poi torniamo alla macchina. Il tutto fatto in 1 oretta. Ci sono 23°C. Lungo la strada vediamo la distruzione di un altro incendio precedente. Facciamo una sosta per fare due foto al Tenaya lake (bello) ed una al Olmsted Point. Da qui, nelle giornata terse, si vede l’Half Dome … ora il fumo creato dal Ferguson Fire avvolge tutto e rende l’aria irrespirabile fino a qui. Chissà laggiù che incubo. Chissà gli animali!!! Un patrimonio forestale devastato. Non sono riuscita a capire se è stato doloso o meno. Si sa che dopo un incendio la vegetazione rinasce molto più forte perchè ben concimata. Questo però vale per i cespugli e i pascoli, anche in Africa nei parchi, danno fuoco ad alcune aree a rotazione. Per le piante secolari invece è un altro discorso perchè ci vogliono decine e decine di anni prima che tutto torni come prima. Arriviamo poi al parcheggio del Tuolumne Grove. Anche qui è indicato ovunque il pericolo orsi. Le immondizie sono blindate. Lasciamo la macchina e ci indirizziamo a piedi. Ci sono tante pigne giganti. Arriviamo nel punto in cui ci sono le sequoie. Non sono tante. Una è stata colpita da un fulmine ed, essendo morta, hanno scavato una galleria alla base. Ci fermiamo a fare il pic-nic su un tavolo in legno, facciamo due foto e poi ritorniamo. In tutto impieghiamo poco più di 1 ora. Non avevamo mai visto queste piante e avendo tempo, abbiamo fatto questa camminata, ma in realtà non so se merita. Secondo me conviene concentrarsi su Mariposa Grove (nella parte sud di Yosemite) dove si ha la possibilità di vederne molte di più oppure al Squoia National Park. Ripartiamo ed arriviamo allo svincolo sulla Big Oak Flat Road. A sinista la strada, che porta alla Yosemite Valley, è completamente bloccata dalla polizia. Noi andiamo a destra diretti a San Francisco. Pazzesco, lungo la strada si vedono colonne di fumo ovunque. Le manichette dei vigili del fuoco sono ancora stese sull’asfalto nel caso in cui il fuoco riparta. Hanno usato l’asfalto come linea tagliafuoco. D’altronde questa strada è stata riaperta solo ieri mattina … Lasciamo il parco alle 14.45. Dobbiamo percorrere 290 km . per arrivare al nostro Hotel di San Francisco. Toccheremo di nuovo i 39°C per titornare ai 17 quando superiamo il ponte ($ 5) della 92 che ci porta sulla penisola di San Francisco. Pazzesco, prima del ponte il cielo è sereno e oltre c’è la nebbia. Abbiamo scelto di dormire ad Half Moon Bay per evitare il casino e i prezzi folli della città. Questa piccola cittadina aveva ottime recensioni. Impiegheremo circa 40 minuti per arrivare in centro. Perenottiamo al Comfort Inn – Half Moon Bay ) (€ 182 la prima notte ed € 172 a notte le altre due, avendo prenotato la prima pochi giorni fa, i prezzi erano diversi – colazione compresa – prenotato su Booking e pagato all’arrivo). Nulla da dire sull’hotel, pulito, abbastanza silenzioso anche se la strada passa vicino. Solo la colazione non era un gran che per la poca scelta. Andiamo sul mare in macchina. Ci sono alcuni ristorantini uno più bello dell’altro. Scegliamo il Brewing Company in Capistrano Road (vicino all’Oceano Hotel e spa), nel porticciolo turistico. Avevamo adocchiato anche il piccolo Barbara’s Fishtrap ma non accettano la carta di credito quindi lo accantoniamo. Ceneremo fuori, di fianco al fuoco. Cena ottima. Pier prova il famoso piatto del posto chiamato New England Clam Chowder oppure Sourdought Bread Bowl, (pane Sourdough usato come ciotola e all’interno zuppa di molluschi), io e Martina i Baja Tacos (tacos con diverse possibilità di scelta di pesce) e Matteo il fritto misto. Ottimo!! Al punto tale che dopo domani torneremo … (€ 109). Soddisfatti andiamo a dormire
17) 13 agosto 2018 lunedì – km.157 (San Francisco) – tempo nuvoloso
Facciamo colazione e alle 9.00 partiamo. Il tempo sarà nuvoloso tutto il giorno. Ci sono 14°C.
Informazioni su San Francisco (le elenco le cose da vedere dal Golden Gate, due info dei paesini oltre il ponte e poi in senso orario fino al Golden Gate Park):
https://www.viaggi-usa.it/visitare-san-francisco/
https://www.viaggi-usa.it/san-francisco-city-pass/ (pass per entrare a prezzi scontati ed evitando lunghe code, alle principali attrazioni)
https://www.viaggi-usa.it/come-muoversi-a-san-francisco/ (come muoversi in città)
https://www.viaggi-usa.it/san-francisco-city-pass/ (City pass di San Francisco)
San Francisco è stata costruita su 43 collinette.
1) Golden Gate Bridge and Golden Gate National Recreation Area: – https://www.nps.gov/goga/index.htm
Il Golden Gate Bridge è un ponte sospeso che sovrasta il Golden Gate, lo stretto che mette in comunicazione l’Oceano Pacifico con la Baia di San Francisco. Collega San Francisco, sulla punta settentrionale dell’omonima penisola, con la parte meridionale della Contea di Marin. Nella contea di Marin, la città più vicina al ponte è il piccolo centro costiero di Sausalito. Complessivamente il ponte, includendo anche le rampe di salita e discesa, è lungo 2,71 km; la distanza tra le torri (“campata principale”) è 1 282 m e lo spazio disponibile sotto il ponte è di 67 m con condizioni medie di alta marea. L’altezza delle due torri è 225 m sopra il livello dell’acqua. Il diametro dei cavi della sospensione principale è 92,4 cm e ciascuno di essi è formato da 27.572 cavetti che, sommati tra loro, portano ad una lunghezza totale di 128.748 km (pari ad un terzo della distanza media Terra-Luna). Quando fu ultimato, nel 1937, il Golden Gate Bridge era il più lungo ponte sospeso del mondo. Attualmente il ponte sospeso più lungo del mondo è quello di Akashi-Kaikyo, in Giappone.. L’idea di un ponte che collegasse San Francisco con la Contea di Marin fu proposta dall’ingegnere James Wilkins in un articolo in cui ne sosteneva l’utilità per rendere più sicura e veloce la traversata dello stretto, fino ad allora fatta con i traghetti. Il nome Golden Gate Bridge fu proposto nel 1917 dall’ingegnere urbanistico della città di San Francisco M. H. O’Shaughnessy. Il ponte fu dovuto all’ingegno, alla straordinaria bravura e intelligenza di Badr Abouelala, un ingegnere che che aveva già progettato oltre 500 ponti mobili, ma tutti molto più piccoli e situati più nell’entroterra rispetto al nuovo progetto. Iniziò nel 1927 con alcuni disegni che erano ben lontani dall’essere approvati, e spese oltre un decennio alla ricerca di sostenitori. Il progetto iniziale di Strauss comprendeva due grandi travi a mensola, una per ogni lato, connesse da un segmento centrale sospeso. Altre figure chiave nella nascita dell’opera furono l’architetto Irving Morrow, responsabile per le decorazioni e la scelta del colore, l’ingegnere Charles Alton Ellis ed il progettista di ponti Leon Moisseiff, che collaborarono alla risoluzione dei problemi strutturali. Nel maggio del 1924 fu presentata una petizione al colonnello Herbert Deakyne che, in nome del Segretario alla difesa, approvò la cessione dell’uso dei terreni necessari alla costruzione del ponte. Il Golden Gate Bridge and Highway District fu costituito nel 1928 come entità incaricata ufficialmente della progettazione, costruzione e finanziamento del ponte. Nel distretto erano incluse non solo la città e la contea di San Francisco e la contea di Marin, nei cui territori vi erano i due imbocchi del ponte, ma anche le contee di Napa, Sonoma, Mendocino e Del Norte. Rappresentanti di ognuna delle contee sedevano nel consiglio di amministrazione del District, i cui elettori, nel 1930, approvarono il finanziamento del progetto grazie ad un programma speciale di obbligazioni che poneva le loro case, le loro fattorie e le loro attività commerciali a garanzia. Questo programma di obbligazioni garantì i primi 35 milioni di dollari. L’ingegner Strauss rispettò le scadenze e permise di risparmiare oltre un milione di dollari sul preventivo. La costruzione iniziò il 5 gennaio 1933. L’ultima delle obbligazioni fu rimborsata nel 1971 ed il bilancio finale vide la restituzione del capitale iniziale di 35 milioni più circa 39 milioni di dollari di interessi interamente recuperati grazie ai pedaggi. Il ponte fu completato nell’aprile del 1937 e fu aperto ai pedoni il 27 maggio dello stesso anno. Il giorno seguente, a mezzogiorno, il presidente Roosevelt, da Washington, premendo un pulsante diede il via ufficiale al traffico di veicoli attraverso il ponte. Il marciapiede est è per i pedoni. Si può accedere dalle 5 alle 21 da aprile a ottobre. Negli altri mesi l’orario si riduce dalle 5 alle 18:30. Apertura e chiusura sono assicurate da cancelli automatici. Ci sono 4 punti sosta per poterlo vedere da tutte le angolazioni:
- lato nord punto panoramico ad est del ponte dal quale c’è una bella visuale anche sulla Horseshoe Bay. Volendo i può scendere nella baia così lo si vede dal basso
- lato punto panoramico ad ovest del ponte Buttery Spencer
- lato sud, ad est, seguendo la Marine drive dove si trova il Warming Hut Bookstore & Cafe oppure appena prima del ponte, sempre ad est, dal Fort Point o Hoppers Hands
- altra visuale, ad ovest, sulla Lincoln Boulevar e dalla Marshall’s Beach
Attenzione: il pedaggio di questo ponte non si paga al casello ma solo online con carta di credito. Si può pagare sia prima del passaggio che entro le 24 ore successive, inserendo nel sito la targa della propria auto e l’ora del transito (https://www.bayareafastrak.org/en/guide/GGBridgeToll.shtml)
Altro da vedere:
– centro recupero animali marini Marine Mammal Center (California Sea Lion, Northern Elephant Seal, Pacific Harbor Seal, Northern Fur Seal, Guadalupe Fur Seal, Steller Sea Lion). Ingresso gratuito, aperto dalle 10.00 alle 16.00.
http://www.marinemammalcenter.org/
– Black Sand Beach
– Point Bonita Lighthouse. Ottima visuale del ponte
2) Sausalito: https://www.viaggi-usa.it/sausalito-cosa-vedere/
Graziosa cittadina di pescatori soprannominata la Portofino d’America, si affaccia sulla Richardson Bay e dal suo waterfront c’è un bel panorama di San Francisco e del ponte. Ci sono molti ristoranti. Belli sia il tramonto che l’alba. Nella baia ci sono circa 500 case galleggianti. Una assomiglia al Taj Mahal Indiano.
3) Presidio: https://www.presidio.gov/
E’ un grande parco, visitabile, che fa parte della Golden Gate National Recreation Area. Originariamente era un forte spagnolo poi, fino alla chiusura nel 1995, risiedeva la base militare degli Stati Uniti. C’è il cimitero militare e il cimitero degli animali. Spesso si vedono i coyote.
4) Alcatraz
– https://www.alcatrazislandtickets.com/tickets/
– https://www.nps.gov/alca/index.htm
– https://www.viaggi-usa.it/alcatraz-san-francisco/
L’isola di Alcatraz (in spagnolo significa Sula, uccello che qui nidifica), chiamata anche The Rock, dista 2 km. dalla terraferma. Fu una storica prigione. Inizialmente fu la sede di un faro, poi divenne prigione militare ed infine nel 1934 carcere di massima sicurezza. Vivere qui era durissimo quindi vennero incarcerati i peggiori criminali al fine di fargli scontare la pena più dura. Uno tra questi fu Al Capone. C’era il detto: Break the rules and you go to prison, break the prison rules and you go to Alcatraz. Molte persone morte per le dure condizioni di vita mentre altri nel tentativo di fuggire. L’acqua è gelida e le correnti fortissime quindi sopravvivere era impossibile. Durante i 29 anni di apertura del penitenziario ci furono 26 tentativi di evasione da parte di 36 detenuti in totale. I costi per la gestione erano altissimi visto che bisognava portare tutto, comprese l’acqua potabile, con il traghetto e spesso questo non riusciva a partire per il cattivo tempo. Venne quindi chiusa nel 1963. Degli indiani abitarono poi qui ma solo per pochi anni. L’escursione (dura circa 2 ore e 1/2) per visitare la prigione parte al pier 33. La prima partenza (ce ne è una ogni 1/2 ora circa) è alle 8.45, l’ultima alle 15.50. In 30 minuti si raggiunge l’isola e poi si partecipa al tour di gruppo con le audio guide nelle varie lingue richieste. Ci sono anche visite notturne. Il costo è di $ 45 a testa. Bisogna prenotare sul sito perchè arrivando il loco, si rischia di non trovare più posto. Le prenotazioni aprono 90 giorni prima.
5) Fisherman’s Warf con il Pier 39: Porticciolo turistico con ristoranti e negozi. Al Pier 39 (https://www.pier39.com/) ci sono delle piattaforme in legno dove dormono leoni di mare. I frutti di mare, vongole ed il granchio di Dungeness sono i protagonisti dell’offerta culinaria di Fisherman’s Wharfs.
6) Lombard Street: https://www.viaggi-usa.it/lombard-street-san-francisco/
Si trova all’incrocio con Hyde Street sulla Russian Hill. I tornanti sono stati costruiti nel 1922 per ridurre l’eccessiva pendenza della strada. Prende il nome di Crookedest Street, la strada più tortuosa al mondo.
7) Little Italy: Si trova leggermente ad ovest di Coint Tower
8) Coit Tower a Telegraph Hill: E’ la torre d’osservazione di Telegraph Hill, collina alta 90 metri. Sui versanti della collinetta ci sono studi di artisti e ville di persone ricche . La torre (si può salire al costo di 8 $ a testa ) fu costruita tra 1933 e 1938 in stile Art déco. E’ alta 64 metri in cemento armato non dipinto, fu progettata dagli architetti Arthur Brown, Jr. e Henry Howard con le pitture murali di 26 diversi artisti e numerosi assistenti. La Coit Tower è un monumento ai vigili del fuoco di San Francisco. Finanziata da Lillie Hitchcock Coit, una ricca signora che amava partecipare agli spegnimenti degli incendi dei primi anni della città, la torre venne completata in cinque anni. Prima del dicembre del 1866 non era presente una vera e propria stazione di pompieri e gli incendi, che scoppiavano regolarmente a causa degli edifici costruiti in legno, venivano spenti da diverse compagnie di pompieri volontari. Lillie Coit era una dei più eccentrici personaggi nella storia di North Beach e Telegraph Hill; fumava il sigaro e indossava i pantaloni molto tempo prima che queste fossero attività socialmente accettabili per le donne del tempo. Giocatrice d’azzardo, spesso travestita da uomo per poter accedere ai tanti casinò di North Beach per soli uomini, si dice che si fosse rasata la testa per poter meglio sistemarsi la parrucca. Grazie al patrimonio di Lillie il monumento venne finanziato, secondo le sue volontà, quattro anni dopo la sua morte avvenuta nel 1929. Aveva un rapporto speciale con i pompieri della città. A quindici anni vide i volontari della Knickerbocker Engine Co. No. 5 impegnati in una chiamata per un incendio su Telegraph Hill in difficoltà a causa della mancanza di personale. Gettò a terra i libri di scuola e si lanciò ad aiutarli, richiamando anche i passanti per agevolare la salita del carro antincendio su per la collina. Dopo questo accadimento, Lillie divenne la mascotte della Engine Co. e i suoi genitori riuscivano a malapena a impedirle di entrare in azione al suono di ogni campana antincendio. Nonostante ciò partecipò a diverse uscite della Knickerbocker Engine Co. 5, specialmente in occasione di parate e celebrazioni alle quali partecipava la Engine Co.. Lillie venne quindi riconosciuta, dalla giovinezza alla maturità, come un pompiere onorario. Nel testamento aveva disposto che un terzo del patrimonio “venisse speso in un modo opportuno per abbellire la città che ho sempre amato”. Due monumenti sono stati costruiti alla sua memoria. Uno è la Coit Tower e l’altro è una scultura di tre pompieri che portano a braccia una donna. Lillie è oggi la patrona dei vigili del fuoco di San Francisco.
9) Ferry Building Marketplace: https://www.viaggi-usa.it/colazione-san-francisco/
Si trova sulla destra quando si scende dal San Francisco – Oakland Bay Bridge. L’edificio è sede della Capitaneria di porto. Ha suggestivo campanile ispirato alla cattedrale di Siviglia. Una volta il Ferry Building era un importante snodo per i trasporti: negli anni ’20 dalle vicinanze della baia vi si riversavano ogni giorno ben 50000 pendolari, facendo del luogo una sorta di crocevia frenetico. Ora è un luogo molto tranquillo frequentato al mattino per fare colazione nei numerosi bar e ristoranti all’aperto oppure nei ristoranti all’interno del Ferry Building. La piazza antistante, Ferry Plaza Farmers Market, è caratteristica quando è piena di bancarelle, al mattino di martedì, giovedì e sabato.
10) Transamerica Pyramid e quartiere finanziario: Grattacielo sede di uffici di molte ditte. Inaugurato nel 1972, è alto 260 mt, ha 48 piani (l’ultimo è un locale unico con vista a 360° sulla città, usato per conferenze). Con il Golden Gate Bridge, è il simbolo della città. Si trova nel quartiere finanziario.
11) Chinatown: La Chinatown di San Francisco è la più antica e numerosa comunità cinese degli USA e si presenta esattamente come le Chinatown immortalate in tanti film polizieschi americani: archi pittoreschi (Chinatown Gate), fasci di lanterne rosse appese in mezzo alla strada, dragoni decorati, tempi buddisti, portali dorati e balconi dai colori vivaci. La famosa porta d’ingresso si trova all’angolo tra Grant Avenue e Bush Street
12) Cable Car: https://www.viaggi-usa.it/cable-cars-san-francisco/
Fra gli anni 1873 e 1890 lungo la città di San Francisco operavano ben 23 linee di cable car. Dobbiamo l’idea di questo particolare mezzo di trasporto ad un londinese di nome Andrew Hallidie che, come narra la storia forse mista un po’ a leggenda, dopo aver visto una carrozza trainata da cavalli scivolare da una collina di San Francisco ebbe l’intuizione per sviluppare l’idea delle cable car. Ovvero un sistema che si adattasse alla particolare conformità del territorio della città e permettesse ai suoi cittadini di spostarsi in modo sicuro fra le peculiari vie di San Francisco.La loro importanza storica è sottolineata dal fatto che sono state il primo sistema di trasporto pubblico ad essere inserito dal 1964 nel National Register of Historic Places. Oggi il sevizio delle cable car fa parte del San Francisco Municipal Transportation Agency e, nonostante siano rimaste attive soltanto tre linee, si stima che ogni anno utilizzino questo servizio ben sette milioni di persone, la maggior parte delle quali però sono turisti, con i locali che ormai si affidano ai collegamenti più moderni e veloci che l’area metropolitana della Baia sa offrire.
Funzionamento: La peculiarità delle cable cars è proprio quella di muoversi lungo le strade cittadine senza aver bisogno di un motore. Il meccanismo di funzionamento prevede che un cavo di ferro scorra ad una velocità costante sotto la superficie stradale al quale si “aggancia” la cable car in superficie. In altre parole, per innescare il movimento del mezzo, il manovratore aziona una leva che, come un paio di pinze, si stringe al cavo mediante un’apertura sul manto stradale e, in base alla pressione che viene effettuata, si determina la velocità. Per fermare la cable car avviene il procedimento inverso, si allenta la presa sul cavo e vengono azionati i freni. Al capolinea del tragitto è situata una grande piattaforma girevole che consente di girare letteralmente la cable car per permetterle di riprendere il percorso di ritorno.
Entrambe le linee Powell – Mason e Powell Hyde hanno come base di partenza Market Street e fanno una fermata a Union Square; le differenze fra le due sono nel percorso e nella destinazione finale. Ma andiamo a vedere l’itinerario delle linee nel dettaglio.
– Powell – Hyde line: ha il termine della propria corsa nei pressi di Ghiradelli Square. Vi raccomandiamo di usare questa linea se volete raggiungere la famosa Lombard Street e perché proprio all’altezza della famosa strada potrete godere di una vista dall’alto su tutta la baia e sull’isola di Alcatraz.
– Powell – Mason line: termina la propria corsa all’angolo fra Bay Street e Taylor Street nei pressi del famoso Fisherman’s Wharf. Anche questa linea passa nei pressi di Lombard Street ma a differenza della Powell – Hyde vi permetterà di ammirare la nota strada dal basso invece che dall’alto.
– California St. line: parte da Van Ness Avenue e arriva fino al Financial District. Alla fermata California Street/Powell Street in Nob Hill si incrocia con le altre due linee.
Prezzi: per quanto riguarda il pagamento avrete molte possibilità fra cui scegliere, alcune delle quali vi garantiranno anche un discreto risparmio se avrete intenzione di utilizzare il servizio per più di una volta. Il prezzo di una corsa è di 7$, che possono essere anche pagati in contanti al personale a bordo oppure potete munirvi di un singolo biglietto prima di salire. attenzione però: la corsa singola può essere utilizzata solo ed esclusivamente sulla cable car sulla quale siete saliti. Se volete quindi iniziare la corsa su una linea e terminarla su un’altra dovrete pagare un altro biglietto. Bisogna anche precisare che per “corsa singola” si intende un viaggio “one way” (sola andata), quindi se vorrete andare da un capolinea all’altro e poi tornare indietro sulla stessa linea dovrete prendere un altro biglietto: visto che non si tratta di un biglietto a “tempo” ma a “corsa”, non è possibile rimanere all’interno del cable car per fare anche il viaggio di ritorno con lo stesso titolo di viaggio. Ma andiamo a vedere quali sono le opportunità per risparmiare qualcosa:
Visitor passport: il loro prezzo varia in base a quanti giorni vorrete utilizzarlo e vi permetterà inoltre corse illimitate sui mezzi pubblici muni. 1 giorno: 21$ – 3 giorni: 32$ – 7 giorni: 42$
Orari: il servizio delle cable cars inizia alle sei di mattina e prosegue per tutto il giorno fino a mezzanotte. La cadenza delle corse è piuttosto frequente in linea di massima c’è una corsa in partenza dal capolinea ogni 10 minuti. museo dedicato alla cable car: si trova in 1201 mason street e se volete approfondire la vostra conoscenza di questi peculiari mezzi di trasporto una visita può valere la pena: entrambe le linee powell-hyde e powell-mason fermano davanti al museo mentre la California st. ferma in mason street che è a soli tre isolati dal palazzo. E questo è il modo per arrivare consigliato, oltre che in tema, perché non c’è un parcheggio dedicato. Visitandolo scoprirete che non è solo un semplice museo ma è anche il punto dal quale partono tutti i cavi d’acciaio che consentono il movimento delle cable cars della città!
13) Nob Hill: Quartiere esclusivo con case dei ricchi. Si trova sulla collina più alta della città quindi c’è un bel panorama. C’è la Grace Cathedral del 1928, costruita in stile gotico ed ispirata a Notre Dame.
14) Union Sqare: Centro della città con teatri, hotel, grandi magazzini e negozi di lusso. Qui vicino c’è il ns albergo del 1999
15) Civic Center con il City Hall: E’ una grande piazza con il City Hall, il municipio della città (costruito tra il 1912 ed il 1915). La zona in cui si trova il Civic Center (soprattutto dal lato di Market St.) non è propriamente delle migliori di San Francisco per cui , se potete , evitatela di sera ( evitando anche di alloggiare nell’adiacente e degradata zona del Tenderloin) mentre invece di giorno non dovreste avere alcun tipo di problema.
16) Painted Ladies: https://www.viaggi-usa.it/painted-ladies-san-francisco/
Sono così chiamate le case in stile vittoriano con 3 o più colori.
– Le più fotografate sono quelle di Alamo Square, chiamate anche le Seven systers. (Ottime foto potrete scattarle dal lato del parco che dà su Hayes Street. Essendo il parco rialzato, salendo un po’ avrete la possibilità di riprendere le famose case vittoriane con la skyline sullo sfondo, una delle vedute panoramiche più usate per le cartoline della città)
– Altre case colorate si trovano: da Steiner Street proseguite a Nord (lasciando le Ladies alla vostra destra) costeggiando il parco, girate a sinistra in Fulton St, e poi a destra in Pierce Street. Arrivati all’incrocio con McAllister St. vi troverete sulla destra delle eleganti case con il tetto a punta
– poi Tornate ora indietro su Fulton Street, girate a sinistra costeggiando ancora il parco, noterete all’angolo alla vostra destra una villa d’altri tempi, la William Westerfeld House, e all’angolo opposto, su Scott Street un’altra serie di graziose case vittoriane colorate.
– la casa di Mrs Doubtfire (2640 Steiner Street)
– Uno dei quartieri più interessanti per andare in cerca di Painted Ladies è sicuramente Haight-Ashbury, il distretto della Summer of love, dove, ci sono molte case vittoriane dai più svariati colori, e potrete anche respirare l’atmosfera hippie degli anni ’60, qui ancora in vita.
- Painted Houses: dopo le Painted Ladies di Alamo Square queste sono sicuramente le più immortalate dai fotografi, per trovarle dovrete dirigervi al 144-146 Central Ave
- Four Seasons Houses: all’incrocio fra Waller Street e Masonic Ave (indirizzo 1303 Waller St.) trovate un altro complesso molto famoso di Painted Ladies, ribattezzato “Case delle 4 stagioni”.
- Grateful Dead House: dirigetevi in Ashbury Street, troverete una sfilata di abitazioni colorate ad aspettarvi. Al 727 vi aspetta quella dei Grateful Dead, band simbolo della Summer of Love. Se come me siete particolarmente sensibili all’argomento percorrete il tratto di Haight Street che va da Madison Ave fino a (almeno) Cole Street, sarete assaliti da un’atmosfera hippie anni ’60 particolarmente adatta ai nostalgici.
17) Golden Gate Park: Meraviglioso parco nel lato ovest della città lungo 5 km. e largo 800 mt. E’ il terzo parco più visitato degli Stati Uniti. Vanta oltre un milione di alberi e oltre 10 km di piste ciclabili. Molto apprezzata è l’area del giardino giapponese che si trova al centro, vicino allo Stowe Lake. C’è il Conservatorio dei fiori, una delle più grandi serre al mondo in stile vittoriano costruita nel 1878. Ci sono alcuni recinti dove vivono cervi e bisonti. Si può girare in bicicletta (da noleggiare lungo Stanyan Street e Haight Street, sul confine orientale del parco; non dimenticate di prendere anche un lucchetto). Risulta che si può girare anche in macchina.
18) Twin Peaks: collinette appena sotto il Golden Gate park dalle quali si gode una bella vista della città.
19) Oracle Arena (basket): sotto Oakland, quasi a San Leandro, per gli appassionati di basket
Impieghiamo 45 minuti per arrivare in un punto dal quale si vede il Golden Gate dal lato sinistro. Parcheggiamo nel Lands End Park dove ci sono l’ospedale dei veterani ed un campo da golf. A piedi scendiamo verso il mare fino ad un punto panormico (Mile Rock Beach View), ma c’è la nebbia e non si vede nulla. In compenso troviamo un coyote, capita spesso di incontrarne nei parchi della città. Vedendo che la visibilità è pari a zero evitiamo di perdere tempo con altri view point (volevo anche scendere sulla spiaggia …) e andiamo dritti al Golden Gate Overlook, il più vicino. Ci sono dei bunker. Lo si intravede appena. Da qui ci spostiamo al Presidio per visitare il cimitero americano con tutte le lapidi perfettamente allineate. Andiamo poi sulla spiaggia all’interno della baia e ci avviciniamo al ponte dal lato destro. Da qui c’è una bella visuale (dal Torpedo Warf) anche se la sommità dei piloni è avvolta dalla nebbia. Alcatraz sembra ancora un luogo più sinistro. Ci spostiamo al Fisherman’s Warf. Una cosa che proprio non abbiamo capito è il funzionamento dei parcheggi. In alcuni puoi parcheggiare sono a determinate ore dei giorni pari o dispari e sul lato destro o sinistro della strada … incomprensibile … Per non sbagliare abbiamo sempre parcheggiato in quelli grigi dove puoi sostare massimo due ore ($ 9) e si paga con carta di credito o contanti. Il Fisherman’s Warf è il punto vivo della città. Ci sono tanti negozi, ristoranti, artisti di strada e quindi tanti turisti. Sentendo tanti profumini decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa di veloce al The Grotto Restaurant (https://thegrottosf.com/) (€ 50), Pier e i ragazzi prendono un panino con il famoso granchio. Buono. Proseguiamo il giro e andiamo al Pier 39. Io punto dritta ai leoni marini. A differenza di quelli che vivono in altre parti del mondo, quelli della California non hanno la “criniera” (i maschi hanno la pelliccia fitta e leggermente più lunga sul collo possente). I leoni marini che ci sono qui sono marroncini e i maschi hanno semplicemente la testa più grossa e hanno una sorta di cucuzzolo sulla fronte. La differenza tra i leoni marini e le otarie con le foche sta nel fatto che i primi due hanno delle orecchie lunghe qualche cm mentre le foche hanno un foro. Leoni e otarie possono piegare le zampe posteriori sotto la pancia e “camminare”. Le foche invece si possono muovere solo strisciando con i classici movimenti buffi. I leoni del Pier 39 sono rumorosissimi. Molti dormono ma altri fanno una sorta di lotta. Io mi incanto a guardare gli animali quindi dopo un pò vengono a chiamarmi ….. loro non si sono neppure avvicinati … sono stati bruciati dalla puzza sentita da un’enorme colonia di otarie del Capo in Namibia … quindi ora le evitano come le peste …. qui onestamente non sento puzza anche perchè tutto finisce in mare mentre in Namibia, vivendo sulla spiaggia/rocce, fanno i bisogni, partoriscono e muoiono tutto nello stesso posto. Facciamo ancora un giro poi torniamo alla macchina. Tour panoramico della città con tanto tempo dedicato alla ricerca della strada perfetta sulle collinette dalla quale vedere la cable car che scende e il mare sullo sfondo. Gironzoliamo per un’oretta, scendiamo dalla famosa Lombard Street, facciamo due passi a Chinatown e poi andiamo a parcheggiare nei pressi di Union Square. Vediamo il nostro hotel del 1999. Giretto veloce tra le vie poi torniamo alla macchina. Andiamo ad Alamo Square per vedere le Painted Ladies e poi ci riproviamo con il Golden Gate. E’ sempre avvolto nella nebbia. Lo imbocchiamo per attraversare la baia. Ci fermiamo dall’altra parte nel parcheggio sulla destra ma non rende niente quindi evitiamo poi di salire al punto panoramico sulla montagna. C’è vento e fa freddo (13°C). Andiamo a Sausalito. Cittadina graziosissima. La immaginavo molto viva ma invece non c’è in giro nessuno. Cerchiamo un ristorante. Tra tutti quello che ci ispira di più è il Salito’s Crubhouse, direttamente sul mare (https://salitoscrabhouse.com/) (€ 126). Sarà la cena più cara della vacanza ma abbiamo mangiato benissimo e la location è molto bella. Decidiamo di prendere una zuppa di pesce familiare, il Cioppinolito Family Plat. Ci portano una pentola in ghisa con un coperchio che ogni volta che dobbiamo spostarlo … sembra di fare sollevamento pesi. Buonissimo. Super soddisfatti torniamo in hotel ad Half Moon Bay.
18) 14 agosto 2018 martedì – km.173 (San Francisco) – tempo sereno
Questa mattina anticipiamo perchè abbiamo il traghetto prenotato per le 9.10 per la visita di Alcatraz (vedi info scritte nelle pagine precedenti). La nebbia è sempre abbondante. Arriviamo al Pier … molo … n°33 ma non riusciamo a trovare parcheggio quindi Pier … marito …ci scarica e andrà da solo a cercarlo. E’ tutto organizzato molto bene. Ci mettiamo in coda e dopo un attimo Pier ci raggiunge. Ha dovuto lasciare la macchina in un parcheggio a 20 $. Il nostro sarà il secondo gruppo a partire per l’isola. Io avrei preferito la prima visita delle 8.45 ma 90 giorni fa, quando abbiamo prenotato on-line, abbiamo ritardato di qualche ora dal momento dell’apertura delle prenotazioni, quindi non c’era più disponibilità. I primi hanno la possibilità di fotografare i corridoi delle celle senza nessuna persona. Io ho dovuto faticare ma sono riuscita a fare lo scatto con solo una signora vicino ed un gruppo sullo sfondo (ma si vedono poco), il meglio che ho potuto fare. Pazienza. Il tragitto in traghetto dura una quindicina di minuti. Rimaniamo a poppa così vediamo la città, avvolta dalla nebbia, che si allontana. Bel colpo d’occhio. C’è una grande nave da crociera ormeggiata. Bello il San Francisco – Oakland Bay Bridge visto dal mare. Di Alcatraz si notano subito il faro e la casa diroccata del direttore della prigione. Quando si sbarca fanno una sorta di spiegazione nella piazza del porticciolo. L’isola si può girarare completamente da soli. Solo nei blocchi della prigione ci sono le audioguide in tutte le lingue e la visita è semi-guidata nel senso che si segue il percorso spiegato. Ma ci si può spostare e andare dove si vuole comunque. Molte persone si incamminano subito, appena sbarcato, per avere un pochino di privacy per visitare. Dopo un attimo andiamo pure noi. Puntiamo alle prigioni. La visita è davvero interessante. Narrano tutta la storia, si sentono le voci e i rumori come un tempo. E’ fatto talmente bene che in alcuni punti ci si dimentica delle persone intorno e sembra di vivere il momento narrato. Le celle sono da paura, soprattutto quelle per l’isolamento. Usciamo poi nel cortile dal quale si vede la città. Un timido sole fa capolino. Finiamo la visita delle prigioni (dura circa 1 oretta) facciamo un giro per l’isola e poi ci indirizziamo al porto. Il rientro è libero. Ci si mette in coda e si sale sul primo traghetto disponibile. Attendiamo poco l’arrivo della barca e alle 11.30 partiamo. IL tutto, tra attese varie, traghetto e vista, richiede circa 3 ore. Torniamo alla macchina e andiamo a Union Square. Passeremo separati qualche ora. Io e Martina giriamo per negozi nelle vie visitate ieri, mentre Matteo e Pier hanno prenotato (la sera alla Monument Valley quando abbiamo capito che non c’erano più possibilità di vedere la Yosemite Valley) il tour dell’Oracle Arena ad Oakland (palazzetto di basket dove giocano gli Golden State Warriors) (http://www.oraclearena.com/) (€ 17 a testa). Io e Martina andiamo da Macy’s, in Union Square, a pranzo (€ 27) e poi gironzoliamo per le vie entrando i qualche negozio. Nel mentre le nuvole sono completamente sparite. Come cambiano con il sole l’atmosfera della città e le temperature. Lasciandosi le spalle Union Square, su Post Street, c’è un bel colpo d’occhio dei grattacieli e l’incrocio tra Post Street e Market Street offre degli spunti fotografici tra grattacieli ed edifici antichi. Caratteristico l’Hobart Building. Seguiamo poi Market Street fino a Powell Street dove c’è un punto in cui vengono girate manualmente le Cable Car. Torniamo ad Union Square, giretto da Tiffany ed ecco che arrivano i patiti del basket, soddisfatti dalla loro visita. Vedendo che il tempo lo consente puntiamo subito al Golden Gate. Pazzesco, non c’è una nuvola e il sole splende ovunque nella baia ma sui piloni del ponte e sul lato sinistro, c’è la nebbia … Torniamo in hotel alle 18.30. Entriamo nel sito per pagare il transito di ieri sul ponte, mettiamo tutti i dati e la carta di credito ma non ci arriverà mai l’addebito. Abbiamo avuto per un pò il timore di aver sbagliato qualcosa e che ci potesse arrivare la multa ma invece nulla. Torniamo a cena al ristorante dell’altra sera, il Brewing Company (€ 98). Sempre ottima. Anche stasera le nuvole non ci hanno permesso di vedere il tramonto sul mare.
19) 15 agosto 2018 mercoledì – km.386 (costa atlantica – Cayucos) – tempo nuvoloso/sereno
Colazione e alle 8.30 si parte diretti verso sud.
Informazioni costa pacifica da San Francisco a Cayucos:
https://www.viaggi-usa.it/pacific-coast-highway-big-sur/
https://www.viaggi-usa.it/da-los-angeles-a-san-francisco/
http://www.visitcalifornia.com/it/trip/itinerario-classico-lungo-la-costa-del-pacifico
https://www.viaggi-usa.it/spiagge-california/
La Pacific Coast Highway n°1 è una meravigliosa strada di 1000 miglia che parte dal confine tra Oregon e California ed arriva al confine con il Messico. Il tratto del Big Sur era inagibile fino a quando non è stata costruita la strada dai carcerati nel 1937. Questo tratto in alcuni punti raggiunge i 1.000 metri sul livello del mare. Cosa vedere:
– Point Montara Lighthouse a Moss Beach
– Pigeon Point Lighthouse (35 km. a sud di Half Moon Bay): Dalla scogliera si vedono le foche (pacific harbour seal) e le balene. C’è un ostello dove si può dormire (https://www.hiusa.org/hostels/california/pescadero/pigeon-point-lighthouse-hostel)
– Ano Nuevo State Park (46 km. a sud di Half Moon Bay): https://www.parks.ca.gov/?page_id=29375
di fronte c’è l’Ano Nuevo Island dove gli elefanti marini vengono a partorire ma ce ne sono molti anche sulla spiaggia. Nel mese di agosto rimangono qui per cambiare la pelliccia. Ci vogliono i permessi che si chiedono al gate. Si può entrare da soli dalle 8.30 alle 15.30. Bisogna uscire per le 17.00. Bisogna camminare circa 4 miglia a tratta e l’escursione richiede circa 2 ore.
– Moss Landing: http://www.blueoceanwhalewatch.com/
operatore che organizza escursioni in mare per vedere le balene
– Monterey: https://www.viaggi-usa.it/monterey-cosa-vedere/
Andate sulla punta della penisola, nella parte nord dove c’è il Point Pinos Lighthouse. Seguendo il mare sulla 17-Mile Drive (a pagamento), che parte da Pacific Grove (dal faro) ed arriva a Pebble Beach, sono un susseguirsi di ville e campi da golf. Ci sono varie piazzole per fermarsi a fare foto. Alcune soste da fare sono Spanish Bay, Point Joe, la bella spiaggia di Lovers Point, Bird Rock dove vivono foche e leoni marini. Una sosta da fare è per vedere il Lone Cypress Tree, l’albero simbolo ufficiale di Pebble Beach cresciuto su un promontorio a strapiombo sull’oceano.
– Carmel: cittadina graziosa sul mare
– Point Lobos State Natural Reserve: Piccolo parco da girare in macchina sostando poi nei vari parcheggi per fare delle passeggiate. Si trova pochi km. a sud di Carmel. Costa 10 $ l’ingresso. I rangers spiegano cosa c’è da vedere. Si possono incontrare foche, elefanti marini e balene.
– Big Sur: https://www.viaggi-usa.it/big-sur-le-mille-meraviglie-della-costa-centrale-della-california/
Seguendo la Highway 1, strada costiera sul Pacifico, caratterizzata da scogliere con le onde che si infrangono, si arriva a Big Sur. Il Big Sur è una regione della costa centrale della California che si estende per circa 110 km tra Carmel-by-the-Sea a nord e San Simeon a sud. Comprende la costa e i retrostanti monti Santa Lucia che si alzano a picco sull’Oceano Pacifico. Questa conformazione produce un panorama che attrae turisti da ogni parte del mondo. Il Big Sur non ha confini definiti, nella maggior parte delle definizioni esso comprende i 114 km di linea costiera tra il Malpaso Creek nei pressi di Carmel Highlands (poco a sud di Carmel-by-the-Sea e San Carpoforo Creek nei pressi di San Simeon e si estende per circa 32 km all’interno, fino ai piedi delle colline Santa Lucia. Il Cone Peak del Big Sur, presenta l’aumento più ripido nell’elevazione costiera, tra i 48 stati continentali degli USA, salendo di 1,6 km sul livello del mare a soli 4,8 km dall’oceano. Le montagne trattengono gran parte dell’umidità delle nuvole, spesso in forma di nebbie mattutine, creando un ambiente favorevole alle foreste, che comprende l’habitat più meridionale per le sequoie. Più all’interno, nell’ombra pluviometrica, la foresta di conifere scompare e la vegetazione si trasforma in boschi di querce, e quindi nel chaparral californiano.
- Bixby Bridge: famoso ponte molto scenografico. E’ stato costruito nel 1932 ed è alto più di 85 metri. Dal Castle Rock View point si vede bene come pure dalla strada interna. Si trova 24 km. a sud di Carmel..
- Si può visitare il faro di Point Sur con visite guidate. Si trova 10 km a sud del Bixby Bridge
- Pfeiffer beach: spiaggia con la sabbia viola. Si trova 25 km. a sud di Bixby Bridge. Al tramonto il sole passa nella spaccatura del Keyhole Arch che c’è nel mare. Qui ci sono due local: il Nepenthe che ha un patio all’aperto sospeso a 800 metri sopra il mare mentre il Post Ranch Inn è arroccato 1.200 piedi sopra il Pacifico
- Mc Way Falls (sono a 20 km. a sud della Pleiffer Beach, quindi 70 da Carmel). Arrivate fino al Julia Pfeiffer Burns State Park, accanto al parcheggio inizia un breve sentiero (poco più di 1 km) che, passando per un tunnel sotto la Highway 1, vi condurrà a una scogliera spettacolare. Proprio qui troverete le cascate McWay Falls, che precipitano per 25 metri fino alla spiaggia formando spesso arcobaleni, e una panchina dalla posizione ideale per ammirare il panorama e, se capitate a marzo o ad aprile, le balene!
- San Simeon: http://www.bigsurcalifornia.org/elephant-seals.html
Qui c’è una grande colonia di elefanti marini. Si trovano, oltre che sulle isole, anche su alcune spiagge come Piedras Blancas, 9 km. a nord di San Simeon.
- Piedras Blancas Lighthouse
- Nell’entroterra a nord di San Simeon c’è il Hearst Castle un tempo privato ora appartiene alla California ed è visitabile. Il castello Hearst è un’enorme residenza privata fatta edificare dal magnate della stampa William Randolph Hearst. È situato vicino a San Simeon (California) su una piccola collina affacciata sul Pacifico a metà strada tra Los Angeles e San Francisco. Hearst battezzò il complesso La Cuesta Encantada (la salita incantata) ma generalmente tutti (compreso lo stesso imprenditore) lo chiamavano solamente The Ranch; dopo la morte del magnate prese il nome di Hearst Castle. Nel 1957 la Hearst Corporation, non volendo sostenere le enormi spese di manutenzione dell’improduttivo edificio, donò la proprietà allo stato della California che lo ha trasferito alla National Historic Landmark; al giorno d’oggi è aperto al pubblico che può visitarlo.
- Moonstone Beach: appena sotto San Simeon. Questa spiaggia è famosa per le rocce di luna che si possono trovare.
Puntiamo diretti al faro Pigeon. Ci sono 19°C. C’è un ostello nel quale si può dormire. Si trova in una location molto bella, sul mare arrabbiato. Sulle rocce appena sotto il punto di osservazione, ci sono diverse pacific harbour seals, foche bianche belle cicciottelle. Il tempo è uggioso. Preseguiamo. Lungo la strada vediamo tanti campi coltivati e diversi banchetti in legno che vendono i prodotti locali. Diventa sereno. Passiamo per Monterey, graziosa cittadina. Andiamo al faro Point Pinos ma oggi non è aperto (apre solo dalle 13 alle 16 da giovedì a lunedì – $ 4). Ci indirizziamo alla strada panoramica 17 miles (https://www.visitcalifornia.com/it/attraction/la-17-mile-drive). Il tratto costa € 9. Si segue in una proprietà privata che occupa tutta la penisola. Ci sono ville e campi da golf. Ci fermiamo in alcuni punti panoramici sul mare dove ci sono anche le foche. Belli questi scorci, peccato il contesto alle spalle, tutto tenuto bene ma artificiale. Torniamo a Monterey e pranziamo al The Monarch Pub & Restaurant (617 Lighthouse Ave) (€ 59). Parlando con il simpatico proprietario, veniamo a conoscenza di una cosa strepitosa … hanno riaperto da 2 o 3 giorni la strada del Big Sur!!! Wow. Noi stavamo tornando indietro all’inizio della cittadina per imboccare l’autostrada che passa nell’entroterra. Meno male che chiedo sempre. I miei familiari dicono che sono letteramente una spacca balle ma solo così si viene a conoscenza delle cose. L’anno scorso era caduta una frana che aveva interrotto la strada poi, cercando di sistemarla, è crollato un ponte. Anche qui, come per Yosemite, ho continuato a monitorare ma ovunque scrivevano che non si sapeva quando veniva riaperta. Se non fossimo venuti in questo ristorante non lo avremmo mai saputo. Per avere la certezza al 100% entro a chiedere in un negozio di antiquariato. La signora gentilissima addirittura telefona all’ufficio turistico. Via possiamo passare. Alle 13.30 partiamo. Da Carmel by the sea fino alla colonia di elefanti marini di Piedras Blancas sono circa 130 km.(strada tutta a curve a strapiombo sul mare) e da lì ancora 50 km.(strada dritta) per arrivare a Cayuco dove dormiremo. Giusto per dare un’idea dei tempi, impiegheremo 5 ore con alcune soste. La giornata è splendida. Ci sono parecchie macchine. Ci fermiamo a fare una foto al Bixby Bridge, scenografico, e poi a vari punti sul mare. Troviamo a fatica lo svincolo per la Pfeiffer Beach. Non ci sono segnaletiche, come unico punto di riferimento è l’area campeggio/motel/benzinaio di Pleiffer. La stradina si trova sulla destra. Ci vogliono quasi 20 minuti per arrivare al mare ed una volta giù dobbiamo pagare € 8,50 per accedere. Pier inizia ad avere male al polso destro. Pensiamo un nervo accavallato quindi rimane in macchina a riposarsi. Per fortuna la macchina ha il cambio automatico. Nei prossimi giorni guiderà sempre con una mano …. Io e i ragazzi andiamo una mezz’oretta in spiaggia. C’è vento e non riusciamo a togliere le felpe. In alcuni tratti l’ultimo strato della sabbia è viola. C’è una grossa roccia (Keyole Arch), sulla battigia, forata nella parte bassa. Le onde grosse creano un bell’effetto. Qui vengono i fotografi al tramonto in alcuni periodi dell’anno perchè il sole, quando arriva all’orizzonte, entra nel foro creando spunti fotografici. Se si sale sulla collinetta alle spalle, si può vedere proprio il fascio di luce che passa (http://www.dronestagr.am/keyhole-arch-pfeiffer-beach-big-sur-california-usa/). Ripartiamo fermandoci poi all’indicazione Julia Pfeiffer Burns State Park. In 5 minuti di passeggiata si arriva al punto panoramico dove si vedono le Mc Way Falls (http://www.williamselfphotography.com/photography/new-mcway-falls-big-sur-california). Bellissime. La cascata scende in vertiacale dalle rocce direttamente sulla sabbia. Per fortuna la spiaggia non ha accesso quindi è incontaminata. Arriviamo poi a Piedras Blancas per vedere gli elefanti marini. Non li avevamo mai visti. Mi sono piaciuti un sacco …. non avevo nessun dubbio su questo …. Anche qui sarei rimasta a guardarli delle ore perchè sono troppo buffi … Arriviamo a Cayucos, piccolo e paesino sul mare, dove pernotteremo al Cayucos Beach Inn (http://www.beachinncayucos.com/) (€ 161 – colazione compresa – prenotato su Booking e pagato all’arrivo). Molto bello e ben curato. Ci è piaciuto questo posto, sia il paesino che l’hotel. Usciamo a piedi per cena. Ci sono 20°C. Optiamo per Shooners (http://www.schoonerswharf.com/) (€ 124). Ha una terrazza sul mare proprio davanti al pontile. Mentre attendiamo i piatti, vado in spiaggia a fare due foto. Questa sera vedremo il tramonto. Ceneremo bene ma non giustifica il prezzo. Rientriamo sempre a piedi in hotel. Il paesino è completamente deserto.
20) 16 agosto 2018 giovedì – km.347 (Los Angeles) – tempo nuvolo/sereno
Facciamo colazione alle 8.30 si parte diretti a Los Angeles. Anche oggi c’è la nebbia.
Informazioni costa pacifica da Cayucos a Los Angeles:
– San Luis Obispo: missione di San Luis Obispo de Tolosa in 751 Palm Street e Bubblegum Alley, angolo 733 Higuera St, c’è un muro coperto di chewing-gum. Andando verso sud, una volta raggiunto il mare (sono 7 km di deviazione) si può vedere il Point San Luis Lighthouse.
-Dal Gaviota pass a Santa Barbara : seguire sempre la 101 direzione mare e non la 154 direzione Los Olivos e poi Santa Barbara. Si passa sul mare – vigneti e coltivazioni di avocado
– Santa Barbara: https://www.viaggi-usa.it/santa-barbara-cosa-vedere/
Cittadina sul mare dove c’è il Stearns Wharf, il più antico molo di legno di tutto lo stato della California (1872). Sul pontile c’è il famoso Santa Barbara Shellfish Company, ristorante, ottimi i granchi (http://shellfishco.com/)
– County Courthouse: Bellissimo edificio, ancora in funzione, in stile antico-ispanico (anche se realizzato nel 1929) e definito da Charles Moore “la struttura revival in stile Coloniale Spagnolo più grandiosa mai costruita”. Dentro troverete molte cose da vedere: murales, piastrelle, arredi eleganti e tutta una serie di rimandi allo stile delle antiche missioni, con colori accesi e brillanti. Fate una bella visita guidata (è gratis!) e non perdete occasione di salire in cima alla torre dell’orologio (El Mirador) per ammirare uno dei più bei panorami di Santa Barbara
– La vecchia Missione di Santa Barbara è una delle architetture sacre più belle che potrete ammirare sulla costa della californiana. La missione risale al 1786, ma la chiesa cattolica, con la sua maestosa facciata con doppio campanile, fu eretta nel 1820 ed è tuttora la missione più visitata della California. La chiesa è sempre attiva per le funzioni religiose e nell’edificio comunicante ospita un interessantissimo museo dove approfondire la storia dell’incontro fra i frati francescani e i nativi, con tanto di testimonianze storiche e oggetti sacri e profani dell’epoca.
– da Santa Barbara a Ventura
tratto panoramico della 101. Si vedono le Channel Islands. Qui vengono coltivate le fragole migliori del paese da febbraio a settembre. Ci sono piantagioni enormi.
– Oxnad: Point Hueneme Lighthouse
– Malibu: https://www.viaggi-usa.it/malibu-california-cosa-vedere/
Malibu, soprannominato “The Bu” non è un paesino piccolo lungo la costa ma per Malibu si intende un tratto litoraneo di circa 27 miglia che comprende diverse spiagge (da nord verso sud):
- Parco Statale di Point Mugu: ha otto chilometri di litorale con scogliere, spiagge e dune di sabbia, colline, due canyon fluviali e ampie vallate erbose. Ci sono anche chilometri di sentieri per escursionisti.
- North Beach / Leo Carrillo State Beach: ci sono 3 spiaggie: North Beach, ampia, adatta alle famiglie e dog-friendly (attenzione ad usare il guinzaglio!), Sequit Point, una zona rocciosa con pozze e grotte facili da esplorare con la bassa marea mattutina e South Beach, una bella spiaggia sabbiosa anch’essa con pozze create dalla bassa marea.
- El Sol Beach: spiaggia tranquilla raggiungibile solo dal litorale in quanto non c’è la scala di accesso
- El Matador: oceano agitato e molte rocce. Noi ideale per il nuoto. Bello al tramonto per il sole che passa nel Rock Arch.
- Broad Beach: ci sono alcune case che devo essere protette dall’erosione della spiaggia. In inverno, con l’alta marea, non c’è sabbia per camminare
- Zuma Beach: lunga 3 km. è ideale per le famiglie
- Westward Beach: lunga spiaggia con bagnini e servizi igienici
- Little Dume Beach e Big Dume Beach: Big Dume Beach è la spiaggia principale di Point Dume State Beach. A Little Dume Beach si arriva camminando a piedi sulla battiglia da paradise Cove o da Big Dume Beach. Da Big Dume alcuni sentieri salgono fino a Point Dume, un punto di osservazione delle balene grigie durante la migrazione da febbraio ad aprile ma è anche uno dei luoghi preferiti e spettacolari in cui fare climbing sulla roccia e saltare in acqua. Al 29245 di Cliffside Drive c’è una piccola area adibita a parcheggio che contiene una decina di auto. Si accede alla splendida spiaggia nascosta di Pirate’s Cove sotto il belvedere di Point Dume. A Point Dume hanno girato la scena finale del Pianeta delle Scimmie.
- Paradise Cove: spiaggia attrezzata con ombrelloni e lettini
- Escondido Beach: è una spiaggia sabbiosa a sud di Point Dume costellata di vegetazione e di abitazioni direttamente sul litorale, praticamente a ridosso dell’acqua. C’è un accesso pubblico attraverso una lunga scala a ovest del ristorante Geoffrey’s Malibu (27400 PCH) dove ci sono alcuni spazi per parcheggiare, in realtà pochi, oppure si può entrare dal ponte sul fiume Escondido Creek in prossimità del civico 27148. Questa zona è frequentata anche dai subacquei.
- Dan Blocker Beach: Qui si prova il famoso ahi burger (hamburger di pesce) del Malibu Seafood Fresh Fish Market and Patio Cafè (25653 Pacific Coast Hwy) dove “il pesce è sempre fresco”
- Malibu Lagoon State Beach: il torrente Malibu Creek crea una laguna. Paradiso dei surfisti con onde perfette. Si può parcheggiare lungo la highway oppure all’entrata della Adamson House (23200 PCH). Hanno girato i telefilm Hanna Montana e The OC. Si può mangiare in uno dei ristoranti più popolari, da Malibu Farm, un bar-ristorante con cucina biologica che si trova proprio lì, al capolinea, con il motto “dal molo al tavolo”. Su questo molo, nel film Forrest Gump, il protagonista smise di correre.
- Carbon Beach: la più visitata per presenza ville persone famose. E’ lunga km.2,5 ed ha gli accessi ai due punti estremi ed anche uno al centro.
- Topanga Beach: frequentata dai surfisti. Ottimo ristorante Mastro’s Ocean Club Mastro
Altro da vedere:
- Getty Villa: strutturata come un’antica villa romana che espone circa 45.000 pezzi d’arte greca, romana ed etrusca risalenti al periodo che va dal 6500 A.C. al 440 D.C. Nel 1954 il petroliere Paul Getty creò una galleria d’arte nella sua casa a Malibu ma dopo qualche anno lo spazio per esporre divenne insufficiente. Da qui nacque la decisione di costruire una villa nelle vicinanze in cui esibire le sue opere. La Villa Getty, una delle sedi del Getty Museum, è stata aperta nel 1974 e si trova al 17985 di Pacific Coast Highway – Pacific Palisades, fra Malibu e Los Angeles. Molti visitatori arrivano qui per vedere uno dei pezzi più importanti: l’Atleta di Fano, un nudo in bronzo a grandezza naturale. Tranne il martedi, il giorno di Natale e del Ringraziamento, l’entrata è gratuita dalle 10 alle 17 ma è consigliato prenotare con anticipo. Da notare che il parcheggio con mezzi privati costa 15$ e “solo” 10$ dopo le tre del pomeriggio. Diversamente si può optare per raggiungere la proprietà con mezzi pubblici.
- Solstice canyon: il Solstice canyon (3455 solstice canyon rd, vicino alla dan blocker county beach) è un sentiero che attraversa le splendide Santa Monica mountains lungo il quale si godono viste meravigliose, tra cui l’oceano e una grande varietà di piante e fauna. il canyon è anche famoso per le sue cascate perenni. l’escursione completa del Solstice canyon, un tempo abitato dalla tribù Chumash, sarebbe lunga una decina di chilometri ma si possono fare varianti più brevi.
- Malibu Wine Hikes: Malibu Wine Hikes (32111 Mulholland Hwy) permette di fare uno spettacolare tour panoramico nei vigneti arricchito da probabili incontri con la fauna lungo il percorso e dalla degustazione di vini a conclusione della giornata. Occorre fare attenzione ad avere un’autista sobrio al ritorno perché la strada è a curve e buia di sera.
- Adamson House: Adamson House (23200 PCH). E’ la casa al mare di una certa famiglia Adamson, in stile spagnolo coloniale revival con arredi originali dei primi anni del 1900. Non è una proprietà abitata da una ricca famiglia, è invece un’abitazione storica aperta a visitatori provenienti da tutto il mondo come ormai rara testimonianza di stile di vita di quell’epoca. Occupa uno dei luoghi più idilliaci sull’oceano di tutta la California meridionale. Situata nei pressi del molo di Malibu fra la famosa spiaggia di Surfrider e la laguna, la casa vanta un mix esotico di influenze spagnole e moresche, con splendidi display di piastrelle decorative, porte intagliate a mano e affreschi.
– Santa Monica:
https://www.viaggi-usa.it/santa-monica-california-cosa-vedere/
https://www.viaggi-usa.it/santa-monica-pier/
- visitare il pier più famoso degli Stati Uniti. Sul molo, oltre ai ristoranti, c’è un parco divertimenti con la famosa Ferris Wheel, la ruota panoramica da energia solare. Il ristorante più famoso è il Bubba Gump Shrimp Co. (è una catena) che si ispira al film Forrest Gump. Il piatto forte sono i gamberetti. Fare la classica foto di rito sotto la scritta “Route 66, End of the trail”. Si trova poco oltre il ristorante Bubba Gump. C’è anche un negozietto, 66 to Cali, che vende souvenir della mitica strada che parte da Chicago ed arriva fino a qui.
- c’è una spiaggia molto bella lunga 4,5 km.
- Ocean Avenue: parallela all’oceano e ad est della Pacific Highway, è una strada curata dove si può passeggiare. Ci sono ristoranti, negozi ed hotel
- Palisedas Park: poco più a nord del molo, leggermente rialzato, dal quale si gode un ottimo panorama della spiaggia, camminando tra una trentina di tipologie di piante. Ci sono panchine ed area pic-nic.
- Tongva Park: alle spalle del molo, ci sono giardini curati con fontane, panchine ed area pic-nic.
- Downtown, le vie dello shopping: 1) 3rd St. Promenade, una strada pedonale con negozi e ristoranti. Il luogo più famoso qui per fare acquisti è il Santa Monica Place, un centro commerciale all’aperto su tre piani dove ci si può anche divertire con gli spettacoli del Comedy Theater. 2) Main Street con altri negozi e ristoranti, il Center for the Arts ricco di iniziative ed eventi, il Visitor Information e la City Hall, il municipio risalente al 1685 che ospita dipinti originali in stile art decò. 3) Montana Avenue ci sono boutique, ristoranti, uffici e non solo. Qui si trovano anche la Branch Library, una grande biblioteca tecnologica e l’Aero Movie Theatre, un cinematografo fondato nel 1940, a quel tempo unica struttura del suo genere ad essere aperta 24 ore al giorno per permettere ai lavoratori turnisti di assistere alle proiezioni.
- A Santa Monica sono stati girati diversi film come Beverly Hills Coop III, Rocky III, Iron Man, Ocean’s Eleven, Forrest Gump, Baywatch e Pacific Blue.
– Venice: https://www.viaggi-usa.it/venice-beach-los-angeles/
Caratteristica per i numerosi ponti, i murales sugli edifici, gli artisti di strada. Alle spalle del molo, leggermente a nord, ci sono 4 canali caratteristici. Il motto della cittadina è “più strano è, meglio è”.
- Venice Beach Boardwalk chiamato anche Venice Ocean Front Walk strada lungo il mare ornata di palme dove ci sono ristoranti e negozi. Qui ci sono persone che praticano sport, artisti di strada ecc ecc, è il punto focale della cittadina.
- Gingerbread Court (517 Ocean Front Walk) è un delizioso angolo che merita una visita, con edifici in mattoni dall’aspetto gradevole e una stradina costellata di negozi e ristoranti caratteristici
- Venice Beach Skate Park (1800 Ocean Front Walk) area per gli skete dove si possono vedere acrobazie incredibili
- Breakwater: la spiaggia, dove i surfisti fanno da padrone.
- Muscle Beach: la spiaggia più famosa, vicino allo skate park. Qui ci sono tantissimi culturisti che si allenano c’è un tratto di strada, la Walk of Fame, dove ci sono targhe di persone che hanno contribuito all’industria del fitness.
- Fishing Pier (incrocio fra Ocean Front Walk e Washington Blvd.) è un molo aperto tutti i giorni lungo il quale, oltre alla passeggiata d’obbligo, si può pescare e osservare i surfisti. Da qui l’oceano e la spiaggia regalano splendide vedute.
- Venice Sign: un’insegna luminosa che riporta il nome VENICE è diventata un’icona del luogo. Si trova tra Windward e Pacific Avenue
- Abbot Kinney Boulevard: battezzata così in onore del fondatore di Venice, via per lo shopping con ristoranti. Qui hanno girato molte scene di film e telefilm. E’ la seconda via più importante della città
- Il Venice Canal Historic District (Eastern Court, Strong Dr., Carrol Ct. e Canal Ct.) è la zona dei canali ideata da Abbot Kinney nel 1905, quella per cui questa città prende il nome di Venice. Questa graziosa zona residenziale, con tanta vegetazione, palme, piante e angoli fioriti, non è transitabile solo via acqua, è un’area pedonale dove molte abitazioni hanno costi elevati e stili architettonici. Per raggiungere le sponde del fiume ci sono graziosi ponti, principalmente di colore bianco, di forma arcuata per consentire il transito di piccole imbarcazioni, anche canoe. Assieme all’Ocean Front Walk e ad Abbot Kinney Boulevard questo distretto è un must see in città. I tre siti rappresentano il minimo da vedere se si ha poco tempo a disposizione per farsi un’idea della città
– Marina del Rey: Insenatura con il porto turistico. E’ la zona alle spalle di Venice.
– Long Beach: https://www.viaggi-usa.it/long-beach-los-angeles/
– Queen Mary ancorata al porto, meraviglioso transatlantico ora hotel e visitabile
– Point Vicente Lighthouse (ad ovest della città, sulla penisola)
–Point Fermin: ad ovest della città, sulla penisola, sotto il Point Vicente Lighthouse
– Harbor Breeze: https://2seewhales.com/about-us/ – operatore che organizza escursionio per vedere le balene
In un paio d’ore arriviamo con il sole a Santa Barbara. Come cittadina non ci dice nulla. C’è il lungomare con le palme e la spiaggia libera. Ci sono tantissimi barboni. Facciamo due passi e poi andiamo al pontile. Non sarebbe proprio ancora ora di pranzo ma vedendo i piatti che escono dal Shellfish restaurant… decidiamo di fermarci. I tavoli proprio del ristorante, dove servono al tavolo, sono tutti pieni, quindi ordiniamo e poi ci sediamo su altri tavoli esterni (€ 39). Prendiamo solo due piatti in 4 perché non abbiamo fame… questa è gola. Spettacolari le polpette di pesce. Ripartiamo. Ci fermiamo alla spiaggia El Matador (€ 2,50 all’ora). Io e i ragazzi scendiamo in spiaggia. Pier rimane in macchina per il male al polso. Ne approfitta per rilassarlo. La spiaggia è bella con diverse grosse rocce. Adesso che scrivo l’itinerario (17 novembre) continuo a vedere alla tele le immagini del grande incendio che sta devastando la zona di Malibu. Ho trovato un’immagine proprio di questa spiaggia e del parcheggio in fiamme. Mamma mia quanta devastazione. Rimaniamo un attimo con i piedi a mollo e poi partiamo. A fatica riusciamo a trovare posto per la macchina ad Escondido Beach. Le indicazioni che dicevano di parcheggiare al ristorante Geoffrey’s Malibu non sono attendibili, come immaginavamo. Difficile che diano il permesso di lasciare la macchina nel parcheggio di un ristorante per andare in spiaggia …. Scendo solo io una corsa e loro rimangono in macchina. In prossimità di questo ristorante c’è una spiaggia libera dalla quale iniziano le case su palafitte. Bel colpo d’occhio. Mare bellissimo con le onde. Certo che avere una casa qui è veramente strepitoso anche se alle spalle c’è Pacific Coast Hwy, strada ad alto scorrimento. Tutte le vie di accesso laterali alle casette sono blindate. Da qui in poi saltiamo tutto, anche il molo di Malibu perchè Pier non ce la fa più con il polso quindi andiamo diretti al nostro hotel a Venice il Venice Breeze Suite (www.venicebreezesuites.com solo pernottamento – prenotato su Booking e pagato la prima notte € 287 al momento della prenotazione e le altre due, 307 a notte, all’arrivo). Riguardo a questo pernottamento c’è da dire una cosa. Cinque mesi prima di partire abbiamo dovuto cambiare l’appartamento prenotato. Avevamo fatto la prenotazione all’Ellison Suites a 300 € a notte con accordi che 96 ore prima del nostro arrivo avrebbero addebitato tutto l’importo. A febbraio ci scrivono direttamente loro dicendo che se non pagavamo tutto subito la nostra prenotazione sarebbe stata annullata. Guardo su Booking ed in effetti leggo che hanno cambiato le modalità. C’è stata una serie di mail perché avevamo paura che fosse una truffa. Ci dicono alla fine che va bene com’era stato pattuito. A giugno ci chiedono di nuovo il pagamento. Sentiamo la Booking e ci dicono che non possono fare una cosa del genere. Se hanno cambiato le condizioni questo deve essere per le nuove prenotazioni, non per le vecchie. Qui è questione di principio. Se ci avessero chiesto tutto l’importo subito, l’avremmo pagato senza problemi ma non possono cambiare le carte in tavola dopo. Disdiciamo quindi la prenotazione e la rifacciamo al vicino Venice Breeze Suite. Quando siamo arrivati a Los Angeles per curiosità abbiamo guardato sulla Booking e… ma toh… la camera che avevamo liberato, era ancora disponibile. Gli sarebbe convenuto lasciare le cose come stavano… Il Venice Breeze Suite è carino, pulito e direttamente sulla via principale sulla spiaggia, vista mare. Gli appartamenti sono spaziosi. Hanno un letto matrimoniale, un divano letto e la cucina. L’unico neo è che non c’è il parcheggio privato. Bisogna lasciare l’auto o lungo le strade interne o in parcheggi a pagamento. Arriviamo alle 17.00, scarichiamo i borsoni e Pier cerca un buco, invano, dove lasciare la macchina. Alla fine trova fino alle 11 di domani ad € 35. Sa che è una ladrata ma non ragiona più dal male al polso quindi va bene così. Poi domani troveremo una soluzione decisamente più conveniente facendo un pacchetto per due giorni. Andiamo in un market nella via sulla spiaggia a fare due acquisti anche per le colazioni dei prossimi giorni. Venice non è cambiata affatto in tutti questi anni. E’ davvero particolare, va vista. Ci sono una serie di bancarelle dove i barboni vendono cose improbabili (di notte dormono sotto le palme), ci sono artisti di strada, negozietti, campi da basket e palestre a cielo aperto e poi c’è una pista per skateboard. Hanno dipinto murales ovunque. E’ un posto vivace ma non c’è nessuno che ti rompe le scatole. I nostri amici Basket sono arrivati ieri sera e ripartiranno domani quindi abbiamo solo questa sera per incontrarci ma non riusciamo. Loro sono al molo di Santa Monica e noi non vogliamo spostare la macchina … non che al ritorno non troviamo più posto o che dobbiamo ripagare … Cerchiamo su internet un ristorante nelle vicinanze e andiamo a piedi in direzione Santa Monica. Nel mentre vediamo il tramonto. Si trova sul lungomare si chiama Venice Ale House (http://venicealehouse.com/) (€ 98) ceneremo abbastanza bene. Anche se ormai è buio torniamo a piedi. I barboni sono già tutti in branda … e praticamente non c’è in giro nessuno.
21) 17 agosto 2018 venerdì – km.67 (Los Angeles) – tempo sereno
Questa mattina ce la prendiamo comoda. Facciamo colazione in camera (la cucina è attrezzata anche con macchinetta del caffè) e poi alle 10.30 partiamo per il centro di Los Angeles. Quando abbiamo prenotato il viaggio volevamo passare la giornata di oggi agli Universal Studios e domani in giro per la città. Abbiamo accantonato l’idea perché fa troppo caldo (30°C), dopo tutti questi giorni di viaggio abbiamo anche piacere di cazzeggiare un po’ e anche perché costa parecchio. Non saremmo riusciti a rimanere dentro tutto il giorno. Con il senno di poi avremmo potuto partire un giorno prima, ma non potevamo prevedere di saltare gli Studios.
Informazioni sul Los Angeles in senso orario:
https://www.viaggi-usa.it/cosa-vedere-a-los-angeles/
Los Angeles è una metropoli immensa. Da Est a Ovest si estende per circa 47 chilometri mentre da Nord a Sud per 71 km.
1) Mulholland Drive: appena prima della congiunzione tra la 405 e la 101, a sinistra, fare un salto al punto panoramico sulla città. E’ una strada che appare spessissimo nelle pellicole hollywoodiane. Lungo il percorso si può godere di scorci mozzafiato sulla metropoli.
2) Bel Air: https://www.viaggi-usa.it/bel-air-los-angeles/
A meno di 20 minuti di macchina da Beverly Hills, si trova il sito per eccellenza delle dimore dei divi (circa 8.000 abitanti), una collina che non solo annovera alcune fra le proprietà più costose della città ma si rivela anche un piacevole percorso di guida fra le colline. Potete procurarvi una mappa delle ville
3) Universal Studios
https://www.universalstudioshollywood.com/
https://www.viaggi-usa.it/universal-studios-los-angeles/
Orari: 9-22 $ 119 a testa – conviene comperare su internet i biglietti il giorno prima. Si risparmia, si evita la coda per il biglietto e si può entrare 1 ora prima.
per arrivare sono 37 km. la strada più scorrevole è la 10 (Santa Monica) poi la 405 (San Diego) poi la 101 (Ventura)
I tradizionalisti ameranno soprattutto lo Studio Tour, che porta i visitatori in giro per i set cinematografici più famosi degli Studios, da_ Ritorno al futuro_ (con la famosa piazza dell’orologio di Hill Valley…) a I pirati dei Caraibi, dalle case delle protagoniste di Desperate Housewives al motel di Psycho. Altri tour vi renderanno protagonisti di vere e proprie scene di film, con tanto di effetti speciali e stuntman: vi sentirete come al cinema… ma dall’altra parte dello schermo! la migliore attrazione in assoluto, Harry Potter and the Forbidden Journey. A seguire lo Studio Tour, un’ora molto piacevole a spasso tra i set cinematografici di Hollywood. Il mio consiglio è quello di scendere poi nella parte bassa del parco e fare Jurassic Park, The Revenge of the Mummy e i Transformers per poi tornare su e completare il giro con i Minion, Springfield e la Simpsons Ride e infine The Walking Dead. Da non perdere anche lo show di Waterworld, quello di Animal Actor e degli Special Effects. Si possono invece tralasciare il volo sull’Hippogriff e la bottega di Hollivander in zona Harry Potter. Appena fuori dal parco e prima del parcheggio (25$) si trova la coloratissima Universal City, con negozi e ristoranti di ogni genere.
4) Beverly Hills: https://www.viaggi-usa.it/beverly-hills-los-angeles/
Il quartiere dei ricchi (circa 37.000 abitanti), immortalato da centinaia di pellicole cinematografiche. Ci sono le case di personaggi famosi, strade importanti, musei, parchi, edifici in stile coloniale. Inoltre si tratta di un quartiere verde e decisamente piacevole da visitare.
- Rodeo Drive (https://www.viaggi-usa.it/rodeo-drive-los-angeles/)
Nel 2003 il comitato per Rodeo Drive ha fondato la Rodeo Drive Walk of Style per onorare “leggende di stile che hanno dato un importante contributo al mondo della moda, del costume e del design”. Normalmente viene selezionato per questa onorificenza un personaggio all’anno. Ogni targa riporta il nome e la firma del destinatario unitamente alla motivazione per il riconoscimento. Il 9 settembre 2003 è stata presentata la prima targa, dedicata a Giorgio Armani. In questa occasione è stata inaugurata l’opera di Robert Graham denominata Torso, una lucente scultura di donna senza veli, priva di testa e braccia, realizzata in alluminio e alta 4 metri. Questa scultura si trova all’incrocio fra Rodeo Drive e Dayton Way, punto d’inizio della Walk of Style, simbolo della “passeggiata dello stile” dove si possono notare non solo i nomi di stilisti, gioiellieri e maestri della moda come Ferragamo, Valentino, Missoni, Bulgari, Cartier e i fratelli Versace che si sono aggiunti ad Armani, ma anche personaggi simbolo di stile ed eleganza, come la principessa Grace. Si può svoltare nel grazioso loop (una breve deviazione semicircolare che rientra su Rodeo Drive) denominato Two Rodeo.
- Civic Center e City Hall: Il Beverly Hills Civic Center (455 N. Rexford Dr.) con il monumentale City Hall (municipio) in stile coloniale spagnolo e la sua cupola piastrellata, è il simbolo della città. E’ davvero molto bello. Risale al 1932 ed ora la costruzione è collegata al nuovo centro civico tramite cortili, balconi, corridoi con arcate che richiamano sempre lo stile ispanico.
- Beverly Wilshire hotel (Pretty Woman)
- Beverly gardens park: al 9990 di santa Monica boulevard, una grande insegna dalla forma a mezzaluna (molto fotografata dai turisti) con la scritta Beverly Hills posta sopra una fontana di ninfee ci segnala che siamo arrivati al beverly gardens park. all’interno di quest’area verde lunga più di tre chilometri e mezzo, si passeggia fra sentieri ammirando cactus e rose. all’interno del Beverly gardens park, nell’angolo di Santa Monica blvd. e wilshire blvd. si trova l’electric fountain, una singolare fontana con una colonna alta sei metri da cui svetta una statua che ritrae un membro di una tribù locale indiana inginocchiato in preghiera. la struttura, costruita nel 1931, di notte crea un affetto molto particolare in quanto è illuminata da una successione di luci colorate. in questo parco si svolge l’evento artistico Beverly Hills art show nel terzo fine settimana di maggio e ottobre (vedi sezione eventi).
5) Hollywood: In Hollywood Boulevard
- Walk Of Fame: ci sono le stelle di oltre 2400 personaggi famosi
- TCL Chinese Theatre: Fu commissionato in seguito al successo del vicino Egyptian Theatre. Costruito in circa 18 mesi a partire dal gennaio 1926, venne inaugurato il 18 maggio 1927 in occasione dell’anteprima del film Il re dei re. Da allora è stato sede di numerose anteprime e di tre cerimonie degli Academy Awards, svoltesi nel 1944, 1945 e 1946. Tra le caratteristiche più peculiari del teatro vi sono i blocchi di cemento fissati nel piazzale, che recano le firme, le impronte delle mani e dei piedi di personaggi popolari del mondo dello spettacolo dal 1920 a oggi. L’esterno del teatro è stato realizzato sulla base della pagoda cinese. Sulla parete anteriore dell’edificio è raffigurato un grande drago, mentre due cani ming sono posti ai lati dell’entrata principale; sui fianchi del tetto in rame vi sono delle piccole sagome di drago. E’ stata la sede della consegna degli Osscar dopo il Roosvelt hotel e prima dell’attuale Dolby Theatre.
- Dolby Theatre: dal 2001 ospita la cerimonia degli Oscar. Si trova sul retro del Teatro Cinese.
- Roosvelt Hotel: hotel storico dove hanno fatto la prima cerimonia degli Oscar nel 1929 (ns albergo nel 1999)
6) scritta Hollywood: Si trova nella parte ovest di Griffith Park, sui pendii del Monte Lee. Osserva Los Angeles dall’alto fin dal 1923, quando vi si leggeva ancora “Hollywoodland”: la scritta nacque infatti come cartellone pubblicitario per un nuovo progetto di sviluppo immobiliare con quel nome, prima di diventare il vero simbolo della capitale del cinema. Ristrutturata in diverse occasioni, la scritta Hollywood è comparsa in infiniti film e serie TV (provate a ricordarne qualcuno!). Ogni lettera, costruita in lamina di metallo, è alta 15 metri, e in origine era illuminata da lampadine. Il punto migliore per osservarlo e scattare foto ricordo è sicuramente la zona a nord di Franklin Ave e più precisamente N Beachwood Drive, che arriva proprio sotto al monte Lee in cui si trova la gigantesca insegna e soprattutto Mulholland Hwy dove ci sono anche molti parcheggi lungo la strada ed un grande parco frequentato dai tantissimi fan di Hollywood.
7) Griffith Park: Griffith Observatory è al tempo stesso un osservatorio, un planetario e un museo d’astronomia situato a Griffith Park, dove si gode di una splendida vista del centro di Los Angeles e della famosa scritta di Hollywood. L’attrazione è gratuita, ma se volete dare uno sguardo al cielo notturno, soprattutto in estate, mettetevi in fila prima di sera; chiudono la fila dopo un certo numero di persone. Comunque una visita val la pena per vedere l’edificio stesso e il magnifico panorama che permette di ammirare. Nel parco corrono oltre 80 chilometri di sentieri, alcuni dei quali raggiungono Mount Hollywood: con i suoi 495 metri di altezza, il monte è il punto più elevato della zona. Nel Griffith Park si trovano anche un teatro, il Greek Theater, e uno zoo
8) Sunset Boulevard: Strada trafficata ma caratteristica dove sono stati girate molte scene di film. Ci sono negozi, locali, hotel ecc.ecc.
9) La Brea Tar Pits (Hancock Park): Nella preistoria, ben prima che la saga dell’Era Glaciale spopolasse nei cinema di tutto il mondo, mammuth e tigri dai denti a sciabola già abitavano l’area di Los Angeles. I loro resti fossili sono stati ritrovati nella zona di La Brea, presso Hancock Park, e raccolti nel George C. Page Museum of La Brea Discoveries, uno dei musei più amati dai bambini di tutta Los Angeles. La più famosa attrazione di La Brea però sono le oltre 100 tar pits, delle grandi pozze di catrame maleodorante che si trovano nel parco. Negli anni dal catrame sono stati “pescati” innumerevoli resti fossili, e altri vengono ancora ritrovati.
10) Olvera Street (Pueblo de Los Angeles):
https://www.visitcalifornia.com/it/attraction/olvera-street/ – https://www.viaggi-usa.it/el-pueblo-olvera-street/
l’area è parte di El Pueblo de Los Angeles Historic Monument nella zona più antica del centro cittadino, testimoniato dalla Avila Adobe, una casa storica dove si respira l’aria di quella che fu la prima Los Angeles. Questa fu la prima casa costruita in città, nel 1818, da Don Francisco Avila. Potrete girellare fra le bancarelle di un coloratissimo mercatino messicano e mangiare piatti tipici accompagnati da musica dal vivo. Ristorante El Paseo Inn, ottimo.
11) Downtown (financial district):
- Walt Disney Concert Hall: https://www.visitcalifornia.com/it/attraction/walt-disney-concert-hall
Si trova al n°111 di South Grand Avenue nel Downtown di Los Angeles, costruito sulla Bunker Hill, è il quarto salone del Los Angeles Music Center. Viene utilizzato come sede per la Los Angeles Philharmonic Orchestra e la Corale di Los Angeles e dispone di 2265 posti a sedere. L’edificio, disegnato da Frank Gehry, è stato inaugurato il 23 ottobre 2003. La sua architettura (come negli altri lavori di Gehry) ha ricevuto critiche contrastanti, mentre l’acustica è largamente considerata migliore del suo predecessore, il Dorothy Chandler Pavilion.
- City Hall: si può salire all’ultimo piano per vedere il panorama
- Wilshire Grand Center:Con i suoi 335 mt. è il grattacielo più alto della città, della California e degli Stati Uniti d’America a ovest del fiume Mississippi. Si trova al 900 Wilshire Boulevard
12) Staples Center (stadio Basket): https://www.staplescenter.com/
Andiamo a Beverly Hills. Lasciamo la macchina nei parcheggi ad ore. Facciamo qualche foto alle vie con le palme e le villette, alla scritta Beverly Hill nel Beverly Garden Park in Santa Monica Blvd e poi andiamo in Rodeo Drive. Fuori dai negozi delle grandi firme ci sono macchinoni notevoli. Per pranzo andiamo al Whole Food Market (https://eu.wholefoodsmarket.com/?destination=www.wholefoodsmarket.com%2F) (€ 47), una sorta di nostro Naturasi (prodotti biologici), ma più grande. In questo supermercato – che fa parte in una catena presente anche in altre città della California – hanno anche un self service con tavoli per colazione, pranzo e cena. C’è un self service spettacolare di insalate. Te le puoi comporre come vuoi. Pranziamo sui tavolini all’interno del market. Ci indirizziamo poi all’Hollywood Boulevard. Troviamo parcheggio stranamente gratuito in Las Palmas Avenue, una perpendicolare. Vediamo un signore che fotografa il Las Palmas Hotel (http://las-palmas-suites.los-angeles-hotel.com/en/) e ci dice che è quello dove hanno registrato la scena finale di Pretty Woman. Una volta a casa guardo il finale del film ed effettivamente è proprio lui. A piedi andiamo fino al teatro cinese cercando di fotografare qualche stella sul marciapiede. E’ strapieno di gente. Non duriamo tanto … torniamo alla macchina e ci indirizziamo alla scritta di Hollywood sulla montagna. La vediamo bene dall’Lake Hollywood Park in Canyon Lake Drive. Volendo si può parcheggiare qui e avvinarsi un pochino di più andando a piedi lungo la strada. Se si cammina un pochino si arriva alla Last House on Mullholland (https://www.lasthouse.la/), punto panoramico. Alle 16.30 partiamo. Ci fermiamo ancora al Whole Food Market a fare un pò di spesa e poi ci indirizziamo in hotel percorrendo un tratto della Route 66. Ci sono cartelli colorati che indicano che si è sulla famosa strada che parte da Chicago e finisce al molo di Santa Monica. Troviamo un parcheggio e questa volta barattiamo … otteniamo € 35 fino a dopodomani alle 12.00, quando partiremo per l’Italia. Sotto il nostro hotel c’è una sorta di pizzeria da asporto quindi prendiamo una grossa pizza (€ 13) e in più cuciniamo quanto acquistato al market biologico. Non abbiamo proprio voglia di uscire ancora. Vediamo nel mentre il tramonto. I nostri amici Basket sono partiti questa sera, ci si rivedrà a casa.
22) 18 agosto 2018 sabato – km.66 (Los Angeles) – tempo sereno
Colazione in camera e poi andiamo in centro. Puntiamo, per la gioia di Matteo e un pò meno di Martina … il basket le esce dalle orecchie … andiamo allo Stable Center. Facciamo un giro nel negozio poi facciamo due foto all’esterno e ai dischi in metallo applicati sui marciapiedi (come fossero le stelle in Hollywood Boulevard) con i nomi di chi ha vinto i Grammy Awards per la musica (in S Figueroa Street, dove si trova il Grammy Museum). E’ un premio paragonabile agli Oscar del cinema. Gironzoliamo in macchina per Downtown fotografando i grattacieli. Essendo sabato è tutto chiuso. Mi piace molto la struttura del Walt Disney Concert Hall. Puntiamo poi ad Overa Street, il quartiere messicano. Parcheggiamo senza dover pagare. In questa zona ci sono tanti barboni lungo le strade. Addirittura sono attrezzati con le tende candadesi. Raggiungiamo velocemente la via. Sembra proprio di essere in Messico. Ci è piaciuto molto. Vediamo da fuori la Avila Adoe, la prima casa costruita a Los Angeles. Ci sono diversi ristoranti. Scegliamo El Paseo Inn (http://www.elpaseoinn.com/) (€ 78). Pranziamo molto bene … questa volta evitiamo il Margarita ….. Torniamo poi a Venice. Lasciamo la macchina al solito parcheggio e percorriamo la via che costeggia la spiaggia. Essendo sabato, abbiamo idea che buona parte degli abitanti della città si siano trasferiti qui. Ieri e l’altro ieri c’era poca gente. Ci sono molti artisti di strada quindi ci fermiamo a vedere alcuni spettacoli. C’è un ambiente di festa. Andiamo in hotel a mettere i costumi e andiamo un paio d’ore in spiaggia (l’hotel fornisce i teli da bagno). I ragazzi fanno il bagno. Ci sono le onde grosse e i bagnini sono tutti all’erta. C’è scritto di entrare in acqua solo se nuotatori esperti. Ci divertiamo un sacco, non solo noi ma anche tutte le persone che abbiamo intorno, a guardare un ragazzo con una piccola tavola da surf. Non so se ha fumato qualcosa o se è un pò fulminato di suo … ma continua a ridere, sale sulla tavola e poi si butta giù. Se la spassa a più non posso e noi pure. Rientriamo per una doccia e poi Pier va a prendere due pizze (€ 26) come quelle di ieri sera. Ceneremo in camera tranquilli. Ultima notte americana.
23) 19 agosto 2018 domenica – km.13 (aeroporto) – tempo sereno
Questa mattina cazzeggio puro. Matteo si vede con una sua amica (con la quale ha fatto diverse vacanze studio in Irlanda). Anche lei ha fatto un tour dei parchi ovest con i genitori e questa mattina è l’unica occasione in cui si sono riusciti a trovare. Vanno a fare colazione insieme e poi vanno in spiaggia. Vedranno i delfini vicino alla riva. Noi tre andiamo a piedi fino all’inizio di Santa Monica. Non riusciamo ad arrivare fino al pontile con mio grande dispiacere. Volevo fotografare il cartello che indica il punto in cui finisce la Route 66. Torniamo poi dalla spiaggia. Il mare è quasi piatto e molto bello. Raggiungiamo Matteo ed Irene che nel mentre sono a mollo e poi andiamo a farci la doccia e a chiudere i borsoni. Alle 12.00 lasciamo l’hotel. L’aeroporto è vicinissimo e ad un paio di km. sul cruscotto esce di nuovo la scritta che era uscita alla Monument Valley e la macchina va ai 30 all’ora … Per fortuna ci porta fino a destinazione con 5728 km alle spalle. Solita trafila, pranzo (€ 52) e alle 17.15 partiamo con volo KLM.
24) 20 agosto 2018 lunedì
Dopo 9 ore e 1/2 atterriamo ad Amsterdam. Per noi sono le 2.45 di notte e ma qui le 11.45 del mattino come in Italia. Completamente rimbambiti troviamo un angolino dove ci sono dei puff molto comodi e ci spiaggiamo … Con un’ora di ritardo ripartiamo. Alle 19.30 siamo a Malpensa. Rientro a casa con lo stesso signore dell’andata. Purtroppo i nostri labrador non ci sono ad attenderci perchè dovremo andare a recuperarli domani mattina. Arrivare a casa senza di loro è triste … La nostra avventura americana è finita e ci lascerà bellissimi ricordi. Alla prossima ….