Stati Uniti da urlo

Negli States tra l'Ovest e l'Est
Scritto da: Giuseppe Mensi
stati uniti da urlo
Partenza il: 11/08/2013
Ritorno il: 29/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €

SAN FRANCISCO

Arrivo a San Francisco con prima tappa Union Square che di domenica regala uno spettacolo alquanto particolare perché la piazza si riempie di artisti di strada che oltre a divertire il pubblico con le loro performance, regalano un po’ di allegria con i loro travestimenti colorati.

L’itinerario dei 3 giorni successivi si è svolto tutto a piedi: prima tappa la Financial District, ossia la strada delle maggiori banche che ospita anche il museo delle monete e della storia della corsa all’oro il Wells Fargo History Museum (purtroppo noi l’abbiamo trovato chiuso per ristrutturazione) ; seconda tappa Chinatown, a cui si accede attraversando il maestoso Chinatown Gate, che corre lungo la strada parallela alla financial district e ospita negozi e bazar cinesi con qualsiasi tipo di merce.

Alla fine si arriva al Transamerica pyramid il più alto edificio della città a forma di piramide. Procedendo si può decidere se dirigersi verso Washington Square fino alla famosa Lombard Street oppure se raggiungere l’Embarcadero che rappresenta l’inizio del porto turistico. Washington Square è caratteristica per la presenza di numerose persone che praticano il tai chi durante l’intera giornata e perché vi si affaccia la chiesa di San Giovanni Bosco dove si è celebrato il matrimonio tra Marilyn Monroe e Joe DiMaggio, proseguendo si arriva alla suggestiva Lombard Street, una strada stretta e ripida con curve a gomito che le auto possono percorrere solo in discesa ad una velocità massima di 10 miglia, contornata da splendide piante di ortensie; mentre se si desidera iniziare a percorrere il porto turistico si parte dall’Embarcadero e si prosegue lungo i moli fino ad arrivare al cuore del porto: Fisherman’s Wharf e Pier 39.

Il simbolo di Fisherman’s Wharf è il granchio, piatto tipico di San Francisco, mentre ci si accorge di essere a Pier 39 solo nel momento in cui si vedono in mare, poco distanti dal molo, i leoni marini che giocano e “cantano” intrattenendo i turisti; da Pier 39 si può anche ammirare la famosa isola di Alcatraz.

Per la visita di Alcatraz e del penitenziario si consiglia di prenotare la visita on line con un certo anticipo in quanto i posti sono limitati e di preferire la visita notturna a quella diurna, molto più suggestiva, specie se si incorre, come noi, nel tipico clima della baia con l’isola avvolta nella nebbia e sferzata dal vento.

Si consiglia di gustarsi un buon granchio nel ristorante Crub House a Pier 39.

Altra vista spettacolare della città si può godere facendo un giro in battello della baia, il giro comprende il Golden Gate Bridge, la baia e l’isola di Alcatraz però senza sosta, si consiglia l’ora del tramonto che rende molto suggestivo il panorama del ponte che si accende ancora di più del suo rosso caratteristico.

L’ultimo giorno abbiamo noleggiato l’auto per attraversare il Golden Gate Bridge e dirigerci verso una piccola cittadina, Sausalito. Appena attraversato il ponte, lungo 2 miglia, ci si può fermare nel parcheggio costruito appositamente per godersi la vista e fotografare il Golden Gate Bridge e la baia di San Francisco, inoltre si può anche avventurarsi su una strada panoramica che si arrampica su di una collina che costeggia il ponte e che regala viste mozzafiato. Riprendendo il viaggio in auto, dopo sole 5 miglia, siamo arrivati in questa ridente cittadina marinara con case basse e una bella passeggiata sul mare che regala uno spettacolo molto particolare in quanto sugli scogli si possono ammirare delle sculture fatte da rocce e sassi posti l’una sull’altra con la sola ricerca dell’equilibrio perfetto.

Attenzione quando si riattraversa il ponte per tornare a San Francisco bisogna assolutamente fermarsi al punto informazioni a pagare il pedaggio di 6 $ (basta fornire il numero di targa dell’auto) per non incorrere in una multa di oltre 400 $.

Ultima tappa del nostro soggiorno in questa città è il bellissimo Japanese Tea Garden, un giardino giapponese ricco di vegetazione che ospita tantissime carpe koi dai colori accesi.

I PARCHI: YOSEMITE E SEqUOIA

Dirigendoci verso Las Vegas abbiamo fatto tappa a due parchi lo Yosemite e il Sequoia.

Il primo ha come sito principale Glacier Point da cui si può godere della spettacolare vista sull’Half Dome, un blocco di granito che sembra essere stato spaccato a metà con un’accetta. Il secondo invece ospita la sequoia più grande del mondo chiamata Generale Sherman: l’albero è alto più di 80 metri con una circonferenza alla base di 31 metri ed ha la bellazza di più di 2000 anni. L’entrata ai parchi è a pagamento e si accede con l’auto in quanto la distanza da percorrere per raggiungere i vari punti di interesse è notevole, inoltre i parchi sono attrezzati di campeggi e hotel interni. Abbiamo soggiornato in due ranch nei paesini sperduti della California dove esiste solo il supermercato e qualche fast food come unico segno di un centro abitato. Percorrere le strade della California è un’emozione unica si osservano immense distese dove l’occhio si perde nell’infinito. Ogni tanto sul ciglio della strada si trovano un gruppetto di cassette della posta tutte in fila segno che da qualche parte ci sono delle abitazioni.

Lungo il tragitto abbiamo fatto una piccola deviazione a Calico Ghost Town. Questa città della California è stata dal 1881 al 1896 una fiorente miniera di argento e come tutte le città fantasma, è stata abbandonata nel momento in cui è finito il metallo prezioso. Anche qui l’entrata è a pagamento ma vale la visita, ci si ritrova in un film di Sergio Leone nel far west e si può anche fare il giro della miniera all’esterno, con il trenino, e all’interno visitandoalcune gallerie che ospitano anche una ricostruzione della vita dei minatori. Dopo Calico si procede verso Las Vegas.

LAS VEGAS E IL GRAND CANYON

Il nostro viaggio prosegue con l’arrivo alla città dalle mille luci: Las Vegas. Alloggiamo in uno dei primi hotel costruiti in città, il Luxor a forma di piramide, con gli interni che riproducono il mondo egizio in chiave moderna con ristoranti, negozi, piscina, teatro e l’immancabile casinò. La nostra prima uscita è di sera percorrendo la famosa Strip dove si possono ammirare uno dopo l’altro, i famosi hotel, negozi, locali tutti ovviamente contornati da immense insegne luminose coloratissime al neon. Camminando, camminando tra andata e ritorno, guardando un po’ a destra e un po’ a sinistra ci siamo fatti 8 km a piedi; abbiamo cenato sotto la Tour Eiffel con vista panoramica sullo spettacolo delle fontane dell’hotel Bellagio che riproduce il nostro lago di Como.

Il giorno dopo ci rechiamo in un aeroporto privato che organizza voli con dei piper per il Grand Canyon. Il tempo purtroppo non è dei migliori con nuvoloni neri e pioggia all’orizzonte, ma ci è stato spiegato che nel deserto ci sono i temporali a giorni alterni e ciò ha reso molto avventuroso il nostro volo di 45 minuti sul deserto sorvolando il lago artificiale Mead e la diga di Hoover, un vero spettacolo di ingegneria.

Dopo essere atterrati nel piccolo aeroporto, si prende un pullman che porta ai due siti panoramici: il primo è Eagle Point che ospita anche lo Skywalk, passerella sospesa sul dirupo con il pavimento di vetro, mentre il secondo è Guano Point, il tutto di proprietà degli indiani. Lo spettacolo a cui si assiste è un qualcosa di indescrivibile, oltre mille metri di strapiombo e in fondo si scorge il fiume Colorado che attraversa le rocce rosse; essendo il cielo molto scuro a causa delle nubi il colore delle rocce si trasforma in un grigio marrone, ma sotto i piedi la terra è rossa. Arrivati ai punti panoramici si resta allibiti dal fatto che non c’è alcuna protezione e nessun controllo a ridosso del dirupo, la natura si presenta con tutta la sua prepotenza facendoti sentire una formica.

L’ultimo giorno lo dedichiamo alla visita dell’interno degli hotel. Eh si la maggiore attrazione a Las Vegas sono gli interni degli hotel e i loro famosi casinò; molti hotel sono collegati da passaggi interni per cui non è neanche necessario uscire sempre per passare da un edificio all’altro e se proprio bisogna uscire, gli attraversamenti dei pedoni sono tutti sopraelevati senza bisogno di attraversare la strada.

Visitiamo l’Excalibur riproduzione del castello di Re Artù, il New York New York che all’interno ospita anche una montagna russa, l’MGM che ha un fantastico bar in stile giungla, il Paris che ovviamente ha la forma della tour Eiffel, il fantastico Bellagio con all’interno un giardino pieno di fiori e una galleria di negozi di lusso che lo collega al Cesar Palace tutto in stile Romano con tanto di statue in marmo e cameriere con tuniche succinte, anche questo hotel termina con una galleria di negozi di lusso al cui interno la scala mobile è a chiocciola, mai visto prima. Continuiamo la nostra visita all’hotel Mirage con il suo vulcano, terminando, a parere mio, al più bell’hotel di Las Vegas: il Venice, riproduzione fedele della città di Venezia, pensare che fuori è riprodotto il ponte di Rialto e il campanile di San Marco, mentre all’interno con il cielo dipinto sul soffitto, si passeggia guardando le vetrine costeggiando i canali percorsi dalle gondole con dei gondolieri un po’ tarocchi, Piazza San Marco è l’unico angolo rappresentato di sera con i lampioni accesi.

Dopo questa singolare visita, alla sera decidiamo di dirigerci verso l’uscita della città a Fremont Street, famosa per essere una strada sovrastata da un megaschermo che percorre tutta la sua lunghezza. Dal tramonto a mezzanotte ogni ora circa parte uno spettacolo di video e musica che fa rimanere tutti con il naso all’insù per 10 minuti, noi abbiamo assistito allo spettacolo che ricordava i Queen. Non si svolgono gli spettacoli solo quando piove per ovvie misure di sicurezza.

CHICAGO

Arrivati a Chicago la prima immagine che si imprime nei nostri occhi è il tramonto riflesso sui vetri dei grattacieli che si affacciano sul lago Michigan. Uno skyline spettacolare, forse meglio di quello di New York o forse due immagini diverse ma belle ognuna a modo suo.

Alloggiamo in centro all’imbocco della Madison Avenue, strada dello shopping più conosciuta con il nome di Magnificent Mile. La città è attraversata dal fiume omonimo che poi si getta nel lago per cui spostarsi da una parte all’altra della città con un watertaxi è assolutamente normale; così si arriva al Navy Pier, un molo turistico che si protrae verso il lago con ristoranti, negozi e attracco per i battelli che offrono minicrociere per godere appieno dello skyline della città. Noi abbiamo fatto una minicrociera con cena sulla nave molto divertente e spettacolare; partenza alle 7 e dopo neanche un’ora si comincia a vedere il sole scendere dietro i grattacieli e la città che si accende di luci e colori riflessi sull’acqua. La crociera termina alle 10 e una volta scesi il Navy Pier chiude i battenti e tutti fuori, clienti di negozi e ristoranti compresi.

Per godere del magnifico panorama che regala la città di Chicago non potete perdervi 3 prospettive differenti della città: la salita alla Willis Tower, la salita al John Hancock Center e l’escursione in battello sul Chicago River. La salita alla Willis Tower, meglio conosciuta dai cittadini come la Sears Tower, al tramonto è spettacolare in quanto si vede pian piano che la città si accende di luci e le auto che percorrono le strade formano un lungo serpentone con le luci rosse e gialle dei fari; il particolare di questa torre è che al piano n. 103 il visitatore può guardare la città dallo skydeck, ossia una balconata in vetro sospesa nel vuoto, intorno e sotto i piedi è tutto vetro. La salita invece al John Hancock Center è ugualmente emozionante, ma il panorama che offre è diverso in quanto si affaccia sul lago Michigan e sul Navy Pier; il lago è talmente esteso che sembra di trovarsi a guardare il mare con delle spiagge attrezzate lungo la costa a cui fanno da sfondo i grattacieli. Altra esperienza che merita è il giro in battello di sera sul Chicago River organizzato dal Chicago Architecture Foundation che ha come obiettivo di far conoscere ai visitatori la storia architettonica di ogni palazzo che si vede attraversando le acque del fiume.

Il Millenium Park è una delle tante aree verdi di cui Chicago è fornita. E’ un parco che ospita concerti, una fontana molto particolare costruita da due torri rivestite da schermi che proiettano immagini di volti di persone comuni che a un certo punto “sputano” acqua dalla bocca, l’acqua si convoglia tra le due torri in una vasca profonda pochi centimetri dove grandi e piccini si danno alla pazza gioia correndoci dentro. Altra attrazione del parco è il fagiolo gigante “the bean” che, essendo fatto di acciaio, rispecchia il panorama circostante fatto di grattacieli e parco.

Appena finito il parco ci si trova di fronte all’Art Institute of Chicago che ospita una nuova è progettata da Renzo Piano. Proseguendo si incontra la Buckingham Fountain, regalata dagli inglesi, che ogni sera regala uno spettacolo giochi d’acqua. Costeggiando il parco si arriva al Field Museum, interessante museo che ospita molti fossili e reperti di dinosauri, pietre e una rappresentazione di animali di tutte le specie. Tornando verso il centro della città si consiglia di fermarsi a visitare il palazzo che ospitava la biblioteca, Public Library, uno spettacolo di architettura con molte sale a mosaico, è a entrata libera e ospita convegni o eventi.

NEW YORK

Dopo essere atterrati all’aeroporto di La Guardia entriamo nella Grande Mela. Alloggiamo in un hotel molto centrale tra la 6th avenue e la 38th street (con il senno di poi avremmo alloggiato anche in una zona meno centrale e più economica, ma essendo la nostra prima volta a New York non volevamo sbagliare, i mezzi funzionano benissimo e in poco tempo si va da una parte all’altra della città con facilità).

Alloggiamo nella strada parallela alla 5th Avenue ci buttiamo subito in mezzo alla folla che entra ed esce dai negozi respirando subito l’aria newyorkese fatta di shopping, taxi e folla in mezzo ai grattacieli. La prima serata ci lanciamo diretti alla mitica Time Square e lì rimaniamo affascinati da tutte quelle luci e colori e tanta tanta gente che passeggia in questa piazza con teatri, ristoranti, negozi, artisti di strada, baracchini del cibo in ogni angolo.

Vicino a Time Square merita una sosta, anche di sera, Bryant Park che ospita anche la Public Library che fa da sfondo a molti servizi fotografici nei matrimoni dei newyorkesi, chissà perché?

Il giorno dopo è domenica e New York è meno frenetica più città a misura d’uomo. Ci dirigiamo verso il sud di Manhattan arrivando a Wall Street e al 9/11 Memorial. Lì entriamo e il luogo tocca tutti nel profondo, guardando quelle due fontane circondate dai nomi incisi nel bronzo che sono state costruite dove sorgevano le vecchie torri. Intorno a Ground Zero stanno costruendo il New World Trade Center che sarà composto da 4 grattacieli, il più alto misura 1776 piedi (ossia 540 metri), come l’anno di indipendenza americana, e ultimato diventerà la torre più alta d’America. Uscendo dall’altra parte della strada vediamo una piccola chiesetta e per curiosità entriamo; troviamo un museo gratis che ricorda quel terribile giorno e tutti i giorni seguenti ricostruendo i soccorsi e tenendo come cimeli giacche di pompieri, disegni di bambini e gagliardetti di tutte le forze che sono corse da tutto il mondo ad aiutare la macchina dei soccorsi. Forse un luogo più toccante ancora di Ground Zero.

Procediamo e vicino a Wall Street troviamo una taverna molto particolare, laFraunces Tavern, in quanto è la taverna dove si ritrovava George Washington durante la guerra d’indipendenza per studiare le mosse, per chi è amante, ha una vasta gamma di whisky.

Ecco ora siamo a Battery Park, nella punta meridionale di Manhattan, attraversandolo si può ammirare il monumento ai caduti di tutte le guerre con la scultura del simbolo della città, l’aquila; proseguendo arriviamo alla biglietteria per il traghetto che porta alla Statua della Libertà situata all’interno del forte Castle Clinton National Monument.

Inutile dire che visitare la Statua della Libertà, chiamata dagli americani Lady Liberty, è un’emozione indescrivibile che ti fa rendere conto di essere nel cuore dello spirito degli States. Purtroppo Ellis Island era ancora chiusa al pubblico dopo l’uragano Sandy e per salire sulla statua ci voleva una prenotazione on line in anticipo di mesi. Il giro del perimetro dell’isola ti permette di osservare la statua in tutta la sua bellezza e maestosità e grazie all’audioguida si scopre che Lady Liberty racchiude un significato che nessuno avrebbe mai immaginato: è stata progettata e costruita da menti francesi, tra cui Eiffel, ed è stata donata agli americani in quanto abitanti di uno stato libero, un’icona per il popolo francese che a quel tempo viveva ancora sotto la monarchia; la statua è stata rivolta verso il mare, che guarda alla Francia e gli augura di divenire anch’essa libera, spezzando le catene dell’oppressione (simboleggiate dalle catene che si spezzano ai piedi della statua raffigurata mentre cammina). Grazie a questa spiegazione si capisce subito l’importanza simbolica di questa statua che va oltre la semplice icona dell’America,cometutti pensano.

Tornati sulla terra ferma ci dirigiamo verso Central Park. Entriamo dalla parte più famosa dove p stato assassinato John Lennon e a ricordarlo c’è per terra un mosaico con la scritta “Imagine” e sue foto con dediche di fans da tutto il mondo che lo ricordano ogni giorno. Proseguiamo e ci accorgiamo che il parco è veramente grande, ci limitiamo ad attraversarlo fermandoci alla fontana Bethesda e ai suoi laghetti circostanti.

I giorni successivi decidiamo di affidarci ad una nuova moda che impazza per New York, farsi guidare alla scoperta della città dagli abitanti della città che si offrono come guide al prezzo di una mancia. Troviamo un ragazzo italiano migrato per amore e ci fa scoprire una New York insolita con angoli che difficilmente si sarebbero trovati su una normale guida turistica.

Il giro comincia da Little Italy e China Town. Little Italy oggi è solo un ricordo del vecchio quartiere dove si sono insediati i primi italiani emigranti, ci sono solo ristoranti che di italiano hanno ben poco e la chiesa di San Gennaro che nel cortile ha un muro dove sono dipinti tutti i nomi dei caduti in guerra di origine italiana.

China Town mantiene invece le proprie radici, infatti si sente parlare solo cinese, ai giardini pubblici si trascorre il tempo solo con giochi cinesi, i mercati e tutti i negozi hanno le scritte in lingua cinese e vendono i loro prodotti tipici.

Posto imperdibile per la sua particolarità è High Line nel West Village, un parco sopraelevato lungo circa 2 km. Questo parco è stato ricavato da un tratto ferroviario dismesso negli anni ’80 che voleva essere abbattuto dalle amministrazioni, ma un gruppo di abitanti si sono attivati affinchè si riconvertisse l’High Line in un parco. Oggi questo angolo della città è molto caratteristico in quanto si cammina accanto alle vecchie rotaie osservando il traffico che scorre nelle strade sottostanti e si è creato perfino un teatro urbano, ossia delle gradinate che offrono lo strano spettacolo delle auto che viaggiano in città. Giungendo alla fine del parco, si arriva ad un altro esempio di recupero, Chelsea Market. Il mercato con all’interno molti negozi di generi alimentari e tutto ciò che è collegato alla cucina, è stato ricavato da una fabbrica dismessa di inizio ‘900. Uscendo da Chelsea Market ci si trova davanti alla sede di Google.

Altro parco cittadino diverso dal solito si trova a Brooklyn ed è il Brooklyn Bridge Park che costeggia il fiume Hudson e offre una visuale emozionante dal tramonto in poi. Seduti sulle panchine del parco si osserva Manhattan e il ponte di Brooklyn che a dire la verità di sera non è molto illuminato.

Il ponte lo abbiamo attraversato a piedi di giorno ed è una bella camminata che regala un bel panorama.

Alla sera, oltre a Time Square, è bello avventurarsi nel quartiere universitario di Greenwich che offre molti ristoranti, bar e locali con musica live. Nei pressi di Greenwich si trova Washington Square che regala lo spettacolo di molti artisti di strada che ballano, cantano o fanno spettacoli. La domenica pomeriggio è nota perché diversi musicisti di blues offrendo qualche ora di buona musica all’aria aperta.

Per chiudere la visita di questa città non possono mancare la salita all’Empire State Building, la traversata con la funicolare da Manhattan a Roosvelt Island, che si può fare con il biglietto della metro, e volendo un bel giro in elicottero. Dall’alto la città è ancora più affascinante.

Ultima visita non programmata è al Palazzo di Vetro sede dell’Onu. La visita è stata molto interessante con la spiegazione delle funzioni dell’Onu in qualsiasi campo da quello della sicurezza, all’economia, allo sviluppo sostenibile, ai diritti. Si può accedere alla sala dove si svolgono le riunioni del Consiglio di Sicurezza e del Consiglio Economico, purtroppo la sala del Consiglio Generale era chiusa per ristrutturazione. All’interno del palazzo ci sono molti simboli che sono stati donati per ringraziare l’organizzazione del suo operato su scala mondiale e su diversi fronti.

Il nostro viaggio finisce così, sicuramente non siamo riusciti a visitare tutto quello che avevamo programmato, ma speriamo di avere dato qualche spunto ad altri viaggiatori incalliti come noi.



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